(english / italiano)

Quarto anniversario della "Ustica" ucraina

in ordine cronologico inverso:

1) Team “investigativo” internazionale accusa la Russia; la Malaysia ne mette subito in discussione le “conclusioni” (maggio 2018)
2) Morto suicida (?) il pilota ucraino accusato dell'abbattimento del volo MH17 (marzo 2018)
3
) Ancora sul Boeing malese abbattuto in Ucraina (F. Poggi, 11 ottobre 2017)
4) Anniversario dell’abbattimento del volo MH-17 (S. Orsi, luglio 2017)
5) Kiev Regime Conducted Special Operation to Destroy Malaysian Airlines Flight MH17 / Kiev ha abbattuto il volo MH17 delle Malaysian Airlines (PravdaReport / Global Research, 29 June 2017)
6) Facts withheld of Malaysian airlines crash (Sara Flounders, August 28, 2014)


Si vedano anche:

17 LUGLIO 2014: DUE CACCIA UCRAINI ABBATTONO AEREO DI LINEA AMSTERDAM - KUALA LUMPUR [DOSSIER 2014]

LA USTICA UCRAINA – UN ANNO DOPO [JUGOINFO 2015]

NOME E COGNOME DELL'AVIERE UCRAINO CHE HA ABBATTUTO IL VOLO MH17 / Malaysian Boeing hit by an Ukrainian pilot [JUGOINFO 2015 / Non-notizie n.9]

VOLO MH17: IL REGIME EUROPEISTA UCRAINO LO HA FATTO ABBATTERE ED HA CERCATO DI ADDOSSARE LA COLPA ALLA RUSSIA PER AGGRAVARE LA CRISI [JUGOINFO 2017]


Il volo MH17, l'Ucraina e la nuova guerra fredda (PTV News 05.09.17)
VIDEO: https://youtu.be/ulwVERDW-Tk?t=4m40s


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Ucraina: russi abbatterono volo Malaysia (ANSA 24 maggio 2018)
http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2018/05/24/ucraina-russi-abbatterono-volo-malaysia_2dd2374c-ccd7-4622-b7c7-fb4a7f7a6a13.html
BUNNIK (OLANDA), 24 MAG - Fu lanciato da forze russe il missile antiaereo Buk che nel 2014 nei cieli dell'Ucraina orientale abbattè il volo di linea MH17 della Malaysia Airlines diretto dall'Olanda a Kuala Lumpur con 298 persone a bordo: a questa conclusione è giunto il team di investigatori internazionali che da quasi quattro anni indaga su quel disastro sulla base di un dettagliato esame di immagini video. La Russia ha sempre negato un suo coinvolgimento.

Il Punto di Giulietto Chiesa: "Un'inchiesta invalida" (PandoraTV, 26 mag 2018)

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Boeing MH17: la Malaysia mette in discussione le “conclusioni” del Team “investigativo” internazionale

di Fabrizio Poggi, 01/06/2018
 
Sembra riaprirsi la questione del Boeing 777 della Malaysia Airlines, abbattuto sul Donbass nel luglio 2014 mentre era in volo da Amsterdam a Kuala Lumpur sulla rotta MH17. E, forse non a caso, ciò avviene sullo sfondo di rapporti internazionali, alcuni in continua evoluzione e altri nemmeno tanto “tranquilli”. Solo per citare le ultime mosse: l'incontro a sorpresa tra il Ministro degli esteri russo Sergej Lavrov e Kim Jong Un a Pyongyang, in vista del prossimo vertice USA-RPDC del 12 giugno a Singapore, per un verso; la disputa commerciale USA-UE per i dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio, forse non ancora una guerra, ma con buone probabilità di causare scossoni nel panorama mondiale, dall'altro. E si riapre, la questione del Boeing, guarda caso, immediatamente dopo la messinscena “evangelico-mediatica”di Kiev, che ha obbligato anche i più imperterriti ammiratori degli euronazisti ad ammettere che, forse, come minimo, l'etica giornalistica stia da un'altra parte e tutto quello che dicono a Kiev vada forse letto alla luce delle mosse e della nazipolitica ucraine.
 
Dunque, appena la scorsa settimana aveva campeggiato sui media la sparata australiano-olandese che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto costituire “l'ultima parola” a conclusione delle – ci si passi il termine - “indagini internazionali” sull'abbattimento del Boeing civile e sancire l'ennesimo “ha stato Putin”; ma ecco che ieri la maggior parte delle agenzie riportavano la notizia secondo cui, il 30 maggio, il Ministro dei trasporti malese Anthony Loke aveva dichiarato a Channelnewsasia che “non ci sono prove conclusive per confermare che la Russia sia responsabile per l'abbattimento del volo MH17 della Malaysia Airlines”, costato la vita a 298 persone, di dieci diverse nazionalità.
 
Ecco che, nemmeno una settimana dopo l'annuncio delle “conclusioni” della JIT (Joint Investigative Team: Australia, Olanda, Belgio, Malaysia, Ucraina) secondo cui il razzo “Buk” che aveva abbattuto l'aereo malese non sarebbe stato sparato dalle truppe ucraine, bensì da un reparto della 53° brigata missilistica russa che scorrazzava su e giù tra Kursk e la frontiera ucraina. Uno dei se sistemi-razzo “Buk” in dotazione alla brigata, il numero 332, sarebbe stato spostato verso il Donbass e, da lì, avrebbe sparato. Per quanto riguarda le colpe, ha detto Loke, e "chi sia responsabile - non si può semplicemente puntare il dito sulla Russia"; e ha aggiunto che “ogni ulteriore azione sarà basata su prove conclusive”, tenendo conto “delle relazioni diplomatiche". Dopo le “conclusioni” esternate il 24 maggio congiuntamente da Amsterdam e Canberra, Vladimir Putin aveva detto che la Russia non le riconoscerà, finché non saranno ammessi alle indagini anche esperti russi e aveva ribadito che Mosca ha sempre, “sin dall'inizio, proposto un lavoro congiunto per investigare sulla tragedia”. Proposta, peraltro, sempre respinta, non solo da Kiev, ma anche dai suoi tutori d'oltreoceano.
 
Un discorso, quello di Putin, appena appena (si far dire!) un più serio delle accuse (e cosa altro ci sarebbe stato da aspettarsi?) lanciate contro Mosca dal SBU golpista e “appena appena” un po' più logico del cervellotico percorso ipotizzato congiuntamente da Bellingcat, The Insider e McClatchy per addossare la colpa alla Russia, secondo cui il “Buk” responsabile dell'abbattimento sarebbe rientrato in territorio russo passando per Debaltsevo e Lugansk, dovendo quindi percorrere almeno 250 km, per la maggior parte controllati all'epoca dalle forze ucraine, quando invece, dal luogo del presunto lancio (il Boeing era precipitato nell'area del villaggio di Grabovo, poco sopra Torez, una settantina di km a est di Donetsk) fino alla frontiera russa ci sarebbero stati appena un paio di decine di km, per di più da percorrere in territorio controllato dalle milizie.
 

Tra l'altro, oltre a non prendere mai in considerazione le varie ipotesi avanzate da esperti stranieri, dai tecnici russi della società produttrice del sistema missilistico presunto responsabile della tragedia, le testimonianze di aviatori e piloti ucraini, insomma, niente che potesse adombrare il minimo dubbio sulle responsabilità ucraine, Kiev non ha nemmeno mai risposto alla semplice domanda sul perché non avesse provveduto a chiudere ai voli civili il corridoio aereo sopra una zona di guerra.
 
L'impressione insomma è che, dopo la figura meschina consumatasi mercoledì pomeriggio a Kiev, al briefing congiunto SBU-Procura-ATR tataro, la credibilità ucraina faccia fatica a esser sostenuta anche dai più incalliti filogolpisti di mezzo mondo, ai quali ora, nota Vsepodrobnosti.ru, non resta altro che mettersi a insinuare dubbi su “corruzione, finanziamento del terrorismo e amicizia con Putin” del povero Ministro malese, che ha osato avanzare un legittimo e timido dubbio su “conclusioni” così affrettate e di parte.
 
Un dubbio che appare quantomeno problematico accantonare, specialmente ora, dopo il discredito sul SBU di Vasilij Gritsak e la Procura dell'elettrotecnico Jurij Lutsenko, che loro stessi si sono auto-assicurati; senza parlare della credibilità mediatica del “resuscitato” Arkadij Babcenko, su cui è il caso di stendere l'evangelico sudario del novello Lazzaro.
 
Un dubbio così forte che già anche il Ministro degli esteri olandese Stef Blok, fino a due giorni fa convintissimo delle responsabilità russe, ha detto ieri di non escludere la possibilità che Kiev, nonostante al momento non esistano “seri fondamenti giuridici”, venga chiamata a rispondere della tragedia.

Oltre alle reazioni di OSCE, politologi britannici e francesi, Ministro degli esteri belga Didier Reynders, si sprecano i commenti di giornalisti occidentali – The Washington Post, Financial Times, Channel 4, Deutsche Welle– che esprimono “sdegno” per il discredito gettato in tal modo su giornalisti, agenzie di stampa, redattori, commentatori e, in generale, sull'intera categoria giornalistica dalla “manipolazione operata dai Servizi ucraini, con cui”, come ha detto il Segretario generale di Reporters Sans Frontières, Kristof Deluar, “essi hanno dato inizio a una nuova guerra informativa”. 
 
Ma, forse, come si dice, “non tutto il male vien per nuocere”.


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VOLO MH17: MORTO SUICIDA IL PILOTA ACCUSATO DELL'ABBATTIMENTO (19.03.2018)
... Il capitano Vladislav Voloshin, 29 anni - che all'epoca del conflitto in Ucraina colpiva le posizioni dei ribelli filorussi nel Dombass ed è considerato un eroe nazionale - ha sempre negato l'accusa russa... L'uomo di recente era passato dai voli operativi alla direzione dell'aeroporto Mikolaiv, vicino al Mar Nero, da dove, secondo la polizia ucraina, si è sparato un colpo. La polizia di Mikolaiv descrive la sua morte come «suicidio», ma l'indagine, secondo la stessa polizia, viene condotta sotto la fattispecie di «omicidio premeditato».

Chi ha abbattuto il boeing malaysiano MH17 nei cieli di Ucraina? (PTV News 05.04.18)
Suicida il pilota ucraino Voloshin


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Ancora sul Boeing malese abbattuto in Ucraina

di Fabrizio Poggi11 ottobre 2017


Da mesi, molti mesi, è calato un ben comprensibile – da parte di chi ha interesse a tacere – silenzio occidentale sulla tragedia del Boeing malese MH17, abbattuto il 17 luglio 2014 nei cieli del Donbas sopra l’area di Torez e costato la vita a 298 persone. “Inchieste” internazionali; commissioni “indipendenti” (con la partecipazione di funzionari ucraini); ricostruzioni sperimentali dell’accaduto che, escludendo la responsabilità delle milizie, non sono mai state prese in considerazione; testimonianze di avieri ucraini semplicemente ignorate e ignorate pure le circostanze secondo cui ogni satellite statunitense sarebbe stato in grado, in maniera elementare, di verificare le reali circostanze dell’accaduto…

Quante volte si è detto che, se i golpisti e i loro compari avessero avuto la benché minima idea di una responsabilità delle milizie delle Repubbliche popolari, i corifei liberal-occidentali della comunicazione di regime avrebbero battuto la grancassa a ripetizione. Invece nulla. Oblio. Omertà.

Il silenzio è stato rotto, ancora una volta, da un ex-militare ucraino, Roman Labusov, tenente-colonnello transfuga da pochi giorni verso le milizie della DNR. Nel corso di una conferenza stampa, Labusov ha detto di essere in possesso di materiali segreti del Servizio di sicurezza ucraino (SBU), relativi principalmente all’abbattimento del Boeing malese e alle ripetute visite di funzionari e alti esponenti politici USA in Ucraina. Nel corso della conferenza stampa, di cui Russkaja Vesna mostra alcuni momenti, Labusov, che era a capo del settore cifra del SBU, alla precisa domanda di un giornalista sulle responsabilità per la tragedia del volo MH17, non indica soggetti concreti, ma in modo eloquente afferma che le indicazioni dei vertici politici golpisti e dei Servizi segreti erano quelle di “non indagare sul crimine, ma mettere insieme dettagli secondo cui l’aereo fosse stato abbattuto dalle milizie della DNR. Perciò, tutti i fatti erano semplicemente messi da parte”. Labusov ha affermato non esserci dubbi sul fatto che l’attacco all’aereo civile fosse un’operazione accuratamente pianificata e ben indirizzata.

Da parte sua, Rossijskaja Gazeta scrive di un altro ex-ufficiale ucraino, il maggiore Jurij Baturin, il quale avrebbe dichiarato in tv che il Boeing fu abbattuto da un razzo contraereo “Buk” lanciato dalle forze ucraine e, precisamente, da una batteria in servizio al 156° battaglione “Città di Zolotonoša”, proprio in quei giorni dislocato nell’area da cui, secondo ogni ipotesi, sarebbe stato lanciato il missile. Sul fatto che quel settore, nelle vicinanze del villaggio di Zaroščinskoe, al momento dell’abbattimento fosse controllato dalle truppe di Kiev, secondo il Procuratore generale della DNR, Roman Belous, è ora dimostrato da nuove prove. 

Accanto alle stragi di civili nel Donbass, accanto agli assassinii di militanti comunisti e di sinistra, accanto alle sfilate SS e alla “desovietizzazione”, sono queste le “gesta” dei golpisti ucraini, ai cui vertici anche l’italica “sinistra” di governo non disdegna di stringere la mano.


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Anniversario dell’abbattimento del volo MH-17

di Stefano Orsi, luglio 2017

Noto che nessuno ha ricordato l’abbattimento del volo MH17 avvenuto ormai tre anni fa.
Ancora si dibatte sulle responsabilità, cercando di addossarle di volta in volta alla Russia o agli indipendentisti novorussi del Donbass. Restano a nostra disposizione pochi dati certi.

Il primo di questi è che fino ad allora, nessuna batteria antiaerea complessa e sofisticata come il BUK era mai stata utilizzata e neppure data per catturata dai combattenti del Donbass, anzi pochissimi giorni prima, il ministro ucraino aveva confermato che nessuna batteria Ucraina fosse stata catturata dai “ribelli”.

Secondo fatto: fino a quel momento nessun aereo ed elicottero ucraino era mai stato abbattuto se non con mezzi spalleggiabili, di portata limitata, o armi convenzionali come le mitragliatrici antiaeree.

Terzo fatto: per utilizzare una simile batteria antimissile, occorre personale altamente specializzato, in genere vi sono alcuni ingegneri elettronici, che utilizzano la batteria radar di puntamento e trasmettono le informazioni al sistema di lancio che poi provvede all’abbattimento, non è certo cosa che possa fare un minatore incazzato.

Quarto fatto:data la penuria di mezzi a disposizione, l’esercito ucraino, non poteva più schierare sul fronte caccia bombardieri, per cui una batteria antiaerea di quella portata sarebbe stata assolutamente inutile alle forze ribelli.

Quinto fatto: gli unici ad aver schierato in zona batterie antiaeree, erano le forze ucraine, le avevano dislocate nelle retrovie del fronte per difendere le truppe in avanzata verso le principali città ribelli, temendo un attacco aereo da parte russa, non smisero mai di giustificare i loro insuccessi mentendo sulla presenza al fronte di truppe russe regolari, notizia smentita più e più volte dagli stessi ispettori OSCE che controllavano i varchi di frontiera.

Sesto fatto: tutte le “prove” mostrate dagli ucraini a sostegno delle loro accuse contro i russi, registrazioni telefoniche, fotografie ed altre, si rivelarono dei clamorosi falsi.

Settimo fatto: le autorità russe misero immediatamente a disposizioni delle autorità inquirenti, tutte le registrazioni ed i tracciati radar in loro possesso.

Ottavo fatto: Le autorità ucraine si rifiutarono da subito di fornire i tracciati radar ed ogni registrazione di dialoghi con l’aereo abbattuto.

Nono fatto: i patrioti del Donbass, sospesero ogni attività bellica nella zona dove precipitarono i resti dell’aereo, zona molto vicina al fronte dei combattimenti, per permettere agli inquirenti ed investigatori internazionali di presenziare subito all’esame dei resti dell’aereo, e li scortarono per difenderli da eventuali agguati delle forze ucraine.

Decimo fatto: Le forze di invasione ucraine, non sospesero gli attacchi anche e soprattutto nelle zone dove caddero i resti dell’aereo, e come testimoniato dalle autorità internazionali inviate sul posto, dovettero sospendere i lavori a causa dei vicinissimi colpi di artiglieria sparati dagli ucraini.

Undicesimo fatto: volendo riassumere la vicenda, la sola presenza provata e certa di batterie di BUK era degli ucraini nelle retrovie del fronte, presenza certificata da loro stessi in funzione antirussa. Nessun missile BUK era mai stato lanciato dai patrioti del Donbass in precedenza, ne mai ne venne lanciato alcuno successivamente. Nessuna batteria di missili è mai stata data per catturata dai ribelli in precedenza, solo successivamente ai fatti le autorità ucraine dissero che ne avevano persa una catturata dai ribelli e lo fecero tardivamente. Nessuna infiltrazione di batteria AA russa è stata osservata o provata nel settore del Donbass e ogni traiettoria era incompatibile con un missile lanciato dal suolo russo o dal territorio ancora libero del Donbass. Le autorità russe o del Donbass, collaborarono immediatamente con gli inquirenti internazionali, mentre le autorità ucraine ostacolarono platealmente ogni indagine. Ogni movente per il lancio di un missile contro un aereo civile, si risolve in un tentativo da parte ucraina di far ricadere la colpa sui “ribelli” del Donbass o direttamente sui russi, tentativo fallito in quanto i resti dell’aereo caddero in un settore vicinissimo al fronte ma ancora libero e presidiato da truppe novorusse, che permisero agli inquirenti di recarsi immediatamente sul posto, aggiungo che le scatole nere, trovate, vennero immediatamente consegnate ed integre, è da notare come mai ci vennero fatte ascoltare le registrazioni dei dialoghi dei piloti, ne tanto meno alcuna trascrizione dei medesimi, mentre in ogni altra occasione queste vennero rese subito disponibili.

Pertanto , in conclusione, direi che se gli unici missili nel settore erano ucraini, e gli unici ad avere un movente chiaro per causare questo tipo di incidente fossero gli ucraini, direi che vi siano pochi dubbi su chi sia stato a commettere il fatto, il resto è tutta fuffa politica per giustificare le concessioni e l’integrazione di un paese criminale nell’Unione Europea.

Resta certo che i morti, 295, attendono che si dia loro almeno la giustizia della verità sulla loro fine, invece di specularci sopra per i soliti giochi di guerra fredda che vediamo troppo spesso.


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ORIG.: Kiev Regime Conducted Special Operation to Destroy Malaysian Airlines Flight MH17 (PravdaReport 29 June 2017 / Global Research, June 30, 2017)



Kiev ha abbattuto il volo MH17 delle Malaysian Airlines

4 luglio 2017

Pravda, 29 giugno 2017 – Global Research

Il quotidiano Sovershenno Sekretno prosegue l’indagine sull’abbattimento del Boeingmalese sul Donbas, pubblicando un’altra serie di documenti che attribuisce a Kiev la colpa della tragedia. I giornalisti hanno ottenuto una mappa, un piano di volo segreto, steso e firmato personalmente, il giorno prima del volo, 16 luglio 2014, dal pilota della 299.ma Brigata aerea tattica capitano Vladislav Voloshin. Il piano fu approvato dal comandante dell’unità militare A4104, colonnello Gennadij Dubovik. L’Ucraina ancora afferma che alcun aereo militare volò nella zona il giorno in cui si verificò la tragedia. Tuttavia, i documenti appena pubblicati dimostrano che gli ufficiali ucraini mentono. Pravda ha avuto una breve intervista con Sergej Sokolov, caporedattore di Sovershenno Sekretno.

“Questa volta il materiale è ampio, ci sono copie scansionate di documenti e trascrizioni delle conversazioni coi piloti dell’aviazione ucraina. È noto che l’Ucraina usò i suoi aerei da guerra quel tragico giorno. Cosa dicono le informazioni appena scoperte?”
“Questi documenti dimostrano che ci furono ordini per l’impiego degli aerei da combattimento. Le conversazioni coi militari della divisione aerea di Chuguev testimoniano che ci furono delle sortite. Cerchiamo di essere oggettivi, ma sappiamo che la versione promossa dalla commissione internazionale nei Paesi Bassi prevale, secondo cui fu un sistema missilistico russo Buk che abbatté l’aereo. Crediamo che tale versione sia faziosa e non credibile perché i documenti che pubblichiamo testimoniano che ci furono altri fatti da considerare e analizzare attentamente da parte della commissione internazionale nei Paesi Bassi”.

“Come avete avuto queste informazioni?”
“In modo rigoroso, quando abbiamo ricevuto registrazioni audio delle conversazioni coi militari dell’unità aerea di Chuguev, fu chiaro che una persona sconosciuta gli parlò e fece queste registrazioni. In generale, fu un’operazione speciale per documentare i reati commessi dalle forze armate ucraine”.

“Pensi che la distruzione del Boeing della Malaysia Airlines fu un’operazione ben pianificata?”
“Secondo i documenti che abbiamo pubblicato, l’SBU ucraino parla della distruzione come dovuta a un’operazione speciale. Tale conclusione è possibile”.

“Cosa puoi dirci di chi ordinò la distruzione dell’aereo di linea?”
“Se fu un’operazione speciale statale, è chiaro che riguarda l’amministrazione ucraina. Nel nostro articolo notiamo una strana coincidenza. Alla vigilia della tragedia, due alti funzionari dell’amministrazione ucraina visitarono l’unità aerea di Chuguev: Jatsenjuk, poi primo ministro dell’Ucraina, e Parubij. Visitarono anche la brigata aerea tattica di Nikolaev. Parlando in senso stretto, fu una coincidenza, ma abbiamo pubblicato una foto in cui Jatsenjuk appare accanto al velivolo SU-25 08, l’aviogetto che il capitano Voloshin avrebbe pilotato, secondo il piano di volo”.

“C’è qualche speranza che il tuo materiale influenzi l’inchiesta nei Paesi Bassi?”
“Mi piacerebbe molto crederlo, perché mi fa davvero male vedere persone plaudire il dilettantismo di Bellingcat con articoli dalle foto manipolate”.



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Facts withheld of Malaysian airlines crash

[Excerpt from: Russian trucks deliver food and aid — and leave

By Sara Flounders on August 28, 2014

http://www.workers.org/articles/2014/08/28/russian-trucks-deliver-food-aid-leave/ ]


(...) Notable for its absence in the corporate media is any mention of the July 17 downing of Malaysian Airlines Flight MH17 over Ukrainian territory, killing all 298 people on board.

At that time, and without any evidence, all U.S. and NATO officials immediately blamed Russia and the Ukrainian rebels in eastern Ukraine for shooting down the Boeing 777. They used this charge to whip the European Union into imposing sanctions on the Russian economy.

On Aug. 11, the Dutch Safety Board announced that a preliminary report would be published in a week with the first factual finding of the ongoing investigation into the flight that departed from Amsterdam and crashed in Ukraine. The Netherlands was given custody of the flight data recorder, or black box recordings, from the crash.

As of Aug. 25, the Dutch government has refused to release the recordings. (RIA Novosti, Aug. 25) This, of course, immediately raises suspicions that the Kiev junta forces were responsible for the crash.

Questions had already been raised of why the Kiev forces would have placed numerous BUK anti-aircraft batteries in the area when the rebels have no planes, why the Malaysian flight was diverted hundreds of miles by Kiev ground control over the battle zone, and why Kiev air traffic control data and radar data of the flight have still not been made ­public.

Did the Ukrainian military shoot down the passenger plane simply to create a provocation that could be turned against the rebels in east Ukraine and Russia?

Demands for an independent inquiry into the crash are growing. One petition raises the danger of the U.S. expansion of NATO and military encirclement of Russia and posed the possibility that Flight MH17’s crash resulted from an attempt to assassinate Russian President Vladimir Putin, whose aircraft was returning from South America the same day.

The media’s silence now and the absence of U.S. officials providing any concrete evidence in over a month from their own spy satellites or radar add fuel to the growing questions and deep suspicions of the Kiev coup regime’s role in the crash and the growing danger of U.S./NATO military expansion.