ROMA: APPUNTAMENTO IL 3 FEBBRAIO ALL'ALTARE DELLA PATRIA
PER DEPORRE UNA CORONA IN MEMORIA DEL "MILITE IGNARO"


>
> ----- Original Message -----
> From: Pasti Foundation <pasti@...>
> To: Rete AUI <pasti@...>
> Sent: Monday, January 29, 2001 7:24 PM
> Subject: Notizie Rete Abolire l'Uranio Impoverito
>
>
>
> NOTA INFORMATIVA SULL'ATTIVITA' DELLA RETE ABOLIRE
> L'URANIO IMPOOVERITO
> messaggio spedito da: Paolo Pioppi
>
> Trasmettiamo alcune informazioni circa i passi intrapresi da Falco
> Accame in attuazione di alcuni dei punti programmatici approvati a
> Roma nella riunione del 13 gennaio
>
> I N D I C E
>
> 1) Lettera al Presidente della Repubblica. Risposta del Consigliere
> militare del Presidente. Nuova lettera al Presidente (punto 3 del
> programma)
>
> 2) Lettera al Presidente del Consiglio (punto 4 del programma)
>
> 3) Lettere ai Presidenti di alcune Regioni dove si trovano i poligoni
di
> tiro (punto 5 del programma)
>
> 4) Convocazione di una MANIFESTAZIONE di protesta (punto 6 del
> programma)
>
> ATTENZIONE:
> chiediamo a tutte le associazioni di partecipare sabato 3 febbraio
> alle ore 12 a Roma (Altare della Patria) e a farsi portavoce
> dell'appuntamento. Trovate al punto 4 l'appello per la
> manifestazione che consiste nella posa di una corona al
> monumento al milite ignoto (Altare della Patria). Comunicate
> rapidamente la vostra adesione e partecipazione all'indirizzo
> pasti@.... Grazie
>
> 5) Controcommissione alternativa rispetto a quella istituita da
> Mattarella (punto 7 del programma)
>
> NOTA IMPORTANTE
> Vi chiediamo di tenerci aggiornati sulle vostre attivita' in rapporto
> all'uranio, in modo che si possa contribuire a far circolare le
> informazioni tramite e-mail o fax a tutte le associazioni che hanno
> formato la rete Abolire l'Uranio Impoverito
>
> ************************************************
>
> 1) Lettera al Presidente della Repubblica. Risposta del Consigliere
> militare del Presidente. Nuova lettera al Presidente (punto 3 del
> programma)
>
> Roma, 15 gennaio 2001
>
> Al Presidente della Repubblica
> Il Quirinale
>
>
>
> Signor Presidente,
>
> la morte di alcuni militari italiani e le malattie contratte da altri
> reduci dalle operazioni nei Balcani, che possono essere messe in
> relazione a contaminazione da uranio impoverito, rappresentano dei
> fatti molto gravi che credo impongano una attenta riflessione anche
> ai massimi livelli di responsabilita' nel nostro paese, in quanto
> coinvolgono aspetti della sicurezza nazionale e internazionale e
> soprattutto sono inerenti al diritto umanitario.
>
> In Somalia e poi in Bosnia e nei primi 5 mesi della campagna del
> Kosovo, il personale militare e civile italiano ha operato in assenza
> di norme di protezione, dato che queste sono state emanate in
> data 22 novembre 1999. Eppure in queste missioni gli Stati Uniti
> avevano emanato precise disposizioni di sicurezza per il loro
> personale in relazione ai rischi connessi all'impiego dell'uranio
> impoverito.
>
> Negli USA sono stati condotti da lungo tempo degli studi a partire
> dai primi anni '90 nei quali si afferma, senza ombra di dubbio, la
> pericolosita' legata alla ingestione di polvere di uranio, come
> testimonia un documento emanato nel 1993 (e che fa riferimento a
> precedenti studi del '91) nel quale si afferma tra l'altro che:
> "Quando i soldati si trovano ad inalare o ingestire polvere di uranio
> essi incorrono in un potenziale incremento nel rischio di cancro".
> "When soldiers inhale or ingeste DU dust, they incur a potential
> increase in cancer risk". Il documento e' del direttore della Sanita'
> dell'esercito USA. In un altro documento dell'ottobre 1993, del
> Support Directorate di Washington, si precisano le disposizioni di
> sicurezza da adottare per il personale USA operante in Somalia.
>
> Per quanto concerne la Bosnia, i raid degli aerei A/10, aerei contro-
> carro degli USA (ed anche alcuni raid degli Harrier britannici) erano
> effettuati operando con armi all'uranio. Questi raid sono partiti
dalla
> base di Aviano. Tale base e' al comando di un colonnello
> dell'aereonautica italiana, che quindi e' ovviamente a conoscenza di
> tutti gli ordini di operazione e rapporti di operazione. Egli e'
altresi'
> a conoscenza delle direttive impartite per l'uso delle armi all'uranio

> impoverito e dei risultati ottenuti nelle singole azioni. Il pilota,
tra
> l'altro, nei debriefing al termine della missione riferisce sul numero

> dei proiettili sparati e sui carri armati, ed altri obiettivi,
> eventualmente distrutti.
>
> L'uso dell'uranio impoverito in Bosnia era noto alle autorita'
militari
> italiane operanti in ambito NATO. Infatti anche il comandante della
> V ATAF di Vicenza era a conoscenza di tutti gli ordini e i rapporti
> di operazione e quindi dei compiti svolti nelle missioni degli aerei
> A/10. Cosi' come ne era al corrente il vicecomandante (italiano) di
> AFSOUTH. Del resto l'operazione in Bosnia fu illustrata in una
> conferenza stampa tenutasi proprio a Napoli presso AFSOUTH. In
> Bosnia, oltre ai proiettili all'uranio impoverito furono lanciati 13
> missili da crociera, contenenti anch'essi uranio impoverito.
>
> Circa la pericolosita' delle armi all'uranio, sulla quale sembra
> esservi discussione, vale la pena di ricordare quanto affermato dal
> generale Osvaldo Bizzari nelle succitate norme di sicurezza
> trasmesse ai reparti, nelle quali si legge testualmente: "Inalazioni
> di polvere di uranio impoverito sono associate nel tempo con effetti
> negativi sulla salute quale il tumore e disfunzioni nei neonati".
>
> Non sembra quindi esservi dubbio alcuno sulla valutazione di
> pericolosita' dell'uranio che e' stata fatta da parte italiana e
quindi
> sui rischi connessi, anche se nel campo epidemiologico non si
> possono avere certezze di tipo meccanico, cioe' deterministiche,
> ma solo relazioni probabilistiche. Forse l'unica certezza che si puo'
> avere e' quella che non vi possono essere certezze di non
> pericolosita' e che quindi si ha a che fare inevitabilmente con dei
> rischi, che possono essere piu' o meno grandi in dipendenza di
> molti fattori.
>
> Per quanto riguarda la pericolosita' dell'uranio, recenti studi hanno
> dimostrato in molti casi la presenza contemporanea anche di
> plutonio, materiale particolarmente nocivo specie in relazione alle
> leucemie.
>
> L'esistenza di rischi e' ben nota negli Stati Uniti in base alle
> esperienze di massa avute nella guerra del Golfo, esperienze che
> hanno dato luogo appunto alla emanazione di norme di sicurezza
> per proteggere il personale per quanto possibile. La protezione del
> personale, militare e civile, e' affidata peraltro non solo alla
> esistenza e conoscenza minuziosa delle norme (e a uno specifico
> addestramento all'applicazione delle norme stesse) ma anche alla
> disponibilita' di mezzi per applicare le norme, come tute protettive
> ricambiabili (data l'esigenza del loro assai frequente lavaggio),
> maschere protettive a perdere, guanti a perdere e cosi'
> via.
>
> Quanto al personale civile italiano, che tra l'altro e' quello che
piu' a
> lungo ha sostato nelle zone contaminate, non risulta che questo
> disponesse del materiale necessario alla protezione e quindi,
> anche nell'eventualita' che fosse stato messo a conoscenza delle
> norme, non avrebbe potuto osservarle. Per quanto riguarda il
> personale militare pare che i mezzi a disposizione siano stati
> alquanto scarsi.
>
> Altro problema riguarda le visite mediche a cui andava sottoposto il
> personale prima, durante e dopo la missione. Purtroppo in Italia
> esistono solo pochissimi centri specializzati che sono in grado di
> effettuare le delicate analisi spettrografiche e quant'altro occorre.
A
> quanto e' dato sapere vi sono state gravi carenze sotto questo
> riguardo e ad oggi migliaia di persone devono essere sottoposte a
> visiste mediche, il che pone dei problemi non indifferenti. Risulta
> che vi siano persone che hanno dovuto effettuare a spese proprie le
> analisi, mentre non vi e' alcun dubbio che tale assistenza debba
> essere a carico dello Stato.
>
> Questa problematica ci porta al discorso relativo alle cure mediche
> concernenti coloro che sono risultati affetti da patologie. Anche qui
> si e' verificato purtroppo il fatto che molte persone si sono dovute
> rivolgere, con ingenti spese, a istituti privati.
>
> Tale problematica ci rimanda alla questione delle cause di servizio
> e dell'equo indennizzo. Le "cause di servizio" vengono stabilite
> nella grande maggioranza dei casi in base a valutazioni
> probabilistiche e questo deve valere anche per la contaminazione
> da uranio che concerne i reduci dalla guerra del Golfo, dalla
> Somalia e dalla ex Jugoslavia. E a tale riguardo si pone anche
> un'altra tematica. Le operazioni di pace compiute sono in realta'
> frammiste ad azioni di guerra. Un soldato che muore in una
> missione di pace dovrebbe quindi essere considerato, dal punto di
> vista dei risarcimenti, come un soldato caduto in guerra. La
> questione coinvolge anche, ovviamente, civili che hanno operato in
> un'area dove si sono svolte operazioni militari.
>
> Di particolare rilevanza e' il problema dei risarcimenti per i
familiari
> delle vittime. Esiste in merito una legislazione molto confusa. Le
> piu' recenti determinazioni sono quelle che hanno valutato i
> risarcimenti dovuti nella misura di 4 miliardi a famiglia e si
> riferiscono alle vittime del tranciamento del cavo della funivia del
> Cermis. Nel caso dei parenti delle vittime della sciagura di Ustica
> sono stati stanziati all'incirca 150 milioni per famiglia. Una cifra
di
> quest'ordine di grandezza e' stata stanziata per le vittime della
> strage di Bologna e per le vittime della tragedia di Casalecchio sul
> Reno.
>
> Altra problematica riguarda l'inquinamento prodotto dall'uso di
> mezzi contenenti uranio nei poligoni di tiro, perche' vi sono casi di
> patologie riscontrate in personale che ha operato nei poligoni.
> L'inquinamento riguarda peraltro anche le acque dell'Adriatico in cui
> sono stati sparati (per prova di corretto funzionamento delle armi
> prima di ogni missione) proiettili all'uranio impoverito.
>
> Infine si pone il problema che per la sua importanza in senso
> globale e' certamente prioritario e che riguarda i risarcimenti in
> campo internazionale per le popolazioni che sono state interessate
> alle conseguenze derivanti dall'impiego di armi all'uranio, i cui
effetti
> di radiazione e tossicita' si protraggono nel tempo molto dopo il
> conflitto e che per questo, come avviene per le armi chimiche,
> dovrebbero essere bandite.
>
> Per la gravita' dei problemi sopra elencati, che riguardano oltreche'
> personale civile anche personale militare italiano, Le chiediamo
> (anche in riferimento alla precedente lettera inviataLe in data
> 22/12/2000) in qualita' di Capo delle Forze Armate, di convocare il
> Consiglio Superiore della Difesa, organo a cui possono partecipare
> ministri responsabili di vari settori nonche' esperti.
>
> Falco Accame
> Presidente Ana-Vafaf
> e a nome della Rete AUI
>
> L'elenco dei componenti della Rete AUI (Aboliamo l'Uranio
> Impoverito) e' riportato in allegato.
>
>
>
> RISPOSTA DEL CONSIGLIERE MILITARE DEL PRESIDENTE
> DELLA REPUBBLICA
>
>
> Roma, 19 gennaio 2001.
>
> Onorevole,
>
> Mi riferisco al Suo Appello al Presidente della Repubblica per la
> convocazione del Conbsiglio Supremo della Difesa perche' esamini
> la problematica dei possibili rischi connessi con l'impiego nei
> Balcani di munizioni all'uranio impoverito.
>
> Il Presidente segue con particolare attenzione l'approfondimento
> delle verifiche e delle ricerche disposte dal Ministro della Difesa.
>
> La Magistratura sta a sua volta indagando su eventuali ipotesi di
> reato.
>
> La definizione dei dati medico-scientifici relativi alle attuali
ipotesi
> di rischio e' pregiudiziale all'avvio di nuove iniziative.
>
> Cordialmente
> Sergio Biraghi
>
>
> SECONDA LETTERA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
>
> Roma, 26 gennaio 2001
>
> Signor Presidente,
>
> La ringrazio della cortese risposta in data 19/1/2001 che mi ha
> fatto pervenire tramite il suo consigliere militare. E' certamente
> importante conoscere che cosa dira' la commissione medico-
> scientifica del prof. Mandelli e le altre commissioni che sono state
> nominate. Tuttavia gia' sappiamo che queste commissioni a
> proposito dei casi di tumori e leucemie ed altro contratte da alcuni
> nostri militari non potranno con certezza affermare ne' che le
> affezioni sopra indicate sicuramente derivano da contaminazione
> per uranio impoverito (e metalli associati), ne' che dette affezioni
> sicuramente non derivano da uranio impoverito.
>
> Si resta insomma inevitabilmente nel campo delle probabilita', piu'
> o meno grandi, che e' emersa dall'analisi delle migliaia di casi
> verificatisi in Iraq tra la popolazione civile e nei reduci della
guerra
> del Golfo. Le decine di casi italiani non potranno certamente
> modificare queste valutazioni.
>
> D'altra parte tali valutazioni hanno fatto si' che gli Stati Uniti
> abbiano emanato fin dal 1993, in occasione dell'impiego delle
> truppe in Somalia, norme di sicurezza molto stringenti che
> mettevano in evidenza i rischi di tumori e malformazioni alla
> nascita, come e' stato ricordato anche recentemente dal
> settimanale tedesco «Der Spiegel» del 22 gennaio 2001 e prima
> anvcora da «Il Giornale dei Militari» del 27/11/2000. Del resto nel
> quotidianoo «San Francisco Examiner» del 21 giugno 1998 si
> legge che il regolamento militare USA di medicina preventiva (Art.
> 40-45) prevede che "vengano eseguiti dei test medici qualora si
> ritenga che materiali radioattivi siano stati impiegati in modo tale
da
> poter essere stati ingeriti, inalati o assorbiti all'interno del
corpo".
> Viene precisato inoltre: "Il Col. Cherry afferma che questo e' stato
> fatto in Somalia durante una missione di pace delle Nazioni Unite
> nel 1992 e che attualmente tale regolamento viene applicato in
> Corea, Bosnia e nel Golfo Persico".
>
> Da un punto di vista umanitario (rispecchiato anche nel recente
> diritto internazionale) occorreva quanto meno avvertire le
> popolazioni delle zone colpite dei rischi presenti anche dopo la
> cessazione delle azioni di fuoco e dopo il termine del conflitto.
>
> La conoscenza dei pericoli dell'uranio impoverito era ben nota alla
> sanita' militare internazionale nel quadro delle relazioni
interalleate.
> Si tratta di materia che e' perfino esposta nelle "sinossi" in uso
> presso le nostre scuole militari! Inoltre, l'argomento e' ben noto da
> tempo attraverso la pubblicistica, niente affatto segreta, come i
libri
> dell'ex ministro della giustizia USA, Ramsey Clark: "The fire this
> time" e "The metal of dishonour", quest'ultimo anche tradotto in
> italiano.
>
> Certamente quindi la questione dell'uranio impoverito non poteva
> essere sfuggita all'attenzione, oltreche' dei servizi di informazione
> italiani, anche dell'ambito sanitario-ambientale e degli addetti
militari
> italiani presso le ambasciate nei paesi in cui questo materiale
> veniva usato.
>
> Nelle norme di sicurezza emanate il 22 novembre 1999 nel quadro
> della forza multilaterale nei Balcani (a firma del colonnello Osvaldo
> Bizzari, specializzato NBC) il rischio e' presentificato in termini di

> possibilita' di contrazione di tumori e di malformazioni alla nascita.

> Purtroppo queste norme (che comunque non sono state diffuse tra
> i civili) non hanno riguardato, oltreche' i primi sei mesi della
> campagna in Kosovo, i periodi delle campagne in Somalia e in
> Bosnia. Inoltre i mezzi e le procedure da mettere in atto per ridurre
> il rischio non erano disponibili alla componente civile. Il problema
> sussiste anche nei poligoni di tiro dove forze alleate usano
> armamenti all'uranio impoverito.
>
> Su questo problema che riguarda il "milite ignaro" (ma anche il
> "civile ignaro") ritengo che debba essere portata l'attenzione delle
> superiori autorita' indipendentemente anche da quali possono
> essere le conclusioni delle commissioni medico-scientifiche.
>
> In particolare pare che ogni sforzo debba pertanto essere compiuto
> per accertare come sia stato possibile che una materia cosi'
> gravida di implicazioni, da una parte per i nostri civili e militari
> impiegati nelle zone di operazione e, dall'altra parte (e in primo
> luogo) per le popolazioni civili sia sfuggita all'attenzione dei
> Ministeri dela Difesa, dell'Interno, della Sanita', dell'Ambiente.
>
> Credo che l'opinione pubblica non debba essere lasciata all'oscuro
> di quanto avviene in determinate istituzioni come e' accaduto,
> limitandoci a vicende recenti, per quanto riguarda Ustica, le
> violenze in Somalia, il Cermis, il caso Scieri. Il pericolo e' che
> venga minata la credibilita' dello Stato e la trasparenza del suo
> agire, che costituisce un sine qua non per una democrazia.
>
> E' per questi motivi che lo scrivente riteneva che la convocazione
> del Consiglio Supremo di Difesa potesse costituire un segnale
> positivo in rapporto al fatto che di fronte alla morte e alle gravi
> patologie manifestatesi in numerosi militari si voglia operare nel
> senso della difesa del loro elementare diritto ad essere informati,
> preventivamente e durante le operazioni, mentre si ha l'impressione
> che vi siano soprattutto preoccupazioni per l'autodifesa delle
> istituzioni.
>
> Falco Accame
> presidente ANA-Vafaf
> e a nome della rete AUI
> ********************************************************************
>
> 2) Lettera al Presidente del Consiglio (punto 4 del programma)
>
> Roma, 23 gennaio 2001
>
> Al Presidente del Consiglio prof. Giuliano Amato
>
> Signor Presidente del Consiglio,
>
> faccio seguito alle lettere scritteLe in precedenza (vedi allegato)
> circa la questione dell'uranio impoverito e dei rischi corsi dal
nostro
> personale, civile e militare, prima in Somalia e poi in Bosnia e
> quanto meno 5 mesi nel Kosovo, in quanto non era stato informato
> della situazione e non erano stati assicurati i mezzi di protezione.
> (Il personale civile non e' mai stato dotato di mezzi di protezione,
> ne' gli sono state fornite istruzioni in merito).
>
> La problematica relativa a questa vicenda e' specificata in dettaglio
> nella lettera che ho scritto al Presidente della repubblica e che Le
> allego in copia.
>
> Nel frattempo si e' costituita la rete AUI (Aboliamo l'Uranio
> Impoverito). Anche a nome di questa rete Le chiedo un incontro in
> tempi brevi con una delegazione per esporLe alcuni dei problemi
> prioritari da affrontare.
>
> Falco Accame
>
> ***************************************************************
>
> 3) Lettere ai Presidenti di alcune Regioni dove si trovano i poligoni
di
> tiro (punto 5 del programma)
>
> REGIONE LAZIO
>
> Roma, 23 gennaio 2001
>
> Al Presidente della Regione Lazio
> On. Francesco Storace
>
> Signor Presidente
>
> nel poligono di tiro di Nettuno si sono svolte e si svolgono
> esercitazioni a cui partecipano mezzi con la presenza di uranio
> impoverito.
>
> Di recente sono emersi casi di patologie sospette in cui si rivela la
> possibilita' di inquinamento da detto materiale.
>
> Il Presidente della Regione Sarda, Mario Floris, ha chiesto un
> incontro (vedi allegato) con il Presidente del Consiglio e il Ministro

> della Difesa. Per quanto concerne i poligoni si rende necessario un
> monitoraggio dell'area con appositi mezzi che spesso eccedono le
> possibilita' dei nuclei NBC.
>
> La problematica riguardante l'uso di armi all'uranio impoverito e'
> esposta nella allegata lettera scritta al Presidente della Repubblica.

>
> Anche a nome della Rete AUI (Aboliamo l'uranio impoverito!) Le
> chiediamo di intraprendere misure per verificare le condizioni di
> rischio eventualmente presenti nell'area e adottare le misure
> conseguenti.
>
> Falco Accame
>
>
> REGIONE CAMPANIA
>
> Roma, 23 gennaio 2001.
>
> Al Presidente della Regione Campania
> On. Antonio Bassolino
>
> Signor Presidente
>
> nel poligono di Persano si sono svolte e si svolgono esercitazioni a
> cui
> partecipano mezzi con la presenza di uranio impoverito.
>
> Di recente sono emersi casi di patologie sospette in cui si rivela la
> possibilita' di inquinamento da detto materiale.
>
> Il Presidente della Regione Sarda, Mario Floris, ha chiesto un
> incontro (vedi allegato) con il Presidente del Consiglio e il Ministro

> della Difesa. Per quanto concerne i poligoni si rende necessario un
> monitoraggio dell'area con appositi mezzi che spesso eccedono le
> possibilita' dei nuclei NBC.
>
> La problematica riguardante l'uso di armi all'uranio impoverito e'
> esposta nella allegata lettera scritta al Presidente della Repubblica.

>
> Anche a nome della Rete AUI (Aboliamo l'uranio impoverito!) Le
> chiediamo di intraprendere misure per verificare le condizioni di
> rischio eventualmente presenti nell'area e adottare le misure
> conseguenti.
>
> Falco Accame
>
> REGIONE FRIULI
>
> Roma, 23 gennaio 2001
>
> Al Presidente della Regione Friuli
> dott. Roberto Antonione
>
> Signor Presidente
>
> nei poligoni di tiro del Friuli si sono svolte e si svolgono
> esercitazioni a cui partecipano mezzi con la presenza di uranio
> impoverito.
>
> Di recente sono emersi casi di patologie sospette in cui si rivela la
> possibilita' di inquinamento da detto materiale.
>
> Il Presidente della Regione Sarda, Mario Floris, ha chiesto un
> incontro (vedi allegato) con il Presidente del Consiglio e il Ministro

> della Difesa. Per quanto concerne i poligoni si rende necessario un
> monitoraggio dell'area con appositi mezzi che spesso eccedono le
> possibilita' dei nuclei NBC.
>
> La problematica riguardante l'uso di armi all'uranio impoverito e'
> esposta nella allegata lettera scritta al Presidente della Repubblica.

>
> Anche a nome della Rete AUI (Aboliamo l'uranio impoverito!) Le
> chiediamo di intraprendere misure per verificare le condizioni di
> rischio eventualmente presenti nell'area e adottare le misure
> conseguenti.
>
> Falco Accame
>
> Notizie riguardanti i poligoni:
> 1. La procura di Bari avvia un'indagine sulle basi pugliesi (Il Tempo,

> 26 gennaio 2001) 2. La procura della Repubblica di Pordenone ha
> avviato un'inchiesta sul poligono del Dandolo (Maniago, Friuli) (Il
> Tempo 26/1) 3. Interrogazione del parlamentare della Lega Edouard
> Ballaman sul poligono del Dandolo in rapporto alla malattia di due
> militari (Medssaggero Veneto 24/1/01)
>
> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
>
> 4) Convocazione di una manifestazione di protesta (punto 6 del
> programma)
>
> PORTIAMO UNA CORONA AL "MILITE IGNARO"
>
> Sabato 3 febbraio - ore 12
> Appuntamento a Roma, piazza Venezia
> davanti all'Altare della Patria - monumento al milite ignoto.
>
>
> UNA CORONA PER I MILITARI E I CIVILI VITTIME DELL'URANIO,
> INVIATI NEI BALCANI SENZA NESSUNA PROTEZIONE
>
> UNA CORONA ANCHE PER LE POPOLAZIONI COLPITE,
> NELL'IMMEDIATO E PER UN TEMPO INDEFINITO, DAGLI
> EFFETTI DI ARMI CHE LE CONVENZIONI ESISTENTI SONO GIA'
> SUFFICIENTI A BANDIRE
>
> Iraq (1991), Somalia (1993), Bosnia (1994-95), Jugoslavia (1999).
> L'utilizzo delle armi all'uranio configura un c r i m i n e c o n t r
o
> l' u m a n i t a'. Altro che operazioni umanitarie, guerre
chirurgiche,
> armi intelligenti! Hanno inaugurato invece la guerra nucleare di
> bassa intensita'. Bisogna impedire che possano continuare.
>
> Le morti per leucemia o affezioni simili di reduci dai Balcani hanno
> contribuito finalmente a squarciare la coltre del silenzio che ha
> circondato questi crimini per tanto tempo. Adesso non lasciamo
> sole le vittime. Non lasciamo impuniti i responsabili.
>
> Ministri e alti vertici militari sono stati colti in flagranti
> contraddizioni. Hanno ignorato a lungo quello che assolutamente
> non potevano e non dovevano ignorare. Hanno cambiato piu' volte
> versione, adattandola alle circostanze che via via emergevano.
> Hanno cercato e cercano di scaricare su altri le loro responsabilita'
> o di minimizzare i fatti.
>
>
> CHI E' COLPEVOLE DEVE PAGARE E DEVE INTANTO SUBITO
> ESSERE ALLONTANATO DAGLI INCARICHI CHE RICOPRE
>
> DEVONO ESSERE PRESE MISURE IMMEDIATE PER
> RISARCIRE E PER ASSISTERE DAL PUNTO DI VISTA
> SANITARIO SIA I MILITARI E I CIVILI ITALIANI, SIA LE
> POPOLAZIONI COLPITE.
>
> Coordinamento aboliamo l'uranio
> impoverito
>
> ATTENZIONE:
> chiediamo a tutte le associazioni di partecipare sabato 3 febbraio
> alle ore 12 a Roma (Altare della Patria) e a farsi portavoce
> dell'appuntamento. Comunicate rapidamente la vostra adesione e
> partecipazione all'indirizzo pasti@... oppure al fax 06
> 8174010. Grazie
>
> *********************************************************************
>
> 5) Controcommissione alternativa rispetto a quella istituita da
> Mattarella (punto 7 del programma)
>
> D'intesa con il Tribunale Clark, che ha tenuto la sua seduta il
> giorno 13 nel pomeriggio, dopo l'assemblea della Rete AUI,
> abbiamo verificato la disponibilita' di alcuni specialisti a
costituire
> detta commissione, la cui costituzione e' stata annunciata alla
> stampa e ripresa anche da alcuni giornali (per esempio il Manifesto
> del 20/1/01) il 19 gennaio nel corso della conferenza stampa del
> Tribunale tenuta al Senato con Ramsey Clark, ex ministro della
> giustizia USA e coautore del libro denuncia sull'iuranio impoverito,
> The Metal of dishonor.
>
> La possibilita' di visionare gli atti della Commissione istituita dal
> Ministero della Difesa (commissione Mandelli) e di affiancare con
> esperti di parte quelli gia' nominati, e' stata richiesta
ufficialmente
> al Ministro.
>
> Gli scienziati che hanno dato la loro disponibilita' sono stati
> contattati tramite Mauro Cristaldi del "Comitato scienziate e
> scienziati contro la guerra". Coloro che hanno dato finora la loro
> disponibilita' sono: Carlo Pona, fisico, Roma; Francesca Degrassi,
> mutagenista, Roma; Valerio Gennao, epidemiologo, Genova;
> Giorgio Cortellessa, fisico nucleare, Roma; Livio Giuliano,
> matematico, Roma; Paolo Manzelli, chimico, Firenze; Massimo
> Zucchetti, ingegnere nucleare, Torino; Alessandra Signorini;
> Angelo Baracca, Firenze; Fabrizio Fabbri, naturalista;Mauro
> Cristaldi, naturalista, Roma.
>
> Si tratta di persone altamente qualificate, dalla cui collaborazione
> ci aspettiamo molto. Molti di loro figurano tra gli oratori del
> convegno organizzato dalle scienziate e scienziati contro la guerra
> a Torino il 22-23 giugno 2000 (gli atti sono pubblicati nel libro
> Contro le Nuove Guerre, Odradek, 2000). Venerdi' 2 febbraio il
> Tribunale Clark ha convocato con loro e con gli avvocati che hanno
> dato la loro disponibilita' una prima riunione per coordinare
l'attivita'.
>
> Per quanto riguarda il prof. Massimo Zucchetti di Torino,
> segnaliamo una sua intervista su "Il Tempo" del 27/1/01.
>
>
**************************************************************************

> Vi chiediamo di tenerci aggiornati sulle vostre attivita' in rapporto
> all'uranio, in modo che si possa contribuire a far circolare le
> informazioni tramite e-mail o fax a tutte le associazioni che hanno
> formato la rete Abolire l'Uranio Impoverito
>
>

---

A cura del Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'".
I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono il Coordinamento, ma
vengono fatti circolare per il loro contenuto informativo al
solo scopo di segnalazione e commento ("for fair use only").
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