Bulgaria / NATO / USA (italiano / english)


1. Irak: i primi morti della missione bulgara

Cadono i primi soldati bulgari in missione in Irak. A Kerbala sono
cinque i militari a rimanere vittima di un attentato. Ed intanto a
Sofia c’è chi inizia a pensare che l’alleanza agli USA sta costando un
prezzo troppo alto … (Osservatorio Balcani)

2. Sarafovo, la nuova Aviano? (Osservatorio Balcani)

3. Iraq: Polish-Bulgarian-NATO Occupation Zone Still Tense

1) Polish-Bulgarian-NATO Occupation Zone Still Tense
2) A Taste Of Blood: Bulgarian Mercenaries In Revenge
Attacks Against Iraqis
3) New Bulgarian Military Contingent Gathers At
US/NATO Bourgas Base For Deployment To Karbala
4) Bulgarian Prime Minister, Former King Simeon II,
Saxe-Coburg-Gotha, Hosts Belgian King, Queen For New
Year Royal Get-Together As Bulgarian Cannon Fodder
Ship Off To Iraq War Zone
5) Bulgarian Troops Refuse To Die For King And Country


Vedi anche / See also:

Bulgaria Approves Hosting of US, NATO Military Bases
http://www.balkantimes.com/
default3.asp?lang=english&page=process_print&article_id=22451

A sorry outpost of Empire
http://www.bhhrg.org/
CountryReport.asp?ChapterID=607&CountryID=6&ReportID=196&keyword=


=== 1 ===

http://auth.unimondo.org/cfdocs/obportal/
index.cfm?fuseaction=news.notizia&NewsID=2711

Irak: i primi morti della missione bulgara

Cadono i primi soldati bulgari in missione in Irak. A Kerbala sono
cinque i militari a rimanere vittima di un attentato. Ed intanto a
Sofia c’è chi inizia a pensare che l’alleanza agli USA sta costando un
prezzo troppo alto …

(29/12/2003)

Da Sofia scrive Tanya Mangalakova

Cinque rangers bulgari hanno perso la vita a Kerbala in Iraq tra il
27 e il 28 dicembre scorso, quando un’autobomba è esplosa nel campo
bulgaro. Un trasporto d’acqua ha colpito la recinzione della base
indiana, dove il battaglione bulgaro è di stanza. L’infernale
esplosione ha colpito a morte il capitano Georgi Hristov Kachorin, il
sergente Ivan Hristov Petrov, il secondo sergente Anton Valentinov
Petrov, Svilen Dimitrov Kirov e il colonnello Nikolay Saraev morto ieri
nell’ospedale di Baghdad a seguito delle lesioni riportate
nell’attentato. Altri 27 militari sono rimasti feriti , dei quali 17
sono tutt’ora in gravi condizioni e sono stati trasportati in
elicottero presso l’ospedale americano di Baghdad.

L’opinione pubblica si è lamentata particolarmente per il silenzio di
diverse ore mantenuto dal governo bulgaro a seguito dell’incidente,
lasciando le famiglie dei circa 500 soldati di stanza in Iraq. Il
premier bulgaro Simeone, il ministro degli esteri Solomon Passy e il
ministro della difesa Nikolay Svinarov non sono apparsi subito in
pubblico per calmare la società bulgara e le famiglie dei soldati,
tutti e tre gli alti funzionari bulgari non hanno rinunciato alle loro
vacanze natalizie.

Riportate i nostri soldati a casa!

È il titolo dell’articolo di Martin Karbovsky pubblicato dal
quotidiano “24 Chassa” il 28 dicembre. “I soldati bulgari sono carne da
macello nel gioco geostrategica, sono i manichini della NATO, i
bersagli più facili. Con l’attacco ai nostri pochi preparati soldati
gli iracheni possono dimostrare la loro forza di resistenza e
rivendicare le loro perdite per la sconfitta militare e la cattura del
loro dittatore. Questa guerra non è leale da entrambi i lati delle
barricate, e la cosa meno leale è il vostro motivo per essere lì –
pagamenti e obblighi che non esistono. Come emigrati potete avere molti
soldi, così, tornate a casa, questa guerra non è vostra. Siamo stati
coinvolti in un conflitto ma dobbiamo liberarcene adesso: la guerra tra
ebrei e arabi non ci riguarda, la guerra degli USA contro il mondo
nemmeno”.

Qualche giorno prima dell’attacco alla base bulgara di Kerbala era
intervenuto sull’argomento Irak il Presidente Parvanov. “La guerra in
Irak condotta dagli USA non solo non ha posto fine al terrorismo
internazionale ma rischia, per alcuni versi, di averne accentuato la
vitalità”. Lo ha affermato in un’intervista alla radio bulgara “Darik”.
Parvanov non ha cambiato idea quindi rispetto ai giorni nei quali la
Bulgaria scelse di essere al fianco degli USA e lui fu tra i pochi a
sostenere la posizione della Russia, della Francia e della Germania.
“Dovremo favorire il dialogo tra Europa e Stati Uniti” ha aggiunto
Parvanov.
Non a caso l’intervista al Presidente bulgaro verteva sull’Irak.
Quest’ultimo è un argomento da prima pagina sui media bulgari. Non solo
perché la Bulgaria ha preso parte alla missione militare contro il
regime di Saddam Hussein, non solo perché è stata ammessa tra i 63
stati che ricostruiranno il Paese ma anche e soprattutto per i rischi
che il contingente bulgaro deve affrontare quotidianamente in Irak.

Una breve cronologia della presenza bulgara in Irak

Il contingente bulgaro fa parte della forza multinazionale presente
in Irak ed è attualmente sotto commando polacco. Il contingente -
arrivato in Irak nell’agosto del 2003, in seguito ad una decisione del
Consiglio dei Ministri del 22 maggio dello stesso anno - è costituito
da 478 uomini ed è stanziato nelle vicinanze della città di Kerbala,
città santa sciita, un centinaio di chilometri da Baghdad. Compito dei
militari bulgari quello di controllare quest’ultima.

Un prezzo troppo alto per la lealtà alla NATO

I media bulgari sono stati estremamente attenti a riportare qualsiasi
incidente accaduto ai militari a Kerbala. Anche prima della tragica
fine dei cinque militari bulgari si era verificato più di un incidente.
La situazione è resa ancora più difficile dal fatto che si tratta della
prima missione bulgara all’estero e scarso è stato l’addestramento
specifico.
Sino ad ora sono stati spesi per il mantenimento del contingente
bulgaro in Iraq 30 milioni di euro, secondo alcuni troppo per un
piccolo Paese come la Bulgaria. Ma coloro i quali sostengono la
missione affermano che ritornerà utile aver dimostrato la propria
fedeltà alla NATO ancor prima di farne parte.
L’opinione pubblica bulgara è divisa tra chi è pronto ad accettare
questo “prezzo” e chi si è invece espresso in senso contrario. Le
posizioni si sono polarizzate dopo la morte dei tre militari bulgari lo
scorso 27 dicembre. Questa polarizzazione era stata prevista dal
direttore esecutivo dell’Istituto Euro-Atlantico, Konstantin Dimitrov
in un’intervista per un settimanale bulgaro specializzato in questioni
legate alla sicurezza. “Non dimentichiamo che è un’operazione complessa
e rischiosa”, aveva affermato quest’ultimo.

Reclutamenti difficili

“Cinquanta militari rifiutano di partire per Serbala”, riporta lo
scorso 22 dicembre il quotidiano bulgaro Sega citando le parole del
generale Nikola Kolev, a capo dell’esercito bulgaro “ciononostante non
ho dubbi che si riuscirà a formare un secondo contingente disposto ad
andare in Irak. Stiamo tra l’altro accordandoci con l’Università di
Sofia per arruolare interpreti dall’arabo”, ha aggiunto Kolev.
Kolev non ha risparmiato però critiche agli Stati Uniti per come
viene gestita la situazione post-bellica. In particolare nota, in
un’intervista a BTV, che gli USA non sembrano avere una chiara visione
politica dell’Irak del futuro né alcun piano per la ricostruzione.
La difficoltà principale nel reclutare militari disposti a partire è
legata al fatto che, data la legge vigente, possono essere inviati solo
militari che diano il proprio consenso alla missione. Si parte quindi
solo su base volontaria. Lo stesso Kolev ha già proposto che la legge
venga modificata e che ogni soldato bulgaro possa essere inviato senza
un suo espresso assenso in missioni all’estero. “Altrimenti - nota
Kolev - può essere rallentato il processo di professionalizzazione
dell’esercito e la Bulgaria rischia di non essere in grado di adempiere
ai propri doveri di alleato NATO”.

1,7 miliardi di dollari di crediti

L’Irak è debitore nei confronti della Bulgaria di 1,7 miliardi di
dollari. Restituzione dei quali in pochi credono ancora in Bulgaria. La
cattura di Saddam Hussein ha però ravvivato gli animi e in molti
sperano che le grandi potenze si accordino sul debito estero iracheno e
che parte di questo debito possa venir restituito. “Dopo la cattura di
Saddam avverrà la restituzione del debito” aveva assicurato il Ministro
degli esteri bulgaro Solomon Passy. Il quotidiano “Sega” commenta che
il credito nei confronti di Baghdad ammonta al 12,5% del PIL bulgaro.
La Francia si è già detta disposta a rinunciare a 3 miliardi di dollari
che l’Irak le deve, aggiunge “Sega”, sostenendo che questo potrebbe
implicare una maggior disponibilità di risorse per ripianare il credito
bulgaro. “La miglior soluzione per il credito bulgaro nei confronti
dell’Irak è quello di venderlo” ha affermato invece nei giorni scorsi
Krassen Stanchev, direttore dell’Istituto per l’economia di mercato, ha
dichiarato per la sezione bulgara della BBC che “se viene venduto
subito si può recuperare sino al 10% della somma”.


=== 2 ===

www.resistenze.org - popoli resistenti - bulgaria - 23-12-03

fonte: Fonte: Osservatorio sui Balcani

Sarafovo, la nuova Aviano?

di Tanya Mangalakova

12.12.2003 - Sofia

Un tour in alcuni dei Paesi dell’ex Patto di Varsavia. Prima la
Polonia, poi Bucarest ed infine la Bulgaria. Lo ha compiuto nei giorni
scorsi una delegazione del Dipartimento di Stato USA guidata dal
vicesegretario alla Difesa Doulgas Feith. Obiettivo: un giro di
consultazioni sull’eventuale dislocamento in questi Paesi di alcune
basi militari statunitensi attualmente in Europa occidentale.

I politici bulgari si sono prodigati, in primis il Ministro degli
Esteri Solomon Passy ed il Presidente Paravanov, nell’assicurare che vi
è piena disponibilità rispetto alla concessione di basi militari agli
USA. “Il consenso politico su questa opzione è emerso chiaramente già
all’indomani dell’11 settembre quando governo e Parlamento dichiararono
che la Bulgaria intende operare come membro di fatto della NATO”, ha
ricordato Solomon Passy.

Ma Feith non si è limitato a constatare la disponibilità bulgara ma ha
anche posto alcune condizioni chiare all’arrivo dei militari USA. La
posizione della Bulgaria rispetto alla Corte Penale Internazionale
influenzerà le scelte USA sul dispiegamento o meno di basi militari in
Bulgaria, ha affermato. La Bulgaria infatti, nonostante le notevoli
pressioni subite, ha rifiutato di sottoscrivere l’accordo bilaterale
che di fatto escluderebbe dalla giurisdizione della CPI i soldati e
cittadini USA che si fossero resi colpevoli di crimini contro l'umnaità
su suolo bulgaro. La scelta è stata presa dal governo bulgaro anche in
chiave di integrazione europea. In più occasioni infatti l’Unione ha
palesato non solo di non gradire ma anche di considerare un ostacolo
all’allargamento la firma di accordi bilaterali con gli USA di immunità
dalla Corte Penale Internazionale.

Molti quotidiani bulgari sottolineano come il processo di dislocamento
della basi USA dall’Europa occidentale a quella orientale sembra oramai
avviato. Secondo gli esperti militari bulgari la Bulgaria sarebbe tra i
Paesi preferiti dagli USA. Al suo fianco la Polonia e la Romania.

Quella degli scorsi giorni è stata la visita USA di più alto livello
sulla questione della dislocazione della basi USA in Europa. Feith ha
infatti ricevuto il proprio mandato direttamente dal Presiedente USA
Bush. Il Ministro alla difesa Svinarov ha invitato il Parlamento ad
adottare una dichiarazione, prima di Natale, che ribadisca la
disponibilità ad ospitare le strutture miliatri USA. “Che possono
essere di vario tipo” ha reso noto il Ministro “temporanee, permanenti
o ad esempio destinate esclusivamente all’addestramento ed alle
esercitazioni”.

La Bulgaria ha già in passato messo a disposizione proprie basi
militari per operazioni dell’esercito USA. La base aerea di Sarafovo,
sul Mar Nero, nei pressi di Bourgas, è stata utilizzata sia in
occasione degli attacchi all’Afghanistan che all’Iraq. Sono 239 le basi
militari USA in Europa e 116.000 i militari dispiegati nel vecchio
continente. Di questi Washington intenderebbe dislocarne in Europa
orientale circa 42.000.

Ma cosa pensano i cittadini delle località della Bulgaria probabili
sedi delle basi militari USA? Secondo un sondaggio condotto dal
Ministero della Difesa il 43,2% degli intervistati vede con favore
l’arrivo degli americani mentre il 40,7% si sarebbe dichiarato
contrario. Proteste anche della rete bulgara anti-globalizzazione che
ha organizzato a Sofia una manifestazione contro la creazione di basi
NATO ed ha richiesto all’Assemblea Nazionale che ogni decisione
rilevante in merito alla questione debba essere presa attraverso un
referendum popolare.


=== 3 ===

Naslov:       Iraq: Polish-Bulgarian-NATO Occupation Zone Still Tense
Od:       "Rick Rozoff"
Datum:       Ned, 4 Januar, 2004 09:24

1) Polish-Bulgarian-NATO Occupation Zone Still Tense
2) A Taste Of Blood: Bulgarian Mercenaries In Revenge
Attacks Against Iraqis
3) New Bulgarian Military Contingent Gathers At
US/NATO Bourgas Base For Deployment To Karbala
4) Bulgarian Prime Minister, Former King Simeon II,
Saxe-Coburg-Gotha, Hosts Belgian King, Queen For New
Year Royal Get-Together As Bulgarian Cannon Fodder
Ship Off To Iraq War Zone
5) Bulgarian Troops Refuse To Die For King And Country


1)
http://www.novinite.com/view_news.php?id=29544

Novinite (Bulgaria)
January 4, 2004

Situation in Karbala Remains Tense

The situation in the southern Iraqi city of Karbala
and the nearby region remains tense, Bulgarian Defense
Ministry officials reported on Sunday.

The curfew from 9 p.m. to 6 a.m., which the Polish
military imposed after the attacks, is still in force.
Security measures around the camp of the Bulgarian
infantry unit have been beefed up and the soldiers
continue to carry out their assignments.

The health condition of the Bulgarian soldier, injured
in the deadly December 27 attacks that remained in
Karbala is improving. The injured soldiers in Germany
as well as those transported to Bulgaria are also
improving.

The holy Shia city south of Baghdad was hit by a
deadly attack last Saturday, claiming the lives of
five Bulgarian soldiers, the country's first
casualties among the 450 soldiers in the infantry
battalion in Iraq. On Friday it was announced that
more than two dozen Bulgarian soldiers refused to join
a 500-member contingent heading for Iraq after
attacks. The new contingent is to replace 480
Bulgarian troops who have been deployed in Iraq as
part of a 9,000-strong Polish-led multinational
contingent in Iraq.


2)
http://www.novinite.com/view_news.php?id=29532

Novinite
January 4, 2004

Iraqis: Bulgaria's Soldiers Revenge for Dec 27 Attacks

The Bulgarian soldiers that remained in the Iraqi city
of Karbala are now revenging for the killed military
men, claims Bulgarian 24 Chasa newspaper citing Iraqis
from the holy Shia city.

On December 27 deadly attacks claimed the lives 5
Bulgarian and 2 Thai soldiers from the 9,000-strong
22-nation force under Polish command that controls the
region. Those 5 victims were the first Bulgarian
casualties in Iraq and shocked both the nation and the
military unit in Karbala.

Following the blasts in the Bulgarian base the soldier
were drastically changed, the article reads. They
became too abrupt and instead of communicating with
the local people they started beating them up. The
newspaper article even claims that one or two local
people even died after the Bulgarians terrorized them.

A friend of my cousin was killed as he didn't see the
barriers and went on driving his car, an Iraqi said
and claimed that his life was also endangered by the
Bulgarian soldiers once.

One other Iraqi explains that not all Bulgarian
soldiers were like that, adding that some of them are
still very polite. Some of the local people back the
theory that Osama Bin Laden was behind the attacks,
while others say that local criminals, whose interests
were affected are to be blamed.

All Iraqis cited by the Bulgarian newspaper, however,
are certain that the local people should not bear the
consequences, as it was very pleased to see the
Bulgarian soldiers in its town.

No comment has been made from Bulgaria's Defense
Ministry on the behavior of the soldiers. Some of the
military men in Karbala said that the new behavior is
due to the change in the defense tactics. These new
tactics led to even tighter control in the Iraqi city.


3)
http://www.novinite.com/view_news.php?id=29525

Novinite
January 3, 2004

Bulgaria's Replacement Iraq-Bound Unit Arrive at Black
Sea City


The first 60 soldiers from Bulgaria's replacement
contingent in Iraq arrived on Saturday in the Black
Sea city of Burgas.

According to information of local Darik Radio the
sixty soldiers are part of the technical team, which
is to be the first to head for Karbala.

Unconfirmed reports say the soldiers will be flown to
Karbala from the airport of Burgas on Sunday. No
information about the date and hour of the departure
or the kind of transport used has been divulged out of
security concerns.

Additional technical equipment for the Bulgarian
infantry unit will be transported by sea.

A day earlier it became clear that more than two dozen
Bulgarian soldiers refused to join a 500-member
contingent heading for Iraq after attacks. The new
contingent is to replace 480 Bulgarian troops who have
been deployed in Iraq as part of a 9,000-strong
Polish-led multinational contingent in Iraq.


4)
http://www.bgnewsnet.com/

Bulgarian News Network
December 31, 2003

Saxe-Coburg Gotha hosts Belgium's royal couple on the
New Year eve

SOFIA (bnn) Belgium's King Albert II and his wife
Queen Paola are arriving at a private visit to
Bulgaria Wednesday, the Government Information Service
reported. The royal couple will celebrate the New Year
with Prime Minister Simeon Saxe-Coburg Gotha,
Bulgaria's former king and his wife Margarita Gomez
Acebo. According to a report in the Sofia daily Trud
Wednesday, Saxe-Coburg will host Albert II and Paola
at his hereditary alpine mansion of Czarska Bistritsa
in the scenic Rila Mountain, some 80 kilometers (50
miles) south of Sofia.


5)

http://www.onlinebg.com/ASP/wwwbgweb2.asp?mode=article&artdate=2004/1/
3&artno=8

Bulgaria Online
January 3, 2004

Bulgarian Troops Refuse to Go to Iraq

-Government officials have said that Bulgaria will
remain a firm member of the U.S.-lead coalition,
despite the deaths.
"Keeping our military contingent in Iraq is a question
of principle," Prime Minister Simeon Saxcoburggotski
said earlier this week.

More than two dozen Bulgarian soldiers are refusing
deployment in Iraq, following the deaths of five
countrymen in an attack in the Mideast country, a
senior military official said Friday.

Between 25 and 30 soldiers of the second Bulgarian
contingent, due to leave for Iraq in early January to
replace the troops there now, have decided not to go
on the mission, said Gen. Nikolai Kolev, the army
chief of staff. The withdrawals would not affect
Bulgaria's mission in Iraq, he added.

All soldiers in Bulgaria's Iraqi missions have
volunteered to take part.

Bulgaria, a staunch supporter of the U.S. military
campaign in Iraq, last August sent a 485-soldier light
infantry battalion to Iraq.

Some of the replacement soldiers changed their minds
after five of their countrymen were killed a week ago
in a blitz of four suicide car bombs, rocket-propelled
grenades and mortars that blasted coalition military
bases and the Iraqi governor's office.

The troops who withdrew will have to refund the costs
of their training and medical examinations, Kolev
said.

Government officials have said that Bulgaria will
remain a firm member of the U.S.-lead coalition,
despite the deaths.

"Keeping our military contingent in Iraq is a question
of principle," Prime Minister Simeon Saxcoburggotski
said earlier this week.