Porre fine al terrore politico e all'arbitrio in Ucraina. Libertà ai prigionieri politici!
19 Settembre 2014 - Dichiarazione del 48° Congresso straordinario del Partito Comunista di Ucraina
http://www.marx21.it/comunisti-oggi/in-europa/24505-porre-fine-al-terrore-politico-e-allarbitrio-in-ucraina-liberta-ai-prigionieri-politici.html#
http://www.marx21.it/comunisti-oggi/nel-mondo/24534-il-partito-dei-comunisti-italiani-a-mosca.html#sthash.6GE6BGbJ.dpuf
Част нам је да Вас позовемо на свечано отварање изложбе фотографија „Хуманитарна катастрофа на југоистоку Украјине“, које ће се одржати у четвртак, 2. октобра 2014. године, у 12 часова, у холу Дома синдиката у Београду, улица Дечанска бр.14.
Изложба је посвећена хуманитарној катастрофи у градовима Одеса, Луганск, Доњецк и другим местима на југоистоку Украјине, који су захваћени грађанским ратом.
Изложба је отворена сваког дана од 2. до 6. октобра, од 9 – 19 часова.
http://www.beoforum.rs/saopstenja-beogradskog-foruma-za-svet-ravnopravnih/604-foto-izlozba-2014-10-2.html
Secondo i testimoni dell'accaduto i banderisti hanno cercato di far saltare il seminario e la mostra dicendo che nessuno può disonorare Pravyi Sektor, incolpando i filo-russi della stage a Odessa. Il tutto era accaduto davanti agli occhi di cirda 400 persone. Il casino è finito con l'espellere dei banderisti dalla sala…
11 Ottobre 2014 - da www.duma.gov.ru [ http://www.duma.gov.ru/news/273/831707/%20 ]
Demonstrators held signs reading "Stop the genocide in Ukraine" and "No to the Kiev junta! NATO out of Ukraine!" in solidarity with the people of the Donbass region.
The demonstration was called by the French-Donbass Committee and featured an exhibition with photographs of Novorossia militia fighters.
Il golpe fascista in Ucraina e il genocidio in atto delle minoranza russofone del Donbass fa parte della stessa strategia di destabilizzazione che abbiamo già visto all'opera in Iraq, in Libia, in Afghanistan, in Palestina.
La giunta golpista di Kiev, in cui siedono, per la prima volta in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale, quattro ministri che rivendicano orgogliosamente la propria matrice nazista, ha inviato nel Donbass l’esercito e le squadre paramilitari neonaziste di Settore destro per stroncare la resistenza popolare al nazismo con ogni mezzo: stragi, agguati, esecuzioni sommarie e nuovi campi di concentramento.
Da sei mesi vengono usati carri armati e lanciamissili per colpire i civili e le loro abitazioni, gli ospedali, gli orfanotrofi e le scuole.
Oltre 20 mila cittadini del Donbass sono stati uccisi dalle milizie fasciste negli ultimi sei mesi. Alcuni sono stati giustiziati e sepolti in fosse comuni, cosa che è stata denunciata anche dagli osservatori OCSE, ma che non ha trovato eco sui mezzi d’informazione italiani, aprioristicamente schierati dalla parte dei golpisti e nazisti oggi al potere a Kiev, per compiacere gli appetiti imperialisti degli Stati Uniti e della UE.
SOSTENIAMO LA POPOLAZIONE DEL DONBASS
CON L’UCRAINA ANTIFASCISTA
MORTE AL NAZISMO. LIBERTÀ AI POPOLI!
La Federazione Internazionale dei Combattenti della Resistenza - associazione antifascista FIR - chiede all'attuale governo dell'Ucraina di fermare immediatamente la guerra civile contro il suo popolo nell'est del paese.
I resoconti delle attività militari - svolte anche contro i civili - e l'annuncio del presidente Poroshenko che intende "dare una lezione" ai "separatisti", rendono chiaro il fatto che ogni ulteriore opposizione all'attuale governo verrebbe contrastata con violenza efferata.
Questi crimini contro il proprio popolo sono resi possibili anche a causa del governo degli Stati Uniti d'America e dell'Unione Europea, che dal maggio 2014 hanno stabilito continuamente nuove sanzioni contro la Russia, paese accusato di supportare i separatisti, e che ora si trovano in una situazione letale e tollerano di fatto questi massacri.
Se l'OSCE ha ancora un signifcato politico in Europa, deve dimostrarlo adesso e deve fare del suo meglio per porre fine alla guerra..
La pace in Ucraina è possibile solo se l'influenza politica e militare di forze apertamente nazifasciste e ultranazionaliste quali "Settore Destro" o il partito "Svoboda" vengono fermate. Questi gruppi sono contrari nelle proprie affermazioni e nelle proprie azioni ai valori e ai fondamenti di un'Europa democratica. Non può accadere e non può essere accettato che gruppi di questo tipo si trovino in posizioni di responsabilità nel nuovo governo ucraino.
Finché i fascisti a Kiev siedono nei posti di potere, nessun governo europeo dovrebbe essere autorizzato a dare supporto all'attuale governo in ucraina.
Chiediamo ai membri del neo eletto parlamento europeo di disegnare in modo netto una "linea rossa" su questa questione politica.
Altrimenti, la tolleranza nei confronti dei nazifascisti potrebbe diventare un modello per altri paesi europei.
Federazione Internazionale dei Combattenti per la Resistenza (FIR)
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<< La notizia non è ancora confermata al 100%, ma pare che l'Anpi di Vittorio Veneto si sia decisa ad annullare la vergognosa iniziativa sull'Ucraina programmata per il 18 ottobre. Un evento a cui erano stati invitati a relazionare i noti sostenitori del regime golpista di Kiev Massimiliano Di Pasquale ed Anna Zafesova (nostro Premio Goebbels alla carriera). A paventare questa ipotesi è lo stesso Di Pasquale, con un post scritto su una pagina dei fan italiani dei nazisti di EuroMaidan. Inoltre, la locandina dell'evento è stata rimossa dalla pagina Facebook della sezione dell'Anpi di Vittorio Veneto. Se fosse così, questa sarebbe un'importante vittoria per tutti gli antifascisti che hanno protestato contro la grave decisione assunta dalla sezione di Vittorio Veneto, che offende la memoria dei partigiani caduti.
No al fascismo ucraino! Con la Resistenza del Donbass, senza se e senza ma! >>
Riportiamo la versione integrale del comunicato dell'Anpi di Vittorio Veneto.
La prevista conferenza "Ucraina: terra di confine?" del 18 ottobre, è stata annullata in quanto i giornalisti invitati, hanno ritirato la loro disponibilità ad essere presenti, visto il clima che si è venuto a creare attorno all'evento.
Riteniamo doveroso, alla luce delle prese di posizione contro l'iniziativa, ribadire quanto segue:
- l'incontro è stato organizzato con le associazioni "Mondo in cammino" e "Senza Frontiere" per rispondere alle esigenze manifestate dai nostri associati, di avere informazioni maggiori rispetto a quanto sta succedendo in Ucraina. Si è deciso di aderire alla proposta di contattare i due giornalisti, Zafesova e De Pasquale, con i quali Mondo in Cammino aveva già tenuto delle conferenze sullo stesso argomento (es. Oderzo, nei mesi scorsi).
.- si era consapevoli della complessità, della delicatezza dell'argomento e del fatto che in questi casi è difficile cogliere la "verità";
altrettanta consapevolezza c'è stata nella scelta degli oratori, noti come professionisti seri e conoscitori del tema, con una visione personale che poteva non essere condivisa da tutti e che sarebbe emersa durante la loro esposizione (come sarebbe successo con qualsiasi altro oratore), ma convinti che la gestione complessiva dell'Assemblea e il dibattito, ci avrebbero consentito di equilibrare le posizioni e di evidenziare la nostra.
- La nostra posizione, appunto, è in linea con quella dell'Anpi nazionale: libertà e pace per tutti i popoli, scelta libera del proprio destino senza pressioni esterne, sempre frutto di interessi economici e di potere che esulano dai bisogni reali delle persone. Ma anche
disponibilità ad affrontare le tematiche attuali senza condizionamenti e con onestà intellettuale che è sinonimo di libertà da pregiudizi e stereotipi, di rispetto per le posizioni che divergono e di coraggio nell'ammettere che "tutto" è relativo. L'unico punto sul quale siamo fermamente convinti è che nessun tipo di populismo autoritario, soprattutto filo-nazista, può aiutare l'Ucraina, e/o qualsiasi altro paese, a uscire dalla crisi in cui versa.
- I valori di fondo che ispirano la nostra attività, mutuati dalla Resistenza e confluiti nella Costituzione, sono il faro che dà senso alle nostre scelte e che a volte riteniamo superfluo sottolineare proprio perché sono "dentro" il nostro agire: giustizia sociale, democrazia, uguaglianza .....antifascismo, anti tutti i fascismi, vecchi e nuovi, che soggiogano le menti e i corpi in nome di false verità e discutibili ideali. Anche quelli, che sotto spoglie antagoniste, condizionano la libera discussione.
- Nel difficile momento attuale, il compito delle sezioni Anpi non è facile: oltre a coltivare la memoria come esempio per il presente, possiamo dare il nostro contributo alla conoscenza e all'approfondimento dei fatti attuali per consolidare lo spirito critico, la capacità di scelte mirate e consapevoli e per stimolare la partecipazione attiva alla vita sociale del paese. Ed è quello che cerchiamo di fare, con umiltà ma con attenzione e rigore, vorremmo che anche chi si è permesso di darci "dei suggerimenti" facesse altrettanto.
Il Direttivo della sezione Anpi Div. N. Nannetti
Annullato il Convegno di Vittorio Veneto sulla crisi ucraina
Il Convegno intitolato Ucraina: terra di confine? previsto per sabato prossimo e organizzato dalla sez. Anpi di Vittorio Veneto, con la partecipazione di giornalisti e opinionisti vicini alla causa del nazionalismo ucraino, senza contrappesi e contraddittori, è stato annullato. Le motivazioni sono state addotte nel comunicato stampa diramato l’11 u. s. dal Direttivo della sezione stessa. La notizia aveva comprensibilmente suscitato clamore e proteste: per una volta ancora, a seguito del Convegno di Cadoneghe del 17 febbraio su Foibe e Confine orientale, invece tenutosi, articolazioni locali della nostra Associazione esprimevano il proposito di legittimare personaggi e sodalizi da sempre ostili all’Antifascismo, danneggiando seriamente l’immagine dell’Anpi. All’esterno non è contemplabile che si tratti di iniziative locali, ragion per cui, specialmente oggi con i social, ove tutto diviene fonte autorevole, si è immediatamente passati a trarre delle conclusioni generali sull’Associazione. Ne sono sortiti lettere e interventi, non tutti, va da sé, disinteressati. Se in molti sostengono giustamente che l’Anpi non debba in alcun modo supportare un nazionalismo come quello ucraino, coi suoi diretti, e fattivi, riferimenti al collaborazionismo filonazista nella Seconda guerra mondiale (si pensi alle famigerate SS ucraine che hanno seminato terrore e morte in tutta Europa, Italia compresa); altri, cui l’Antifascismo non può interessare di meno, hanno colto l’occasione per intorbidire le acque e infangare. È il caso del provocatore e calunniatore Alessandro Lattanzio, il cui post sul suo blog rossobruno “Aurora”, intitolato Anche l’Anpi al fianco dei nazisti ucraini, è stato il più condiviso e divulgato nella rete.
Non bisogna dar pretesti a questi diffamatori. L’annullamento di questo Convegno è un passo avanti. È bene che l’Anpi promuova una seria riflessione sull’argomento in oggetto e, in linea con le sue prerogative e il suo Statuto, sostenga la causa delle organizzazioni antifasciste che si stanno battendo contro la giunta golpista di Kiev, nel ricordo dell’immenso tributo di sangue dato dalle popolazioni sovietiche per la sconfitta del nazifascismo.
Silvio Antonini
Presidente Cp Anpi Viterbo
https://www.facebook.com/1464626327135220/photos/a.1464626383801881.1073741825.1464626327135220/1495434520721067/?type=1&theater
<< La notizia che aspettavamo da tanto tempo! Finalmente è stato fondato il #PartitoComunista nella Repubblica Popolare di #Donetsk con a capo l'attuale Presidente del Soviet Supremo della DNR, Boris Litvinov.
Il compagno Litvinov ha detto che supporterà Alexander #Zakharchenko per la carica di presidente della #DNR.
Il Partito Comunista è il primo partito politico mai costituito nella storia della #Novorossiya, le altre organizzazioni si presentano tutt'oggi sotto forma di movimenti. >>
VIDEO: www.youtube.com/watch?v=icAT8qMH4IQ
Communist Party created in Donetsk People’s Republic (October 08, 2014)
DONETSK, October 8. /TASS/. The Communist Party has been created in the self-proclaimed Donetsk People’s Republic.
Its founding congress was held in the republic on Wednesday.
Chairman of the DPR Supreme Council Boris Litvinov was proclaimed leader of the party.
He said the Communists would support DPR Prime Minister Alexander Zakharchenko’s candidature at the upcoming elections for premiership.
This is the first party in the history of the self-proclaimed republic. Other political organizations were set up in the form of public movement.
Litvinov said he would support the candidacy of Alexander Zakharchenko in the upcoming elections on November 2. Earlier today, Zakharchenko submitted his resignation as Prime Minister of the self-proclaimed region.
UCRAINA: LA CAROVANA ANTIFASCISTA ALLA VOLTA DELLA NOVOROSSIJA
Oltre questo obbiettivo dichiarato è quello di riuscire a portare in occidente corrispondenze dal fronte che possano aiutare a comprendere il fenomeno senza affidarsi ai media occidentali schierati apertamente con il governo Ucraino.
Per questo vi proponiamo di seguito una corrispondenza effettuata nel pomeriggio di oggi con Ilaria , compagna italiana della Carovana Antifascista internazionale che vede anche diversi altri compagni in viaggio provenienti dai Paesi Baschi, Spagna e una delegazione dalla Grecia. Ascolta o scarica il contributo [http://www.radiondadurto.org/wp-content/uploads/2014/09/carovanaantifascista-primocollegamento26settembre.mp3]
Di seguito anche il primo scritto dei compagni e compagne realizzato il 25 settembre
Carovana Antifascista: questo è solo l’inizio…
Differenti compagni giunti da diverse parti d’Europa si sono uniti alla Carovana Antifascista verso la Novorossjia.
La maggior parte di noi si incontra per la prima volta in questi giorni per questa iniziativa di solidarietà lanciata dai compagni della Banda Bassotti.
Siamo coscienti di essere forse solo un granello di sabbia nell’ingranaggio di un’ Europa dove soffiano impetuosi i venti di guerra e di un’Unione che non disdegna di usare i neo-nazisti come punta di lancia per espandere la sua egemonia verso est. Ma pensiamo che sia solo l’inizio e noi incominciamo col fare la nostra parte. Sperando che ciò che facciamo più che catalizzare l’attenzione su di noi, la indirizzi a ciò che succede oltre i Carpazi.
Le parziali difficoltà linguistiche e la mancata conoscenza reciproca tra di noi sono facilmente superate dallo spirito che anima la nostra presenza qui, dove ogni angolo della città comunica la volontà di non dimenticare il prezzo pagato per sconfiggere il nazi-fascismo.
Oggi come allora, c’è chi armi in pugno sta combattendo la peste bruna sostenuta ora in forme differenti da Usa e UE: sono i partigiani del Donbass. Per parafrasare un poeta comunista tedesco, il grembo che ha partorito quel mostro è ancora fecondo e lo sarà finché il capitalismo rimarrà in vita. Sta a noi contribuire a seppellirlo, e per questo cominciando a comprendere pienamente la posta in gioco della ”partita”che si è aperta in Ucraina.
Il settembre moscovita assomiglia più al nostro inverno.
Sui pali per strada, come nei vari sottopassaggi della metro del centro cittadino appaiono ovunque adesivi per una manifestazione che si terrà il 27 settembre nella capitale russa, così come in altre città, in sostegno alla resistenza del Donbass, organizzata dalla coalizione antifascista anti-Maidan. In differenti punti della città, nei gazebo fuori dalla metro, si raccolgono beni di prima necessità da portare alle popolazioni colpite dalla furia dell’esercito ucraino e delle formazioni militari neo-naziste. É molto frequente incontrare per strada persone che portano ben in vista il nastro di S.Giorgio, sulla borsetta o sullo specchietto retrovisore piuttosto che in altri punti, tutti segni di una attenzione e di una solidarietà piuttosto diffusa. Molte t shirt in vendita ironizzano sull’accresciuta aggressività statunitense mostrando “l’orso russo” paziente ma preparato a controbattere le pressioni americane.
Sui media russi la situazione delle Repubbliche Popolari del Donbass ha una parte rilevante, diremmo centrale e “apre” regolarmente i telegiornali. Da delle prime conversazioni con alcuni giornalisti e attivisti di recente ritorno dal Donbass, siamo stati informati delle atrocità che i nazisti dei battaglioni Azov e Aidar (quest’ultimo interamente composto da nazisti europei) hanno compiuto nelle area abbandonate durante la ritirata nei giorni scorsi. Mentre ancora si combatte per la conquista della città di importanza strategica di Mariupol, le violenze inumane perpetrate nei confronti della popolazione civile e dei resistenti segnano un definitivo punto di non ritorno nella lotta di resistenza delle terre del Donabass, che oramai non può che assumere la parola d’ordine, o indipendenza o morte.
Questo è ciò che abbiamo potuto constatare in questi giorni a Mosca.
Una buona premessa per chi si appresta ad affrontare una esperienza come la nostra, dove la vigilanza è alta sin dal primo giorno a causa delle possibili provocazioni fasciste di cui già il concerto moscovita avrebbe potuto essere teatro, nonostante l’impeccabile apparato di sicurezza garantito dai compagni antifascisti moscoviti.
Durante il concerto la bandiera delle Repubbliche Popolari “campeggia” sul muro.
Partiamo con poche certezze per Donetzk russa insieme ad un convoglio umanitario, ma sappiamo da che parte stare e questo per ora ci basta.
UCRAINA: PROSEGUE IL SUO VIAGGIO LA CAROVANA ANTIFASCISTA
Prosegue il suo viaggio la Carovana Antifascista, che abbiamo seguito già ieri e che continueremo a seguire nel suo viaggio nel Donbass.
Dal confine, da Donetsk russa, vi proponiamo la corrispondenza di oggi, 27 settembre, con Alfredo, compagno della carovana. Ascolta o scarica [http://www.radiondadurto.org/wp-content/uploads/2014/09/rec0927-162218.mp3]
Di seguito vi proponiamo anche il secondo comunicato realizzato da compagni e compagne in viaggio.
CAROVANA ANTIFASCISTA: IL VIAGGIO CONTINUA.
Continua il lungo viaggio della carovana antifascista verso il Donbass. Siamo sul pullman da questa mattina per raggiungere Donetsk russa (sul confine con la Novorossjia), a circa 200 chilometri dall’omonima capitale di una delle due Repubbliche Popolari della Novorossjia.
Il viaggio è molto lungo e solo all’alba o poco prima arriveremo alla nostra destinazione dove, dopo qualche ora di sonno si aprirà un nuovo capitolo per il nostro viaggio.
Nonostante la stanchezza per le 15 ore di tragitto (e ne mancano almeno ancora tre!), restano negli occhi e nel cuore le immagini delle soste che abbiamo fatto fino a qui, in cui siamo stati accolti ed accompagnati. Ci siamo fermati in diversi punti per salutare compagni locali e per caricare sui camion del convoglio umanitario altri beni di prima necessità da portare alle popolazioni dell’est dell’Ucraina.
Ad ogni sosta i compagni della Banda Bassotti hanno suonato alcune canzoni di resistenza italiane e russe che abbiamo cantato tutti insieme in un simbolico abbraccio internazionalista. Abbiamo ricevuto una torta di benvenuto dagli abitanti di Tula e calorosi ringraziamenti da tutti gli altri.
Sappiamo già che non si terrà il previsto concerto della Banda a Rostov sul Don e molte cose sono ancora da definire, ma a questo penseremo domani. Per il momento resta la convinzione di essere parte di qualcosa di importante per rompere l’isolamento politico e mediatico della resistenza del Donbass.
Ognuno di noi si porta dietro una storia e le lunghe ore di viaggio si trasformano in un confronto politico continuo. La curiosità per ciò che sta succedendo nei nostri paesi di provenienza e i motivi che ci hanno spinto ad unirci alla carovana sono tutt’altro che banali e scontati. Fili che si intrecciano e visioni che si confrontano, scanditi da canzoni.
In uno di questi momenti abbiamo avuto l’occasione di ascoltare la storia di R., uno dei membri della carovana della delegazione proveniente dalla penisola iberica. La sua storia ci ha colpito particolarmente perchè racconta molto di cosa sta accadendo ora nel Donbass. R. ha 33 anni, è un lavoratore precario di Madrid, e lo scorso agosto ha deciso di lasciare i suoi amici e compagni e andare a supportare la popolazione di Lugansk nella sua lotta contro l’aggressione del governo di Kiev e dei battaglioni nazisti. Agosto è stato probabilmente il mese più difficile dallo scoppio del conflitto. Iniziato con un’offensiva delle forze golpiste e nazifasciste, che a tratti aveva lasciato presagire perfino l’imminente caduta delle due città roccaforti della resistenza Lugansk e Donetsk, e terminato con la contro offensiva delle milizie popolari che ha costretto le forze golpiste e i suoi protettori, gli USA e l’UE, ha trattare freneticamente per un cessate il fuoco. R. si è fermato a Lugansk per tutto il mese di agosto testimoniando con i propri occhi le violenze perpetrate dalle truppe di Kiev e dai nazifascisti. Bombordamenti contro popolazioni inermi seguiti da repentine ritirate, finalizzate unicamente a mietere più vittime possibile e a terrorizzare la popolazione civile, evitando lo scorso frontale con le milizie, sono stati una prassi consueta in particolare dei battaglioni di volontari nazisti. Una volta tornato in Spagna, R. non ha potuto e voluto tenersi per se tutto il sangue e la violenza di cui per un mese è stato testimone. Ha deciso di continuare ad agire anche se in altre forme. Da settembre, in costante contatto con i governi delle repubbliche popolari e con attivisti presenti in Donbass, sta raccogliendo materiale e documentazione sulle violenze di cui è stato testimone per presentare alla Audienci national richiesta di incriminazione per crimini contro l’umanità per Poroshenko, il presidente del governo golpista di Kiev.
Per un macabro scherzo del destino, proprio in questi giorni in cui R. sta tornando nel Donbass per ricevere dal governo delle repubbliche la documentazione necessaria per avviare la procedura legale, emergono le notizie del ritrovamento di tre fosse comuni nei pressi di Donetsk. Uno di quei battaglioni responsabile di questo scempio, forse quello che si è macchiato finora dei crimini più efferati, il battaglione Donbass, comandato da un certo Semyon Semyonchenko (chiaramente uno pseudonimo), che proprio oggi ha fatto ritorno da un lungo viaggio negli USA dove ha “avuto incontri proficui con senatori democratici e repubblicani” che gli hanno garantito il supporto finanziario e militare degli States. Con questo gesto gli USA, spalleggiati dall’UE, mostrano in che modo cercheranno di garantire la risoluzione del conflitto nel Donbass, attraverso il supporto dei nazisti e le violenze efferate contro la popolazione civile e i resistenti.
Eccoci di nuovo qui. Abbiamo vissuto un esperienza indimenticabile. Per qualche giorno avevamo interrotto le comunicazioni, per motivi che spiegheremo più avanti. Il nostro viaggio dal nostro arrivo a Donetsk in Russia ha preso una piega molto complicata. La situazione nelle ultime due settimane si era modificata. Dagli accordi di Minsk, con la cosiddetta INESISTENTE tregua, sono stati chiusi tutti i varchi, ufficiali e non ufficiali. Praticamente impossibile entrare senza essere autorizzati. Il nostro arrivo era stato molto pubblicizzato. Su tutti i maggiori media russi è uscita la notizia della Carovana Antifascista. Interviste e molto altro hanno fatto si che il nostro arrivo non passasse certo inosservato. Abbiamo sentito sulla nostra pelle che il Popolo Russo e il Popolo della Novarossija ci amava per quello che stavano facendo. Ma la possibilità di entrare come era stato programmato, non è stata praticabile. Nei giorni che siamo stati a Donetsk sono venuti a trovarci Parlamentari di Lugansk e Donetsk della Novarossija. Hanno tentato anche loro di portarci all'interno. I nostri contatti del Comando Militare della Novarossija hanno avuto problemi a raggiungerci dove eravamo alloggiati. La guerra ha molte problematiche che è difficile comprendere. . Un viaggio di 40 km per un miliziano che deve raggiungerci, diventa un viaggio di 150 km tra buche scavate dalle bombe e con il costante pericolo di un imboscata.
I giorni di permanenza a Donetsk sono passati tra mille idee, mille ipotesi per entrare, legalmente e illegalmente. Anche l'equilibrio della Carovana ha avuto momenti delicati. Ma possiamo dire che tutti hanno fatto la loro parte e mai abbiamo avuto dubbi e ripensamenti. Alla fine tre piccole delegazioni della Carovana Antifascista sono comparse in Novarossija. Una a Donetsk, una a Lugansk ed una a Stahanov. Hanno portato il nostro cuore e la nostra rabbia nelle Terre del Donbass. Per pubblicare questo comunicato abbiamo aspettato che quelli di Donetsk riuscissero ad uscire e tornare in Russia e poi a casa loro. Per questo avevamo interrotto le comunicazioni. La sera prima di partire i nostri Fratelli e Sorelle del Comando Militare sono riusciti a raggiungerci nel nostro ostello. Li abbiamo accolti con le lacrime agli occhi e con loro abbiamo festeggiato tutta la notte. Canti, balli e abbracci in una comunicazione senza problemi linguistici. Abbiamo consegnato a loro materiali, soldi e la Solidarietà Antifascista della Società Civile, quella delle persone che lavorano, della Classe Operaia. Una notte che rimarrà per sempre nelle nostre vite come il resto di questo viaggio. Per dovere di cronaca vogliamo ringraziare i nostri fratelli e sorelle di Mosca che ci hanno aiutato senza se e senza ma nel nostro viaggio, ringraziamo il Popolo Russo che ci ha accolto come fratelli. Ci ha fatto sentire a casa nostra. Chiudiamo questo comunicato con la notizia che presto ci saranno altre novità è che la Carovana Antifascista non ha di certo finito il suo viaggio...
BANDA BASSOTTI - ROMA ottobre 2014 - PIANETA TERRA
Mosca
Mosca. In partenza con la carovana di aiuti umanitari.
Mosca. Si parte direzione sud
Doneck. Appena arrivati
Donetz…ancora nulla...
Servizio trasmesso dal principale Tg russo, del canale Rossija 1. E due interviste con David Cacchione, della banda, e Vladimiro Vaia della carovana
VIDEO: https://www.youtub
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