Dal settimanale "Ogledalo" (Lo specchio)
Belgrado, ottobre 2003

www.srpskenovineogledalo.co.yu

 
"Lamento per il Kosovo", (Lamento nad Kosovom)
Edizioni "Nikola Pasic", Belgrado 2003

Libri di nuova edizione: La forza della documentazione

KOSOVO – UN LUOGO DI GIUSTIZIA BRUTALE


Il fatto importante è che non sono i serbi quelli che hanno piantato il
seme velenoso della sfortuna sul territorio serbo di Kosovo e Metohija,
dice per la rivista "Ogledalo" Ljiljana Bulatovic, autrice del libro
"Lamento per il Kosovo".


Una promozione del libro-documento "Lamento per il Kosovo", il decimo
scritto da Ljiljana Bulatovic, ha avuto luogo il 27 settembre scorso al
teatro "Zvezdara", di fronte ad una sala piena, con la partecipazione
degli attori Mihajlo Janketic e Danilo Lazovic, della cantante lirica
Dragana Jugovic Del Monaco, della cantante di melos popolare Svetlana
Stevic, degli intellettuali Vasilije Kalezic, Kosta Cavoski, Slavenko
Terzic e dell’eroe della lotta per il Kosovo serbo colonnello Stevan
Djurovic.

La presentazione del libro di cosi' tragica attualità è stata onorata
dalla presenza dell’accademico Jelena Guskova, grande amica russa del
popolo serbo.

Nel corso della presentazione è stato proiettato, in anteprima, un
video che descrive i tragici ed angosciosi eventi accaduti, negli
ultimi dieci anni, nel Kosovo e Metohija.

Oltreché alla presentazione del libro, pieno di riferimenti e documenti
storici, che più di qualunque altra cosa parla dell’identità,
dell’evolversi e dell’attualità della crisi kosovara, è stata anche
indicata una prospettiva di risoluzione per questo grande problema, che
non è soltanto serbo, ma è anche regionale ed europeo.

Dice Kosta Cavoski:

"Dappertutto dove l’uomo è stato esposto al pericolo per la propria
esistenza, dal Kosovo e Metohija alla Bosnia ed alla Croazia, Ljiljana
Bulatovic trova argomenti per il suo lavoro di giornalismo creativo –
investigativo, monografico–biografico. Con coraggio si è recata in
luoghi pericolosi affinché la sua testimonianza fosse autentica e
puntuale. Perciò il suo libro è un autentica raccolta di eccezionale
documentazione di eventi e di luoghi che sono stati a suo tempo al
centro dell’interesse pubblico e che rappresentano il fulcro della
storia serba su questi territori".


Dei quisling e della libertà

Il Dott. Prof. Kosta Cavoski ha inoltre sottolineato il sentimento di
orgoglio nazionale dell’autrice di "Lamento per il Kosovo", affermando
che questo libro è dedicato alla conoscenza della nostra identità
nazionale. Perciò è stato scritto con amore e con il dolore di un vero
patriota.

Dopo avere analizzato il momento attuale in Kosovo e Metohija, il prof.
Cavoski ha concluso:

"I nostri quisling al potere non difenderanno il Kosovo, perché quello
che è stato strappato con la forza può esser ripreso soltanto con la
forza".

Secondo il parere del colonnello Stevan Djurovic, che insieme ai suoi
giovani soldati per due anni dalle tricee sulla frontiera verso
l’Albania ha difeso il Kosovo, questo libro parla "di tempi malvagi,
del golgota, dell’esodo e soprattutto del rischio che incombe
sull’esistenza biologica serba stessa.". Per l’accademico delle Scienze
russe, Jelena Guskova, questa opera è una raccolta di documenti di
estremo valore, dei quali alcuni serviranno alla stesura di uno studio
in tre tomi: sulla crisi del Kosovo e Metohija e sul rapporto delle
grandi potenze con questa regione. Gli storici russi lo studio lo
stanno scrivendo in questi giorni.

"Il mio libro parla di come il Kosovo e Metohija - cioè "Kosova e
Djukatin" - sia servito, in particolare e definitivamente nell’ultimo
decennio del secolo scorso e all’inizio di questo secolo, ad una serie
di politici, come dote nella lotta per lo strapotere, per la svendita
della ricchezza naturale ed economica del Sud e della Serbia in
generale", dice nella conversazione con "Ogledalo" Ljijana Bulatovic,
rispondendo ad alcune nostre domande.

Da quando ha inizio il terrore schipetaro [panalbanese, ovvero albanese
in senso "etnico" e non nel senso della cittadinanza dello Stato
albanese, ndT] in Kosovo e quale ne è la causa?

"Chiunque si sia occupato anche solo un po’ di storia della violenza
albanese, arbanassa, arnauta o schipetara sul territorio della Serbia,
deve necessariamente sapere che, ancora nel 1878, con la formazione
della Lega Albanese a Prizren si fondò il concetto di Grande Albania.
Soltanto da quell’anno fino al 1912, dal Kosovo e Metohija verso le
regioni interne dell’odierna Serbia furono cacciati circa 150.000
serbi. [La denominazione geografico-politica di "Albania" appare
soltanto verso il 1912. Anche successivamente gli schipetari che
vivevano in Jugoslavia si sono autodefiniti così, per distinguersi
dagli schipetari che vivono in Albania. Questo dato di fatto dovrebbe
dire qualcosa a certi storici ed all’ANSA, in concomitanza con la
beatificazione di Madre Teresa... ndT]

Durante la Seconda Guerra Mondiale e l’occupazione italiana, tutta la
Metohija e parte del Kosovo sono stati annessi all’Albania. Durante
quel periodo sono stati assassinati circa 10.000 serbi, scacciati tra
80.000 e 100.000, mentre circa 150.000 albanesi [schipetari
dell'Albania, ndT] hanno colonizzato il Kosovo e Metohija.

Dopo la Liberazione, avvenuta nel 1945, il nuovo governo comunista non
soltanto non ha fatto ritornare i serbi, cacciati dalla loro terra,
alle loro case, ma ha addirittura vietato il loro ritorno". [Per non
determinare un clima favorevole alle ritorsioni o alle vendette, ed
anche per quegli schipetari che avevano combattuto nelle fila
partigiane – pochi invero: la maggiorparte erano "balisti" che solo
all’ultimo momento si aggregarono ai vincitori. ndT]


Storiografia di tragici errori

"Si sono così impossessati di quei territori immigrati albanesi,
sovente senza cittadinanza jugoslava e con il perfido desiderio e
l'intenzione di agevolare la creazione della Grande Albania [Si noti
che lo stesso Fadilj Hodza, membro della Presidenza collegiale della
RSFJ, nemmeno aveva il passaporto jugoslavo! E si noti anche la
evoluzione della demografia schipetara, relativamente la più alta in
Europa. ndT] Testimonianza di questa creazione è il cosiddetto Processo
di Prizren, degli anni Settanta del secolo scorso.

Dopo la barbara aggressione al nostro Paese, effettuata dai criminali
NATO, oltre 250.000 cittadini, in prevalenza ortodossi, sono stati
costretti abbandonare le proprie case e la terra, abbandonando anche la
ricerca delle persone rapite, in prevalenza uomini, andando verso
l’incognito, girovagando per la Serbia centrale come rifugiati! Così ha
deciso questa cosiddetta comunita' internazionale, che e' guidata dai
propri interessi personali. Di questo, nel mio libro, parlano molti
testimoni e disgraziati".

In che modo si realizzavano le idee panalbanesi?

Oltre a lavorare a questo legalmente, gli schipetari fondavano loro
organizzazioni e associazioni segrete, le quali organizzavano
saltuariamente le rivolte, le manifestazioni, le azioni terroristiche e
le più perfide operazioni per scandalizzare così l’opinione pubblica
internazionale ed ottenere l’aiuto delle lobby di tutto il mondo, sul
loro "sventurato" destino. Ricordiamo soltanto il caso
dell’"intossicazione" mononazionale dei bambini [si tratta di una
notizia falsa fatta circolare dalle agenzie di stampa e da certe ONG
occidentali negli anni Novanta, secondo la quale i serbi avrebbero
tentato di avvelenare in massa centinaia di bambini kosovari di lingua
albanese, ndT], poi le scene menzognere di Racak... In questo libro la
migliore testimonianza sono le dichiarazioni vanitose scritte dagli
stessi capi dei terroristi e separatisti schipetari. Io ne ho scelte le
più significative.

Quale è oggi la situazione in Kosovo e Metohija e quali sono le
prospettive?

"(...) Negli ultimi anni con la volontà della potente amministrazione
americana e con l’aiuto delle stesse sfere nazionali, il Kosovo e
Metohija è diventato la sentinella della scelleratezza e del male,
della bestialità ed - in particolare - una base militare NATO. Perciò
la coscienza storica dei serbi è stata additata come uno dei più grandi
pericoli per la sicurezza nazionale americana e per il cosiddetto nuovo
ordine mondiale. Oggi i cittadini di qualunque Stato nel mondo possono
far risaltare con orgoglio la propria nazionalità, tranne che i serbi!"

M.L. Danojlovic

Trad. di Ivan