"Un raffronto dei dati che ha fornito
con cio' che il governo fa per i Serbi
e altri non-albanesi in Kosovo e'
sufficiente per capire per chi lavora
il vice primoministro serbo"

> http://www.glas-javnosti.co.yu/danas/srpski/T02021101.shtml

"Glas Javnosti" 12/02/2002

IL SERENO PRIMA DELLA TEMPESTA

Tempo fa, a Vienna, il vice
primoministro serbo, Nebojsa Covic,
ha informato il Consiglio permanente
dell'OSCE delle misure
governative a favore degli Albanesi
nella Valle di Presevo.
Un raffronto dei dati che ha fornito
con cio' che il governo fa per i Serbi
e altri non-albanesi in Kosovo e'
sufficiente per capire per chi lavora
il vice primoministro Serbo.

Negli ultimi otto mesi, 8982
Albanesi sono rientrati a Presevo, da
dove erano temporaneamente trasferiti, e
questo numero va diviso per cento per
sapere quanti Serbi cacciati con la
violenza siano riusciti a tornare a Kosmet.

Dall'ottobre 2001, una volta al mese
6110 albanesi ricevono dal governo serbo
aiuti in cibo, prodotti igienici e
vestiti. Non ci risulta che i serbi
kosovari ricevano aiuti o soldi dal
governo.

Nei comuni di Bujanovac, Medvedja e
Presevo, 168 persone hanno ottenuto dal
governo 930000 euro di risarcimenti
per i danni subiti ai loro beni durante
le azioni dell'esercito. Non ci risulta
che l'UNMIK, ma neanche il governo
serbo, abbiano mai risarcito un
qualche serbo per una qualsivoglia
ragione.
Per ricostruire case e alloggi
albanesi, il governo ha speso un
milione di euro, zero per i serbi.

Per la messa in onda delle trasmissioni
della radio albanese di Bujanovac -
Presevo - Medvedja, il governo ha speso
266000 euro. Per i serbi nel Kosmet, non
un soldo.
E per finire, grazie all'amnistia
generale, è stato messo termine a
tutte le cause giudiziarie inoltrate
contro 35 albanesi. Niente amnistia pero'
per i serbi kosovari detenuti nelle
carceri albanesi.

E dopo tali brillanti risultati,
Covic ha osato appena pregare
l'OSCE perche' facesse la cortesia di
richiamare alla ragione "un gruppetto
di comandanti che, essenzialmente per
motivi personali, tardano a cambiare,
minacciando di turbare la comunità
locale e provocando inquietudine e
sfiducia".

Ma quali turbamenti sarebbero questi,
se è lui a presagirli?

Effetivamente, il signor Covic parla
dei capi del recentemente disciolto
OVPMB, cioè delle milizie albanesi
operanti nella Valle di Presevo, Valle
che per loro altro non è che Kosova
Orientale, "brandello di corpo albanese
sottomesso alla feroce occupazione
serba."

Dopotutto, nel loro comunicato,
l'Esercito Nazionale Albanese (ENA) il
27 settembre 2001 "dichiara inaccettabile
la costruzione di stati artificiali
tipo Macedonia e Federazione
Jugoslava, a scapito dell'integrità
territoriale ed amministrativa albanese,
perche' noi rifiutiamo qualsiasi messa
in discussione della integrità della
compatta carta geografica albanese, e
lottiamo per la loro completa
unificazione, compreso il Kosovo
orientale in quanto parte integrante del
Kosovo." E visto che conclude dicendo
che le guerre di liberazione sono lecite
e necessarie, non ci resta che vedere a
quando la prossima. Per adesso, si preparano
proteste allo scopo di ottenere la
demilitarizzazione del sud della
Serbia, in altre parole il ritiro
dell'Esercito Jugoslavo dalla zona
Presevo-Bujanovac-Medvedja. Allo
stesso tempo, nel sud del Kosovo proseguono
i preparativi per azioni armate di pura
provocazione. In vista anche della
possibilita' che i terroristi albanesi,
in uniforme della UNKFOR o dell'UNMIK,
attacchino i nostri militari e la polizia
per provocare un conflitto con le forze
internazionali. Per questo scopo
all'inizio del mese ci fu una rassegna
delle unità dell'Esercito di Liberazione.
Nel villaggio di Glodane si sono dati
raduno 3000 ex combattenti, mentre il campo
di addestramento dei terroristi è situato
nei dintorni di Dobrcane, paesino
nei pressi di Gnjilane. La Kfor ha
finora evitato di visitare questo campo
per ragioni di sicurezza.

Nella regione del villaggio di Bujic,
infine, è stato avvistato un gruppetto
di uomini armati, ma nonostante tutti
questi segnali che non lasciano alcun
dubbio su cio' che dobbiamo aspettarci,
Covic da Vienna fa sapere che al piu'
tardi il 15 aprile, quando cioè
cominciano a sbocciare le foglie nei
boschi, l' Esercito Jugoslavo lascerà
l'edificio scolastico di Bujanovac come
pure i locali della fabrica "Eurofleks"
a Presevo, abbandonerà cioè queste due
città.

D'altro canto da Washington, D.
Micunovic fa sapere che gli americani
non sono sodisfatti dei tempi delle
riforme nel nostro Esercito (sic), il
che in parole spicciole significa che
non abbiamo ancora eliminato tutti
quei comandanti che con successo
difesero il sud della Serbia.
Veniamo cosi' al significato del
quadro addirittura idilliaco che Covic
ci dà della situazione nel sud della
Serbia, quadro che viene solo in
minima parte messo in questione dai
suoi " irrequieti" comandanti.

A parere nostro invece, è la tempesta
che si annuncia!

Kosta Cavoski

trad. di Olga D., Parigi