da La Voce del G.A.MA.DI. - dicembre 2003

La guerra illegale

di Pasquale Vilardo

Un articolo di Guido Ambrosino su il Manifesto del 19 ottobre, "un
paesino fa guerra alla NATO" (*), ripropone il problema dell'illegalità
della guerra contro la ex Jugoslavia e la magistratura tedesca, se
ribadirà i principi del diritto internazionale sinora disattesi, può
davvero dare un contributo alle cause e ai processi in corso, in Italia
e in Europa.

C'é da dire infatti che il ricorso all' Autorità Giudiziaria, anche se
finora non ha prodotto risultati eclatanti, tuttavia è legittimo e lo
dimostrano gli interessanti risultati parziali sinora ottenuti.

Prendiamo ad esempio una causa civile analoga a quella in discussione a
Bonn: dinanzi al Tribunale Civile di Roma i parenti delle vittime del
bombardamento sulla Radio Televisione Serba del 23 aprile 1999 hanno
citato il Ministro della Difesa pro-tempore ed altre autorità per
ottenere la dichiarazione giudiziale di fatto illecito-reato e il
conseguente risarcimento dei danni.

Bene, la magistratura italiana ha negato la giurisdizione, considerando
gli illeciti della NATO e del governo italiano "atti politici
insindacabili" - provocando con ciò la reazione indignata di altri
settori della nostra magistratura e un ricorso pendente presso la Corte
Europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo contro lo Stato Italiano
per "denegata giustizia".

La Corte di Strasburgo ha riconosciuto "non manifestamente infondato"
il ricorso e già in novembre potrebbe pronunciarsi. Ma la pronuncia
della magistratura civile italiana è in stridente contrasto con quanto
stabilito dalla magistratura penale italiana sugli stessi argomenti.

Allorché nel maggio 1999 centinaia di cittadini denunciarono il governo
italiano per l'illegalità dell' aggressione NATO alla ex Jugoslavia la
Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma richiese
l'archiviazione in quanto la giurisdizione della magistratura ordinaria
non poteva occuparsi di fatti "riferibili a interessi politici".

Il collegio per i reati ministeriali presso il i tribunale di Roma
invece disattende l'assunto della Procura e afferma in positivo la
giurisdizione della magistratura sui fatti denunciati, cioè
l'illegalità della guerra.

Successivamente la Procura Generale presso la Corte di Cassazione e la
Cassazione stessa riconoscono tale giurisdizione.

L'archiviazione disposta dal Tribunale dei Ministri è quindi avvenuta
non perché l'Autorità Giudiziaria Ordinaria non ha giurisdizione - come
pretendeva la Procura e come ha statuito la magistratura civile - ma
sul presupposto che il governo dell'epoca non aveva violato le leggi,
perché il nostro Parlamento aveva formalmente deliberato la guerra ai
sensi dell'art. 78 della Costituzione: sic!

Ognuno vede che non è stato così, come documentano resoconti
parlamentari e come testimoniano numerosi parlamentari anche di
Centro-destra oltre che di Centro- sinistra.

Allora, anche tale archiviazione può essere impugnata e, ai sensi dell'
art. 2 comma 2 della legge 5.6.89 n. 219, si può chiedere ala Procura
della Repubblica presso il Tribunale di Roma nuove investigazioni per
accertare che il Parlamento non si pronunciò nel marzo 1999 ai sensi
dell' Art. 78 della Costituzione e quindi la richiesta di revoca
dell'archiviazione, per una pronuncia puntuale sull'illegalità di quei
tragici 78 giorni di bombardamento.

Come ognuno vede, le leggi ci sono, occorre però una reale volontà
politica di avvalersene, da parte della sinistra.

LA QUESTIONE DELL'URANIO IMPOVERITO

Questo discorso sulla possibilità di richiedere alla magistratura
ordinaria pronunce positive sugli illeciti di guerra é altresì evidente
nella questione dell'uranio impoverito, scontando però anche qui i
poteri forti interessati rendono il cammino giudiziario difficile: ma
difficile sì, non certo impossibile, né tanto meno illegittimo.

Anche qui, per anni autorità politiche e militari hanno addirittura
negato il problema, ma la tenacia delle vittime nel rivendicare i loro
diritti è stata più forte ed oggi, a livello europeo, sono numerosi i
procedimenti, anche in avanzato stato processuale.

E anche qui un input indubbiamente rilevante per i magistrati italiani
è stato dato dalla segnalazione, da parte dei difensori delle vittime,
che in altri paesi, come attualmente soprattutto in Francia, i
magistrati facevano sul serio.

Di più: un contributo certamente utile è venuto dai giornalisti
realmente indipendenti, sia della TV che della stampa, che
instancabilmente hanno dato voce alle vittime, ai loro difensori, agli
scienziati contro la guerra, costringendo l'Autorità Giudiziaria a
svolgere indagini, a non archiviare.

Così oggi a Torino e a Roma ci sono inchieste in avanzato stato di
indagine e ormai difficilmente archiviabili e a Cagliari vi è già una
richiesta di rinvio a giudizio.

Insomma il panorama giuridico, pur difficile nei suoi iter, è
confortante e non poteva non essere così, visto che le leggi contro il
"flagello della guerra" ci sono, di rango internazionale e
costituzionale soprattutto.

Ma decisivo è stato il fatto che la tenacia delle vittime nel
richiedere giustizia si è incontrata con la combattività dei difensori
legali, con la perizia degli scienziati contro la guerra, con
l'indipendenza di molti giornalisti.

Le c.d. "verità di stato" sono state puntualmente smentite - si veda ad
es. la triste sorte della Commissione Mandelli - e spiragli di
giustizia e di verità sono ormai aperti.

Se dalla Germania verranno ulteriori buone nuove sarà un altro passo
avanti.


(*) http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2910
(NOTA: l'articolo di Vilardo e' stato scritto prima che si svolgesse
l'udienza dello scorso 10 dicembre - vedi:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3037
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3009 -
quando cioe' la magistratura tedesca ha dimostrato di essere succube
della violenza politica della NATO tanto quanto lo sono analoghe corti,
all'Aia ed in altri paesi, tra cui l'Italia. IS)

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