Un libro per la difesa della Memoria storica e per l'oggi


Segnalo un libro di E. Sequi, recentemente ristampato dopo
l'edizione del 1950: "Eravamo in tanti" (Ed. Comedit,
Euro 10,33). E' il diario partigiano di questo italiano
che ha combattuto nell'Esercito Popolare di Liberazione
Jugoslavo, contro il nazifascismo croato, tedesco ed
italiano nelle terre jugoslave.

Una storia che ha contribuito, con tante altre, al
riscatto morale e politico del nostro paese, che sotto il
regime fascista ha insanguinato, distrutto e violentato
le genti e le terre Balcaniche, compiendovi atti e
misfatti di estrema e profonda ferocia. Furono 340.000 i
soldati italiani che occuparono e calpestarono il suolo
jugoslavo:

<<Topusko 14/11/1943... Quante di queste stragi e
di queste rovine portano il nome degli italiani? "Gli
italiani sono buoni, gli italiani non sanno essere
cattivi e barbari", e così via di questo passo. E' un po'
la convinzione diffusa, e invero gli italiani non
sarebbero cattivi, non sarebbero bestie. Ma i tronconi di
muri, i focolari dispersi al vento e il sangue di tanta gente
colpevole solo di essere nata serba o croata e di amare
la libertà, pesano sul mio nome d'italiano come una
coscienza sporca di delitti. Esiste un mezzo solo per non
sentire la colpa: sparare anche contro tutti quelli che
si dicono italiani e t'infamano un nome che t'è dolce
come quello di famiglia. Qui nessuno mi fa colpa dei
delitti commessi da bestie della mia lingua. Ma siamo croati,
serbi, sloveni ed io italiano, e tutti insieme combattiamo
senza compromessi contro le bestie di ogni lingua. Ci
comprendiamo meglio tra di noi, nella lotta, di
quanto mi sia possibile comprendere il toscano che
incendia la casupola di un contadino serbo, o scarica la
pistola sul petto tenero della fanciulla appena
violentata. Sono contento d'essere con loro.>> (E.Sequi)

Sequi, insegnante di lingua e letteratura italiana a
Zagabria, dopo l'8 settembre del 1943 aderì al movimento
partigiano, nel quale oltre ad essere un combattente, si
occupò di curare in italiano numerosi fogli partigiani
(tra cui "La voce del popolo" ancora oggi quotidiano della
comunità italiana in Croazia), indirizzati ai 40.000
compatrioti che ebbero il coraggio e la determinazione di
combattere il nazifascismo, fianco a fianco con il popolo
jugoslavo, per riscattare il debito contratto dal
fascismo verso questo popolo.

<<Kolaric Selo, 1/4/1944... "Favorisci, compagno, ma non
abbiamo cosa darti da mangiare". Lo so che non hanno
niente, neanche il sale, ma non sento fame, sento solo
voglia di stendermi e di dormire. C'è una stanza
sola. "E la casa chi te l'ha bruciata, gli italiani?" Dice
di no, sono stati gli ustascia. Meglio così. Sono
italiano anch'io, anche se partigiano. E lui è serbo...
Hanno ucciso il fratello... Chi? Me lo racconta: quel
campo laggiù, "mio fratello guidava l'aratro. Passò uno
squadrone di cavalleria italiana, tornavano da una
spedizione punitiva, furiosi d'aver fatto fiasco. Mio
fratello alzò la testa dall'aratro per guardare tutti
quei cavalli. Lo presero, l'attaccarono per i piedi alla
coda d'un cavallo, e via al galoppo." La strada è sassosa.
Ed io italiano in casa sua ho la vergogna in gola...
L'ora di cena. La figlia torna e mi mette davanti pane,
formaggio e latte. Eppure, sono italiano, e loro di certo
quella roba non l'hanno mangiata da anni. Non ho coraggio
di mangiare: penso al fratello ucciso. Non ho coraggio
nemmeno dopo che mi dice: "mangia compagno", e non tocco
nulla, neanche quando lo ripete. E allora mi guarda, e
capisce, lui, il contadino serbo. "Mangia compagno, mi
dice lentamente, quelli non erano italiani: erano fascisti,
tu sei italiano, ma tu sei un nostro compagno". Sono parole
grandi come la vetta delle montagne. Come Tito che gliele
ha insegnate.>> (E. Sequi)

E' una narrazione semplice e diretta, scritta alla sera o
nella notte, spesso dopo marce e scontri, su una piccola
agendina, ma che ha un grande valore: quello di
trasmettere una memoria storica, un lascito
alle future generazioni di coraggio, solidarietà,
fratellanza, di quella semplicità che, come diceva B.
Brecht, "è difficile da farsi". Un libro che va letto e
fatto circolare, non in quanto opera letteraria, ma
perché, scorrendone le pagine, emerge una quotidianità
fatta non tanto da eroismi (che ci furono e a cui va dato
atto), quanto da semplici gesti, semplici atti.
Sfaccettature di ciò che ha significato la Resistenza
antifascista: un patrimonio ed una ricchezza politica ed
umana fondata sulla solidarietà, sull'impegno di vita in
prima persona e sul collettivismo di coloro che ebbero il
coraggio allora di "andare in bosco", come si soleva
dire, per chi si dava alla lotta partigiana. Una
ricchezza che non dobbiamo lasciare andare dispersa e che
Sequi, neldescrivere la vita, le motivazioni, i limiti di
coloro che "scelsero" la lotta, rende viva. Una storia che
Sequi non termina nel 1945 ma che, per lui e per tanti altri
italiani, fu la base per vivere e contribuire alla
costruzione della nuova Jugoslavia socialista, nata
dalla lotta di liberazione; una storia che l'autore
proseguì coerentemente e orgogliosamente fino alla sua
morte, avvenuta nel 1995 a Belgrado, dove nei primi anni
Novanta si rifugiò, per sfuggire al riapparire
del rinascente nazionalismo ustascia croato che, come un
cancro non bene estirpato, si ripresentava dopo oltre 45
anni sulla scena jugoslava e che fu uno dei protagonisti
decisivi dello squartamento e distruzione della ex
Jugoslavia, grazie al sostegno del Vaticano e
dell'Occidente, e che nuovamente ha contribuito ad
insanguinare fino ai giorni nostri la terra jugoslava.
Responsabilità che ora è sulle spalle della nostra
generazione attuale che non è stata in grado di impedire
l'evolversi di atti e misfatti, per interessi meramente
geopolitici e di profitto, camuffati e "venduti" come
umanitari, con relativi interventi, aggressioni,
immiserimenti e bombardamenti "umanitari".

E chissà quando riusciremo a levarci questa nuova onta che
abbiamo addosso. Ecco perché questo testo è importante ed
attuale, perché non è farcito di episodi bellici, di
uccisioni, di violenza, ma è la storia di uomini e donne
che, con coraggio e determinazione ardui e faticosi da
raggiungere, come sempre nella storia e nella vita,
"scelgono" di stare da una parte, di essere partigiani
(nel senso più gramsciano del termine). E molte volte
il combattimento più difficile è quello contro le proprie
debolezze, contro fame, fatica, stanchezza, paura, sonno,
fango, gelo, nostalgia di casa, ricordi delle persone
care; ecco la battaglia più estenuante e continua, perché
dura ogni minuto dell'esistenza di un combattente.

Eppure, come racconta Sequi, è qui che la questione
politica e morale emerge. Si resiste solo perché si hanno
motivazioni forti, radicate nella propria coscienza,
nella realtà che si vede e vive intorno: l'oppressione di
un popolo, la violenza eretta a valore dal nazifascismo.
Si resiste e si lotta per ottenere la liberazione: quella
di un popolo, che è anche la propria. Questo in sostanza ciò
che si ha dalle righe di questo comunista
italo-jugoslavo, come fino alla fine soleva definirsi; un
messaggio di umanità cosciente, di sentimenti semplici e
puliti, intrisi di fiducia e di speranza - sempre più rari ai
giorni nostri. Un libro per le nuove generazioni e per chi
ha combattuto e vissuto da partigiano, un libro che
scalda l'anima di coloro che, in questi anni per motivi
diversi hanno lottato, difeso e sostenuto il popolo jugoslavo
contro l'aggressione politica, economica e culturale e
tutte le menzogne mediatiche, che lo hanno portato ad
essere quasi un popolo del Quarto Mondo. Ma la storia, si
sa, continua... e come scrisse lo stesso Sequi in una
prefazione di questo Diario: <<Vorrei che ogni lettore
sentisse, magari con ingenuità, l'immenso fresco
entusiasmo che ci spingeva, riprovasse l'inestinguibile
calore di umanità che ci alimentava, e comprendesse di
quanta poesia è fonte perenne quella nostra lotta per una
vita diversa e più giusta... si combatteva, sentendoci
tutti indissolubilmente fratelli nella guerra contro la
guerra ed ogni ingiustizia>>.

Enrico Vigna
Associazione "SOS Yugoslavia" - Torino

Per le richieste:
email: posta@... - 338/1755563

Il libro è disponibile per i compagni e le Associazioni a
8 Euro la copia, da 5 copie in su.