Subject: Globalisation of the Yugoslavia
Date: Wed, 4 Jul 2001 01:32:10 +0200
From: "Andrea Catone"
Globalisation of the Yugoslavia
La Jugoslavia � stata - a partire dalla met� degli anni '80 e in
particolare nell'ultimo decennio - uno dei laboratori pi� martoriati e
insanguinati della "globalizzazione" capitalistica.
Per imporre il proprio dominio economico, politico, culturale, un pugno
di grandi potenze - Stati Uniti e Germania in testa, in accordo e in
competizione ad un tempo per la spartizione del cruciale crocevia
balcanico, affiancate da Francia, Italia e altri partner minori della UE
- ha fatto ricorso
a) al ricatto e allo strangolamento economico: l'embargo ha colpito sin
dal maggio 1992 la RFJ, colpevole prima di tutto di non aderire alla
NATO e di non adottare le ricette del FMI, che imponevano la fine delle
politiche di difesa sociale per i lavoratori e gli strati pi� deboli
della societ� e privatizzazioni selvagge di tutto il settore pubblico.
In seguito, il ricatto economico si � manifestato nel modo pi� spudorato
nella forma del diktat al governo serbo: o la consegna di Milosevic o
niente "aiuti" internazionali;
b) all'aggressione militare diretta. Agosto-settembre 1995: 3000
"missioni" NATO in Bosnia per imporre gli accordi di Dayton, e poi, i 78
giorni di terribili e distruttivi bombardamenti della primavera del '99.
A questa si accompagna un'aggressione militare indiretta attraverso le
milizie dell'UCK, foraggiate e armate da Germania e USA, che hanno
operato dal 1996 in Kosovo - e ora in Serbia del Sud e in Macedonia -
per creare il casus belli, il pretesto per l'intervento delle grandi
potenze (vecchia tattica, ben nota anche all'imperialismo romano
antico);
c) alla disinformazione strategica, alla globalizzazione della menzogna.
Una campagna su scala mondiale pagata a suon di milioni di dollari (se
ne � pubblicamente vantato il direttore della Ruder & Finn, James Harf)
per demonizzare i dirigenti jugoslavi, colpevoli di opporsi ai piani
della NATO e del FMI. E' la "fabbrica del consenso" (analizzata da Noam
Chomsky) per giustificare 50 anni di aggressioni USA e NATO contro i
popoli del mondo. Si veda ad esempio tutta la campagna mondiale sulla
"strage di Racak" del gennaio 1999 in Kosovo, che figura al primo punto
delle imputazioni del tribunale dell'Aja contro Milosevic. Essa si � poi
rivelata il frutto di una montatura, orchestrata dal capo della missione
OSCE William Walker, gi� agente della CIA in Salvador e in Honduras tra
il 1974 e il 1982 (cfr. gli articoli di Tiziana Boari sul Manifesto del
15.4.00 e 6.2.01), per non parlare delle migliaia di "fosse comuni" in
Kosovo annunciate da Clinton e mai trovate dalle truppe della KFOR, o
del piano "Ferro di cavallo" di "pulizia etnica" del Kosovo, inventato
di sana pianta dal governo tedesco (cfr. Serge Halimi e Dominique Vidal,
"Cronaca di una disinformazione", Le monde diplomatique - il manifesto,
marzo 2000, pp. 10-11; o il pi� ampio e recente libro del giornalista
Juergen Elsaesser, Le menzogne della Nato in Kosovo: perch� Milosevic
non � colpevole).
d) all'ingerenza massiccia nella vita interna della Jugoslavia: con un
massiccio investimento di risorse economiche e mezzi tecnologici viene
lautamente finanziata attraverso fondi diretti del dipartimento di Stato
americano e della UE e, indiretti, attraverso le ONG sostenute dal
multimiliardario Soros, la "Opposizione Democratica Serba" (DOS),
sostenitrice di un programma economico neoliberista totalmente basato
sulla dipendenza dai capitali occidentali (cfr. il programma degli
economisti jugoslavi del "G-17") e dalla NATO (cfr. il recente e
dettagliato opuscolo di R. Giusti, A. Hoebel e F. Grimaldi, La NATO in
Jugoslavia: dalla guerra al colpo di Stato, La citt� del Sole, Napoli,
2001);
e) alla costituzione di un tribunale "internazionale", alle dirette
dipendenze degli USA, con uno statuto e una procedura che fanno violenza
a tutta la civilt� giuridica europea e al diritto internazionale. Il
Tribunale, nei fatti, non rispetta diversi principi di legge
assolutamente fondamentali: la separazione dei poteri (esecutivo,
legislativo e giudiziario), parit� fra accusa e difesa, presunzione di
innocenza finch� non si giunge ad una condanna.
Il Tribunale Internazionale per i Crimini di Guerra � stato fondato nel
1993 dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (15 membri dominati
dai grandi poteri e dal veto USA), su insistenza del Senatore Albright.
Il normale canale per creare un Tribunale come questo, come a suo tempo
ha puntualizzato il Segretario Generale delle Nazioni Unite, avrebbe
dovuto essere "attraverso un Trattato Internazionale stabilito ed
approvato dagli Stati Membri che avrebbero permesso al Tribunale di
esercitare in pieno nell'ambito della loro sovranit�" (Rapporto No X
S/25704, sezione 18). Tuttavia, Washington ha imposto un'interpretazione
arbitraria del Cap.VII della Carta delle Nazioni Unite, che consente al
Consiglio di Sicurezza di prendere "misure speciali" per restaurare la
pace in sede internazionale. Pu� essere la creazione di un Tribunale una
"misura speciale"? E' arduo pensarlo! Il Tribunale Internazionale per i
Crimini di Guerra � esso stesso non legale.
Senza precedenti nella storia della legge, il Tribunale ha avuto pieni
poteri di costituire le proprie leggi e i regolamenti - regolamenti che
nei fatti ha modificato frequentemente.
Attraverso una procedura totalmente ridicola, il Presidente pu�
apportare variazioni di sua propria iniziativa o ratificarle via fax ad
altri giudici! (regola 6).
Vi � un'altra norma creativa. Le leggi del Tribunale Internazionale per
i Crimini di Guerra hanno il carattere della retroattivit�, emanate e
confezionate per adattarsi ai fatti, dopo l'evento.
Ancora peggio: il Procuratore (l'Accusa) pu� anche cambiare queste norme
(la Difesa non lo pu� fare). E non esiste un "giudice per le indagini
preliminari" che investighi sulle accuse e le contro-accuse. Il
Procuratore conduce l'inchiesta nel modo che pi� gli aggrada.
La Corte pu� ricusare un avvocato della difesa o semplicemente non
ascoltarlo, se lo ritiene "aggressivo" (regola 46).
Il Procuratore pu�, con il consenso dei giudici, rifiutare di concedere
all'avvocato difensore di consultare libri, documenti, foto e altro
materiale probatorio (regola 66).
Inoltre, la fonte testimoniale e di informazioni pu� essere tenuta
segreta. Questo significa che agenti CIA possono riempire i dossier del
Tribunale con accuse raccolte illegalmente (attraverso intercettazioni
foniche, corruzione, furti) senza averle sottoposte ad alcun tipo di
verifica o di controllo incrociato.
Anche i rappresentanti di altri Stati (partecipanti nel conflitto, ma
alleati degli Stati Uniti) possono sottoporre informazioni confidenziali
senza alcuna formale richiesta in merito.
Un atto di accusa pu� rimanere segreto "nell'interesse della giustizia"
(regola 53), in modo tale che l'accusato non possa difendersi nei modi
normali.
Un sospetto, cio� qualcuno che non � ancora stato imputato, pu� essere
detenuto per novanta giorni prima di essere accusato, un tempo pi� che
sufficiente per estorcergli forzatamente una confessione.
Inoltre, la regola 92 stabilisce che le confessioni saranno ritenute
credibili, a meno che l'accusato possa provare il contrario. Mentre, in
qualsiasi altra parte del mondo, l'accusato � ritenuto innocente fino a
quando non sia provata la sua colpevolezza.
Nessun Tribunale nazionale, negli Stati Uniti o in qualsiasi altra parte
del mondo, potrebbe operare in una tale maniera platealmente illegale o
arbitraria. Ma quando questo serve a condannare i nemici degli Stati
Uniti d'America, allora i principi della legge non valgono pi� di tanto.
In accordo con i padroni del mondo, il diritto appartiene ai pi� forti e
ai pi� ricchi.
[cfr. al proposito Christopher Black e Edward Herman, Il manifesto del
27 e 28 maggio 2000; Raniero la Valle, Liberazione, 4.4.2001; Kosta
Cavoski, http://emperors-clothes.com/articles/cavoski; M. Collon,
http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/913).
In tal modo i "globalizzatori" vincenti vogliono esercitare la loro
vendetta su scala globale - da un simbolico e spettacolare patibolo
mondiale - su chi ha provato ad opporsi e a resistere loro sul piano
economico, politico, militare.
La "globalizzazione" della Jugoslavia - il suo inglobamento quale paese
subordinato e ligio agli ordini delle grandi imprese transnazionali e
della NATO - appare in tutta evidenza nei tempi e modi in cui interviene
l'arresto (notte del 31 marzo) e la consegna all'Aja (28 giugno) dell'ex
presidente jugoslavo Slobodan Milosevic da parte di un governo di
"compradores" giunto al potere nell'autunno scorso a suon di milioni di
dollari e marchi, con l'appoggio logistico-militare della NATO e che nel
giro di pochi mesi ha peggiorato enormemente le condizioni di vita della
popolazione, soppresso praticamente la libert� di stampa e di
informazione, sbattuto in prigione centinaia di militanti di sinistra,
scacciato con la violenza e sostituito illegalmente i dirigenti
socialisti delle imprese pubbliche (la maggior parte delle imprese del
paese), per costruire un'oligarchia corrotta e mafiosa, pronta a
svendere il paese, non dissimile nella sostanza - fatte le debite
proporzioni - da quella che ha imperversato per un decennio nella Russia
eltsiniana (cfr. E.Vigna, Jugoslavia 2001, La Citt� del Sole, Napoli,
2001)
L'arresto e la deportazione all'Aja di Milosevic sono avvenuti
puntualmente, con un sincronismo che non lascia adito a dubbi, a seguito
di un aperto e palese, anzi, volutamente ostentato e gridato, ricatto
economico degli USA e degli altri paesi "donatori": era stato il governo
USA a porre la data del 31 marzo come termine ultimo per la concessione
di un "aiuto" di 50 milioni di $ ed � stato ancora il governo USA a
minacciare di boicottare la conferenza dei "donatori" del 29 giugno se
Milosevic non fosse stato consegnato all'Aja, un tribunale del tutto
squalificato moralmente nel momento in cui la sua procuratrice Carla del
Ponte, sorella gemella di Madeleine Albright, tanto inflessibile e
tenace nel perseguire Milosevic, archivia su due piedi (giugno 2000)
l'incriminazione contro i capi di Stato e i militari della NATO per
reati contro l'umanit�, documentati e riconosciuti dagli stessi
esecutori e mandanti: il massacro del convoglio di profughi albanesi a
Djakovica (75 morti e 100 feriti), il bombardamento della televisione
jugoslava con l'uccisione di giornalisti e tecnici che vi lavoravano, il
bombardamento dell'ambasciata cinese, l'impiego massiccio di proiettili
all'uranio, l'uso di bombe a frammentazione, il bombardamento delle
industrie chimiche, e di case, scuole, ospedali, ponti, acquedotti,
centrali elettriche, fabbriche come la Zastava: oltre 5000 morti, la
stragrande maggioranza dei quali civili inermi, vecchi, donne, bambini,
un intero paese distrutto e inquinato letalmente per secoli, con la
moltiplicazione esponenziale di leucemie e tumori.
"Anche per chi condivide il giudizio negativo su Milosevic, quanto �
accaduto � la pi� grave violazione di ogni principio di diritto mai
attuata nel mondo cosiddetto democratico.
E' un ritorno alle barbarie. Gli USA hanno agito come una mafia del
racket: o mi dai l'80% dei tuoi introiti, o ti faccio saltare il
cantiere. Confidiamo che questo sia un punto di svolta, sia
per una popolazione jugoslava ingannata, tradita e massacrata nella
sovranit�, nella dignit�, nella vita, sia per l'opinione pubblica
internazionale che non potr� non rendersi conto, al di l�
delle puntualissime montature su eccidi e fosse comuni, da quale parte
stiano i veri briganti. La crisi istituzionale irrecuperabile, le
condizioni dellemasse, lo scontro Djindjic-Kostunica, la crescente
mobilitazione della popolazione, anche alla luce del complotto USA
contro l'unit� della Macedonia, aprono un capitolo nuovo e
incontrollabile nella tragedia dei Balcani"
[Ramsey Clark, ex-ministro della Giustizia USA, in F. Grimaldi per
Liberazione di sabato, 30 giugno, versione integrale].
Col processo di Milosevic all'Aja da parte di un tribunale
internazionale che � sul libro paga delle principali potenze
imperialiste (lo dichiara apertamente il portavoce NATO Jamie
Shea, quando osserva, a proposito di una possibile incriminaione della
NATO all'Aja: "Non credo che il tribunale vorr� mordere la mano che lo
nutre") i "globalizzatori" intendono celebrare, in concomitanza col
summit di Genova, il trionfo dei vincitori, impuniti e impunibili per i
loro crimini contro l'umanit� - dalle bombe all'embargo, dall'Iraq alla
Palestina ai Balcani, passando per le aree desolate e immiserite
dell'Africa, per il genocidio degli indios, per lo strangolamento
economico attraverso gli "aiuti" dei "donatori", che distruggono
spietatamente vite e culture e storia di chi osa resistere, di chi non
vuole piegare il capo.
Milosevic all'Aja, questo tribunale simbolo di una giustizia
"globalizzata" sotto il bastone USA e NATO, � oggi a tutti gli effetti
un prigioniero politico della NATO.
E' un prigioniero politico al pari di Ocalan, anch'egli accusato di
orrendi delitti dal regime turco sostenuto da Stati Uniti e Israele e
colpevole solo di difendere il suo popolo e i lavoratori kurdi dai
crimini di quel regime, dalla rapina dell'acqua e delle altre risorse
del territorio kurdo.
E' un prigioniero politico come lo � stato per decenni Nelson Mandela,
che si � battuto contro un regime di apartheid a lungo sostenuto dalla
"comunit� internazionale".
E' un prigioniero politico che un tribunale politico vuole condannare
per assolvere i governi della NATO dai loro crimini contro l'umanit�.
Milosevic all'Aja � il primo prigioniero politico dell'era della
"globalizzazione". Deportandolo proprio il giorno della festa nazionale
serba di San Vito, aggiungendo umiliazione ad umiliazione per il popolo
serbo, i potenti del mondo - i poteri forti che hanno massacrato il
paese per spartirsi il controllo di corridoi energetici, vie di
comunicazione, risorse, manodopera sottopagata, addomesticata e
flessibile - vogliono manifestare la loro onnipotenza, vogliono
celebrare i loro fasti, vogliono assolvere se stessi e dichiarare al
mondo che la loro menzogna � l'unica verit�, dimostrare che essi hanno
non solo facolt� impunita di affamare e immiserire i popoli col
meccanismo degli embargo e degli "aiuti" con la conseguente morsa del
debito, non solo di bombardarli senza piet� quando osano dire di no, non
solo di ingerirsi apertamente nelle loro vicende interne pagando a suon
di dollari i loro servi fedeli e genuflessi, ma anche di decretare di
fronte al mondo, spettacolarmente e spudoratamente, che essi sono la
Giustizia e la Verit�. Essi sono la mano che blocca le vie di
comunicazione ed embarga i popoli, essi sono la mano che elargisce
elemosine condizionate, essi, la mano che bombarda, essi la mano che
giudica e condanna. Essi, come Dio e pi� di Dio, come si vantava il
generale americano Wesley Clark, possono togliere o dare la luce al
mondo, essi, i dicitori di verit�, i dispensatori di giustizia...
Col processo Milosevic all'Aja si stringe ancor pi� il cerchio del
totalitarismo della "globalizzazione": nello stesso gruppo di potere si
concentrano non solo i capitali e le armi, ma anche la produzione e
comunicazione della "verit�" e l'amministrazione della giustizia sulla
base di questa "verit�".
Di questo totalitarismo bisogna prendere coscienza, contro di esso
bisogna battersi.
Per questo � importante far cadere sui piedi dei "globalizzatori" la
pietra che essi hanno sollevato - a Genova come all'Aja.
Qui non � in gioco soltanto e principalmente la sorte di un uomo, che
col coraggio e la dignit� sinora dimostrati potrebbe trasformare il
tribunale asservito dell'Aja in una tribuna d'accusa per i crimini della
NATO. Qui � in gioco qualcosa di molto pi� importante, indipendentemente
dalla figura e dal ruolo di Slobodan Milosevic nella storia jugoslava
degli ultimi 10 anni.
Qui � in gioco la libert� dei popoli di tutto il mondo, la possibilit�
di resistere e organizzare resistenza di fronte a un potere che vuol
concentrare in s� tutti i poteri, quello economico, quello politico,
quello militare, quello giudiziario, di fronte a un potere che si
pretende depositario assoluto della Verit�, che vuol togliere ai popoli
oppressi e sfruttati del mondo non solo le risorse, la terra, l'acqua,
l'aria, la vita, ma anche l'anima, anche l'ultima possibilit� di pensare
con la propria testa. Anche in questo la guerra contro la Jugoslavia �
stata una guerra "costituente".
Per questo � di vitale importanza inserire tra gli obiettivi dell'azione
contro la "globalizzazione capitalistica", a Genova e dopo Genova, in un
movimento che sia capace di durare e dare filo da torcere ai signori
della terra e della guerra, la delegittimazione del tribunale dell'Aja.
Per questo va posto l'obiettivo della liberazione dei prigionieri
politici degli USA e della NATO, a partire da Ocalan e Milosevic.
Un ponte per Belgrado in terra di Bari -
Associazione culturale di solidariet� con la popolazione jugoslava
via Abbrescia 97, 70121 BARI - 0805562663 - most.za.beograd@...
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Date: Wed, 4 Jul 2001 01:32:10 +0200
From: "Andrea Catone"
Globalisation of the Yugoslavia
La Jugoslavia � stata - a partire dalla met� degli anni '80 e in
particolare nell'ultimo decennio - uno dei laboratori pi� martoriati e
insanguinati della "globalizzazione" capitalistica.
Per imporre il proprio dominio economico, politico, culturale, un pugno
di grandi potenze - Stati Uniti e Germania in testa, in accordo e in
competizione ad un tempo per la spartizione del cruciale crocevia
balcanico, affiancate da Francia, Italia e altri partner minori della UE
- ha fatto ricorso
a) al ricatto e allo strangolamento economico: l'embargo ha colpito sin
dal maggio 1992 la RFJ, colpevole prima di tutto di non aderire alla
NATO e di non adottare le ricette del FMI, che imponevano la fine delle
politiche di difesa sociale per i lavoratori e gli strati pi� deboli
della societ� e privatizzazioni selvagge di tutto il settore pubblico.
In seguito, il ricatto economico si � manifestato nel modo pi� spudorato
nella forma del diktat al governo serbo: o la consegna di Milosevic o
niente "aiuti" internazionali;
b) all'aggressione militare diretta. Agosto-settembre 1995: 3000
"missioni" NATO in Bosnia per imporre gli accordi di Dayton, e poi, i 78
giorni di terribili e distruttivi bombardamenti della primavera del '99.
A questa si accompagna un'aggressione militare indiretta attraverso le
milizie dell'UCK, foraggiate e armate da Germania e USA, che hanno
operato dal 1996 in Kosovo - e ora in Serbia del Sud e in Macedonia -
per creare il casus belli, il pretesto per l'intervento delle grandi
potenze (vecchia tattica, ben nota anche all'imperialismo romano
antico);
c) alla disinformazione strategica, alla globalizzazione della menzogna.
Una campagna su scala mondiale pagata a suon di milioni di dollari (se
ne � pubblicamente vantato il direttore della Ruder & Finn, James Harf)
per demonizzare i dirigenti jugoslavi, colpevoli di opporsi ai piani
della NATO e del FMI. E' la "fabbrica del consenso" (analizzata da Noam
Chomsky) per giustificare 50 anni di aggressioni USA e NATO contro i
popoli del mondo. Si veda ad esempio tutta la campagna mondiale sulla
"strage di Racak" del gennaio 1999 in Kosovo, che figura al primo punto
delle imputazioni del tribunale dell'Aja contro Milosevic. Essa si � poi
rivelata il frutto di una montatura, orchestrata dal capo della missione
OSCE William Walker, gi� agente della CIA in Salvador e in Honduras tra
il 1974 e il 1982 (cfr. gli articoli di Tiziana Boari sul Manifesto del
15.4.00 e 6.2.01), per non parlare delle migliaia di "fosse comuni" in
Kosovo annunciate da Clinton e mai trovate dalle truppe della KFOR, o
del piano "Ferro di cavallo" di "pulizia etnica" del Kosovo, inventato
di sana pianta dal governo tedesco (cfr. Serge Halimi e Dominique Vidal,
"Cronaca di una disinformazione", Le monde diplomatique - il manifesto,
marzo 2000, pp. 10-11; o il pi� ampio e recente libro del giornalista
Juergen Elsaesser, Le menzogne della Nato in Kosovo: perch� Milosevic
non � colpevole).
d) all'ingerenza massiccia nella vita interna della Jugoslavia: con un
massiccio investimento di risorse economiche e mezzi tecnologici viene
lautamente finanziata attraverso fondi diretti del dipartimento di Stato
americano e della UE e, indiretti, attraverso le ONG sostenute dal
multimiliardario Soros, la "Opposizione Democratica Serba" (DOS),
sostenitrice di un programma economico neoliberista totalmente basato
sulla dipendenza dai capitali occidentali (cfr. il programma degli
economisti jugoslavi del "G-17") e dalla NATO (cfr. il recente e
dettagliato opuscolo di R. Giusti, A. Hoebel e F. Grimaldi, La NATO in
Jugoslavia: dalla guerra al colpo di Stato, La citt� del Sole, Napoli,
2001);
e) alla costituzione di un tribunale "internazionale", alle dirette
dipendenze degli USA, con uno statuto e una procedura che fanno violenza
a tutta la civilt� giuridica europea e al diritto internazionale. Il
Tribunale, nei fatti, non rispetta diversi principi di legge
assolutamente fondamentali: la separazione dei poteri (esecutivo,
legislativo e giudiziario), parit� fra accusa e difesa, presunzione di
innocenza finch� non si giunge ad una condanna.
Il Tribunale Internazionale per i Crimini di Guerra � stato fondato nel
1993 dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (15 membri dominati
dai grandi poteri e dal veto USA), su insistenza del Senatore Albright.
Il normale canale per creare un Tribunale come questo, come a suo tempo
ha puntualizzato il Segretario Generale delle Nazioni Unite, avrebbe
dovuto essere "attraverso un Trattato Internazionale stabilito ed
approvato dagli Stati Membri che avrebbero permesso al Tribunale di
esercitare in pieno nell'ambito della loro sovranit�" (Rapporto No X
S/25704, sezione 18). Tuttavia, Washington ha imposto un'interpretazione
arbitraria del Cap.VII della Carta delle Nazioni Unite, che consente al
Consiglio di Sicurezza di prendere "misure speciali" per restaurare la
pace in sede internazionale. Pu� essere la creazione di un Tribunale una
"misura speciale"? E' arduo pensarlo! Il Tribunale Internazionale per i
Crimini di Guerra � esso stesso non legale.
Senza precedenti nella storia della legge, il Tribunale ha avuto pieni
poteri di costituire le proprie leggi e i regolamenti - regolamenti che
nei fatti ha modificato frequentemente.
Attraverso una procedura totalmente ridicola, il Presidente pu�
apportare variazioni di sua propria iniziativa o ratificarle via fax ad
altri giudici! (regola 6).
Vi � un'altra norma creativa. Le leggi del Tribunale Internazionale per
i Crimini di Guerra hanno il carattere della retroattivit�, emanate e
confezionate per adattarsi ai fatti, dopo l'evento.
Ancora peggio: il Procuratore (l'Accusa) pu� anche cambiare queste norme
(la Difesa non lo pu� fare). E non esiste un "giudice per le indagini
preliminari" che investighi sulle accuse e le contro-accuse. Il
Procuratore conduce l'inchiesta nel modo che pi� gli aggrada.
La Corte pu� ricusare un avvocato della difesa o semplicemente non
ascoltarlo, se lo ritiene "aggressivo" (regola 46).
Il Procuratore pu�, con il consenso dei giudici, rifiutare di concedere
all'avvocato difensore di consultare libri, documenti, foto e altro
materiale probatorio (regola 66).
Inoltre, la fonte testimoniale e di informazioni pu� essere tenuta
segreta. Questo significa che agenti CIA possono riempire i dossier del
Tribunale con accuse raccolte illegalmente (attraverso intercettazioni
foniche, corruzione, furti) senza averle sottoposte ad alcun tipo di
verifica o di controllo incrociato.
Anche i rappresentanti di altri Stati (partecipanti nel conflitto, ma
alleati degli Stati Uniti) possono sottoporre informazioni confidenziali
senza alcuna formale richiesta in merito.
Un atto di accusa pu� rimanere segreto "nell'interesse della giustizia"
(regola 53), in modo tale che l'accusato non possa difendersi nei modi
normali.
Un sospetto, cio� qualcuno che non � ancora stato imputato, pu� essere
detenuto per novanta giorni prima di essere accusato, un tempo pi� che
sufficiente per estorcergli forzatamente una confessione.
Inoltre, la regola 92 stabilisce che le confessioni saranno ritenute
credibili, a meno che l'accusato possa provare il contrario. Mentre, in
qualsiasi altra parte del mondo, l'accusato � ritenuto innocente fino a
quando non sia provata la sua colpevolezza.
Nessun Tribunale nazionale, negli Stati Uniti o in qualsiasi altra parte
del mondo, potrebbe operare in una tale maniera platealmente illegale o
arbitraria. Ma quando questo serve a condannare i nemici degli Stati
Uniti d'America, allora i principi della legge non valgono pi� di tanto.
In accordo con i padroni del mondo, il diritto appartiene ai pi� forti e
ai pi� ricchi.
[cfr. al proposito Christopher Black e Edward Herman, Il manifesto del
27 e 28 maggio 2000; Raniero la Valle, Liberazione, 4.4.2001; Kosta
Cavoski, http://emperors-clothes.com/articles/cavoski; M. Collon,
http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/913).
In tal modo i "globalizzatori" vincenti vogliono esercitare la loro
vendetta su scala globale - da un simbolico e spettacolare patibolo
mondiale - su chi ha provato ad opporsi e a resistere loro sul piano
economico, politico, militare.
La "globalizzazione" della Jugoslavia - il suo inglobamento quale paese
subordinato e ligio agli ordini delle grandi imprese transnazionali e
della NATO - appare in tutta evidenza nei tempi e modi in cui interviene
l'arresto (notte del 31 marzo) e la consegna all'Aja (28 giugno) dell'ex
presidente jugoslavo Slobodan Milosevic da parte di un governo di
"compradores" giunto al potere nell'autunno scorso a suon di milioni di
dollari e marchi, con l'appoggio logistico-militare della NATO e che nel
giro di pochi mesi ha peggiorato enormemente le condizioni di vita della
popolazione, soppresso praticamente la libert� di stampa e di
informazione, sbattuto in prigione centinaia di militanti di sinistra,
scacciato con la violenza e sostituito illegalmente i dirigenti
socialisti delle imprese pubbliche (la maggior parte delle imprese del
paese), per costruire un'oligarchia corrotta e mafiosa, pronta a
svendere il paese, non dissimile nella sostanza - fatte le debite
proporzioni - da quella che ha imperversato per un decennio nella Russia
eltsiniana (cfr. E.Vigna, Jugoslavia 2001, La Citt� del Sole, Napoli,
2001)
L'arresto e la deportazione all'Aja di Milosevic sono avvenuti
puntualmente, con un sincronismo che non lascia adito a dubbi, a seguito
di un aperto e palese, anzi, volutamente ostentato e gridato, ricatto
economico degli USA e degli altri paesi "donatori": era stato il governo
USA a porre la data del 31 marzo come termine ultimo per la concessione
di un "aiuto" di 50 milioni di $ ed � stato ancora il governo USA a
minacciare di boicottare la conferenza dei "donatori" del 29 giugno se
Milosevic non fosse stato consegnato all'Aja, un tribunale del tutto
squalificato moralmente nel momento in cui la sua procuratrice Carla del
Ponte, sorella gemella di Madeleine Albright, tanto inflessibile e
tenace nel perseguire Milosevic, archivia su due piedi (giugno 2000)
l'incriminazione contro i capi di Stato e i militari della NATO per
reati contro l'umanit�, documentati e riconosciuti dagli stessi
esecutori e mandanti: il massacro del convoglio di profughi albanesi a
Djakovica (75 morti e 100 feriti), il bombardamento della televisione
jugoslava con l'uccisione di giornalisti e tecnici che vi lavoravano, il
bombardamento dell'ambasciata cinese, l'impiego massiccio di proiettili
all'uranio, l'uso di bombe a frammentazione, il bombardamento delle
industrie chimiche, e di case, scuole, ospedali, ponti, acquedotti,
centrali elettriche, fabbriche come la Zastava: oltre 5000 morti, la
stragrande maggioranza dei quali civili inermi, vecchi, donne, bambini,
un intero paese distrutto e inquinato letalmente per secoli, con la
moltiplicazione esponenziale di leucemie e tumori.
"Anche per chi condivide il giudizio negativo su Milosevic, quanto �
accaduto � la pi� grave violazione di ogni principio di diritto mai
attuata nel mondo cosiddetto democratico.
E' un ritorno alle barbarie. Gli USA hanno agito come una mafia del
racket: o mi dai l'80% dei tuoi introiti, o ti faccio saltare il
cantiere. Confidiamo che questo sia un punto di svolta, sia
per una popolazione jugoslava ingannata, tradita e massacrata nella
sovranit�, nella dignit�, nella vita, sia per l'opinione pubblica
internazionale che non potr� non rendersi conto, al di l�
delle puntualissime montature su eccidi e fosse comuni, da quale parte
stiano i veri briganti. La crisi istituzionale irrecuperabile, le
condizioni dellemasse, lo scontro Djindjic-Kostunica, la crescente
mobilitazione della popolazione, anche alla luce del complotto USA
contro l'unit� della Macedonia, aprono un capitolo nuovo e
incontrollabile nella tragedia dei Balcani"
[Ramsey Clark, ex-ministro della Giustizia USA, in F. Grimaldi per
Liberazione di sabato, 30 giugno, versione integrale].
Col processo di Milosevic all'Aja da parte di un tribunale
internazionale che � sul libro paga delle principali potenze
imperialiste (lo dichiara apertamente il portavoce NATO Jamie
Shea, quando osserva, a proposito di una possibile incriminaione della
NATO all'Aja: "Non credo che il tribunale vorr� mordere la mano che lo
nutre") i "globalizzatori" intendono celebrare, in concomitanza col
summit di Genova, il trionfo dei vincitori, impuniti e impunibili per i
loro crimini contro l'umanit� - dalle bombe all'embargo, dall'Iraq alla
Palestina ai Balcani, passando per le aree desolate e immiserite
dell'Africa, per il genocidio degli indios, per lo strangolamento
economico attraverso gli "aiuti" dei "donatori", che distruggono
spietatamente vite e culture e storia di chi osa resistere, di chi non
vuole piegare il capo.
Milosevic all'Aja, questo tribunale simbolo di una giustizia
"globalizzata" sotto il bastone USA e NATO, � oggi a tutti gli effetti
un prigioniero politico della NATO.
E' un prigioniero politico al pari di Ocalan, anch'egli accusato di
orrendi delitti dal regime turco sostenuto da Stati Uniti e Israele e
colpevole solo di difendere il suo popolo e i lavoratori kurdi dai
crimini di quel regime, dalla rapina dell'acqua e delle altre risorse
del territorio kurdo.
E' un prigioniero politico come lo � stato per decenni Nelson Mandela,
che si � battuto contro un regime di apartheid a lungo sostenuto dalla
"comunit� internazionale".
E' un prigioniero politico che un tribunale politico vuole condannare
per assolvere i governi della NATO dai loro crimini contro l'umanit�.
Milosevic all'Aja � il primo prigioniero politico dell'era della
"globalizzazione". Deportandolo proprio il giorno della festa nazionale
serba di San Vito, aggiungendo umiliazione ad umiliazione per il popolo
serbo, i potenti del mondo - i poteri forti che hanno massacrato il
paese per spartirsi il controllo di corridoi energetici, vie di
comunicazione, risorse, manodopera sottopagata, addomesticata e
flessibile - vogliono manifestare la loro onnipotenza, vogliono
celebrare i loro fasti, vogliono assolvere se stessi e dichiarare al
mondo che la loro menzogna � l'unica verit�, dimostrare che essi hanno
non solo facolt� impunita di affamare e immiserire i popoli col
meccanismo degli embargo e degli "aiuti" con la conseguente morsa del
debito, non solo di bombardarli senza piet� quando osano dire di no, non
solo di ingerirsi apertamente nelle loro vicende interne pagando a suon
di dollari i loro servi fedeli e genuflessi, ma anche di decretare di
fronte al mondo, spettacolarmente e spudoratamente, che essi sono la
Giustizia e la Verit�. Essi sono la mano che blocca le vie di
comunicazione ed embarga i popoli, essi sono la mano che elargisce
elemosine condizionate, essi, la mano che bombarda, essi la mano che
giudica e condanna. Essi, come Dio e pi� di Dio, come si vantava il
generale americano Wesley Clark, possono togliere o dare la luce al
mondo, essi, i dicitori di verit�, i dispensatori di giustizia...
Col processo Milosevic all'Aja si stringe ancor pi� il cerchio del
totalitarismo della "globalizzazione": nello stesso gruppo di potere si
concentrano non solo i capitali e le armi, ma anche la produzione e
comunicazione della "verit�" e l'amministrazione della giustizia sulla
base di questa "verit�".
Di questo totalitarismo bisogna prendere coscienza, contro di esso
bisogna battersi.
Per questo � importante far cadere sui piedi dei "globalizzatori" la
pietra che essi hanno sollevato - a Genova come all'Aja.
Qui non � in gioco soltanto e principalmente la sorte di un uomo, che
col coraggio e la dignit� sinora dimostrati potrebbe trasformare il
tribunale asservito dell'Aja in una tribuna d'accusa per i crimini della
NATO. Qui � in gioco qualcosa di molto pi� importante, indipendentemente
dalla figura e dal ruolo di Slobodan Milosevic nella storia jugoslava
degli ultimi 10 anni.
Qui � in gioco la libert� dei popoli di tutto il mondo, la possibilit�
di resistere e organizzare resistenza di fronte a un potere che vuol
concentrare in s� tutti i poteri, quello economico, quello politico,
quello militare, quello giudiziario, di fronte a un potere che si
pretende depositario assoluto della Verit�, che vuol togliere ai popoli
oppressi e sfruttati del mondo non solo le risorse, la terra, l'acqua,
l'aria, la vita, ma anche l'anima, anche l'ultima possibilit� di pensare
con la propria testa. Anche in questo la guerra contro la Jugoslavia �
stata una guerra "costituente".
Per questo � di vitale importanza inserire tra gli obiettivi dell'azione
contro la "globalizzazione capitalistica", a Genova e dopo Genova, in un
movimento che sia capace di durare e dare filo da torcere ai signori
della terra e della guerra, la delegittimazione del tribunale dell'Aja.
Per questo va posto l'obiettivo della liberazione dei prigionieri
politici degli USA e della NATO, a partire da Ocalan e Milosevic.
Un ponte per Belgrado in terra di Bari -
Associazione culturale di solidariet� con la popolazione jugoslava
via Abbrescia 97, 70121 BARI - 0805562663 - most.za.beograd@...
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