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From : Italo Slavetti
To : rubrica.lettere@...
Date : Mon, 2 Sep 2002 14:33:03 +0200
Subject : Civilta' giuridica e battaglie politiche

> Spett.le Redazione de "La Repubblica",
>
> credo che l'opinione pubblica democratica e progressista, della quale
il
> vostro giornale e' specchio e portavoce insieme, debba evitare di
> commettere l'errore di biasimare il governo Berlusconi, e lo stesso
> premier - che non avendo ancora rimpiazzato il Ministro Ruggero e' di
> fatto responsabile in prima persona delle scelte di politica estera
> dell'Italia - per il ventilato accordo con gli USA in merito alla
(non)
> giudicabilita' dei cittadini statunitensi da parte del Tribunale
Penale
> Internazionale (TPI). Su questo tema ritengo che si debba fare molta
> attenzione, evitando di analizzare e criticare la posizione
> berlusconiana usando solamente la (pur legittimamente dura) polemica
> di politica interna, tra maggioranza ed opposizione nel nostro Paese.
>
> Si dice che la posizione di Berlusconi, che e' d'accordo a garantire
> l'impunita' ai cittadini statunitensi che commettono crimini di guerra
e
> contro l'umanita', romperebbe lo schieramento europeo. Ma un governo
> diverso ovviamente non potrebbe scegliere in altro modo, poiche' e'
> prioritario confermare innanzitutto la affidabilita' (come direbbe
> D'Alema) della classe dirigente italiana, ed il rispetto della nostra
> "partnership" con gli USA. Sara', semmai, la Unione Europea in toto a
> doversi conformare ai voleri degli USA, e certo lo fara', non l'Italia
a
> mettere in discussione unilateralmente il proprio servaggio.
>
> Ma anche dal punto di vista strettamente giuridico, di diritto
> internazionale cioe', le ragioni per garantire agli USA uno status
> "super legibus", di immunita' "a priori", sono forti e vanno intese
nel
> quadro dei criteri ai quali si deve improntare la moderna civilta'
> giuridica. Va ricordato che e' oramai prassi consolidata la immunita'
> per i responsabili politici e militari delle grandi democrazie
> occidentali. Ad esempio, il premier israeliano Sharon non e'
> chiamabile in causa per i fatti di Jenin, ovviamente, e d'altronde
> il suo status "immune" gli e' garantito gia' dai tempi di Sabra e
> Chatila (se fosse stato riconosciuto colpevole di strage per quei
fatti,
> non avrebbe potuto godere di mano libera per le recenti operazioni
> in Palestina). Ma, per rimanere nel nostro "orticello" italiano, va
> ricordato che una legittima impunita' e' stata "de facto" sancita
> anche a favore degli esponenti del governo D'Alema, per i fatti
> della primavera del 1999. La magistratura a tutti i livelli, per
ultima
> la Corte di Cassazione (vedasi sentenza Sezioni unite, ordinanza
> 8157/02; depositata il 5 giugno scorso), ha provveduto a dichiarare
> "ab principio" il non luogo a procedere per le denunce intentate
> da migliaia di cittadini per strage, violazione della Costituzione,
> crimini di guerra, eccetera, relativamente alla partecipazione
> dell'Italia ai bombardamenti sui petrolchimici, i convogli di
profughi,
> i treni, le stazioni radiotelevisive (con i giornalisti dentro), sul
> territorio
> della Repubblica Federale di Jugoslavia.
>
> In tutti i casi del genere si tratta molto semplicemente di proteggere
> i responsabili politici democratici e gli Stati occidentali da
> dispositivi
> accusatori mossi da fini meramente politici, e che possono recare
> intralcio alle sempre piu' frequenti iniziative di carattere militare
> (cioe' umanitario) intraprese contro paesi stranieri, anche molto
> lontani dalla Penisola.
> Ben diverso dovra' essere ovviamente il criterio giuridico da adottare
> nel caso di quei politici del campo avverso (cioe' non democratici)
> che e' necessario vengano processati e puniti duramente, anche in
> base - se necessario - ad accuse artefatte o mendaci (si veda ad
> es. il caso di S. Milosevic). Il garantismo ed il diritto alla
> "legittima
> suspicione" che gli USA vogliono garantiti per se' nel quadro
> internazionale non saranno mai applicabili neanche per i terroristi
> islamici, che giustamente gli USA rinchiudono a Guantanamo,
> dove li sottopongono a trattamenti lesivi dei piu' elementari diritti
> umani: ma i suddetti islamisti non rientrano nel novero dei soggetti
> democratici, anzi direi che e' dubbio che si possano a costoro
> ascrivere attributi umani qualsivoglia, in quanto islamisti (come
> illustrato da un intellettuale raffinato come Oriana Fallaci
> su giornali e libri editi in tutto il mondo). La civilta' giuridica
> occidentale, che deriva direttamente da quella romana, non
> potra' dunque prevedere alcun "diritto a priori", tantomeno
> "immunita'" per costoro.
> Ed oggi, che l'antico "jus romanus" evolve, con i
> tempi ed i ritmi della globalizzazione, cioe' di internet e delle
> fibre ottiche, verso il piu' attuale "jus fortius", nemmeno noi
> appartenenti al popolo della sinistra potremo eccepire con
> ragionamenti del tutto fuori moda e fuori luogo, basati su
> concezioni del "diritto" di derivazione illuministica. Questo
> nemmeno ai lodevoli fini della battaglia politica interna.
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> Italo Slavetti (Roma)
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