Cari amici,
Credo di fare cosa utile nell'inviarvi la mia sintesi-traduzione
dell'importante documento di Michel Collon
"Il Paese di cui non si parla più...".
Cari saluti, Enrico Giardino
---
IL PAESE DI CUI NON SI PARLA PIU'
M.Collon -26 novembre 2002 su internet
(traduzione-sintesi di E. Giardino- 27 nov.2002)
M.Collon - coraggioso giornalista impegnato - è autore di libri e di
video dedicati ai temi internazionali, della globalizzazione, della
Nato, delle menzogne medianiche, delle sofferenze inflitte ai popoli
del mondo dai governanti USA e dai loro alleati.
Di particolare valore le sue analisi e le sue testimonianze sull'
aggressione USA-NATO nei Balcani per la distruzione della ex
Jugoslavia, multietnica e socialista.
In questo suo ultimo documento di 14 pagine - distribuito via Internet
- si trova una analisi, qualificata e documentata, della situazione
odierna nelle regioni del Kosovo e della ex Jugoslavia, "liberate e
portate alla democrazia" dalle bombe della Nato e dalle menzogne dei
media occidentali.
Una lezione molto istruttiva. Per tutti: per quelli che sostengono o
difendono l'imperialismo, per quelli che già lo subiscono o lo
combattono, per quelli che ne sono minacciati (prossimi bersagli).
Anche istruttiva per chi ripone ancora qualche fiducia nei media
occidentali.
E' difficile e riduttivo sintetizzare un tale documento, ricco di dati
ufficiali e di riferimenti - estratti con sapienza dallo stesso campo
dell'aggressore-occupante: e tuttavia. Una traduzione-sintesi corretta
può agevolarne la circolazione, anche tra le persone che hanno poco
tempo per leggere.
Qual è la situazione di quelle regioni oggi, a due anni dalla
aggressione Nato?
Drammatica: aumento esplosivo (da 2 a 7 volte) dei generi di prima
necessità (pane, latte, carne elettricità, sanità, istruzione);
aumento dei tumori e dei suicidi. 4900 donne di Belgrado, malate di
tumore, non hanno o non possono acquistare le medicine necessarie (ora
privatizzate).
La disoccupazione è in forte crescita, si vive di espedienti, alla
giornata. L'inquinamento - prodotto dai bombardamenti alle raffinerie
e dall'uranio impoverito - è in forte crescita.
170.000 famiglie di Belgrado non possono pagare l'elettricità (costi
raddoppiati in 4 mesi).
In tre città operaie di media grandezza il livello di vita si è
ridotto del 150%.
I cimitari sono troppo piccoli per contenere tanta mortalità di
persone di ogni età.
Il tasso di "popolarità" di Djindjic - salvatore della patria
antiMilosevic - è caduto all'8%.
Le promesse degli anni 1989-2000 si sono dimostrate false ed
illusorie: allettati da queste, hanno pensato che il capitalismo
portasse loro il benessere occidentale.
Invece il FMI dichiara che occorre licenziare altri 800.000
lavoratori, soprattutto quelli statali e dei servizi pubblici. La
Banca mondiale già nel 1989 reclamava la messa in fallimento di 2435
imprese juogoslave ed il licenziamento massiccio dei lavoratori (2 su
3 in Serbia). Le privatizzazioni hanno debuttato, provocando un
massacro sociale non inferiore a quello delle bombe.
Le 5 maggiori imprese pubbliche sono oggi nel mirino del Governo, ma i
lavoratori si oppongono.
Così accade nell'impresa agro-alimentare Karnex che impiega 36.000
lavoratori. In giugno 2002 si è scoperto che le casse dell'impresa
sono vuote: i soldi sono volati via, dove? Nessuno lo sa.
I lavoratori lottano per mantenere il sistema dell'autogestione,
lavorando 4 sabati al mese per alimentare una loro cassa sociale
autogestita... Fedeli alla autogestione rimangono le 5 maggiori
imprese del Paese. I problemi produttivi ed occupazionali riguardano
4 grandi imprese: Zastava (auto), Smederevo(metalli), Gosa
(costruzioni), Startid 13 (metalli).
Prima delle elezioni il governo ha fatto circolare voci di preziosi
investimenti stranieri per le fabbriche in crisi che avrebbero dovuto
far decollare la produzione: balle elettorali!
Le privatizzazioni riempiono solo le tasche dei colonizzatori e dei
privati: così per la Telecom serba o per la rete Mobil 063 o per la TV
BK. Da dove vengono questi soldi per comprare? Dagli stessi ambienti
del governo o da ditte straniere (come British Telecom).
Chi si arricchisce in Jugoslavia oggi? La mafia innanzitutto. Il
ministro suicida del governo Kostunica - Momir Gavrilovic - aveva
appunto denunciato le connivenze tra mafia e Djindjic.
Il potere non sta a Belgrado, ma altrove. La società generale francese
e la banca tedesca Raiffeisen hanno rilevato le 4 maggiori banche
serbe. E' la Germania che ha il bottino maggiore penetrando in molti
settori (acquedotti, mass media, scuola, ecc.). Oggi tutti i giornali
sono filo-occidentali (alla faccia del pluralismo richiesto a
Milosevic!). Sono gli USA e la UE che hanno in mano l'economia e la
politica serba, mediante il "G-17 plus", un consorzio privato composto
dai vecchi rappresentanti della banca mondiale e del FMI.
Sono questi uomini che distruggono lo Stato sociale, che decidono di
licenziare e di privatizzare, abolendo il divieto di licenziare prima
esistente. Le imposte delle società sono state ridotte dal 20 % al 14
%, mentre il Ministro dell'economia annuncia che rimborserà alla Banca
Mondiale ed alla Banca di investimenti europea 60 milioni di euro.
L'occidente ha distrutto la Jugoslavia ed ora si fa anche rimborsare!
Perciò nella società jugoslava crescono le disillusioni, ma anche le
resistenze.
Grandi disillusioni, ma anche resistenza. Oggi 2 serbi su 3 sono sotto
la soglia di povertà. La debole partecipazione alle ultime elezioni
(46%) significa ripudio di tutti i partiti "corrotti".
I suicidi: 900 a Belgrado l'anno scorso ed un forte consumo di
medicine antidepressive. Numerose manifestazioni popolari in questi
mesi (taciute dai media occidentali) al grido di "Basta DOS": 40
feriti nella manifestazione dei poveri.
La battaglia per i "corridoi" (1) (cfr. il libro "Attention media!") è
uscita allo scoperto. I corridoi 8 e 10 servono al trasporto di merci,
ai processi di "delocalizzazione" delle imprese, al trasporto di gas e
petrolio dal Caucaso e dall'Asia centrale verso occidente
(investimento UE di 90 miliardi di euro).
Due i percorsi in lizza: quello voluto da Berlino
(Costanza-Belgrado-Amburgo) e quello di interesse USA
(Bulgaria-Macedonia-Albania). La politica moderna è facile da
leggersi: dove si trova un rotta di gas o petrolio, là gli USA
installano una base militare e suscitano conflitti etnici o religiosi.
Ora si conferma che il "corridoio 10" trasporterà per 1200 Km 10
milioni di tonnellate di petrolio, con possibilità di arrivare fino
all'Italia ed al Mediterraneo. Intanto gli USA investono 30 milioni di
dollari sul loro corridoio "alternativo".
Si parla di aiuti internazionali alla ex Jugoslavia: ma sono davvero
aiuti? NO, si tratta di prestiti che incateneranno il debitore alle
Banche occidentali: per pagarne gli interessi il debitore taglierà
spese sociali e di assistenza. Inoltre i prestiti sono legati a
vincoli politici precisi (es. della Macedonia): scelta del modello
occidentale, tagli allo stato sociale, licenziamenti. Quindi più un
ricatto che un aiuto. Le bombe hanno distrutto infrastrutture
economiche e civili che oggi vengono ricostruite con i prestiti del
FMI e, magari, da imprese occidentali. Quindi le bombe sulla
Jugoslavia erano solo la prima tappa del percorso di
privatizzazione-globalizzazione neoliberistica.
La Jugoslavia pagherà più volte la stessa "fattura": prima l'Ovest ha
distrutto la sua ricchezza; così facendo l'ha privata dei mezzi di
sussistenza e di produzione; infine dovrà pagarsi la ricostruzione
(in realtà un business dei suoi aggressori-colonizzatori).
Guerra significa anche basi militari, che sono un ottimo affare per le
industrie delle armi e per quelle che manutengono le spedizioni
militari ed i servizi ad esse associate. In Kosovo c'è oggi la più
grande base militare USA del mondo: Camp Bondsteel. Un punto
strategico per assalti al Medio Oriente, al Caucaso ed alla stessa
Russia. La base è stata costruita e viene gestita dalla ditta USA
"Brown Root Services" filiale della ditta USA Halliburton (servizi
petroliferi) al cui vertice troviamo, guarda caso, Dick Cheney (il
vicepresidente USA). E' stato proprio Cheney che dal 1992 in poi ha
fatto fare contratti miliardari alla "Brown&Root" con il Governo USA.
Nel 1992 questa ditta ha costruito la base militare USA in Somalia (62
milioni di dollari). Poi quella di Haiti (133 milioni di $) e quella
in Bosnia (180 ml di $).
Alla base USA lavorano 5000 kosovari ed altri 15.000 "esterni".
La stessa ditta opera ora in Afganistan con gli stessi servizi e con
gli stessi protettori.
Ma perché USA e Germania si appoggiano in Kosovo a razzisti e
criminali? Perchè in questa regione hanno armato ed addestrato l'UCK,
evitando una guerra sul terreno, diretta. In Croazia hanno usato
Tudjiman (un Le Pen croato), in Bosnia Izetbegovic.
L'UCK è una organizzazione separatista armata che punta ad una "grande
Albania" etnicamente pura. E' un gruppo terroristico che ha commesso e
commette atrocità, ricatti, delitti e reati. La Nato è stata di fatto
la forza aerea di questi terroristi. Oggi sono diventate una forza di
"polizia" istituzionalizzata che "garantisce l'ordine". Il Kosovo
occupato dalla NATO (NAT-izzato) è oggi terra di pulizie etniche
(serbi, rom, ebrei, musulmani, turchi, ecc.), di terrore e di mafia.
230.000 persone sono fuggite dal Kosovo verso Serbia e Montenegro:
questo flusso è diminuito oggi, ma continua. Lo conferma il portavoce
ONU Pineiro. Privi di libertà di movimento, di accesso ai servizi
pubblici, discriminati e minacciati, questi profughi rappresentano i
palestinesi dei Balcani.
Ma di tanta catastrofe "umanitaria" oggi i media occidentali non
parlano più.
In Kosovo - privo ormai di leggi e di garanzie - la Nato si è alleata
con la mafia. L'assenza di leggi serve agli occupanti che operano
nella illegalità e con la mafia (Choussudovsky). Responsabili del
governo di Berisha sono stati implicati in traffico di droga e di
armi: traffici che hanno permesso all'UCK di armare 1000 uomini in
poco tempo. Sappiamo che la droga, con le armi e la pubblicità, sono i
tre settori chiave del sistema capitalista. La mafia albanese
controlla anche il traffico degli "aiuti" internazionali (circa 18 ml
di euro in 3 anni). Nel luglio 2002 l'UE ha scoperto un conto di 4,5
ml di euro in una Banca di Gibilterra, danaro "stornato" dalla Agenzia
elettrica del Kosovo.
Nei territori occupati l'economia è artefatta e corrotta. I due
"protettorati occidentali" nei Balcani hanno il più alto tasso di
disoccupazione in Europa: 57% in Kosovo, 60% in Bosnia.
C'è anche perversione e corruzione: esempio recente la base militare
USA in Bosnia di DynCorp dove si praticava lo schiavismo sessuale su
ragazze di 12-15 anni.Perciò gli USA vogliono l'impunità assicurata
per i loro militari e le persone collegate. Un documento dell'Alto
commissariato ONU dei diritti dell'uomo rivela che in Bosnia, dopo la
guerra, vi è stato traffico di donne.
Perciò il "New York Times" già nel 1995 titolava: Arrivano gli
americani, e con essi la prostituzione, la droga e l'AIDS. Come
possono stare 20.000 soldati USA senza donne per un anno? Lo stesso
avvenne a Napoli nel 1945 dove 40.000 donne furono costrette a
prostituirsi.
Ogni soluzione legale e pacifica dei conflitti è negata dagli
interessi mafiosi e speculativi dell'UCK e della Nato. I profughi
serbi che tentassero di ritornare alle loro case sono minacciati
apertamente di morte. I terroristi "albanesi", quand'anche processati
ed incarcerati, fuggono. E' il caso del terrorista Florim Ejupi che ha
fatto una strage di un bus di serbi (11 morti e 40 feriti). Sottratto
alla polizia locale è stato tradotto alla base militare USA di Camp
Bondsteel, una vera fortezza isolata, di 40 Kmq, sorvegliata da 5000
soldati USA. Eppure Florim è fuggito da là, senza sforzo.
In sostanza oggi il Kosovo - che per la risoluzione ONU fa ancora
parte della Juogoslavia - assomiglia molto ad Israele: avamposto USA
nel cuore dei Balcani il primo, avamposto USA nell'Islam il secondo.
Perciò gli europei guardano con timore alla "indipendenza" del Kosovo
nei Balcani, potenziale roccaforte USA in Europa. Da qui l'interesse
USA di mantenere conflitti aperti nella regione, con possibili
conseguenze nel vicino Sandzak (un'altra Bosnia?). Anche qui prime
avvisaglie di fuga in massa dei serbi.
Intanto la popolazione mostra tutta la sua contrarietà alle ricette
del FMI ed ai governanti ad essi collegati. Nelle ultime elezioni
hanno votato solo il 46% degli aventi diritto: un numero insufficiente
per la precedente legge jugoslava: almeno il 50% per elezioni valide.
Ma i nostri maestri di democrazia hanno deciso di eliminare questo
quorum garantista. Come dire, se il popolo non vi vota, cambiate il
popolo! Molti hanno votato Kostunica sperando - a torto o a ragione -
che si renda indipendente dalla Nato e dall'Occidente (come da
Djindjic). Altri hanno seguito l'invito di Milosevic (imprigionato a
Bruxelles) di votare Seselj, uomo antiNato ed antiFMI.
Purtroppo, il partito di Milosevic - SPS - ha svoltato verso gli
occidentali, e gli elettori lo hanno punito nei suoi candidati.
Intanto i gruppi comunisti si sono riuniti nel nuovo partito del
Lavoro.
Ma perché tanto silenzio da parte degli intellettuali e dei media
occidentali?
La ragione è semplice: i pretesti e le menzogne sostenute prima e
durante la aggressione vengono sempre più smentiti dai fatti e dalle
reazioni popolari. Il bilancio è catastrofico e va rimosso.
La più cinica e falsa delle posizioni - quella dei "Né-Né"(2) - ha
condannato il movimento pacifista alla passività per lunghi anni (è il
cancro del movimento contro le guerre). Non sono Saddam o Milosevic o
Arafat a minacciare la Pace ed il mondo intero, ma Bush e la Nato.
Sono le multinazionali che condannano a morte ogni giorno 35.000
bambini del 3^ mondo.
Non spetta agli occidentali stabilire chi debba governare negli Stati
che loro aggrediscono. La lotta sociale e democratica - anche in quei
Paesi - sarà impedita ed ostacolata dalla occupazione militare.
La speranza è che le sofferenze e la collera popolare si trasformino
in forza liberatrice.
Perché è importante continuare a parlare di Jugoslavia?
Per almeno 5 buoni motivi:
1. la disinformazione su questa regione servirà a coprire le altre
guerre successive. Cioè le privatizzazioni imposte con le bombe ai
Paesi che non le vogliono;
2. Abbiamo il dovere di risolvere il problema dei profughi dei Balcani
(come in Palestina);
3. In Jugoslavia, come in Iraq, gli USA mettono le etnie e le
religioni in lizza tra loro. Serve a ridurre il Paese in piccoli
staterelli da dominare e colonizzare;
4. Per impedire guerre e sopraffazioni è necessario isolare e battere
la strategia USA;
5. In Iraq, come in Jugoslavia, gli USA useranno armi nucleari e
biologiche, molto dannose.
Note:
(1) Per "corridoio" si deve intendere una infrastruttura di trasporto
integrata,fatta di strade, linee ferroriavie, ponti, porti, fiumi, su
percorsi di migliaia di Km.
(2) Si tratta di coloro che di fronte alle reiterate e barbare
aggressioni USA-Nato dichiarano di non parteggiare né per l'aggressore
né per l'aggredito, sia esso Arafat, Saddam Hussein, Milosevic o
chiunque altro. In realtà stanno al gioco "binario" dell'aggressore,
neutralizzando la spinta pacifista e popolare contro le aggressioni
unilaterali e contro le violazioni del diritto internazionale.
Molti- troppi- di costoro militano o guidano partiti della cosiddetta
"sinistra" occidentale.
Credo di fare cosa utile nell'inviarvi la mia sintesi-traduzione
dell'importante documento di Michel Collon
"Il Paese di cui non si parla più...".
Cari saluti, Enrico Giardino
---
IL PAESE DI CUI NON SI PARLA PIU'
M.Collon -26 novembre 2002 su internet
(traduzione-sintesi di E. Giardino- 27 nov.2002)
M.Collon - coraggioso giornalista impegnato - è autore di libri e di
video dedicati ai temi internazionali, della globalizzazione, della
Nato, delle menzogne medianiche, delle sofferenze inflitte ai popoli
del mondo dai governanti USA e dai loro alleati.
Di particolare valore le sue analisi e le sue testimonianze sull'
aggressione USA-NATO nei Balcani per la distruzione della ex
Jugoslavia, multietnica e socialista.
In questo suo ultimo documento di 14 pagine - distribuito via Internet
- si trova una analisi, qualificata e documentata, della situazione
odierna nelle regioni del Kosovo e della ex Jugoslavia, "liberate e
portate alla democrazia" dalle bombe della Nato e dalle menzogne dei
media occidentali.
Una lezione molto istruttiva. Per tutti: per quelli che sostengono o
difendono l'imperialismo, per quelli che già lo subiscono o lo
combattono, per quelli che ne sono minacciati (prossimi bersagli).
Anche istruttiva per chi ripone ancora qualche fiducia nei media
occidentali.
E' difficile e riduttivo sintetizzare un tale documento, ricco di dati
ufficiali e di riferimenti - estratti con sapienza dallo stesso campo
dell'aggressore-occupante: e tuttavia. Una traduzione-sintesi corretta
può agevolarne la circolazione, anche tra le persone che hanno poco
tempo per leggere.
Qual è la situazione di quelle regioni oggi, a due anni dalla
aggressione Nato?
Drammatica: aumento esplosivo (da 2 a 7 volte) dei generi di prima
necessità (pane, latte, carne elettricità, sanità, istruzione);
aumento dei tumori e dei suicidi. 4900 donne di Belgrado, malate di
tumore, non hanno o non possono acquistare le medicine necessarie (ora
privatizzate).
La disoccupazione è in forte crescita, si vive di espedienti, alla
giornata. L'inquinamento - prodotto dai bombardamenti alle raffinerie
e dall'uranio impoverito - è in forte crescita.
170.000 famiglie di Belgrado non possono pagare l'elettricità (costi
raddoppiati in 4 mesi).
In tre città operaie di media grandezza il livello di vita si è
ridotto del 150%.
I cimitari sono troppo piccoli per contenere tanta mortalità di
persone di ogni età.
Il tasso di "popolarità" di Djindjic - salvatore della patria
antiMilosevic - è caduto all'8%.
Le promesse degli anni 1989-2000 si sono dimostrate false ed
illusorie: allettati da queste, hanno pensato che il capitalismo
portasse loro il benessere occidentale.
Invece il FMI dichiara che occorre licenziare altri 800.000
lavoratori, soprattutto quelli statali e dei servizi pubblici. La
Banca mondiale già nel 1989 reclamava la messa in fallimento di 2435
imprese juogoslave ed il licenziamento massiccio dei lavoratori (2 su
3 in Serbia). Le privatizzazioni hanno debuttato, provocando un
massacro sociale non inferiore a quello delle bombe.
Le 5 maggiori imprese pubbliche sono oggi nel mirino del Governo, ma i
lavoratori si oppongono.
Così accade nell'impresa agro-alimentare Karnex che impiega 36.000
lavoratori. In giugno 2002 si è scoperto che le casse dell'impresa
sono vuote: i soldi sono volati via, dove? Nessuno lo sa.
I lavoratori lottano per mantenere il sistema dell'autogestione,
lavorando 4 sabati al mese per alimentare una loro cassa sociale
autogestita... Fedeli alla autogestione rimangono le 5 maggiori
imprese del Paese. I problemi produttivi ed occupazionali riguardano
4 grandi imprese: Zastava (auto), Smederevo(metalli), Gosa
(costruzioni), Startid 13 (metalli).
Prima delle elezioni il governo ha fatto circolare voci di preziosi
investimenti stranieri per le fabbriche in crisi che avrebbero dovuto
far decollare la produzione: balle elettorali!
Le privatizzazioni riempiono solo le tasche dei colonizzatori e dei
privati: così per la Telecom serba o per la rete Mobil 063 o per la TV
BK. Da dove vengono questi soldi per comprare? Dagli stessi ambienti
del governo o da ditte straniere (come British Telecom).
Chi si arricchisce in Jugoslavia oggi? La mafia innanzitutto. Il
ministro suicida del governo Kostunica - Momir Gavrilovic - aveva
appunto denunciato le connivenze tra mafia e Djindjic.
Il potere non sta a Belgrado, ma altrove. La società generale francese
e la banca tedesca Raiffeisen hanno rilevato le 4 maggiori banche
serbe. E' la Germania che ha il bottino maggiore penetrando in molti
settori (acquedotti, mass media, scuola, ecc.). Oggi tutti i giornali
sono filo-occidentali (alla faccia del pluralismo richiesto a
Milosevic!). Sono gli USA e la UE che hanno in mano l'economia e la
politica serba, mediante il "G-17 plus", un consorzio privato composto
dai vecchi rappresentanti della banca mondiale e del FMI.
Sono questi uomini che distruggono lo Stato sociale, che decidono di
licenziare e di privatizzare, abolendo il divieto di licenziare prima
esistente. Le imposte delle società sono state ridotte dal 20 % al 14
%, mentre il Ministro dell'economia annuncia che rimborserà alla Banca
Mondiale ed alla Banca di investimenti europea 60 milioni di euro.
L'occidente ha distrutto la Jugoslavia ed ora si fa anche rimborsare!
Perciò nella società jugoslava crescono le disillusioni, ma anche le
resistenze.
Grandi disillusioni, ma anche resistenza. Oggi 2 serbi su 3 sono sotto
la soglia di povertà. La debole partecipazione alle ultime elezioni
(46%) significa ripudio di tutti i partiti "corrotti".
I suicidi: 900 a Belgrado l'anno scorso ed un forte consumo di
medicine antidepressive. Numerose manifestazioni popolari in questi
mesi (taciute dai media occidentali) al grido di "Basta DOS": 40
feriti nella manifestazione dei poveri.
La battaglia per i "corridoi" (1) (cfr. il libro "Attention media!") è
uscita allo scoperto. I corridoi 8 e 10 servono al trasporto di merci,
ai processi di "delocalizzazione" delle imprese, al trasporto di gas e
petrolio dal Caucaso e dall'Asia centrale verso occidente
(investimento UE di 90 miliardi di euro).
Due i percorsi in lizza: quello voluto da Berlino
(Costanza-Belgrado-Amburgo) e quello di interesse USA
(Bulgaria-Macedonia-Albania). La politica moderna è facile da
leggersi: dove si trova un rotta di gas o petrolio, là gli USA
installano una base militare e suscitano conflitti etnici o religiosi.
Ora si conferma che il "corridoio 10" trasporterà per 1200 Km 10
milioni di tonnellate di petrolio, con possibilità di arrivare fino
all'Italia ed al Mediterraneo. Intanto gli USA investono 30 milioni di
dollari sul loro corridoio "alternativo".
Si parla di aiuti internazionali alla ex Jugoslavia: ma sono davvero
aiuti? NO, si tratta di prestiti che incateneranno il debitore alle
Banche occidentali: per pagarne gli interessi il debitore taglierà
spese sociali e di assistenza. Inoltre i prestiti sono legati a
vincoli politici precisi (es. della Macedonia): scelta del modello
occidentale, tagli allo stato sociale, licenziamenti. Quindi più un
ricatto che un aiuto. Le bombe hanno distrutto infrastrutture
economiche e civili che oggi vengono ricostruite con i prestiti del
FMI e, magari, da imprese occidentali. Quindi le bombe sulla
Jugoslavia erano solo la prima tappa del percorso di
privatizzazione-globalizzazione neoliberistica.
La Jugoslavia pagherà più volte la stessa "fattura": prima l'Ovest ha
distrutto la sua ricchezza; così facendo l'ha privata dei mezzi di
sussistenza e di produzione; infine dovrà pagarsi la ricostruzione
(in realtà un business dei suoi aggressori-colonizzatori).
Guerra significa anche basi militari, che sono un ottimo affare per le
industrie delle armi e per quelle che manutengono le spedizioni
militari ed i servizi ad esse associate. In Kosovo c'è oggi la più
grande base militare USA del mondo: Camp Bondsteel. Un punto
strategico per assalti al Medio Oriente, al Caucaso ed alla stessa
Russia. La base è stata costruita e viene gestita dalla ditta USA
"Brown Root Services" filiale della ditta USA Halliburton (servizi
petroliferi) al cui vertice troviamo, guarda caso, Dick Cheney (il
vicepresidente USA). E' stato proprio Cheney che dal 1992 in poi ha
fatto fare contratti miliardari alla "Brown&Root" con il Governo USA.
Nel 1992 questa ditta ha costruito la base militare USA in Somalia (62
milioni di dollari). Poi quella di Haiti (133 milioni di $) e quella
in Bosnia (180 ml di $).
Alla base USA lavorano 5000 kosovari ed altri 15.000 "esterni".
La stessa ditta opera ora in Afganistan con gli stessi servizi e con
gli stessi protettori.
Ma perché USA e Germania si appoggiano in Kosovo a razzisti e
criminali? Perchè in questa regione hanno armato ed addestrato l'UCK,
evitando una guerra sul terreno, diretta. In Croazia hanno usato
Tudjiman (un Le Pen croato), in Bosnia Izetbegovic.
L'UCK è una organizzazione separatista armata che punta ad una "grande
Albania" etnicamente pura. E' un gruppo terroristico che ha commesso e
commette atrocità, ricatti, delitti e reati. La Nato è stata di fatto
la forza aerea di questi terroristi. Oggi sono diventate una forza di
"polizia" istituzionalizzata che "garantisce l'ordine". Il Kosovo
occupato dalla NATO (NAT-izzato) è oggi terra di pulizie etniche
(serbi, rom, ebrei, musulmani, turchi, ecc.), di terrore e di mafia.
230.000 persone sono fuggite dal Kosovo verso Serbia e Montenegro:
questo flusso è diminuito oggi, ma continua. Lo conferma il portavoce
ONU Pineiro. Privi di libertà di movimento, di accesso ai servizi
pubblici, discriminati e minacciati, questi profughi rappresentano i
palestinesi dei Balcani.
Ma di tanta catastrofe "umanitaria" oggi i media occidentali non
parlano più.
In Kosovo - privo ormai di leggi e di garanzie - la Nato si è alleata
con la mafia. L'assenza di leggi serve agli occupanti che operano
nella illegalità e con la mafia (Choussudovsky). Responsabili del
governo di Berisha sono stati implicati in traffico di droga e di
armi: traffici che hanno permesso all'UCK di armare 1000 uomini in
poco tempo. Sappiamo che la droga, con le armi e la pubblicità, sono i
tre settori chiave del sistema capitalista. La mafia albanese
controlla anche il traffico degli "aiuti" internazionali (circa 18 ml
di euro in 3 anni). Nel luglio 2002 l'UE ha scoperto un conto di 4,5
ml di euro in una Banca di Gibilterra, danaro "stornato" dalla Agenzia
elettrica del Kosovo.
Nei territori occupati l'economia è artefatta e corrotta. I due
"protettorati occidentali" nei Balcani hanno il più alto tasso di
disoccupazione in Europa: 57% in Kosovo, 60% in Bosnia.
C'è anche perversione e corruzione: esempio recente la base militare
USA in Bosnia di DynCorp dove si praticava lo schiavismo sessuale su
ragazze di 12-15 anni.Perciò gli USA vogliono l'impunità assicurata
per i loro militari e le persone collegate. Un documento dell'Alto
commissariato ONU dei diritti dell'uomo rivela che in Bosnia, dopo la
guerra, vi è stato traffico di donne.
Perciò il "New York Times" già nel 1995 titolava: Arrivano gli
americani, e con essi la prostituzione, la droga e l'AIDS. Come
possono stare 20.000 soldati USA senza donne per un anno? Lo stesso
avvenne a Napoli nel 1945 dove 40.000 donne furono costrette a
prostituirsi.
Ogni soluzione legale e pacifica dei conflitti è negata dagli
interessi mafiosi e speculativi dell'UCK e della Nato. I profughi
serbi che tentassero di ritornare alle loro case sono minacciati
apertamente di morte. I terroristi "albanesi", quand'anche processati
ed incarcerati, fuggono. E' il caso del terrorista Florim Ejupi che ha
fatto una strage di un bus di serbi (11 morti e 40 feriti). Sottratto
alla polizia locale è stato tradotto alla base militare USA di Camp
Bondsteel, una vera fortezza isolata, di 40 Kmq, sorvegliata da 5000
soldati USA. Eppure Florim è fuggito da là, senza sforzo.
In sostanza oggi il Kosovo - che per la risoluzione ONU fa ancora
parte della Juogoslavia - assomiglia molto ad Israele: avamposto USA
nel cuore dei Balcani il primo, avamposto USA nell'Islam il secondo.
Perciò gli europei guardano con timore alla "indipendenza" del Kosovo
nei Balcani, potenziale roccaforte USA in Europa. Da qui l'interesse
USA di mantenere conflitti aperti nella regione, con possibili
conseguenze nel vicino Sandzak (un'altra Bosnia?). Anche qui prime
avvisaglie di fuga in massa dei serbi.
Intanto la popolazione mostra tutta la sua contrarietà alle ricette
del FMI ed ai governanti ad essi collegati. Nelle ultime elezioni
hanno votato solo il 46% degli aventi diritto: un numero insufficiente
per la precedente legge jugoslava: almeno il 50% per elezioni valide.
Ma i nostri maestri di democrazia hanno deciso di eliminare questo
quorum garantista. Come dire, se il popolo non vi vota, cambiate il
popolo! Molti hanno votato Kostunica sperando - a torto o a ragione -
che si renda indipendente dalla Nato e dall'Occidente (come da
Djindjic). Altri hanno seguito l'invito di Milosevic (imprigionato a
Bruxelles) di votare Seselj, uomo antiNato ed antiFMI.
Purtroppo, il partito di Milosevic - SPS - ha svoltato verso gli
occidentali, e gli elettori lo hanno punito nei suoi candidati.
Intanto i gruppi comunisti si sono riuniti nel nuovo partito del
Lavoro.
Ma perché tanto silenzio da parte degli intellettuali e dei media
occidentali?
La ragione è semplice: i pretesti e le menzogne sostenute prima e
durante la aggressione vengono sempre più smentiti dai fatti e dalle
reazioni popolari. Il bilancio è catastrofico e va rimosso.
La più cinica e falsa delle posizioni - quella dei "Né-Né"(2) - ha
condannato il movimento pacifista alla passività per lunghi anni (è il
cancro del movimento contro le guerre). Non sono Saddam o Milosevic o
Arafat a minacciare la Pace ed il mondo intero, ma Bush e la Nato.
Sono le multinazionali che condannano a morte ogni giorno 35.000
bambini del 3^ mondo.
Non spetta agli occidentali stabilire chi debba governare negli Stati
che loro aggrediscono. La lotta sociale e democratica - anche in quei
Paesi - sarà impedita ed ostacolata dalla occupazione militare.
La speranza è che le sofferenze e la collera popolare si trasformino
in forza liberatrice.
Perché è importante continuare a parlare di Jugoslavia?
Per almeno 5 buoni motivi:
1. la disinformazione su questa regione servirà a coprire le altre
guerre successive. Cioè le privatizzazioni imposte con le bombe ai
Paesi che non le vogliono;
2. Abbiamo il dovere di risolvere il problema dei profughi dei Balcani
(come in Palestina);
3. In Jugoslavia, come in Iraq, gli USA mettono le etnie e le
religioni in lizza tra loro. Serve a ridurre il Paese in piccoli
staterelli da dominare e colonizzare;
4. Per impedire guerre e sopraffazioni è necessario isolare e battere
la strategia USA;
5. In Iraq, come in Jugoslavia, gli USA useranno armi nucleari e
biologiche, molto dannose.
Note:
(1) Per "corridoio" si deve intendere una infrastruttura di trasporto
integrata,fatta di strade, linee ferroriavie, ponti, porti, fiumi, su
percorsi di migliaia di Km.
(2) Si tratta di coloro che di fronte alle reiterate e barbare
aggressioni USA-Nato dichiarano di non parteggiare né per l'aggressore
né per l'aggredito, sia esso Arafat, Saddam Hussein, Milosevic o
chiunque altro. In realtà stanno al gioco "binario" dell'aggressore,
neutralizzando la spinta pacifista e popolare contro le aggressioni
unilaterali e contro le violazioni del diritto internazionale.
Molti- troppi- di costoro militano o guidano partiti della cosiddetta
"sinistra" occidentale.