(srpskohrvatski / italiano)

"Non ci sarà la Jugoslavia, eppure ci sono gli jugoslavi. Una madre muore, ma i figli restano."


Stevan Mirković e lo jugoslavismo intransigente

1) IN MEMORIAM general pukovnik JNA drug Stevan Mirković
2) Stevan Mirković, Veljko Kadijević e lo jugoslavismo intransigente (A. Martocchia)
3) Sećanje
4) Linkovi / Collegamenti


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Izvor: Komunisti Obrenovca, 30/9/2015
https://www.facebook.com/komunisti.obrenovca/photos/pb.907322746018592.-2207520000.1443704029./916769265073940/?type=3&theater

IN MEMORIAM
Stevan Mirković general JNA 27.10.1927 - 26.09 2015 

učesnik Narodnooslobodilačke borbe od svoje 16-te godine, general-pukovnik JNA i načelnika Generalštaba Jugoslovenske narodne armije.
Sahrana generala Stevana Mirkoviča je u četvrtak 01.10.2015. u 12. 30 časova na Novom groblju u Beogradu.
Nek mu je večna slava i hvala i laka mu zemlja Jugoslovenska.

Jednom je izjavio da mu je najdraža pesma: 
„ Nas dva brata oba ratujemo
Ne plač’ majko ako poginemo,
Mila majko žali nas jednako 
Jal’ jednako jal’ nemoj nikako“
Sreten i njegov brat Žika zajedno su bili među oslobodiocima Beograda oktobra 1944 a onda produžili skupa na Sremski front. Žika je umro prošle godine, odnevši sa sobom u grob i nemačko mitraljesko čelično zrno, koje je u svojoj jetri nosio celog života, Stevan je bio ranjen jednom u Hrvatskoj i drugi put u Bosni.

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Izvor: SFR Jugoslavija - SFR Yugoslavia, 1.10.2015.
https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=10153664199398834

Danas je u Beogradu uz vojne počasti sahranjen general pukovnik JNA drug Stevan Mirković. 
General - pukovnik Stevan Mirković bio je osnivač i počasni predsednik dve političke organizacije: pokreta Jugoslovenski Centar Tito i Saveza Komunista Jugoslavije u Srbiji. 
Sahrani je prisustvovao veliki broj građana, kao i veliki broj delegacija antifašističkih, komunističkih, jugoslovenskih i levičarskih partija, udruženja, pokreta. 
Prisutnima su se obratili general - podpukovnik drug Svetozar Oro u ime organizacija Avnojevski Forum Josip Broz Tito, Društva za Istinu o NOB - u i Jugoslaviji i pokreta Jugoslovenski Centar Tito i drugarica Mira Tokanović u ime Saveza Komunista Jugoslavije u Srbiji.
U toku sahrane general - pukovnika Stevana Mirkovića pročitan je i telegram koji je u ime Lige Antifašista Jugoistočne Evrope i organizacija koje sačinjavaju Ligu poslao predsednik Lige drug Hakija Abdić. 
Počasne straže uz odar pokojnog general - pukovnika Stevana Mirkovića držale su delegacije Sekcije Boraca Prve Proleterske Narodnooslobodilačke Udarne Brigade, pokreta Jugoslovenski Centar Tito, Saveza Komunista Jugoslavije u Srbiji, udruženja Naša Jugoslavija, ZZB NOB Slovenija, Komunističke Partije i Komunista Srbije.
Ovom prilikom želimo da se zahvalimo članovima sledećih delegacija:
- ZZB NOB Slovenija na čelu sa Frankom Pleskom i Bojanom Pahorom
- Avnojevski Forum Josip Broz Tito na čelu sa general - podpukovnikom Svetozarom Orom
- Društvo za Istinu o NOB - u i Jugoslaviji na čelu sa Mladenkom Colićem
- Sekcija Boraca Prve Proleterske Narodnooslobodilačke Udarne Brigade na čelu sa pukovnikom Zdenkom Duplančićem
- Udruženje Naša Jugoslavija na čelu sa Vladimirim Milosavljevićem
- Komunistička Partija na čelu sa Josipom Joškom Brozom
- Komunisti Srbije na čelu sa Svetozarom Markanovićem
Još jednom koristimo priliku da se zahvalimo svim delegacijama i pojedincima koji su prisustvovali poslednjem ispraćaju našeg generala.
Hvala svima!!!
pokret Jugoslovenski Centar Tito 
i
Savez Komunista Jugoslavije u Srbiji


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Stevan Mirković, Veljko Kadijević e lo jugoslavismo intransigente 

di A. Martocchia, segretario Coord. Naz. per la Jugoslavia ONLUS

Sono stati celebrati l'altroieri 1.10.2015 a Belgrado i funerali del compagno e amico Stevan Mirković (Valjevo 27.10.1927 - Belgrado 26.09 2015).

Già partigiano – in particolare impegnato sul Fronte dello Srem –, poi militare di professione fino a conseguire i gradi di Generale di Corpo d'Armata e Capo di Stato Maggiore dell'esercito jugoslavo (JNA), dopo la pensione e dopo lo smembramento del suo paese "Stevo" aveva continuato ad essere attivo combattente jugoslavista e perciò critico severo delle politiche di spartizione fomentate dall'estero e attuate dai traditori annidati nelle varie repubbliche. E' stato a tutti gli effetti fino all'ultimo istante della sua vita un patriota jugoslavo, un antifascista, un comunista e internazionalista sensibile alle grandi questioni del nostro tempo, come dimostrano i tanti temi da lui stessi trattati negli scritti di questi ultimi anni [si veda la sezione 4: Linkovi in questo messaggio].

La sua carriera militare si era appena conclusa, per l'appunto con l'incarico più prestigioso, quello di Capo di Stato Maggiore (1987–1989), quando la Jugoslavia federativa e socialista precipitava nella crisi che sarebbe sfociata in guerra fratricida, e il suo partito – la Lega dei Comunisti di cui aveva la tessera sin dal 1944 – si dissolveva. 
Con l'introduzione del sistema multipartitico, Mirković partecipava alla fondazione della nuova "Lega dei Comunisti - Movimento per la Jugoslavia" (SK-PJ), ma ben presto, al momento della fusione del SK-PJ con la "Sinistra Unita Jugoslava" (JUL) di Mira Marković, Stevan abbandonava l'organizzazione da posizioni pan-jugoslaviste e anticapitaliste intransigenti, in continuità con i valori del periodo di Tito e mantenendo proprio la figura di Tito come riferimento simbolico e ideale ineludibile. 
Lo jugoslavismo di Mirković si riferiva infatti a un paese esteso "dal monte Triglav al fiume Vardar": egli rimaneva cioè fautore di una Jugoslavia di tutti gli jugoslavi, in contrapposizione allo jugoslavismo "realista" o "minimalista" della JUL e dei socialisti, per i quali la Jugoslavia poteva anche essere solo quella "di chi ci vuole stare", e quindi in particolare dei Serbi... Ma stabilire chi davvero "volesse" stare dentro o fuori la Jugoslavia nell'epoca della manipolazione mediatica e della disinformazione di guerra era una impresa impossibile e priva di senso, così come impossibile e priva di senso era e rimane ogni definizione di confini "giusti" a dividere i popoli jugoslavi tra di loro. Ripeteva Mirković: guardate i Serbi, che nella RFSJ erano "popolo costitutivo" secondo la Costituzione non solo in Serbia, ma anche in Croazia e Bosnia... oggi invece sono "stranieri" ovunque (forse anche in Serbia...). Nessun popolo ha guadagnato una vera patria dallo smembramento, nessuno vive in un suo proprio Stato unitario, bensì tutti sono divisi al loro interno dai nuovi dannati confini! Come dunque rassegnarsi al "dato di fatto" delle secessioni? – rimproverava Mirković alle sinistre di governo.

Il caso di Kadijević e la JNA come estrema speranza

Una posizione, questa di Mirković, paragonabile a quella attribuita all'ultimo Ministro della Difesa della RFSJ, Veljko Kadijević, che nel febbraio–marzo 1991 tentò di persuadere gli altri membri dirigenti del paese a imporre lo stato d'emergenza per impedire ogni agibilità alle milizie secessioniste e dunque per scongiurare la disgregazione della Repubblica federativa. In una riunione a Topčider con tutti e sei i presidenti delle varie Repubbliche e regioni autonome, con il presidente della Federazione e i più alti quadri militari, Kadijević sostenne che le formazioni paramilitari presenti nel paese, sostenute dai nemici interni ed esterni, andassero bloccate per tempo con l'imposizione della legge marziale. Benché l'allarme lanciato da Kadijević fosse suffragato da elementi di prova inequivocabili, non solo di carattere meramente politico o opinionistico ma ben concreti – si ricordi ad esempio lo scandalo del 1990, quando i servizi segreti videoregistrarono una riunione con il Ministro della Difesa croato Martin Špegelj impegnato a organizzare di nascosto il rifornimento di armi da Occidente via Ungheria per combattere contro la JNA –, la votazione che si svolse ebbe esito negativo: in pratica fu posto il veto, "dopo lunghe e pesanti discussioni, e stante che Stipe Mesić era in continuo contatto con Franjo Tudjman, il macedone Vasil Tupurkovski 'con l'ambasciata americana a Belgrado' [sic] e lo sloveno Janez Drnovšek con il suo Milan Kučan" (Tanjug 07.10.2007.). Ma oltre alle parti più inclini al secessionismo, anche il rappresentante della Serbia ebbe una posizione debole: Borisav Jović rimandò di fatto la decisione previe consultazioni con l'URSS che però furono fallimentari. "Alla presenza di Kadijević, Jazov [Ministro della Difesa] a Mosca parlò con l'ultimo presidente dell'URSS, Mihail Gorbaciov, il quale non volle ricevere Kadijević, come era già successo sei mesi prima. 'Le risposte erano completamente negative e volevano sostanzialmente dire che non potevamo contare sul sostegno dell'URSS', ha detto Kadijević, aggiungendo che la risposta 'era completamente ostile e che la politica di Gorbaciov nei confronti della Jugoslavia era distruttiva'."

La non–imposizione della legge marziale in quel frangente si rivelerà un errore deleterio per le sorti della Repubblica Federativa e Socialista. Certamente, la Jugoslavia avrebbe avuto allora molti accaniti nemici esterni, dall'URSS in declino alla NATO forse già disposta ad aggredire Belgrado, ma in fondo una guerra ben più dolorosa, quella fratricida, non fu evitata. Questo errore non sarà mai perdonato dai militari di lungo corso, patrioti come Veljko Kadijević e Stevan Mirković. Altre proposte di "golpe" vennero, una addirittura con la mediazione di Gheddafi (cfr. sempre Tanjug 07.10.2007.), ma era troppo tardi ed avrebbe avuto tutt'altro significato: si sarebbe rischiata persino la guerra civile tra Serbi e Serbi. La china presa era oramai quella dell'accettazione del dato di fatto.

Mesi più tardi Kadijević dovrà perciò rompere anche con la classe dirigente di Serbia-Montenegro per la loro linea, appunto, realista e rinunciataria. Con l'accettazione delle secessioni slovena e croata, "il popolo serbo viene diviso e si riduce allo status delle minoranze etniche, esponendosi al pericolo di distruzione”. Ancora nella intervista del 2007 Kadijević criticava dunque Milošević e Jović: "Già allora conducevano il doppio gioco nei confronti dei Serbi in Bosnia, Erzegovina e Croazia”. "Quando iniziarono gli scontri in Slovenia e Croazia, Milošević gli propose che l'esercito si ritirasse da tutti i territori nei quali si sparava all'esercito 'alle spalle'. Come esempio del mancato sostegno, Kadijević cita la circostanza di quando l'esercito aveva richiesto due brigate, una dalla Serbia e l'altra dal Montenegro, per il disarmo delle forze slovene, ma i rappresentanti della Serbia e Montenegro nella Presidenza della RFSJ furono contrari. (...) Jović (...) fu 'il principale attore della presa di distanza della Serbia dai Serbi che abitavano sull'altra sponda dei fiumi Drina e Una', considerando che 'tra gli uni e gli altri Serbi' non c'era niente in comune, a parte la denominazione... Il popolo serbo, perciò, fu distrutto, e, definitivamente sopraffatto, in questo modo fu diviso', ha valutato Kadijević."
Nell'ottobre 1991, mentre da un lato gli proponevano l'incarico di Presidente federale e addirittura la possibilità di attuare un quasi-colpo di Stato contro eventuali nemici interni alla nuova mini-Federazione, dall'altro spingevano ad accettare i nuovi confini inter-jugoslavi imposti dalla Comunità Europea e dalla NATO. Contrario a tale mercanteggiamento, Kadijević lasciò definitivamente l'ultimo incarico, quello di Segretario federale per la difesa popolare, il 6 gennaio 1992, dunque pochissimi giorni prima dell'infame riconoscimento internazionale della "indipendenza" di Slovenia e Croazia.

Anche Kadijević, come Mirković, è morto recentemente, per la precisione a Mosca, dove era in esilio, il 2 novembre dello scorso anno. Nato presso Imotski il 21.11.1925, di padre serbo e madre croata, anch'egli era stato giovanissimo partigiano e poi aveva percorso la carriera militare fino ai massimi livelli. Si ritrovò dunque nella posizione di Ministro della Difesa federale al momento delle auto-proclamazioni di indipendenza di Slovenia e Croazia. Perciò fu in seguito accusato di crimini di guerra da parte del regime croato, tanto da essere oggetto di un mandato di cattura dell'Interpol (mentre l'ICTY non ha mai emesso un mandato di arresto contro di lui); perciò nel 2001, dopo il colpo di Stato filo-occidentale in Serbia, decise di chiedere asilo politico in Russia, dove prese la cittadinanza nel 2008. 
Di fronte alle accuse di Zagabria, Veljko Kadijević ha sempre difeso il suo operato affermando che la JNA era legittimamente tenuta a rispondere alle azioni delle milizie neo-ustascia. Nell'autobiografia pubblicata nel 2007 – Kontraudar, "Il contrattacco. La mia visione della disintegrazione della Jugoslavia" – accusò con dovizia di argomenti e prove soprattutto gli Stati Uniti e la Germania per avere contribuito alla disgregazione della Jugoslavia e all'incrudimento dei conflitti jugoslavi degli anni 1990.

Stevan Mirković ovvero il dramma del grillo parlante

Diversamente da Kadijević, destino volle che Stevan Mirković non vestisse alcun incarico di responsabilità militare né politica nei momenti peggiori della crisi jugoslava; ma c'è da scommettere che, nel caso, le sue posizioni non sarebbero state tanto diverse da quelle di Kadijević. Abbiamo dunque conosciuto Mirković nella veste di mero commentatore, amaro e sferzante, della cronaca tragica dei primi anni Novanta. La nostra collaborazione con lui è iniziata subito: dapprima ospite via etere alla trasmissione radiofonica "Voce Jugoslava" su Radio Città Aperta, poi anche ospite in carne ed ossa a Roma, al Meeting per la Pace e l'Amicizia fra i Popoli dell'ex Mattatoio (1993)... Per anni ci siamo recati in visita da lui a Belgrado e ne abbiamo raccolto dichiarazioni e testi, tradotti e ridiffusi con i nostri miseri mezzi [spec. via web: cfr. 4: Linkovi].

Nel 1997 Mirković promuoveva una "rifondazione" della Lega dei Comunisti di Jugoslavia. La formazione si presentava anche alle elezioni politiche del settembre, ottenendo l'onorevole risultato di 6786 voti pari al 1,64% in un contesto già di grande di frammentazione delle forze politiche comuniste.
Un mese dopo eravamo a Belgrado per una manifestazione internazionale contro la NATO co-promossa da quell'area politica assieme all'ex Voce Operaia. Mirković, come tante altre volte, ci ricevette nella sua casa, sul cui balcone è rimasta fino ad oggi a campeggiare la bandiera della RFSJ.

Nello stesso anno nasceva una associazione dal profilo più culturale, il "Centro Tito", che per tutti gli anni successivi avrebbe animato le celebrazioni della figura di Josip Broz specialmente in occasione degli anniversari "canonici" (4 Maggio – morte – e 25 Maggio – Giornata della Gioventù) ed avrebbe partecipato alla più vasta rete delle "Associazioni Josip Broz Tito" costituitesi in tutte le repubbliche ex-federate.
I disaccordi e le divisioni nella sinistra anticapitalista non sono una specificità solo italiana: anche in Serbia la situazione è rimasta molto difficile e lo è ancora oggi, con una divisione particolarmente netta tra l'area titoista e l'area "cominformista" (fedele alla memoria dell'URSS di Lenin e Stalin) ben rappresentata dal Nuovo Partito Comunista di Jugoslavia (NKPJ), un partito politico saldamente organizzato poco incline a sciogliersi in coalizioni elettorali.
In tale contesto di difficoltà e soggettivismi, e mentre anche nelle altre Repubbliche venivano tentate riprese di attività politica di segno comunista, l'organizzazione di Mirković cambiava nome e diventava "Lega dei Comunisti di Jugoslavia in Serbia" (SKJ u Srbiji).

Gli anni sono passati riservando forti amarezze. Dapprima la guerra fratricida, poi la aggressione della NATO contro ciò che rimaneva della Jugoslavia, infine la decadenza civile, culturale e politica in Serbia, soprattutto accelerata con l'instaurazione del regime filo-occidentale. Mirković si è sempre ritrovato a rivestire il ruolo, non desiderato e non invidiabile ma pur sempre obbligato e comunque necessario, del grillo parlante. E' stato un critico severissimo di tutti i governi succedutisi negli ultimi 25 anni: da quelli socialdemocratici del periodo di Milošević a quelli della destra nazional-liberista al potere ancora oggi, dopo il colpo di Stato dell'ottobre 2000. 

La sua critica alle sinistre di governo (1991-2000) partiva da posizioni radicalmente opposte a quelle della opposizione cosiddetta "democratica", vezzeggiata in Occidente. Mirković contestava forme di nazionalismo retorico e non veramente patriottico, e contestava soprattutto la dismissione graduale delle principali conquiste del socialismo jugoslavo, a partire dalla autogestione operaia dei mezzi di produzione.
Con i bombardamenti del 1999, che rappresentarono uno shock per tutte le parti politiche in Serbia, Stevan fu oppositore di ogni atteggiamento rinunciatario verso il Kosovo, considerato cuore storico e culturale della "piccola patria" serba, oltreché territorio di enorme valenza strategica a causa della presenza di ricchezze naturali e pregevoli insediamenti produttivi frutto del lavoro di generazioni di jugoslavi.
Dopo la "svolta" del 2000, lo spirito critico di Mirković verso il nuovo regime non fu dissimile. Continuarono le battaglie contro le privatizzazioni, ma soprattutto fu necessario alzare i toni contro la deriva revisionistica, filo-cetnica, monarchista e sostanzialmente filo-fascista in atto in questo paese oramai ostaggio della NATO. Mirković era sempre in prima fila a richiamare la memoria della Lotta Popolare di Liberazione, a difendere e rendere omaggio alla memoria dei compagni caduti, dei momenti topici della creazione della Jugoslavia di Tito, a difendere strenuamente proprio e principalmente la figura di Josip Broz continuamente infangata e accantonata.

Particolarmente grave dal punto di vista simbolico è stata vissuta da tutti, ex combattenti come Mirković e militanti antifascisti qualunque come chi scrive, la riabilitazione storiografica e giuridica della figura di Dragoljub "Draža" Mihailović, ex generale della Jugoslavia monarchica leader dei "cetnizi". Nello svolgersi degli eventi della II Guerra Mondiale, preso da anticomunismo viscerale, Mihailović scelse l'alleanza con i fascisti italiani e addirittura con gli ustascia croati, piuttosto che combattere fianco a fianco con i partigiani di Tito, tanto da assurgere a figura-simbolo del tradimento nei decenni successivi. 
In una Serbia retta da traditori, il capostipite dei traditori della Patria non poteva non essere riabilitato. Uomini coerenti e cristallini come Stevan Mirković, assieme agli ambienti del partigianato della Serbia (SUBNOR), sono stati gli unici a levare forte e chiara la loro voce contro questo scempio, che tanto assomiglia ad altri scempi della memoria in atto in questi anni nei Balcani, in tutta Europa e nella stessa Italia.

Il Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia ONLUS, che deve molto per la sua esistenza alla ispirazione ideale ed all'esempio umano di Stevan Mirković, esprime le sue più sentite condoglianze ai famigliari, ai compagni in Serbia ed agli estimatori di "Stevo" sparsi un po' dappertutto in Jugoslavia. Un partigiano ci ha lasciato, ne nascano altri cento! Hvala Stevo! Borba se nastavlja!

Andrea Martocchia


=== 3 ===

Izvor: SFR Jugoslavija - SFR Yugoslavia – September 29 at 6:33pm

Sećanje

Stevan Mirkovic, general u penziji , 17.10.2012 :
" Meni je najdraža partizanska pesma „ Nas dva brata oba ratujemo/Ne plač’ majko ako poginemo/ Mila majko žali nas jednako/ Jal’ jednako jal’ nemoj nikako/“. Zašto?. Desilo se, eto, da naš otac Dobrivoje i njegov stariji brat Milutin ratuju u I svetskom ratu i to obojica u sastavu Drinske divizije prvog poziva, a moj brat Živojin i ja ratujemo u II svetskom ratu i to obojica u sastavu , prvo Kosmajkog partizankog odreda, a onda u 5.krajiškoj diviziji. Naš otac se vratio iz rata 1918.živ i zdrav a stric Milutin poginuo 1915 u Albaniji pri povlačenju srpske vojske u Grčku. Naša majka bila je pralja , radila je za nadnicu kod imućnijih ljudi a otac baštovan u opštinskom rasadniku, gde je danas igralište „Crvene zvezde“.Oboje su završili svoj radni vek u perionici i parku Infektivne klinike u Beogradu i posle penzionisanja vratili se u majčin rodni kraj kod Krupnja, u kućicu koju smo im brat i ja podigli od svojih plata i uštedjevine.
I Žika i ja smo medju oslobodiocima Beograda oktobra 1944., samo što je on napadao spolja u sastavu 4.krajiške brigade a ja iznutra u sastavu jedne od preko 200 omladinskih borbenih grupa, a onda produžili skupa na Sremski front. ,posle kraćeg odmora i obuke u Beogradu negde početkom decembra 1944. Ja sam te godine u oktobru napunio 17 godina a Žika u maju 18.Obojica smo bili srednješkolci i deo mase naših vršnjaka ,koji su masovno stupali dobrovoljno u NOV i POJ i s ponosom se obučavali na tek dobijenom novom sovjetskom naoružanju .Živojin i ja smo teško ranjeni na Sremskom frontu i u borbama za Brčko. Žika je umro prošle godine, odnevši sa sobom u grob i nemačko mitraljesko čelično zrno, koje je u svojoj jetri nosio celog života. Ja sam bio ranjen jednom u Hrvatskoj (Sotin) , drugi put u Bosni (Brčko)..  
Zašto ovo pišem? I danas ,kao i onda, sa oduševljenjem doživljavam to vreme slobode i radujem se što sam mogao da učestvujem kao borac u njemu. Nama ne trebaju advokati da nas sažaljevaju zbog Sremskog fronta jer smo to činili dobrovoljno, niko nas nije mobilisao. Nismo se plašili tada još uvek moćnog Vermahta.Uspeo sam da sačuvam pisamce koje sam pred polazak u Srem poslao roditeljima i izmedju ostalog napisao „ ja odoh na Berlin“.U Berlin nisam stigao i kraj rata dočekao u vojnoj bolnivi u Čurugu.kod Novog Sada. Da li će današnje mlade generacije poći našim putem ili ce , kao Borislav Mihailiovic Mihiz i njemu slični, „šmugnuti“ negde u rodni kraj ili inostranstvo i posle se hvaliti kako su bili pametni. Ti su se nauživali slobode ali za nju nisu dali ništa. Žika je posle rata završio DIF i filozofski fakultet i do kraja radnog veka bio profesor gimnazije u Beogradu. Ja sam ostao u vojsci i „dogurao“ do položaja NGŠ JNA.
NOB naroda Jugoslavije je pokazala da je narod ,odlučan da se bori ,jači od bilo kakve strane vojne sile i da samo on sam može steći i sačuvati svoju slobodu a ne neko drugi.“Nijeda rat nije završen dok se narod ne pokori neprijatelju“ (Klauzevic).Nažalost, današnja omladina se ideološko – politički vaspitava u primitivnom duhu – glavni cilj u životu je pohlepa za zadovoljenje animalno – fizičkih i materijalnih potreba i razvrata, čemu doprinosi naša gologuza i golosisa štampa. Rad i rat za domovinu su ljudske aktivnosti istog značaja za nju i njene narode. Zanemarivanje bilo koje od njih je ništavilo."


=== 4: Linkovi / Collegamenti ===

Stevan Mirković na Wikipediji: https://sh.wikipedia.org/wiki/Stevan_Mirković


--- KNJIGE

Stevan Mirković
KAD BUZDOVANI MARŠIRAJU [1 + 2]
Beograd: Centar Tito, decembar 2008

Stevan Mirković
VREME ODLUKE 
Beograd: WebMagazin "Komunisti", 2007

Stevan Mirković
BRAVAR JE BIO BOLJI [Era meglio il fabbro]
Liber - Centar Tito, Beograd 2004
ISBN 86-85353-00-9
Premessa: https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/crj-mailinglist/conversations/messages/4090

Stevan Mirković: Pogovor knjige Zvonka Štaubringra
Najteza bitka Josipa Broza Tita. 1892-1992 (La battaglia più difficile di Josip Broz Tito)
Beograd: Savez komunista - Pokret za Jugoslaviju u Hrvatskoj, 1992
Novi Pečat – Crvena Biblioteka – Knjiga 1

--- VIDEO

General Stevan Mirković - IN MEMORIAM (Kuća Cveća 2014) (YU O Laki, 26 set 2015)
General Stevan Mirković je preminuo danas u Beogradu u 88. godini života (Valjevo, 27. oktobar 1927. - Beograd, 26. septembar 2015.) - VJEČNA MU SLAVA! 
Josip Broz Tito. Kuća Cveća. Beograd. Jugoslavija. Yugoslavia. SFRJ.
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=2pIkOMUMCMM

Sasvim licno - Stevan Mirkovic (INtv Bijeljina, 30 nov 2014)
Sasvim licno - Stevan Mirkovic (IN televizija, Bijeljina) - autor i voditelj: Milan Mitrovic 

Yu Centar Tito - Prvi Tradicionalni Memorijalni Skup Povodom 32 Godine Smrti Josipa Broza Tita (Jugoslovenski Centar Tito, 10 apr 2013)

Pocasni presednik YU CENTRA TITO I dozivotni presednik Stevan Mirkovic (enes trtak, 13 mag 2013)

Yu Centar Tito i Stevan Mirkovic

Govor Stevana Mirkovića (Nikola Maric, 5 mag 2012)
Govor gen. Stevana Mirkovića u Muzeju istorije Jugoslavije za 4. maj 2012

Pored spomenika nesvrstanima 2011 (centartito, 19 set 2011)
Čas istorije ispred spomenika podignutog prigodom prve konferencije nesvrstanih zemalja održane u Beogradu 1961 godine.
O pokretu nesvrstanih i našem trenutku govorio je general Stevan Mirković. Prisutni su bili članovi i simpatizeri pokreta Centar Tito.

SFRJ Jugoslavija - General Stevan Mirković (mayday9, 29 apr 2011)
General u mirovini Stevan Mirković priča o Jugoslaviji danas...
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=VUeE20wLKak

Stanje nacije - 18.11.2009. (b92rtv, 18 nov 2009)
Da li će državna Komisija za tajne grobnice otkriti broj ubijenih neposredno nakon Drugog svetskog rata?
Učestvuju: Dragan Krsmanović, bivši načelnik Vojnog arhiva i Stevan Mirković, general u penziji.

--- TEKSTOVI

Stevan Mirković: I Karadjordjević (6. Oktober 2012)
... l’obiettivo dell’Occidente è di ammassarci, rinchiuderci tutti nel “Beogradski pašaluk “, cioè nel Distretto belgradese di una volta. Giacchè continuando le tradizioni dell’allora RSF di Jugoslavia siamo un ostacolo e una minaccia (e non piccola) ai loro piani sui Balcani e ancor più verso il Sud-est europeo...
Stevan Mirković: Karadjordjevići (6. Oktober 2012)

Stevan Mirković o S. Jovanoviću i P. Karadjordjeviću (Dec. 2011.)
https://www.cnj.it/documentazione/mirkovic12.htm

General na Fejsbuku (30. 07. 2011.  - Autor: Stanko Stamenković)
General koji je ranjen na Sremskom frontu i doskorašnji ljubitelj Fejsbuka Stevan Mirković, načelnik generalštaba JNA od 1987. do 1989. godine, uglavnom se bavi okopavanjem bašte u svojoj kući na Banjici, gleda vaterpolo i plivanje i razmišlja o problemima na Kosovu...

Stevan Mirković: Draža je kremiran, a pepeo rasut (7. jun 2011)
... Draža odavno nije problem ove zemlje već njegovi ideološki sledbenici koji se okupljaju na Ravnoj gori i stalno zamahuju krvavim kamama na nevernike!...

Srbija razgovara: pomirenje zvezde i kokarde (Politika 04.07.2011.)
Mirković: Draži nisu presudili ni Tito ni partizani. Draži je presudio narod njegov, njegov kralj i njegova vlada...

Stevan Mirković: Poraz pobede / La sconfitta della Vittoria (Maggio 2010)
... Si meraviglia il ministro Sutanovac per questa situazione, ma è lui uno dei più grandi responsabili per lo scioglimento, ormai lontano, di quell'esercito vittorioso serbo; mentre questo esercito nuovo, proprio come il Governo, si è messo la divisa della NATO, ed il colonnello Draza Mihajlovic, con la mostra allestita nel Museo militare, si va annidando nelle anime militari!...

Stevan Mirković: La memoria del Fronte dello Srem (Sremski front) 1944 - 1945 (maggio 2010)
Il Fronte dello Srem è il tema anti-partigiano prediletto dei sostenitori delle parti perdenti, del Regno di Jugoslavia e della Serbia di Nedić, che fallirono totalmente nella guerra contro il fascismo nel periodo '41 – '45: gli uni si erano messi al servizio degli occupatori, gli altri fuggirono dal paese sotto la tutela degli Alleati (USA, Inghilterra) e attesero che questi gli portassero la libertà su d'un piatto d'argento...
Stevan Mirković: Sećanja na Sremski front 1944 – 1945 (Maj 2010.)
Sremski front je omiljena antipartizanska tema pristalica propalih gradjanskih krugova Kraljevine Jugoslavije i Nedićeve Srbije koji  su, inače, totalno omanuli u ratu protiv fašizma 41. – 45.: jedni su stupili u službu okupatora, drugi pobegli iz zemlje pod skute saveznika (SAD,Engleska), čekajući da im oni donesu slobodu na tacni...

Stevan Mirković: Gli jugoslavi e Srebrenica / Jugosloveni i Srebrenica (20.1.2010)
... La motivazione per cui con questa risoluzione entreremmo a far parte della famiglia dei "popoli civilizzati" è ridicola. I numerosi delitti austriaci, tedeschi, bulgari, compiuti contro i serbi nella I Guerra mondiale, e gli stessi delitti compiuti dagli italiani e dagli ungheresi nella II Guerra mondiale, dimostrano che questa è innanzitutto una famiglia di barbari, e non di gente civile. Cosa poi dire dei bombardamenti del 1999! Gli Stati che per 3 mesi hanno gettato bombe e missili sulla RFJ non sono nemmeno sulla soglia della civilizzazione. Essi sono gli ultimi degni di fare della morale sul genocidio...
Stevan Mirković: O Rezolucije Evropskog parlamenta o "genocida u Srebrenici" / Sulla risoluzione del Parlamento Europeo che istituisce l’ 11 Luglio quale Giorno del ricordo del genocidio a Srebrenica (30 gennaio 2009)

Intervento di Stevan Mirković in occasione del 65-mo anniversario della Giornata di liberazione di Belgrado / Stevan Mirković na tribini „Beogradska operacija“, 16.10.2009
... Anche questa Giornata, la festa piu’ solenne per la citta’ di Belgrado, il regime la usa per discreditare i comunisti ed i partigiani. L’ ultimo “can-can”, l'ultimo intrigo di questo governo contro i comunisti ed i partigiani in occasione dell’ imminente visita di Medvedev alla Serbia, e’ il tentativo di metterci in discordia con l’ Armata Rossa...
Stevan Mirković: Ottobre a Belgrado. Uno scandalo / Oktobarski skandal (22 ottobre 2009)
... Da quando il DOS e’ al potere in Serbia (dal 2000), niente viene festeggiato perche’ non c'è niente da festeggiare, eccetto le vittorie sportive. Per  quanto ricordo, in tutto questo tempo sono state inaugurate soltanto due fabbriche di conserve e due tangenziali intorno alle città...
Stevan Mirković: Oktobarski skandal (22.10.09)

Stevan Mirković: Jugosloveni / Jugoslavi (23.7.2009)
... Gli articoli anti-jugoslavi sono solitamente scritti da ex-jugoslavi, e se volete anche da ex-comunisti. Spesso si tratta del tentativo di lavarsi dai peccati per essere stati jugoslavi e comunisti, e quindi loro ora gonfiano errori e lacune di quel periodo, il che conferma il vecchio detto che "il convertito [all'Islam] è peggiore del turco ottomano"...

Stevan Mirković: Sram te bilo, Srbijo! / Vergognati, Serbia! ("PRAVDA", 27 decembra 2008. god.)
... Dopo che hanno fatto entrare il cavallo di Troia (EULEX) nel Kosovo-Metohija, i nostri leader possono dedicarsi alla loro principale attività: viaggiare per l’Europa assicurandosi il posto di lavoro...

Intervju generala Mirkovića ("PRAVDA", 12-13- jula 2008. god.)
Teško se danas živi, ali tako je bilo i 1941. godine, pa 1945. , ali smo se izvukli. Međutim, tada smo imali Tita i rukovodstvo koje je samostalno odlučivalo i nije moralo da po mišljenje ide u Njujork ili Brisel - kaže general Mirković...

Stevan Mirković: Srbija, svet i AVNOJ (29.11.2007)
Saopštenje Centra Tito povodom 65 godišnjice formiranja AVNOJ

Stevan Mirković: Oslobodimo Beograd ponovo! (2007)
... Mučno je gledati da se na 63. godišnjicu ta dva značajna datuma u našoj istoriji, svi poslanici skupštine Srbije i ministri baškare u njenim holovima i restoranima, ne mnogo zainteresovani ni za skupštinske poslove...

Stevan Mirković: Manjak kulture (“Višak istorije” – 21.10.2007)
... Srbija i srpski narod ima najviše razloga da slavi NOB. On jeste dao najveće žrtve ali se Jugoslavija na pravi način odužila svom najbrojnijem narodu: Srbi su ,pored zajedničke, imali i tri nacionalne države : Srbiju, zatim  Hrvatsku i BiH koje su bile države hrvatskog i srpskog, odnosno srpskog, muslimanskog i hrvatskog naroda, jer su Srbi u njima bili konstutivni narod!...

Discorso di Stevan Mirković nell'occasione della celebrazione della Giornata della Vittoria, 
presso la Casa dell'Esercito di Serbia 9 Maggio 2007
Govor Stevana Mirkovica na Svecanoj akademiji povodom Dana pobede 
u Domu vojske Srbije, 9. maja 2007. godine
 
Intervista radiofonica a Stevan Mirkovic (su “Voce jugoslava”, in onda il 13 marzo 2007 su Radio Città Aperta)
... Per noi è benvenuto ogni sostegno dei compagni italiani, anche lì sul terreno, sul Kosovo innanzitutto. Non ci interessano queste chiacchiere sull'entrare nell’ UE, sulle cooperazioni economiche bilaterali con l’Italia, l'amicizia... La questione primaria ora è il Kosovo. I nostri veri amici sono soltanto quelli che ci aiutano, ci sostengono a difendere il Kosovo...

Stevan Mirković: Dovidjenja na ulici ! (Mart 2007.)
... Nama treba Kosovo.Vlada Srbije mora raskinuti sve ugovore i sporazume s NATO kojima je dozvoljeno stacioniranje i kretanje jedinica ovog vojnog monstruma Srbijom i preuzeti kontrolu nad citavom svojom granicom i teritorijom...

Stevan Mirković: Tempi crudeli. L'opinione del Centro Tito riguardo al problema del Kosovo (24. Maggio 2006.)
... Sono dell'opinione che il nostro governo abbia una mentalità suddita, il che è una regolare caratteristica di nostra classe borghese, dalla quale proviene anche questo governo. Saprà esso trovare la forza per mostrare un comportamento statale oppure capitolerà e tradirà come quello nel 1941?...
Stevan Mirković: Surovo vreme. Misljenje Centra Tito o pitanju Kosova (24. Maggio 2006.)
+ Saopstenje "Centra Tito" povodom saopstenja Krunskog saveta o uvodjenju monarhije u Srbiji
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/5004

Stevan Mirković: Decapitato l'eroe di bronzo (Dec. 2004.)
... Per decenni, dalle loro basi americane e da quelle vaticane, [gli ustascia] hanno tentato di ammazzare, bruciare e distruggere tutto quello che nel mondo sa di jugoslavo, e in verità raramente nel nostro Paese. Tito dette loro la caccia in tutto il mondo...
Stevan Mirković: Bronzanom junaku odsecaju glavu (Dec. 2004.)

Stevan Mirković: Rodoljupci iz Topčidera (Jan. 2005.)
... Kosovo je jedan od najočiglednijih primera uspešnosti socijalističkog sistema u SFRJ. Na temelju tekovina zajedničke borbe Srba i Albanaca 1941-1945. (bratstvo i jedinstvo, zajednička svojina, samoupravljanje) ostvareno je ono što je izgledalo nemoguće u dugoj istoriji Kosova, kojom su dominirali albanski begovi i srpski knezovi...

Conversazione con Stevan Mirković (Belgrado, settembre 2001)
... la Zastava di Kragujevac ha dimostrato il pericolo della privatizzazione. All'inizio la privatizzazione è stata molto dura, sicché questo ministro delle finanze e i suoi seguaci sono dovuti scappare dalla fabbrica. Gli operai lo volevano picchiare !...

Intervista con Stevan Mirković (Belgrado, 5 gennaio 2001)
... Il comunismo è stato da noi abbattuto nel ’90, Milosevic ha fatto una parte del lavoro, è andato più piano, e questi di adesso, loro si precipiteranno a ricominciare questa privatizzazione e questa svendita…...

Former Army head calls for coup (B92 29/2/2000) [STEVAN MIRKOVIC: E' ORA CHE L'ESERCITO PRENDA IL POTERE]
... The Army should seize power, disband the government, the parliament and political parties, arrest Milo Djukanovic and eliminate Slobodan Milosevic...
https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/crj-mailinglist/conversations/messages/91

Si rianima l'idea del non-allineamento. Mirković come Tito (NIN, aprile 1997)
Gli organizzatori del nuovo movimento per il non-allineamento si confrontano con un grande dilemma: come scegliere una terza via se dopo la disgregazione dell'Unione Sovietica di via ne e' rimasta solo una...