SEGNALIAMO IL SITO:

> http://www.realitymacedonia.org.mk

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I dispacci ANSA che seguono sono leggibili su:

> http://wwww.ansa.it/balcani/macedonia/macedonia.shtml

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MACEDONIA: GB, CRITICHE A MISSIONE NATO E GOVERNO
(ANSA) - LONDRA, 28 AGO - Suscita polemiche in Gran Bretagna la missione
della Nato in Macedonia. Le obiezioni, catalizzate dalla morte del
soldato Sapper Ian Collins, piovono sul governo laburista da tutte le
parti: i conservatori vogliono spiegazioni, alcuni giornali criticano
apertamente, il padre del soldato ucciso a sassate da una banda di
ragazzi dice che il figlio non doveva essere mandato li' a morire.
Questa ondata di malumore e' assolutamente insolita per la Gran Bretagna
dove in genere le missioni militari vengono affrontate da stampa e
opinione pubblica con baldanzoso spirito guerriero. A suscitare le
maggiori perplessita' e' che la partecipazione britannica alla missione
'Raccolto Essenziale' e' stata decisa a parlamento chiuso e con il
governo praticamente in vacanza. Tony Blair, nel sud della Francia con
la famiglia, non tornera' a Londra prima di qualche giorno, il ministro
della Difesa Geoff Hoon e' negli Usa e il ministro degli Esteri Jack
Straw, che giovedi' andra' a Skopje, e' tornato oggi frettolosamente in
citta'. L'incarico di replicare alle critiche e' stato affidato ad un
portavoce di Downing Street il quale ha smentito che Blair, Straw e Hoon
non siano stati ''strettamente coinvolti'' nella decisione di mandare le
truppe in Macedonia. ''Si sono sempre mantenuti in stretto contatto con
l'evolversi della situazione'', ha affermato il portavoce. Il quale ha
aggiunto che ieri il premier ha parlato al telefono con il presidente
macedone Boris Trajkovski e che Straw si e' sentito sia con il
segretario generale della Nato George Robertson che con il ministro
degli Esteri macedone Llinka Mitreva. Intanto pero' i due candidati alla
leadership del partito conservatore, Iain Duncan Smith e Kenneth Clarke,
hanno siglato un momentaneo armistizio per chiedere insieme che il
governo fornisca piu' informazioni sull'intervento britannico in
Macedonia. Un intervento apertamente criticato oggi da un editoriale
dell'autorevole quotidiano 'Daily Telegraph', nel quale si afferma, tra
l'altro, che alcune unita' britanniche sono in Macedonia ''soltanto
perche' altri paesi che avevano promesso truppe finora non hanno
mantenuto l'impegno''. ''E - continua il giornale - malgrado il rapido
mutare dei termini del dispiegamento, il governo rimane vago sulle sue
intenzioni''. Duro anche il commento del padre del militare ucciso:
''non credo che i nostri soldati debbano essere li'. Il Kosovo era
differente, c'era gente innocente che soffriva. Questa e' una guerra
civile con due fazioni che si combattono'', ha affermato Kevin Collins.
Opinione condivisa dal quotidiano 'Daily Mail'' che in un editoriale
pone due domande al governo: ''cosa stanno facendo in Macedonia i nostri
soldati e perche' la decisione di mandarli e' stata presa senza neppure
un minuto di dibattito parlamentare?''. (ANSA). RN
28/08/2001 18:02

MACEDONIA: TESTIMONE A TIMES, CONOSCO CHI HA UCCISO SOLDATO
(ANSA) - LONDRA, 28 AGO - Sarebbero dei ragazzi tra i 14 e i 17 anni i
responsabili della morte del militare britannico vicino a Skoplje. Il
Times riporta la testimonianza di un giovane meccanico macedone che
avrebbe assistito all'agguato mentre tornava a casa. Sima Stojic, questo
il nome del testimone di 18 anni, ha detto che un gruppo di giovani,
circa una decina, stava aspettando il passaggio del veicolo militare e
che un ragazzo, di cui dice di conoscere il nome, avrebbe lanciato un
blocco di cemento contro la vettura proprio mentre passava sotto un
ponte. Il blocco ha sfondato il parabrezza e colpito violentemente il
soldato che era alla guida del mezzo. Un capitano che gli sedeve a
fianco non ha riportato ferite.
''Cinque giovani - ha raccontato il testimone- erano su un ponte
cercando di individuare le vetture militari che si avvicinavano. Gli
altri stavano pronti con il blocco di cemento. Ho visto uno di loro
prendere il blocco, alzarlo sopra la testa e poi lanciarlo proprio
contro la vettura''. Il veicolo sarebbe scivolato per una quindicina di
metri e poi si sarebbe rovesciato. A quel punto i giovani macedoni
sarebbero scesi dal ponte avrebbe cominciato a tirare sassi contro la
vettuta, ma all'arrivo di altri mezzi militari della Nato sarebbero
scappati. BI
28/08/2001 11:28

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MACEDONIA: ORTODOSSI RAGGIUNGONO MONASTERO IN ZONA UCK (2)
(ANSA) - LESOK (MACEDONIA), 28 AGO - Un prete ortodosso ha celebrato un
rito religioso sulle macerie della chiesa devastata dall'esplosione, ma
l'intera cerimonia e' stata osservata dall' alto da almeno due
guerriglieri dell' Uck mimetizzati tra la vegetazione in cima a una rupe
che incombe sulla spianata del monastero. Almeno uno dei due combattenti
sembra essere armato, e tra i fedeli che partecipano al rito si e' fatta
strada la convinzione che siano cecchini. All' ingresso del piccolo
villaggio di Lesok, dove molte case di proprieta' macedone risultano
incendiate o devastate, sosta una camionetta della task-force Harvest
della Nato. Conclusa la messa i fedeli stanno lentamente lasciando la
zona dopo aver acceso decine di candele tra i ruderi della chiesa.
(ANSA). BLL/FV
28/08/2001 13:28

MACEDONIA: ORTODOSSI RAGGIUNGONO MONASTERO IN ZONA UCK
(ANSA) - LESOK (MACEDONIA), 28 AGO - Un gruppo di alcune centinaia di
macedoni ortodossi ha potuto raggiungere oggi il monastero di
Lesok, nella Macedonia nord-occidentale, per celebrare la festa della
Madonna dell' Assunta, che rappresenta il Ferragosto ortodosso, in una
delle zone fino a pochi giorni fa occupate dalla guerriglia albanese: lo
ha constatato un giornalista dell' Ansa sul posto. I fedeli si sono
radunati intorno alle macerie di una delle tre chiese che ci sono all'
interno del complesso religioso e che due settimane, rimaste dopo
l'attentato di due settimane fa e attribuito ai guerriglieri dell' Uck.
Il convoglio di macedoni, partito da Skopje nelle prime ore del mattino,
ha sostato a lungo a Tetovo prima di poter proseguire e raggiungere
senza incidenti Lesok. Per arrivare nella zona del monastero, il
convoglio ha attraversato il quartiere di Drenovec, tutt'ora controllato
dai guerriglieri dell' Uck, che tuttavia non hanno creato loro alcun
problema. (ANSA). BLL/FV
28/08/2001 12:55

MACEDONIA: GERMANIA; SCONTATO SI' BUNDESTAG A INVIO TRUPPE
(ANSA) - BERLINO, 28 AGO - Appare sempre piu' scontato un si' domani al
voto del Bundestag sull'invio di soldati tedeschi in Macedonia:
dopo le resistenze dei giorni scorsi, l'opposizione cristiano
democratica Cdu-Csu ha infatti annunciato che domani fotera' in favore
dell'intervento Nato. Oggi, in riunioni dei vertici e dei gruppi
parlamentari, tutti i partiti decidono in via definitiva sul voto
domani. Un'ampia maggioranza del parlamento pare sempre piu' probabile.
Il placet delle unioni e' stato annunciato dal capogruppo Cdu-Csu
Friedrich Merz dopo una riunione stamane dei vertici dei gruppi
parlamentari. La decisione, ha precisato, e' avvenuta di intesa con la
leader Cdu Angela Merkel, che nei giorni scorsi aveva avuto diversi
contatti con il cancelliere Gerhard Schroeder. L'avallo definitiva alla
decisione sara' preso in una riunione di tutto il gruppo stasera. Merz
stesso e il suo vice Michael Glos, della Csu bavarese, partiranno
domani, dopo la riunione straordinaria del Bundestag, per un sopralluogo
in Kosovo. Giovedi' vogliono seguire la partenza dei soldati tedeschi
per la Macedonia. Giovedi' scorso il governo rosso-verde aveva deciso
l'invio di 500 soldati della Bundeswehr in Macedonia nell'ambito dell'
intervento Nato. La decisione, a differenza di quasi tutti gli altri
paesi Nato, deve essere ratificata in Germania dal parlmento, che
votera' domani in una seduta straordinaria. Fino alla fine la
maggioranza era a rishcio: voci critiche fra i Verdi, circa 30 deputati
della sinistra Spd contrari, e forti riserve nell'opposizione Cdu-Csu e
liberale (Fdp). Per prima ha cambiato idea la Fdp. Poi e' seguita
l'unione, che in primo luogo reclamava maggiori finanziamenti per le
truppe. In cambio di qualche concessione del governo, la Cdu-Csu, anche
per non risultare il solo partito assieme ai post- comunisti della Pds a
votare contro l'intervento Nato, ha dato ora l'ok e scongiurato cosi' un
debacle politica. (ANSA). BUS
28/08/2001 12:43

MACEDONIA: DISARMO, CIVILI MACEDONI BLOCCANO RITIRO SOLDATI
(ANSA) - SKOPJE, 27 AGO - Civili macedoni hanno innalzato barricate
questa mattina intorno a un quartiere di Tetovo, citta' di maggioranza
albanese nella Macedonia nord-occidentale, per impedire il ritiro dalla
zona di soldati della forza di sicurezza macedoni previsto invece dal
piano di disarmo della Nato. Secondo quanto ha riferito Radio Skopje le
barricate sono state erette nel quartiere Koltuk, unico a maggioranza
macedone della citta'. Ieri il primo ministro Ljuco Georgevski aveva
detto di essere contrario al ritiro delle truppe macedoni ''fino a
quando i terroristi albanesi non avranno consegnato definitivamente
tutte le armi''. (ANSA). BLL-COR/FCC
27/08/2001 09:20

MACEDONIA: BALLETTO DI CIFRE SULL'ARSENALE DELL'UCK/ ANSA
(ANSA) - SKOPJE, 26 AGO - La Nato ha oggi indicato che sono 3.300 le
armi che la Task force in Macedonia iniziera' a raccogliere da domani.
Ma sui numeri del disarmo dei guerriglieri dell'Uck, da giorni e' in
atto un vero e proprio balletto delle cifre. Eccole. NATO - Nelle sue
prime stime l'Alleanza aveva parlato di circa 3.000 pezzi da ritirare.
Dopo l'accordo di venerdi con l'Uck la cifra era salita a 3.500. Oggi il
generale Gunnar Lange, comandante della Task force, ha detto che le armi
da prendere in consegna sono 3.300. L'arsenale comprende 2 carri armati,
2 veicoli blindati, 6 sistemi di difesa antiaerea, 130 tra mortai e
anticarro, 210 mitragliatrici e 2.552 fucili da assalto. Al calcolo
vanno poi aggiunte 600 tra mine e granate, e oltre 111.000 munizioni.
GOVERNO MACEDONE - Le autorita' di Skopje hanno fornito numeri
nettamente discordanti da quelli della Nato ed hanno sempre parlato di
decine di migliaia di pezzi. Il premier Georgievski ieri ha 'sparato' la
cifra di 80.000. Tornando a contestare le stime dell'Alleanza, oggi e'
sceso a una stima di 60.000 armi. GUERRIGLIERI UCK - La guerriglia
albanese inizialmente aveva detto di possedere solo 2.300 pezzi.
Nell'accordo con la Nato ha finito per accettare un tetto piu' alto,
anche se lontano dalle stime del governo. JANE'S DEFENCE WEEKLY - Nel
suo numero di ieri, il settimanale britannico specializzato in problemi
militari fornisce un proprio quadro e sostiene che i pezzi che la Nato
dovrebbe ritirare sono circa 24 mila cosi' ripartiti. Fucili d'assalto:
8.000 Mitragliatrici: 250 Fucili di precisione 200 Mortai: 200 Bazzoka:
50 Lanciarazzi anticarro: 100 Fucili semiautomatici: 15.000 (ANSA).
COR-ZU
26/08/2001 20:04

MACEDONIA: SCONTRO TRA NATO E GOVERNO SU NUMERI DISARMO/ANSA
(dell'inviato Carlo Bollino) (ANSA) - SKOPJE, 25 AGO - Il numero di armi
che la Nato si aspetta di raccogliere dalla guerriglia albanese in
Macedonia e' ''ridicolo'', il disarmo non bastera' a far finire la
guerra e il parlamento potrebbe persino bocciare le riforme
costituzionali contenute nel piano di pace: a missione Nato ormai
avviata, il premier Ljubco Georgevski gela la comunita' internazionale e
lascia intravedere i contorni di quella ''trappola'' nella quale i
militari dell'Alleanza atlantica rischiano di finire. Non c'e' ancora un
accordo tra autorita' macedoni ed esperti della Nato sulla misura del
disarmo che da lunedi' iniziera' a partire dalla regione settentrionale
di Kumanovo, una delle piu' colpite dai combattimenti dei mesi scorsi.
Qui,dove probabilmente dalla prossima settimana opereranno anche i
soldati italiani, la guerriglia albanese si dice pronta a consegnare a
militari francesi e britannici le prime mille armi. Ha detto all'Ansa il
comandante Sokoli, leader locale della guerriglia: ''Il nostro disarmo
e' praticamente gia' iniziato, abbiamo raccolto i nostri armamenti nel
comune di Lipkovo e lunedi' li consegneremo alla Nato''. Il disarmo, ha
detto Sokoli, riguarda finora due ''brigate'' dell'Uck, per un totale di
circa 1.500 uomini. ''Questa prima consegna - ha aggiunto - costituisce
all'incirca un terzo del nostro arsenale''. Ma e' proprio su questo
punto che e' esploso lo scontro tra autorita' macedoni e Alleanza
atlantica. Gli esperti della Nato avrebbero infatti concordato con l'Uck
la consegna di circa 3.500 armi in tre fasi successive, cifra definita
''ridicola'' dal premier Ljubco Georgevski. Il primo ministro ha
affermato che ''secondo i nostri calcoli, i terroristi albanesi devono
consegnare almeno 80 mila armi'' e che adesso ''spetta alla Nato
correggere le sue stime''. Il portavoce della task force 'Raccolto
essenziale', Barry Jhonson, ha spiegato che sono in corso ''negoziati
con le autorita' macedoni sul calcolo delle armi'', le cui divergenze
sarebbero da attribuire ''alla diversita' di criteri adottati''. In
pratica i macedoni avrebbero numerato anche mine, bombe e granate mentre
l'Alleanza atlantica nel suo computo (che tuttavia resta coperta da
segreto militare e percio' trapelata solo in modo approssimativo) ha
compreso soltanto le armi in senso stretto: pistole, fucili,
mitragliatori, mortai. Georgevski non sembra avere dubbi. ''Cinque mesi
ha - ha spiegato - nel solo villaggio di Sellce (vicino a Tetovo - ndr)
la nostra polizia sequestro' tremila armi. Oggi, cinque mesi dopo, sento
parlare della stessa cifra per l'intero paese. Noi non possiamo
consentire che in Macedonia avvenga il disarmo fatto dalla Nato in
Kosovo o nella Serbia meridionale, dove infatti la pace non e' mai
cominciata''. Secondo il premier ''questo disarmo e' poco serio e non
bastera' a far finire la guerra''. Georgevski, che ha detto apertamente
di 'non credere nella missione'' della Nato, ha poi lanciato l'ultimo
avvertimento. ''Non mi aspetto - ha dichiarato - che le modifiche
costituzionali (previste dal piano di pace - ndr) ottengano in
parlamento l'appoggio di tutti i deputati''. Il primo ministro e' anche
il leader della Vmro-Dpmne, partito nazionalista che detiene in
parlamento la maggioranza relativa, e il problema che solleva e' di
importanza cruciale. Ieri il comandante militare dell'Uck, Gezim
Ostreni, ha avvertito che se il parlamento non approvera' le riforme
concordate, la guerriglia interrompera' la consegne delle armi e il
conflitto potra' riprendere.(ANSA). BLL
25/08/2001 20:42

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OSKAR LAFONTAINE CONTRARIO ALL'INVIO DI TRUPPE TEDESCHE


Die Bundesregierung hat beschlossen,
Bundeswehr-Soldaten nach Mazedonien zu entsenden. Hier
ein Kommentar von Wiktor Glasunow.

Bundeskanzler Schr�der unterbrach seine Reise durch
die �stlichen Bundesl�nder, um einer Sondersitzung der
Bundesregierung in Berlin beizuwohnen, weil die Sache
au�erordentlich ist. Es handelt sich um die Entsendung
von Hunderten deutschen Soldaten in einen weiteren
"neuralgischen Punkt" - nach Mazedonien zur Teilnahme
an der Nato-Operation "Essential Harvest" ("Wichtige
Ernte"). Schr�der legte sich Rechenschaft dar�ber ab,
da� diese Veranstaltung wichtig ist, und sagte die f�r
die n�chste Woche geplante Reise nach Lateinamerika
ab.

Auf den ersten Blick sieht alles harmlos aus. Das 3
500 Mann starke Nato-Kontingent hat in Mazedonien die
Aufgabe, Waffen einzusammeln, die die albanischen
Freisch�rler freiwillig abgeben sollen. Es soll keinen
Zwang und um so mehr keinen Waffeneinsatz gegen�ber
den Widerspenstigen geben.Man wird die Waffen nehmen,
die man freiwillig abgeben wird. F�r die ganze
Operation sind 30 Tage geplant. Wenn irgendwelche
ernsten Konflikte entstehen, werden die Nato-Soldaten
einfach Mazedonien sofort verlassen. Diese Operation
ist eher ein Spaziergang.

Man sagt: "Auf dem Papier war alles glatt, aber man
die Schluchten vergessen, die man passieren mu�".Trotz
des Abkommens �ber die Feuereinstellung in Mazedonien
schie�t man dort nach wie vor. Jeden Tag. Davon
�berzeugte sich auch der Oberbefehlshaber der
Nato-Truppen US-General Rolston. Aber er hielt das
Risiko f�r annehmbar und empfahl dem Nato-Rat, ein
Kontingent zu entsenden. �brigens gibt es in diesem
Kontingent keine Amerikaner. Sonst w�re der Amerikaner
vielleicht vorsichtiger. Der Brite Robertson, der
Nato-Generalsekret�r, denkt etwas anders. Er spricht
von einem bestimmten Risiko, mit dem die Operation
"Essential Harvest", die jetzt beginnt, verbunden ist.
Engl�nder bilden die Mehrheit des Nato-Kontingents. In
der Bundeswehr ist man durchaus nicht sorglos
gestimmt. Als Oberst Bernhard Gertz vor Journalisten
sprach, sagte er, da� die bevorstehende Beteiligung
deutscher Soldaten an der Operation zum Einsammeln von
Waffen bei den albanischen Freisch�rlern in Mazedonien
viel gef�hrlicher als die Mission im Kosovo sein wird.
Gertz ist der Meinung, da� 30 Tage f�r die Operation
nicht ausreichen werden. Nach Ansicht eines anderen
Bundeswehr-Obersten, der sich auf die Reise nach
Mazedonien vorbereitet und anonym bleiben wollte, wird
das die gef�hrlichste Operation in der Geschichte der
Bundeswehr sein. "Die Beteiligung an dieser Aktion ist
f�r uns und unsere Verb�ndeten ein Spiel mit dem
Feuer", meint der Oberst.

Die Milit�rs kennen sich in solchen Sachen aus. Sie
wissen �brigens genauso wie die Politiker, da� es
imLager der mazedonischen Albaner viele Unvers�hnliche
gibt, die mit den unterzeichneten Abkommen nicht
einverstanden sind. Sie werden sich kaum harmlos
verhalten. Um so mehr werden sie die Waffen nicht
abgeben. General Klaus Reinhard befehligte seinerzeit
die KFOR-Truppen im Kosovo. Er wei� aus eigener
Erfahrung, was das Einsammeln von Waffen auf
freiwilliger Grundlage bedeutet. Er meint, da� in
Mazedonien das Problem nicht im Einsammeln von Waffen,
sondern in den separatistischen Bestrebungen
derjenigen besteht, die hinter den Freisch�rlern
stehen. Nach Ansicht des Generals ist die Konzeption
der friedlichen Regelung auf dem gesamten Balkan
vonn�ten. "Man mu� die Hauptherausforderung erwidern
und die Pl�ne der Freisch�rler in Bezug auf die
Unabh�ngigkeit von Kosovo durchkreuzen, unterstrich
der General. Erst dann wird man den Separatisten, die
von "Gro�albanien" tr�umen, den Boden entziehen".

Der General sieht der Sache auf den Grund. Die
Rebellion in Mazedonien ist eine Ableitung von dem
Kosovo-Separatismus. Die meisten Freisch�rler in
Mazedonien sind Kosovaren.Sie erhalten die Waffen vor
allem aus Kosovo. Sie werden zum Beispiel heute ihre
Waffen abgeben und morgenandere Waffen erhalten.Dazu
wei� niemand, welche Vorr�te die mazedonischen Albaner
haben. In der Nato nennt man eine Zahl, und in Skopje
eine andere, die zwei-drei Mal so hoch ist. General
Reinhard h�lt die Erkl�rungen westlicher Politiker
�ber ein einfaches Einsammeln von Waffen bei den
Extremisten in Mazedonien f�r eine reine Illusion.

Aber die Regierung Schr�der hat den Beschlu� gefa�t,
an dieser illusorischen, aber gef�hrlichen Ma�nahme
teilzunehmen. Freilich hat der Bundestag das letzte
Wort. Die Parlamentarier werden sich in der n�chsten
Woche zur Sondersitzung versammeln. Obwohl man sagt,
da� der Ausgang der Abstimmung unbestimmt ist, scheint
es uns, da� man dem neuen Marsch der Bundeswehr auf
den Balkan gr�nes Licht geben wird, obwohl es in der
Bundeswehr viele Gegner gibt. Sie gibt es auch unter
den Sozialdemokraten. Ihr ehemaliger Leiter Oskar
Lafontaine warnt: "Derjenige, der im Bundestag f�r die
Entsendung deutscher Soldaten nach Mazedonien stimmen
wird, mu� wissen, da� diesmal dem Leben deutscher
Soldaten eine ernste Gefahr droht".

"Die Stimme Ru�lands", 27.08.2001

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PULIZIA ETNICA ANTI-SLAVA NELLA MACEDONIA OCCIDENTALE

The Daily Telegraph
August 28, 2001

The targeting of civilians has been less overt and
systematic than in neighbouring Kosovo, where tens of
thousands of Serbs and gypsies have been forced out.
But local Macedonians say that the fear created by the
guerrillas' terror tactics is tantamount to ethnic
cleansing.
"It is a repeat of the Kosovo script. Their aim is
ethnic cleansing and genocide."

Villagers flee racial purge by Albanian guerrillas

Ethnic cleansing haunts Macedonia, reports Julius
Strauss in Tearce

THE Matex clothing factory in the rebel-held village
of Tearce was the main employer of local Macedonians.
A little more than a week ago it was razed to the
ground.

Only the blackened, metal frames of sewing machines
and chairs show where the seamstresses worked.

Glass skylights were shattered by the heat of the
flames. In the guardhouse, drawers were ripped out,
and official papers and clothes scattered on the
floor.

Macedonian houses in the village fared little better.
Several had been torched, others peppered with
automatic fire. Two cafes and a general store had been
looted and wrecked.

Outside one an ice cream freezer stood, the cones and
ice lollies giving off a sickly-sweet odour in the
summer heat.

Of the 1,200 Macedonians who lived in this village
until a month ago, only a few dozen are left.

"Their houses burned down because the electrical wires
became too hot and they caught fire," smirked Samir
Hyseni, the 29-year-old proprietor of the Sport cafe,
who was wearing a Manchester United football shirt.
His friends sniggered.

As Nato began the task of collecting weapons from
ethnic Albanian guerrillas, evidence was emerging of a
widespread terror campaign by the rebels.

They have kidnapped dozens of Macedonian men, put to
the torch scores of Macedonian houses and looted many
more.

In the past five days alone they have also blown up an
Orthodox church in the village of Lesok and they are
the prime suspects behind a dawn explosion at the
weekend which almost levelled a motel, killing two men
who worked there.

The targeting of civilians has been less overt and
systematic than in neighbouring Kosovo, where tens of
thousands of Serbs and gipsies have been forced out.
But local Macedonians say the fear created by the
guerrillas' terror tactics is tantamount to ethnic
cleansing.

"It's an unseen terror," said Jovan Milovanovski,
whose 19-year-old son Robert was kidnapped near the
village of Lesok on July 23.

Today Jovan, who has not heard from his son since,
lives in a sparsely furnished room at a refugee centre
in Skopje which he shares with his wife Ljubica, two
remaining children and a stranger.

He said: "Two hours after the kidnapping we packed up
and left. We had only the clothes we were standing
in."

The five share three beds, have an hour of hot water a
day and wash their clothes in an old, red bucket. Each
day Jovan travels to a road blockade set up by angry
Macedonian refugees on the main road to Kosovo while
Ljubica visits various relief organisations seeking
news of her son.

She said: "Robert was such a quiet boy. He didn't
drink or socialise. Even the Albanians loved him. They
said he was a child like no other."

Budimir Apostolski, an official who lives in the
front-line town of Tetovo, says he has another 52 such
cases on his books.

On Sunday evening the guerrillas released about 12
hostages, including an American Macedonian, but many
more missing people remain unaccounted for.

Yesterday, the Red Cross said another seven Macedonian
civilians had been released. Mr Apostolski said: "And
all we ask is to get them back. If they dead we want
their bodies returned."

One local man was kidnapped only days after his
wedding. His distraught bride walks the streets of
Tetovo each day visiting the local branches of the Red
Cross, the United Nations refugee agency and any other
organisations that might help.

What the relatives fear most is that their men have
been tortured. Three road workers kidnapped by the
rebels a month ago were cut with knives. They said
they were also forced to perform sexual acts on each
other.

Another man was reported to have been severely beaten
and then hung from a tree with wire tied around his
wrists. Mr Apostolski said: "It is a repeat of the
Kosovo script. Their aim is ethnic cleansing and
genocide."

In Block 77, one of two huge, shabby Communist-era
housing estates in Tetovo now controlled by the
rebels, 70 percent of the Macedonians living there
have already left.

In the purely Macedonian village of Lesok, where
Robert was kidnapped, the guerrilla's tactics have
paid off.

Of 380 villagers, only about 40 remain. A month ago
armed rebels went door-to-door ordering people out.
Then they made off with television sets, video players
and other valuables before setting fire to several
houses.

"They took everything," said Ratko Gligorovski, who
sat in his garden yesterday surrounded by carefully
pruned pink and red roses. "Then they began to burn
the houses."

---

Da La Stampa, 26.8.01

[...]

�Non credo affatto al successo di questa operazione�, dice alla radio
di Stato Ljubco Georgievski, primo ministro in carica. In momenti
come questo, se non altro per questioni di etichetta si usa esprimere
speranza, formulare voti. Qui invece le cose si esprimono subito
nella loro crudezza.
�La quantit� delle armi da consegnare � semplicemente ridicola - dice
Georgievski - ho dovuto firmare l'accordo con albanesi e Nato in
quanto esponente di partito, non certo per convinzione personale�.
Tremila schioppi? �Stiamo ancora trattando con le autorit� macedoni�,
ammette un po' imbarazzato il portavoce della missione Nato, Barry
Johnson.
Dall'altra parte, il �comandante Sokoly� fa sapere da Kumanovo che la
guerriglia albanese gi� da domani � pronta a disfarsi di mille pezzi
di ferro, con questo rispettando le condizioni di un accordo mai cos�
fumoso. Subito dopo il Parlamento macedone dovrebbe approvare le
concessioni previste nel �Trattato di Ohrid�, ma � assolutamente
scontato che nazionalisti e non protesteranno per la capziosit� delle
procedure.
Insomma, � gi� chiaro che questo �raccolto essenziale� lascer�
insoddisfatti entrambi gli schieramenti, e se sul piano politico
questa nuova crisi balcanica s'accosta sempre pi� alla pantomima, su
quello effettuale le cose promettono di peggiorare con grande
rapidit�. Ma se si vuol capire perch�, � meglio rifarsi all'opinione
di un esperto.
Il generale Todor Atanasovsky � stato comandante dell'Armata Macedone
subito dopo il dissolvimento della vechia Jugoslavia. Oggi � in
pensione, la sua � certamente l'opinione di uno slavo [sic!] ma anche
quella
di un tecnico che guarda alle cose con occhio disincantato. Vale la
pena di ascoltarla, se non altro per un aspetto: �Vogliono
sequestrare tremila armi da fuoco? E' ridicolo�, commenta il
generale. �Secondo le cife ufficiali in Macedonia sono registrate 60
mila armi, fra cui 12 mila fucili di precisione. E se ci si attiene a
stime serie, in questo Paese sono nascoste quasi 500 mila armi da
fuoco�.
Mezzo milione di armi, dice?
�Guardi, sulla Macedonia e sui Balcani nell'ultimo decennio si sono
rovesciate forniture che provenivano da ogni parte. L'ex milizia
jugoslava, l'Est europeo, i vecchi arsenali d'Albania, la stessa
Nato. Come tecnico, immagino di capire come mai la Nato sia cos�
sicura delle cifre: pensa di recuperare armi fornite tre anni fa
all'�Uck�. Intanto per� l'�Uck� ha cambiato pelle due o tre volte, ed
oggi anche nome. E' �Armata Nazionale Albanese�, pronta a cedere in
un luogo ed a combattere altrove, a mostrarsi pacifica in una fazione
ed irriducibile in un'altra�.
Quindi lei non crede alla possibilit� di un disarmo volontario?
�Due anni fa in Kosovo con grande clamore si decise un disarmo
forzato, e nulla � accaduto. Perch� adesso le cose dovrebbero
cambiare? Quello volontario � contraddittorio per sua stessa natura.
In tutto il mondo la moderna storia militare offre solo un esempio di
questo genere: in Grecia, nel '44, l'Elas accett� un parziale e
volontario disarmo dopo il rientro del re. Ne seguirono due anni di
guerra civile. Il nostro problema � capire la vera natura di questa
guerra, poich� di guerra si tratta, ma non di scontro etnico. Quanto
alle armi, sar� meglio chiarire una volta per tutte che 3000
Kalashinkov sono poco pi� di un graffietto sulla dura cotenna di
quell' undergound balcanico che ha messo assieme arsenali sterminati�.

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"LILI MARLENE" SI CANTA DI NUOVO NEI BALCANI

> http://www.thetimes.co.uk/article/0,,3-2001295386,00.html

MONDAY AUGUST 27 2001
Lili Marlene waits again in Balkans
FROM ROGER BOYES IN BERLIN

LILI MARLENE, the fictional temptress whose sultry presence stirred
British and German wartime troops, may be revived by German commanders
looking for ways to lift the morale of soldiers heading to Macedonia.
The barrack-room song was originally broadcast exactly 60 years ago from
a German military radio station in Belgrade and it would be a curious
historical irony if it was again used to prop up the spirits of foreign
troops in the Balkans...

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Questa lista e' curata da componenti del
Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia (CNJ).
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