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From: "Rossi Alma" <alma@...>
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Subject: ottobre 2001 - Ritorno dalla Zastava
Date sent: Sun, 4 Nov 2001 19:13:49 +0100

Una delegazione del Coordinamento Rsu e della Cgil di Brescia si è recata alla Zastava di Kragujevac nei giorni 26-27-28-29 ottobre per consegnare le somme relative alle adozioni a distanza attivate a favore dei figli dei lavoratori della Zastava .
La maggior parte delle nuove adozioni portate in questa occasione
(per un totale di lire 40.000.000) sono state raccolte a Padova,
Trieste e Firenze.
Assieme alle nuove adozioni sono state portate anche le quote
per i rinnovi di parte delle adozioni attivate l'anno scorso
(sopratutto quelle di Milano, Lodi e Brescia).

Da una verifica effettuata con i delegati della Zastava risulta che,
pur tra mille difficoltà, sono 1.400 le adozioni fino ad ora attivate
(600.000 per adozione) con quelle avviate anche in Piemonte,
Puglia, Emilia, Lazio, e dalla FIOM di Lecco.

La situazione che abbiamo trovato è peggiore
di quanto abbiamo visto le precedenti volte.
Le conseguenze dell'embargo e della guerra pesano
su tutti i lavoratori della Jugoslavia come un macigno
sempre più grande e pesante da sopportare:

- La speranza di ricostruzione delle fabbriche bombardate
è ormai una chimera sempre più difficile da conquistare.
La subordinazione economica imposta dall'occidente
e sostenuta dal quadro politico Jugoslavo si manifesta nello
smantellamento delle poche risorse industriali disponibili,
nella privatizzazione di quanto può essere appetibile al capitale
ed alla finanza occidentale (attività e mercati). Il risultato è
(ad esempio per la Zastava) il licenziamento dei lavoratori
(15.000 per ora sui 36.000), l'inoccupazione e la precarietà
di chi rimane, costretto alla massima flessibilità ed alla riduzione
della paga (mediamente chi riesce a lavorare percepisce
70/80.000 al mese, chi rimane "disponibile" e non è ancora
stato licenziato, percepisce un'assegno (come se fosse in Cig)
di 18.000 al mese.
La stragrande maggioranza dei lavoratori è tutt'ora disoccupata
e le poche e precarie occasioni di lavoro sono all'insegna
di un quadro iperliberista, senza diritti e tutele.
Di contro il Governo favorisce per legge l'importazione
delle auto usate tutto a scapito delle possibilità produttive
(che si potrebbero rilanciare nonostante le distruzioni)
della produzione interna.

- L'allentamento dell'embargo si è trasformato sopratutto
in occasione di arricchimento per la speculazione privata
a discapito di un servizio pubblico ormai marginalizzato
ed avviato allo smantellamento dalla stessa classe politica
Jugoslava che ha accettato anche in questo campo
la totale privatizzazione.
Per esempio il servizio sanitario non riesce a reperire e distribuire
i medicinali necessari mentre questi sono in abbondanza
nelle farmacie private che le vendono a prezzo pieno
(per chi le può comprare).

- Il Governo ha avviato una serie di interventi (di risanamento ...!? )
che colpiscono essenzialmente i lavoratori e le fasce più deboli.
Tra gli ultimi provvedimenti Governativi la riduzione delle tutele
per assenze in caso di maternità e malattia, lo smantellamento
dei contratti di lavoro, la liberalizzazione delle assunzioni a tempo
determinato, la privatizzazione degli uffici di collocamento,
e la riduzione dell'agibilità sindacale di cui si vuol comprimere
sopratutto l'autonomia dal quadro politico.
E' stata abolita la proprietà di azioni da parte dei lavoratori
(ultimo residuo della politica di Tito) e tutto il potere torna nelle mani delle classi dirigenti aziendali che non devono più rendere conto
delle loro scelte ai lavoratori.
Salari e pensioni sono ridotti per legge mentre di contro
la nuova gestione privata di gas, luce ed acqua pretende il pagamento
delle bollette (non più in regime di prezzo amministrato e calmierato
ma a prezzo libero) anche di quelle arretrate (congelate in parte
durante i periodi di embargo e guerra) pena il taglio dei servizi
a chi non può pagare.

- Del fiume di aiuti occidentali di cui si sente parlare in occidente
non si vede nulla. Quello che arriva è destinato a sostenere
la propaganda politica e l'apparato delle forze e delle
amministrazioni filo-occidentali. La popolazione continua
ad impoverirsi mentre si rafforza una nuova ed arrogante burocrazia
che cerca ormai di controllare e ridurre a se anche le organizzazioni
sindacali, dividendole e spaccandole in sindacatini di parte (legati
alle varie correnti del DOS). Solo alla zastava sono ormai 7 i sindacati
inventati di sana pianta, accanto a quelli storici ("indipendenza",
sindacato minoritario su posizioni più radicali presente sopratutto
nel reparto zastava che costruisce fucili da caccia (non bombardato),
e il sindacato autonomo Zastava, maggioritario che raccoglie ancora
il 90% delle iscrizioni tra i lavoratori, e presente sopratutto nei reparti auto e camion, quelli interamente distrutti dalle bombe).
Per questo il sindacato autonomo Zastava rimane esposto
ad un'attacco che rende sempre più difficile la sua azione.
Un esempio è il tentativo da parte della direzione aziendale Zastava
di ridurre l'impatto che la campagna di adozioni a distanza
ha sui lavoratori della Zastava.
Grazie alla solidarietà dei lavoratori Italiani, i lavoratori della Zastava riescono a ridurre gli effetti di una frantumazione della loro unità attorno all'insediamento industriale e contro i tentativi del suo
definitivo smantellamento. Anche grazie a questa solidarietà
il sindacato, in Zastava, riesce a rimanere un importante riferimento
per i suoi lavoratori ed a frenare processi di esodo e migrazione,
di riduzione della presenza organizzata del sindacato in fabbrica.
Ciò riduce la mano libera che la nuova direzione aziendale vorrebbe
avere nella gestione dei processi di liquidazione, chiusura e
privatizzazione di ciò che rimane appetibile per il capitale occidentale.
Questo atteggiamento si manifesta in diversi modi. Ultimi esempi
sono il licenziamento di una lavoratrice zastava che seguiva
e gestiva dal punto di vista amministrativo la campagna adozioni
(ciò nonostante questa continua la sua attività come volontaria,
anche se licenziata) e la precarietà in cui è oggi costretta a lavorare
l'unica altra lavoratrice che con fatica gestisce il progetto
e che fa da interfaccia alle iniziative che partono dall'Italia.
In occasione dell'ultima visita della Fiom di Lecco che doveva
distribuire le sue adozioni, l'azienda non ha concesso neppure
la saletta per le assemblee in cui si procedeva solitamente alle
consegne. Le consegne sono state fatte all'aperto, nel cortile.

Contro il progressivo smantellamento delle normative contrattuali
e di legge che normano i rapporti di lavoro, contro il peggioramento
delle condizioni di vita e di lavoro, per impegni certi sulla
riorganizzazione delle attività industriali al fine di un loro salvataggio e rilancio, si sono realizzati tra mille difficoltà scioperi e manifestazioni, ed altri sono in programma.
Ma rimane la difficoltà di una lotta condotta con scarsa efficacia
(è difficile incidere quando la produzione è già ferma di per se a
causa dei bombardamenti) anche per il totale silenzio del Governo
e delle controparti aziendali che sembrano non voler legittimare
alcun sindacato, alcuna iniziativa, che si muove esplicitamente
in termini di critica alla loro politica..
Una lotta peraltro condotta in estrema solitudine anche per la scarsa
attenzione che viene loro prestata dalle grandi organizzazioni sindacali
Europee incapaci di vedere come il liberismo e la globalizzazione,
come l'attacco ai diritti dei lavoratori ed ai sindacati stia distruggendo (non solo in Jugoslavia ma anche in Bosnia, Croazia e Slovenia) quella "carta dei diritti" che a Nizza è stata presentata come carta d'idendità di una europa democratica, e che il sindacato Europeo celebra come conquista fondamentale.

La solidarietà che con le adozioni a distanza, nonostante tutto,
si riesce ancora a tenere attiva, è sempre più la sola cosa che aiuta
concretamente questi lavoratori a resistere ed a ridare prospettiva
alla necessità di un sindacato forte ed autonomo.
Oltre all'aiuto economico, delle adozioni, conta sopratutto l'aiuto morale che questa iniziativa produce su questi lavoratori. Il non sentirsi abbandonati e dimenticati da loro la forza di provare a credere
che stare assieme e difendere la loro rappresentanza ed il diritto
di averla è una lotta ancora possibile.
Posso dirvi che questo aspetto non è da sottovalutare.
Abbiamo girato per una Kragujevac deserta, quasi una città morta.
Nessuno in giro, negozi vuoti. Neppure subito dopo la guerra
abbiamo visto tanta desolazione. Ma abbiamo visto anche tanta
riconoscenza e convinzione che, nonostante il Governo, nonostante
questa desolazione, se questi lavoratori saranno compresi ed aiutati,
se riusciranno a non essere dimenticati, qualcosa di importante
si possa ancora fare.

Siamo in pochi a continuare su questa strada.
I sindacati Italiani sono sordi ed assenti.
I miliardi ricavati dalla trattenuta per l'ora di solidarietà col Kosovo, non si sa come siano usati e spesi, non si sa a chi sono consegnati e per fare cosa.
Sicuramente non una lira è andata ai lavoratori della Jugoslavia
colpiti dai bombardamenti e che lottano oggi per difendere
la possibilità di avere un forte sindacato e per una prospettiva
di lavoro e di salario.

I nostri sindacati balbettano parole incomprensibili sulla guerra,
penzolano tra interventismo e preoccupazione, non riescono a dire
un NO alla guerra. Non l'hanno detto per la Jugoslavia, non riescono
ancora a dirlo per l'Afganistan.
Ma le vittime di quella guerra, i lavoratori, le loro famiglie, i pensionati, ancora ci guardano. Hanno cercato, inascoltati, la solidarietà dei nostri sindacati che avevano invece come unica e stupida
preoccupazione quella di non confliggere con le politiche dei nostri
governi, ma hanno trovato quella dei lavoratori.

Oggi è tutto più difficile.
Non facciamo venire meno la speranza e rilanciamo la campagna
di adozioni a distanza per le famiglie dei lavoratori della Zastava.
Anche questo è lotta contro la guerra, contro un liberismo selvaggio,
contro una deriva sindacale che non riesce più neppure a manifestare
solidarietà alle vittime della guerra, ai lavoratori.

Per sostenere la campagna di adozioni Vi proponiamo di organizzare
iniziative di presentazione nelle vostre realtà e territori.
Vi proponiamo di traguardare una iniziativa per la prossima primavera.
Un' incontro tra le famiglie dei lavoratori Italiani che hanno avviato
una adozione e quelle della Zastava di Kragujevac.
Un'incontro da organizzare dentro la loro fabbrica.
Una giornata di incontro e di festa, in cui confrontarci, divertirci,
per far sentire anche fisicamente che questi lavoratori non sono
stati ne dimenticati ne abbandonati.

Oltre che con la raccolta delle adozioni, è possibile sostenere il progetto organizzando la vendita di un CD realizzato in occasione di un concerto di solidarietà tenutosi a Marghera il 15 luglio 2000.
E' disponibile anche una cassetta video da proiettare che presenta
l'iniziativa e la illustra nel quadro della lotta contro la guerra.

Per informazioni alma@...

ciao

Alma Rossi - email - alma@...
indirizzo email del coordinamento RSU - coord.naz.rsu@...
indirizzo internet del Coordinamento RSU - http://www.ecn.org/coord.rsu/



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