* La dottrina nucleare della NATO (Group Neutro, Slovenia)
* La guerra biologica degli USA (COUNTERPUNCH, USA)
* La NATO ha intenzionalmente causato una catastrofe ecologica
in Jugoslavia (Michael Chossudovsky)
---
DOTTRINA NUCLEARE DELLA NATO: IL "DIRITTO" AL PRIMO COLPO
Sull'argomento segnaliamo anche un "paginone" di Liberazione dell'11
maggio 2000, con intervista a Isidoro Mortellaro, che spiegava che il
"primo colpo dissuasivo" nucleare potra' essere inferto anche a stati
non nucleari ma provvisti di armi chimiche o biologiche. Tutto questo e'
stato deciso al vertice Nato di Firenze del 24 maggio.
Auguri ...
(luca nencini, enea - casaccia)
-
Subject: FYI: New NATO nuclear arms policy
Date: 15 Jun 2000 11:27:37 PDT
From: Tina.Purnat@... (Tina Purnat)
Public protest regarding the new military doctrine of the NATO alliance
A new military doctrine pf the NATO alliance took effect on May 19,
2000. The document NC-400/2 presents a new military strategy which
authorizes NATO members to use nuclear weapons ofensively. Nucelar
weapons are thus not used as a retaliation to an immediate danger or
attack, but can be used as a "preventive" measure (so-called "first
strike"). The document refers specifically to use of nuclear weapons
against countries that do not posess nuclear wepons technology. Until
now, the use of nuclear weapons was mandated by the principle of
retaliation ( so-called "strike first - die second"), which prevented a
nuclear attack toward a country that does not posess nuclear wepons.
This has now been replaced by the aforementioned "first strike"
principle.
the new doctrine was passed through a special "silent procedure"
protocol of the NATO alliance. The alliance formed a top secret
document which took effect after a specified period of time provided no
member appeals to the content of the document. Since no NATO members
filed appeals or for changes, the doctrine is now binding for all NATO
countries, as well as any future members.
The first information about hte secret document NC-400/2 was aired by
the German TV station ARD. Video clips with commentary can be found at:
-
http://www.tagesschau.de/archiv/2000/05/22/sendungen/ts-1700/meldungen/nato
-
http://www.tagesschau.de/archiv/2000/05/22/sendungen/ts-1700/videos/nato.ram
Existence of the document was also confirmed by the German foreign
minister Joschka Fischer, but refrained form commenting it. At the
recent meeting of the Atlantic summit of the NATO alliance in Florence,
NATO also passed a resolution to protect confidential information. This
resolution prevents "associated members" (form the "Partnership for
Peace", of which Slovenia is also a member) from accesing confidential
information of the NATO alliance. The resolution would prevent the
public from obtaining similar confidential information -- such as the
passing of the new military "first strike" doctrine.
We, the signatories of the public protest, express our disagreement with
the apparent escalation of NATO's agressive tactics. Moreover, we
disagree with the secretive nature of information pertaining to security
and external policies of individual countries. We believe the new NATO
military doctrine is unacceptable for Slovenia, since it contradicts the
124. Article of the Slovenian constitution ("National security shall be
predicated primarily on policies designed to promote peace and an ethic
of peace and nonaggression."). we thus propose that Slovenia
reconsiders its application for membership in NATO.
We propose that the Republic of Slovenia engages more actively in peace
and non-violent policies. We appeal to the Cabinet and the Parliement
of R Slovenia to agian reconsider joining the International initiative
on the use of nuclear weapons. Slovenia has refrained from signing the
initiative under pressure of NATO members.
Signatures (with full names and location) in support of this initiative
can be sent to Neutro@....
We ask for help with dissemination of the petition (it can be found at
the address http://www.ljudmila.org/neutro/protest).
The petition and the signatures will be presented to the leading media,
Parliamentary commission for foreign affairs, the President of R
Slovenia, Ministry of foreign affairs, Ministry of defence, Supreme
court of Slovenia, political parties, and interested non-profit
organizations.
Group Neutro
Krizevniska 16, 1000 Ljubljana, Slovenia
www.ljudmila.org/neutro
neutro@...
===
LA GUERRA BIOLOGICA DEGLI USA
Subject: COLOMBIA: La Guerra Biologica degli Stati Uniti
Date: Wed, 28 Jun 2000 11:46:34 +0200
From: "Comit. Int.sta Arco Iris" <ale.ramon@...>
A seguire riproduciamo un articolo che racchiude il senso del Campo
Antimperialista che si svolgerà ad Assisi dal 30 Luglio al 6 Agosto. E'
evidente come gli Stati Uniti d'America, nel nome della scienza e del
progresso, stiano preparando lo sterminio dei popoli e della
biodiversità.
A seguire la prova.
Guerra Biologica sulle Ande: La prossima arma segreta della CIA
Ingenieria Genetica e Guerra Chimico-Biologica
Da CounterPunch (numero 11, giugno 2000)
L'"agente azzurro" avanza
All'istituto di genetica del Kazakistan, esperti sovietici della guerra
biologica stanno venendo finanziati dagli Stati Uniti e dalla Gran
Bretagna
per testare micoerbicidi, la famiglia dei "Fusarium oxysporum" che
tendono
ad infettare le piante di coca e che sono estremamente simili ad altri
miceti che attaccano le patate, prodotto principale della dieta andina.
La calamità McCaffery
Accanto alle altre scelleratezze perpetrate in nome della Guerra alla
Droga, gli Stati Uniti si stanno ora attivamente preparando per
impiegare
armi biologiche. Le armi consistono in flora patogena progettata per
attaccare la coca, la cannabis ed i papaveri da oppio.
La ricerca nel progetto ha comportato la risurrezione degli agenti
biologici sviluppati tempo fa a Fort Detrick (Maryland), il centro per
il
programma della guerra biologica chiuso dal Presidente Nixon nel 1969.
Profondamente congelati al momento della chiusura del programma, questi
stanno venendo scongelati e preparati per dare l'assalto ai paesi
produttori, nel terzo mondo. Coinvolti sono anche i veterani della
creazione della guerra biologica sovietica, ora finanziati dagli Stati
Uniti con la connivenza di un oscuro agente dell'agenzia delle Nazioni
Unite, assunto con il proposito di proteggere gli Stati Uniti dalla ben
meritata imputazione di violare la convenzione internazionale sulle armi
biologiche.
Il lavoro procede nonostante la ben certificata evidenza che le armi, se
impiegate, avranno un impatto profondo e disastroso sugli ecosistemi dei
paesi in cui verranno impiegate. Oltretutto, il Dipartimento degli Stati
Uniti per l'Agricoltura (United States Department of Agriculture, USDA)
stà
ora compiendo ricerche sull'utilizzo delle modificazioni genetiche per
accrescere la potenza di queste armi biologiche. I principali agenti che
vengono sviluppati sono i patogeni microbici.
Presso l'Istituto di Genetica del Kazakistan, gli ex esperti di guerra
biologica vengono finanziati dagli Stati Uniti per testare
funghi-micoerbicidi, in particolare la Pleospora, per uccidere i
papaveri
da oppio e le piante di marijuana.
Nelle Ande e nell'Amazzonia occidentale, gli Stati Uniti stanno
programmando di testare e diffondere l'applicazione del "fusarium
oxysporum", un fungo anti-coca. Il budget per quest'anno (Fiscal Year
2000)
contiene almeno 23 milioni di dollari (46 miliardi di lire) per questi
programmi, sebbene altri contributi verranno certamente bruciati nella
copertura dei preventivi per spese militari e di controspionaggio.
La prospettiva di ricevere un attacco biologico non sembra però
entusiasmare paesi come il Peru', la Bolivia e la Colombia. Il governo
peruviano ha già bandito la possibilità di testare o utilizzare
micoerbicidi. Il governo colombiano sembra altrettanto contrario, ma è
stato abilmente ammonito dai sostenitori del progetto del Conresso
Statunitense che se la Colombia vuole il suo pacchetto di aiuti da 1,8
miliardi di dollari (36.000 miliardi di lire), farebbe bene ad accettare
anche i funghi.
Lo scorso marzo, Il presidente del Comitato per gli Affari Esteri della
Casa Bianca, Benjamin Gilman, ha aggiunto un emendamento al disegno di
legge per l'aiuto colombiano, richiedendo al Presidente Clinton di
certificare che il governo colombiano "abbia accettato e stia
sviluppando
una strategia per eliminare tutta la produzione colombiana di coca e di
papaveri oppiacei" utilizzando, tra gli altri mezzi, "micoerbicidi
testati
ed ecologicamente sicuri". L'emendamento è ancora presente nel disegno
di
legge (che stà venendo discusso al senato) nonostante una subcommissione
di
scienziati colombiani del Tribunale Civile per l'Ambiente abbia
affermato
che l'uso di agenti micoerbicidi rappresenta "un grande pericolo sia per
gli umani che per l'ambiente e la biodiversità della Colombia".
E' facile capire perché i colombiani sono spaventati. La condizione
necessaria per questo tipo di armi sarebbe che queste dovrebbero essere
"host specific", cioè che dovrebbero attaccare solo l'obiettivo
designato e
nulla di più.
Secondo Ed Hammond del Progetto "Sunshine", che ricercava e
pubblicizzava
questa scelleratezza, i tests condotti dai ricercatori della USDA nel
1994
e 1995, utilizzando il fungo "fusarium oxysporum" (EN4), hanno dato come
risultato l'infezione di due specie di piante, diverse da quella della
coca.
Inoltre, la famiglia dei "Fusarium oxysporum", che tende ad infettare le
piante di coca, è estremamente simile ad altri miceti che attaccano le
patate, prodotto principale nella dieta andina.
Questo non è molto sorprendente perchè, come sottolinea Hammond, l'EN4 è
stato ideato per attaccare diverse specie di piante di coca ed inoltre
non
può essere interamente "host specific".
Così le rare e belle farfalle agrias potranno presto sparire
nell'ennesima
casualità della Guerra alla Droga, dal momento che le loro larve
nascono e
maturano nelle imparentate piante selvagge della coca. Una delle poche
aree
dove le agria possono essere trovate è la zona a nord della regione del
fiume Putumayo, un centro sia della attività della guerriglia che della
coltivazione della coca in Colombia ed inoltre, uno dei primi obiettivi
della campagna di fumigazione al fungo, da parte degli Stati Uniti.
Nel frattempo, tornando nei laboratori, i ricercatori dell'USDA stanno
lavorando per creare specie di funghi geneticamente modificati, compresa
la
clonazione di famiglie del fusarium che attaccano le patate, per
produrre
così qualcosa di ancora più perverso.
Tuttavia, nella loro ricerca per strumenti di ciò che ufficialmente si
conosce come "bio-controllo", i ricercatori del governo sono tornati,
così
sembra, indietro al passato.
Infatti, prima del 1949, secondo i documenti dati ad Hammond in base
all'Atto di Libertà dell'Informazione (Freedom of Information Act,
FOIA),
una squadra del Servizio di Ispezione sulle Piante e sugli Animali
dell'USDA (Animal and Plant Inspection Service, APHIS) ha trovato un
virus
in un albero Datura, importato dal Cauca (Colombia). Qualcuno, non è
ancora
chiaro chi, ha determinato che il virus potrebbe essere utile come
agente
anti-oppiacee, ed è stato quindi inviato al centro per la guerra
biologica
di Fort Detrick (Maryland), con l'etichetta D-437.
Sulla base dell'ordine di Nixon di chiudere il centro, il D-437 non è
stato
distrutto ma messo in un luogo ad alto congelamento, dimenticato da
tutti
ma non dai ricercatori che avevano lavorato così felicemente a Detrick.
Il 12 Aprile di quest'anno, Hammond ha raccolto una breve citazione del
D-437 in una pagina web dell'Esercito degli Stati Uniti, per il fatto
che
questo era stato studiato da tale Dottor Vernon Damsteegt, lui stesso
uno
dei veterani di Detrick.
Alle successive inchieste di Hammond, ogni menzione del virus e della
sua
custodia venivano rimosse dal sito, che riportava la fraudolenta
notificazione che l'ultimo aggiornamento fosse avvenuto il giorno 6
Aprile.
Il 1969 è stato l'anno in cui Richard Nixon lanciò la sua guerra alla
droga, utilizzando per questo la sua forza di polizia segreta, la DEA
(Drug
Enforcement Agency), una storia raccontata nel grande libro di Edward J.
Epstein, "l'Agenzia della Paura" (Agency of Fear).
La guerra biologica era integrale per gli Stati Uniti contro il Vietnam.
CounterPunchers ricorda l'"agente arancione", il disgustoso infuso
impiegato per defoliare la giungla.
L'"agente azzurro", lanciato sulla produzione di riso, è un po' meno
conosciuto. Lo scopo era privare il Fronte di Liberazione Nazionale
dall'approvigionamento di cibo. Le piantagioni di riso che si riteneva
servissero al nemico, venivano pesantemente irrorate e distrutte.
Il professor Matthew Meselsen ricorda come, nell'anno 1970, venne
prelevato
da un colonnello del Reparto Chimico dell'Esercito degli Stati Uniti per
sorvolare una vallata di un altopiano che era stato irrorato con
l'"agente
azzurro", alcune settimane prima. Come volarono sopra la valle
devastata,
il colonnello coraggiosamente spiegò a Meselsen che questa era stata
ovviamente una fonte di approvigionamento di cibo per l'FLN, dal momento
che non si erano viste abitazioni nella zona.
Successivamente, essi atterrarono in un vicino villaggio che scoprirono
essere popolato da rifugiati della vicina valle. I rifugiati spiegarono
di
essere scappati perché gli americani avevano appena distrutto la loro
piantagione di riso. Analizzando fotografie che aveva preso dal cielo,
Meselsen successivamente scoprì numerose case che erano rimaste
invisibili
mentre si volava sopra le stesse velocemente.
Un semplice calcolo rivelava che la quantità di riso era sufficiente
solo
per alimentare la popolazione locale, senza nessun avanzo per l'affamata
guerriglia vietnamita.
Meselsen scrisse un rapporto che forniva qualche dubbio politico sul
comando statunitense in Vietnam, nel quale si raccomandava a Washington
di
porre fine all'"agente azzurro". La raccomandazione venne fatta filtrare
dal Washington Post e fu allora che Nixon cancellò immediatamente il
programma.
Questa è una misura della barbarie della presente generazione di
guerrieri
della droga che fanno sì che Richard Nixon sembri assennato. Nonostante
l'evidenza dei pericoli dello sviluppo delle armi biologiche come il
fungo,
gli Stati Uniti sembrano determinati ad andare avanti.
------------------------------------------------------
| Fonte: CounterPunch |
| 3220 N. St., NW, PMB 346 Washington, DC, 20007-2829 |
| 1-800-840-3683 (phone) 1-800-967-3620 (fax) |
| http://www.counterpunch.org |
| http://www.purefood.org/corp/biowar.cfm |
------------------------------------------------------
____________________________________
*) Per chi non volesse continuare a ricevere nostre notizie, è
semplicemente necessario scrivere allo stesso indirizzo, specificando
"unsubscribe" nel titolo (subject) del messaggio e l'indirizzo che deve
essere eliminato dalla lista di distribuzione.
____________________________________
Comitato Internazionalista Arco Iris
Via Don Minzoni 33
25082 Botticino Sera (BS)
E-mail: ale.ramon@...
Tel/Fax 030-2190006
===
LA CATASTROFE ECOLOGICA IN JUGOSLAVIA
STOP NATO: ¡NO PASARAN! - HTTP://WWW.STOPNATO.COM
Emperor's New Clothes
http://emperors-clothes.com/articles/chuss/willful.htm
NATO Willfully Triggered An Environmental Catastrophe In Yugoslavia
by Michel Chossudovsky (6-18-00)
Professor of Economics, University of Ottawa, author of "The
Globalization of Poverty, Third World Network, Penang, Zed Books,
London, 1997.
By using thermal images, NATO was able to identify which of the tanks
were still filled with toxic chemicals. If NATO's objective were to
solely disable the plant without the risk of "collateral" environmental
damage, they could have done it by smart bombing the equipment and
machinery. Why did they also need to hit with utmost accuracy the tanks
containing noxious liquids? The "smart bombs" were not dumb; they knew
where to go. NATO had singled out the containers, tanks and reservoirs,
which still contained toxic materials. According to the Pancevo plant
director, NATO did not hit a single empty container. "This was not
accidental; they chose to hit those that were full and these chemicals
spilled into the canal leading to the Danube."
The air raids on the Pancevo industrial complex located in the outskirts
of Belgrade started on April 4th 1999 and continued relentlessly until
the 7th of June. The Pancevo complex included an oil refinery facility
(built with technical support from Texaco) and a Nitrogen Processing
Plant producing fertilizer for Yugoslav agriculture. The petrochemical
plant was bombed extensively (41 bombs and 7 missile attacks). The
bombed areas of the complex were less than two hundred meters from
residential buildings.
At the outset of the "humanitarian air raids -- in a well-led public
relations stunt -- NATO had reassured World opinion " that "precise
targeting" using sophisticated weaponry was intended to avoid
"collateral damage" including environmental hazards:
"We do everything we possibly can to avoid unnecessary collateral
damage. We take it very seriously, work very hard at doing that, spend a
lot of time planning for the missions."1
At Pancevo, however, exactly the opposite occurred. "State of the art"
aerial surveillance and thermal detection systems were not only used to
disable and destroy Yugoslavia's petrochemical industry; they were
willfully applied to trigger an environmental disaster.
At the beginning of the war, workers at the plant had been actively
involved in removing toxic materials from the site, emptying several
large tanks and containers of toxic chemicals precisely to avert the
risks of "collateral damage." They did not realize NATO was watching
them through air-to-ground surveillance systems as well as satellite
images. Using thermal detection, NATO military planners knew which of
the containers had been emptied and which remained full. How does that
work? All objects including the containers of toxic chemicals in the
Pancevo plant emit infrared radiation. A thermal imager from a spy
satellite or an aircraft can detect infrared radiation and convert its
readings into a high-resolution video or snap picture.
The thermal imager can detect temperature differentials as small as 0.1
degrees centigrade which enables it to distinguish without difficulty
between full and empty containers. The thermal images can be generated
from a device installed on the fuselage of an aircraft. NATO warplanes
were equipped with various advanced imaging systems including just such
infrared/electro-optical sensors.
Moreover, multispectral thermal imaging satellite systems routinely used
during the Gulf war were also used by NATO in Yugoslavia. Thermal
satellite images were relayed to the Combined Air Operations Centre
(CAOC) in Vicenza, Italy where the bombing raids weere carefully
planned. U2 spy planes were also used: In the words of a Pentagon
spokesman, the U2 "snaps a picture from very high altitude, beams it
back in what we call a reach-back, to the States where it is very
quickly analyzed." And from there, "the right targeting data" is relayed
to the CAOC base in Vincenza which then "passes [it] on to people in the
cockpit". 2
NATO planners also had detailed information on the layout of the plant,
which had been built on contract with a US multinational engineering
company Foster Wheeler (a firm specializing in the construction of
petrochemical and polymer plants). NATO knew exactly where things were.
In a cruel irony, US investment in Yugoslavia (financed with loans from
the World Bank) was being demolished by Uncle Sam. Did the pilots
sitting in the cockpit know that they were bombing a plant which was
"Made in America?"
A large number of the containers had been emptied. By using thermal
images, NATO was able to identify which of the tanks were still filled
with toxic chemicals. Among these noxious liquids were containers of
ethylene-dichloride (EDC), ethylene, chlorine, chlorine-hydrogen,
propylene and vinyl chloride monomers (VCM). Well documented by
environmentalists, the VCM monomer used to produce plastics (eg. PVC
resin) is a dangerous cancerogenic groundwater contaminant (see photo
2). Vinyl chloride also has the potential to cause neurological and
liver damage, as well as damage to the fetus causing birth defects.
If NATO's objective were to solely disable the plant without the risk of
"collateral" environmental damage, they could have done it by smart
bombing the equipment and machinery. Why did they also need to hit with
utmost accuracy the tanks containing noxious liquids? The "smart bombs"
were not dumb; they knew where to go. NATO had singled out the
containers, tanks and reservoirs, which still contained toxic materials.
According to the Pancevo plant director, NATO did not hit a single empty
container. "This was not accidental; they chose to hit those that were
full and these chemicals spilled into the canal leading to the Danube".
The containers that contained deadly chemicals were deliberately blown
up.
When the smart bombs hit their targets at Pancevo with impressive
accuracy (see photos below), noxious fluids and fumes were released into
the atmosphere, water and soil.
According to the petrochemical plant director, the ethylene-dichloride
(EDC) spillovers had contaminated 10 hectares of land on and in the
vicinity of the plant. 3
The soil is still soaked with toxic ethylene-dichloride. According to a
report of the Regional Environment Center for Central and Eastern Europe
(REC) "more than one thousand tons of ethylene dichloride spilled from
the Pancevo petrochemical complex into the Danube [through the canal
which links the plant to the river]. Over a thousand tonnes of natrium
hydroxide were spilled from the Pancevo petrochemical complex. Nearly
1,000 tons of hydrogen chloride spilled from Pancevo into the Danube
River"4
Eight tons of mercury escaped from the petrochemical complex spilling
into the soil. The wastewater treatment plant was also bombed thereby
exacerbating the ecological impact.
NATO military strategists knew precisely what they were doing and what
would be the likely consequences. On April 4, at the neighboring oil
refinery, two NATO missiles had hit the refinery's control rooms killing
three staff members. The strikes set the plant on fire, reducing it to a
toxic wreck. The objective was not to avoid an environmental disaster
but to create one (see photos). NATO expected that by ruthlessly bombing
Pancevo among other civilian sites, they would intimidate Belgrade into
accepting the Rambouillet Agreement including the infamous Military
Appendix under which NATO would occupy all of Yugoslavia.
The Greens from Germany and experts from the United Nations
Environmental Programme (UNEP) as well as other groups visited the plant
after the War. The UNEP report minimizes the environmental impacts while
casually underscoring in its main conclusions that Pancevo was an
environmental hazard before the bombings. 5 The UNEP report is a
carefully worded cover-up. It downplays the seriousness of the
environmental catastrophe, while placing the blame (without supporting
evidence) on the Yugoslav authorities. Tacitly upholding the legitimacy
of the Western military alliance, UNEP's findings are in overt
contradiction with those of other scientific studies including that of
the Regional Environment Center for Central And Eastern Europe (REC)
prepared for the European Commission (see footnote 4). The complicity of
UNEP, a specialized agency of the UN with a track record of integrity is
yet another symptom of the ambivalent role of the United Nations system
in upholding the Western Military Alliance.
Smart bomb hit container with meticulous accuracy (Pancevo petrochemical
complex, March 2000, ©Michel Chossudovsky)
VCM tank containing toxic cancerogenic chemicals hit by NATO
(© Michel Chossudovsky, March 2000)
FOOTNOTES
Statement of General Charles Wold of the Pentagon, Department of Defense
Press Briefing, Washington, 12 April 1999.
Department of Defense Press Briefing, Washington, May 14th, 1999.
Interview conducted by the author in Pancevo, March 2000.
4. See the report of the REC entitled Assessment of the Environmental
Impact of Military Activities During the Yugoslavia Conflict at
http://www.rec.org/REC/Announcements/yugo/background.html)
5. The UNEP report entitled The Kosovo Conflict: Consequences for the
Environment & Human Settlements prepared for the European Commission can
be consulted at http://www.grid.unep.ch/btf/final/index.html
© by Michel Chossudovsky, Ottawa, June 2000. All rights reserved.
Permission is granted to post this text on "community Internet sites"
provided the essay and the pictures remain intact and the copyright note
is displayed. For community postings, kindly send a short message to
emperors1000@.... To publish this text on commercial Internet sites,
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http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
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* La guerra biologica degli USA (COUNTERPUNCH, USA)
* La NATO ha intenzionalmente causato una catastrofe ecologica
in Jugoslavia (Michael Chossudovsky)
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DOTTRINA NUCLEARE DELLA NATO: IL "DIRITTO" AL PRIMO COLPO
Sull'argomento segnaliamo anche un "paginone" di Liberazione dell'11
maggio 2000, con intervista a Isidoro Mortellaro, che spiegava che il
"primo colpo dissuasivo" nucleare potra' essere inferto anche a stati
non nucleari ma provvisti di armi chimiche o biologiche. Tutto questo e'
stato deciso al vertice Nato di Firenze del 24 maggio.
Auguri ...
(luca nencini, enea - casaccia)
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Subject: FYI: New NATO nuclear arms policy
Date: 15 Jun 2000 11:27:37 PDT
From: Tina.Purnat@... (Tina Purnat)
Public protest regarding the new military doctrine of the NATO alliance
A new military doctrine pf the NATO alliance took effect on May 19,
2000. The document NC-400/2 presents a new military strategy which
authorizes NATO members to use nuclear weapons ofensively. Nucelar
weapons are thus not used as a retaliation to an immediate danger or
attack, but can be used as a "preventive" measure (so-called "first
strike"). The document refers specifically to use of nuclear weapons
against countries that do not posess nuclear wepons technology. Until
now, the use of nuclear weapons was mandated by the principle of
retaliation ( so-called "strike first - die second"), which prevented a
nuclear attack toward a country that does not posess nuclear wepons.
This has now been replaced by the aforementioned "first strike"
principle.
the new doctrine was passed through a special "silent procedure"
protocol of the NATO alliance. The alliance formed a top secret
document which took effect after a specified period of time provided no
member appeals to the content of the document. Since no NATO members
filed appeals or for changes, the doctrine is now binding for all NATO
countries, as well as any future members.
The first information about hte secret document NC-400/2 was aired by
the German TV station ARD. Video clips with commentary can be found at:
-
http://www.tagesschau.de/archiv/2000/05/22/sendungen/ts-1700/meldungen/nato
-
http://www.tagesschau.de/archiv/2000/05/22/sendungen/ts-1700/videos/nato.ram
Existence of the document was also confirmed by the German foreign
minister Joschka Fischer, but refrained form commenting it. At the
recent meeting of the Atlantic summit of the NATO alliance in Florence,
NATO also passed a resolution to protect confidential information. This
resolution prevents "associated members" (form the "Partnership for
Peace", of which Slovenia is also a member) from accesing confidential
information of the NATO alliance. The resolution would prevent the
public from obtaining similar confidential information -- such as the
passing of the new military "first strike" doctrine.
We, the signatories of the public protest, express our disagreement with
the apparent escalation of NATO's agressive tactics. Moreover, we
disagree with the secretive nature of information pertaining to security
and external policies of individual countries. We believe the new NATO
military doctrine is unacceptable for Slovenia, since it contradicts the
124. Article of the Slovenian constitution ("National security shall be
predicated primarily on policies designed to promote peace and an ethic
of peace and nonaggression."). we thus propose that Slovenia
reconsiders its application for membership in NATO.
We propose that the Republic of Slovenia engages more actively in peace
and non-violent policies. We appeal to the Cabinet and the Parliement
of R Slovenia to agian reconsider joining the International initiative
on the use of nuclear weapons. Slovenia has refrained from signing the
initiative under pressure of NATO members.
Signatures (with full names and location) in support of this initiative
can be sent to Neutro@....
We ask for help with dissemination of the petition (it can be found at
the address http://www.ljudmila.org/neutro/protest).
The petition and the signatures will be presented to the leading media,
Parliamentary commission for foreign affairs, the President of R
Slovenia, Ministry of foreign affairs, Ministry of defence, Supreme
court of Slovenia, political parties, and interested non-profit
organizations.
Group Neutro
Krizevniska 16, 1000 Ljubljana, Slovenia
www.ljudmila.org/neutro
neutro@...
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LA GUERRA BIOLOGICA DEGLI USA
Subject: COLOMBIA: La Guerra Biologica degli Stati Uniti
Date: Wed, 28 Jun 2000 11:46:34 +0200
From: "Comit. Int.sta Arco Iris" <ale.ramon@...>
A seguire riproduciamo un articolo che racchiude il senso del Campo
Antimperialista che si svolgerà ad Assisi dal 30 Luglio al 6 Agosto. E'
evidente come gli Stati Uniti d'America, nel nome della scienza e del
progresso, stiano preparando lo sterminio dei popoli e della
biodiversità.
A seguire la prova.
Guerra Biologica sulle Ande: La prossima arma segreta della CIA
Ingenieria Genetica e Guerra Chimico-Biologica
Da CounterPunch (numero 11, giugno 2000)
L'"agente azzurro" avanza
All'istituto di genetica del Kazakistan, esperti sovietici della guerra
biologica stanno venendo finanziati dagli Stati Uniti e dalla Gran
Bretagna
per testare micoerbicidi, la famiglia dei "Fusarium oxysporum" che
tendono
ad infettare le piante di coca e che sono estremamente simili ad altri
miceti che attaccano le patate, prodotto principale della dieta andina.
La calamità McCaffery
Accanto alle altre scelleratezze perpetrate in nome della Guerra alla
Droga, gli Stati Uniti si stanno ora attivamente preparando per
impiegare
armi biologiche. Le armi consistono in flora patogena progettata per
attaccare la coca, la cannabis ed i papaveri da oppio.
La ricerca nel progetto ha comportato la risurrezione degli agenti
biologici sviluppati tempo fa a Fort Detrick (Maryland), il centro per
il
programma della guerra biologica chiuso dal Presidente Nixon nel 1969.
Profondamente congelati al momento della chiusura del programma, questi
stanno venendo scongelati e preparati per dare l'assalto ai paesi
produttori, nel terzo mondo. Coinvolti sono anche i veterani della
creazione della guerra biologica sovietica, ora finanziati dagli Stati
Uniti con la connivenza di un oscuro agente dell'agenzia delle Nazioni
Unite, assunto con il proposito di proteggere gli Stati Uniti dalla ben
meritata imputazione di violare la convenzione internazionale sulle armi
biologiche.
Il lavoro procede nonostante la ben certificata evidenza che le armi, se
impiegate, avranno un impatto profondo e disastroso sugli ecosistemi dei
paesi in cui verranno impiegate. Oltretutto, il Dipartimento degli Stati
Uniti per l'Agricoltura (United States Department of Agriculture, USDA)
stà
ora compiendo ricerche sull'utilizzo delle modificazioni genetiche per
accrescere la potenza di queste armi biologiche. I principali agenti che
vengono sviluppati sono i patogeni microbici.
Presso l'Istituto di Genetica del Kazakistan, gli ex esperti di guerra
biologica vengono finanziati dagli Stati Uniti per testare
funghi-micoerbicidi, in particolare la Pleospora, per uccidere i
papaveri
da oppio e le piante di marijuana.
Nelle Ande e nell'Amazzonia occidentale, gli Stati Uniti stanno
programmando di testare e diffondere l'applicazione del "fusarium
oxysporum", un fungo anti-coca. Il budget per quest'anno (Fiscal Year
2000)
contiene almeno 23 milioni di dollari (46 miliardi di lire) per questi
programmi, sebbene altri contributi verranno certamente bruciati nella
copertura dei preventivi per spese militari e di controspionaggio.
La prospettiva di ricevere un attacco biologico non sembra però
entusiasmare paesi come il Peru', la Bolivia e la Colombia. Il governo
peruviano ha già bandito la possibilità di testare o utilizzare
micoerbicidi. Il governo colombiano sembra altrettanto contrario, ma è
stato abilmente ammonito dai sostenitori del progetto del Conresso
Statunitense che se la Colombia vuole il suo pacchetto di aiuti da 1,8
miliardi di dollari (36.000 miliardi di lire), farebbe bene ad accettare
anche i funghi.
Lo scorso marzo, Il presidente del Comitato per gli Affari Esteri della
Casa Bianca, Benjamin Gilman, ha aggiunto un emendamento al disegno di
legge per l'aiuto colombiano, richiedendo al Presidente Clinton di
certificare che il governo colombiano "abbia accettato e stia
sviluppando
una strategia per eliminare tutta la produzione colombiana di coca e di
papaveri oppiacei" utilizzando, tra gli altri mezzi, "micoerbicidi
testati
ed ecologicamente sicuri". L'emendamento è ancora presente nel disegno
di
legge (che stà venendo discusso al senato) nonostante una subcommissione
di
scienziati colombiani del Tribunale Civile per l'Ambiente abbia
affermato
che l'uso di agenti micoerbicidi rappresenta "un grande pericolo sia per
gli umani che per l'ambiente e la biodiversità della Colombia".
E' facile capire perché i colombiani sono spaventati. La condizione
necessaria per questo tipo di armi sarebbe che queste dovrebbero essere
"host specific", cioè che dovrebbero attaccare solo l'obiettivo
designato e
nulla di più.
Secondo Ed Hammond del Progetto "Sunshine", che ricercava e
pubblicizzava
questa scelleratezza, i tests condotti dai ricercatori della USDA nel
1994
e 1995, utilizzando il fungo "fusarium oxysporum" (EN4), hanno dato come
risultato l'infezione di due specie di piante, diverse da quella della
coca.
Inoltre, la famiglia dei "Fusarium oxysporum", che tende ad infettare le
piante di coca, è estremamente simile ad altri miceti che attaccano le
patate, prodotto principale nella dieta andina.
Questo non è molto sorprendente perchè, come sottolinea Hammond, l'EN4 è
stato ideato per attaccare diverse specie di piante di coca ed inoltre
non
può essere interamente "host specific".
Così le rare e belle farfalle agrias potranno presto sparire
nell'ennesima
casualità della Guerra alla Droga, dal momento che le loro larve
nascono e
maturano nelle imparentate piante selvagge della coca. Una delle poche
aree
dove le agria possono essere trovate è la zona a nord della regione del
fiume Putumayo, un centro sia della attività della guerriglia che della
coltivazione della coca in Colombia ed inoltre, uno dei primi obiettivi
della campagna di fumigazione al fungo, da parte degli Stati Uniti.
Nel frattempo, tornando nei laboratori, i ricercatori dell'USDA stanno
lavorando per creare specie di funghi geneticamente modificati, compresa
la
clonazione di famiglie del fusarium che attaccano le patate, per
produrre
così qualcosa di ancora più perverso.
Tuttavia, nella loro ricerca per strumenti di ciò che ufficialmente si
conosce come "bio-controllo", i ricercatori del governo sono tornati,
così
sembra, indietro al passato.
Infatti, prima del 1949, secondo i documenti dati ad Hammond in base
all'Atto di Libertà dell'Informazione (Freedom of Information Act,
FOIA),
una squadra del Servizio di Ispezione sulle Piante e sugli Animali
dell'USDA (Animal and Plant Inspection Service, APHIS) ha trovato un
virus
in un albero Datura, importato dal Cauca (Colombia). Qualcuno, non è
ancora
chiaro chi, ha determinato che il virus potrebbe essere utile come
agente
anti-oppiacee, ed è stato quindi inviato al centro per la guerra
biologica
di Fort Detrick (Maryland), con l'etichetta D-437.
Sulla base dell'ordine di Nixon di chiudere il centro, il D-437 non è
stato
distrutto ma messo in un luogo ad alto congelamento, dimenticato da
tutti
ma non dai ricercatori che avevano lavorato così felicemente a Detrick.
Il 12 Aprile di quest'anno, Hammond ha raccolto una breve citazione del
D-437 in una pagina web dell'Esercito degli Stati Uniti, per il fatto
che
questo era stato studiato da tale Dottor Vernon Damsteegt, lui stesso
uno
dei veterani di Detrick.
Alle successive inchieste di Hammond, ogni menzione del virus e della
sua
custodia venivano rimosse dal sito, che riportava la fraudolenta
notificazione che l'ultimo aggiornamento fosse avvenuto il giorno 6
Aprile.
Il 1969 è stato l'anno in cui Richard Nixon lanciò la sua guerra alla
droga, utilizzando per questo la sua forza di polizia segreta, la DEA
(Drug
Enforcement Agency), una storia raccontata nel grande libro di Edward J.
Epstein, "l'Agenzia della Paura" (Agency of Fear).
La guerra biologica era integrale per gli Stati Uniti contro il Vietnam.
CounterPunchers ricorda l'"agente arancione", il disgustoso infuso
impiegato per defoliare la giungla.
L'"agente azzurro", lanciato sulla produzione di riso, è un po' meno
conosciuto. Lo scopo era privare il Fronte di Liberazione Nazionale
dall'approvigionamento di cibo. Le piantagioni di riso che si riteneva
servissero al nemico, venivano pesantemente irrorate e distrutte.
Il professor Matthew Meselsen ricorda come, nell'anno 1970, venne
prelevato
da un colonnello del Reparto Chimico dell'Esercito degli Stati Uniti per
sorvolare una vallata di un altopiano che era stato irrorato con
l'"agente
azzurro", alcune settimane prima. Come volarono sopra la valle
devastata,
il colonnello coraggiosamente spiegò a Meselsen che questa era stata
ovviamente una fonte di approvigionamento di cibo per l'FLN, dal momento
che non si erano viste abitazioni nella zona.
Successivamente, essi atterrarono in un vicino villaggio che scoprirono
essere popolato da rifugiati della vicina valle. I rifugiati spiegarono
di
essere scappati perché gli americani avevano appena distrutto la loro
piantagione di riso. Analizzando fotografie che aveva preso dal cielo,
Meselsen successivamente scoprì numerose case che erano rimaste
invisibili
mentre si volava sopra le stesse velocemente.
Un semplice calcolo rivelava che la quantità di riso era sufficiente
solo
per alimentare la popolazione locale, senza nessun avanzo per l'affamata
guerriglia vietnamita.
Meselsen scrisse un rapporto che forniva qualche dubbio politico sul
comando statunitense in Vietnam, nel quale si raccomandava a Washington
di
porre fine all'"agente azzurro". La raccomandazione venne fatta filtrare
dal Washington Post e fu allora che Nixon cancellò immediatamente il
programma.
Questa è una misura della barbarie della presente generazione di
guerrieri
della droga che fanno sì che Richard Nixon sembri assennato. Nonostante
l'evidenza dei pericoli dello sviluppo delle armi biologiche come il
fungo,
gli Stati Uniti sembrano determinati ad andare avanti.
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LA CATASTROFE ECOLOGICA IN JUGOSLAVIA
STOP NATO: ¡NO PASARAN! - HTTP://WWW.STOPNATO.COM
Emperor's New Clothes
http://emperors-clothes.com/articles/chuss/willful.htm
NATO Willfully Triggered An Environmental Catastrophe In Yugoslavia
by Michel Chossudovsky (6-18-00)
Professor of Economics, University of Ottawa, author of "The
Globalization of Poverty, Third World Network, Penang, Zed Books,
London, 1997.
By using thermal images, NATO was able to identify which of the tanks
were still filled with toxic chemicals. If NATO's objective were to
solely disable the plant without the risk of "collateral" environmental
damage, they could have done it by smart bombing the equipment and
machinery. Why did they also need to hit with utmost accuracy the tanks
containing noxious liquids? The "smart bombs" were not dumb; they knew
where to go. NATO had singled out the containers, tanks and reservoirs,
which still contained toxic materials. According to the Pancevo plant
director, NATO did not hit a single empty container. "This was not
accidental; they chose to hit those that were full and these chemicals
spilled into the canal leading to the Danube."
The air raids on the Pancevo industrial complex located in the outskirts
of Belgrade started on April 4th 1999 and continued relentlessly until
the 7th of June. The Pancevo complex included an oil refinery facility
(built with technical support from Texaco) and a Nitrogen Processing
Plant producing fertilizer for Yugoslav agriculture. The petrochemical
plant was bombed extensively (41 bombs and 7 missile attacks). The
bombed areas of the complex were less than two hundred meters from
residential buildings.
At the outset of the "humanitarian air raids -- in a well-led public
relations stunt -- NATO had reassured World opinion " that "precise
targeting" using sophisticated weaponry was intended to avoid
"collateral damage" including environmental hazards:
"We do everything we possibly can to avoid unnecessary collateral
damage. We take it very seriously, work very hard at doing that, spend a
lot of time planning for the missions."1
At Pancevo, however, exactly the opposite occurred. "State of the art"
aerial surveillance and thermal detection systems were not only used to
disable and destroy Yugoslavia's petrochemical industry; they were
willfully applied to trigger an environmental disaster.
At the beginning of the war, workers at the plant had been actively
involved in removing toxic materials from the site, emptying several
large tanks and containers of toxic chemicals precisely to avert the
risks of "collateral damage." They did not realize NATO was watching
them through air-to-ground surveillance systems as well as satellite
images. Using thermal detection, NATO military planners knew which of
the containers had been emptied and which remained full. How does that
work? All objects including the containers of toxic chemicals in the
Pancevo plant emit infrared radiation. A thermal imager from a spy
satellite or an aircraft can detect infrared radiation and convert its
readings into a high-resolution video or snap picture.
The thermal imager can detect temperature differentials as small as 0.1
degrees centigrade which enables it to distinguish without difficulty
between full and empty containers. The thermal images can be generated
from a device installed on the fuselage of an aircraft. NATO warplanes
were equipped with various advanced imaging systems including just such
infrared/electro-optical sensors.
Moreover, multispectral thermal imaging satellite systems routinely used
during the Gulf war were also used by NATO in Yugoslavia. Thermal
satellite images were relayed to the Combined Air Operations Centre
(CAOC) in Vicenza, Italy where the bombing raids weere carefully
planned. U2 spy planes were also used: In the words of a Pentagon
spokesman, the U2 "snaps a picture from very high altitude, beams it
back in what we call a reach-back, to the States where it is very
quickly analyzed." And from there, "the right targeting data" is relayed
to the CAOC base in Vincenza which then "passes [it] on to people in the
cockpit". 2
NATO planners also had detailed information on the layout of the plant,
which had been built on contract with a US multinational engineering
company Foster Wheeler (a firm specializing in the construction of
petrochemical and polymer plants). NATO knew exactly where things were.
In a cruel irony, US investment in Yugoslavia (financed with loans from
the World Bank) was being demolished by Uncle Sam. Did the pilots
sitting in the cockpit know that they were bombing a plant which was
"Made in America?"
A large number of the containers had been emptied. By using thermal
images, NATO was able to identify which of the tanks were still filled
with toxic chemicals. Among these noxious liquids were containers of
ethylene-dichloride (EDC), ethylene, chlorine, chlorine-hydrogen,
propylene and vinyl chloride monomers (VCM). Well documented by
environmentalists, the VCM monomer used to produce plastics (eg. PVC
resin) is a dangerous cancerogenic groundwater contaminant (see photo
2). Vinyl chloride also has the potential to cause neurological and
liver damage, as well as damage to the fetus causing birth defects.
If NATO's objective were to solely disable the plant without the risk of
"collateral" environmental damage, they could have done it by smart
bombing the equipment and machinery. Why did they also need to hit with
utmost accuracy the tanks containing noxious liquids? The "smart bombs"
were not dumb; they knew where to go. NATO had singled out the
containers, tanks and reservoirs, which still contained toxic materials.
According to the Pancevo plant director, NATO did not hit a single empty
container. "This was not accidental; they chose to hit those that were
full and these chemicals spilled into the canal leading to the Danube".
The containers that contained deadly chemicals were deliberately blown
up.
When the smart bombs hit their targets at Pancevo with impressive
accuracy (see photos below), noxious fluids and fumes were released into
the atmosphere, water and soil.
According to the petrochemical plant director, the ethylene-dichloride
(EDC) spillovers had contaminated 10 hectares of land on and in the
vicinity of the plant. 3
The soil is still soaked with toxic ethylene-dichloride. According to a
report of the Regional Environment Center for Central and Eastern Europe
(REC) "more than one thousand tons of ethylene dichloride spilled from
the Pancevo petrochemical complex into the Danube [through the canal
which links the plant to the river]. Over a thousand tonnes of natrium
hydroxide were spilled from the Pancevo petrochemical complex. Nearly
1,000 tons of hydrogen chloride spilled from Pancevo into the Danube
River"4
Eight tons of mercury escaped from the petrochemical complex spilling
into the soil. The wastewater treatment plant was also bombed thereby
exacerbating the ecological impact.
NATO military strategists knew precisely what they were doing and what
would be the likely consequences. On April 4, at the neighboring oil
refinery, two NATO missiles had hit the refinery's control rooms killing
three staff members. The strikes set the plant on fire, reducing it to a
toxic wreck. The objective was not to avoid an environmental disaster
but to create one (see photos). NATO expected that by ruthlessly bombing
Pancevo among other civilian sites, they would intimidate Belgrade into
accepting the Rambouillet Agreement including the infamous Military
Appendix under which NATO would occupy all of Yugoslavia.
The Greens from Germany and experts from the United Nations
Environmental Programme (UNEP) as well as other groups visited the plant
after the War. The UNEP report minimizes the environmental impacts while
casually underscoring in its main conclusions that Pancevo was an
environmental hazard before the bombings. 5 The UNEP report is a
carefully worded cover-up. It downplays the seriousness of the
environmental catastrophe, while placing the blame (without supporting
evidence) on the Yugoslav authorities. Tacitly upholding the legitimacy
of the Western military alliance, UNEP's findings are in overt
contradiction with those of other scientific studies including that of
the Regional Environment Center for Central And Eastern Europe (REC)
prepared for the European Commission (see footnote 4). The complicity of
UNEP, a specialized agency of the UN with a track record of integrity is
yet another symptom of the ambivalent role of the United Nations system
in upholding the Western Military Alliance.
Smart bomb hit container with meticulous accuracy (Pancevo petrochemical
complex, March 2000, ©Michel Chossudovsky)
VCM tank containing toxic cancerogenic chemicals hit by NATO
(© Michel Chossudovsky, March 2000)
FOOTNOTES
Statement of General Charles Wold of the Pentagon, Department of Defense
Press Briefing, Washington, 12 April 1999.
Department of Defense Press Briefing, Washington, May 14th, 1999.
Interview conducted by the author in Pancevo, March 2000.
4. See the report of the REC entitled Assessment of the Environmental
Impact of Military Activities During the Yugoslavia Conflict at
http://www.rec.org/REC/Announcements/yugo/background.html)
5. The UNEP report entitled The Kosovo Conflict: Consequences for the
Environment & Human Settlements prepared for the European Commission can
be consulted at http://www.grid.unep.ch/btf/final/index.html
© by Michel Chossudovsky, Ottawa, June 2000. All rights reserved.
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