"La violenza e' l'arma delle persone deboli ed immorali"

Faccio seguito alle accuse non veritiere e disgustose rivolte contro
di me, nell'ambito delle ritorsioni in atto contro gli avversari
politici.
Naturalmente non ho niente a che fare con i crimini commessi in
Jugoslavia. Ne' tantomeno ho a che fare con alcuna attività criminale
in assoluto. Non sono mai stata in conflitto con le leggi del mio
paese, e questo quelli che mi accusano lo sanno perfettamente. Le
accuse contro di me sono motivate solamente dal desiderio di colpire
mio marito all'Aia e di mettere in ombra la sua brillante autodifesa.
Le accuse contro di me sono una ritorsione, una punizione per
l'atteggiamento di Slobodan Milosevic, bello, dignitoso, intelligente
e forte dinanzi alla corte dell'Aia. E' lui che vogliono uccidere,
proprio perche' si comporta cosi'.
Loro tentano di esaurirlo fisicamente e psichicamente a tal punto che
egli non possa comparire dinanzi alla Corte o muoia dallo stress.
Contro di lui stanno commettendo un crimine dinanzi agli occhi del
mondo intero. A questo proposito io scrivo e scrivo e scrivo e parlo,
ovunque posso.
L'altro modo per combattere contro di lui sono io. Le pressioni su di
me mirano a colpire lui, così che il dolore a causa dell'ingiustizia
nei miei confronti gli leghi le mani.
Chi ha avuto una simile idea e chi l'ha messa in pratica è qualcuno
che non ha alcuna dignità ne' alcuna morale, è un bastardo nel seno
del popolo serbo e di tutta la specie umana.
Gli attacchi contro di me e l'intenzione di liquidarmi sono motivati
da un fine ulteriore, basso e misero: qualcuno nel governo di destra
mi vede come una avversaria politica piuttosto capace, e perciò
pericolosa. Siccome non possono controbattermi politicamente, a loro
sembra più facile bollarmi come criminale e rimuovermi in questa
maniera dalla scena pubblica.
Chi non possiede parole, chi ha una mente scarsa ed un cuore piccolo,
adotta la violenza. La violenza è l'arma delle persone deboli ed
immorali.
Ho lasciato Belgrado per ragioni personali e di famiglia.


Professoressa Mira Markovic
Dichiarazione letta alla conferenza stampa della JUL, a Belgrado il
31 marzo 2003