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"Il Manifesto", 19 Settembre 2001

La serpe in seno

Chi � Osama bin Laden/1. Un guerriero contro l'Unione sovietica
allevato dalla Cia
Ritratto in due puntate dell'uomo che George W. Bush vuole
prendere "vivo o morto". Come la biografia del terrorista
internazionale � intrecciata alla storia della politica
estera americana durante e dopo la guerra fredda
MICHEL CHOSSUDOVSKY


Poche ore dopo gli attacchi terroristici al World Trade Centre
e al Pentagono, l'amministrazione Bush ha concluso, senza
fornire prove, che "Osama bin Laden e la sua organizzazione
al-Qaeda sono i principali sospettati". Il direttore della Cia
George Tenet ha affermato che bin Laden ha la capacit� di
pianificare "attacchi multipli con poco o nessun allarme". Il
segretario di stato Colin Powell ha definito gli attacchi
"un atto di guerra" e il presidente Bush ha confermato in un discorso
alla nazione trasmesso in tv che non avrebbe "fatto distinzione
tra i terroristi che hanno commesso quegli atti e coloro che li
ospitano". L'ex direttore della Cia Woolsey ha puntato il dito
contro "la protezione da parte degli stati", dando per scontata la
complicit� di uno o pi� governi stranieri. Secondo le parole
dell'ex consigliere per la sicurezza nazionale Eagleburger,
"penso che dimostreremo che quando veniamo attaccati in questo
modo, la nostra forza e la nostra punizione sono terribili".
Frattanto, parafrasando le dichiarazioni ufficiali, il mantra
dei media occidentali ha approvato il lancio di "azioni punitive"
dirette contro target civili in Medio Oriente. William Saffire
ha scritto sul New York Times: "dopo aver ragionevolmente
identificato le basi e i campi dei nostri aggressori,
dobbiamo polverizzarli - minimizzando ma accettando il rischio
di danni collaterali - e agire in modo scoperto o occulto
per destabilizzare gli stati che ospitano il terrore".
Questo testo delinea la storia di Osama bin Laden e i
collegamenti esistenti tra la "Jihad" islamica e la formulazione
della politica estera Usa durante e dopo la guerra fredda.

Sotto l'egida della Cia

Principale sospettato negli attacchi terroristici di New York
e Washington, bollato dall'Fbi come "terrorista internazionale" per
il suo ruolo nei bombardamenti delle ambasciate statunitensi in
Africa, Saudi nato Osama bin Laden � stato reclutato
durante la guerra in Afghanistan "ironicamente sotto l'egida
della Cia, per combattere gli invasori sovietici" (1).
Nel 1979 � stata lanciata "la pi� grande operazione segreta
nella storia della Cia" in risposta all'invasione sovietica
dell'Afghanistan a sostegno del governo filo-comunista di
Babrak Kamal (2): "Con l'incoraggiamento attivo della Cia e della
pakistana Isi (Inter Services Intelligence), che volevano
trasformare la jihad afghana in una guerra globale mossa da tutti gli
stati musulmani contro l'Unione Sovietica, tra il 1982 e il
1992 si sono uniti alla lotta dell'Afghanistan circa 35.000 musulmani
integralisti di 40 paesi islamici. Altre decine di migliaia
di loro sono venuti a studiare nei madrasah del Pakistan. Alla fine, pi�
di 100.000 musulmani integralisti stranieri sono stati direttamente
influenzati dalla jihad afghana" (3).
La jihad islamica � stata sostenuta dagli Stati uniti e
dall'Arabia Saudita con una parte significativa del finanziamento
generato dal traffico del Golden Crescent: "Nel marzo 1985,
il presidente Reagan ha firmato la direttiva 166 della Decisione
sulla Sicurezza Nazionale,... [che] autorizza[va] un aumento di aiuti
militari segreti ai mujahideen, e chiariva che la guerra
segreta afghana aveva un nuovo obiettivo: sconfiggere le
truppe sovietiche in Afghanistan attraverso azioni occulte e
incoraggiare il ritiro sovietico. La nuova assistenza segreta
da parte degli Usa cominci� con un aumento drammatico delle
forniture di armi - una crescita stabile fino a 65.000
tonnellate all'anno nel 1987, ... cos� come un flusso interminabile di
specialisti della Cia e del Pentagono che si recarono nella
sede segreta dell'Isi sulla strada principale presso Rawalpindi, in
Pakistan. L� gli specialisti della Cia incontravano i funzionari
dell'intelligence pakistana per aiutarli a progettare operazioni
per i ribelli afghani". (4)
Usando l'intelligence militare pakistana (Isi), la Cia ha giocato
un ruolo chiave nell'addestramento dei mujahideen. A sua
volta, l'addestramento alla guerriglia sponsorizzato dalla Cia
� stato integrato con gli insegnamenti dell'Islam: "I temi
predominanti erano che l'Islam era una ideologia socio-politica
completa, che le truppe sovietiche atee stavano violando il
santo Islam, e che il popolo islamico dell'Afghanistan doveva
riaffermare la propria indipendenza rovesciando il sinistroide
regime sostenuto da Mosca" (5).

Per conto dello Zio Sam

L'Isi pakistano � stato usato come intermediario. Il sostegno
segreto della Cia alla jihad avveniva indirettamente attraverso
l'Isi. La Cia cio� non faceva arrivare il suo supporto direttamente
ai mujahideen. In altre parole, affinch� quelle operazioni
segrete avessero successo, Washington stava ben attenta a non
rivelare l'obiettivo ultimo della "jihad", che consisteva nel
distruggere l'Urss. "Noi non abbiamo addestrato gli arabi" ha
detto Milton Beardman, della Cia. Tuttavia, secondo Abdel
Monam Saidali, dell'Al-aram Center for Strategic Studies del
Cairo, bin Laden e gli "arabi afghani" avevano ricevuto "tipi di
addestramento molto sofisticati, cosa che era stata loro
consentita dalla Cia" (6). Beardman ha confermato, a questo
proposito, che Osama bin Laden non era a conoscenza del
ruolo che stava giocando per conto di Washington. Secondo le
parole di bin Laden (citate da Beardman): "N� io n� i miei
fratelli abbiamo visto qualcosa che dimostrasse l'aiuto americano" (7).
Motivati dal nazionalismo e dal fervore religioso, i guerrieri
islamici erano inconsapevoli di combattere l'esercito sovietico per
conto dello Zio Sam. Vi furono contatti ai livelli pi� alti
della gerarchia dell'intelligence, ma i leader dei ribelli islamici sul
campo non neebbero con Washington o con la Cia.
Con l'appoggio della Cia e l'afflusso di massicci quantitativi
di aiuti militari Usa, l'Isi si era trasformata in una "struttura
parallela con un enorme potere su tutti gli aspetti del governo" (8).
L'Isi aveva uno staff composto da ufficiali dell'esercito e
dell'intelligence, burocrati, agenti sotto copertura e
informatori ed era stimata in 150.000 persone (9).
Nel frattempo, le operazioni della Cia avevano anche
rafforzato il regime militare pakistano guidato dal generale Zia
Ul Haq:
"Le relazioni tra la Cia e l'Isi erano andate rinsaldandosi
dopo l'estromissione da parte del [generale] Zia di Bhutto e
l'avvento del regime militare... Durante quasi tutta la guerra
in Afghanistan, il Pakistan � stato pi� aggressivamente
anti-sovietico persino degli stessi Stati uniti. Nel 1980, poco
dopo che l'esercito sovietico aveva invaso l'Afghanistan, Zia
sped� il capo dell'Isi a destabilizzare gli stati sovietici
dell'Asia centrale. La Cia ader� a questo piano solo nell'ottobre
1984...
la Cia era pi� cauta dei pakistani. Sia il Pakistan che gli
Usa adottarono la linea dell'inganno all'Afghanistan. La loro
posizione pubblica era la negoziazione di un accordo mentre,
in privato, decidevano che il miglior modo di procedere era
l'escalation militare" (10).

Il triangolo del Golden Crescent

La storia del traffico di droga nell'Asia centrale � intimamente
collegata alle operazioni coperte della Cia. Prima della guerra
in Afghanistan, la produzione di oppio in Afghanistan e Pakistan
era diretta a piccoli mercati regionali. Non vi era produzione
locale di eroina (11). A questo proposito, lo studio di Alfred
McCoy conferma che entro due anni dal furioso attacco
dell'operazione della Cia in Afghanistan, "la zona di confine
Pakistan-Afghanistan divenne il principale produttore di eroina al
mondo, fornendo il 60% della domanda Usa. In Pakistan, la
popolazione tossicodipendente pass� da quasi zero nel 1979...
a 1.200.000 persone nel 1985 - una crescita molto pi� rapida
che in qualunque altro paese"(12): "Ancora una volta, la Cia
controllava questo traffico di eroina. Mentre conquistavano
territori all'interno dell'Afghanistan, i guerriglieri mujahideen
ordinavano ai contadini di piantare oppio come tassa rivoluzionaria.
Al di l� del confine, in Pakistan, i leader afghani e i
gruppi locali sotto la protezione dell'Intelligence pakistana
gestivano centinaia di laboratori di eroina. Durante questo
decennio di narcotraffico alla luce del giorno, l'americana
Dea (Drug Enforcement Agency) a Islamabad evit� di pretendere
grosse confische o arresti... I funzionari Usa avevano rifiutato di
indagare su accuse di traffico di eroina da parte dei suoi
alleati afghani "perch� la politica sui narcotici Usa in Afghanistan
� subordinata alla guerra contro l'influenza sovietica
nell'area". Nel 1995 l'ex direttore dell'operazione afghana
della Cia, Charles Cogan, ha ammesso che la Cia aveva
effettivamente sacrificato la guerra alla droga per combattere
la guerra fredda. "La nostra missione principale era arrecare il
maggior danno possibile ai sovietici. Non avevamo le risorse o
il tempo per dedicarci a un'indagine sul narcotraffico"... "Non
penso che dobbiamo scusarci per questo. Ogni situazione ha la
sua ricaduta... S�, c'� stata una ricaduta in termini di droga.
Ma l'obiettivo principale � stato realizzato. I sovietici
hanno lasciato l'Afghanistan"" (13).

NOTE

1. Hugh Davies, International: "'Informers' point the finger at
bin Laden; Washington on alert for suicide bombers", The Daily
Telegraph, London, 24 agosto 1998.
2. Cfr. Fred Halliday, "The Un-great game: the Country that
lost the Cold War, Afghanistan", New Republic, 25 marzo 1996.
3. Ahmed Rashid, "The Taliban: Exporting Extremism", Foreign
Affairs, November-December 1999.
4. Steve Coll, Washington Post, 19 luglio 1992.
5. Dilip Hiro, "Fallout from the Afghan Jihad", Inter Press
Services, 21 novembre 1995.
6. Weekend Sunday (NPR); Eric Weiner, Ted Clark; 16 agosto 1998.
7. Ibid.
8. Dipankar Banerjee; "Possible Connection of ISI With Drug
Industry", India Abroad, 2 dicembre 1994.
9. Ibid.
10. Cfr. Diego Cordovez e Selig Harrison, Out of Afghanistan:
The Inside Story of the Soviet Withdrawal, Oxford University
Press, New York, 1995, e la recensione di Cordovez and Harrison
in International Press Services, 22 agosto 1995.
11. Alfred McCoy, "Drug fallout: the Cia's Forty Year Complicity
in the Narcotics Trade". The Progressive; 1 agosto 1997.
12. Ibid.
13. Ibid.

1-continua.

Traduzione di Marina Impallomeni
Copyright Michel Chossudovsky, Montreal,
September 2001


> http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/
20-Settembre-2001/art60.htm

"Il Manifesto", 20 Settembre 2001

L'utile mostro "wanted"

Chi � Osama bin Laden / 2. Una chiave per le operazioni militari
e d'intelligence americane nei Balcani e nell'ex-Urss
Dopo l'89. Il fondamentalismo islamico diventa utile agli
interessi strategici di Washington |nell'ex Unione sovietica
MICHEL CHOSSUDOVSKY


Finita la guerra fredda, la regione dell'Asia centrale � strategica
non solo per le sue grandi riserve petrolifere. Essa produce
anche tre quarti dell'oppio mondiale, che rappresentano introiti
di molti miliardi di dollari per i cartelli d'affari, le istituzioni
finanziarie, le agenzie di spionaggio e il crimine organizzato.
Il ricavato annuale del traffico del Golden Crescent (tra 100 e
200 miliardi di dollari) costituisce circa un terzo del mercato
annuale mondiale dei narcotici, che le Nazioni unite stimano
dell'ordine di 500 miliardi di dollari (1).
Con la disintegrazione dell'Unione sovietica, nella produzione
dell'oppio si � verificata una nuova ondata. Potenti cartelli
d'affari nell'ex Unione sovietica alleati con il crimine
organizzato sono in competizione per il controllo strategico sulle rotte
dell'eroina.
L'estesa rete di intelligence militare dell'Isi non � stata
smantellata dopo la guerra fredda. La Cia ha continuato a sostenere
la jihad islamica fuori del Pakistan. Nuove iniziative segrete
sono state avviate in Asia centrale, nel Caucaso e nei Balcani.
L'apparato militare e di intelligence del Pakistan essenzialmente
"� servito come catalizzatore per la disintegrazione
dell'Unione sovietica e l'emergere di sei nuove repubbliche
islamiche in Asia centrale" (2).
Nel frattempo, i missionari islamici della setta Wahhabi
dell'Arabia saudita si erano stabiliti nelle repubbliche islamiche e
all'interno della federazione russa invadendo le istituzioni
dello Stato secolare. Nonostante la sua ideologia anti-americana, il
fondamentalismo islamico serviva largamente gli interessi strategici
di Washington nell'ex-Unione sovietica.
Successivamente al ritiro delle truppe sovietiche nel 1989, la
guerra civile in Afghanistan � continuata inesorabile. I Taleban
erano sostenuti dai Deobandi pakistani e dal loro partito politico,
lo Jamiat-ul-Ulema-e-Islam (Jui). Nel 1993, lo Jui � entrato
nella coalizione di governo della prima ministra Benazzir Bhutto.
Furono istituiti legami fra Jui, esercito e Isi. Nel 1995, con la
caduta del governo Hezb-I-Islami Hektmatyar a Kabul, i Taleban
hanno non solo installato un governo islamico oltranzista,
ma hanno anche "consegnato il controllo dei campi di addestramento
in Afghanistan a fazioni Jui..." (3). E lo Jui, con il
sostegno dei movimenti sauditi Wahhabi, ha giocato un ruolo chiave
nel reclutare volontari che combattessero nei Balcani e
nell'ex Unione sovietica.
Il Jane Defense Weekly conferma a questo proposito che "la met�
degli uomini e dell'equipaggiamento dei Taleban
proviene dal Pakistan mediante l'Isi" (4). In effetti, sembrerebbe
che dopo la ritirata dei sovietici entrambe le fazioni della
guerra civile afghana abbiano continuato a ricevere sostegno
occulto attraverso l'Isi pakistano. (5).
In altre parole, sostenuto dall'intelligence militare pakistana
(Isi) che a sua volta � controllata dalla Cia, lo stato islamico
Talebano � stato largamente funzionale agli interessi geopolitici
americani. Il traffico del Golden Crescent � stato anch'esso
usato per finanziare ed equipaggiare l'Esercito musulmano bosniaco
(a partire dai primi anni '90) e l'esercito di liberazione
del Kosovo (Kla). Esistono prove che, negli ultimi mesi, i
mercenari mujahideen stanno combattendo nei ranghi dei terroristi
Kla-Nla in Macedonia.
Questo spiega perch� Washington ha chiuso gli occhi sul regno
del terrore imposto dai Taleban, inclusi i plateali attacchi ai
diritti delle donne, la chiusura delle scuole per le bambine,
i licenziamenti femminili dagli impieghi pubblici e l'imposizione
delle "leggi punitive della Sharia" (6).

La guerra in Cecenia

Per quanto riguarda la Cecenia, i principali leader ribelli
Shamil Basayev e Al Khattab sono stati addestrati e indottrinati in
campi sponsorizzati dalla Cia in Afghanistan e Pakistan. Secondo
Yossef Bodansky, direttore della Task Force del
Congresso americano sul terrorismo e la guerra non convenzionale,
la guerra in Cecenia era stata pianificata durante un
summit segreto di Hizb Allah International tenuto nel 1996
a Mogadiscio, in Somalia (7). Al summit hanno partecipato Osama
bin Laden e funzionari di alto livello dell'intelligence iraniana
e pakistana. Sotto questo aspetto, il coinvolgimento dell'Isi
pakistano in Cecenia "va molto oltre la fornitura ai ceceni di
armi e expertise: l'Isi e i suoi rappresentanti fondamentalisti
islamici sono coloro che in effetti comandano in questa guerra" (8).

La principale rotta degli oleodotti della Russia transita
attraverso la Cecenia e il Dagestan. Nonostante la sbrigativa
condanna da parte di Washington del terrore islamico, i
beneficiari indiretti della guerra in Cecenia sono i conglomerati
petroliferi anglo-americani, che competono per il controllo
sulle risorse petrolifere e i corridoi degli oleodotti provenienti
dal bacino del Mar Caspio.
I due principali eserciti ribelli ceceni, guidati rispettivamente
dal comandante Shamil Basayev e Emir Khattab e stimati in
35.000 uomini, sono stati sostenuti dall'Isi, che ha anche
giocato un ruolo chiave nell'organizzare e addestrare l'esercito
ribelle ceceno: "[Nel 1994] l'Isi pakistano ha fatto in modo
che Basayev e i suoi fidati luogotenenti ricevessero un intensivo
indottrinamento islamico e l'addestramento alla guerriglia
nella provincia Khost dell'Afghanistan presso il campo di Amir
Muawia, creato all'inizio degli anni '80 dalla Cia e dall'Isi
e gestito dal famoso signore della guerra afghano Gulbuddin
Hekmatyar. Nel luglio 1994, dopo aver completato la preparazione
ad Amir Muawia, Basayev � stato trasferito al campo
Markaz-i-Dawar in Pakistan per essere addestrato in tecniche
avanzate di guerriglia. In Pakistan, Basayev ha incontrato i pi�
alti ufficiali militari e di intelligence pakistani: il ministro
della difesa generale Aftab Shahban Mirani, il ministro dell'interno
generale Naserullah Babar, e il capo del settore dell'Isi incaricato
di sostenere le cause islamiche, generale Javed Ashraf
(ora tutti in pensione). I rapporti ad alto livello si sono
dimostrati molto utili per Basayev" (9).
Dopo il suo lavoro di addestramento e indottrinamento, Basayev
� stato assegnato a guidare l'assalto contro le truppe
federali russe nella prima guerra cecena nel 1995. La
sua organizzazione aveva anche sviluppato forti collegamenti con
gruppi criminali a Mosca, nonch� legami con il crimine
organizzato albanese e l'esercito di liberazione del Kosovo. Nel
1997-98, secondo il servizio di sicurezza federale russo (Fsb)
"i signori della guerra ceceni hanno cominciato ad acquistare
beni immobili in Kosovo... attraverso svariate ditte immobiliari
come copertura in Jugoslavia" (10).
L'organizzazione di Basayev � stata anche coinvolta in una quantit�
di attivit� illegali tra cui narcotici, intercettazioni illegali e
sabotaggio degli oleodotti russi, rapimenti, prostituzione,
commercio di dollari falsi e contrabbando di materiali nucleari (vedi
"Mafia linked to Albania's collapsed pyramids" (11)). Accanto
all'esteso riciclaggio di soldi della droga, gli introiti di
varie attivit� illecite sono stati destinati al reclutamento
di mercenari e all'acquisto di armi.
Durante il suo addestramento in Afghanistan, Shamil Basayev �
entrato in contatto con "Al Khattab", il comandante
mujahideen veterano, nato in Arabia Saudita, che aveva combattuto
come volontario in Afghanistan. Solo pochi mesi dopo il
ritorno di Basayev a Grozny, Khattab � stato invitato (all'inizio
del 1995) a creare una base militare in Cecenia per
l'addestramento dei combattenti mujahideen. Secondo la Bbc,
l'incarico di Khattab in Cecenia era stato "organizzato
attraverso l'[International] Islamic Relief Organisation,
un'organizzazione religiosa militante con base in Arabia Saudita
finanziata da moschee e ricchi individui che hanno spedito fondi in
Cecenia" (12).

Fra la Cia e l'Fbi

Dall'epoca della guerra fredda, Washington ha appoggiato
consapevolmente Osama bin Laden, inserendolo allo stesso
tempo nella lista dei "most wanted" dell'Fbi come principale
terrorista al mondo.
Mentre i mujahideen sono occupati a combattere la guerra
dell'America nei Balcani e nell'ex Unione Sovietica, l'Fbi -
operando come una forza di polizia con base negli Usa - sta
combattendo una guerra interna contro il terrorismo, agendo
per alcuni aspetti indipendentemente dalla Cia che ha, dalla
guerra in Afghanistan in poi, sostenuto il terrorismo
internazionale attraverso le sue operazioni segrete.
Per una crudele ironia, mentre la jihad islamica - definita
dall'amministrazione Bush come una "minaccia all'America" -
viene criticata per gli attacchi terroristici sul World Trade
Centre e il Pentagono, queste stesse organizzazioni islamiche
costituiscono uno strumento chiave delle operazioni americane
militari-di intelligence nei Balcani e nella ex Unione Sovietica.
Dopo gli attacchi terroristici a New York e Washington, la verit�
deve prevalere per impedire che l'amministrazione Bush, e i
suoi partner della Nato, si imbarchino in una avventura militare
che minaccia il futuro dell'umanit�.


NOTE

1. Douglas Keh, "Drug Money in a changing World", Technical document
no. 4, 1998, Vienna UNDCP, p. 4.
2. International Press Services, 22-8-1995.
3. Ahmed Rashid, The Taliban: Exporting Extremism, Foreign Affairs,
November-December, 1999, p. 22.
4. Citato in Christian Science Monitor, 3-9-1998
5. Tim McGirk, "Kabul learns to live with its bearded conquerors", The
Independent, Londra, 6-11-1996.
6. Vedi K. Subrahmanyam, "Pakistan is Pursuing Asian Goals", India
Abroad, 3-11-1995.
7. Levon Sevunts, "Who's calling the shots? Chechen conflict finds
Islamic roots in Afghanistan and Pakistan", 23 The
Gazette, Montreal, 26-10- 1999.
8. Ibid
9. Ibid.
10. Vedi Vitaly Romanov e Viktor Yadukha, Chechen Front Moves To Kosovo
Segodnia, Mosca, 23-2-2000.
11. The European, 13-2-1997. Vedi anche Itar-Tass, 4/5-1-2000.
12. BBC, 29-9-1999

2/ fine. La prima puntata � stata
pubblicata ieri
Traduzione di Marina Impallomeni
Copyright Michel Chossudovsky,
Montreal, September 2001

---

L'AUTORE

Michel Chossudovsky insegna economia all'Universit� di Ottawa
ed � collaboratore di Le Monde Diplomatique. Ha scritto, fra
l'altro, "La Mondialisation del pauvret�" (Ecosociet�, Montreal,
1998). Ha dedicato un ampio studio alle dinamiche
economiche sottostanti alla frantumazione, e poi alle guerre,
della ex Jugoslavia.

---

Questa lista e' curata da componenti del
Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia (CNJ).
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