Il Centesimo del Papa

E' soltanto una coincidenza il fatto che il centesimo viaggio di Papa
Wojtyla sia stato compiuto con la terza visita in Croazia?
No, non lo crediamo! Troppe sono le "coincidenze" nella distruzione
della Jugoslavia.

Nelle sue parole di circostanza e benvenuto al Papa, il presidente
croato Stipe Mesic, oltre a decantare la "democratica" e bella terra
croata, ha "dimenticato" ricordare il lager di Jasenovac?!
E la smettessero i media, come "pappagalli" a ripetere che "la Croazia
ha abbandonato la politica nazionalista [e razzista] di Franjo
Tudjman"! Non è forse vero che si sta affermando sempre più
l'integralismo cattolico in Croazia?! Non è forse vero che questo
Papa, con la beatificazione di Alojzije Stepinac, ha dato ancora più
vigore al clero cattolico croato, e che mai potrà avvenire la
riconciliazione tra gli slavi ortodossi (ma anche gli ebrei) e i
cattolici, dopo questo gravissimo fatto della beatificazione!

Perché anche "non chiamare le cose (e le persone) con il proprio nome
significa seminare disgrazie tra la gente" (A. Camus). E quante
tragedie su quei territori!
"Parole di pace e speranza per le vittime della guerra dei Balcani,
dal Papa, a Fiume, per il suo centesimo viaggio. Un ricordo delle
ferite della guerra, presenti qui come in Paesi vicini, è stato fatto
dal Papa, che ha auspicato un veloce inserimento della Croazia nella
CEE".
Al presidente croato S. Mesic e al Papa vogliamo ricordare che nella
Jugoslavia socialista le religioni erano più rispettate che non ora.
Vale per lo stesso cattolicesimo, nella "cattolicissima Croazia", come
anche disse Cubrilovic (un politico che uscì dal governo nel 1951)
dopo la morte di Tito nel 1980:
"E' stato uno dei più grandi ateisti, il comunista Josip Broz
Tito, praticamente è stato sepolto con tutti gli onori, perfino delle
Chiese. Le gerarchie di tutte le comunità religiose non potevano
sorvolare sul fatto che milioni di credenti hanno veramente amato e
stimato Tito, e che sono stati addolorati alla notizia della sua
morte". (Dal libro di Staumbringer: "La battaglia più sofferta di J.
Broz Tito")

Ma evidentemente la Jugoslavia compatta dava fastidio, non solo al
Vaticano. Sull'atteggiamento vaticano vale la pena rispolverare la
memoria a chi l'ha persa, pronendo la cronologia "Tutte le tempeste
del secolo nella storia dei rapporti tra il Vaticano e Zagabria [e
Belgrado?!]", da "Il Piccolo" di Trieste, 3 ottobre 1998:

Una dialettica iniziata nel lontano 1918; la figura del cardinale
Stepinac ne è un pilastro - consigliamo sul tema il libro di M.A.
Revelli, "L'arcivescovo del genocidio" (Edizioni Kaos, Milano 1999).

1918 - Il Vaticano si pronuncia contro la formazione della Jugoslavia,
decisa a Versailles da Francia e Inghilterra. Motivo: popolazioni
cattoliche finirebbero nell'orbita dei serbi ortodossi, popolo egemone
del nuovo Stato.
1918-1941 - Fortissima opposizione della Chiesa ortodossa, diventata
nel frattempo indipendente da Costantinopoli, a un accordo di Belgrado
e il Vaticano che regoli i rapporti tra lo Stato e i cattolici. La
mancata firma del concordato fa crescere la tensione tra Belgrado e la
Chiesa slovena e croata.
1941-1945 - L'arcivescovo di Lubiana Rozman collabora con i nazisti:
fugge prima della Liberazione. Pure quello di Sarajevo, Saric, si
distingue in ferocia. A Zagabria, l'arcivescovo Stepinac, saluta il
nuovo Stato Indipendente Croato [NDH] di Pavelic.
1945 - I beni immensi della Chiesa (case, edifici di culto, boschi,
campi, abbazie) vengono nazionalizzati dal nuovo regime comunista. Le
gerarchie cattoliche continuano a sfuggire al controllo del partito.
1946 - Stepinac viene arrestato per collaborazionismo e condannato al
carcere.

["Il Piccolo" dimentica di menzionare la connessione del clero
cattolico con gli ustascia, 1941 - 1945. Mentre la chiesa cattolica lo
proclama, nei santini stampati, "martire del comunismo"... La
traduzione in italiano del processo era leggibile nel vecchio sito del
CRJ, speriamo di poterla rendere nuovamente disponibile]

Tito teme di farne un martire e gli offre l'esilio [in Vaticano], ma
l'arcivescovo rifiuta. Viene rinchiuso per 5 anni nel carcere di
Lupoglava. Poi gli sono concessi gli arresti domiciliari [Con tutte le
libertà di venirlo a trovare chiunque voglia. Sono documentate le
visite anche del noto scultore Ivan Mestrovic, residente negli USA].
1953 - Il Papa [Pacelli] lo nomina cardinale e per reazione Tito rompe
i rapporti diplomatici col Vaticano. Per gli ortodossi Stepinac è
infatti il simbolo della ferocia ustascia.
1960 - Stepinac muore in casa sua e subito circolano le voci di un
[lento...] avvelenamento. Così, appena preso il potere nel 1990
l'anticomunista [dopo essere stato comunista...] Tudjman disporrà
l'autopsia. La libellistica cattolica parlerà di veleno e di
asportazione del cuore, ma il Vaticano non confermerà.
1970/80 - Lenta normalizzazione dei rapporti tra la Jugoslavia e la
Chiesa di Roma.
1987/91 - La Chiesa di Lubiana e Zagabria tuonano contro il
centralismo belgradese e i tentavi egemonici di Milosevic. Il Vaticano
con la sua diplomazia sommersa punta sull'indipendenza delle due
repubbliche del Nordovest [sic!].
1992 - Lo Stato Vaticano riconosce l'indipendenza di Slovenia e
Croazia con anticipo su tutti gli altri Stati. Belgrado grida al
complotto e denuncia un asse tra il Papa e la Germania.
L'atteggiamento antiserbo della Chiesa è netto.
1994 - Durante i massacri etnici in Bosnia, [commessi "naturalmente"
dai serbi...] il Papa preme per un intervento armato in favore dei
musulmani e contro gli aggressori di Sarajevo, cioé i serbi [appunto].
E la storica riscoperta della "guerra giusta" di agostiniana memoria.
Nella precedente guerra quella del Golfo, il Papa aveva proclamato la
sua assoluta neutralità. Rallenta, di conseguenza, il processo di
riavvicinamento alle Chiese dell'Est. A tutt'oggi Wojtyla non è ancora
riuscito a incontrare il patriarca di Mosca.
1994 - Si raffredano i rapporti tra la Chiesa e il presidente Tudjman
["diventato più cattolico dello stesso Papa"], rimproverato di
eccessi nazionalistici [...senza la loro approvazione e benedizione?].
Ma Tudjman dimostra verso la Chiesa una disponibilità unica a
restituire almeno in parte [sic] i beni nazionalizzati [dalla
Jugoslavia laica]. In questo clima, Wojtyla visita Zagabria e
Sarajevo.
1998 - Beatificazione di Stepinac e nuova visita in Croazia nel segno
della riconciliazione etnica e del dialogo ecumenico. [Sic! Sic! Sic!
Amen!]

Ivan, del CNJ, per "Voce jugoslava" su Radio Citta' Aperta