(6/6/2 - continua)

> http://www.citinv.it/iniziative/info/ratlines.html

Gli ustascia

Vladimir Kren

Durante la guerra fu generale e comandante in capo
dell'aviazione dello "Stato Croato Indipendente": ``il
generale Vladimir Kren, l'ex-ufficiale dell'aviazione
jugoslava che, nell'aprile del 1941, aveva organizzato il
passaggio ai tedeschi di molti dei suoi militari, era stato
ricompensato con la carica di comandante dell'aviazione
di Pavelic'' (118).

Vladimir Kren fu uno dei pochi amici di Pavelic che fu
preso:
Nell'indagare sulla presenza di criminali croati a San
Girolamo, l'agente americano ``Gowen organizz� un
audace furto con scasso nell'ufficio di Draganovic. [...]
Uno dei documenti pi� importanti era una lista di nomi di
croati che venivano nutriti, vestiti, alloggiati e provvisti
di ogni altra cosa nel monastero di San Girolamo. [...] In
tale elenco erano inclusi anche i nomi di diversi criminali
di guerra jugoslavi ricercati da tempo, dei quali
Draganovic aveva continuamente negato la presenza: [...]
almeno una ventina delle persone alloggiate all'interno
dell'istituto si trovavano nelle liste nere occidentali''
(112-113).

In questo modo, i servizi occidentali avevano saputo che
``un gruppo di criminali di guerra ricercati [...] si era
imbarcato sulla "Philippa" il 4 marzo 1947'' e che fra loro
si trovava Vladimir Kren, che viaggiava sotto il falso
nome di Marko Rubini (118-119). Kren fu arrestato dal
maggiore Clissold, della British Special Screening
Mission, la squadra alla ricerca dei nazisti. ``Questa fu
una delle pochissime occasioni in cui lo spionaggio
occidentale trionf�. [...] Qualche settimana pi� tardi, gli
inglesi prepararono un'imboscata nello stesso istituto di
San Girolamo, arrestando circa un centinaio di uomini che
stavano andandosene al termine di un incontro'' (118).
Alla fine, Kren fu consegnato al governo jugoslavo (118).

Vjekoslav Vrancic

Fu sottosegretario del Ministero degli Interni di Ante
Pavelic. ``Tale ministero [...] era direttamente
responsabile dei campi di concentramento nonch�
dell'apparato poliziesco particolarmente repressivo''
(112). Divenne poi il contatto radio in Austria per le
missioni dei krizari (133).

Nel 1947, ``Vrancic doveva essere consegnato agli
jugoslavi ma, tre giorni dopo questa decisione, egli sfugg�
misteriosamente alla custodia degli inglesi. Riusc� quindi
a mettersi al sicuro all'interno della Confraternita di San
Girolamo, prima che padre Draganovic lo facesse
espatriare attraverso la sua ratline. Nel novembre del
1947 [arriv�] in Argentina sotto il nome di Ivo Rajicevic;
in quel paese Vrancic divenne una figura di primo piano
nella rinascita dell'apparato terroristico ustascia'' (112).

Vilko Pecnikar

Genero di Ante Pavelic (134), Pecnikar era un ``veterano
del movimento e organizzatore dei gruppi terroristici di
Pavelic prima della guerra. Durante il conflitto raggiunse
il grado di generale nella guardia del corpo personale di
Pavelic e fu capo anche della brutale gendarmeria che
operava in stretta collaborazione con la Gestapo'' (112).

Dopo la fine del conflitto ``Draganovic e Pecnikar
lavorarono a stretto contatto per riorganizzare il
movimento ustascia'' (112) ed entrambi gestirono
insieme il tesoro degli ustascia (134). ``Manteneva
contatti con diverse organizzazioni naziste clandestine e
gestiva un sofisticato servizio segreto che collegava i
gruppi italiani con quelli austriaci'' (134).

Ivo Omrcanin

Durante il breve periodo di vita della Croazia
Indipendente, fu ``un funzionario del Ministero degli
Esteri ustascia'' (127).

Successivamente, ``Lavor� a stretto contatto con
Draganovic per dare una mano nelle vicende relative
all'emigrazione dei profughi croati. [...] Lavor�
direttamente sotto la guida di Draganovic nel Pontificio
Comitato Croato di Assistenza tra il 1948 e il 1953,
girando per i campi di profughi e inviando migliaia di
fuggiaschi attraverso la ratline. [...] Si vanta anche di aver
inviato attraverso la ratline 30.000 persone, tra cui molti
scienziati e tecnici tedeschi'' (127).

``Omrcanin [....] vive oggi a Washington, da dove pubblica
una serie di trattati di propaganda pro-ustascia'' (127).

Ljubo Milos

``Fu un alto ufficiale nel campo di concentramento di
Jasenovac. Uno dei suoi atti esemplari fu l'uccisione
rituale degli ebrei. Dopo l'arrivo al campo di un mezzo di
trasporto, Milos indossava un camice da medico, ordinava
alla guardia di portargli tutti coloro che avevano richiesto
un ospedale, li conduceva all'ambulanza, li metteva lungo
il muro e, con un colpo di coltello, tagliava la gola delle
vittime, spezzava loro le costole e le sventrava.

Milos diresse anche altri brutali metodi di sterminio.
Prigionieri nudi venivano gettati vivi nella fornace accesa
della fabbrica di mattoni annessa al campo, mentre altri
venivano percossi a morte con mazze e martelli.
Decisamente, Milos non era un innocente patriota croato
che si era limitato a prestar servizio nel governo di
Pavelic per senso del dovere nei confronti della propria
nazione. Era un volgare e sadico assassino, colpevole
proprio di quel tipo di crimini che Draganovic riteneva
meritassero una punizione. Eppure Draganovic estese
anche a lui la sua carit� cristiana.'' (120).

Il prete croato, infatti, fece fuggire Milos, e gli diede
anche molti soldi (120). Milos scamp� ``all'arresto da
parte degli alleati proprio grazie a padre Draganovic,
nonostante i suoi sanguinosi precedenti'' (132). ``Milos
viveva in un campo italiano e stavano per arrestarlo.
Draganovic fu avvertito segretamente da qualche agente
dei servizi segreti inglesi e us� la sua sofisticata
organizzazione per far sparire Milos, portandolo in salvo''
(121).

In seguito fu catturato in Jugoslavia nel corso di una
missione terroristica (121): nel 1948 figur� come
imputato al processo dei krizari (132).

Lovro Susic

Ministro dell'economia di Ante Pavelic (111), ``collabor�
strettamente coi nazisti alla deportazione di lavoratori
croati per lavori forzati in Germania, prestando servizio,
in seguito, presso la sanguinaria divisione delle SS
denominata Principe Eugenio'' (111).

Nel 1945 si trovava a Wolfsber, dove custodiva gran
parte del tesoro ustascia, prima di affidare tale tesoro a
Draganovic, Hefer, e Pecnikar (133-134). Nel 1947 si
rifugi� nell'istituto di San Girolamo (111), e poi divenne
uno dei comandanti delle operazioni dei krizari (134).

Dragutin Toth

Durante il conflitto il dottor Dragutin Toth fu Ministro del
Commercio di Ante Pavelic, presidente della Banca
Nazionale Croata e, infine, Ministro delle Finanze (111).
``Riusc� ad arrivare alla ratline di Draganovic e a
raggiungere l'Argentina verso la met� del 1947'', e ci�
malgrado il fatto che Londra e Washington avessero gi�
raggiunto un accordo per consegnarlo a Tito (111).

Bozidar Kavran

``Prima della guerra [aveva fatto parte, insieme a Rover,]
del movimento clandestino ustascia in Bosnia, [ed
entrambi] furono coinvolti in un complotto per assassinare
Re Pietro'' (146). ``In tempo di guerra fu il comandante
del quartier generale ustascia'' (146).

``Dopo la fine del conflitto gli fu affidata la responsabilit�
della base austriaca dei krizari a Trofaiach. Lavor�
direttamente agli ordini di Pavelic e Draganovic nelle
operazioni terroristiche e spionistiche dei krizari'' (146).
Fin� imputato al "processo pilotato" del 1948 (146).

Srecko Rover

Ustascia sin da prima della guerra, i suoi camerati lo
soprannominavano affettuosamente "piccolo lupo" (147).
Fece parte, insieme a Kavran, di un complotto per
assassinare Re Pietro (146). ``Quando nel 1941
arrivarono i nazisti, Rover entr� a far parte di una delle
micidiali corti marziali itineranti di Pavelic, che
giustiziavano in maniera sommaria i nemici razziali e
politici degli ustascia. Dopo aver prestato servizio in
questa squadra di sterminio itinerante, Rover fu inviato
in Austria per essere addestrato come agente speciale e
quindi promosso a prestar servizio nella guardia del corpo
personale di Pavelic, un'unit� di polizia repressiva simile
alla Gestapo'' (146).

Divenne il contatto degli americani nei krizari: ``Dopo la
guerra, Rover si un� alla moltitudine di criminali di guerra
latitanti, dandosi alla macchia nella campagna italiana, e
presto si arruol� nel movimento clandestino dei krizari.
Alla Confraternita di San Girolamo, ottenne da
Draganovic i documenti d'identit� falsi che gli permisero
di procurarsi dei certificati ufficiali, soprattutto quelli di
residenza italiana.

Rover lavor� a stretto contatto con Draganovic,
intraprendendo numerose missioni per conto
dell'eminenza grigia degli ustascia, [ossia Draganovic,] e
riuscendo ad arrivare, alla fine, ai vertici del comando dei
krizari. All'inizio del 1946, Rover fu mandato a Trieste
per lavorare nella rete spionistica di Draganovic. Contatt�
il colonnello Perry e stabil� stretti rapporti di lavoro con
l'ufficiale dei servizi segreti americani. [...] Perry rimase
impressionato dai progetti di Rover, dato che reclut� il
capitano dei krizari e gli forn� documenti di viaggio e
d'identit�. L'americano lo invi� in Jugoslavia per creare
un percorso clandestino attraverso cui si potessero far
penetrare degli agenti all'interno di quel paese.

[...] Quasi ogni volta che [Rover] si trovava nei guai con le
autorit� occidentali, Perry veniva in suo aiuto. I reparti
alleati specializzati nella caccia ai nazisti arrestarono
Rover in varie occasioni, ma gli interventi di Perry ne
garantivano sempre il rilascio. Il rapporto con gli
americani permise anche al "piccolo lupo" di avere
accesso a risorse e informazioni grazie alle quali fece
rapidamente carriera tra le file dei krizari, fino a
diventare, alla fine, comandante in seconda di Kavran
della base di Trofaiach, in Austria.

[...] Da principio faceva il corriere e consegnava istruzioni
top secret ai capi krizari. Divenne anche abile nel
procurarsi e falsificare sofisticati documenti d'identit� e
di viaggio, permettendo a se stesso e ai suoi compagni di
viaggiare liberamente persino all'interno della Jugoslavia
comunista. Poi reclut� volontari per le missioni
terroristiche e di spionaggio.

[...] Si rec� a Roma per incontrarsi con Draganovic e
riferirgli di persona i suoi ultimi successi. Cominci�
presto a lavorare a stretto contatto con altri importanti
membri della rete di Draganovic. [...] Fin dall'inizio del
suo rapporto con Perry, sembr� che le cose andassero
storte. Per esempio, la prima missione per conto
dell'americano aveva condotto Rover a Rijeka e Zagabria.
Questi torn� indietro senza correre rischi, ma la persona
che percorse dopo di lui lo stesso itinerario venne
immediatamente catturata.

[...] Quasi tutte le operazioni dei krizari in cui ci fu lo
zampino di Rover si rivelarono un completo disastro. Lo
stesso Pavelic arriv� a sospettare che Rover fosse un
agente comunista che faceva il doppio gioco, o almeno una
specie di agente provocatore. Tra i principali leader dei
krizari, Rover sembra sia stato uno dei pochi a entrare pi�
volte in Jugoslavia senza essere scoperto e arrestato dalla
polizia segreta di Tito.

[...] Quando, verso la met� del 1948, furono varate le
ultime disastrose operazioni, a Rover fu affidata la
responsabilit� di guidare i gruppi terroristici all'interno
del paese. Per coincidenza, tutti gli uomini da lui portati
oltre il confine furono uccisi o catturati, la maggior parte
nel giro di poche ore, i dispersi entro pochi giorni. Nello
stesso anno, i sopravvissuti si trovarono di fronte al
tribunale di Tito a Zagabria. Sembra che Srecko Rover sia
stato uno dei pochi tra i pi� importanti krizari a non
trovarsi tra le loro fila. In seguito Rover riport� fiaschi
simili anche in Australia'' (146-148).

Miha Krek

Presidente di Intermarium e amico intimo di Vajta (67).
``Capo del Partito Popolare Cattolico della Slovenia, [...]
Krek lavorava per i servizi segreti inglesi'' (67,137).
Lavorava in stretta collaborazione con monsignor Anton
Preseren, ``assistente generale del potente ordine dei
gesuiti'' (137).

L'agente statunitense William Gowen

Fu incaricato dal CIC per indagare sulla rete clandestina istituita
per permettere ai nazisti di fuggire ed arrestare i criminali
ricercati presenti a Roma (57). Fu tuttavia convinto da Ferenc
Vajta a premere sugli USA affinch� collaborassero con
Intermarium (73). Vajta gli aveva anche rivelato l'appoggio del
SIS ai krizari (132).

Fu l'arteficie della scelta americana di coprire i criminali in fuga.
Consigli� ``all'America di chiudere un occhio sul fatto che il
Vaticano proteggesse un nazista'', e cio� Vajta, giustificando la
cosa ``in considerazione del contributo della Santa Sede alla
causa anticomunista'' (78). Il 6 luglio 1947, Gowen ``sugger� che i
servizi segreti americani assumessero il controllo
dell'Intermarium'' (92).

(6/6/2 - FINE. Seguono NOTE)

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