0) L'adesione del CNJ alla manifestazione dell'8/11 a Roma
1) Appello per la manifestazione nazionale dell'8 novembre
2) Aggiornamento adesioni
3) Alcune iniziative di preparazione
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0)
Ai promotori della manifestazione dell'8 Novembre 2003:
VITA, TERRA, LIBERTA' PER IL POPOLO PALESTINESE
E TUTTI I POPOLI DEL MEDIORIENTE
Cari amici, cari compagni,
Il Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia aderisce
alla manifestazione da voi indetta ed invita tutti gli
internazionalisti, gli antimperialisti e gli amici sinceri della pace e
della vera autodeterminazione dei popoli ad unirsi a noi in questa
occasione.
Le ragioni della nostra adesione
In Palestina, la costruzione di un enorme muro divisorio a spaccare in
due la terra dei palestinesi rappresenta un ennesimo colpo contro quel
popolo gia' vittima di decenni di violenza e di ingiustizie.
La costruzione di un muro cosi' imponente simboleggia pero' anche la
perfetta ipocrisia delle potenze occidentali e di tutti i loro
"suonatori di piffero". E' oramai evidente agli occhi di chiunque che
in occasione dell'abbattimento del Muro di Berlino ci avevano
raccontato solo favole sull'"era di pace" che si sarebbe dovuta aprire.
E' proprio da allora, infatti, che i muri si sono moltiplicati, insieme
agli scenari internazionali di crisi, e questi ultimi si sono
trasformati rapidamente in guerre di aggressione da parte occidentale.
Dal Medioriente la destabilizzazione si allarga oggi in Asia, mirando
verso la Cina. Ma la violenza imperialista non ha risparmiato nemmeno
il cuore dell'Europa. In Europa, per adesso, sono gli jugoslavi a dover
pagare il prezzo piu' caro di una ristrutturazione geopolitica decisa
contro di loro ed a loro insaputa. A partire dal riconoscimento
diplomatico delle Repubbliche secessioniste (1991) l'Occidente ha fatto
il "doppio gioco" con la Jugoslavia, proclamandosi pompiere mentre
gettava benzina. Un "doppio gioco" che ha causato indicibili tragedie
umane, ridisegnando i Balcani secondo protettorati coloniali come ai
tempi dell'occupazione nazifascista, trasformandone i territori in
servitu' militari occidentali e bacini di sfruttamento delle risorse e
della forza-lavoro, devastando le basi della convivenza civile e della
cultura comune di quelle genti.
Nel 1999 si raggiunse l'apice dell'accanimento occidentale con una
aggressione cui l'Italia prese parte direttamente, e che fu condotta
con mezzi impari e con modalita' da vigliacchi: proprio come le
aggressioni contro l'Afghanistan e contro l'Iraq. Hanno bombardato
infrastrutture ed obiettivi civili, con armi illegali, allo scopo
preciso di causare conseguenze ecologiche e sanitarie irreparabili.
Hanno bombardato le fabbriche, incuranti degli operai che le
presidiavano. Hanno ridotto la popolazione in condizioni misere.
Oggi i cittadini della Serbia non hanno piu' uno Stato (la Repubblica
Federale di Jugoslavia e' stata sciolta per decreto), ne' un
presidente, ne' un governo: l'ultimo governo-fantoccio e' entrato in
crisi, dopo avere interrotto ogni sforzo di ricostruzione e avere messo
in svendita tutte le ricchezze del paese, preso tra mille scandali ed
episodi di corruzione e violenza. Nel Kosovo-Metohija occupato dalle
"nostre" truppe regna da quattro anni un regime del terrore: i
"desaparecidos" sono migliaia, gli attentati a sfondo razzista
continuano, fioriscono solo i traffici di droga, armi e prostituzione.
Le grandissime risorse della provincia, specialmente minerarie, sono
state subito espropriate allo Stato jugoslavo, e la produzione di ogni
tipo e' stata bloccata. Le poche possibilita' di lavoro "onesto" per i
giovani kosovaro-albanesi vengono dalle truppe straniere di
occupazione: ad esempio nell'immensa base militare USA di Camp
Bondsteel, presso Urosevac, il piu' grande insediamento militare USA
all'estero dai tempi del Vietnam.
Come in Jugoslavia, anche in Iraq la promessa di "dare alla
popolazione locale un governo democratico" si e' subito rivelata come
una ignobile truffa: l'Occidente ha portato distruzione, truppe ed
insediamenti militari, disoccupazione e miseria. L'occupazione militare
portera' solo nuovi confini a dividere le genti, portera' divisione ed
odio "etnico", e regimi coloniali repressivi. Come in Jugoslavia, anche
in Iraq l'Occidente sottrae le risorse, ruba le materie prime ai loro
legittimi detentori, si accanisce per gestire il petrolio ed il gas
naturale e per controllare tutte le rotte per il loro transito.
E' importante ricordare la sequenza logica e cronologica con cui queste
"crisi" internazionali si succedono, perche' tutte sono collegate fra
loro e tutte derivano dalla stessa fonte: cioe' la prepotenza cieca
dell'imperialismo occidentale nella fase della espansione del capitale
monopolistico - anche detta "globalizzazione".
E' importante ricordare che, di queste crisi, quella jugoslava e' a noi
la piu' vicina. Essa non e' finita: viceversa va riacutizzandosi,
proprio mentre a migliaia sono i soldati italiani su quei territori.
E' dunque importante legare insieme le campagne di solidarieta'
internazionalista, perche' l'imperialismo strappa a tutti i popoli le
prerogative di indipendenza e di autonomia in nome di
"autodeterminazioni" false e bugiarde; distrugge Stati e sottomette
governi legittimi in nome di una "democrazia" che si misura in
petrodollari; costruisce nuove barriere sociali, inediti confini
"etnici", e ciclopiche mura di cemento armato, sempre e solamente in
nome della "Pace".
CONTRO I MURI ED I CONFINI COSTRUITI DALL'IMPERIALISMO
CONTRO IL NEOCOLONIALISMO DI USA ED UE
PER IL RITIRO IMMEDIATO DEI SOLDATI ITALIANI
DA TUTTE LE MISSIONI ALL'ESTERO
PER LA PACE E LA SOLIDARIETA' FRA TUTTI I POPOLI
Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia
Ottobre 2003
Per contatti con il CNJ:
jugocoord@...
Comitato promotore della manifestazione:
stopthewall@...
---
Data: Sat, 25 Oct 2003 12:21:48 +0200
Da: "Assemblea Nazionale Anticapitalista"
Oggetto: 8 novembre: per la Palestina e per l'Iraq
1) Appello per la manifestazione nazonale dell'8 novembre
2) Aggiornamento adesioni
3) Alcune iniziative di preparazione
Aggiornamenti sui siti: www.forumpalestina.org e www.arcipelago.org
1) L'appello:
STOP THE WALL, STOP THE WAR
VITA, TERRA, LIBERTA' PER IL POPOLO PALESTINESE E TUTTI I POPOLI DEL
MEDIORIENTE
Il 9 novembre del 1989 cadeva il muro di Berlino. Nel novembre del
2003 un altro muro sta sorgendo in Palestina, nei territori occupati
nel 1967, ad opera del governo israeliano di Ariel Sharon. Il muro
dell'apartheid si prospetta come il più grande furto di terre dal 1967
in poi tanto che, una volta completato, avrà una lunghezza di 650
chilometri e permetterà ad Israele di controllare definitivamente più
della metà della Cisgiordania rendendo così impossibile qualsiasi
soluzione negoziata del conflitto israelo-palestinese.
Questa costruzione - chiamata con eufemismo «barriera di sicurezza»-
non segue infatti il confine tra Israele e la Cisgiordania occupata ma
penetra all'interno della West Bank per oltre 20 chilometri connettendo
tra di loro e con Israele la stragrande maggioranza delle colonie
ebraiche (illegali per la Convenzione di Ginevra e la comunità
internazionale) che sarebbero così annesse definitivamente allo stato
ebraico con una buona metà delle terre palestinesi della Cisgiordania,
e con la gran parte delle fonti idriche della regione. Un altro muro è
previsto nella valle del Giordano, scorrendo a 20-30 chilometri
all'interno della Cisgiordania occupata, con l'obiettivo di tagliare
fuori i palestinesi da terre fertili, risorse idriche e da ogni sbocco
verso la Giordania. In tal modo, con questo secondo muro, verranno
definitivamente annesse ad Israele sia la valle del Giordano che il
«deserto della Giudea».
La vita dentro il muro, in particolare nel nord-ovest della
Cisgiordania sarà impossibile: il popolo palestinese, imprigionato
dentro vere e proprie "riserve" circondati da muri e con una sola porta
di entrata e di uscita per ogni città e villaggio perderà la
possibilità di coltivare le sue terre rimaste al di fuori del muro, le
risorse d'acqua e quindi i suoi mezzi di sostentamento oltre alla
possibilità di recarsi a scuola o negli ospedali del centri maggiori. I
primi 150 chilometri del muro sono già completi oltre il 10% dei
palestinesi della Cisgiordania, in particolare quelli delle comunità
più vicine al confine con Israele, Qalqiliya, Tulkarem etc, sono già
imprigionati dentro il muro come avveniva nei ghetti ebraici delle
nostre città nei tempi più bui della storia europea.
Secondo l'organismo israeliano per i diritti umani Betzelem circa
80.000 palestinesi perderanno ogni forma di sostentamento dal momento
che le loro terre sono rimaste al di là del muro. Questi terreni nella
parte nord-occidentale della West Bank (Jenin, Tulkarem, Khaliliya)
costituiscono il 40% delle terre coltivabili della Cisgiordania e sono
tra le più produttive con una resa doppia rispetto a quelle delle altre
regioni.
In questa zona, già investita dal muro, ci sono inoltre i 2/3 delle
sorgenti della West Bank e ben 28 pozzi si trovano ormai al di là della
muraglia, verso Israele.
Ancora più tragica la sorte di quei palestinesi, circa 30.000, che
abitano 13 villaggi che si sono trovati ad ovest del muro tra il
confine con Israele e la grande muraglia, impossibilitati ad andare
nello stato ebraico, impossibilitati a recarsi nel resto della
Cisgiordania e persino nelle città più vicine alle quali facevano
riferimento per gran parte delle loro esigenze lavorative, di studio,
familiari e per accedere ad ogni servizio di base. Impossibilitati a
raggiungere i campi da cui traggono il loro sostentamento.
La costruzione di alcune «porte» di passaggio, dal momento che la loro
apertura è decisa dall'umore dei soldati israeliani, si è rivelata una
tragica beffa. In tal modo non solo verrà annesso ad Israele circa il
60% della Cisgiordania ma, rendendo loro la vita impossibile,
privandoli dei loro mezzi di sussistenza e di ogni prospettiva di
studio, di lavoro e di movimento verrà realizzata una vera e propria
pulizia etnica ai danni di un numero di palestinesi compreso tra i
90.000 e i 200.000.
Una volta che il muro sarà stato costruito i palestinesi saranno
rinchiusi in tre grandi «riserve» (una sorta di salsiccia da Jenin a
Ramallah, un'altra da Betlemme a Hebron e una terza attorno a Gerico)
separate le une dalle altre, e da ogni sbocco esterno, su una
superficie pari all'incirca al 40% della Cisgiordania (il 9% della
Palestina mandataria).
In tal modo emerge chiaramente come l?obiettivo del muro sia non certo
la «sicurezza» di Israele, raggiungibile solamente con una giusta pace
tra i due popoli, ma l'annessione allo stato ebraico della "maggior
parte delle terre con il minimo di arabi" che invece verranno
concentrati all'interno delle città e dei villaggi privi ormai di ogni
retroterra.
Uno stato palestinese libero e indipendente diventerà quindi
impossibile dal momento che le condizioni minime perché possa
costituirsi sono: il ritiro di Israele, colonie, coloni e soldati, alle
frontiere del 1967, una continuità territoriale all'interno
dell'entità palestinese e un suo sbocco verso l'esterno, la Giordania e
l'Egitto, oltre naturalmente al riconoscimento del diritto al ritorno
dei profughi - la cui attuazione andrà poi negoziata. Eppure di fronte
a questo vero e proprio tentativo di distruzione dell'esistenza del
popolo palestinese come una legittima entità sociale, politica ed
economica attraverso la distruzione della sfera pubblica e privata
degli abitanti della West Bank e di Gaza, le reazioni internazionali e
nazionali sono praticamente inesistenti.
Per questa ragione un vasto arco di forze politiche e sociali del
nostro paese, raccogliendo l'invito proveniente dalla Palestina per una
mobilitazione internazionale, ha proposto una manifestazione nazionale
a Roma il prossimo otto novembre contro il muro dell'apartheid, contro
l'occupazione israeliana della West Bank e di Gaza e a sostegno del
diritto inalienabile del popolo palestinese alla vita, alla terra, alla
libertà.
Una manifestazione dall'alto profilo che chieda al governo,
all'opposizione, all'opinione pubblica, alle forze politiche e
sindacali, alle singole persone impegnate per il raggiungimento di una
pace giusta in Medioriente di pronunciarsi chiaramente contro il muro
della vergogna e l'occupazione israeliana e di adottare concrete misure
di pressione su Israele - come il congelamento, sulla base della
clausola sui diritti umani, del trattato di associazione di Tel Aviv
all'Unione Europea.
Una mobilitazione, il più vasta possibile, punto di arrivo ma anche
punto di partenza perché l'Italia dica No al muro della vergogna, No
all'occupazione, No alla prigionia del legittimo presidente palestinese
Yasser Arafat, di Marwan Barghouti e di tutti i prigionieri politici
palestinesi nelle carceri israeliane e in quella di Gerico.
Un No che, nel solco delle grandi mobilitazioni per la pace dello
scorso anno, rifiuti la teoria e la pratica della «guerra preventiva» e
la follia della «guerra permanente» di Bush e Sharon contro gli stati e
i popoli del Medioriente - dall'Iraq, alla Siria, al Libano, all'Iran -
e la partecipazione italiana a tali avventure coloniali tese a
disgregare, «balcanizzare» e dominare la regione mediorientale.
Una manifestazione che invece chieda una soluzione negoziata del
conflitto israelo-palestinese, che riaffermi la necessità del rispetto
della Convenzione di Ginevra sulla protezione delle popolazioni dei
territori occupati (in Palestina come in Iraq), del rispetto e
dell?attuazione delle risoluzioni dell'Onu sulla questione palestinese
-181 (divisione della Palestina in due stati), 242 (ritiro da tutti i
territori occupati), 194 (diritto al ritorno dei profughi palestinesi)
- e dei diritti umani e nazionali del popolo palestinese e di tutti i
popoli del Medioriente.
No al muro dell'apartheid in Palestina
No all'occupazione israeliana della West Bank, di Gaza e delle alture
del Golan
No alla guerra permanente di Bush e Sharon contro gli stati e i popoli
del Medioriente
No alla partecipazione italiana all'occupazione Usa dell'Iraq
Si al ritiro israeliano alle frontiere del 1967 e alla nascita dello
stato palestinese
Si al rispetto delle risoluzioni dell'Onu e della Convenzione di Ginevra
Si alla liberazione di Yasser Arafat, Marwan Barghouti e di tutti i
prigionieri politici palestinesi
Si ad un Medioriente di pace senza armi di distruzione di massa
Si al ritiro del contingente italiano dall'Iraq
Il Comitato promotore della manifestazione dell’otto novembre a Roma
PER ADERIRE ALLA MANIFESTAZIONE: stopthewall@...
2) Le adesioni:
FORUM PALESTINA; Comitato per non dimenticare Sabra e Chatila; Comitato
di Solidarietà con l'Intifada; Comunità Palestinese di Roma e del
Lazio; Associazione Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese in Italia;
Mauro BULGARELLI (Deputato dei Verdi); Maurizio MUSOLINO (giornalista
de La Rinascita - PdCI); Letizia MANCUSI (CPN del PRC); Bruno STERI
(Dip. Esteri del PRC); Partito dei Comunisti Italiani; Confederazione
COBAS; Associazione SOCIALISMO 2000; Alberto BURGIO (Dip.to Giustizia
PRC); Vauro SENESI (giornalista del Manifesto); Luciano PETTINARI
(Deputato DS); Joseph HALEVI (Docente Università di Sidney);
Associazione Al Awda - Emergenza Palestina; Comitato contro la guerra
Roma sud; CUB Scuola - Federazione romana; Associazione JENIN (Roma);
Adriana SPERA (Consigliera comunale PRC - Roma); Federazione delle
RAPPRESENTANZE DI BASE; i VERDI; ASSOCIAZIONE PROGETTO COMUNISTA
(Sinistra del PRC); Giovanni BARBAGLI, Capogruppo PRC in Cons° Region.
Toscano; Claudio BICCHIELLI, Segreteria region. toscana PRC, Capogruppo
PRC in Comune di Empoli; Alessandro LEONI, CPN del PRC, Segreteria
federale fiorentina PRC; Tiberio TANZINI, Presidente Consiglio Comunale
di Empoli; Mauro LENZI, consigliere provinciale PRC Siena; Stefano
CRISTIANO, Assessore comunale a Pistoia, CPN del PRC; Roberto
CAPPELLINI, Segretario federazione PRC di Pistoia; Marta BILLO,
capogruppo PRC in Consiglio comunale Sesto Fiorentino ( Fi. ); Sergio
BOVICELLI, assessore PRC in Provincia di Grosseto; Luciano GIANNONI,
capogruppo PRC in Consiglio provinciale di Livorno; Letizia LINDI,
Coordinamento nazionale Giovani Comunisti; Rosalia BILLERO, capogruppo
PRC in Consiglio comunale di Pistoia; Ugo BAZZANI, Collegio di Garanzia
federaz. PRC di Pistoia; Maurizio BROTINI, Direttivo CGIL di Empoli;
Adriana MINIATI, Direttivo CdL°m di Firenze CGIL; Luca ROVAI, assessore
PRC al comune di Montelupo Fiorentino; Antonino MOSCATO Comitato
Antimperialista Antifascista fiorentino "Spartaco Lavagnini"; Gualtiero
ALUNNI (Assessore PRC Municipio 8 - Roma); Associazione Sardegna -
Palestina; Gruppo Palestina del Forum Sociale di Modena; Comunità
Palestinese Toscana; Circolo ARCI Agorà (Pisa); Fulvio GRIMALDI
(giornalista); I Verdi di Ravenna; Associazione I Fenicotteri
(Viareggio); la redazione di Tombo (Viareggio); Veneto controguerra
(ANSWER Italia); Associazione BKP (Roma); Circolo Italia - Cuba Valle
del Tevere; Associazione "La goccia e la pietra" di Fara Sabina
(Rieti); Associazione Italia - Nicaragua; 100 idee per la pace (Siena);
Democrazia Popolare; Sandro CANGEMI (giornalista - Torino); Nora
GUERALLA (poetessa - Villafranca, TO); la redazione di Nuova Unità;
Angelo MARZOLLO (docente Università di Udine e consulente UNESCO); CSA
Asilo Politico (Salerno); Unione Generale Ingegneri e Architetti
Palestinesi - sezione Italia; Collettivo Aula C Scienze Politiche
(Bologna); Michela CHIMETTO (Segreteria DS di Vicenza); Collettivo di
Lingue e Filosofia della Sapienza (Roma); Network per i Diritti Globali
(Barletta); Coordinamento di lotta per la Palestina (Milano); Franco
FUSELLI (PRC Genova); Marina CRISCUOLI - Comunità di S. Benedetto al
Porto (Genova); Assemblea Nazionale Anticapitalista; Collettivo di
Scienze Università La Sapienza (Roma); Ramon PARRAL (poeta); Servizio
Civile Internazionale; Centro di Solidarietà Internazionalista Alta
Maremma; Circolo Pink (Verona); Mirella CANINI VENTURINI (Cons. Com.
Verdi Alternativi S. Arcangelo di Romagna - RN); Serena ANTONELLI
(Roma); Comitato Antimperialista Antifascista (Prato); Comitato
"Spartaco Lavagnini" (Firenze); Ass. Progetto Comunista - Collettivo di
Rieti; Filippo BIANCHETTI (Varese); Andrea GENOVALI - associazione
PUNTO CRITICO; Giorgio STERN - Salaam Ragazzi dell'Ulivo (Trieste) -
Unione Comunale dei DS (Vicenza); Associazione Benefica di Solidarietà
con il Popolo Palestinese (ABSPP); CSA Vittoria (Milano); CSOA Ex
carcere (Palermo); Coordinamento Palestina (Palermo); Mario GALASSO
(Progetto Città - Cantiere sociale); Franco FERIOLI - Chango ONLUS
(Ferrara); Circolo PRC "A. Tognetti" (Pisa); Osservatorio Permanente
sulle Carceri; Paola FERRONI - Aiutiamo la Jugoslavia; Gianluca CERRINA
FERONI (portavoce "Insieme a Sinistra"); Angelo GRACCI (medaglia
d'argento della "Resistenza", ANPI Fi.); Nino FROSINI (consigliere
regionale PdCI); Vanna GIAMMARTINI (Direttivo CdL°m CGIL Fi); Claudia
ROSATI, Segretaria Circolo PRC "Lenin" di Fi.; Alessandro PALLASSINI
(Comit° Diret° Region. PRC Toscana); Gino BENVENUTI (Capogruppo PRC
Provincia Prato); Bernardo FALLANI (Direttivo CdL°m CGIL Fi.);
Quintilio CHERUBINI (Vicepresid. Cons° comunale Campi B°, DS ); Maria
L. MANCINI (delegata sindacale S.In.Cobas comune Campi B°); Andrea
MONTAGNI (Segreteria CdL°m CGIL Fi.); Avv. Desi Bruno - Associazione
Giuristi Democratici; Fabio MARCELLI - Coord. Naz. Giuristi
Democratici; Comitato Palestina (Firenze); Fausto SORINI (Dir. Naz.
PRC); Fabio ALBERTI - Un ponte per...; Centro Popolare Autogestito
(Firenze) - Luca FONTANA (Segretario Circolo PRC "Che Guevara" - Roma);
Mauro GEMMA (Direttivo Camera del Lavoro di Torino); Circolo
Bolivariano (Roma); Vito BISCEGLIE (Resp.le Comm.ne Internazionale PRC
di Torino); SALAAM - Ragazzi dell'Ulivo (Vicenza); Associazione
Cagliari mon amour; Antonio DELLA CORTE - Circolo di Velletri Ass.ne
Italia - Cuba; Cesare MANGIANTI (Presidente Consiglio Comunale di
Rimini); Network Antagonista Piemontese; Centro Sociale Askatasuna
(Torino); Centro Sociale Murazzi (Torino); Massimo MARCORI - Segretario
Circolo PRC Bassa Valle Susa Avigliana; Campo Antimperialista; Adriana
BERNARDESCHI (Milano); Giorgio RIBOLDI - SLAI Cobas RSU Regione
Lombardia; Ascanio BERNARDESCHI - Consigliere Provinciale PRC (Pisa);
Mariella MEGNA - Cobas Regione Lombardia; SLAI Cobas (Cremona);
Corrispondenze Metropolitane (Roma); Associazione Giusti Consumi
(Volterra); Laboratorio Sociale Autogestito 100celle - Roma; Enzo
CERRETINI - Presidente Comitato ARCI di Pisa; Redazione de Il
Grandevetro (Pisa) - L.U.P.O. di Osimo; Network Antagonista
Palermitano; Centro Sociale Coska (Palermo); Imola Social Forum;
Associazione interculturale di donne "Trama di terre" (Imola); Antonio
MAZZEO - redazione di Terrelibere.it; Dario GIULIANI - CGIL (Milano);
Gruppo Consiliare Alternativa per Volterra - Ugo RICOTTI, Alessandro
TOGOLI, Massimiliano CASALINI; Manola GUAZZINI - Assessore Politiche
Sociali Provincia di Pisa; Circolo PRC "Guido Puletti" (Roma);
Valentina STERI - Assessore PRC Municipio XVI (Roma) - Massimiliano
ORTU - Capogruppo PRC Municipio XVI (Roma) - Antonio MAIELLI e Serena
BACCI (Volterra) - Circolo PRC "Guido D'Angelo" (Roma); Circolo PRC
Fonte Ostiense (Roma); Tina COSTA - Direzione PRC di Roma; Franco
PALLONE - Consigliere PRC Municipio VIII (Roma); Unione delle Comunità
Islamiche in Italia (UCOII); Mauro TESAURO - Assessore Politiche
Ambientali Comune di Modena; Tavolo Paese Palestina di Modena;
Giampaolo SILVESTRI - Responsabile nazionale Diritti Civili dei Verdi;
Agostino GIANELLI - Consigliere Provinciale PRC di Genova; Corrado
PERNA - Datanews (Roma); Associazione Walter Rossi (Roma); Società
archeologica ARCHEODOMANI; Gianni LUCINI - giornalista di Liberazione;
Casa per la Pace (Trento); Franco ZAVATTI - Segretario SPI CGIL di
Modena; Associazione Il Filo Rosso (Firenze); Nicoletta DOSIO (Torino);
Circolo PRC di Bussoleno (Torino); Massimo CAPORUSSO - Capogruppo PRC
Consiglio Comunale di Barletta (Bari); Pasquale Ranghelli ed il circolo
«Il Pane e le Rose» - Casalpalocco (Roma); Maurizio PROIETTO -
Direttivo Regionale CGIL Piemonte; Beatrice GIAVAZZI - Collegio
Nazionale di Garanzia del PRC; Aldo BERNARDINI - Docente di Diritto
Internazionale Università di Teramo; Avv. Antonio FABI - Urbino;
Legambiente di Pisa; Unione Inquilini (Pisa); Virgilio BARACHINI -
Direzione Provinciale PRC di Pisa; Associazione "Chicco di senape"
(Pisa); Legambiente di Chianciano; Forum Sociale della Valdichiana
Senese; Comprendre et Agir Contre la Guerre (Marsiglia); Irene NESI e
Fabio BERNARDINI (Volterra); Umbria contro la guerra; Marco SCHETTINI -
Delegato CGIL FP Roma est; Nuclei Anarchici Pacifisti; Giovani Verdi
(Roma); Associazione AMAL Bambini per la Pace (Milano).
3) Alcune iniziative a Roma:
ROMPIAMO IL MURO DEL SILENZIO!
MERCOLEDI' 29 OTTOBRE - ORE 16.00
ASSEMBLEA ALL'UNIVERSITA' "LA SAPIENZA"
AULA II FACOLTA' DI LETTERE
Intervengono:
Maren - Campagna Internazionale Stopthewall
Stefano Chiarini - il manifesto
Mauro Bulgarelli - deputato dei Verdi
Bassam Saleh - Presidente della Comunità Palestinese di Roma
Germano Monti - Forum Palestina
IL MURO CI STA SULLO STOMACO...
ROMA - VENERDI' 31 OTTOBRE - ore 20.30
c/o il Circolo PRC "Guido D'Angelo"
Via Baldassarre Orero, 59 (Casal Bertone)
IN SOTTOSCRIZIONE PER LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DELL'8 NOVEMBRE
MERCOLEDI' 5 NOVEMBRE alle ore 19
ASSEMBLEA A CENTOCELLE:
Organizza: il Comitato contro la Guerra - Roma Sud*
1) Appello per la manifestazione nazionale dell'8 novembre
2) Aggiornamento adesioni
3) Alcune iniziative di preparazione
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Ai promotori della manifestazione dell'8 Novembre 2003:
VITA, TERRA, LIBERTA' PER IL POPOLO PALESTINESE
E TUTTI I POPOLI DEL MEDIORIENTE
Cari amici, cari compagni,
Il Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia aderisce
alla manifestazione da voi indetta ed invita tutti gli
internazionalisti, gli antimperialisti e gli amici sinceri della pace e
della vera autodeterminazione dei popoli ad unirsi a noi in questa
occasione.
Le ragioni della nostra adesione
In Palestina, la costruzione di un enorme muro divisorio a spaccare in
due la terra dei palestinesi rappresenta un ennesimo colpo contro quel
popolo gia' vittima di decenni di violenza e di ingiustizie.
La costruzione di un muro cosi' imponente simboleggia pero' anche la
perfetta ipocrisia delle potenze occidentali e di tutti i loro
"suonatori di piffero". E' oramai evidente agli occhi di chiunque che
in occasione dell'abbattimento del Muro di Berlino ci avevano
raccontato solo favole sull'"era di pace" che si sarebbe dovuta aprire.
E' proprio da allora, infatti, che i muri si sono moltiplicati, insieme
agli scenari internazionali di crisi, e questi ultimi si sono
trasformati rapidamente in guerre di aggressione da parte occidentale.
Dal Medioriente la destabilizzazione si allarga oggi in Asia, mirando
verso la Cina. Ma la violenza imperialista non ha risparmiato nemmeno
il cuore dell'Europa. In Europa, per adesso, sono gli jugoslavi a dover
pagare il prezzo piu' caro di una ristrutturazione geopolitica decisa
contro di loro ed a loro insaputa. A partire dal riconoscimento
diplomatico delle Repubbliche secessioniste (1991) l'Occidente ha fatto
il "doppio gioco" con la Jugoslavia, proclamandosi pompiere mentre
gettava benzina. Un "doppio gioco" che ha causato indicibili tragedie
umane, ridisegnando i Balcani secondo protettorati coloniali come ai
tempi dell'occupazione nazifascista, trasformandone i territori in
servitu' militari occidentali e bacini di sfruttamento delle risorse e
della forza-lavoro, devastando le basi della convivenza civile e della
cultura comune di quelle genti.
Nel 1999 si raggiunse l'apice dell'accanimento occidentale con una
aggressione cui l'Italia prese parte direttamente, e che fu condotta
con mezzi impari e con modalita' da vigliacchi: proprio come le
aggressioni contro l'Afghanistan e contro l'Iraq. Hanno bombardato
infrastrutture ed obiettivi civili, con armi illegali, allo scopo
preciso di causare conseguenze ecologiche e sanitarie irreparabili.
Hanno bombardato le fabbriche, incuranti degli operai che le
presidiavano. Hanno ridotto la popolazione in condizioni misere.
Oggi i cittadini della Serbia non hanno piu' uno Stato (la Repubblica
Federale di Jugoslavia e' stata sciolta per decreto), ne' un
presidente, ne' un governo: l'ultimo governo-fantoccio e' entrato in
crisi, dopo avere interrotto ogni sforzo di ricostruzione e avere messo
in svendita tutte le ricchezze del paese, preso tra mille scandali ed
episodi di corruzione e violenza. Nel Kosovo-Metohija occupato dalle
"nostre" truppe regna da quattro anni un regime del terrore: i
"desaparecidos" sono migliaia, gli attentati a sfondo razzista
continuano, fioriscono solo i traffici di droga, armi e prostituzione.
Le grandissime risorse della provincia, specialmente minerarie, sono
state subito espropriate allo Stato jugoslavo, e la produzione di ogni
tipo e' stata bloccata. Le poche possibilita' di lavoro "onesto" per i
giovani kosovaro-albanesi vengono dalle truppe straniere di
occupazione: ad esempio nell'immensa base militare USA di Camp
Bondsteel, presso Urosevac, il piu' grande insediamento militare USA
all'estero dai tempi del Vietnam.
Come in Jugoslavia, anche in Iraq la promessa di "dare alla
popolazione locale un governo democratico" si e' subito rivelata come
una ignobile truffa: l'Occidente ha portato distruzione, truppe ed
insediamenti militari, disoccupazione e miseria. L'occupazione militare
portera' solo nuovi confini a dividere le genti, portera' divisione ed
odio "etnico", e regimi coloniali repressivi. Come in Jugoslavia, anche
in Iraq l'Occidente sottrae le risorse, ruba le materie prime ai loro
legittimi detentori, si accanisce per gestire il petrolio ed il gas
naturale e per controllare tutte le rotte per il loro transito.
E' importante ricordare la sequenza logica e cronologica con cui queste
"crisi" internazionali si succedono, perche' tutte sono collegate fra
loro e tutte derivano dalla stessa fonte: cioe' la prepotenza cieca
dell'imperialismo occidentale nella fase della espansione del capitale
monopolistico - anche detta "globalizzazione".
E' importante ricordare che, di queste crisi, quella jugoslava e' a noi
la piu' vicina. Essa non e' finita: viceversa va riacutizzandosi,
proprio mentre a migliaia sono i soldati italiani su quei territori.
E' dunque importante legare insieme le campagne di solidarieta'
internazionalista, perche' l'imperialismo strappa a tutti i popoli le
prerogative di indipendenza e di autonomia in nome di
"autodeterminazioni" false e bugiarde; distrugge Stati e sottomette
governi legittimi in nome di una "democrazia" che si misura in
petrodollari; costruisce nuove barriere sociali, inediti confini
"etnici", e ciclopiche mura di cemento armato, sempre e solamente in
nome della "Pace".
CONTRO I MURI ED I CONFINI COSTRUITI DALL'IMPERIALISMO
CONTRO IL NEOCOLONIALISMO DI USA ED UE
PER IL RITIRO IMMEDIATO DEI SOLDATI ITALIANI
DA TUTTE LE MISSIONI ALL'ESTERO
PER LA PACE E LA SOLIDARIETA' FRA TUTTI I POPOLI
Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia
Ottobre 2003
Per contatti con il CNJ:
jugocoord@...
Comitato promotore della manifestazione:
stopthewall@...
---
Data: Sat, 25 Oct 2003 12:21:48 +0200
Da: "Assemblea Nazionale Anticapitalista"
Oggetto: 8 novembre: per la Palestina e per l'Iraq
1) Appello per la manifestazione nazonale dell'8 novembre
2) Aggiornamento adesioni
3) Alcune iniziative di preparazione
Aggiornamenti sui siti: www.forumpalestina.org e www.arcipelago.org
1) L'appello:
STOP THE WALL, STOP THE WAR
VITA, TERRA, LIBERTA' PER IL POPOLO PALESTINESE E TUTTI I POPOLI DEL
MEDIORIENTE
Il 9 novembre del 1989 cadeva il muro di Berlino. Nel novembre del
2003 un altro muro sta sorgendo in Palestina, nei territori occupati
nel 1967, ad opera del governo israeliano di Ariel Sharon. Il muro
dell'apartheid si prospetta come il più grande furto di terre dal 1967
in poi tanto che, una volta completato, avrà una lunghezza di 650
chilometri e permetterà ad Israele di controllare definitivamente più
della metà della Cisgiordania rendendo così impossibile qualsiasi
soluzione negoziata del conflitto israelo-palestinese.
Questa costruzione - chiamata con eufemismo «barriera di sicurezza»-
non segue infatti il confine tra Israele e la Cisgiordania occupata ma
penetra all'interno della West Bank per oltre 20 chilometri connettendo
tra di loro e con Israele la stragrande maggioranza delle colonie
ebraiche (illegali per la Convenzione di Ginevra e la comunità
internazionale) che sarebbero così annesse definitivamente allo stato
ebraico con una buona metà delle terre palestinesi della Cisgiordania,
e con la gran parte delle fonti idriche della regione. Un altro muro è
previsto nella valle del Giordano, scorrendo a 20-30 chilometri
all'interno della Cisgiordania occupata, con l'obiettivo di tagliare
fuori i palestinesi da terre fertili, risorse idriche e da ogni sbocco
verso la Giordania. In tal modo, con questo secondo muro, verranno
definitivamente annesse ad Israele sia la valle del Giordano che il
«deserto della Giudea».
La vita dentro il muro, in particolare nel nord-ovest della
Cisgiordania sarà impossibile: il popolo palestinese, imprigionato
dentro vere e proprie "riserve" circondati da muri e con una sola porta
di entrata e di uscita per ogni città e villaggio perderà la
possibilità di coltivare le sue terre rimaste al di fuori del muro, le
risorse d'acqua e quindi i suoi mezzi di sostentamento oltre alla
possibilità di recarsi a scuola o negli ospedali del centri maggiori. I
primi 150 chilometri del muro sono già completi oltre il 10% dei
palestinesi della Cisgiordania, in particolare quelli delle comunità
più vicine al confine con Israele, Qalqiliya, Tulkarem etc, sono già
imprigionati dentro il muro come avveniva nei ghetti ebraici delle
nostre città nei tempi più bui della storia europea.
Secondo l'organismo israeliano per i diritti umani Betzelem circa
80.000 palestinesi perderanno ogni forma di sostentamento dal momento
che le loro terre sono rimaste al di là del muro. Questi terreni nella
parte nord-occidentale della West Bank (Jenin, Tulkarem, Khaliliya)
costituiscono il 40% delle terre coltivabili della Cisgiordania e sono
tra le più produttive con una resa doppia rispetto a quelle delle altre
regioni.
In questa zona, già investita dal muro, ci sono inoltre i 2/3 delle
sorgenti della West Bank e ben 28 pozzi si trovano ormai al di là della
muraglia, verso Israele.
Ancora più tragica la sorte di quei palestinesi, circa 30.000, che
abitano 13 villaggi che si sono trovati ad ovest del muro tra il
confine con Israele e la grande muraglia, impossibilitati ad andare
nello stato ebraico, impossibilitati a recarsi nel resto della
Cisgiordania e persino nelle città più vicine alle quali facevano
riferimento per gran parte delle loro esigenze lavorative, di studio,
familiari e per accedere ad ogni servizio di base. Impossibilitati a
raggiungere i campi da cui traggono il loro sostentamento.
La costruzione di alcune «porte» di passaggio, dal momento che la loro
apertura è decisa dall'umore dei soldati israeliani, si è rivelata una
tragica beffa. In tal modo non solo verrà annesso ad Israele circa il
60% della Cisgiordania ma, rendendo loro la vita impossibile,
privandoli dei loro mezzi di sussistenza e di ogni prospettiva di
studio, di lavoro e di movimento verrà realizzata una vera e propria
pulizia etnica ai danni di un numero di palestinesi compreso tra i
90.000 e i 200.000.
Una volta che il muro sarà stato costruito i palestinesi saranno
rinchiusi in tre grandi «riserve» (una sorta di salsiccia da Jenin a
Ramallah, un'altra da Betlemme a Hebron e una terza attorno a Gerico)
separate le une dalle altre, e da ogni sbocco esterno, su una
superficie pari all'incirca al 40% della Cisgiordania (il 9% della
Palestina mandataria).
In tal modo emerge chiaramente come l?obiettivo del muro sia non certo
la «sicurezza» di Israele, raggiungibile solamente con una giusta pace
tra i due popoli, ma l'annessione allo stato ebraico della "maggior
parte delle terre con il minimo di arabi" che invece verranno
concentrati all'interno delle città e dei villaggi privi ormai di ogni
retroterra.
Uno stato palestinese libero e indipendente diventerà quindi
impossibile dal momento che le condizioni minime perché possa
costituirsi sono: il ritiro di Israele, colonie, coloni e soldati, alle
frontiere del 1967, una continuità territoriale all'interno
dell'entità palestinese e un suo sbocco verso l'esterno, la Giordania e
l'Egitto, oltre naturalmente al riconoscimento del diritto al ritorno
dei profughi - la cui attuazione andrà poi negoziata. Eppure di fronte
a questo vero e proprio tentativo di distruzione dell'esistenza del
popolo palestinese come una legittima entità sociale, politica ed
economica attraverso la distruzione della sfera pubblica e privata
degli abitanti della West Bank e di Gaza, le reazioni internazionali e
nazionali sono praticamente inesistenti.
Per questa ragione un vasto arco di forze politiche e sociali del
nostro paese, raccogliendo l'invito proveniente dalla Palestina per una
mobilitazione internazionale, ha proposto una manifestazione nazionale
a Roma il prossimo otto novembre contro il muro dell'apartheid, contro
l'occupazione israeliana della West Bank e di Gaza e a sostegno del
diritto inalienabile del popolo palestinese alla vita, alla terra, alla
libertà.
Una manifestazione dall'alto profilo che chieda al governo,
all'opposizione, all'opinione pubblica, alle forze politiche e
sindacali, alle singole persone impegnate per il raggiungimento di una
pace giusta in Medioriente di pronunciarsi chiaramente contro il muro
della vergogna e l'occupazione israeliana e di adottare concrete misure
di pressione su Israele - come il congelamento, sulla base della
clausola sui diritti umani, del trattato di associazione di Tel Aviv
all'Unione Europea.
Una mobilitazione, il più vasta possibile, punto di arrivo ma anche
punto di partenza perché l'Italia dica No al muro della vergogna, No
all'occupazione, No alla prigionia del legittimo presidente palestinese
Yasser Arafat, di Marwan Barghouti e di tutti i prigionieri politici
palestinesi nelle carceri israeliane e in quella di Gerico.
Un No che, nel solco delle grandi mobilitazioni per la pace dello
scorso anno, rifiuti la teoria e la pratica della «guerra preventiva» e
la follia della «guerra permanente» di Bush e Sharon contro gli stati e
i popoli del Medioriente - dall'Iraq, alla Siria, al Libano, all'Iran -
e la partecipazione italiana a tali avventure coloniali tese a
disgregare, «balcanizzare» e dominare la regione mediorientale.
Una manifestazione che invece chieda una soluzione negoziata del
conflitto israelo-palestinese, che riaffermi la necessità del rispetto
della Convenzione di Ginevra sulla protezione delle popolazioni dei
territori occupati (in Palestina come in Iraq), del rispetto e
dell?attuazione delle risoluzioni dell'Onu sulla questione palestinese
-181 (divisione della Palestina in due stati), 242 (ritiro da tutti i
territori occupati), 194 (diritto al ritorno dei profughi palestinesi)
- e dei diritti umani e nazionali del popolo palestinese e di tutti i
popoli del Medioriente.
No al muro dell'apartheid in Palestina
No all'occupazione israeliana della West Bank, di Gaza e delle alture
del Golan
No alla guerra permanente di Bush e Sharon contro gli stati e i popoli
del Medioriente
No alla partecipazione italiana all'occupazione Usa dell'Iraq
Si al ritiro israeliano alle frontiere del 1967 e alla nascita dello
stato palestinese
Si al rispetto delle risoluzioni dell'Onu e della Convenzione di Ginevra
Si alla liberazione di Yasser Arafat, Marwan Barghouti e di tutti i
prigionieri politici palestinesi
Si ad un Medioriente di pace senza armi di distruzione di massa
Si al ritiro del contingente italiano dall'Iraq
Il Comitato promotore della manifestazione dell’otto novembre a Roma
PER ADERIRE ALLA MANIFESTAZIONE: stopthewall@...
2) Le adesioni:
FORUM PALESTINA; Comitato per non dimenticare Sabra e Chatila; Comitato
di Solidarietà con l'Intifada; Comunità Palestinese di Roma e del
Lazio; Associazione Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese in Italia;
Mauro BULGARELLI (Deputato dei Verdi); Maurizio MUSOLINO (giornalista
de La Rinascita - PdCI); Letizia MANCUSI (CPN del PRC); Bruno STERI
(Dip. Esteri del PRC); Partito dei Comunisti Italiani; Confederazione
COBAS; Associazione SOCIALISMO 2000; Alberto BURGIO (Dip.to Giustizia
PRC); Vauro SENESI (giornalista del Manifesto); Luciano PETTINARI
(Deputato DS); Joseph HALEVI (Docente Università di Sidney);
Associazione Al Awda - Emergenza Palestina; Comitato contro la guerra
Roma sud; CUB Scuola - Federazione romana; Associazione JENIN (Roma);
Adriana SPERA (Consigliera comunale PRC - Roma); Federazione delle
RAPPRESENTANZE DI BASE; i VERDI; ASSOCIAZIONE PROGETTO COMUNISTA
(Sinistra del PRC); Giovanni BARBAGLI, Capogruppo PRC in Cons° Region.
Toscano; Claudio BICCHIELLI, Segreteria region. toscana PRC, Capogruppo
PRC in Comune di Empoli; Alessandro LEONI, CPN del PRC, Segreteria
federale fiorentina PRC; Tiberio TANZINI, Presidente Consiglio Comunale
di Empoli; Mauro LENZI, consigliere provinciale PRC Siena; Stefano
CRISTIANO, Assessore comunale a Pistoia, CPN del PRC; Roberto
CAPPELLINI, Segretario federazione PRC di Pistoia; Marta BILLO,
capogruppo PRC in Consiglio comunale Sesto Fiorentino ( Fi. ); Sergio
BOVICELLI, assessore PRC in Provincia di Grosseto; Luciano GIANNONI,
capogruppo PRC in Consiglio provinciale di Livorno; Letizia LINDI,
Coordinamento nazionale Giovani Comunisti; Rosalia BILLERO, capogruppo
PRC in Consiglio comunale di Pistoia; Ugo BAZZANI, Collegio di Garanzia
federaz. PRC di Pistoia; Maurizio BROTINI, Direttivo CGIL di Empoli;
Adriana MINIATI, Direttivo CdL°m di Firenze CGIL; Luca ROVAI, assessore
PRC al comune di Montelupo Fiorentino; Antonino MOSCATO Comitato
Antimperialista Antifascista fiorentino "Spartaco Lavagnini"; Gualtiero
ALUNNI (Assessore PRC Municipio 8 - Roma); Associazione Sardegna -
Palestina; Gruppo Palestina del Forum Sociale di Modena; Comunità
Palestinese Toscana; Circolo ARCI Agorà (Pisa); Fulvio GRIMALDI
(giornalista); I Verdi di Ravenna; Associazione I Fenicotteri
(Viareggio); la redazione di Tombo (Viareggio); Veneto controguerra
(ANSWER Italia); Associazione BKP (Roma); Circolo Italia - Cuba Valle
del Tevere; Associazione "La goccia e la pietra" di Fara Sabina
(Rieti); Associazione Italia - Nicaragua; 100 idee per la pace (Siena);
Democrazia Popolare; Sandro CANGEMI (giornalista - Torino); Nora
GUERALLA (poetessa - Villafranca, TO); la redazione di Nuova Unità;
Angelo MARZOLLO (docente Università di Udine e consulente UNESCO); CSA
Asilo Politico (Salerno); Unione Generale Ingegneri e Architetti
Palestinesi - sezione Italia; Collettivo Aula C Scienze Politiche
(Bologna); Michela CHIMETTO (Segreteria DS di Vicenza); Collettivo di
Lingue e Filosofia della Sapienza (Roma); Network per i Diritti Globali
(Barletta); Coordinamento di lotta per la Palestina (Milano); Franco
FUSELLI (PRC Genova); Marina CRISCUOLI - Comunità di S. Benedetto al
Porto (Genova); Assemblea Nazionale Anticapitalista; Collettivo di
Scienze Università La Sapienza (Roma); Ramon PARRAL (poeta); Servizio
Civile Internazionale; Centro di Solidarietà Internazionalista Alta
Maremma; Circolo Pink (Verona); Mirella CANINI VENTURINI (Cons. Com.
Verdi Alternativi S. Arcangelo di Romagna - RN); Serena ANTONELLI
(Roma); Comitato Antimperialista Antifascista (Prato); Comitato
"Spartaco Lavagnini" (Firenze); Ass. Progetto Comunista - Collettivo di
Rieti; Filippo BIANCHETTI (Varese); Andrea GENOVALI - associazione
PUNTO CRITICO; Giorgio STERN - Salaam Ragazzi dell'Ulivo (Trieste) -
Unione Comunale dei DS (Vicenza); Associazione Benefica di Solidarietà
con il Popolo Palestinese (ABSPP); CSA Vittoria (Milano); CSOA Ex
carcere (Palermo); Coordinamento Palestina (Palermo); Mario GALASSO
(Progetto Città - Cantiere sociale); Franco FERIOLI - Chango ONLUS
(Ferrara); Circolo PRC "A. Tognetti" (Pisa); Osservatorio Permanente
sulle Carceri; Paola FERRONI - Aiutiamo la Jugoslavia; Gianluca CERRINA
FERONI (portavoce "Insieme a Sinistra"); Angelo GRACCI (medaglia
d'argento della "Resistenza", ANPI Fi.); Nino FROSINI (consigliere
regionale PdCI); Vanna GIAMMARTINI (Direttivo CdL°m CGIL Fi); Claudia
ROSATI, Segretaria Circolo PRC "Lenin" di Fi.; Alessandro PALLASSINI
(Comit° Diret° Region. PRC Toscana); Gino BENVENUTI (Capogruppo PRC
Provincia Prato); Bernardo FALLANI (Direttivo CdL°m CGIL Fi.);
Quintilio CHERUBINI (Vicepresid. Cons° comunale Campi B°, DS ); Maria
L. MANCINI (delegata sindacale S.In.Cobas comune Campi B°); Andrea
MONTAGNI (Segreteria CdL°m CGIL Fi.); Avv. Desi Bruno - Associazione
Giuristi Democratici; Fabio MARCELLI - Coord. Naz. Giuristi
Democratici; Comitato Palestina (Firenze); Fausto SORINI (Dir. Naz.
PRC); Fabio ALBERTI - Un ponte per...; Centro Popolare Autogestito
(Firenze) - Luca FONTANA (Segretario Circolo PRC "Che Guevara" - Roma);
Mauro GEMMA (Direttivo Camera del Lavoro di Torino); Circolo
Bolivariano (Roma); Vito BISCEGLIE (Resp.le Comm.ne Internazionale PRC
di Torino); SALAAM - Ragazzi dell'Ulivo (Vicenza); Associazione
Cagliari mon amour; Antonio DELLA CORTE - Circolo di Velletri Ass.ne
Italia - Cuba; Cesare MANGIANTI (Presidente Consiglio Comunale di
Rimini); Network Antagonista Piemontese; Centro Sociale Askatasuna
(Torino); Centro Sociale Murazzi (Torino); Massimo MARCORI - Segretario
Circolo PRC Bassa Valle Susa Avigliana; Campo Antimperialista; Adriana
BERNARDESCHI (Milano); Giorgio RIBOLDI - SLAI Cobas RSU Regione
Lombardia; Ascanio BERNARDESCHI - Consigliere Provinciale PRC (Pisa);
Mariella MEGNA - Cobas Regione Lombardia; SLAI Cobas (Cremona);
Corrispondenze Metropolitane (Roma); Associazione Giusti Consumi
(Volterra); Laboratorio Sociale Autogestito 100celle - Roma; Enzo
CERRETINI - Presidente Comitato ARCI di Pisa; Redazione de Il
Grandevetro (Pisa) - L.U.P.O. di Osimo; Network Antagonista
Palermitano; Centro Sociale Coska (Palermo); Imola Social Forum;
Associazione interculturale di donne "Trama di terre" (Imola); Antonio
MAZZEO - redazione di Terrelibere.it; Dario GIULIANI - CGIL (Milano);
Gruppo Consiliare Alternativa per Volterra - Ugo RICOTTI, Alessandro
TOGOLI, Massimiliano CASALINI; Manola GUAZZINI - Assessore Politiche
Sociali Provincia di Pisa; Circolo PRC "Guido Puletti" (Roma);
Valentina STERI - Assessore PRC Municipio XVI (Roma) - Massimiliano
ORTU - Capogruppo PRC Municipio XVI (Roma) - Antonio MAIELLI e Serena
BACCI (Volterra) - Circolo PRC "Guido D'Angelo" (Roma); Circolo PRC
Fonte Ostiense (Roma); Tina COSTA - Direzione PRC di Roma; Franco
PALLONE - Consigliere PRC Municipio VIII (Roma); Unione delle Comunità
Islamiche in Italia (UCOII); Mauro TESAURO - Assessore Politiche
Ambientali Comune di Modena; Tavolo Paese Palestina di Modena;
Giampaolo SILVESTRI - Responsabile nazionale Diritti Civili dei Verdi;
Agostino GIANELLI - Consigliere Provinciale PRC di Genova; Corrado
PERNA - Datanews (Roma); Associazione Walter Rossi (Roma); Società
archeologica ARCHEODOMANI; Gianni LUCINI - giornalista di Liberazione;
Casa per la Pace (Trento); Franco ZAVATTI - Segretario SPI CGIL di
Modena; Associazione Il Filo Rosso (Firenze); Nicoletta DOSIO (Torino);
Circolo PRC di Bussoleno (Torino); Massimo CAPORUSSO - Capogruppo PRC
Consiglio Comunale di Barletta (Bari); Pasquale Ranghelli ed il circolo
«Il Pane e le Rose» - Casalpalocco (Roma); Maurizio PROIETTO -
Direttivo Regionale CGIL Piemonte; Beatrice GIAVAZZI - Collegio
Nazionale di Garanzia del PRC; Aldo BERNARDINI - Docente di Diritto
Internazionale Università di Teramo; Avv. Antonio FABI - Urbino;
Legambiente di Pisa; Unione Inquilini (Pisa); Virgilio BARACHINI -
Direzione Provinciale PRC di Pisa; Associazione "Chicco di senape"
(Pisa); Legambiente di Chianciano; Forum Sociale della Valdichiana
Senese; Comprendre et Agir Contre la Guerre (Marsiglia); Irene NESI e
Fabio BERNARDINI (Volterra); Umbria contro la guerra; Marco SCHETTINI -
Delegato CGIL FP Roma est; Nuclei Anarchici Pacifisti; Giovani Verdi
(Roma); Associazione AMAL Bambini per la Pace (Milano).
3) Alcune iniziative a Roma:
ROMPIAMO IL MURO DEL SILENZIO!
MERCOLEDI' 29 OTTOBRE - ORE 16.00
ASSEMBLEA ALL'UNIVERSITA' "LA SAPIENZA"
AULA II FACOLTA' DI LETTERE
Intervengono:
Maren - Campagna Internazionale Stopthewall
Stefano Chiarini - il manifesto
Mauro Bulgarelli - deputato dei Verdi
Bassam Saleh - Presidente della Comunità Palestinese di Roma
Germano Monti - Forum Palestina
IL MURO CI STA SULLO STOMACO...
ROMA - VENERDI' 31 OTTOBRE - ore 20.30
c/o il Circolo PRC "Guido D'Angelo"
Via Baldassarre Orero, 59 (Casal Bertone)
IN SOTTOSCRIZIONE PER LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DELL'8 NOVEMBRE
MERCOLEDI' 5 NOVEMBRE alle ore 19
ASSEMBLEA A CENTOCELLE:
Organizza: il Comitato contro la Guerra - Roma Sud*