IL BREVE VOLO DI ANDREJ GRUBACIC
Gli intellettuali della sinistra "radicale" post-marxista alla Chomsky
si dimenano e danno segni di insofferenza.
Succede soprattutto nei Balcani, dove tante ben pagate teorizzazioni
sorosiane, tipo "societa' aperta", alla prova dei fatti - oggi che
tutti gli staterelli etnici sono protettorati stranieri gestiti da
leadership ultraliberiste - dimostrano di essere solo delle emerite,
inutili idiozie.
Lo abbiamo visto dapprima con Slavoj Zizek, che dopo avere
opportunisticamente navigato tra Lacan ed il cinema ha scritto un libro
ancora ambiguo, ma dal titolo eloquente: "Tredici volte Lenin".
Lo vediamo adesso pure con Andrej Grubacic, che attacca frontalmente -
finalmente! - il concetto di "societa' civile" ("civil society").
Dice di volerlo sostituire con qualcos'altro, tipo: "societa'
partecipativa" ("participatory society").
Grubacic spicca il volo: dopo averci ragionato un istante, arriva
persino ad invocare la "autogestione" ("self management").
A questo punto pero' si accorge di essersi spinto troppo in alto, e per
non rischiare di essere accusato di nutrire simpatie socialiste frena
bruscamente, e torna a volare piu' basso, con la "gestione
partecipativa":
"... participatory management, as I prefer to call it... we havent had,
in actual reality - in so called socialist Yugoslavia - real
self-management, but only a rhetorical reference to it... If I speak
about socialism and self management in Post Yugoslavia, people will
look at me like I am a supporter of Tito or a member of Milosevic's
"socialist" party... Being for socialism here means to people that you
are for oppression."
Capendo di avere rischiato troppo, ed alla ricerca disperata di una
teoria politica che neghi a tutti i costi l'esistenza della
contraddizione di classe (anatema!), Grubacic scende giu' in picchiata
con l'"Impero" e le "moltitudini".
Deve pero' subito riconoscere che nessuno puo' prendere sul serio
questi due concetti cosi' stupidi - tantomeno nei Balcani:
"... Hardt and Negri's book, which is very interesting... (leaves) most
of even the highly educated in a state of confusion. Reading a book
which is describing something called "Empire" which has supposedly
superceded nation states, in a country occupied by U.S. milltary forces
is, I suppose, a strange experience for most of the readers. But I
don't want to say that this book is not useful. I think it is of value
to Marxist intellectuals in a country where "Marxism" was an official
state ideology. For them, I suppose, it is challenging. But I doubt
that it will have any significant influence in this part of Europe...
'the multitude'. I am not sure anyone really knows what this means."
Avendo dunque completamente perso la spinta nelle ali, Grubacic termina
miseramente il suo volo, andando a schiantarsi sull'utopismo anarchico.
Leggere per credere:
http://www.zmag.org/content/print_article.cfm?itemID=4074
Civil Society Or Participatory Society
by Andrej Grubacic; August 21, 2003
(a cura di I. Slavo)
Gli intellettuali della sinistra "radicale" post-marxista alla Chomsky
si dimenano e danno segni di insofferenza.
Succede soprattutto nei Balcani, dove tante ben pagate teorizzazioni
sorosiane, tipo "societa' aperta", alla prova dei fatti - oggi che
tutti gli staterelli etnici sono protettorati stranieri gestiti da
leadership ultraliberiste - dimostrano di essere solo delle emerite,
inutili idiozie.
Lo abbiamo visto dapprima con Slavoj Zizek, che dopo avere
opportunisticamente navigato tra Lacan ed il cinema ha scritto un libro
ancora ambiguo, ma dal titolo eloquente: "Tredici volte Lenin".
Lo vediamo adesso pure con Andrej Grubacic, che attacca frontalmente -
finalmente! - il concetto di "societa' civile" ("civil society").
Dice di volerlo sostituire con qualcos'altro, tipo: "societa'
partecipativa" ("participatory society").
Grubacic spicca il volo: dopo averci ragionato un istante, arriva
persino ad invocare la "autogestione" ("self management").
A questo punto pero' si accorge di essersi spinto troppo in alto, e per
non rischiare di essere accusato di nutrire simpatie socialiste frena
bruscamente, e torna a volare piu' basso, con la "gestione
partecipativa":
"... participatory management, as I prefer to call it... we havent had,
in actual reality - in so called socialist Yugoslavia - real
self-management, but only a rhetorical reference to it... If I speak
about socialism and self management in Post Yugoslavia, people will
look at me like I am a supporter of Tito or a member of Milosevic's
"socialist" party... Being for socialism here means to people that you
are for oppression."
Capendo di avere rischiato troppo, ed alla ricerca disperata di una
teoria politica che neghi a tutti i costi l'esistenza della
contraddizione di classe (anatema!), Grubacic scende giu' in picchiata
con l'"Impero" e le "moltitudini".
Deve pero' subito riconoscere che nessuno puo' prendere sul serio
questi due concetti cosi' stupidi - tantomeno nei Balcani:
"... Hardt and Negri's book, which is very interesting... (leaves) most
of even the highly educated in a state of confusion. Reading a book
which is describing something called "Empire" which has supposedly
superceded nation states, in a country occupied by U.S. milltary forces
is, I suppose, a strange experience for most of the readers. But I
don't want to say that this book is not useful. I think it is of value
to Marxist intellectuals in a country where "Marxism" was an official
state ideology. For them, I suppose, it is challenging. But I doubt
that it will have any significant influence in this part of Europe...
'the multitude'. I am not sure anyone really knows what this means."
Avendo dunque completamente perso la spinta nelle ali, Grubacic termina
miseramente il suo volo, andando a schiantarsi sull'utopismo anarchico.
Leggere per credere:
http://www.zmag.org/content/print_article.cfm?itemID=4074
Civil Society Or Participatory Society
by Andrej Grubacic; August 21, 2003
(a cura di I. Slavo)