Gli ipocriti (2)
La Melandri non c'era e se c'era dormiva

Riceviamo questa ottima rassegna dall'amico Gian, e diffondiamo.


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Subject: La Melandri non c'era e se c'era dormiva
Date: Wed, 9 Apr 2003 13:55:01 +0200
From: "Gian Che Dice?"


Parlare dell'incoerenza del centro sinistra sul tema della
guerra è un pò come sparare sulla croce rossa oppure sui
giornalisti indipendenti, non si fa. Ma appunto perchè non si
spara sugli innocenti e non si gioca con le vittime bisogna
sempre denunciare chi lo fa per fini strumentali. In questo
caso ahinoi è proprio la crocerossina Melandri, ex ministra
del governo d'Alema, che con la memoria corta a Ballarò
confonde guerre, cifre e responsabilità, tentando
maldestramente di rimuovere la contraddizione che i
dalemiani tentano di portare nel movimento per la pace. Il
bombardamento può essere giusto se a farlo sono d'Alema,
Clinton e Blair. Forse è il caso di ricordare perchè il
movimento pacifista accusò il governo d'Alema di crimini di
uerra in Jugoslavia.

Gian.

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Così dicevano: citazioni illustri per giustificare una guerra ingiusta
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"Dovere della sinistra far guerra a un dittatore"
Intervista a Walter Veltroni
su La Repubblica 1 aprile '99

Il leader ds Veltroni: "Blair ha ragione: dobbiamo fare dei diritti
umani il nuovo internazionalismo"
E anche questa non è una scoperta di oggi, per me: da mesi parlo della
Birmania, del Ruanda, di Cuba e dei dissidenti sbattuti in galera da
Castro, o ricordavo a Jang Zemin in visita in Italia le esecuzioni
degli oppositori in Cina. Adesso si vede qual è il filo conduttore di
questa politica: il tentativo di costruire una Sinistra che faccia dei
diritti umani il suo nuovo 'internazionalismo', come ha detto Tony
Blair alla convention dei socialisti europei a Milano. Una nuova
coscienza dei disastri umanitari, del dolore, della catastrofe che c'è
in tante parti del mondo. Il Kosovo, per colpa di Milosevic, è oggi la
parte più devastata da questo flagello. Per farlo finire, purtroppo,
la comunità internazionale è costretta ad usare lo strumento
estremo, i bombardamenti".
http://www.democraticidisinistra.it/interviste/veltroni010499.htm

"Certo, in questa vicenda c'è una crisi che riguarda l'Europa, che non
riesce a darsi una politica comune di sicurezza. Ma c'è qualcosa di
più. Si sta consumando la difficoltà dell'Onu. Ci vogliono nuove
regole, con una riforma del Consiglio di sicurezza, che oggi il
sistema dei veti rende un gigante imbrigliato" [...]
"La sinistra italiana che sosteneva il principio della non ingerenza e
della sovranità nazionale sta facendo un grande salto di maturità. Una
sinistra nuova che capisce che ci sono valori, principi e diritti che
non possono essere cancellati. Tra i giovani, tra gli studenti c'è la
consapevolezza che quando ci sono centinaia di migliaia di persone che
scappano può essere necessario usare la forza per aiutare i deboli. Si
parla della guerra giusta ma io vorrei introdurre il concetto della
pace giusta. Finché ci sono la diaspora, la pulizia etnica, gli
stupri, le decapitazioni, non c'è pace, anche se i bombardieri
tacciono".
Walter Veltroni
http://www.democraticidisinistra.it/interviste/
intervista_veltroni1004.htm

Sinistra ricorda la lezione di Sarajevo
Intervista a Walter Veltroni
su l'Unità 29 marzo '99

I sondaggi dicono che l'opinione pubblica è in maggioranza contro
l'intervento militare.
"Io credo che il grande disagio che sta vivendo la gente nasce dal
fatto che si ha la consapevolezza che ci troviamo non dinanzi a una
guerra, ma a due guerre. C'era una guerra preesistente, quella dei
serbi contro i kosovari. E aveva già provocato 2000 morti e quasi
mezzo milione di profughi. E stava per dilagare, per allargarsi alla
Macedonia, all'Albania, con l'effetto di incendiare tutti i Balcani. E
stavano avvenendo cose di fronte alle quali non ci si può più limitare
alla compassione e alla condanna: le decapitazioni, le fosse comuni,
lo sterminio. Vedi, a quelli che l'altro giorno sono venuti
davanti a Montecitorio con gli ulivi insanguinati, io potrei dire:
dov'eravate, amici, dov'erano i vostri fiori quando i serbi compivano
atrocità e uccidevano 300 mila esseri umani in Bosnia?"
http://www.democraticidisinistra.it/interviste/veltroni290399.htm

Il presidente D'Alema è tra i falchi o le colombe?

In un'intervista il presidente del Consiglio D'Alema ha
affermato: "Noi vogliamo che non si lasci nessuna opportunità
intentata, nessuna possibilità di riprendere il cammino di una
soluzione politica e negoziale. Ma naturalmente occorre da parte
del governo di Belgrado una chiara manifestazione di buona
volontà, ponendo fine a questa aggressione contro la popolazione
civile del Kosovo" (Il Manifesto 6/4/99). Il giorno dopo il governo
di Belgrado ha annunciato una tregua unilaterale per la Pasqua
ortodossa. La risposta di D'Alema, giunta tre ore dopo il "no" di
Clinton e Blair alla proposta di tregua, è stata: "È insufficiente. È
evidente che occorrono ben altre garanzie".
http://www.geocities.com/CapitolHill/Senate/5430/a9899/kosovo.htm

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La memoria ha le gambe cortissime. Cosa
successe il 7 novembre 2001?
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513 si - 35 No. Iniziava così, con un voto
parlamentare bipartisan, il 7 novembre 2001 la parte italiana
della guerra del mondo "civile" contro il regime "taliban" per
togliere il velo alle donne musulmane con l'ausilio dell'esplosivo.

Era la vendetta dell'America contro un paese che
"ospitava" Osama Bin Laden, accusato (senza prove) di aver
finanziato l'attentato alle torri. Una guerra rapida, con un
consenso parlamentare plebiscitario (comunisti e verdi esclusi),
che ha causato la morte di 3767 afghani
(http://www.reteblu.org/dibattiti/0202/dibattiti14.html) ed il
rapimento di qualche centinaio d'altri, portando a cosa? Al permanere
di una instabilità afghana in Afghanistan, alle installazioni militari
permanenti, in sostanza all'accerchiamento del petrolio. Oggi un
leader fantoccio occidentale, circondato da pretoriani occidentali
prende il posto di altre sagome dello stato poligono. Bush e Blair,
-si, gli stessi- trionfali, iniziarono l'attacco senza avvallo ONU
e maggioranza forzista ed opposizione ulivista, li sostennero
dall'Italia con un accordo parlamentare. Sostennero la missione
anche se Rumsfeld -si, sempre lui- l'annunciava come parte di
un attacco più ampio ed internazionale
(http://www.repubblica.it/online/mondo/rumsfeld/rumsfeld/rumsfeld.html).
Anche se il New American Century era già da 3 anni lì a spiegare i
progetti della superpotenza.
E' passato poco più di un anno e non ne parla quasi più nessuno.
Osama è una sagoma riposta in cassetto, adatta per la
sovrapposizione a piacimento, proprio come in quei giochi per
bambini, a qualche mappa di stato canaglia quando sia
necessario. Nessuno, proprio nessuno, invece, ricorda più quel
"Noi non faremo mancare il nostro sostegno perchè il terrorismo
sia sconfitto" di Francesco Rutelli (http://www.repubblica.it/online/
politica/ulivoguerra/divisi/divisi.html) che votava così a favore
del bombardamento di un paese medioevale per dar sfogo alle
voglie di vendetta della potenza imperiale.

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La Melandri dormiva.
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Giovanna Melandri dichiara a Ballarò dell'8 aprile 2003 che la
guerra alla Jugoslavia era da considerarsi legittima per tre
motivi:

- La guerra era autorizzata dalla Nato
- La guerra era motivata dal massacro di Srebrenica
avvenuto "poco prima"
- La guerra avveniva dopo l'uccisione di 300.000 Kosovari.

Tre colpi a salve contro l'evidenza:

A- La guerra non poteva essere autorizzata da una alleanza
difensiva in violazione del proprio statuto fondativo
(intervenendo fuori dai confini dei paesi della Nato). La guerra
non era autorizzata dall'Onu poichè i russi (analogamente ai
francesi adesso) minacciarono di ricorrere al diritto di veto. La
guerra fu pertanto illegale sia per lo statuto Nato che per la
carta delle nazioni unite. Costituiva anzi un comodo precedente
per la politica (iniziata in realtà già nell'82 nelle isole Falkland
dalla signora Thatcher e in centro america con l'aiuto esplicito
ai contras nicaraguensi da parte dell'amministrazione Reagan)
di nuovo ordine mondiale.

B- Il "massacro di Srebenica" risale ad un altro
conflitto, -Srebrenica era un enclave musulmana in territorio
serbo-bosniaco...- e non attiene al conflitto in Kosovo. Tra i due
conflitti intercorrono 4 anni. Non furono interessate le forze
serbo-Jugoslave ma le forze serbo-Bosniache. La Jugoslavia fu
riconosciuta in quel periodo dall'amministrazione americana
come una delle tre amministrazioni da interessare alla
"pacificazione" bosniaca che trovò il suo suggello a Dayton. Sul
"massacro di Srebrenica" vi sono due versioni ufficiali, quella del
governo olandese (responsabile dei caschi blu presenti sul
campo) e una americana. I due rapporti preannunciano le
divisioni di questi giorni sul conflitto iracheno (vedi
http://www.guardian.co.uk/Archive/Article/0,4273,4398644,00.html).

C- Il segretario alla difesa americana William Cohen
(http://web.tiscali.it/no-redirect-tiscali/Controcorrente/liberazione.html)=

affermò che in Kosovo erano stati uccisi dai serbi 100.000
Kosovari. D'Alema alzò la cifra nei giorni del conflitto e parlò di
200.000 vittime, non distinguendo i profughi dagli
assassinati. Oggi la Melandri integra un numero già spaventoso
di vittime al rialzo per giustificare quella guerra ormai persa
nella memoria, e parla di 300.000 morti. Questa operazione
rialzista è una operazione sporca, da democrazia americana. Ma,
e la cosa è ancor più grave in questi giorni di eccidi giustificati
da fumo ideologico, l'onorevole Melandri nega il riconoscimento
storico della infondatezza di queste cifre. Al pari delle vittime
delle torri gemelle -che son passate da 50.000 (200.000 per la
Fallaci) a 3.000 vittime- anche le vittime della "pulizia etnica"
nel Kosovo sono state ampiamente ridimensionate e anche
questa parte della conquista del continente europeo
probabilmente dovrà essere riscritta. Ad oggi il tribunale penale
internazionale accusa il "regime di Milosevic" di alcune
centinaia di morti (670 vittime secondo i servizi segreti Croati
non certo vicinani ai serbi, 187 secondo il rapporto dei medici del
Tribunale dell'Aja per i crimini di guerra in Jugoslavia
(http://web.tiscali.it/no-redirect-tiscali/Controcorrente/
liberazione.html)) .
La guerra alla Jugoslavia causò nel compenso alcune migliaia
di vittime civili e migliaia di altri "danni collaterali" per
l'aumento della contaminazione radioattiva del territorio. Alla
fine della guerra, in Kosovo, forse è il caso di ricordarlo, si è
installata la più imponente base militare americana all'estero, la
base Bondsteel.

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Val la pena di ricordare alcuni degli episodi della guerra
umanitaria alla Jugoslavia nel 1999.
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31 Maggio Colpito l'ospedale di Surdulica, il bilancio parla di
venti morti.
19 Maggio Colpito l'ospedale di Belgrado, tre morti.
14 Maggio Colpito villaggio Kosovaro 100 morti.
7 Maggio Colpito ospedale e mercato di Nis 20 morti.
7 Maggio Colpita l'ambasciata cinese 3 giornalisti morti e 20
diplomatici feriti.
1 Maggio Colpita corriera a Luzane 40 morti.
27 Aprile Surdulica: decine di case distrutte e diversi morti civili
per missili fuori rotta.
23 Aprile Belgrado: 16 dipendenti della TV serba uccisi;
obiettivo legittimo per la Nato.
14 Aprile Djakovica: 75 kosovari uccisi, addebitati inizialmente
ai serbi, in realtà per missili alleati.
12 Aprile Aleksinac: edifici civili abbattuti per errore.
http://www.repubblica.it/online/fatti/civili/civili/civili.html

Dal 16 marzo 1999, 23.000 missili e bombe furono sganciate su
un Paese di 11 milioni di abitanti. 35.000 cluster bombs (a
frammentazione, armi di distruzione di massa contrarie alla
convenzione di Ginevra) ed a grafite; furono usati 31.000
proiettili ad uranio impoverito, con rilascio di materiale
contaminante su tutta la Jugoslavia. In 78 giorni di
bombardamenti furono colpite scuole, ospedali, fattorie, ponti,
strade e vie acquatiche.
(http://www.romacivica.net/forumdac/Usawarcrimes.htm)

L'alibi assurdo per quel conflitto si scontra contro queste
semplici evidenze.

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Diamo a Bush quel che è di Bush
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La tendenza strumentale alla personalizzazione di condotte
geo-politiche nazionali, intestando all'ultima amministrazione
repubblicana delle scelte che fanno parte della fisiologia delle
amministrazioni statunitensi, somiglia in modo drammatico alla
personalizzazione del conflitto Israelo-Palestinese, una
personalizzazione funzionale alla non-comprensione delle
dinamiche radicali che sottendono alle politiche delle potenze e
che non potrà mai spiegare la strana alleanza tra il labour party
inglese e il petrolpartito dei Bush. In realtà questi conflitti
trascendono le amministrazioni poichè, e su questo occorre una
certa dose di coerenza analitica, scaturiscono da forze che
sovrastano la la vernice democratica degli stati e ne coinvolgono
la struttura economica inesorabilmente totalitaria.


Parafrasando Nanni
Moretti....
Dite qualcosa di
sinistra: abbiamo
sbagliato,
ce ne andiamo
a cuocere le salsicce.
Gian.