GLI USA ED IL "TRIBUNALE" DELL'AIA USANO IL CASO-GOTOVINA IN FUNZIONE
ANTI-UE ED ANTITEDESCA.
IL CRIMINALE DI GUERRA CROATO, INTANTO, E' PROTETTO DA QUALCUNO IN
ITALIA, IN FRANCIA... ED IN VATICANO.
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http://www.ansa.it/balcani/croazia/croazia.shtml
CROAZIA: USA, NESSUN MOTIVO DI CREDERE GOTOVINA ALL'ESTERO
(ANSA) - ZAGABRIA, 7 OTT - Nonostante le assicurazioni del governo di
Zagabria, gli Stati uniti non hanno motivo di credere che Ante
Gotovina si trovi all'estero e si aspettano che il governo faccia
passi concreti per l'arresto del generale accusato dal Tribunale
internazionale dell'Aja (Tpi) di crimini di guerra e latitante da due
anni. Lo ha detto oggi a Zagabria l'ambasciatore itinerante Usa
per crimini di guerra Pierre-Richard Prosper dopo l'incontro con il
ministro della giustiza Ingrid Anticevic Marinovic, secondo quanto
riferito dall'agenzia di stampa Hina. ''Ci aspettiamo dal governo
croato passi concreti per trovare Gotovina, le parole non bastano,
qualcosa deve essere intrapreso'', ha detto Prosper ed ha aggiunto che
il caso del generale latitante ''rappresenta un potenziale ostacolo
all'ingresso della Croazia nelle istituzioni europee''. ''Noi non
desideriamo questo, ma tutto e' nelle mani del governo croato''.
Prosper, come ha gia' fatto ieri a Sarajevo, ha ribadito che
Washington sosterra' le eventuali misure rigorose nei confronti di
Zagabria che, a causa di Gotovina, potrebbe chiedere al Consiglio di
sicurezza dell'Onu il procuratore capo del Tpi Carla Del Ponte. ''Il
governo croato sa quali sono queste misure'', ha detto. Gotovina,
47 anni, e' incriminato per il massacro dei civili serbi avvenuto
durante e immediatamente dopo l'ultima offensiva croata, nell'agosto
del 1995, alla fine del conflitto serbo- croato. (ANSA) COR*VD
07/10/2003 19:37
CROAZIA: TPI; USA OFFRONO 5 MILIONI DI DOLLARI PER GOTOVINA
(ANSA) - ZAGABRIA, 09 OTT - Gli Stati uniti hanno posto una taglia
fino a cinque milioni di dollari per Ante Gotovina, il generale
croato ricercato per crimini di guerra dal Tribunale internazionale
dell'Aja (Tpi) e latitante da due anni. Lo ha annunciato, in
un'intervista al quotidiano di Zagabria 'Jutarnji list',
l'ambasciatore itinerante Usa per crimini di guerra Pierre Richard
Prosper. ''Siamo disposti ad aiutare il governo croato per
arrestare Gotovina - ha detto l'inviato americano - con una
ricompensa fino a 5 milioni di dollari per la persona che fornisca
informazioni utili su dove si trovi il generale''. Annunciando che
presto saranno pubblicati i numeri telefonici appositi
dell'Ambasciata Usa a Zagabria, Prosper ha precisato che
''all'informatore, se lo desidera, garantiamo totale anonimato e
anche il trasferimento in qualsiasi parte del mondo, compresi gli
Stati uniti''. ''Questo programma per scoprire i fuggitivi funziona
molto bene - ha detto - ricompense simili le abbiamo gia' pagate in
Bosnia, in Iraq ed in altri paesi''. Prosper, come ha gia'
dichiarato martedi' dopo l'incontro col ministro della giustizia
Ingrid Anticevic Marinovic, ha sottolineato che ''non abbiamo motivo
di credere che Gotovina si trovi all'estero'', come invece sostiene
il governo di Zagabria, ed ha ammonito che il caso del generale
latitante ''rappresenta un potenziale ostacolo all'ingresso della
Croazia nelle istituzioni europee''. ''Noi non desideriamo questo -
ha aggiunto - tutto e' nelle mani del governo croato''. ''Gli
Stati uniti, come ogni altro membro dell'Interpol, scelgono da soli i
modi in cui adempiere ai propri obblighi'', ha commentato il governo
in un comunicato diffuso oggi a Zagabria, e in cui si spiega che da
quando e' stato emesso, nell'estate del 2001, un mandato d'arresto
internazionale per Gotovina, tutti i paesi membri dell'Interpol hanno
il dovere di contribuire all'adempimento di questo impegno. Il
governo ribadisce nel comunicato le dichiarazioni del primo ministro
Ivica Racan rilasciate dopo il recente incontro a Zagabria con il
Procuratore capo del Tpi Carla Del Ponte: che le autorita' croate
sono pronte a verificare ogni informazione che possono ottenere sul
nascondiglio di Gotovina. (ANSA) COR*VD 09/10/2003 13:05
CROAZIA: STAMPA FA UN NOME PER ITALIANO CHE AIUTA GOTOVNA
(ANSA) - ZAGABRIA, 15 OTT - Si chiama P. Parella l'italiano con
l'aiuto del quale, secondo il governo croato, il generale Ante
Gotovina, accusato di crimini di guerra e latitante da due anni,
manterebbe dall'estero i contatti con la famiglia. Lo scrive oggi il
settimanale croato 'Globus', che cita un agente dei servizi segreti
occidentali secondo il quale negli ultimi mesi Gotovina ha scambiato
messaggi Sms con il fratello ed alcuni amici in Croazia con l'aiuto
di Parella, 64 anni, residente nel riminese. Parella, che
secondo il giornale avrebbe legami con la mafia, e' amico di Gotovina
da oltre 15 anni e avrebbe prestato ingenti somme di danaro alla sua
famiglia, visitando piu' volte Pakostane, sua cittadina natale sulla
costa dalmata. Il governo croato, un mese fa, ha informato il
procuratore capo del Tribunale penale dell'Aja (Tpi) Carla Del Ponte
che Gotovina si trova all'estero da dove comunica con i familiari
tramite un italiano, senza precisarne il nome. La stampa, nelle
ultime settimane, ha ipotizzato che Gotovina sia rifugiato in
Sicilia, in Irlanda, o comunque in un paese dell'Ue, aiutato da amici
della Legione straniera nelle cui file ha combattuto in Africa e in
America Latina prima di tornare in patria nel 1991. Il vice-primo
ministro Goran Granic, invece, ha affermato giorni fa che sono stati
alcuni agenti dei servizi segreti occidentali ad organizzare la fuga
di Gotovina al quale Parigi avrebbe rilasciato un passaporto due mesi
prima dell'incriminazione del luglio 2001. Oggi il quotidiano
'Novi list', citando un alto dirigente croato, sostiene che Gotovina
si trova in Croazia e che nei prossimi giorni si rechera' in Francia,
per sottoporsi a un intervento chirurgico, con un passaporto francese
con nome falso, procuratogli dagli amici ex legionari. Secondo
Del Ponte, invece, Gotovina non ha mai lasciato la Croazia. Lunedi',
parlando ai ministri degli esteri dell'Ue a Lussemburgo e chiedendo
pressioni su Zagabria per l'arresto di Gotovina, il magistrato ha
detto di conoscere i nomi delle persone che lo aiutano a nascondersi.
Il premier Ivica Racan ha reagito dicendo di non poter
''categoricamente sostenere'' che il generale non si trovi in patria,
che tutte le informazioni ricevute vengono verificate, ma che finora i
servizi segreti non hanno trovato alcuna conferma. Zagabria teme
che il caso Gotovina possa rallentare il processo per l'integrazione
del paese nell'Ue, in cui spera di entrare nel 2007, tanto piu' che
dopo il rapporto negativo di Del Ponte a Lussemburgo sulla
insoddisfacente collaborazione col Tpi, l'Olanda ha annunciato che
restera' bloccata la procedura di ratifica dell'Accordo di
stabilizzazione ed associazione (Asa), ferma anche nel parlamento di
Londra. (ANSA) COR*VD 15/10/2003 19:57
CROAZIA:PARLA ITALIANO AMICO GOTOVINA, PER ME COME UN FIGLIO
(ANSA) - RIMINI, 17 OTT - Un ex contrabbandiere, in ''pensione''
dalla meta' degli anni '90, oggi costretto a casa a causa di molti
acciacchi, l' ultimo conseguenza di un' emorragia cerebrale che lo ha
colpito dopo un intervento chirurgico alla schiena nel settembre
2002: e' l' identikit di Ferdinando Perrella, napoletano residente a
Misano Adriatico, sulla riviera riminese, che secondo quanto
riportato dal settimanale Globus di Zagabria sarebbe uno degli uomini
che garantisce la latitanza ad Ante Gotovina, l'ex generale croato
che in cinque giorni ''libero''' la Kraijna dalla minoranza serba,
inseguito da 24 mesi da un ordine di cattura internazionale del
Tribunale penale dell' Aja per crimini di guerra, sulla cui testa da
alcune settimane gli Usa hanno messo una taglia da 5 milioni di
dollari. Era dal 2 febbraio 1998 che di Perrella si erano
''perse'' le tracce, da quando un commando composto da tre killer
cerco' di ucciderlo a Lugano. Tra i mancati assassini, tutti
arrestati, c' era anche il riminese Mauro Calascibetta. L' ordine
di cattura internazionale raggiunse il romagnolo in Turchia dove,
rinchiuso in carcere, venne fatto ostaggio da una banda di estremisti
di destra che chiedevano la liberazione di Ocalan. Estradato in
Svizzera, venne condannato a sette anni. Rientrato in Italia per
scontare il residuo di pena, il tribunale di Sorveglianza di Bologna
lo ha affidato in prova ai servizi sociali di Roma, citta' dove
viveva e lavorava come investigatore privato all' epoca della vicenda
Perrella. Perrella chiarisce subito che per lui Gotovina ''e' quel
figlio che non ho mai avuto. Quella che ci lega e' un' amicizia
vera, profonda, fatta di affetto e rispetto. Per questo non mi
avrebbe mai chiesto di aiutarlo. Conoscendo i miei trascorsi sa che
mi sarebbe costato troppo. E poi per me non e' un latitante. L' ho
salutato da uomo libero, doveva partire per una vacanza. Per me resta
un uomo libero''. Da quando non lo vede? ''Questa vicenda non era
ancora scoppiata. Era il 2001''. L' ha piu' sentito? ''Certo che ci
siamo sentiti telefonicamente. Lui mi ha sempre cercato, specialmente
in occasione delle festivita', come lo scorso Natale, quando ci siamo
scambiati gli auguri''. Solo di questo avete parlato? ''Abbiamo
parlato di cose normali tra persone che si vogliono bene, anche
perche' per me lui non e' un latitante''. Quando ha scoperto che
era in fuga? ''Che fosse inseguito da un provvedimento del tribunale
olandese - prosegue Perrella - io l' ho scoperto rientrando in
Croazia. Tutta la strada era costellata di manifesti con il suo volto
e la dicitura eroe. Domandai se avesse ricevuto qualche particolare
onorificenza. Mi venne risposto che lo accusavano di crimini di
guerra. Quello che ha fatto in guerra lo sa solo lui. So per certo
che in 5 giorni ha liberato la Croazia, che e' un uomo speciale,
simpatico, corretto, con tanta umanita'. Un uomo tutto d' un pezzo.
Quando il nuovo Governo decise di pensionare tutti i generali della
guerra, lui, davanti alle telecamere, si alzo', stacco' i gradi dalla
divisa e li getto' a terra: Io - commento' - ho combattuto per la
Croazia non per questo Esecutivo''. Da quanto tempo lo conosce?
''Tutto inizia nel '99 quando attraverso l' Adriatico e sbarco a
Pakostane, sulla costa croata a pochi chilometri da Zara. Dopo aver
soggiornato per un po' in un campeggio, decido di cercare casa che mi
affitta, a tempo indeterminato, suo fratello Boris. Accanto abitano
anche i loro genitori. Ante non l' ho mai visto in divisa. A
Pakostane tornava ogni volta che poteva accompagnato dalla moglie,
ufficiale dell' Esercito anche lei, e dal figlio Ante junior''. Tra le
accuse che le muovono, quello di mantenere la famiglia del generale.
''Per come l' ho conosciuto ha una consistente solidita' economica;
per vivere non ha bisogno di essere aiutato ne' dagli occidentali ne'
dagli extracomunitari. Soldi, in Croazia, ne mando tuttora tramite
bonifici bancari. Sono per alcune famiglie molto bisognose di cui
sono molto amico''. Tornera' in Croazia, anche se la' ha venduto il
suo ristorante, il Vesuvio? ''Certo, io non ho niente da temere, da
nascondere. Secondo voi, se stessi aiutando Ante, parlerei al
telefono fisso di casa con amici comuni per sapere se hanno sue
notizie? Vabbe', ho 64 anni, ho avuto un' emorragia cerebrale
conseguente ad un intervento chirurgico alla schiena, ma visto i miei
trascorsi, pensarmi cosi' ingenuo e' offensivo''. (ANSA).
YOJ-GIO/GUG 17/10/2003 13:22
CROAZIA: TPI, GOVERNO RESPINGE DECISIONE PARLAMENTO
(ANSA) - ZAGABRIA, 30 OTT - Il governo croato ha respinto una
decisione del parlamento che lo obbligava a mettere a disposizione
dei sospettati o accusati di crimini di guerra, anche se in latitanza,
tutti i documenti forniti al Tribunale penale internazionale per l'ex
Jugoslavia (Tpi). Lo si e' appreso dai media croati. Il
governo ha spiegato che in base alla legge costituzionale sulla
collaborazione con il Tpi e ai regolamenti dello stesso tribunale,
l'accesso a tutto il materiale concernente l'accusa e' garantito ai
sospettati e accusati, o ai loro rappresentanti legali, dopo la loro
apparizione davanti ai giudici del Tpi. La vicenda si
riferisce al generale croato Ante Gotovina, accusato di crimini di
guerra ai danni della popolazione civile serba di Croazia e latitante
da due anni, da molti in patria considerato un eroe. La
controversa decisione del parlamento aveva provocato le dimissioni
del vice-premier Goran Granic da responsabile dell'ufficio di
collegamento con il Tpi, carica poi assunta dal premier Ivica Racan.
Secondo Granic la decisione, votata poco prima dello scioglimento del
parlamento in vista delle elezioni poltiche del 23 novembre, era
contraria agli interessi della Croazia e alla legge costituzionale
sulla collaborazione con il Tpi. Negli ultimi mesi Zagabria e'
stata fortemente criticata dalla procura del Tpi e da alcuni governi
occidentali per un'insufficiente cooperazione con il Tribunale
dell'Aja, in primo luogo per il mancato arresto di Gotovina,
minacciando in questo modo di rallentare notevolmente l'avvicinamento
del paese agli organismi euroatlantici, obiettivo 'numero uno' della
politica estera croata. Dopo il malcontento della procura del Tpi
che aveva definito ''illegale'' la decisione del parlamento di
Zagabria, la portavoce Florance Hartmann ha detto invece che ''il
governo ha dimostrato di rispettare gli impegni verso il Tpi'' e di
aver preso l'unica decisione legalmente possibile. (ANSA). VD
30/10/2003 19:07
TPI: CROAZIA, DEL PONTE CRITICA SCHROEDER PER GEN. GOTOVINA
(ANSA) - VIENNA, 4 NOV - Il procuratore generale del Tribunale penale
per l'ex Jugoslavia (Tpi) dell'Aja, Carla Del Ponte, ha ribadito oggi
a Vienna la richiesta alla Croazia di estradare il generale e
presunto criminale di guerra Ante Gotovina come condizione per
l'adesione del paese all'Ue, esprimendo anche il suo disaccordo con
il cancelliere tedesco, Gerhard Schroeder. ''Non condivido la
posizione di Schroeder e sono rimasta molto sorpresa delle sue
dichiarazioni'', ha detto del Ponte in una conferenza stampa nella
sede dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa
(Osce), prima di un discorso davanti ai rappresentanti dei 55 paesi
membri. Schroeder durante una visita a Zagabria la scorsa settimana
aveva dichiarato che ''l'avvicinamento della Croazia all'Ue non
dovrebbe essere condizionato'' dal caso Gotovina. La Croazia, che
ha chiesto l'adesione all'Unione europea a febbraio scorso, e' stata
ripetutamente criticata da Bruxelles e da alcuni governi occidentali
a causa dell' insufficiente collaborazione con il Tpi per il mancato
arresto di Gotovina, ricercato da due anni per atrocita' commesse
contro i serbi durante la guerra in Jugoslavia. Secondo Del Ponte
Gotovina si nasconderebbe in Croazia, ma Zagabria respinge queste
accuse. Del Ponte ha rivolto un appello alla comunita'
internazionale a fare pressioni sui paesi dell'ex Jugoslavia perche'
collaborino pienamente con il Tribunale dell'Aja. Senza la piena
cooperazione dei paesi balcanici il Tpi non potra' terminare il suo
lavoro entro il 2010. ''Oggi ci sono ancora 21 imputati latitanti e
cio' non e' accettabile'', ha detto Del Ponte, citando esplicitamente
i casi dell'ex capo militare dei serbi di Bosnia Ratko Mladic e il
leader serbo-bosniaco Radovan Karadzic. (ANSA). RED*STE
04/11/2003 16:53
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FLASHBACK: DURANTE LA TERZA VISITA PAPALE IN CROAZIA...
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2623
PAPA: CROAZIA; A ZARA POSTER DI GENERALE RICERCATO DA TPI
(ANSA) - ZAGABRIA, 9 GIU - Un poster gigante del generale Ante
Gotovina, ricercato dal Tribunale internazionale dell'Aja, campeggiava
oggi a Zara accanto alle immagini di Giovanni Paolo II con la scritta
''un eroe, non un criminale di guerra''. Gotovina, 47 anni, originario
di Pakostane nei pressi di Zara, e' accusato del ruolo avuto
nell'uccisione di almeno 150 civili serbi durante l'operazione
'Tempesta', l'offensiva contro i secessionisti serbi che permise a
Zagabria di riprendere il controllo della Krajina. Gotovina, al quale
e' stata offerta la cittadinanza onoraria di Zara, e' latitante
dall'estate del 2001 e si ritiene che si nasconda in Erzegovina, la
regione meridionale della Bosnia a maggioranza croata.(ANSA).
VD 09/06/2003 13:27
<<...durante il conflitto nella ex Jugoslavia la chiesa cattolica in
Croazia e in Bosnia si e' schierata a fianco dei croati contro i serbi
e anche contro i musulmani quando, nel 1993, scoppio' in Bosnia la
guerra tra le due comunita' sino ad allora alleate contro le truppe
serbe. Negli anni della guerra i francescani benedicevano i cannoni dei
combattenti croati e, in alcuni casi, quei cannoni hanno sparato
proprio da quei conventi. A testimonianza di questo clima si puo'
ricordare che due settimane fa i militari della Sfor (la forza di pace
della Nato) si sono presentati al convento di Scit, in Erzegovina, dove
secondo notizie di intelligence, si sarebbe trovato il generale croato
Ante Gotovina accusato dal tribunale dell'Aja dell'uccisione di 150
civili serbi negli ultimi mesi della guerra in Croazia. I francescani
non hanno permesso ai soldati di entrare e non c'e' alcuna certezza che
Gotovina, latitante da due anni, si trovasse effettivamente
nell'edificio, ma e' significativo che per i bosniaci e per i militari
della Nato non fosse inverosimile l'ipotesi che il generale potesse
aver ottenuto rifugio nel convento...>> (ANSA 21/06/2003 15:15)
<<...Il padre guardiano fra Mate Topic ha detto che i carabinieri ed i
soldati spagnoli hanno tentato ieri sera di perquisire anche il
convento di Scit. Dopo aver circondato l'edifico con almeno cinque
blindati - ha raccontato - hanno bussato alla porta verso le 22.00 ed
hanno chiesto di entrare per un controllo. Dopo aver chiesto di vedere
un mandato di perquisizione che i militari non avevano, fra Mate ha
negato il permesso data la tarda ora...>> (ANSA 09/06/2003 15:16)
ANTI-UE ED ANTITEDESCA.
IL CRIMINALE DI GUERRA CROATO, INTANTO, E' PROTETTO DA QUALCUNO IN
ITALIA, IN FRANCIA... ED IN VATICANO.
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http://www.ansa.it/balcani/croazia/croazia.shtml
CROAZIA: USA, NESSUN MOTIVO DI CREDERE GOTOVINA ALL'ESTERO
(ANSA) - ZAGABRIA, 7 OTT - Nonostante le assicurazioni del governo di
Zagabria, gli Stati uniti non hanno motivo di credere che Ante
Gotovina si trovi all'estero e si aspettano che il governo faccia
passi concreti per l'arresto del generale accusato dal Tribunale
internazionale dell'Aja (Tpi) di crimini di guerra e latitante da due
anni. Lo ha detto oggi a Zagabria l'ambasciatore itinerante Usa
per crimini di guerra Pierre-Richard Prosper dopo l'incontro con il
ministro della giustiza Ingrid Anticevic Marinovic, secondo quanto
riferito dall'agenzia di stampa Hina. ''Ci aspettiamo dal governo
croato passi concreti per trovare Gotovina, le parole non bastano,
qualcosa deve essere intrapreso'', ha detto Prosper ed ha aggiunto che
il caso del generale latitante ''rappresenta un potenziale ostacolo
all'ingresso della Croazia nelle istituzioni europee''. ''Noi non
desideriamo questo, ma tutto e' nelle mani del governo croato''.
Prosper, come ha gia' fatto ieri a Sarajevo, ha ribadito che
Washington sosterra' le eventuali misure rigorose nei confronti di
Zagabria che, a causa di Gotovina, potrebbe chiedere al Consiglio di
sicurezza dell'Onu il procuratore capo del Tpi Carla Del Ponte. ''Il
governo croato sa quali sono queste misure'', ha detto. Gotovina,
47 anni, e' incriminato per il massacro dei civili serbi avvenuto
durante e immediatamente dopo l'ultima offensiva croata, nell'agosto
del 1995, alla fine del conflitto serbo- croato. (ANSA) COR*VD
07/10/2003 19:37
CROAZIA: TPI; USA OFFRONO 5 MILIONI DI DOLLARI PER GOTOVINA
(ANSA) - ZAGABRIA, 09 OTT - Gli Stati uniti hanno posto una taglia
fino a cinque milioni di dollari per Ante Gotovina, il generale
croato ricercato per crimini di guerra dal Tribunale internazionale
dell'Aja (Tpi) e latitante da due anni. Lo ha annunciato, in
un'intervista al quotidiano di Zagabria 'Jutarnji list',
l'ambasciatore itinerante Usa per crimini di guerra Pierre Richard
Prosper. ''Siamo disposti ad aiutare il governo croato per
arrestare Gotovina - ha detto l'inviato americano - con una
ricompensa fino a 5 milioni di dollari per la persona che fornisca
informazioni utili su dove si trovi il generale''. Annunciando che
presto saranno pubblicati i numeri telefonici appositi
dell'Ambasciata Usa a Zagabria, Prosper ha precisato che
''all'informatore, se lo desidera, garantiamo totale anonimato e
anche il trasferimento in qualsiasi parte del mondo, compresi gli
Stati uniti''. ''Questo programma per scoprire i fuggitivi funziona
molto bene - ha detto - ricompense simili le abbiamo gia' pagate in
Bosnia, in Iraq ed in altri paesi''. Prosper, come ha gia'
dichiarato martedi' dopo l'incontro col ministro della giustizia
Ingrid Anticevic Marinovic, ha sottolineato che ''non abbiamo motivo
di credere che Gotovina si trovi all'estero'', come invece sostiene
il governo di Zagabria, ed ha ammonito che il caso del generale
latitante ''rappresenta un potenziale ostacolo all'ingresso della
Croazia nelle istituzioni europee''. ''Noi non desideriamo questo -
ha aggiunto - tutto e' nelle mani del governo croato''. ''Gli
Stati uniti, come ogni altro membro dell'Interpol, scelgono da soli i
modi in cui adempiere ai propri obblighi'', ha commentato il governo
in un comunicato diffuso oggi a Zagabria, e in cui si spiega che da
quando e' stato emesso, nell'estate del 2001, un mandato d'arresto
internazionale per Gotovina, tutti i paesi membri dell'Interpol hanno
il dovere di contribuire all'adempimento di questo impegno. Il
governo ribadisce nel comunicato le dichiarazioni del primo ministro
Ivica Racan rilasciate dopo il recente incontro a Zagabria con il
Procuratore capo del Tpi Carla Del Ponte: che le autorita' croate
sono pronte a verificare ogni informazione che possono ottenere sul
nascondiglio di Gotovina. (ANSA) COR*VD 09/10/2003 13:05
CROAZIA: STAMPA FA UN NOME PER ITALIANO CHE AIUTA GOTOVNA
(ANSA) - ZAGABRIA, 15 OTT - Si chiama P. Parella l'italiano con
l'aiuto del quale, secondo il governo croato, il generale Ante
Gotovina, accusato di crimini di guerra e latitante da due anni,
manterebbe dall'estero i contatti con la famiglia. Lo scrive oggi il
settimanale croato 'Globus', che cita un agente dei servizi segreti
occidentali secondo il quale negli ultimi mesi Gotovina ha scambiato
messaggi Sms con il fratello ed alcuni amici in Croazia con l'aiuto
di Parella, 64 anni, residente nel riminese. Parella, che
secondo il giornale avrebbe legami con la mafia, e' amico di Gotovina
da oltre 15 anni e avrebbe prestato ingenti somme di danaro alla sua
famiglia, visitando piu' volte Pakostane, sua cittadina natale sulla
costa dalmata. Il governo croato, un mese fa, ha informato il
procuratore capo del Tribunale penale dell'Aja (Tpi) Carla Del Ponte
che Gotovina si trova all'estero da dove comunica con i familiari
tramite un italiano, senza precisarne il nome. La stampa, nelle
ultime settimane, ha ipotizzato che Gotovina sia rifugiato in
Sicilia, in Irlanda, o comunque in un paese dell'Ue, aiutato da amici
della Legione straniera nelle cui file ha combattuto in Africa e in
America Latina prima di tornare in patria nel 1991. Il vice-primo
ministro Goran Granic, invece, ha affermato giorni fa che sono stati
alcuni agenti dei servizi segreti occidentali ad organizzare la fuga
di Gotovina al quale Parigi avrebbe rilasciato un passaporto due mesi
prima dell'incriminazione del luglio 2001. Oggi il quotidiano
'Novi list', citando un alto dirigente croato, sostiene che Gotovina
si trova in Croazia e che nei prossimi giorni si rechera' in Francia,
per sottoporsi a un intervento chirurgico, con un passaporto francese
con nome falso, procuratogli dagli amici ex legionari. Secondo
Del Ponte, invece, Gotovina non ha mai lasciato la Croazia. Lunedi',
parlando ai ministri degli esteri dell'Ue a Lussemburgo e chiedendo
pressioni su Zagabria per l'arresto di Gotovina, il magistrato ha
detto di conoscere i nomi delle persone che lo aiutano a nascondersi.
Il premier Ivica Racan ha reagito dicendo di non poter
''categoricamente sostenere'' che il generale non si trovi in patria,
che tutte le informazioni ricevute vengono verificate, ma che finora i
servizi segreti non hanno trovato alcuna conferma. Zagabria teme
che il caso Gotovina possa rallentare il processo per l'integrazione
del paese nell'Ue, in cui spera di entrare nel 2007, tanto piu' che
dopo il rapporto negativo di Del Ponte a Lussemburgo sulla
insoddisfacente collaborazione col Tpi, l'Olanda ha annunciato che
restera' bloccata la procedura di ratifica dell'Accordo di
stabilizzazione ed associazione (Asa), ferma anche nel parlamento di
Londra. (ANSA) COR*VD 15/10/2003 19:57
CROAZIA:PARLA ITALIANO AMICO GOTOVINA, PER ME COME UN FIGLIO
(ANSA) - RIMINI, 17 OTT - Un ex contrabbandiere, in ''pensione''
dalla meta' degli anni '90, oggi costretto a casa a causa di molti
acciacchi, l' ultimo conseguenza di un' emorragia cerebrale che lo ha
colpito dopo un intervento chirurgico alla schiena nel settembre
2002: e' l' identikit di Ferdinando Perrella, napoletano residente a
Misano Adriatico, sulla riviera riminese, che secondo quanto
riportato dal settimanale Globus di Zagabria sarebbe uno degli uomini
che garantisce la latitanza ad Ante Gotovina, l'ex generale croato
che in cinque giorni ''libero''' la Kraijna dalla minoranza serba,
inseguito da 24 mesi da un ordine di cattura internazionale del
Tribunale penale dell' Aja per crimini di guerra, sulla cui testa da
alcune settimane gli Usa hanno messo una taglia da 5 milioni di
dollari. Era dal 2 febbraio 1998 che di Perrella si erano
''perse'' le tracce, da quando un commando composto da tre killer
cerco' di ucciderlo a Lugano. Tra i mancati assassini, tutti
arrestati, c' era anche il riminese Mauro Calascibetta. L' ordine
di cattura internazionale raggiunse il romagnolo in Turchia dove,
rinchiuso in carcere, venne fatto ostaggio da una banda di estremisti
di destra che chiedevano la liberazione di Ocalan. Estradato in
Svizzera, venne condannato a sette anni. Rientrato in Italia per
scontare il residuo di pena, il tribunale di Sorveglianza di Bologna
lo ha affidato in prova ai servizi sociali di Roma, citta' dove
viveva e lavorava come investigatore privato all' epoca della vicenda
Perrella. Perrella chiarisce subito che per lui Gotovina ''e' quel
figlio che non ho mai avuto. Quella che ci lega e' un' amicizia
vera, profonda, fatta di affetto e rispetto. Per questo non mi
avrebbe mai chiesto di aiutarlo. Conoscendo i miei trascorsi sa che
mi sarebbe costato troppo. E poi per me non e' un latitante. L' ho
salutato da uomo libero, doveva partire per una vacanza. Per me resta
un uomo libero''. Da quando non lo vede? ''Questa vicenda non era
ancora scoppiata. Era il 2001''. L' ha piu' sentito? ''Certo che ci
siamo sentiti telefonicamente. Lui mi ha sempre cercato, specialmente
in occasione delle festivita', come lo scorso Natale, quando ci siamo
scambiati gli auguri''. Solo di questo avete parlato? ''Abbiamo
parlato di cose normali tra persone che si vogliono bene, anche
perche' per me lui non e' un latitante''. Quando ha scoperto che
era in fuga? ''Che fosse inseguito da un provvedimento del tribunale
olandese - prosegue Perrella - io l' ho scoperto rientrando in
Croazia. Tutta la strada era costellata di manifesti con il suo volto
e la dicitura eroe. Domandai se avesse ricevuto qualche particolare
onorificenza. Mi venne risposto che lo accusavano di crimini di
guerra. Quello che ha fatto in guerra lo sa solo lui. So per certo
che in 5 giorni ha liberato la Croazia, che e' un uomo speciale,
simpatico, corretto, con tanta umanita'. Un uomo tutto d' un pezzo.
Quando il nuovo Governo decise di pensionare tutti i generali della
guerra, lui, davanti alle telecamere, si alzo', stacco' i gradi dalla
divisa e li getto' a terra: Io - commento' - ho combattuto per la
Croazia non per questo Esecutivo''. Da quanto tempo lo conosce?
''Tutto inizia nel '99 quando attraverso l' Adriatico e sbarco a
Pakostane, sulla costa croata a pochi chilometri da Zara. Dopo aver
soggiornato per un po' in un campeggio, decido di cercare casa che mi
affitta, a tempo indeterminato, suo fratello Boris. Accanto abitano
anche i loro genitori. Ante non l' ho mai visto in divisa. A
Pakostane tornava ogni volta che poteva accompagnato dalla moglie,
ufficiale dell' Esercito anche lei, e dal figlio Ante junior''. Tra le
accuse che le muovono, quello di mantenere la famiglia del generale.
''Per come l' ho conosciuto ha una consistente solidita' economica;
per vivere non ha bisogno di essere aiutato ne' dagli occidentali ne'
dagli extracomunitari. Soldi, in Croazia, ne mando tuttora tramite
bonifici bancari. Sono per alcune famiglie molto bisognose di cui
sono molto amico''. Tornera' in Croazia, anche se la' ha venduto il
suo ristorante, il Vesuvio? ''Certo, io non ho niente da temere, da
nascondere. Secondo voi, se stessi aiutando Ante, parlerei al
telefono fisso di casa con amici comuni per sapere se hanno sue
notizie? Vabbe', ho 64 anni, ho avuto un' emorragia cerebrale
conseguente ad un intervento chirurgico alla schiena, ma visto i miei
trascorsi, pensarmi cosi' ingenuo e' offensivo''. (ANSA).
YOJ-GIO/GUG 17/10/2003 13:22
CROAZIA: TPI, GOVERNO RESPINGE DECISIONE PARLAMENTO
(ANSA) - ZAGABRIA, 30 OTT - Il governo croato ha respinto una
decisione del parlamento che lo obbligava a mettere a disposizione
dei sospettati o accusati di crimini di guerra, anche se in latitanza,
tutti i documenti forniti al Tribunale penale internazionale per l'ex
Jugoslavia (Tpi). Lo si e' appreso dai media croati. Il
governo ha spiegato che in base alla legge costituzionale sulla
collaborazione con il Tpi e ai regolamenti dello stesso tribunale,
l'accesso a tutto il materiale concernente l'accusa e' garantito ai
sospettati e accusati, o ai loro rappresentanti legali, dopo la loro
apparizione davanti ai giudici del Tpi. La vicenda si
riferisce al generale croato Ante Gotovina, accusato di crimini di
guerra ai danni della popolazione civile serba di Croazia e latitante
da due anni, da molti in patria considerato un eroe. La
controversa decisione del parlamento aveva provocato le dimissioni
del vice-premier Goran Granic da responsabile dell'ufficio di
collegamento con il Tpi, carica poi assunta dal premier Ivica Racan.
Secondo Granic la decisione, votata poco prima dello scioglimento del
parlamento in vista delle elezioni poltiche del 23 novembre, era
contraria agli interessi della Croazia e alla legge costituzionale
sulla collaborazione con il Tpi. Negli ultimi mesi Zagabria e'
stata fortemente criticata dalla procura del Tpi e da alcuni governi
occidentali per un'insufficiente cooperazione con il Tribunale
dell'Aja, in primo luogo per il mancato arresto di Gotovina,
minacciando in questo modo di rallentare notevolmente l'avvicinamento
del paese agli organismi euroatlantici, obiettivo 'numero uno' della
politica estera croata. Dopo il malcontento della procura del Tpi
che aveva definito ''illegale'' la decisione del parlamento di
Zagabria, la portavoce Florance Hartmann ha detto invece che ''il
governo ha dimostrato di rispettare gli impegni verso il Tpi'' e di
aver preso l'unica decisione legalmente possibile. (ANSA). VD
30/10/2003 19:07
TPI: CROAZIA, DEL PONTE CRITICA SCHROEDER PER GEN. GOTOVINA
(ANSA) - VIENNA, 4 NOV - Il procuratore generale del Tribunale penale
per l'ex Jugoslavia (Tpi) dell'Aja, Carla Del Ponte, ha ribadito oggi
a Vienna la richiesta alla Croazia di estradare il generale e
presunto criminale di guerra Ante Gotovina come condizione per
l'adesione del paese all'Ue, esprimendo anche il suo disaccordo con
il cancelliere tedesco, Gerhard Schroeder. ''Non condivido la
posizione di Schroeder e sono rimasta molto sorpresa delle sue
dichiarazioni'', ha detto del Ponte in una conferenza stampa nella
sede dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa
(Osce), prima di un discorso davanti ai rappresentanti dei 55 paesi
membri. Schroeder durante una visita a Zagabria la scorsa settimana
aveva dichiarato che ''l'avvicinamento della Croazia all'Ue non
dovrebbe essere condizionato'' dal caso Gotovina. La Croazia, che
ha chiesto l'adesione all'Unione europea a febbraio scorso, e' stata
ripetutamente criticata da Bruxelles e da alcuni governi occidentali
a causa dell' insufficiente collaborazione con il Tpi per il mancato
arresto di Gotovina, ricercato da due anni per atrocita' commesse
contro i serbi durante la guerra in Jugoslavia. Secondo Del Ponte
Gotovina si nasconderebbe in Croazia, ma Zagabria respinge queste
accuse. Del Ponte ha rivolto un appello alla comunita'
internazionale a fare pressioni sui paesi dell'ex Jugoslavia perche'
collaborino pienamente con il Tribunale dell'Aja. Senza la piena
cooperazione dei paesi balcanici il Tpi non potra' terminare il suo
lavoro entro il 2010. ''Oggi ci sono ancora 21 imputati latitanti e
cio' non e' accettabile'', ha detto Del Ponte, citando esplicitamente
i casi dell'ex capo militare dei serbi di Bosnia Ratko Mladic e il
leader serbo-bosniaco Radovan Karadzic. (ANSA). RED*STE
04/11/2003 16:53
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FLASHBACK: DURANTE LA TERZA VISITA PAPALE IN CROAZIA...
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2623
PAPA: CROAZIA; A ZARA POSTER DI GENERALE RICERCATO DA TPI
(ANSA) - ZAGABRIA, 9 GIU - Un poster gigante del generale Ante
Gotovina, ricercato dal Tribunale internazionale dell'Aja, campeggiava
oggi a Zara accanto alle immagini di Giovanni Paolo II con la scritta
''un eroe, non un criminale di guerra''. Gotovina, 47 anni, originario
di Pakostane nei pressi di Zara, e' accusato del ruolo avuto
nell'uccisione di almeno 150 civili serbi durante l'operazione
'Tempesta', l'offensiva contro i secessionisti serbi che permise a
Zagabria di riprendere il controllo della Krajina. Gotovina, al quale
e' stata offerta la cittadinanza onoraria di Zara, e' latitante
dall'estate del 2001 e si ritiene che si nasconda in Erzegovina, la
regione meridionale della Bosnia a maggioranza croata.(ANSA).
VD 09/06/2003 13:27
<<...durante il conflitto nella ex Jugoslavia la chiesa cattolica in
Croazia e in Bosnia si e' schierata a fianco dei croati contro i serbi
e anche contro i musulmani quando, nel 1993, scoppio' in Bosnia la
guerra tra le due comunita' sino ad allora alleate contro le truppe
serbe. Negli anni della guerra i francescani benedicevano i cannoni dei
combattenti croati e, in alcuni casi, quei cannoni hanno sparato
proprio da quei conventi. A testimonianza di questo clima si puo'
ricordare che due settimane fa i militari della Sfor (la forza di pace
della Nato) si sono presentati al convento di Scit, in Erzegovina, dove
secondo notizie di intelligence, si sarebbe trovato il generale croato
Ante Gotovina accusato dal tribunale dell'Aja dell'uccisione di 150
civili serbi negli ultimi mesi della guerra in Croazia. I francescani
non hanno permesso ai soldati di entrare e non c'e' alcuna certezza che
Gotovina, latitante da due anni, si trovasse effettivamente
nell'edificio, ma e' significativo che per i bosniaci e per i militari
della Nato non fosse inverosimile l'ipotesi che il generale potesse
aver ottenuto rifugio nel convento...>> (ANSA 21/06/2003 15:15)
<<...Il padre guardiano fra Mate Topic ha detto che i carabinieri ed i
soldati spagnoli hanno tentato ieri sera di perquisire anche il
convento di Scit. Dopo aver circondato l'edifico con almeno cinque
blindati - ha raccontato - hanno bussato alla porta verso le 22.00 ed
hanno chiesto di entrare per un controllo. Dopo aver chiesto di vedere
un mandato di perquisizione che i militari non avevano, fra Mate ha
negato il permesso data la tarda ora...>> (ANSA 09/06/2003 15:16)