E' americana la pista balcanica che porta a Bin Laden
di TOMMASO DI FRANCESCO
(Il Manifesto del 29/9/2001)
"Il Pentagono teme un fronte Balcanico", un titolo a sei colonne e
sotto solo quattro righe sull'allarme americano. L'abbiamo letto sul La
Stampa. Un po' pochino per spiegare se c'� e perch� un "fronte
balcanico" nella vicenda che lega Bin Laden agli attentati americani.
Naturalmente lo scenario balcanico c'�, eccome. E le due notizie
arrivate ieri lo confermano. Una arriva dalla Lega democratica del
Kosovo (Ldk), il partito di Ibrahim Rugova, che per bocca del vice-
presidente Najm Jerlu, denuncia che "attacchi terroristici nella nostra
regione hanno provocato 1.200 morti negli ultimi due anni dopo
l'intervento della Nato" e che "nuove cellule terroristiche filo-
integraliste di frange dissociate" e provenienti dall'Uck sono pronte
dal Kosovo a far saltare lo stato di tregua in Macedonia, perch� tra
loro ci sono "mercenari" seguaci di Bin Laden addestrati dal 1994 al
1996 dal luogotenente filo-integralista islamico Mohamed Zawhiri". Una
denuncia grave che viene dopo l'accusa dello stesso Rugova che
recentemente ha schernito la cosiddetta "Raccolta essenziale" di armi
tra le fila dell'Uck - gi� addestrata dalla Nato - in Macedonia
promossa dall'Alleanza atlantica, ricordando che "i depositi di armi
sono tutti intatti in territorio kosovaro" e la Nato lo sa bene.
L'altra notizia viene da Sarajevo e dice che decine di seguaci di Osama
bin Laden avrebbero intenzione di abbandonare l'Afghanistan e di
rifugiarsi in Bosnia, con l'aiuto di simpatizzanti locali. "Abbiamo
informazioni da una fonte attendibile che 70 individui, legati
all'organizzazione di Bin Laden, si preparano a lascia l'Afghanistan
per la Bosnia, ritenendolo il luogo pi� sicuro per la loro incolumit�",
ha detto il ministro dell'interno bosniaco Muhamed Besic.
Ma qual � il punto? Dopo la guerra civile 1992-1995, alcuni musulmani
stranieri, tra molti afghani e lo stesso Bin Laden, avevano ricevuto il
passaporto bosniaco in segno di riconoscimento per aver "combattuto"
contro i serbi e i croati. E' questa la storia da raccontare. Una
storia che � emersa nel cosiddetto scandalo del "Bosniagate" nel 1996
scoperto dalla stampa americana - strano che nessuno lo ricordi - in
occasione delle audizioni del Congresso per decidere chi dovesse essere
il nuovo direttore della Cia.
Erano candidati Antony Lake, consigliere dell'allora presidente Bill
Clinton, e George Tenet, di origine albanese. Antony Lake perse la
partita perch� il Congresso scopr� che possedeva "azioni" di societ�
potenti, e soprattutto perch� era stato protagonista di un episodio
giudicato compromettente: aveva favorito una triangolazione di armi
dall'Iran alla Bosnia, agevolando anche l'arrivo di mujaheddin islamici
afghani, iraniani e arabi. Una triangolazione, si scopr�, voluta dallo
stesso Bill Clinton per pareggiare la situazione militare allora
favorevole ai serbi di Bosnia, e per la quale si era adoprato anche
l'inviato Richard Holbrooke. Come l'Iran-Contras dei tempi di Reagan.
A conferma di questo fatto chi scrive intervist� nel 1997 il giudice
Antonio Cassese, allora presidente del Tribunale dell'Aja che. Alla
domanda se valevano come "assoluzione" i lasciapassare rilasciati dalla
presidenza bosniaca di Alja Izetbegovic a miglia di combattenti
islamici - che nel frattempo si erano macchiati di feroci delitti,
anche contro le popolazioni musulmane - rispose di essere a conoscenza
pienamente della cosa, ma che il Tribunale avrebbe raggiunto tutti i
criminali. E non va dimenticato che per quelle stesse triangolazioni di
armi, che per arrivare in Bosnia, toccavano i porti croati controllati
dalle milizie del presidente Tudjman, � stato arrestato recentemente
l'ex presidente argentino Carlos Menem.
Ma Bin Laden? Dopo il 1993 torna in Afghanistan e sar� decisivo nella
cacciata del nuovo governo dei mujaheddin appoggiati dall'Iran, da
parte delle milizie dei Talebani, appoggiati a loro volta dal Pakistan
e dagli Stati uniti. Molti combattenti islamici restano per� nei
Balcani a "rappresentare" gli interessi dell'Iran, tanto che gli Stati
uniti chiederanno al governo di Sarajevo nell'ottobre del 1996 di far
dimettere tutti i ministri legati a filo doppio agli interessi di
Tehran. In Bosnia, temutissimi a Zenica, saranno ricercati
dall'Intelligence di mezzo mondo quando, durante la visita del papa a
Sarajevo nell'aprile 1997, preparano un attentato "dimostrativo" contro
di lui; un oscuro episodio che provoc� poi l'uccisione del responsabile
dei Servizi segreti della Bosnia musulmana. E arrivarono in Albania -
qui al seguito degli interventi finanziari dell'Arabia saudita - e la
stampa americana scopr� la cosiddetta "Albanian connection", i marine
arrivarono a Tirana ad arrestarne alcuni esponenti. Gli attentati
successivi all'ambasciata americana a Nairobi sono stati fatti risalire
proprio alla vendetta dell'"Albanian connection" per quegli arresti in
Albania. Eppure, ben presto, le formazioni irregolari dei combattenti
islamici sarebbero diventate preziose nell'arruolamento e addestramento
dell'Uck.
Il fatto � che i Balcani sono stati il terreno di conflitto prima
dentro l'Europa e poi tra Europa e gli Stati uniti. L'Unione europea
non esisteva quando decise, per la prima volta a Maastricht, con la
commissione Badinter, di non accettare riconoscimenti d'indipendenza
violenti e contro le minoranze interne. Dopo soli due giorni il fronte
unitario europeo venne rotto dalla Germania e dal Vaticano. Si avviava
cos� lo smembramento dell'ancora esistene Federazione jugoslava che
diventava terra da spartire mentre si apriva il conflitto sulla
leadership in Europa. Gli Stati uniti, che fino a quel punto con Cyrus
Vance e il Segretario di stato James Baker, ancora non avevano deciso e
trattavano per tenere in piedi la Jugoslavia - pur avendo il Congresso
Usa finanziato fin dal 1989-90 i partiti nazionalisti - decisero di
occuparsi dei Balcani, ponte geopolitico del sud-est verso l'Est e
tutto l'Oriente.
Nessuno pensi che l'apertura di questo fronte sia stata indolore per
gli Stati uniti. Persero la faccia e la vita i pi� importanti esponenti
della politica estera americana. Cyrus Vance, zittito dal
riconsocimento anche americano della Bosnia Erzegovina, il 14 aprile,
due giorni prima dell'inizio della guerra civile; il plenipotenziario
Frazer caduto in uno strano incidente sul monte Igman a Sarajevo nel
1994; l'ex presidente Jimmy Carter, inviato di Clinton, "bruciato" nei
suoi rapporti amicali con Radovan Karadzic; l'inviato Ron Brown che si
schianta con l'aereo in uno "strano" incidente su Dubrovnik; le
dimissioni forzate del comandante americano dell'Ifor-Nato in Bosnia,
generale Leighton Smith dissenziente con Clinton; l'uscita di scena del
nemico giurato di Holbrooke, Robert Gallucci, suo successore ufficiale.
Poi le guerre, prima in Bosnia, per interposta "strage", e in Kosovo,
sempre per interposta "strage". Guerre umanitarie, diceva il governo
italiano. Invece era la nuova strategia americana, di Holbrooke-
Clinton: il ritorno del protagonismo armato Usa in Europa attraverso
Bosnia Kosovo e Macedonia: "I Balcani - dichiarava Holbrooke - sono la
prova che, senza di noi, l'Europa � impotente". A questo sono servite
le guerre a precipizio che hanno insanguinato Bosnia, Kosovo e
Macedonia. E sono tutt'altro che concluse.
A proposito. Massimo D'Alema, nel suo giusto sforzo di attaccare il
suprematismo razzista di Berlusconi, sbaglia, proprio alla luce di
quanto raccontato, e mente. Come fa a chiedere ora una guerra "mirata"
che rifiuti un conflitto indiscriminato, se nasconde e dimentica di
dire che la guerra che lo ha promosso a statista, quella del 1999 dove
lui dichiara di avere avuto il "coraggio di mettere a rischio la vita
dei soldati italiani", ha ucciso indiscriminatamente - ricordano il
presidente jugoslavo Kostunica e Amnesty International - migliaia di
civili?
---
Several People Arrested in Bosnia
By Aida Cerkez-Robinson
Associated Press Writer
Monday, Oct. 1, 2001; 9:52 a.m. EDT
SARAJEVO, Bosnia-Herzegovina -- Several people
suspected of links to global terrorism were arrested
over the past few days, including two who were found
with box cutters near Sarajevo's airport, Bosnian
authorities said Monday.
The arrests were made by Bosnian police and by SFOR,
the NATO-led peacekeeping force deployed in Bosnia
following the 1992-95 war.
SFOR troops arrested four people last week in the
Sarajevo suburb of Ilidza, SFOR spokesman Capt. Daryl
Morrell said Monday. He did not release further
details, but Bosnian television said Sunday night that
two of the four were foreign citizens and the others
were Bosnians.
Bosnian television identified the two Bosnian suspects
as Nihad Karcic and Armin Harbaus and said they were
employed by the Saudi humanitarian organization
Makath. According to the report, SFOR also seized
documents, computers and $60,000 in cash from the
organization.
Bosnian police made several separate arrests last
week, Federation Interior Minister Muhamed Besic said
Monday.
Some of those arrested were later released, but others
remained in detention as suspects "who could be
involved in terrorism," Besic said. He refused to
elaborate.
A high-ranking Bosnian government official told The
Associated Press on condition of anonymity that two of
the people arrested in the last few days were foreign
citizens from Islamic countries. They were apparently
found close to the Sarajevo airport with box cutters
similar to the ones used by the Sept. 11 hijackers in
the United States.
"We are working together with SFOR and other
international organizations and the operation is
ongoing," Besic said.
The Interior Ministry also asked five Pakistani
citizens in Bosnia on tourist visas to leave the
country, Besic said. They left Sarajevo on Sunday.
Thousands of Islamic fighters arrived in Bosnia at the
beginning of its war to help Bosnian Muslims fight
Serbs and Croats. Most of them left after the war when
NATO troops deployed, but a small number stayed behind
and settled here, obtaining Bosnian citizenship.
Those who remained are now under tighter monitoring by
the Bosnian police.
Last week, the interior minister of the Muslim-Croat
federation, Muhamed Besic, said that "trustworthy
intelligence sources" suggested about 70 associates of
Osama bin Laden, the main suspect for the Sept. 11
attacks, could flee Afghanistan for refuge in Bosnia.
---
MORE DOCUMENTS IN ENGLISH:
>From conservative websites
> http://www.antiwar.com/orig/jatras7.html
'Voices of Moral Obtuseness' Or 'Voices of Immoral Bigotry'?
by Stella L. Jatras - 9/29/01
> http://www.chroniclesmagazine.org/News/Trifkovic/News&Views.htm
CHRONICLES ONLINE, Wednesday, September 19, 2001
OSAMA BIN LADEN: THE BALKAN CONNECTION
by Srdja Trifkovic
---
Questa lista e' curata da componenti del
Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia (CNJ).
I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente
le posizioni ufficiali o condivise da tutto il CNJ, ma
vengono fatti circolare per il loro contenuto informativo al
solo scopo di segnalazione e commento ("for fair use only").
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di TOMMASO DI FRANCESCO
(Il Manifesto del 29/9/2001)
"Il Pentagono teme un fronte Balcanico", un titolo a sei colonne e
sotto solo quattro righe sull'allarme americano. L'abbiamo letto sul La
Stampa. Un po' pochino per spiegare se c'� e perch� un "fronte
balcanico" nella vicenda che lega Bin Laden agli attentati americani.
Naturalmente lo scenario balcanico c'�, eccome. E le due notizie
arrivate ieri lo confermano. Una arriva dalla Lega democratica del
Kosovo (Ldk), il partito di Ibrahim Rugova, che per bocca del vice-
presidente Najm Jerlu, denuncia che "attacchi terroristici nella nostra
regione hanno provocato 1.200 morti negli ultimi due anni dopo
l'intervento della Nato" e che "nuove cellule terroristiche filo-
integraliste di frange dissociate" e provenienti dall'Uck sono pronte
dal Kosovo a far saltare lo stato di tregua in Macedonia, perch� tra
loro ci sono "mercenari" seguaci di Bin Laden addestrati dal 1994 al
1996 dal luogotenente filo-integralista islamico Mohamed Zawhiri". Una
denuncia grave che viene dopo l'accusa dello stesso Rugova che
recentemente ha schernito la cosiddetta "Raccolta essenziale" di armi
tra le fila dell'Uck - gi� addestrata dalla Nato - in Macedonia
promossa dall'Alleanza atlantica, ricordando che "i depositi di armi
sono tutti intatti in territorio kosovaro" e la Nato lo sa bene.
L'altra notizia viene da Sarajevo e dice che decine di seguaci di Osama
bin Laden avrebbero intenzione di abbandonare l'Afghanistan e di
rifugiarsi in Bosnia, con l'aiuto di simpatizzanti locali. "Abbiamo
informazioni da una fonte attendibile che 70 individui, legati
all'organizzazione di Bin Laden, si preparano a lascia l'Afghanistan
per la Bosnia, ritenendolo il luogo pi� sicuro per la loro incolumit�",
ha detto il ministro dell'interno bosniaco Muhamed Besic.
Ma qual � il punto? Dopo la guerra civile 1992-1995, alcuni musulmani
stranieri, tra molti afghani e lo stesso Bin Laden, avevano ricevuto il
passaporto bosniaco in segno di riconoscimento per aver "combattuto"
contro i serbi e i croati. E' questa la storia da raccontare. Una
storia che � emersa nel cosiddetto scandalo del "Bosniagate" nel 1996
scoperto dalla stampa americana - strano che nessuno lo ricordi - in
occasione delle audizioni del Congresso per decidere chi dovesse essere
il nuovo direttore della Cia.
Erano candidati Antony Lake, consigliere dell'allora presidente Bill
Clinton, e George Tenet, di origine albanese. Antony Lake perse la
partita perch� il Congresso scopr� che possedeva "azioni" di societ�
potenti, e soprattutto perch� era stato protagonista di un episodio
giudicato compromettente: aveva favorito una triangolazione di armi
dall'Iran alla Bosnia, agevolando anche l'arrivo di mujaheddin islamici
afghani, iraniani e arabi. Una triangolazione, si scopr�, voluta dallo
stesso Bill Clinton per pareggiare la situazione militare allora
favorevole ai serbi di Bosnia, e per la quale si era adoprato anche
l'inviato Richard Holbrooke. Come l'Iran-Contras dei tempi di Reagan.
A conferma di questo fatto chi scrive intervist� nel 1997 il giudice
Antonio Cassese, allora presidente del Tribunale dell'Aja che. Alla
domanda se valevano come "assoluzione" i lasciapassare rilasciati dalla
presidenza bosniaca di Alja Izetbegovic a miglia di combattenti
islamici - che nel frattempo si erano macchiati di feroci delitti,
anche contro le popolazioni musulmane - rispose di essere a conoscenza
pienamente della cosa, ma che il Tribunale avrebbe raggiunto tutti i
criminali. E non va dimenticato che per quelle stesse triangolazioni di
armi, che per arrivare in Bosnia, toccavano i porti croati controllati
dalle milizie del presidente Tudjman, � stato arrestato recentemente
l'ex presidente argentino Carlos Menem.
Ma Bin Laden? Dopo il 1993 torna in Afghanistan e sar� decisivo nella
cacciata del nuovo governo dei mujaheddin appoggiati dall'Iran, da
parte delle milizie dei Talebani, appoggiati a loro volta dal Pakistan
e dagli Stati uniti. Molti combattenti islamici restano per� nei
Balcani a "rappresentare" gli interessi dell'Iran, tanto che gli Stati
uniti chiederanno al governo di Sarajevo nell'ottobre del 1996 di far
dimettere tutti i ministri legati a filo doppio agli interessi di
Tehran. In Bosnia, temutissimi a Zenica, saranno ricercati
dall'Intelligence di mezzo mondo quando, durante la visita del papa a
Sarajevo nell'aprile 1997, preparano un attentato "dimostrativo" contro
di lui; un oscuro episodio che provoc� poi l'uccisione del responsabile
dei Servizi segreti della Bosnia musulmana. E arrivarono in Albania -
qui al seguito degli interventi finanziari dell'Arabia saudita - e la
stampa americana scopr� la cosiddetta "Albanian connection", i marine
arrivarono a Tirana ad arrestarne alcuni esponenti. Gli attentati
successivi all'ambasciata americana a Nairobi sono stati fatti risalire
proprio alla vendetta dell'"Albanian connection" per quegli arresti in
Albania. Eppure, ben presto, le formazioni irregolari dei combattenti
islamici sarebbero diventate preziose nell'arruolamento e addestramento
dell'Uck.
Il fatto � che i Balcani sono stati il terreno di conflitto prima
dentro l'Europa e poi tra Europa e gli Stati uniti. L'Unione europea
non esisteva quando decise, per la prima volta a Maastricht, con la
commissione Badinter, di non accettare riconoscimenti d'indipendenza
violenti e contro le minoranze interne. Dopo soli due giorni il fronte
unitario europeo venne rotto dalla Germania e dal Vaticano. Si avviava
cos� lo smembramento dell'ancora esistene Federazione jugoslava che
diventava terra da spartire mentre si apriva il conflitto sulla
leadership in Europa. Gli Stati uniti, che fino a quel punto con Cyrus
Vance e il Segretario di stato James Baker, ancora non avevano deciso e
trattavano per tenere in piedi la Jugoslavia - pur avendo il Congresso
Usa finanziato fin dal 1989-90 i partiti nazionalisti - decisero di
occuparsi dei Balcani, ponte geopolitico del sud-est verso l'Est e
tutto l'Oriente.
Nessuno pensi che l'apertura di questo fronte sia stata indolore per
gli Stati uniti. Persero la faccia e la vita i pi� importanti esponenti
della politica estera americana. Cyrus Vance, zittito dal
riconsocimento anche americano della Bosnia Erzegovina, il 14 aprile,
due giorni prima dell'inizio della guerra civile; il plenipotenziario
Frazer caduto in uno strano incidente sul monte Igman a Sarajevo nel
1994; l'ex presidente Jimmy Carter, inviato di Clinton, "bruciato" nei
suoi rapporti amicali con Radovan Karadzic; l'inviato Ron Brown che si
schianta con l'aereo in uno "strano" incidente su Dubrovnik; le
dimissioni forzate del comandante americano dell'Ifor-Nato in Bosnia,
generale Leighton Smith dissenziente con Clinton; l'uscita di scena del
nemico giurato di Holbrooke, Robert Gallucci, suo successore ufficiale.
Poi le guerre, prima in Bosnia, per interposta "strage", e in Kosovo,
sempre per interposta "strage". Guerre umanitarie, diceva il governo
italiano. Invece era la nuova strategia americana, di Holbrooke-
Clinton: il ritorno del protagonismo armato Usa in Europa attraverso
Bosnia Kosovo e Macedonia: "I Balcani - dichiarava Holbrooke - sono la
prova che, senza di noi, l'Europa � impotente". A questo sono servite
le guerre a precipizio che hanno insanguinato Bosnia, Kosovo e
Macedonia. E sono tutt'altro che concluse.
A proposito. Massimo D'Alema, nel suo giusto sforzo di attaccare il
suprematismo razzista di Berlusconi, sbaglia, proprio alla luce di
quanto raccontato, e mente. Come fa a chiedere ora una guerra "mirata"
che rifiuti un conflitto indiscriminato, se nasconde e dimentica di
dire che la guerra che lo ha promosso a statista, quella del 1999 dove
lui dichiara di avere avuto il "coraggio di mettere a rischio la vita
dei soldati italiani", ha ucciso indiscriminatamente - ricordano il
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Monday, Oct. 1, 2001; 9:52 a.m. EDT
SARAJEVO, Bosnia-Herzegovina -- Several people
suspected of links to global terrorism were arrested
over the past few days, including two who were found
with box cutters near Sarajevo's airport, Bosnian
authorities said Monday.
The arrests were made by Bosnian police and by SFOR,
the NATO-led peacekeeping force deployed in Bosnia
following the 1992-95 war.
SFOR troops arrested four people last week in the
Sarajevo suburb of Ilidza, SFOR spokesman Capt. Daryl
Morrell said Monday. He did not release further
details, but Bosnian television said Sunday night that
two of the four were foreign citizens and the others
were Bosnians.
Bosnian television identified the two Bosnian suspects
as Nihad Karcic and Armin Harbaus and said they were
employed by the Saudi humanitarian organization
Makath. According to the report, SFOR also seized
documents, computers and $60,000 in cash from the
organization.
Bosnian police made several separate arrests last
week, Federation Interior Minister Muhamed Besic said
Monday.
Some of those arrested were later released, but others
remained in detention as suspects "who could be
involved in terrorism," Besic said. He refused to
elaborate.
A high-ranking Bosnian government official told The
Associated Press on condition of anonymity that two of
the people arrested in the last few days were foreign
citizens from Islamic countries. They were apparently
found close to the Sarajevo airport with box cutters
similar to the ones used by the Sept. 11 hijackers in
the United States.
"We are working together with SFOR and other
international organizations and the operation is
ongoing," Besic said.
The Interior Ministry also asked five Pakistani
citizens in Bosnia on tourist visas to leave the
country, Besic said. They left Sarajevo on Sunday.
Thousands of Islamic fighters arrived in Bosnia at the
beginning of its war to help Bosnian Muslims fight
Serbs and Croats. Most of them left after the war when
NATO troops deployed, but a small number stayed behind
and settled here, obtaining Bosnian citizenship.
Those who remained are now under tighter monitoring by
the Bosnian police.
Last week, the interior minister of the Muslim-Croat
federation, Muhamed Besic, said that "trustworthy
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Osama bin Laden, the main suspect for the Sept. 11
attacks, could flee Afghanistan for refuge in Bosnia.
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OSAMA BIN LADEN: THE BALKAN CONNECTION
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