Annali della strategia USA/NATO (1990-2015)
Francoforte: Zambon, 2015
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http://ilmanifesto.info/la-saggia-leadership-di-petro/
La «saggia leadership» di Petro
di Manlio Dinucci, su Il Manifesto del 9.3.2015
Kiev il premier Renzi ha lodato la «leadership saggia» del presidente Poroshenko, da lui confidenzialmente chiamato Petro. E l’amico Petro gli ha assicurato che gli imprenditori italiani potranno partecipare agli ulteriori processi di privatizzazione in Ucraina (delocalizzando così altre attività produttive a scapito dell’occupazione in Italia).
Di privatizzazioni Poroshenko se ne intende: negli anni Novanta, con lo smantellamento dell’economia socialista, ottiene a prezzi stracciati o gratis la proprietà di diverse industrie dolciarie già statali, divenendo il «re del cioccolato». Estende quindi il suo impero all’industria automobilistica, alla cantieristica e ai media (è proprietario dell’influente Canale 5).
Dopo essere stato il principale sostenitore della «rivoluzione arancione» del 2004, ministro degli esteri con la Tymoshenko e del commercio con Yanukovic, sostiene e finanzia il movimento EuroMaidan, nato nel novembre 2013 come protesta al rifiuto del presidente Yanukovic di firmare gli accordi di associazione con l’Unione europea, e trasformatosi in un vero e proprio putsch che rovescia il presidente nel febbraio 2014.
Usando quale forza d’assalto, sotto regia Usa/Nato, militanti neonazisti appositamente armati e addestrati, come prova tra l’altro una documentazione fotografica di giovani di Uno-Unso addestrati nel 2006 in Estonia da istruttori Nato. Subito dopo, nel marzo 2014, le formazioni neonaziste vengono incorporate nella Guardia nazionale.
Su questa scia diviene presidente della repubblica, nel maggio 2014, l’oligarca Poroshenko appoggiato da Washington e Bruxelles («saggia scelta», commenta Obama). Sotto la sua presidenza, i battaglioni neonazisti – come l’Azov, l’Aidar, il Dnepr – che costituiscono la forza d’urto della Guardia nazionale, compiono atrocità, ampiamente documentate da video e testimonianze, contro i civili di nazionalità russa nell’Ucraina orientale. Gli stessi battaglioni vengono oggi addestrati da centinaia di istruttori Usa della 173a divisione aviotrasportata, trasferiti da Vicenza in Ucraina dove resteranno almeno sei mesi, affiancati da britannici e altri militari della Nato.
Ben sapendo, a Washington e Bruxelles, che questi battaglioni hanno una chiara ideologia nazista. L’emblema del battaglione Azov, che opera sotto l’egida del ministero dell’interno ucraino, è lo stesso (rappresentato in modo speculare) della divisione delle SS Das Reich della Germania nazista. Mentre in tuta mimetica passa in rassegna i battaglioni che si ispirano all’ideologia nazista, il presidente Poroshenko si muove per mettere fuorilegge l’ideologia comunista.
Dal Canale 5 di Poroshenko, il ministro della giustizia Pavel Petrenko ha annunciato il 3 marzo la presentazione di un progetto di legge che proibisce l’ideologia comunista, in linea con leggi analoghe in vigore in Polonia e nella Repubblica Ceca. La legge, che prevede il divieto di qualsiasi simbolo e propaganda comunista, metterebbe automaticamente fuorilegge il Partito comunista di Ucraina.
Per la sua messa al bando è già stato avviato un procedimento giudiziario, inceppatosi quando lo scorso febbraio è stato bloccato dai giudici di una corte di Kiev.
Nel frattempo, però, è stato imposto lo scioglimento del gruppo comunista in parlamento e oltre 300 membri del partito sono stati incriminati, mentre molti altri vengono sottoposti a violenze e intimidazioni. Sotto la presidenza di Petro, che l’amico Matteo ha invitato a Roma. Dove c’è un giornale, «il manifesto», che se fosse a Kiev rischierebbe di sparire non per ragioni economiche, ma perché si definisce «quotidiano comunista».
Le immagini, pubblicate dall'inglese Daily mail, della “colonia estiva militare-patriottica” per bambini e ragazzi, organizzata dal battaglione neonazista Azov e dal suo leader, il deputato della Rada Andrej Biletskij nei pressi di Kiev, in cui i giovani, all'ombra delle svastiche, vengono istruiti all'uso delle armi...
http://contropiano.org/internazionale/item/32360-non-solo-isis-i-bambini-ucraini-addestrati-dai-nazisti
Die ukrainische Organisation "Rechter Sektor" bringt Kindern den Umgang mit Kriegswaffen bei. Sie werden systematisch eingesetzt - mitten in Europa. Ein Zivilisationsbruch...
VIDEO: http://www.ardmediathek.de/tv/FAKT/Wenn-Kinder-zu-Soldaten-gemacht-werden/Das-Erste/Video?documentId=30160894&bcastId=310854
By Prof Michel Chossudovsky – Global Research, August 30, 2015
Alors que, selon les conventions internationales, l’enrôlement de mineurs dans des groupes armés constitue un crime de guerre, les alliés néonazis de l’Otan organisent des formations paramilitaires pour des enfants ukrainiens. Alors que le recours aux enfants dans les publicités occidentales est strictement règlementé, la photo posée d’un enfant syrien noyé sur une plage turque fait la une des quotidiens atlantistes...
L’arte della guerra
Dietro quelle foto di bambini
Manlio Dinucci
Quando i bambini sono arrivati al campo estivo, in una zona boscosa presso Kiev, hanno ricevuto una bella T-shirt gialla su cui sono stampate due sagome di bambini armati di fucile, con l’emblema del battaglione Azov ricalcato da quello delle SS Das Reich, e sullo sfondo il «Sole Nero» del misticismo nazista. I bambini (anche di 6 anni) e ragazzi che hanno frequentato il campo a gruppi di 30-40 – riporta il quotidiano Kiev Post – «non hanno giocato ai soldati, ma hanno ricevuto un reale addestramento militare da istruttori del battaglione Azov». Ossia dai neonazisti che hanno compiuto atrocità contro i civili di nazionalità russa nell’Ucraina orientale.
Questo e altri battaglioni neonazisti fanno parte della Guardia nazionale ucraina, legata da una partnership con la Guardia nazionale della California e addestrata da istruttori statunitensi e britannici per condurre l’«operazione anti-terrorismo» nel Donbass. Il campo estivo costituisce il primo stadio del reclutamento di bambini soldato, scrive Michel Chossudovsky in un documentato articolo corredato da foto (v. link qui sotto). Oltre che a sparare, ai bambini insegnano a odiare: «Uccideremo tutti i russi», giura uno di loro.
La foto di un bambino ucraino la cui vita è bruciata dal «Sole Nero» nazista non è meno tremenda di quella del bambino siriano la cui vita si è spenta nel Mediterraneo. Immagine, quest’ultima, che secondo la favola corrente avrebbe toccato il cuore dei massimi esponenti di quei governi responsabili delle guerre e dei conseguenti terremoti sociali provocati negli ultimi decenni dalla strategia Usa/Nato.
Guerre ed embarghi – dall’Iraq alla Jugoslavia, dall’Afghanistan alla Palestina, dalla Libia alla Siria e all’Ucraina – hanno provocato la morte di milioni di bambini (mezzo milione solo quelli uccisi dai dieci anni di embargo contro l’Itaq). Le loro foto non sono state però diffuse dai grandi media. E alle piccole vittime si aggiungono i bambini educati a odiare e uccidere da movimenti, come l’Isis e i battaglioni neonazisti ucraini, alla cui formazione hanno contribuito in modo determinante gli Usa e le potenze europee per scardinare dall’interno interi Stati.
Si narra che il governo britannico abbia deciso di accogliere 15mila profughi siriani perché commosso dalla foto del piccolo siriano morto. Contemporaneamente, però, lo stesso governo ha annunciato di voler ottenere il via libera dal parlamento per una azione militare «contro il malvagio regime di Assad e l’Isis». E il ministro degli esteri Gentiloni ha annunciato che, di fronte al dramma dei profughi, sta per iniziare la seconda fase della missione EuNavForMed «contro i trafficanti di essere umani», il cui obiettivo finale è in realtà l’occupazione militare delle aree costiere libiche strategicamente ed economicamente più importanti.
L’esodo dei profughi verso l’Europa, provocato dalle guerre, viene così usato a fini strategici: da Washington per mettere sotto pressione i paesi europei rafforzando l’influenza statunitense in Europa, usata come prima linea contro la Russia e base di lancio delle operazioni militari Usa/Nato in Medioriente e Nordafrica; dalle maggiori capitali europee per preparare l’opinione pubblica ad altre guerre spacciate per «missioni umanitarie di pace».
Senza la consapevolezza politica delle cause reali e possibili soluzioni di tale esodo, può essere strumentalizzato anche il sostegno umanitario che molti cittadini europei danno ai profughi, e possono essere usati gli stessi profughi quale massa di manovra nei confronti dei paesi di provenienza. E altri bambini moriranno, quasi tutti senza foto.
(il manifesto, 8 settembre 2015)
Articolo di Chossudovsky
http://www.globalresearch.ca/military-training-for-young-children-at-ukraines-neo-nazi-summer-camp-recruitment-of-ukraines-child-soldiers-financed-by-us-nonlethal-military-aid/5472801
En décrivant les actuelles manœuvres de l’Otan, Manlio Dinucci montre la manière dont l’Alliance étend progressivement son emprise sur l’Europe centrale et orientale...
L’arte della guerra
Offensiva sul fronte orientale
L’Ucraina, dove la Nato addestra e arma da anni forze neonaziste (usate per il putsch di piazza Maidan e poi inquadrate nella Guardia nazionale) e ora anche le forze armate, parteciperà come partner alla Trident Juncture 2015.
Manlio Dinucci
Cinquecento extracomunitari stanno attraversando l’Europa: non sono profughi ma soldati statunitensi del 2° Reggimento di cavalleria che, con 110 mezzi corazzati, si stanno movendo dalla loro base in Germania all’Ungheria attraverso Repubblica Ceca e Slovacchia, per «assicurare gli alleati Nato che l’esercito degli Stati uniti è pronto, se necessario».
Per assicurare che le forze dell’Alleanza possano «dispiegarsi nella regione orientale in modo rapido e prepararsi a successive operazioni» – annuncia il segretario generale della Nato Stoltenberg – sono stati attivati sei nuovi quartieri generali in Lituania, Estonia, Lettonia, Polonia, Romania e Bulgaria.
E mentre si conclude in Germania, Italia, Bulgaria e Romania la Swift Response, la più grande esercitazione Nato di forze aviotrasportate dalla fine della guerra fredda, inizia nella Repubblica Ceca la Ample Strike in cui controllori di volo e piloti Nato si addestrano all’attacco aereo.
Dalla base di Geilenkirchen in Germania decollano ogni giorno aerei radar Awacs per controllare non solo lo spazio aereo lungo i confini orientali dell’Alleanza, ma quello russo dato che possono «vedere» a oltre 400 km di distanza. Il Readiness Action Plan prevede una serie di attività terrestri, navali ed aeree sul fianco orientale della Nato, tra cui la «missione di pattugliamento aereo sugli Stati baltici» alla quale partecipa l’Italia con cacciabombardieri Eurofighter Typhoon.
Questo dispiegamento di forze sarà testato e rafforzato dall’esercitazione Trident Juncture 2015 (3 ottobre – 6 novembre). Vi parteciperanno, insieme a unità terrestri e navali, oltre 180 aerei di 16 paesi Nato e 3 partner, tra cui aerei Awacs che opereranno da Trapani Birgi. Diretti dal Jfac (Joint Force Air Component) italiano, la cui sede è a Poggio Renatico (Ferrara), dotato anche di «capacità dispiegabili» per operazioni aeree fuori dall’area Nato.
Svolgerà un ruolo centrale nell’esercitazione il Jfc Naples, comando Nato (con uno staff di 800 militari al quartier generale di Lago Patria), che dirige tra le altre le operazioni navali nel Mar Nero in funzione anti-Russia. Diretto dall’ammiraglio Usa Ferguson – che è anche comandante delle Forze navali Usa in Europa, delle Forze navali Usa del Comando Africa e delle Forze Nato in Kosovo – il Jfc Naples, alternandosi annualmente con Brunssum (Olanda), svolge il ruolo di comando operativo della «Forza di risposta» Nato.
Tutte queste forze e operazioni Nato dipendono dal Comandante supremo alleato in Europa, che è sempre un generale Usa nominato dal Presidente (attualmente il generale Breedlove).
Sotto comando e impulso Usa, la Nato – che ha già inglobato tutti i paesi dell’ex Patto di Varsavia, tre dell’ex Urss e due della ex Jugoslavia (demolita dalla Nato con la guerra ) – si muove per inglobarne altri. A tal fine stringe crescenti rapporti militari col Montenegro, dove navi da guerra Nato fanno spesso scalo nel porto di Bar, e con la Georgia, dove è stato aperto un centro di addestramento Nato.
L’Ucraina, dove la Nato addestra e arma da anni forze neonaziste (usate per il putsch di piazza Maidan e poi inquadrate nella Guardia nazionale) e ora anche le forze armate, parteciperà come partner alla Trident Juncture 2015. E tra breve riceverà la visita del segretario Stoltenberg, alla quale Kiev attribuisce «grande valore simbolico».
Così altri paesi dell’Est, agganciati alla Nato, vengono legati soprattutto agli Stati uniti che, con la loro politica del «divide et impera», stanno trasformando di nuovo l’Europa in prima linea di un confronto militare non meno pericoloso di quello della Guerra fredda.
(il manifesto, 15 settembre 2015)
Die offizielle Webseite der Nationalgarde verkündet stolz, dass die Ukraine mit 800 Mann an den Übungen beteiligt ist und davon die Nationalgarde „ein Drittel“ des Kontingents stellt.
Zudem wird dargelegt, dass das „Hauptobjektiv“ des Manövers die „Entwicklung und Stärkung der Kooperation mit bewaffneten Kräften anderer Länder“ darstellt, „bei der nicht nur Waffen und Kampffahrzeuge, sondern auch Flugzeuge zum Einsatz kommen“.
Mitglieder der Nationalgarde demonstrieren seit mehreren Tagen gegen die Auflösung ihrer Einheiten. Dabei legten sie Feuer, griffen das Wachpersonal vor staatlichen Institutionen an und riefen zum Sturz des ukrainischen Präsidenten Petro Poroschenko auf. Derweil geht der Beschuss von Donezk ohne Unterbrechung weiter. In der Nacht vom Sonntag wurden das Dach einer Schule sowie das zentrale Busdepot von mehreren Mörsergranaten getroffen. Vor Ort berichtet RT Reporter Roman Kosarew...