(Zyuganov: Stop the repression in Serbia! 31/3/2003
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FERMATE LA REPRESSIONE IN SERBIA!
Dichiarazione di G.A. Zjuganov, presidente dell'Unione Popolare
Patriottica di Russia
www.kprf.ru =

31 marzo 2003

Dopo l'assassinio del primo ministro Djindjic, in Serbia è stato
dichiarato lo stato di emergenza. E' chiaro che ciò rappresenta un
affare interno delle autorità di ciascun paese, che hanno il diritto
di decidere come reagire ad ogni situazione concreta. Però, diversi
segnali mostrano che lo stato di emergenza viene usato prima di tutto
per scopi politici. Si può far notare che la Serbia non vive nel caos
e neppure in uno stato di disobbedienza civile. La legge e l'ordine
vengono rispettati. Non esiste alcun pericolo proveniente
dall'esterno. Le indagini sull'assassinio proseguono senza ostacoli. E
allora che senso ha l'imposizione dello stato di emergenza?
In tal modo la libertà di stampa è stata drasticamente limitata.
Vengono proibiti i raduni, le assemblee e gli scioperi. Le azioni
delle autorità fuoriescono dall'ambito delle indagini e della lotta
contro la criminalità. La polizia ha ottenuto il diritto di effettuare
perquisizioni e arresti arbitrari, di intercettare le conversazioni
telefoniche, di violare la segretezza della corrispondenza. Più di
duemila persone sono state arrestate. Violando gravemente la legge,
sono stati costretti alle dimissioni 35 giudici. E' in corso
un'energica "purga" negli organi di sicurezza. Quale connessione
possono avere queste misure semplicemente repressive con la ricerca
degli assassini? Si è generata l'impressione che, dietro la copertura
della caccia agli organizzatori dell'assassinio di Djindjic, le
autorità della Serbia nascondano in realtà una resa dei conti con i
propri avversari personali e politici, ed abbiano l'intenzione di
stroncare ogni opposizione.
Sono stati tratti in arresto i leader della campagna in difesa di
Slobodan Milosevic, Bogoljub Bjelica, Uros Suvakovic e Goran Matic.
Minacce e pressioni vengono esercitate su membri della famiglia di
S.Milosevic. E' chiaro che questa "caccia alle streghe", gli arresti
di persone direttamente coinvolte nella difesa del presidente
Milosevic contro accuse rivelatesi false, sono dirette a salvare la
farsa giudiziaria dell'Aia, che rischia di andare incontro ad un
fiasco totale.
I paesi occidentali, che sostengono di avere a cuore la "democrazia",
ignorano completamente che in Serbia le libertà civili sono seriamente
minacciate.
L'Unione Popolare Patriottica di Russia condanna l'uso dello stato di
emergenza in Serbia che ha lo scopo di terrorizzare gli oppositori
politici dell'attuale regime e rivolge un invito al governo della
Serbia perché siano ripristinate quanto prima possibile le libertà
civili essenziali.
Siamo intenzionati anche a sollevare il problema della repressione
politica in Serbia nel corso della prossima sessione dell'Assemblea
parlamentare del Consiglio d'Europa.

FERMATE LA REPRESSIONE POLITICA IN SERBIA!

FERMATE L'ODIOSA CAMPAGNA CONTRO IL PRESIDENTE MILOSEVIC, LA SUA
FAMIGLIA E I SUOI COLLABORATORI!

LIBERATE BOGOLJUB BJELICA E GLI ALTRI PRIGIONIERI POLITICI!

31 marzo 2003

Traduzione dal russo
di Mauro Gemma