2/10/2000, il Presidente Milosevic si rivolge alla Nazione.
---
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En francais:
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(prima parte)
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/565
(seconda parte)
---
Belgrado, 2 ottobre 2000 - (Tanjug) -
Il Presidente della R.F.J. Slobodan Milosevic lunedì 2 ottobre
2000 si è rivolto alla nazione attraverso la radiotelevisione
serba.
---
Cari concittadini,
nell'attesa del secondo turno delle elezioni colgo l'occasione
per esporvi la mia opinione sulla situazione politica ed
elettorale nel nostro Paese, e in special modo in Serbia.
Come voi sapete, da dieci anni sono in corso manovre per porre
tutta la penisola balcanica sotto il controllo di alcune potenze
occidentali. Buona parte di questo lavoro è stato compiuto
mediante l?insediamento di governi fantoccio in alcuni paesi,
trasformati in paesi a sovranità limitata, cioè privati a tutti
gli effetti di sovranità.
A causa della resistenza opposta dal nostro Paese a una tale
sorte, siamo stati sottoposti a tutte le forme di pressione alle
quali un popolo può essere sottoposto nel mondo contemporaneo.
Queste pressioni sono andate via via crescendo in quantità ed
intensità. Tutta l'esperienza accumulata dalle grandi potenze nel
corso della seconda metà del XX secolo nell'arte di rovesciare
governi, provocare disordini, fomentare guerre civili, screditare
o liquidare coloro che lottano per la libertà nazionale, ridurre
le nazioni e gli stati sull'orlo della miseria - tutto ciò è
stato applicato contro il nostro Paese e il nostro popolo.
Tutto quello che è stato organizzato attorno a queste elezioni fa
parte quindi della persecuzione organizzata contro il nostro
Paese e il nostro popolo, perchè il nostro Paese e il nostro
popolo costituiscono una barriera contro lo stabilirsi di un
dominio totale nella penisola balcanica.
Da molto tempo è presente in mezzo a noi un raggruppamento che,
con il pretesto di orientare i partiti politici di opposizione,
rappresenta gli interessi di quei governi che sono stati
protagonisti delle pressioni contro la Jugoslavia e specialmente
contro la Serbia. Questa lobby si è presentata a queste elezioni
sotto il nome di Opposizione Democratica Serba (D.O.S.). Il suo
vero capo non è il suo candidato alla presidenza. Da molti anni
il suo capo è il presidente del Partito Democratico,
collaboratore dell'allenza militare che ha scatenato la guerra
contro il nostro Paese. Egli non ha neanche potuto nascondere la
sua collaborazione con quelsta alleanza. Nei fatti, tutto il
nostro popolo è al corrente del suo appello alla NATO perchè
continuasse a bombardare la Serbia per tutto il tempo necessario
a spezzarne la resistenza. Il cartello che si è così organizzato
per le elezioni rappresenta gli eserciti e i governi che hanno
appena condotto la guerra contro la Jugoslavia. Rappresentando
quegli interessi, ha lanciato alla opinione pubblica il messaggio
che, con loro al potere, la Jugoslavia sarebbe uscita da ogni
pericolo di guerra e di violenza, sarebbe riavviata la prosperità
economica, il tenore di vita sarebbe migliorato visibilmente e
rapidamente, la Jugoslavia sarebbe reintegrata nelle istituzioni
internazionali, e via dicendo.
Cari concittadini, è mio dovere mettervi pubblicamente in guardia
e per tempo sulla falsità di queste promesse e sul fatto che la
situazione è ben diversa. E? proprio la nostra politica che
garantisce la pace, mentre la loro provoca conflitti incessanti e
violenza e vi dirò perchè.
Con l?instaurazione di un governo appoggiato o direttamente
insediato dalla comunità dei paesi riuniti nella NATO, la
Jugoslavia diventerebbe inevitabilmente un Paese il cui
territorio verrebbe rapidamente smembrato.
Queste non sono soltanto le intenzioni della NATO. Queste sono le
promesse pre-elettorali della Opposizione Democratica Serba. Noi
l'abbiamo ascoltato dalla bocca dei suoi stessi rappresentanti:
- il Sangiaccato otterrebbe l'autonomia che un membro della
coalizione, leader di un'organizzazione separatista musulmana,
Suleiman Ugljanin, reclama da dieci anni- e che significherebbe,
nei fatti, la separazione definitiva del Sangiaccato dalla
Serbia.
- Le loro promesse comprendono anche l'ottenimento da parte della
Vojvodina di un'autonomia che non soltanto la separerebbe dalla
Serbia e dalla Jugoslavia, ma la trasformerebbe nei fatti in
parte integrante della vicina Ungheria.
- Nello stesso modo, altre regioni sarebbero separate dalla
Serbia, e anche alcune zone di frontiera. La loro annessione da
parte degli Stati confinanti costituisce da lungo tempo un
imperativo per questi paesi, che continuano ad incitare le loro
minoranze presenti in Jugoslavia a contribuire all'integrazione
di queste parti del nostro Paese negli Stati vicini.
- Nel quadro di questa politica di smembramento della Jugoslavia,
il Kosovo sarebbe la prima vittima. Il suo status attuale sarebbe
dichiarato legale e definitivo. Questa sarebbe la prima parte del
suo territorio cui la Serbia dovrebbe dire addio, senza poter
neanche sperare che questa parte della sua terra le possa mai
essere restituita.
- Il resto del territorio che continuerà a chiamarsi Serbia
verrebbe occupato da forze militari internazionali, USA o
comunque straniere, che tratteranno il nostro territorio come
loro zona di esercitazioni militari e loro proprietà, da
controllare secondo gli interessi della potenza che disloca il
proprio esercito di occupazione. Abbiamo visto casi di controllo
simili, e le loro conseguenze, negli scorsi decenni, e
specialmente negli ultimi dieci anni in molti paesi nel mondo e
ultimamente purtroppo anche in Europa, per esempio nel Kosovo,
nella Repubblica Serba di Bosnia, in Macedonia, per restare
intorno a noi. Il popolo della Serbia subirebbe la stessa sorte
dei Kurdi, con la prospettiva di essere sterminato ben più
rapidamente dei Kurdi, essendo meno numeroso e muovendosi su un
territorio assai più ristretto del loro.
- Quanto al Montenegro, il suo destino sarebbe lasciato nelle
mani della mafia le cui regole del gioco i cittadini dovrebbero
conoscere: ogni infrazione alla disciplina e soprattutto ogni
opposizione agli interessi mafiosi è punita con la morte, senza
alcun diritto di appello.
Vi ho descritto il destino della Jugoslavia in caso di
accettazione dell?opzione NATO per il nostro paese, con l'intento
di mettervi in guardia che oltre e più della perdita territoriale
e all?umiliazione del popolo, noi ci troveremo tutti a vivere in
un clima di continue violenze. I nuovi proprietari degli antichi
territori dello Stato di Jugoslavia e gli occupanti del restante
territorio serbo terrorizzerebbero, come è nella natura delle
cose, le popolazioni dei territori che andrebbero ad occupare.
Nello stesso tempo, il popolo serbo stesso si batterebbe
continuamente per ristabilire uno Stato serbo nel quale potersi
riunire.
Queste potenze non vogliono la pace e la prosperità nei Balcani.
Esse vogliono che questa sia una zona di conflitti permanenti e
di guerre che servano da alibi a far perdurare la loro presenza.
Un governo fantoccio è una garanzia certa di violenze, forse
anche di molti anni di guerra. Di tutto salvo che di pace. Solo
il nostro governo indipendente può garantire la pace.
Non solo questo. Tutti i paesi che si sono trovati in condizioni
di sovranità limitata e con governi sotto l'influenza di potenze
straniere si sono rapidamente impoveriti in misura tale da
distruggere ogni speranza di relazioni sociali più giuste e
umane. La divisione radicale tra una maggioranza povera e una
minoranza ricca: questo è il quadro che l?Europa orientale ci
presenta da diversi anni ormai, come tutti possono constatare. La
stessa cosa accadrebbe anche a noi. Anche noi, una volta
sottoposti al comando e al controllo di quelli che dominerebbero
il paese, avremo in breve un'immensa maggioranza di gente nella
più estrema povertà, con una prospettiva di uscirne molto, molto
incerta e lontana. La minoranza ricca sarebbe composta da
un?elite di profittatori del mercato nero, cui sarà concesso di
arricchirsi solo a patto di sottostare ciecamente al potere di
chi deciderebbe del destino del nostro Paese.
La proprietà sociale e pubblica sarebbe rapidamente privatizzata,
ma i nuovi padroni, come l?esperienza dei paesi vicini dimostra,
sarebbero di regola stranieri. Tra le rare eccezioni figureranno
coloro che avranno acquistato il loro diritto di proprietà con la
loro obbedienza e sottomissione, cosa che porterà alla scomparsa
di ogni più elementare dignità, nazionale e umana.
In queste circostanze, le principali ricchezze della nazione
diverrebbero proprietà straniera, e coloro che le già
amministravano normalmente continuerebbero a farlo nella nuova
situazione ma come impiegati di società straniere nel loro paese.
L'umiliazione nazionale, la frammentazione dello Stato e la
povertà sociale condurrebbero necessariamente a ogni tipo di
patologia sociale, di cui il crimine sarà il primo. Questa non è
una supposizione: è l'esperienza vissuta da tutti i Paesi che
hanno preso il cammino che noi cerchiamo di evitare a tutti i
costi. I centri del crimine non sono più nell'Europa occidentale,
si sono spostati verso l'Europa dell'Est da una decina d'anni. Il
nostro popolo ha già dovuto mal sopportare l'incidenza criminale
attuale, perchè noi abbiamo vissuto a lungo, dalla Seconda guerra
mondiale agli anno '90, in una società che non conosceva quasi
per niente il crimine. La criminalità a grande scala, che non
potrebbe essere evitata nel tipo di società che diverrebbe la
nostra in caso di perdita della nostra sovranità e di una parte
del nostro territorio, sarebbe tanto pericolosa per la società e
i cittadini e per il nostro piccolo popolo, che non vi è
abituato, quanto può esserlo la guerra.
Uno degli obiettivi e compiti essenziali di un governo fantoccio,
non importa in quale Paese, compreso il nostro se noi dovessimo
avere un tale governo, è la perdita di identità nazionale. I
Paesi sotto potere straniero si separano velocemente dalla loro
storia, dal loro passato, dalle loro tradizioni, dal loro stile
di vita, e spesso anche dal loro idioma letterario. Ciò sarà
invisibile all'inizio, ma una selezione molto efficacie e senza
pietà dell'identità nazionale la ridurrà a qualche pietanza
locale, qualche canzone e danza folcloristica, ed al nome di
qualche eroe nazionale utilizzato come marca di cosmetici o di
prodotti alimentari. Nel XX secolo, una delle più evidenti
conseguenze dell'usurpazione dei territori nazionali da parte
delle grandi potenze è l'annichilimento dell'identità di popolo
di questi paesi.
L'esperienza delle altre nazioni mostra che le persone possono
difficilmente sopportare la velocità alla quale esse devono
cominciare a servirsi di una lingua straniera come fosse la loro,
ad identificarsi in figure storiche straniere dimenticando le
loro, ad avere più familiarità con la letteratura dei loro
occupanti che con la loro, a glorificare la Storia degli altri
sminuendo la loro, ad assomigliare agli altri e non a sè stessi.
La perdita dell'identità nazionale è la più grande sconfitta che
una nazione possa conoscere, ed essa è inevitabile nella forma
moderna di colonialismo. Inoltre, questa nuova forma di
colonozzazione mette fuori norma, per sua stessa natura, ogni
possibilità di libertà di parola e di decisione, e soprattutto
ogni forma di creatività. Quando un Paese non è libero, esso
rifiuta ai popoli che vivono nel suo seno il diritto di esprimere
liberamente le proprie opinioni, perchè queste opinioni rischiano
di trovarsi in conflitto con l'assenza di libertà. E' per questo
che la tortura del pensiero è la forma più essenziale ed
efficacie in un paese che ha perduto la libertà. Quanto ad
esercitare il proprio libero arbitrio, è naturalmente fuori di
discussione. La libertà di decisione non è permessa che
illusoriamente. Essa è accordata solo ai lacchè dei dominatori
stranieri, perchè la loro sedicente lobertà serve agli occupanti
per proclamare di avere instaurato la Democrazia, nel nome della
quale avevano preso possesso del Paese di un altro popolo.
Io vorrei sottolinearlo particolarmente all'attenzione dei
giovani, intellettuali o sapienti: è di regola che i Paesi
privati di sovrantà nazionale siano privati del diritto al lavoro
creativo, e specialmene al lavoro creativo in campo scientifico.
Sono i centri di potere e le grandi potenze che finanziano il
lavoro scientifico, controllano i suoi risultati e decidono della
loro applicazione. Negli Stati dipendenti, i laboratori di
ricerca e gli istituti scientifici non sono indipendenti ma
operano in qualità di branche controllate da un centro. Le loro
realizzazioni devono restare entro dei limiti che non rischino di
introdurre nei Paesi e nei popoli occupati un seme di ribellione
o di emancipazione.
Al momento in cui vi parlo, siccome l'Opposizione Democratica
Serba non è sicura di raggiungere i risultati che le sono
necessari, i leader del DOS stanno accettando, con il denaro
introdotto nel paese, di far ricattare e logorare i cittadini, di
organizzare degli scioperi, di creare un clima di insicurezza e
di violenza, con l'intento di arrestare la produzione, ogni
lavoro e ogni attività. Tutto ciò ha lo scopo evidente di
arrestare la vita in Serbia, e di affermare che essa riprenderà
con successo e benessere solo quando sarà organizzata da coloro
che tra noi rappresentano le intenzioni, i piani e gli interessi
degli occupanti.
Il nostro Paese è uno Stato sovrano. Ha le sue leggi, la sua
Costituzione e le sue istituzioni. La Serbia ha il dovere e il
diritto all'autodifesa dall'invasione che è stata preparata
contro di essa attraverso diverse forme di sovversione. E i
cittadini devono sapere che partecipando ad una sovversione il
cui obiettivo è la dominazione straniera o l'occupazione del loro
Paese, essi
portano la responsabilità storica di privare il loro Paese del diritto
all'esistenza, così come la responsabilità di perdere il controllo
sulla
propria esistenza. Abandonando il loro Paese in mano ad altri, a degli
stranieri, essi stanno per mettere nelle mani dello straniero la loro
vita, la
vita dei loro figli e di molte altre persone.
Io ho ritenuto mio dovere mettere in guardia i cittadini della nostra
patria
sulle conseguenze di queste attività, finanziate e sostenute dai
governi
dei
paesi NATO. I cittadini possono credermi, ma non ne sono obbligati. Mi
auguro
soltanto che non si ricredano quando sarà troppo tardi, che non si
avvedano di
questa realtà quando sarà difficile correggere gli errori fatti
per ingenuità, o per errore o indifferenza, perchè quegli errori
avranno prodotto situazioni difficili e forse impossibili da
raddrizzare, e certamente non avranno mai una riparazione.
Nel dire queste cose non ho motivazioni di carattere personale.
Sono stato eletto due volte presidente della Serbia e una volta
presidente della Jugoslavia. Dovrebbe essere chiaro a tutti, dopo
questi dieci anni, che non attaccano la Serbia perchè c?è
Milosevic, ma attaccano Milosevic per attaccare la Serbia. La mia
coscienza al riguardo è assolutamente tranquilla. Ma non lo
sarebbe del tutto se io non dicessi al mio popolo, dopo tutti
questi anni trascorsi alla sua guida, quella che io penso sarà la
sua sorte, sia che il suo destino gli sia imposto da altri, sia
che ciò significhi dire al popolo che questo destino se lo sta
scegliendo con le sue stesse mani. L'errore di giudizio che
consiste nello scegliere ciò che è stato scelto da altri è il più
pericoloso degli errori di giudizio, e questa è essenzialmente la
ragione della mia decisione di rivolgermi pubblicamente ai
cittadini della Jugoslavia.
Vi ringrazio.
Presidente Slobodan Milosevic
---
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(prima parte)
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(seconda parte)
---
Belgrado, 2 ottobre 2000 - (Tanjug) -
Il Presidente della R.F.J. Slobodan Milosevic lunedì 2 ottobre
2000 si è rivolto alla nazione attraverso la radiotelevisione
serba.
---
Cari concittadini,
nell'attesa del secondo turno delle elezioni colgo l'occasione
per esporvi la mia opinione sulla situazione politica ed
elettorale nel nostro Paese, e in special modo in Serbia.
Come voi sapete, da dieci anni sono in corso manovre per porre
tutta la penisola balcanica sotto il controllo di alcune potenze
occidentali. Buona parte di questo lavoro è stato compiuto
mediante l?insediamento di governi fantoccio in alcuni paesi,
trasformati in paesi a sovranità limitata, cioè privati a tutti
gli effetti di sovranità.
A causa della resistenza opposta dal nostro Paese a una tale
sorte, siamo stati sottoposti a tutte le forme di pressione alle
quali un popolo può essere sottoposto nel mondo contemporaneo.
Queste pressioni sono andate via via crescendo in quantità ed
intensità. Tutta l'esperienza accumulata dalle grandi potenze nel
corso della seconda metà del XX secolo nell'arte di rovesciare
governi, provocare disordini, fomentare guerre civili, screditare
o liquidare coloro che lottano per la libertà nazionale, ridurre
le nazioni e gli stati sull'orlo della miseria - tutto ciò è
stato applicato contro il nostro Paese e il nostro popolo.
Tutto quello che è stato organizzato attorno a queste elezioni fa
parte quindi della persecuzione organizzata contro il nostro
Paese e il nostro popolo, perchè il nostro Paese e il nostro
popolo costituiscono una barriera contro lo stabilirsi di un
dominio totale nella penisola balcanica.
Da molto tempo è presente in mezzo a noi un raggruppamento che,
con il pretesto di orientare i partiti politici di opposizione,
rappresenta gli interessi di quei governi che sono stati
protagonisti delle pressioni contro la Jugoslavia e specialmente
contro la Serbia. Questa lobby si è presentata a queste elezioni
sotto il nome di Opposizione Democratica Serba (D.O.S.). Il suo
vero capo non è il suo candidato alla presidenza. Da molti anni
il suo capo è il presidente del Partito Democratico,
collaboratore dell'allenza militare che ha scatenato la guerra
contro il nostro Paese. Egli non ha neanche potuto nascondere la
sua collaborazione con quelsta alleanza. Nei fatti, tutto il
nostro popolo è al corrente del suo appello alla NATO perchè
continuasse a bombardare la Serbia per tutto il tempo necessario
a spezzarne la resistenza. Il cartello che si è così organizzato
per le elezioni rappresenta gli eserciti e i governi che hanno
appena condotto la guerra contro la Jugoslavia. Rappresentando
quegli interessi, ha lanciato alla opinione pubblica il messaggio
che, con loro al potere, la Jugoslavia sarebbe uscita da ogni
pericolo di guerra e di violenza, sarebbe riavviata la prosperità
economica, il tenore di vita sarebbe migliorato visibilmente e
rapidamente, la Jugoslavia sarebbe reintegrata nelle istituzioni
internazionali, e via dicendo.
Cari concittadini, è mio dovere mettervi pubblicamente in guardia
e per tempo sulla falsità di queste promesse e sul fatto che la
situazione è ben diversa. E? proprio la nostra politica che
garantisce la pace, mentre la loro provoca conflitti incessanti e
violenza e vi dirò perchè.
Con l?instaurazione di un governo appoggiato o direttamente
insediato dalla comunità dei paesi riuniti nella NATO, la
Jugoslavia diventerebbe inevitabilmente un Paese il cui
territorio verrebbe rapidamente smembrato.
Queste non sono soltanto le intenzioni della NATO. Queste sono le
promesse pre-elettorali della Opposizione Democratica Serba. Noi
l'abbiamo ascoltato dalla bocca dei suoi stessi rappresentanti:
- il Sangiaccato otterrebbe l'autonomia che un membro della
coalizione, leader di un'organizzazione separatista musulmana,
Suleiman Ugljanin, reclama da dieci anni- e che significherebbe,
nei fatti, la separazione definitiva del Sangiaccato dalla
Serbia.
- Le loro promesse comprendono anche l'ottenimento da parte della
Vojvodina di un'autonomia che non soltanto la separerebbe dalla
Serbia e dalla Jugoslavia, ma la trasformerebbe nei fatti in
parte integrante della vicina Ungheria.
- Nello stesso modo, altre regioni sarebbero separate dalla
Serbia, e anche alcune zone di frontiera. La loro annessione da
parte degli Stati confinanti costituisce da lungo tempo un
imperativo per questi paesi, che continuano ad incitare le loro
minoranze presenti in Jugoslavia a contribuire all'integrazione
di queste parti del nostro Paese negli Stati vicini.
- Nel quadro di questa politica di smembramento della Jugoslavia,
il Kosovo sarebbe la prima vittima. Il suo status attuale sarebbe
dichiarato legale e definitivo. Questa sarebbe la prima parte del
suo territorio cui la Serbia dovrebbe dire addio, senza poter
neanche sperare che questa parte della sua terra le possa mai
essere restituita.
- Il resto del territorio che continuerà a chiamarsi Serbia
verrebbe occupato da forze militari internazionali, USA o
comunque straniere, che tratteranno il nostro territorio come
loro zona di esercitazioni militari e loro proprietà, da
controllare secondo gli interessi della potenza che disloca il
proprio esercito di occupazione. Abbiamo visto casi di controllo
simili, e le loro conseguenze, negli scorsi decenni, e
specialmente negli ultimi dieci anni in molti paesi nel mondo e
ultimamente purtroppo anche in Europa, per esempio nel Kosovo,
nella Repubblica Serba di Bosnia, in Macedonia, per restare
intorno a noi. Il popolo della Serbia subirebbe la stessa sorte
dei Kurdi, con la prospettiva di essere sterminato ben più
rapidamente dei Kurdi, essendo meno numeroso e muovendosi su un
territorio assai più ristretto del loro.
- Quanto al Montenegro, il suo destino sarebbe lasciato nelle
mani della mafia le cui regole del gioco i cittadini dovrebbero
conoscere: ogni infrazione alla disciplina e soprattutto ogni
opposizione agli interessi mafiosi è punita con la morte, senza
alcun diritto di appello.
Vi ho descritto il destino della Jugoslavia in caso di
accettazione dell?opzione NATO per il nostro paese, con l'intento
di mettervi in guardia che oltre e più della perdita territoriale
e all?umiliazione del popolo, noi ci troveremo tutti a vivere in
un clima di continue violenze. I nuovi proprietari degli antichi
territori dello Stato di Jugoslavia e gli occupanti del restante
territorio serbo terrorizzerebbero, come è nella natura delle
cose, le popolazioni dei territori che andrebbero ad occupare.
Nello stesso tempo, il popolo serbo stesso si batterebbe
continuamente per ristabilire uno Stato serbo nel quale potersi
riunire.
Queste potenze non vogliono la pace e la prosperità nei Balcani.
Esse vogliono che questa sia una zona di conflitti permanenti e
di guerre che servano da alibi a far perdurare la loro presenza.
Un governo fantoccio è una garanzia certa di violenze, forse
anche di molti anni di guerra. Di tutto salvo che di pace. Solo
il nostro governo indipendente può garantire la pace.
Non solo questo. Tutti i paesi che si sono trovati in condizioni
di sovranità limitata e con governi sotto l'influenza di potenze
straniere si sono rapidamente impoveriti in misura tale da
distruggere ogni speranza di relazioni sociali più giuste e
umane. La divisione radicale tra una maggioranza povera e una
minoranza ricca: questo è il quadro che l?Europa orientale ci
presenta da diversi anni ormai, come tutti possono constatare. La
stessa cosa accadrebbe anche a noi. Anche noi, una volta
sottoposti al comando e al controllo di quelli che dominerebbero
il paese, avremo in breve un'immensa maggioranza di gente nella
più estrema povertà, con una prospettiva di uscirne molto, molto
incerta e lontana. La minoranza ricca sarebbe composta da
un?elite di profittatori del mercato nero, cui sarà concesso di
arricchirsi solo a patto di sottostare ciecamente al potere di
chi deciderebbe del destino del nostro Paese.
La proprietà sociale e pubblica sarebbe rapidamente privatizzata,
ma i nuovi padroni, come l?esperienza dei paesi vicini dimostra,
sarebbero di regola stranieri. Tra le rare eccezioni figureranno
coloro che avranno acquistato il loro diritto di proprietà con la
loro obbedienza e sottomissione, cosa che porterà alla scomparsa
di ogni più elementare dignità, nazionale e umana.
In queste circostanze, le principali ricchezze della nazione
diverrebbero proprietà straniera, e coloro che le già
amministravano normalmente continuerebbero a farlo nella nuova
situazione ma come impiegati di società straniere nel loro paese.
L'umiliazione nazionale, la frammentazione dello Stato e la
povertà sociale condurrebbero necessariamente a ogni tipo di
patologia sociale, di cui il crimine sarà il primo. Questa non è
una supposizione: è l'esperienza vissuta da tutti i Paesi che
hanno preso il cammino che noi cerchiamo di evitare a tutti i
costi. I centri del crimine non sono più nell'Europa occidentale,
si sono spostati verso l'Europa dell'Est da una decina d'anni. Il
nostro popolo ha già dovuto mal sopportare l'incidenza criminale
attuale, perchè noi abbiamo vissuto a lungo, dalla Seconda guerra
mondiale agli anno '90, in una società che non conosceva quasi
per niente il crimine. La criminalità a grande scala, che non
potrebbe essere evitata nel tipo di società che diverrebbe la
nostra in caso di perdita della nostra sovranità e di una parte
del nostro territorio, sarebbe tanto pericolosa per la società e
i cittadini e per il nostro piccolo popolo, che non vi è
abituato, quanto può esserlo la guerra.
Uno degli obiettivi e compiti essenziali di un governo fantoccio,
non importa in quale Paese, compreso il nostro se noi dovessimo
avere un tale governo, è la perdita di identità nazionale. I
Paesi sotto potere straniero si separano velocemente dalla loro
storia, dal loro passato, dalle loro tradizioni, dal loro stile
di vita, e spesso anche dal loro idioma letterario. Ciò sarà
invisibile all'inizio, ma una selezione molto efficacie e senza
pietà dell'identità nazionale la ridurrà a qualche pietanza
locale, qualche canzone e danza folcloristica, ed al nome di
qualche eroe nazionale utilizzato come marca di cosmetici o di
prodotti alimentari. Nel XX secolo, una delle più evidenti
conseguenze dell'usurpazione dei territori nazionali da parte
delle grandi potenze è l'annichilimento dell'identità di popolo
di questi paesi.
L'esperienza delle altre nazioni mostra che le persone possono
difficilmente sopportare la velocità alla quale esse devono
cominciare a servirsi di una lingua straniera come fosse la loro,
ad identificarsi in figure storiche straniere dimenticando le
loro, ad avere più familiarità con la letteratura dei loro
occupanti che con la loro, a glorificare la Storia degli altri
sminuendo la loro, ad assomigliare agli altri e non a sè stessi.
La perdita dell'identità nazionale è la più grande sconfitta che
una nazione possa conoscere, ed essa è inevitabile nella forma
moderna di colonialismo. Inoltre, questa nuova forma di
colonozzazione mette fuori norma, per sua stessa natura, ogni
possibilità di libertà di parola e di decisione, e soprattutto
ogni forma di creatività. Quando un Paese non è libero, esso
rifiuta ai popoli che vivono nel suo seno il diritto di esprimere
liberamente le proprie opinioni, perchè queste opinioni rischiano
di trovarsi in conflitto con l'assenza di libertà. E' per questo
che la tortura del pensiero è la forma più essenziale ed
efficacie in un paese che ha perduto la libertà. Quanto ad
esercitare il proprio libero arbitrio, è naturalmente fuori di
discussione. La libertà di decisione non è permessa che
illusoriamente. Essa è accordata solo ai lacchè dei dominatori
stranieri, perchè la loro sedicente lobertà serve agli occupanti
per proclamare di avere instaurato la Democrazia, nel nome della
quale avevano preso possesso del Paese di un altro popolo.
Io vorrei sottolinearlo particolarmente all'attenzione dei
giovani, intellettuali o sapienti: è di regola che i Paesi
privati di sovrantà nazionale siano privati del diritto al lavoro
creativo, e specialmene al lavoro creativo in campo scientifico.
Sono i centri di potere e le grandi potenze che finanziano il
lavoro scientifico, controllano i suoi risultati e decidono della
loro applicazione. Negli Stati dipendenti, i laboratori di
ricerca e gli istituti scientifici non sono indipendenti ma
operano in qualità di branche controllate da un centro. Le loro
realizzazioni devono restare entro dei limiti che non rischino di
introdurre nei Paesi e nei popoli occupati un seme di ribellione
o di emancipazione.
Al momento in cui vi parlo, siccome l'Opposizione Democratica
Serba non è sicura di raggiungere i risultati che le sono
necessari, i leader del DOS stanno accettando, con il denaro
introdotto nel paese, di far ricattare e logorare i cittadini, di
organizzare degli scioperi, di creare un clima di insicurezza e
di violenza, con l'intento di arrestare la produzione, ogni
lavoro e ogni attività. Tutto ciò ha lo scopo evidente di
arrestare la vita in Serbia, e di affermare che essa riprenderà
con successo e benessere solo quando sarà organizzata da coloro
che tra noi rappresentano le intenzioni, i piani e gli interessi
degli occupanti.
Il nostro Paese è uno Stato sovrano. Ha le sue leggi, la sua
Costituzione e le sue istituzioni. La Serbia ha il dovere e il
diritto all'autodifesa dall'invasione che è stata preparata
contro di essa attraverso diverse forme di sovversione. E i
cittadini devono sapere che partecipando ad una sovversione il
cui obiettivo è la dominazione straniera o l'occupazione del loro
Paese, essi
portano la responsabilità storica di privare il loro Paese del diritto
all'esistenza, così come la responsabilità di perdere il controllo
sulla
propria esistenza. Abandonando il loro Paese in mano ad altri, a degli
stranieri, essi stanno per mettere nelle mani dello straniero la loro
vita, la
vita dei loro figli e di molte altre persone.
Io ho ritenuto mio dovere mettere in guardia i cittadini della nostra
patria
sulle conseguenze di queste attività, finanziate e sostenute dai
governi
dei
paesi NATO. I cittadini possono credermi, ma non ne sono obbligati. Mi
auguro
soltanto che non si ricredano quando sarà troppo tardi, che non si
avvedano di
questa realtà quando sarà difficile correggere gli errori fatti
per ingenuità, o per errore o indifferenza, perchè quegli errori
avranno prodotto situazioni difficili e forse impossibili da
raddrizzare, e certamente non avranno mai una riparazione.
Nel dire queste cose non ho motivazioni di carattere personale.
Sono stato eletto due volte presidente della Serbia e una volta
presidente della Jugoslavia. Dovrebbe essere chiaro a tutti, dopo
questi dieci anni, che non attaccano la Serbia perchè c?è
Milosevic, ma attaccano Milosevic per attaccare la Serbia. La mia
coscienza al riguardo è assolutamente tranquilla. Ma non lo
sarebbe del tutto se io non dicessi al mio popolo, dopo tutti
questi anni trascorsi alla sua guida, quella che io penso sarà la
sua sorte, sia che il suo destino gli sia imposto da altri, sia
che ciò significhi dire al popolo che questo destino se lo sta
scegliendo con le sue stesse mani. L'errore di giudizio che
consiste nello scegliere ciò che è stato scelto da altri è il più
pericoloso degli errori di giudizio, e questa è essenzialmente la
ragione della mia decisione di rivolgermi pubblicamente ai
cittadini della Jugoslavia.
Vi ringrazio.
Presidente Slobodan Milosevic