SLOBO POETA



Guardi diritto
stando seduto, forte, un poco reclinato indietro
la scena attorno
che ha perso i connotati del reale

Ti guardo sconcertato e calmo
oltre la fluorescenza dello schermo, stare appeso
al proscenio di una sala al neon di un potere virtuale,
o ad una stanza
che piu' che di galera mi suona di ospedale

Trecentomila filtri
un miliardo di intenzioni
infinite recriminazioni
incomprensioni - pallottole - tumori - distrazioni

e sbagli ritardi stanchezze corruzioni
vigliacchi ed assassini - rimpianti e rimozioni
il ricordo di sorrisi, angoscia.
Attraversare in pochi anni una valanga di emozioni

Guardi diritto
chi usa te come capro d'espiazione del delitto
che ha commesso lui. Angoli bui,
meandri inesplorati della storia

falsa coscienza di chi non usa la memoria.
Tu lo sputi in faccia fiero
a chi ha rinunciato al suo coraggio
e si e' accanito su Sloboda e Primo Maggio

(I. Slavo)