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EULEX corrotta per Kosovo criminale

1) Doveva eliminare la corruzione in Kossovo, missione Ue nella bufera per tangenti (di Ivan Francese)
2) Scandalo Eulex: le rivelazioni reticenti (di Andrea Lorenzo Capussela)
3) Eulex da buttare? In Kosovo sospetti anche sulla giustizia (di Ennio Remondino)

4) NKPJ: NACIONALISTIČKA PROVOKACIJA ALBANSKOG PREMIJERA / Visite d’Edi Rama en Serbie : « le Kosovo indépendant est une réalité »

5) Flashbacks: 
- 2013: Trafic d’organes au Kosovo, les principaux suspects échappent toujours à Eulex
- 2012: la EULEX assolve e garantisce "libertà provvisoria" ai gangster al servizio della NATO
- 2011: "Western countries believe only EULEX should investigate organ harvesting. Belgrade, on the other hand, is advocating an independent investigation under a UN mandate"

6) 2011: Grisly Albanian Organ Harvesting Crimes. EULEX Investigation to follow ICTY footsteps? (Vojin Joksimovich)


Leggi anche: 

Quesito rivolto al CSM ed al CMM sulla legalità della "missione PESD" e sulla opportunità di inviare magistrati italiani
dei magistrati Luca M. Baiada e Domenico Gallo, 21 marzo 2008

Kosovo, le contraddizioni della presenza europea (di Francesco Martino, 16 maggio 2011)
Ad inizio aprile dalle pagine del quotidiano britannico The Guardian, ha espresso critiche molto esplicite all'operato della missione europea in Kosovo e dell'International Civilian Office. Un punto di vista da tenere in considerazione dato che Andrea Lorenzo Capussela ha lavorato in Kosovo, sino alla primavera di quest'anno, proprio per l'ICO. Una nostra intervista…
http://www.balcanicaucaso.org/aree/Kosovo/Kosovo-le-contraddizioni-della-presenza-europea-93864

Kosovo e internazionali, trasparenza cercasi (di Andrea Lorenzo Capussela, 22 luglio 2011. Da TOL)
In Kosovo, una società pubblica viene espropriata per assicurare all'American University in Kosovo (privata) gli spazi per costruire il proprio campus. Secondo Andrea Capussela, ex direttore dell'ufficio economico dell'ICO, l'operazione rappresenta "tutto ciò che non va nel Kosovo di oggi"…
http://www.balcanicaucaso.org/aree/Kosovo/Kosovo-e-internazionali-trasparenza-cercasi-98951

Una débâcle UE: il caso della Banca centrale del Kosovo (di Andrea Lorenzo Capussela, 24 gennaio 2012)
L'11 gennaio i giudici Eulex hanno definitivamente accantonato le accuse di corruzione e abuso d'ufficio nei confronti dell'ex direttore della Banca centrale del Kosovo. Un caso che ha portato alla luce seri problemi nella gestione della giustizia da parte della missione europea. Le riflessioni di Andrea Lorenzo Capussela, già direttore dell'ufficio economico dell'ICO…
http://www.balcanicaucaso.org/aree/Kosovo/Una-debacle-UE-il-caso-della-Banca-centrale-del-Kosovo-110879

Europäischer Rechnungshof kritisiert Kosovo-Politik (english / deutsch, 2012/11/01)
Has Eulex changed its policy? (Andrea Lorenzo Capussela - 27 May 2013)
Organ trafficking in Kosovo: the Marty report, the Medicus case and the first convictions. Some open questions on the Eulex conduct
http://www.balcanicaucaso.org/eng/Regions-and-countries/Kosovo/Has-Eulex-changed-its-policy-136615
Eulex: cambio di politica? (Andrea Lorenzo Capussela, 27 maggio 2013)
Il noto caso del traffico di organi in Kosovo, la clinica Medicus, le prime condanne e il rapporto Marty. Analisi e domande sul comportamento della missione Eulex
Kosovo, Eulex apre gli occhi sulla criminalità?? (novembre 2013)
Eulex registra l’arrivo al vertice di Bernd Borchardt: "un tedesco, non a caso" 

EULEX: lo scandalo corruzione (di Violeta Hyseni Kelmendi | Pristina, 6 novembre 2014)
Lo scandalo EULEX che sta scuotendo l'Unione europea e il Kosovo ha colpito al cuore la credibilità della più grande missione estera dell'Unione. I retroscena e le reazioni dalla nostra corrispondente da Pristina…
http://www.balcanicaucaso.org/aree/Kosovo/EULEX-lo-scandalo-corruzione-156961

La nostra selezione di documenti sulla creazione del protettorato del Kosovo, con i suoi bantustan etnici e la sua classe dirigente criminale, ad opera di USA e UE


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Doveva eliminare la corruzione in Kossovo, missione Ue nella bufera per tangenti

Lanciata sei anni fa per aiutare i kossovari a combattere corruzione e illegalità, la missione "Eulex" è finita al centro della bufera mediatica per un caso di presunte tangenti che coinvolge alti funzionari di mezzo mondo

Ivan Francese - Gio, 06/11/2014


Non è ancora passata una settimana dall'insediamento di 
Federica Mogherini come Alto rappresentante per la politica estera della Ue che già il neo "ministro degli esteri" dell'Unione si trova per le mani una bella patata bollente, forse la peggiore degli ultimi decenni di tutta la politica estera europea.

Si tratta dello scandalo di corruzione che ha travolto Eulex, missione avviata nel 2008 per assistere il cammino verso la democrazia del neonato Kosovo. Maria Bamieh, il procuratore britannico che ha svelato i numerosissimi casi di tangenti ed episodi di corruzione di cui sono accusati i più alti gradi di Eulex, è stata sollevata dal suo incarico. Il pubblico ministero britannico punta il dito contro quelli che chiama "due anni di mobbing, ispezioni e controlli", dovuti, secondo lei, alle accuse che aveva mosso contro i massimi responsabili della missione europea.

Nel mirino delle accuse della Bamieh è finito tra gli altri il magistrato italiano Francesco Florit, accusato di aver preso tangenti in cambio dell'insabbiamento di alcune indagini. Florit però sostiene che queste ipotesi siano "senza fondamento" e, pur accusando la Bamieh di essere "molto abile a relazionarsi con i media nonostante sia sotto indagine amministrativa da due anni", si dice contento che la questione venga esaminata fino in fondo. Con lui, tra gli altri, sono stati accusati anche il procuratore ceco Jaroslava Novotna e il magistrato anglo-canadese Jonathan Ratel.

Nel frattempo, lo scorso 24 ottobre la Bamieh è stata rimossa dal suo incarico a Pristina, capitale del Kosovo, per "cattiva condotta": Eulex ha fatto sapere che è sospettata di aver diffuso documenti riservati. La donna ha negato ogni accusa e continua a sostenere di essersi rivolta alla stampa solo dopo che le erano state contestate le accuse.

"È una vergogna che un'organizzazione che dovrebbe rappresentare la legge non sia essa stessa sottoposta alla legge - attacca la Bamieh parlando a The Guardian - Che messaggio stiamo mandando al Kosovo? È come se dicessimo al popolo kossovaro che se qualcuno dell'organizzazione criminale parla, bisogna prenderlo a calci nei denti. Stiamo dando l'impressione di non essere persone serie per quanto riguarda la corruzione, che l'istituzione chiamata a garantire la legalità si comporta in realtà in modo vergognoso."

Nel frattempo il nuovo responsabile di Eulex, Gabriele Meucci, assicura di "prendere molto sul serio" le accuse della Bamieh, ed anche la Mogherini ha annunciato, da Bruxelles, che una commissione legale indipendente ed esterna sarà inviata in Kosovo per monitorare la situazione. Una misura accolta con favore dalla diretta interessata: "Ben venga un'indagine indipendente, non mi fido di quelle interne", chiosa la Bamieh.

Eulex, costata più di un miliardo di euro, in sei anni ha lasciato il Kosovo, da cui aveva promesso di estirpare la corruzione, in condizioni ancora peggiori di quelle in cui si trovava all'inizio della missione. Analisti locali interpellati da The Guardianricostruiscono come il livello di criminalità organizzata e corruzione nel sistema politico del Paese siano notevolmente peggiorati dal 2008 ad oggi.



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Scandalo Eulex: le rivelazioni reticenti

Andrea Lorenzo Capussela  7 novembre 2014

La missione europea in Kosovo è sott'accusa. Andrea Lorenzo Capussela spiega perché, per giudicarne l'operato, non si deve però limitarsi ad indagare le rivelazioni rilasciate dall'ex pubblico ministero Eulex Maria Bamieh
Le gravi accuse che un ex pubblico ministero di Eulex, Maria Bamieh, ha recentemente mosso contro alcuni dei suoi colleghi e dei suoi superiori hanno riempito le pagine dei quotidiani kosovari, sono state discusse dal Parlamento europeo ed hanno portato l'UE a promuovere un'indagine indipendente. Proverò però a spiegare come quelle rivelazioni siano troppo selettive per essere d'aiuto ad analizzare quando fatto da Eulex e che quello di cui ora ci sarebbe bisogno è un'analisi approfondita ed estesa dell'operato di Eulex nell'esercitare le sue funzioni giudiziarie.
Considerate quest'esempio: A e B concordano una transazione con H e K; C l'approva; A e B danno istruzioni a X, Y e Z per compiere le necessarie azioni per implementarla. La transazione è però illegale e un pubblico ministero avvia delle indagini preliminari. Esistono prove documentali che descrivono l'accordo intercorso tra A-B e H-K, il consenso di C e le istruzioni consegnate a X-Y-Z e le azioni che questi ultimi hanno messo in pratica per implementare la transazione. Il pubblico ministero decide allora di avviare un'indagine formale. A carico di chi vi aspettereste fosse? E, ipotizzando che la transazione sia stata veramente illegale, chi, a vostro avviso, ha commesso i crimini più gravi?
Tenete a mente le vostre risposte e considerate anche il seguente: la transazione riguarda il trasferimento ad un'università privata di proprietà straniera – l'American University in Kosovo (AUK) - di un terreno di proprietà statale nei pressi della capitale del Kosovo, che era nel portfolio dell'agenzia di privatizzazione kosovara. Negli anni in cui l'accordo è stato concepito e in cui si è iniziato ad implementarlo, nel 2010-2011, A e B erano i ministri dell'Educazione e della Finanza del Kosovo: il primo è ora ministro degli Esteri e il secondo ambasciatore in Giappone. C era ed è ancora primo ministro del Kosovo. H e K erano il presidente dell'AUK e il vice-presidente dell'università privata: il primo un cittadino straniero, il secondo un kosovaro. Infine X,Y e Z sono (sei) direttori e funzionari dell'agenzia di privatizzazione e il consulente esterno assunto per valutare il terreno. Infine A-B e H-K hanno agito di concerto con D, che è morto nel 2012: D era il direttore e de facto boss indiscusso dell'agenzia di privatizzazione e il consulente economico informale di C, il primo ministro. X-Y-Z hanno agito sotto le istruzioni di D.
Il pubblico ministero incaricato del caso era Maria Bamieh, l'autrice delle recenti rivelazioni. La sua scelta è stata quella di puntare l'indagine solo su X, Y e Z. Lo so perché me lo ha detto lei.
Tra il 2008 e il 2011 ero infatti un membro del consiglio dei direttori dell'agenzia di privatizzazione e nel settembre 2010 ho ricevuto una serie di documenti ufficiali che descrivevano la transazione, i suoi dettagli, le sue origini e le persone coinvolte. Immediatamente dopo che il consiglio dei direttori ha approvato la transazione, nonostante le mie obiezioni, ho consegnato questi documenti ad Eulex, assieme ad un rapporto che sottolineava le ragioni per cui, a mio avviso, la transazione pareva illegale e rischiava di causare un significativo danno all'erario del Kosovo (potenzialmente 18 milioni di euro o lo 0.4% del Pil del 2010 o, in altri termini, 5000 volte il salario medio annuale in Kosovo; inoltre oltre all'erario i perdenti in quell'accordo furono i dipendenti dell'azienda privatizzata che era la proprietaria del terreno).
Quindici giorni dopo una lettera del procuratore capo Eulex per crimini gravi mi informava che la missione non avrebbe investigato sul caso, senza spiegare perché.
Poco dopo aver lasciato il Kosovo, nel giugno 2011, ho criticato in alcuni articoli pubblicati su Koha Ditore e su media internazionali (paywall) l'accordo AUK e l'inazione di Eulex ed ho nuovamente inviato i documenti in mio possesso ad Eulex, il cui capo procuratore per crimini gravi era nel frattempo cambiato.
Non ho ricevuto alcuna risposta dalla missione sino a quando, il 29 marzo 2014 Maria Bamieh – con la quale non avevo avuto alcun contatto sino ad allora – mi ha mandato una mail con la seguente richiesta:
“Ho preso in carico alcuni casi prima seguiti da altri pubblici ministeri [nella procura di Eulex per crimini gravi]. Vorrei parlarle e se necessario ricevere da lei una dichiarazione formale. Sto indagando su [seguono i nomi dei cinque casi]. Ho necessità di raccogliere prove il prima possibile perché il tempo sta scadendo”.
Tre dei casi riguardavano accordi di privatizzazione sui quali avevo molte informazioni, ma rispetto ai quali non avevo elementi seri per ritenere vi fossero delle malversazioni. Uno di questi è un caso – che coinvolge Azem Syla e la vendita di un altro terreno di proprietà statale – rispetto al quale la Bamieh ora afferma che le sue indagini sono state osteggiate dai suoi superiori. I restanti due dei cinque casi erano stati oggetto di relazioni che avevo consegnato a Eulex per stimolare indagini. Uno di questi è il caso AUK.
Ne è seguito uno scambio di e-mail e di telefonate. Maria Bamieh mi ha scritto che “tutto ciò di cui sono in possesso [relativamente al caso AUK] è ciò che lei ha inviato a [Eulex]”. Quindi le ho confermato il mio punto di vista su quei documenti e sulla transazione ed ho anche fornito una mia opinione sugli aspetti finanziari della questione. Lei poi mi ha chiesto di commentare la bozza della sentenza – un documento in otto pagine, che riassumeva prove e capi d'accusa – con la quale intendeva aprire un'indagine formale.
Che l'accordo AUK sia legale o illegale, è quindi documentato che Maria Bamieh ritenesse – almeno in quel momento – che nell'averlo ideato e condotto l'agenzia si era resa colpevole di alcuni crimini e che la Bamieh è arrivata a queste conclusioni esclusivamente sulla base dei documenti che io avevo fornito alla missione Eulex.
Quando ho espresso a Maria Bamieh le mie riserve sulla sua scelta di non indagare coloro che si erano accordati su quella transazione e che ne avevano beneficiato, mi ha risposto che aveva “bisogno di prove” contro di loro. Ma i documenti di cui era in possesso, al contrario, indicavano nel dettaglio i nomi, le decisioni prese e le azioni di ciascuno dei principali sospettati e la sequenza degli eventi suggeriva fortemente che anche loro – e non solo X-Y-Z – erano consapevoli che la transazione era illegale (radicalmente, a mio avviso). Le prove che aveva contro A-B-D-H-K, in altre parole, non erano più deboli di quelle che aveva contro X-Y-Z: erano esattamente le stesse prove. Questo è ciò che le ho scritto il 9 aprile scorso in una e-mail rimasta senza risposta. Ma la mia critica su quest'approccio selettivo nelle indagini ha portato ad una fine repentina dei nostri scambi.
E' ovvio che Maria Bamieh era perfettamente legittimata ad ignorare le mie critiche. Ma aveva perlomeno il dovere di richiedere le informazioni e i documenti che erano in mio possesso sugli altri quattro casi di cui si stava occupando: informazioni e documenti che le avevo scritto di avere e di cui lei – con le sue stesse parole - “aveva bisogno il prima possibile” perché il tempo stava per scadere.
Quindi due serie di domande possono essere poste. Ad EULEX: 1) Perché un’indagine preliminare sui cinque casi è stata aperta solo qualche anno dopo i fatti? 2) Perché le mie relazioni su due di questi casi sono state ignorate nel 2010-2011 e resuscitate nel 2014?
A Maria Bamieh: 1) Perché riteneva che il tempo stesse scadendo? 2) Perché ha scelto di non indagare i personaggi chiave del caso AUK: è stata una sua scelta, o stava agendo dietro consiglio o istruzioni dei suoi superiori? 3) Perché non ha cercato di ottenere le informazioni e i documenti che le avevo comunicato di avere sugli altri casi? e 4) Cosa è stato più svantaggioso per il corso delle sue indagini: l’assenza delle informazioni e documenti che le ho offerto e che non ha voluto avere o il presunto ostruzionismo dei suoi superiori?
EULEX è probabilmente titolata a non rispondere alle due domande, poiché presumo che siano state avviate indagini formali e che siano ancora pendenti. Ma Maria Bamieh non è più parte della missione ed ha scelto di parlare: per cui io sostengo che ha l’obbligo morale di rispondere a queste quattro domande.
In particolare, Maria Bamieh ha sostenuto che il suo supervisore, Jonathan Ratel, ha ostacolato le sue indagini sul caso della vendita di terreni pubblici in cui era coinvolto il signor Syla: è stato lui ad impedirle di chiedere a me le informazioni che le avevo offerto sul caso? Allo stesso modo, in un’intervista a Koha Ditore, la Bamieh ha sostenuto che quando è stata sospesa dal suo incarico - ovvero, una dozzina di giorni fa - stava ancora lavorando sul caso AUK: che cosa ha fatto tra il 9 aprile, quando aveva redatto la sentenza che apriva le indagini e il periodo successivo? Chi era oggetto di quelle indagini: X-Y-Z, o anche i sospettati più importanti? Senza risposte plausibili a queste a alle altre domande che ho formulato sopra, un’ombra rimane sui motivi che hanno spinto Maria Bamieh a parlare e, dunque, sulla correttezza e la plausibilità delle sue accuse.
L’assenza di risultati da parte di EULEX è dovuta - come sostengo nel mio prossimo libro e in un paper sulla performance di EULEX (entrambi discussi in un commento pubblicato sul Guardian oggi) - a negligenza, incompetenza e una generale inclinazione a non disturbare l’élite politico-economica del Kosovo, che in parte coincide con l’élite criminale del paese. Questi problemi, a loro volta, sono legati alla debolezza della trasparenza interna e della supervisione esterna, e dall’insufficiente garanzia dell’indipendenza dei giudici e dei pubblici ministeri della missione.
Poiché la corruzione giudiziaria è tipicamente correlata a questi fenomeni, in astratto le accuse di Maria Bamieh sono plausibili. Tuttavia, il caso su cui lei si è concentrata in particolare - l’accusa della tangente di 300.000 euro pagata all'ex giudice EULEX Francesco Florit - non sembra convincente, in primo luogo perché due di quelli nell'interese dei quali la tangente era stata presumibilmente intascata erano stati chiamati a scontare una pena a 25 anni per omicidio dalla corte presieduta dal giudice Florit (devo ammettere che conosco personalmente il giudice Florit: si veda il post-scriptum).
E’ inoltre plausibile che, come sostenuto da Maria Bamieh, i funzionari senior di EULEX abbiano cercato di minimizzare i suoi rapporti su questi casi, senza dubbio sconvenienti per loro. Ma se, come sembra possibile, le relazioni della Bamieh non erano credibili, sarebbe stato saggio da parte dei funzionari EULEX essere cauti nella gestione di quelle informazioni. Per cui, se la Bamieh non fornisce risposte plausibili a queste domande, è imprudente dare credito alle accuse che fa contro i suoi superiori per non aver preso per vere le informazioni che lei ha rivelato loro.
E’ molto plausibile che, come sostenuto dalla stessa Bamieh, i capi di EULEX abbiano cercato di ostacolare e ridimensionare le indagini che colpivano membri di primo piano dell’élite kosovara, indagini che avrebbero turbato la stabilità politica del paese: inclusa l’indagine della Bamieh. Ma i casi su cui lei si concentra - il caso AUK e il caso della vendita di terreni pubblici che ha coinvolto il signor Syla, sembrano piuttosto suggerire un’auto-censura da parte del pubblico ministero (cioè la signora Bamieh), che ha rinunciato a raccogliere informazioni potenzialmente cruciali che erano invece a sua disposizione. Paradossalmente, infatti, il comportamento della signora Bamieh nel caso di cui non ha parlato, ovvero il caso AUK, è un ottimo esempio dei problemi che lei denuncia. Esattamente come altri suoi colleghi e superiori hanno fatto in altri casi - descritti nei paragrafi 2.1, 2.2, 2.4-2.6, 2.9, 2.10 e 2.15-2.17 del mio paper su EULEX - nel caso AUK (discusso nel paragrafo 2.3) lei ha indagato solo personaggi minori coinvolti, e ha scelto deliberatamente (nel periodo aprile-marzo) di non indagare i casi maggiori nonostante la presenza di prove credibili contro di essi. Questo, per esempio, è precisamente quello che il signor Ratel ha fatto in un troncone dell’indagine sull'infame caso sul traffico di organi (discusso qui e nei paragrafi 2.16 del paper su EULEX).
In breve, qualunque sia il merito delle accuse di Maria Bamieh, esse sembrano troppo selettive per essere realmente pregnanti per un’analisi della performance di EULEX. La Bamieh è stata in missione per sei anni; ha gestito casi di corruzione e criminalità finanziaria, che tipicamente coinvolgono personaggi di alto-profilo; e adesso sostiene, testualmente che la missione “collabora con la mafia e i politici del Kosovo”: se fosse così, sono solo i pochi presunti episodi di corruzione e ostruzionismo rivelati dalla Bamieh gli unici degni di essere rivelati? Le sue rivelazioni sono inoltre passibili di generare confusione, perché distraggono l’attenzione dalle scelte di EULEX e dalla sua performance complessiva, che sono di dominio pubblico e formano una base sufficiente per articolare sia una critica del suo operato insoddisfacente sia un’interpretazione delle cause principali di questo fallimento.
Per questa ragione, indagare i casi che la signora Bamieh ha denunciato è una risposta insufficiente. Nel 2012 la Corte dei conti europea ha valutato la performance di EULEX nelle sue funzioni consultive, e ha pubblicato un rapporto credibile e piuttosto critico. Le funzioni giudiziarie erano però escluse dal mandato dei valutatori. Questo segmento di attività di EULEX non doveva essere vagliato con attenzione, perché è proprio lì che risiedono i peggiori fallimenti di EULEX ed è lì che la sua debolezza si manifesta nel modo più chiaro e dannoso.
Post scriptum. Conosco personalmente il giudice italiano accusato dalla Bamieh, il signor Florit. Tuttavia, non ho ragioni personali per difenderlo poiché ha commentato (privatamente) la mia critica (pubblica) ad un altro giudice italiano di EULEX, il signor Gianfranco Gallo, definendola come diffamazione irresponsabile (Gallo ha mosso una denuncia penale contro di me e il Tribunale di Milano ha sancito che le mie accuse contro il giudice Gallo - per quanto dure - erano legittime, ed ha respinto il ricorso). Questo mi consente di dire che, per quel che conosco del giudice Florit, sarei sorpreso del fatto che il giudice abbia accettato una tangente (se non altro perché gli manca completamente il senso dell’humour necessario ad intascare una tangente e poi spedire in prigione a 25 anni le persone che avrebbero dovuto essere protette da quello scambio di denaro).


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Eulex da buttare? In Kosovo sospetti anche sulla giustizia 

O è infame l'accusa o è infame il magistrato.Tutta la rivedere Eulex, compiti, ruoli, gararchia e prebende

di Ennio Remondino, 10 novembre 2014

Un procuratore britannico della missione Eulex accusa tre colleghi, tra cui un italiano, di essersi ‘venduti’, chiudendo casi di omicidio per denaro. Il capo della missione promette ‘un’inchiesta approfondita’ e intanto sospende l’autrice della denuncia mentre gli accusati restano al lavoro

Lo scopo della missione europea, lanciata nel 2008, era quello di aiutare le autorità kosovare a lottare contro la corruzione e instaurare nel Paese lo stato di diritto. Ora è proprio Eulex Kosovo a trovarsi al centro di pesanti accuse di corruzione. Prima si sussurrava di ‘lottizzazione’ tra Stati e competizione per ruoli di comando. Ora direttamente di soldi, oltre ai molti che già percepiscono regolarmente. A fare scoppiare il caso il procuratore britannico Maria Bamieh, ora sospesa dal suo incarico. La cosa singolare, legate forse a ben strane procedure, è che gli accusati restano al lavoro.

Le accuse sono gravi: Bamieh ha raccontato al quotidiano locale Koha Ditore di avere raccolto elementi secondo cui i responsabili di Eulex si sarebbero fatti comprare per chiudere almeno tre inchieste penali riguardanti casi di omicidio e corruzione. La denuncia riguarda in particolare il procuratore capo della missione, la ceca Jaroslava Novotna, il giudice italiano, Francesco Florit e il procuratore canadese, Jonathan Ratel. Bamieh sostiene di avere informazioni secondo cui l’Unione europea “spreca soldi dei contribuenti e non fa nulla per il popolo kosovaro”. L’acqua calda brucia.

Secondo l’agguerrita Maria Bamieh, ad esempio, il magistrato di Udine Francesco Florit avrebbe intascato una tangente di 300mila euro per annullare un’accusa di omicidio. Ovviamente tutto da dimostrare. Come la ‘conversione’ di Florit che dopo aver imparato l’albanese avrebbe osservato il digiuno del ramadan. Quasi banale l’accusa al capo della procura speciale di Eulex, Jonathan Ratel, di un trattamento di favore al parlamentare kosovaro Azem Syla. Caso ancora più drammatico, il favore al gruppo di Drenica’ dell’UCK per crimini contro civili i serbi ed albanesi nel 1998-1999.

Per capire: sino ad oggi la massima sanzione per crimini di guerra inflitta da un giudice kosovaro è stata la sospensione dal lavoro per tre anni al leader del gruppo, Sami Ljustaku, che frequentava amicali funzionari Eulex. Altri membri del gruppo potevano lasciare le celle per notti brave nei ristoranti di Pristina. Gli stessi frequentavano abitualmente alcuni alti rappresentati del governo kosovaro, tra i quali il ministro della Giustizia Hajredin Kuci, il ministro degli Esteri, Enver Hodzaj, e il procuratore di Pristina, Ismet Kabasijer. Un bel giro di galantuomini al disotto di ogni sospetto.

Storiaccia con memoria di cose d’altri tempi, scandali schivati e inchieste delicatissime ‘aggiustate’ quando a ‘proteggere’ il Kosovo nei liberato era ancora Unmick e la giustizia del dopo guerre era governata dagli americani. Da un americano. Ma c’erano anche alcuni bravi magistrati italiani e sbirri che forse hanno memoria, o altro. Ma non divennero mai Eulex. Per caso? Il presidente della commissione esteri, il tedesco Elmar Brok e il direttore per i Balcani, Fernando Gentilini, scoprono che ‘lo scandalo mette in gioco la credibilità della missione Eulex e dell’Ue in Kosovo’. Applausi.

Brucia ancora sull’Italia la storia dei tre jihadisti kosovari in giro per il mondo con un nostro visto. Uno si è fatto saltare in aria in Iraq, ma gli altri due sono a spasso. Lo scandalo all’ambasciata di Pristina in Kosovo, dove sono stati forniti centinaia di visti turistici ‘facilitati’. Coinvolti alcuni dipendenti locali e lo stesso ex ambasciatore, Louis Michael Giffoni, rimpatriato e congedato dal Ministero degli Esteri in fretta e furia. I visti erano venduti a 3.500 euro con l’aiuto di Uke Rugova, parlamentare e figlio del defunto presidente e padre dell’indipendenza del Kosovo, Ibrahim Rugova.


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http://www.nkpj.org.rs/clanci-la/clanak_id=152.php


NACIONALISTIČKA PROVOKACIJA ALBANSKOG PREMIJERA

Nova komunistička partija Jugoslavije (NKPJ) najoštrije osuđuje nacionalističku provokaciju buržoaskog pro-imperijalističkog premijera Albanije Edija Rame, koji je drsko tokom posete Srbiji izjavio da je “nezavisnost Kosova neumitna i da mora biti poštovana”.



Znajući da uživa punu podršku zapadnog imperijalizma, kojem verno služi protivno interesima albanskog naroda, Rama je isprovocirao incident, sličan onome u čijem organizovanju je učestvovao njegov brat tokom odigravanja fudbalske utakmice Srbija – Albanija u Beogradu, kada je pušten dron sa zastavom fašističke tvorevine “Velike Albanije” iznad stadiona Partizana. NKPJ ističe da je nakon drske nacionalističke provokacije i mešanja Rame u unutrašnje stvari Srbije, dužnost republičke Vlade da mu otkaže gostoprimstvo i prekine njegovu posetu našoj zemlji.

NKPJ koristi i ovu priliku da izrazi žestok protest protiv pogubne politike buržoaske pro-imperijalističke Vlade Srbije na čelu sa Aleksandrom Vućićem koja vodi ka formalnom priznavanju “nezavisnosti” Kosova i ulasku Srbije u tamnicu naroda Evropsku uniju čiji je jedini cilj da bogati budu još bogatiji a siromašni još siromašniji. Zahtevamo da se odmah prekinu svi pregovori i kontakti sa marionetskim pro-imperijalističkim režimom u Prištini a da okupatorske trupe NATO, udarne pesnice zapadnog imperijalizma odmah napuste teritoriju južne srpske pokrajine Kosova i Metohije. NKPJ ističe da albanski i srpski narod na Kosovu neće moći da žive u miru i prosperitetu dok okupatorske trupe ne napuste teritoriju te pokrajine i dok se ona ne vrati u sastav matice Srbije. Za sve zločine i razaranja na Kosovu i Metohiji isključivi krivac je zapadni imperijalizam i njegove marionetske sluge u Prištini. NKPJ naglašava da Srbija i Albanija treba da žive u dobrosusedskim odnosima bez mešanja u unutrašnje poslove druge države. Građani Srbije i Albanije ne smeju da dozvole da ih svađa i uništava zapadni imperijalizam zarad svojih pljačkaških interesa. Radni narod u obe zemlje ima isti cilj a to je borba protiv buržoaske eksploatacije i isterivanje NATO imperijalista sa Balkana.

Sekretarijat Nove komunističke partije Jugoslavije

Beograd,

10. novembar 2014. godine


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Visite d’Edi Rama en Serbie : « le Kosovo indépendant est une réalité »


Le Courrier des Balkans, lundi 10 novembre 2014
La visite historique du Premier ministre albanais en Serbie a tourné au vinaigre. Lors de la conférence de presse commune, Edi Rama a souligné que le Kosovo était indépendant, déclenchant l’ire de son hôte, Aleksandar Vučić. Demain, M. Rama se rendra dans la Vallée de Preševo, qu’il a qualifié de « pont entre la Serbie et l’Albanie ».

Par Ph.B.


Les Premiers ministres serbe Aleksandar Vučić et albanais Edi Rama ont laissé éclater lundi devant les caméras leurs divergences sur le Kosovo.

« Je ne permettrai à personne d’humilier la Serbie à Belgrade. Le Kosovo-et-Métochie n’a rien à voir et n’aura jamais rien à voir avec l’Albanie », s’est offusqué Aleksandar Vučić. « Le Kosovo est serbe, comme l’indique la Constitution de notre pays. C’est la dure réalité et je suis heureux d’être en mesure de le répéter devant M. Rama. »

Contenant difficielement sa colère, Aleksandar Vučić s’est dit « désolé » que son homologue albanais ait mentionné le Kosovo lors d’une conférence de presse conjointe au Palais de Serbie, peu après leur rencontre en tête-à-tête, soulignant que le sujet ne figurait pas à l’agenda officiel des discussions. Il a cependant ajouté qu’il espérait que les entretiens avec le Premier ministre albanais allaient se poursuivre.

Auparavant, Edi Rama avait rappelé que Preševo était un « pont d’importance stratégique entre deux pays partageant le même destin européen ».

« Concernant le Kosovo, nous avons des opinions divergentes », a déclaré le Premier ministre albanais. « Mais la réalité est irréversible et doit être respectée. La reconnaissance du Kosovo par les États européens est d’une importance capitale. »

« L’indépendance du Kosovo a fait que les Balkans sont plus stables et pacifiques », a encore estimé le chef du gouvernement albanais.

La plus grande partie du discours d’Edi Rama a été retransmise en direct sur la  RTS... sans être traduite de l’albanais. « Une erreur technique », s’est justifiée la chaîne nationale serbe.

Par ailleurs, le protocole dans les cérémonies a manifestement été « allégé », les drapeaux albanais étant bien peu visibles dans les rues de Belgrade ce lundi.

Nouveau départ ?

Plus tôt dans la journée, les deux Premiers ministres ont convenu d’élaborer un accord permettant aux citoyens d’Albanie et de Serbie de franchir les frontières simplement munis de leur carte d’identité. Quant aux projets d’infrastructure importants, « nous voulons d’abord adhérer à l’Union européenne avant d’aller plus loin », a déclaré Aleksandar Vučić .

L’entretien entre les deux hommes a davantage porté sur la coopération économique et les échanges commerciaux entre les deux pays. Les gouvernements d’Albanie et de Serbie ont également signé un accord sur l’assistance mutuelle en matière de prévention et de répression des infractions douanières.

Mardi, Edi Rama doit se rendre dans la Vallée de Preševo. Ce sera la première fois qu’un Premier ministre albanais se rend à titre officiel dans cette région à majorité albanaise négligée par les autorités de Belgrade. « Une visite historique », s’est félicité le maire de Preševo Mustafa Fahmi.




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Le Courrier des Balkans

Trafic d’organes au Kosovo : les principaux suspects échappent toujours à Eulex


Mise en ligne : mercredi 18 décembre 2013
Cela fait maintenant deux ans et demi que les deux principaux suspects ont été mis en examen dans l’affaire de trafic d’organes à la clinique Medicus. Pourtant activement recherchés, fichés par Interpol, le médecin turc Yusuf Sönmez et l’Israélien Moshe Harel sont toujours introuvables. La justice d’Eulex s’impatiente.

(Avec Balkan Insight) - Plus de huit mois après les premières condamnations dans l’affaire de trafic d’organes à la clinique Medicus, la mission Eulex a reconnu qu’elle ne disposait toujours pas d’informations lui permettant d’arrêter les deux principaux suspects.

Le médecin turc Yusuf Sönmez et l’Israélien Moshe Harel, accusés de trafic d’organes et de crime organisés sont en cavale depuis qu’ils ont officiellement été inculpés en juin 2011. Ils figurent pourtant sur les fichiers des criminels activement recherchés d’Interpol.

Le juge d’Eulex Malcolm Simmons s’est dit « inquiet que rien ou presque n’ait eu lieu depuis ». « Nous ne pouvons faire que le strict minimum tant que les accusés n’ont pas été arrêtés », a-t-il rappelé lors d’une audience qui s’est tenue à Pristina pour rendre compte de l’évolution de l’enquête sur le trafic d’organes.

Pour le procureur d’Eulex Allen Cansick, « Harel se trouve toujours en Israël », tandis que « la mission a des informations qui indiquent que Sönmez se déplace tout autour de la planète ». Le procureur se veut néanmoins optimiste : « il y a des chances qu’ils soient un jour conduits au Kosovo ».

Les accusés ne peuvent pas être jugés par contumace, de sorte qu’un éventuel futur procès dépend de leur extradition.


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UN tribunal temporarily frees former PM Haradinaj ahead of verdict

Haradinaj è stato rilasciato in libertà temporanea (Glas Srbije - 10. 05. 2012.)
http://voiceofserbia.org/it/content/haradinaj-è-stato-rilasciato-libertà-temporanea
Il leader dell’Alleanza per il futuro del Kosovo, l’ex comandante della terroristica UCK Ramus Haradinaj, il quale è accusato dal tribunale dell’Aja di crimini di guerra, è tornato in Kosovo. I giudici hanno permesso che egli fosse rilasciato in libertà temporanea. La portavoce dell’Eulex Irina Gudeljevic ha dichiarato che la missione dell’Unione europea parteciperà al controllo delle condizioni che Haradinaj deve rispettate mentre si trova in libertà temporanea. Su richiesta di Haradinaj il consiglio dei giudici ha deciso che egli sarà libero fino all’emissione della sentenza nel nuovo processo contro di lui. Insieme con Idriz Baljaj e Ljahi Brahimi Haradinaj è accusato di crimini di guerra che sono stati commessi in Kosovo nell’anno 1998. I discorsi finali nel loro processo dovrebbero essere tenuti il 25 e il 26 giugno. Nel processo di prima istanza Haradinaj e Baljaj sono stati esonerati da ogni accusa, mentre Brahimi è stato condannato a sei anni di detenzione. Dopo il ricorso della procura il consiglio d’appello ha imposto che il processo fosse rinnovato in sei dei 37 capi d’accusa. La procura ha valutato che durante il processo esistevano molte difficoltà nella raccolta delle deposizioni dei testimoni. Molti di loro hanno detto che a causa della paura non sarebbero apparsi davanti ai giudici.

Crimes de guerre au Kosovo : Eulex acquitte Fatmir Limaj (CdB 3 mai 2012)
Le juge britannique d’Eulex Welford-Carroll a prononcé l’acquittement des quatre derniers accusés encore en procès dans l’affaire Kleçka, dont l’ancien Premier ministre Fatmir Limaj. Le principal témoin avait été retrouvé pendu en Allemagne en septembre 2011…



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http://www.b92.net/eng/news/politics-article.php?yyyy=2011&mm=12&dd=23&nav_id=77945

Tanjug News Agency, December 23, 2011

UNSC debates organ trade draft

NEW YORK: Consultations are ongoing in the UNSC on Serbia's resolution on human organ trafficking in Kosovo, the Serbian Mission to the UN told Tanjug on Friday.
Russia is presiding over the UN Security Council until the end of December and intensive consultations have taken place in recent days on the text of the resolution, which calls for the appointment of a special representative of the UN Secretary-General Ban Ki-moon to oversee the investigation, but UNSC member countries have yet to reach a compromise.
No agreement has been reached and the UNSC is not expected to meet before the New Year, but consultations are ongoing, Tanjug has learned from the Serbian Mission to the UN. But the UNSC will suspend its activities for the year on Friday, barring emergencies. 
Western countries in the UNSC believe only EULEX should be in charge of an investigation into the allegations made in Council of Europe Rapporteur Dick Marty's report. Belgrade, on the other hand, is advocating an independent investigation under a UN mandate, as the crimes mentioned in the report are not contained to Kosovo alone.


http://www.b92.net/eng/news/politics-article.php?yyyy=2011&mm=12&dd=30&nav_id=78057

Tanjug News Agency, December 30, 2011

West refuses to probe organ trafficking – Russian envoy

MOSCOW: Russian Ambassador to UN Vitaly Churkin says he does not understand why the West refuses to carry out an investigation into human organ trafficking in Kosovo.
“We are very upset over this fact. We do not understand why our western colleagues in the UN refuse to implement measures which would confirm legitimacy of the EULEX investigation in Kosovo and find perpetrators of these crimes,” he told Russia Today.
The Russian envoy stressed that the Serbian delegation in the UN in cooperation with Russian diplomats had drafted a relatively simple resolution which envisaged appointment of a special representative of the UN secretary general in charge of control of the EULEX mission and protection of witnesses. 
“I believe that EULEX mechanism is insufficient for implementation of an appropriate investigation, protection of witnesses and reporting to the UN Security Council. I fear that after five or six years of confidential investigations they will announce that they were not able to discover anything
, that witnesses are deceased or murdered in the meantime, and that everything is over,” Churkin explained. 
He underlined that Russia did not want silence to wrap this monstrous crime, but that for some reason that were unknown to him, there was a certain resistance in his western colleagues regarding a full investigation into the crime contained in the report by Council of Europe Special Rapporteur Dick Marty. 
“Nevertheless I think that we will continue to work in this direction in 2012 as well, and that this resolution will be accepted so that the crime would not be forgotten,” Churkin concluded. 
Members and leaders of the ethnic Albanian KLA are suspected to be the perpetrators of the atrocities, targetting kidnapped Serb and other civilians in Kosovo in 1999 and 2000.


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Vojin Joksimovich, Ph.D
Modern Tokyo Times

KLA DETENTION CAMPS

In my late December essay in 2010  called Amorality of US Kosovo Policy: Friends with the Snake I have published reactions to the Council of Europe (CoE) 27-page report authored by the Swiss-Italian politician, senator and prosecuting lawyer Dick Marty. The report, after his two-year investigation, claimed that the Kosovo Liberation Army (KLA) thugs headed by the current Kosovo prime minister Hashim Thaci, known as the “Snake,” abducted mostly Kosovo Serbs but also some Albanian so called “collaborators,” transported them to northern Albania, murdered them, extracted their organs like the kidneys, and sold them on the black market. These macabre Nazi/Croatian Nazi style crimes were covered up by the leading international organizations such as the UN, NATO, OSCE as well as the governments of leading western countries. NATO’s secret documents as well as an UN report have been leaked out clearly demonstrating that both of those international organizations had full knowledge of these grisly crimes and opted to cover them up in addition to several western governments, the U.S. and Germany in particular. While a EULEX investigation is being launched, it will focus on the grisly crimes committed by the Snake and his thugs but will not include an investigation of those who enabled these crimes to be covered up for over a decade. In addition, it is doubtful if EULEX is capable of conducting an all-encompassing inquiry. Hence, the most important question needs to be posed: Is the justice going to be served.


CoE Session: 169:8 Votes

On January 25, the CoE supported Dick Marty’s resolution demanding investigation into organ harvesting macabre crimes with a vote of 169:8. The resolution calls for EULEX to continue its investigation. It also calls for the governments of Serbia, Albania and Kosovo institutions to fully co

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