Kosovo and Albania: Dirty Work in the Balkans: NATO’s KLA Frankenstein
(francais / italiano)

Traffico d’organi: Parlamento Europeo approva Risoluzione di Dick Marty

0) Libri consigliati ed altri link
1) Trafic d’organes : le Conseil de l’Europe adopte le rapport de Dick Marty et réclame une nouvelle enquête
2) Traffico d’organi: Approvata dal Parlamento Europeo la Risoluzione di Dick Marty
3) Kosovo: Traffico di organi, l’UE teme per i testimoni
4) Kosovo : il faut un tribunal spécial de l’Onu pour enquêter sur le trafic d’organes


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Sull'intreccio tra nazionalismo pan-albanese e criminalità internazionale ricordiamo e raccomandiamo la lettura dei volumi:

Giuseppe Ciulla e Vittorio Romano
Lupi nella nebbia
Jaca Book, 2010

Antonio Evangelista
LA TORRE DEI CRANI. Kosovo 2000-2004
Editori Riuniti, 2007

Uberto Tommasi e Mariella Cataldo
Kosovo Buco nero d’Europa
Edizioni Achab, 2004

Sandro Provvisionato
Uck: l'armata dell'ombra.
L'esercito di liberazione del Kosovo. Una guerra tra mafia, politica e terrorismo
Gamberetti, 2000

LINK:

Le rapport Marty devant le Conseil de l'Europe : « il faut une nouvelle enquête »
Le rapport de Dick Marty sur le trafic d’organes au Kosovo sera officiellement présenté ce mardi devant l’Assemblé parlementaire du Conseil de l’Europe. Le député Dragoljub Mićunović (DS), qui dirige la délégation serbe, récuse à l’avance toute utilisation politique du rapport. Pour lui, la Serbie ne doit insister que sur une exigence : le besoin de justice et de vérité, qui nécessite l’ouverture d’une nouvelle enquête.

Dick Marty : « la mission Eulex est incapable d’enquêter sur le trafic d’organes »
Dick Marty estime que la mission Eulex n’est pas en mesure de mener l’enquête sur le trafic d’organes. Après l’adoption de son rapport par l’Assemblée parlementaire du Conseil de l’Europe, le sénateur suisse réclame donc la création d’une structure judiciaire ad hoc, basée en dehors du Kosovo.

Kosovo : dans l'horreur des camps de l'UÇK
Le procès de Sabit Geci et Riza Alijaj, deux anciens commandants de l’UÇK, va s’ouvrir le 28 février. Également cités dans le rapport Marty sur le trafic d’organes, les deux hommes sont accusés d’avoir dirigé les camps de Kükes et Cahan, dans le nord de l’Albanie, où des « collaborateurs » supposés du régime serbe et des sympathisants de la LDK ont été détenus et torturés durant la guerre. Koha Ditore publie des témoignages accablants.


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B92

Trafic d’organes : le Conseil de l’Europe adopte le rapport de Dick Marty et réclame une nouvelle enquête


Traduit par Jad
mardi 25 janvier 2011

L’Assemblée parlementaire du Conseil de l’Europe a adopté mercredi après-midi le rapport présenté par Dick Marty, et demande l’ouverture d’une nouvelle enquête « sérieuse et indépendante » sur les allégations de trafic d’organes. Le rapport a été adopté par 169 voix contre 8 et 14 abstentions. Les amendements présentés par les représentants de l’Albanie une députée macédonienne ont été rejetés.

« Il n’y a pas de justice sans vérité, et ce rapport ne crée pas un scandale, comme beaucoup l’affirment. Ce qui est un scandale, c’est l’opportunisme politique qui a permis de masquer la vérité », a déclaré Dick Marty, qui a pris la parole durant huit minutes pour présenter son rapport.

« Ce n’est pas un rapport sur le statut politique du Kosovo. Ce n’est pas un rapport contre les habitants du Kosovo. Le rapport ne concerne pas les relations entre la Serbie et le Kosovo, il ne relativise pas les crimes commis par Milošević et il n’est pas un plaidoyer pour la Serbie ».

Deux amendements présentés par Dick Marty lui-même ont été adoptés. Le premier concerne un élargissement des compétences de la mission Eulex ou d’une autre structure judiciaire européenne qui aura le mandat de mener l’enquête. Sa compétence territoriale et temporelle n’aura pas de limites pour enquêter sur tous les crimes liés au conflit au Kosovo.

L’autre amendement de Dick Marty précise les obligations des autorités de Tirana et de Pristina. La résolution appelle désormais explicitement les autorités albanaises à coopérer avec Eulex et à permettre l’enquête sur les camps de détention situés dans le nord de l’Albanie.

L’Assemblée a également adopté deux autres amendements, qui relativisent l’implication des dirigeants de l’UCK dans le crime organisé.

Au total, 21 amendements avaient été déposés, dont 19 présentés en commun par des députés d’Albanie, de Turquie, de Géorgie et de Macédoine.

Ces amendements, qui ont été rejetés, visaient à ôter du projet de résolution des mentions précises, comme l’évocation de la clinique de Fushë Kruja, en Albanie, où auraient été pratiquées les ablations d’organes, ainsi que le terme de « preuves » ou l’affirmation qu’il existe des « preuves des crimes commis »


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Traffico d’organi: Approvata dal Parlamento Europeo la Risoluzione di Dick Marty


26 GENNAIO 2011


Il Parlamento Europeo ha approvato a maggioranza di voti la Risoluzione di Dick Marty. Invitando la comunità internazionale affinchè venga fatta piena luce sui crimini commessi in Kosovo prima, durante e dopo la guerra, con particolare attenzione al traffico di organi, che vedrebbe coinvolto il primo ministro Hasim Taci (v. foto).

L’inchiesta di Dick Marty, durata due anni, ha portato al rapporto del Consiglio d’Europa, secondo il quale il primo ministro Hasim Taci sarebbe a capo di un gruppo mafioso albanese accusato di contrabbando di armi, droga e organi umani in Europa orientale.

La delegazione albanese, nel corso del dibattimento ha provato a minimizzare l’importanza della relazione di Marty, attuando inoltre proteste dinanzi al parlamento europeo.
Marty, nel presentare la propria relazione, ha palesato il timore che la collusione tra la criminalità organizzata e la struttura politica in Kosovo, rappresentano una minaccia per l’Europa.

Oltre agli interventi dei rappresentanti parlamentari delle nazioni concordi nel chiedere chiarezza, nel corso del dibattito il rappresentante del Gruppo dei partiti nazionali europei, Holger Haibach, ha puntato il dito contro quanti pur essendo a conoscenza dei crimini in Kosovo, hanno deciso di tacere.
Proseguirà oggi la sessione del Parlamento Europeo, che oltre ai deputati parlamentari europei vedrà presente anche il presidente della Serbia, Boris Tadic.

All’ordine del giorno tre risoluzioni sull’ex Jugoslavia: “Protezione dei testimoni come la base della giustizia e della riappacificazione nei Balcani” dell’inviato Jean-Charles Garetto; “Riappacificazione e dialogo politico tra i paesi dell’ex Jugoslavia” dell’inviato Pietro Marcenara; “Obbligo dei membri del Consiglio d’Europa di collaborare nei processi per i crimini di guerra” dell’inviato Miljenko Doric.

L’inchiesta di Dick Marty, nata a seguito di un procedimento giudiziario iniziato da un tribunale distrettuale di Pristina, per un presunto caso di traffico di organi scoperto dalla polizia nel 2008, arriva al Parlamento Europeo in un periodo cruciale per il Kosovo, dove da poco si sono svolte le prime elezioni da quando è stata dichiarata l’indipendenza dalla Serbia nel 2008, che hanno consentito a Hasim Taci di assumere il governo della nazione.

L’organizzazione criminale della quale avrebbe fatto parte il Primo Ministro, secondo Dick Marty, opererebbe da oltre dieci anni, da quando i fedelissimi di Drenica, il gruppo che faceva capo a Hashim Thaci, divenne la fazione dominante all’interno del KLA, e prese il controllo della maggior parte di imprese criminali in cui i kosovari sono stati coinvolti a sud del confine in Albania.

Come affermato da Holger Haibach, è sconvolgente il fatto che in molti sapessero dei crimini commessi in Kosovo ancor prima della relazione dell’investigatore e nonostante ciò abbiano preferito tacere, ma ancor più sconvolgente ci sembra il fatto che nonostante le accuse mosse al capo di un governo di essersi reso responsabile di crimini gravissimi, i mass media – in particolare quelli italiani – stiano sottacendo ogni notizia.

Ancor prima della relazione di Dick Marty, Antonio Evangelista, che ha diretto le indagini sui crimini di guerra e guidato la polizia criminale, con il suo libro “La torre dei crani” (ed. Editori Riuniti), aveva testimoniato da un punto di vista neutrale quanto realmente avvenuto nel Kosovo, anticipando gli sviluppi a livello internazionale di una guerra che ha prodotto piú danni di quelli preesistenti, favorendo miseria e criminalità.
A seguito di quanto emerso dalla relazione Marty, c’è da chiedersi perché mai si sia legittimata in Kosovo una classe dirigente corrotta e legata a doppio filo con la mafia, lasciando che a governare il paese potesse essere un uomo coinvolto nel traffico di armi, di droga e di organi umani.

Gian J. Morici


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Kosovo: Traffico di organi, l’UE teme per i testimoni


30 GENNAIO 2011


L’Eulex ha aperto un’indagine preliminare, sul traffico d’organi prelevati da prigionieri uccisi dall’Uck dopo la guerra del 1999 contro le forze serbe.

Dopo la relazione presentata dall’investigatore Dick Marty, che a accusato una fazione dell’UCK guidata dal Primo Ministro del Kosovo Hashim Thaci di coinvolgimento nella criminalità organizzata, compreso il traffico di organi, Thaci ha negato con forza le accuse.

L’Eulex ha però preso “molto sul serio” le accuse ed è pronta a “gestire il seguito giudiziario”, invitando nel contempo tutte le organizzazioni e anche singoli soggetti, tra cui Dick Marty, a produrre tutte le prove in loro possesso.
L’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha chiesto indagini internazionali e albanesi sui crimini commessi a seguito del conflitto in Kosovo.
Secondo la relazione del senatore svizzero Dick Marty, pubblicata il mese scorso, i testimoni sarebbero stati messi a tacere, pagati dai membri del Gruppo di Drenica, una fazione all’interno del KLA, i cui membri sarebbero coinvolti nel traffico di organi, negli omicidi e nel traffico di droga.
Il portavoce e Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e la sicurezza ha confermato che il relatore del Consiglio d’Europa Dick Marty ha iniziato i negoziati in materia di garanzie per la protezione dei testimoni con l’EULEX.

Marty chiede maggiori garanzie per i testimoni.

Si teme infatti che questa inchiesta possa seguire la stessa sorte di quella del caso dell’ex leader del Kosovo Liberation Army Ramush Haradinaj.
Hashim Thaci attuale presidente del Kosovo, all’epoca dei fatti capo politico dell’UCK, nello smentire ogni suo possibile coinvolgimento nei fatti criminosi, in merito alla tutela dei testimoni taglia corto e dichiara: “Comprendiamo le preoccupazioni circa la protezione dei testimoni nella regione, ma abbiamo piena fiducia nella nostra unità di protezione dei testimoni”.

I timori per i testimoni comunque non sono infondati e visto che il mandato EULEX è flessibile, l’Unione europea sta considerando la possibilità di adattarsi alle nuove circostanze, ed è pronta ad inviare rinforzi per la missione in Kosovo.

L’EULEX, allo stato attuale dispone di circa 20 ricercatori e 40 giudici, ma sarebbe pronta a rinforzare l’organico.

Quante persone l’UE sia pronta a inviare in Kosovo e se Marty avrà un ruolo nelle indagini, verrà reso noto nei prossimi giorni.

Gian J. Morici


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Kosovo : il faut un tribunal spécial de l’Onu pour enquêter sur le trafic d’organes



Blic, 2 février 2011
(Traduit par Stéphane Surprenant)

Le TPIY n’étant pas compétent pour enquêter sur le présumé trafic d’organes de l’UÇK, les Nations unies envisageraient la mise en place d’un Tribunal spécial sur le modèle de celui qui a été créé au Liban en 2007. Pour cela, le Conseil de sécurité doit adopter une résolution, basée sur le rapport de Dick Marty. La gravité des faits reprochés demande une justice exemplaire.

D’après les informations obtenues par Blic, la tâche de faire toute la lumière sur les allégations persistantes de trafic d’organes humains au Kosovo et en Albanie pourrait être confiée à une Cour spéciale internationale mise sur pied pour l’occasion par les Nations unies.

Cette cour aurait ainsi pour modèle le Tribunal spécial pour le Liban, formé le 10 juin 2007, dont le mandat était d’enquêter sur le rôle des organisations terroristes impliquées dans la série d’attentats qui avait secoué le pays. L’ancien Premier ministre libanais Rafik Hariri avait été assassiné lors de l’un de ces attentats.

Le Tribunal spécial pour le Liban avait été créé par la Résolution 1757 du Conseil de sécurité des Nations unies. Une résolution similaire pourrait donc être proposée par n’importe quel pays membre des Nations unies ou plusieurs d’entre eux, ou encore directement par l’un des membres du Conseil de sécurité.

Cette résolution concernerait cette fois le Kosovo et serait basée sur le rapport de Dick Marty, dans lequel de hauts responsables de l’Armée de libération du Kosovo (UÇK) - dont l’actuel Premier ministre Hashim Thaci - sont accusés d’exactions et de crimes contre l’humanité, de trafic de drogue et d’armes, mais aussi d’êtres humains.

Un Tribunal spécial formé par les Nations unies

Dick Marty, le rapporteur spécial du Conseil de l’Europe, réclame en effet la création d’une telle cour à l’extérieur du Kosovo en raison de la gravité des informations qu’il est parvenu à recueillir. Sans compter que de nombreuses sources issues de différents services de renseignement indiquent que la pègre kosovare serait dirigée et coordonnée par plusieurs personnes occupant des postes clés dans l’actuel appareil d’État du Kosovo. Ces personnes s’appuieraient sur des réseaux lourdement corrompus au sein de la police, du système judiciaire et même de... l’Eulex !

Ayant à l’esprit les meurtres de plusieurs témoins au cours du procès de Ramush Haradinaj, Dick Marty appelle par conséquent à la création d’un tribunal qui garantirait une sécurité maximale aux témoins. Bref, il ne compte absolument pas sur l’Eulex.

Bruno Vekarić, procureur adjoint spécialisé dans les crimes de guerre, explique : « Nous sommes prêts à coopérer avec tout le monde afin de découvrir la vérité. La proposition de Dick Marty est parfaitement rationnelle et, si un tribunal de ce type voit effectivement le jour, nous serons prêts à l’aider ».

L’expert en criminologie Dobrivoje Radovanović estime que l’idéal serait que le Conseil de sécurité des Nations unies institue un tribunal pour l’occasion, dans lequel tous les membres jouiraient d’une influence égale, avec des juges neutres et des équipes se consacrant exclusivement aux enquêtes. « Cela serait acceptable autant pour la partie albanaise que pour la partie serbe. La chose qui serait certainement la plus encourageante serait que les plus ardents défenseurs de l’indépendance kosovare apportent leur aide pour que l’enquête soit menée à bien... J’entretiens néanmoins de sérieux doutes à ce sujet... », ajoute-t-il.

Et le TPIY ?

Une question demeure par ailleurs en suspens : ne serait-il pas plus simple de confier cette enquête au Tribunal pénal international sur l’ancienne Yougoslavie (TPIY), à côté de ses autres tâches ? Il faudrait tout d’abord pour cela que les prérogatives judiciaires du TPIY soit étendues à la nouvelle cause.

Toutefois, étant donné que le mandat du TPIY prendra normalement fin dans deux ans et surtout que, comme le soutient Dick Marty dans son rapport, les preuves rassemblées par les enquêteurs de ce même Tribunal de La Haye en 2005 auraient été détruites, ce scénario ne semble ni crédible ni logique.

Quoi qu’il en soit, confier aux tribunaux locaux, dont des tribunaux albanais, la responsabilité d’enquêter dans cette affaire aussi sinistre que complexe serait vouer l’enquête à un échec certain. Car, à ce jour, les procureurs albanais n’ont démontré aucune volonté de coopérer et ont même refusé de fournir quelque matériel que ce soit au procureur suisse Dick Marty.

La Minuk était au courant de ces crimes

Selon un document de l’Onu, dès 2003, la Minuk avait en main des informations relatives à des meurtres commis au Kosovo dans le but de se livrer au trafic d’organes. La Minuk en avait informé le Tribunal de La Haye comme il se doit. Si l’on en croit le document de l’Onu, les dirigeants de l’UÇK auraient touché jusqu’à 45.000 dollars pour les organes d’un seul individu capturé.

Dans un rapport de trente pages, auquel l’agence Tanjug a eu accès, les enlèvements de Serbes auraient débuté au milieu de l’année 1999. À l’époque, entre cent et trois cents personnes auraient été faites prisonnières, puis transférées à l’aide de camions et de tracteurs dans des prisons improvisées à Kukës et à Tropoja, deux petites villes du Nord de l’Albanie.