Di Costanzo Preve si veda anche il testo:
"Prove generali di nazismo umanitario"
> http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/370


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Date sent: Thu, 03 Jan 2002 16:55:32 +0100
From: Kelebek
Subject: Il Bombardamento Etico

http://www.kelebekler.com/occ/preve.htm

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Costanzo Preve. Il Bombardamento Etico: Saggio sull'Interventismo
Umanitario, sull'Embargo Terapeutico e sulla Menzogna Evidente.
ISBN 88-87296-77-4

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Mentre preparo l'html di questa recensione, l'occhio mi cade su un
titolo del quotidiano, *Corriere del Ticino* (20 dicembre 2001).
In sostanza, dice che gli Stati Uniti, padroni incontrastati dei
cieli, si stanno preparando a usare di nuovo la bomba atomica per
annientare i loro oppositori persino sottoterra. Il titolista
svizzero riesce a ricavarne invece una bomba *antiatomica*: "Una
miniatomica contro il terrorismo: la bomba capace di distruggere
armi di distruzione di massa a grande profondità". Ecco, in una
parola sola, cosa è la "Menzogna Evidente" che compare nel titolo
del libro di Costanzo Preve.

Costanzo Preve insegna filosofia a Torino ed è un profondo
conoscitore del mondo balcanico, greco e ottomano. Con questo libro,
scorrevole e soprattutto originale, ci regala alcuni spunti decisivi
per capire la Guerra del Bene contro il Male, la manipolazione
retorica e il mondo post-occidentale.

Lasciamo perdere le ovvie differenze di idee? ma fa tristezza trovare
il confuso delirio di Oriana Fallaci, pieno di clamorosi errori,
in tutte le librerie; mentre difficilmente troverete il testo di
Costanzo Preve, scritto molto meglio e da un autore che pensa prima
di aprire bocca.
Comunque se il vostro libraio dovesse rivolgervi uno sguardo perplesso
quando chiedete il libro, ecco tutte le coordinate per farglielo
ordinare:

Editrice C.R.T. via S. Pietro, 36 - 51100 Pistoia tel. 0573 - 976124
fax 0573 - 366725

Potete ordinare il libro contrassegno andando direttamente sul sito
della casa editrice http://www.editricecrt.it/ (non vi preoccupate se
non lo hanno ancora messo in catalogo, il libro c'è).

La recensione che segue è stata scritta da Roberto Giammanco, docente
di scienze sociali in varie università statunitensi, curatore in
passato di documentari per la RAI e autore di fondamentali saggi sulla
cultura americana.

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Roberto Giammanco

2 gennaio 2002

Com'è noto, l'ossimoro è la tipica figura retorica dell'ambiguità
rassicurante. Prolifera in epoche di conformismo e repressione, in
società in cui il dominio ha i mezzi per incoraggiare "la voglia di
non sapere", magari facendola passare per una delle più lodevoli
virtù. La voglia di non sapere è la versione soft della truce
prescrizione Charitas omnia credit.

La cultura della Controriforma fu un vero e proprio florilegio di
ossimori, il florilegio dell'ambiguità e della paura di prender
partito.

I quattro ossimori qui considerati sono gli slogan del potere di
definizione degli Stati Uniti tradotti in bombe, nel controllo
planetario dei media e in un doppio standard di valutazione dei
propri morti e di quelli del nemico, delle azioni terroristiche
e di quelle, continuative e assai più quantitativamente criminose
che l'Impero commette per combattere il terrorismo e cercare di
annientarlo.

O, si dice, "per curarlo". Undici anni di embargo, centinaia di
migliaia di morti, specialmente bambini, un'intera regione
contaminata dall'uranio impoverito, non sono bastati per curare
gli irakeni dal loro inguaribile "saddamismo", o se si preferisce,
"hitlerismo"? Il rimedio è pronto da tempo. George W. Bush Jr. si
appresta a ordire un secondo bombardamento di maggior significato
"etico". "Non fu sì forte il padre?."

Debellare superbos (e magari "perdonare" chi si sottometteva
incondizionatamente) era il motto della secolare autoreferenzialità di
Roma: definiva i suoi "nemici" e mandava le legioni ad annientarli.

"Oggi essere Roma - scrive Richard Gwyn - è assai di più che avere il
potere e i missili, invece dei gladi e delle lance. È una questione di
autopercezione? è sapere che sei Roma e che non t'interessa cosa
pensano tutti gli altri né avere la benché minima preoccupazione per
loro. Essere Roma vuol dire prendere a calci chiunque, ovunque, senza
scusarsi, senza dubbi e, all'occasione, senza spiegare niente a
nessuno."

Essere Roma vuol dire imporre la globalizzazione, termine che, come
dice Preve, "non descrive uno stato di fatto, ma prescrive uno stato
cui conformarsi coattivamente". Qual è la chiave del potere imperiale
autoreferente, oltre all'"onnipotenza" delle sue armi di distruzione a
distanza?

È la capacità d'imporre a tutti i livelli di azione e comunicazione,
su scala planetaria, il criterio del trattamento differenziato (il
double standard da decenni assunto da Noam Chomsky a criterio per
smascherare la politica estera degli Stati Uniti).

I "modelli" dell'autoreferenza imperiale sono Auschwitz e Hiroshima.
Auschwitz è entrato nella percezione collettiva come il frutto
dell'Ideologia demoniaca del nazismo, il genocidio "giudeocentrico"
per eccellenza, non paragonabile a nessun altro, il Male assoluto.
La colpa assoluta per cui tutti chiedono, invano, perdono.

Auschwitz fu consumato a terra, in un periodo di tempo relativamente
lungo, da aguzzini numerosi che si servivano di strutture tradizionali,
visibili: linee ferroviarie, vagoni piombati, filo spinato, forni ecc.

Hiroshima fu tutt'altra cosa. Fu il trionfo di una tecnologia
superiore, neutra, anonima, affidabile, onnipotente e, soprattutto,
senza coinvolgimenti diretti. Cenere, non lacrime e sangue.

Fu subito interiorizzata la menzogna fondante: le bombe atomiche di
Hiroshima e Nagasaki avevano "posto fine alla guerra", salvando "tante
vite americane", si trattò di un'azione di guerra, condotta dall'aria,
in un minimo arco di tempo, un rendez-vous tecnologico senza
responsabilità soggettive né ideologiche e quindi senza nessun
obbligo "morale" di chiederne perdono.

Corollario. Se Auschwitz, almeno in quella forma, non si ripeterà più,
di Hiroshime, dopo il 1945, ne abbiamo viste tante e c'è da aspettarsi
che, in futuro, ce ne saranno anche di più.

L'assuefazione collettiva all'astratto incenerimento di esseri umani
che non hanno diritto ad avere né nome né volto è garantita dall'uso
spettacolare di questi ossimori.

Tutte le connessioni che garantiscono le definizioni e gli
incenerimenti anonimi imposti dal dominio globale fanno capolino,
aggrovigliate, dietro questi ossimori che, come scrive Costanzo Preve,
"comunicano al lettore/spettatore una sorta di gradevole torpore dei
sensi e dello spirito, un torpore in cui annegano progressivamente
insieme sia la consapevolezza teorica sia la coscienza morale".

Per chi non vuol lasciarsi sopraffare da quel torpore Il Bombardamento
Etico è la lettura adatta.


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