SUL PROCESSO DI UNIONE TRA RUSSIA E BIELORUSSIA

Intervento di V.N. Zakharcenko, primo segretario del CC del Partito
Comunista di Bielorussia, al primo “Congresso dei popoli dello stato
unitario di Belarus e Russia

http://www.kprf.ru/library/zine/13727.shtml


21 giugno 2003

Stimati compagni! Cari amici!

A nome della delegazione bielorussa desidero portare a tutti i
partecipanti al congresso il caloroso saluto dei sostenitori bielorussi
dello Stato unitario.
Della nostra delegazione fanno parte i rappresentanti delle più
autorevoli organizzazioni sociali di massa della repubblica. Quali la
Federazione dei sindacati di Belarus, l’Unione della gioventù
repubblicana bielorussa, l’Unione bielorussa degli ufficiali, l’Unione
bielorussa dei veterani della guerra in Afghanistan, l’Unione
bielorussa delle donne, il Comitato “slavo bielorusso”, l’Associazione
dei cosacchi in Bielorussia, il Comitato sociale repubblicano
bielorusso, la “Camera delle associazioni sociali”. Nella delegazione
ci sono venti deputati della Camera dei rappresentanti e membri del
Consiglio dell’Assemblea nazionale della Repubblica di Belarus, che
sono anche deputati dell’Assemblea parlamentare dell’Unione di Belarus
e Russia o del gruppo parlamentare “Deputato del popolo” del parlamento
della Bielorussia.
Una parte significativa dei partecipanti è rappresentata da membri del
Partito Comunista di Bielorussia, che è promotore e organizzatore del
congresso sul territorio della repubblica.
Penso che anche il solo elenco delle organizzazioni, che hanno delegato
propri rappresentanti al nostro odierno forum, dimostri eloquentemente
quale significato venga attribuito dall’opinione pubblica patriottica
bielorussa alla questione relativa alla creazione dello Stato unitario
di Belarus e Russia.
Come già nel passato essa guarda al proprio futuro solo attraverso il
prisma dell’unità. E ciò non sorprende affatto. Fin dai tempi antichi
lo sviluppo storico dei nostri popoli è lo sviluppo di fratelli di
sangue che vivono fianco a fianco. Insieme abbiamo attraversato anni
difficilissimi, insieme abbiamo condiviso la gioia, insieme abbiamo
edificato una casa comune.
La storia recente ha rafforzato ancora di più l’affetto reciproco.
Solo l’unità ha permesso ai nostri popoli di resistere nella sanguinosa
lotta con il fascismo negli anni della Grande Guerra Patriottica. E
solo il sostegno fraterno ha fornito la possibilità di creare il
sistema economico e le infrastrutture sociali della Bielorussia dopo il
passaggio dell’invasione nemica.
Oggi sempre meno ci si ricorda delle conseguenze della guerra e del
costo delle distruzioni operate dagli occupanti fascisti. Che sono
state tremende. In Bielorussia sono stati inceneriti e distrutti dai
fascisti 209 città e centri regionali su 270, annientati 9200 villaggi
e più di 10000 imprese. Gli invasori tedeschi hanno trasferito fuori
dalla repubblica il 90% delle attrezzature. In complesso la
Bielorussia, negli anni della guerra, ha perso il 50% della ricchezza
nazionale.
Ancora più terribili sono state le perdite umane. Negli anni
dell’occupazione sono morti 2,2 milioni di nostri concittadini e più di
380 mila sono stati deportati in Germania. E occorre tener conto che,
prima della guerra, la popolazione era di 9 milioni di abitanti.
Per lunghi decenni il popolo bielorusso non sarebbe stato in grado di
curare le ferite più gravi inferte dalla guerra, se non fosse
intervenuto il sostegno fraterno delle repubbliche sovietiche e, prima
di tutto, della Federazione Russa.
Ecco la ragione per cui nel referendum del marzo 1991, di fronte al
quesito relativo al mantenimento dell’URSS, il 90% dei cittadini della
Bielorussia abbia affermato: l’Unione Sovietica deve vivere. Ecco
perché nel referendum nazionale del 14 maggio 1995 il popolo di Belarus
ha ratificato in modo schiacciante la ferma aspirazione all’unità con
la Russia. Tale convinzione si mantiene anche oggi.
Quando il 26 maggio 1995, ponendo fine al processo di separazione, nel
villaggio bielorusso di Recka, venivano simbolicamente rimossi i
segnali di confine e, in seguito, quando il 2 aprile 1996 dai
presidenti dei nostri stati veniva siglato il trattato che avviava la
formazione della Comunità di Belarus e Russia, a molti cittadini da
ambedue le parti della frontiera, sembrò che la verità storica fosse
stata ristabilita, che l’unità si fosse realizzata.
Ed effettivamente, in tempi brevi, è stata formata e ha cominciato a
funzionare l’Assemblea parlamentare. Dopo un anno dalla firma
dell’accordo sulla creazione della Comunità, questa è stata trasformata
in Unione con l’acquisizione di nuovi poteri speciali. Sono stati
formati i Comitati doganale e frontaliero e il Comitato per le
questioni della sicurezza. E’ stato anche redatto un bilancio
dell’unione. Sulla base di tale bilancio si è dato avvio al lavoro
congiunto di imprese, istituzioni e organizzazioni di ambedue gli stati
con programmi nell’industria, nell’agricoltura, nella scienza, nel
settore della difesa e nella sfera sociale.
Nel dicembre 1999 si è passati ad una nuova tappa dell’unificazione,
perfezionata dalla sigla del Trattato sulla creazione di uno Stato
unitario e dal varo del Programma di azione della Federazione Russa e
della Repubblica di Belarus per la messa in pratica del trattato.
Come risultato si sono rafforzati i processi di integrazione, prima di
tutto nell’economia. L’anno scorso, ad esempio, l’interscambio tra
Russia e Bielorussia ammontava a 11 miliardi di dollari, dietro solo
all’interscambio tra Russia e Germania (14 miliardi di dollari), e
prima di quello tra Russia e Cina (10 miliardi di dollari) e tra Russia
e Ucraina (4,7 miliardi di dollari).
Il processo di integrazione dei complessi energetico e dei combustibili
dei nostri stati, a parere degli specialisti, ha raggiunto il 95% ,
quello della costruzione di macchinari l’85%. Interagiscono
strettamente – fattore importantissimo – le imprese russe e bielorusse
dell’industria automobilistica, settore che in una qualche misura
rappresenta l’indicatore del potenziale industriale degli stati.
Nell’industria automobilistica si sta realizzando il programma
“Diesel”, per un ammontare di circa 37 miliardi di rubli russi. Sono in
funzione programmi per la produzione comune e la ricerca
nell’elettronica, nell’ingegneria genetica, nell’esplorazione del cosmo.
Ma gli ultimi sette anni hanno dimostrato che la strada
dell’unificazione è significativamente più lunga e complicata di quanto
non si potesse prevedere. Come si è venuto chiarendo col passare del
tempo, i processi obiettivi di integrazione nell’economia e nella sfera
sociale non costituiscono ancora la garanzia che la strutturazione
organizzativa di un’unica formazione statale abbia vita facile.
A cominciare dal 2001, la costruzione statale unitaria ha incontrato
degli ostacoli ed è entrata in una fase che presenta elementi di
pericolo.
La principale causa di questo fenomeno va ricercata nella presenza, sia
in Russia che in Bielorussia, di gruppi sociali, per i quali la
creazione di uno Stato unitario costituisce un serio ostacolo alla
realizzazione dei propri egoistici interessi privati.
Sia sul versante della Russia che su quello della Bielorussia
intervengono in tale ruolo gli elementi della destra radicale che
rappresentano il grande capitale, orientati verso l’Occidente,
sostenuti dall’Occidente, ai quali conviene, di conseguenza, la
sottomissione dei nostri popoli agli interessi dell’Occidente. Il loro
slogan era e rimane: “Divide et impera”.
In Bielorussia, nonostante l’enorme sostegno politico, psicologico e
finanziario ai radicali di destra locali da parte degli Stati Uniti
d’America e degli stati europei occidentali dipendenti dagli USA, gli
sforzi tesi a frenare l’integrazione non sono ancora riusciti a
strappare risultati significativi. Ciò è attribuibile, in linea di
massima, da un lato alla ragionevole posizione del popolo della
repubblica e, dall’altro, al gigantesco lavoro assolto dal presidente
della Belarus Aleksandr Grigorjevic Lukashenko e dalle organizzazioni
patriottiche che lo sostengono nel contrastare gli attuali oppositori e
alla tenacia dimostrata dal presidente nella realizzazione degli
obiettivi prefissati.
Nella Federazione Russa, a nostro parere, le strutture radicali di
destra filoccidentali, essendo una forza importante dello schieramento
politico, esercitano un’influenza molto negativa. I sostenitori dello
Stato unitario in Bielorussia capiscono che, nel momento in cui si sta
formando la nuova struttura statale, occorre anche vincere la scontata
resistenza degli USA e dell’Unione Europea.
Profilandosi, dopo il dissolvimento dell’URSS, condizioni estremamente
favorevoli per l’affermazione di un “mondo unipolare”, USA e UE non
desiderano certamente avere concorrenti nell’arena mondiale come il
nuovo Stato unitario di Belarus e Russia, e ancor meno una più poderosa
costruzione statale, che potrebbe avere origine da questa unione. Con
diversi pretesti, le strutture statali degli Stati Uniti d’America e
dei loro satelliti hanno organizzato il boicottaggio dello stato
bielorusso. Senza alcun giustificato motivo essi hanno proclamato la
non legittimità del massimo organo legislativo del paese. E’ in atto,
attraverso i mezzi di comunicazione della maggior parte degli stati
vicini e dei paesi di orientamento filoamericano in altre regioni del
pianeta, una forsennata campagna antibielorussa. Si esercita una
pressione politica sulla dirigenza della Belarus anche attraverso la
proibizione dei visti d’ingresso nei cosiddetti paesi del “mondo
libero”.
Malgrado tutte queste difficoltà, secondo la maggior parte degli indici
di sviluppo economico e della qualità della vita, la Repubblica di
Belarus supera i suoi vicini delle repubbliche ex sovietiche. E ciò è
stato ottenuto grazie esclusivamente ai propri sforzi.
Nella fase attuale di formazione dello Stato unitario ha rappresentato
un passaggio fondamentale il varo dell’atto giuridico, che dà forma
alla nuova struttura statale, che definisce conformemente al Trattato
l’equilibrio nelle relazioni tra i soggetti statali esistenti e le
nascenti strutture sopranazionali del potere e dell’amministrazione, in
materia di sovranità e parità di diritti.
Le ultime riunioni della commissione, creata dai due stati per
l’elaborazione di questo documento, hanno messo in evidenza che esso è
stato ormai definito nei suoi tratti essenziali. Si attende l’esame da
parte dei capi di Stato.
Il Partito Comunista di Bielorussia ritiene che l’attuale situazione
richieda l’attiva espressione della volontà dei popoli in merito alla
costruzione dello Stato unitario. Non c’è dubbio che essi si
pronunceranno a favore del processo di unione. Ne sono testimonianza le
innumerevoli inchieste sociologiche, condotte sia in Bielorussia che in
Russia.
Ma è ancora indispensabile l’organizzazione dell’appoggio dell’opinione
pubblica al processo di creazione dello Stato unitario da parte dei
movimenti e delle istituzioni sociali. Ciò costituirà il fattore
propulsivo in grado di spingere i capi di stato dei nostri paesi a
superare definitivamente ogni ostacolo politico e ad assumere la
decisione di sottoporre a referendum l’Atto costitutivo dello Stato
unitario.
Proponiamo che il nostro odierno congresso dia l’avvio alla campagna di
sostegno da parte delle forze patriottiche alla costruzione statale
unitaria. E’ necessario che la campagna prosegua su tutto il territorio
dello Stato unitario. E’ necessario che l’inizio delle azioni di massa
coincida con il settimo anniversario del “Giorno dell’unificazione” dei
popoli di Belarus e Russia. Un ulteriore sviluppo di tali azioni
potrebbe registrarsi nel corso delle iniziative dedicate al ricordo
della liberazione delle nostre città e regioni dall’occupazione dei
fascisti tedeschi, e delle altre ricorrenze commemorative.
Tali approccio non solo costituisce uno stimolo per le strutture
statali affinché portino a compimento le procedure riguardanti l’Atto
costituzionale ma permette di creare condizioni favorevoli allo
svolgimento del referendum e, in seguito, anche delle elezioni del
parlamento dell’Unione.
E’ chiaro che in tutte le prossime fasi della formazione della base
giuridica delle strutture del potere e della gestione dello Stato
unitario, l’attivismo dell’opinione pubblica continuerà a rappresentare
il fattore decisivo, in grado di influenzare l’esito finale.
Perciò non appare superfluo pensare già da oggi a quali forme il
coordinamento del movimento sociale dovrà assumere nell’ambito della
nascente formazione statale unitaria.
Non si possono avere dubbi sul fatto che il coordinamento delle nostre
azioni rappresenti una necessità vitale. Con il varo dell’Atto
costituzionale dello Stato unitario di Belarus e Russia e, in seguito,
con l’elezione del supremo organo legislativo dell’unione, i processi
di interazione dei soggetti che vi saranno coinvolti subiranno
un’accelerazione. E si può prevedere che, nello sviluppo di tali
processi, possano manifestarsi anche momenti di difficoltà, legati ai
cambiamenti dei rapporti sociali in tutte le sfere della vita civile
dei nostri popoli.
Già ora emergono preoccupazioni in merito ai possibili tentativi dei
rappresentanti del grande capitale della Russia di avviare l’assalto
alle aziende dei settori trainanti in Bielorussia, con lo scopo di
prenderne possesso, senza dover operare alcun investimento. A quali
conseguenze portino tali azioni, si può osservare chiaramente in alcune
regioni della Federazione Russa. Nella Federazione Russa stessa è in
corso un seria lotta per il trasferimento alla proprietà privata del
sistema energetico. Le conseguenze di un simile passo sono prevedibili,
come è successo con la privatizzazione delle ferrovie della Repubblica
di Polonia. Lo scorporo del sistema ferroviario e la subordinazione
agli interessi privati ha arrecato una drastica riduzione delle sue
potenzialità. Il risultato è stato, ad esempio, che, alla frontiera tra
Polonia e Bielorussia, nella regione di Brest sono state ammassate 1200
cisterne ferroviarie contenenti gas liquefatto proveniente dalla
Russia. Altre 1700 cisterne si trovano nella sola stazione di Brest.
Tenendo conto della minaccia alla città, derivante dallo stazionamento
di un carico altamente esplosivo, le ferrovie bielorusse hanno bloccato
l’ingresso delle altre spedizioni di gas liquefatto russo. Le perdite
apportate sono risultate ingentissime. Se un fatto simile dovesse
accadere anche con il sistema energetico, ci troveremmo di fronte ad
una questione di vita o di morte per i nostri cittadini.
Anche tutti questi problemi potrebbero richiedere azioni coordinate su
vasta scala.
E non bisogna dimenticare neppure l’importanza dei fattori esterni.
Quando gli interessi dei magnati degli Stati Uniti sono stati
disturbati da Milosevic e dalla Jugoslavia, quest’ultima è stata
bombardata e Milosevic è stato giudicato colpevole di delitti commessi
dagli USA. Quando si è manifestata l’esigenza di accelerare i tempi del
trasporto del petrolio dall’Asia Centrale, attraverso l’Afghanistan,
fino al mare, si è messo sotto tiro il regime dei talebani, fino ad
allora coltivato, e si è imposto all’Afghanistan un nuovo ordine con la
forza militare e del terrore.
Oggi si cerca di trovare una via d’uscita dall’incombente crisi interna
agli stessi USA e, più in generale, a tutto l’Occidente, attraverso il
controllo del petrolio iracheno. E per far questo, si è inventato il
pretesto che fosse necessario liberare l’Iraq dalle armi di distruzione
di massa. I metodi usati per la “liberazione” erano già stati
sperimentati in Jugoslavia, in Afghanistan e in molti altri paesi. Con
l’ausilio della forza militare. Nessuno è in grado di garantire se, tra
qualche tempo, la stessa sorte non toccherà alla Bielorussia o alla
Russia.
Una settimana fa i mezzi di informazione di massa hanno comunicato che
il ministro della difesa americano ha dichiarato la propria intenzione
di dislocare basi aeree della NATO nella Repubblica di Polonia. Nelle
immediate vicinanze della Repubblica di Belarus.
Il pericolo è reale. E, come per la situazione in Iraq, è possibile
contrastarlo solo con l’unione delle nostre forze.
A tal proposito, occorre ancora una volta sottolineare la necessità
della formazione e del rafforzamento di un grande movimento sociale
nell’ambito del sorgente Stato unitario di Russia e Belarus.
Confidiamo nel successo dell’azione intrapresa. Battiamoci con forza
per l’unione di Belarus e Russia, per l’unità dei nostri popoli, per il
benessere e la prosperità comune.
Ce la faremo!

Traduzione dal russo
di Mauro Gemma