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Il processo Milosevic e' una messinscena

di Neil Clark

La necessità politica impone che l'ex leader jugoslavo
sia dichiarato colpevole - benche' le prove non
sussistano

12 Febbraio 2004
The Guardian

http://www.guardian.co.uk/print/0,3858,4856972-103677,00.html


Oggi sono due anni che si è aperto il processo a
Slobodan Milosevic all'Aja. Il PM Carla Del Ponte, era
trionfante quando annunciò i 66 capi di imputazione di
crimini di guerra e crimini contro l'umanità, di
genocidio di cui l'ex-presidente jugoslavo è stato
accusato. La CNN era tra quelli che dissero che ciò
era "il più importante processo dai tempi di
Norimberga", sulla traccia della persecuzione dei
"crimini di ferocia medievale" presuntamente commesse
dal "macellaio di Belgrado".
Ma da quei giorni,le cose sono andate male per la
signora Del Ponte. Le accuse riguardo la guerra in
Kosovo erano ritenute essere la parte più the
importante della sua accusa. Ma non solo la accusa
fallì nel provare le personali responsabilità di
Milosevic nelle atrocità commesse sul campo, la natura
estesa delle stesse atrocità, sono state, inoltre,
rimesse in questione.
Numerosi testimoni dell'accusa si sono dimostrati dei
bugiardi – come Bilall Avdiu, che affermava di aver
visto "circa mezza dozzina di corpi mutilati" a Racak,
scena della discussa uccisione che provocò la guerra
USA nel Kosovo. Prove Forensi in seguito confermarono
che nessuno dei corpi era stato mutilato. Testimoni
che avrebbero dovuto mettere con le spalle al muro
Milosevic si sono dimostrati non essere nulla del
genere. Rade Markovic, ex capo del servizio segreto
jugoslavo, alla fine testimoniò a favore del suo
vecchio capo, dicendo che era stato sottoposto a un
anno e mezzo di "pressioni e torture" per firmare una
dichiarazione preparata dalla corte. Ratomir Tanic,
altro "insider", si dimostrò essere pagato
dall'intelligence inglese.
Quando lo si accusò per il coinvolgimento nelle guerre
in Bosnia e Croazia, l'accusa non si comportò meglio.
Nel caso del peggior massacro di cui Milosevic era
stato accusato di complicità – tra 2.000 e 4.000
uomini e ragazzi di Srebrenica nel 1995 – il team di
Del Ponte non produsse nulla che contestasse il
verdetto della commissione di cinque anni del governo
olandese – che "non vi fossero prove che ordini per il
massacro provenissero dai leaders di Belgrado".
Per sostenere le accuse per il caso più sbandierato,
una successione di testimoni politici di alto profilo
era stata portata davanti la corte. Il più recente, il
candidato presidenziale USA e ex comandante Nato
Wesley Clark, venne permessa in violazione del principio
del processo a porte aperte, per dare una testimonianza a
porte chiuse, con Washington capace di togliere dal
pubblico registro ogni prova che potesse, secondo gli
USA, essere usati contro i propri interessi.
Per un osservatore imparziale, è difficile sfuggire
alla conclusione che la Del Ponte lavorasse di
nascosto, producendo accuse e tentando di trovarne le
prove. Segnatamente, alla luce delle brecce in tali
processi, solo una organizzazione per i diritti
umani, il British Helsinki Group, ha esposto delle
preoccupazioni. Richard Dicker, osservatore del
processo per Human Rights Watch, si dichiarò
"impressionato" dall'accusa. Cinici dicono che George
Soros, finanziatore di Human Rights Watch, finanzia il
tribunale, e da Dicker non si dovrebbe attendere
null'altro.
Judith Armatta, avvocato USA e osservatore per la
Coalition for International Justice (altra NGO di
Soros) va oltre, dicendo che "quando la sentenza sarà
emessa e lui sparirà in una cella, nessuno si
ricorderà di lui, cesserà di esistere". Così per molti
di questi, sono pittoresche vecchie nozioni che scopo
dell'accusa in un processo è determinare la
colpevolezza. Per Armatta, Dicker e loro sostenitori,
sembra che Milosevic sia già colpevole delle accuse
mossegli.
I Terribili crimini commessi nei Balcani durante gli
anni `9s ed è giusto che i loro responsabili devono
rendere conto in un tribunale.
Ma il tribunale dell'Aja, un vociante corpo politico
costituito dalla vera potenza della Nato che ha
condotto una guerra illegale contro la Jugoslavia di
Milosevic quattro anni fa, e che ha rifiutato di
considerare in prima facie le prove che i leaders
occidentali sono colpevoli di crimini di guerra nel
conflitto - è chiaramente il veicolo per fare così.
Lontani da dispensare una giustizia imparziale,
come molti progressisti credono ancora, il tribunale
ha dimostrato i suoi favori per gli interessi economici
e militari della superpotenza mondiale.
Milosevic si era messo di traverso nella strada di questi
interessi e, senza riguardo di ciò che accade nella corte,
i diktat della necessità politica lo troveranno colpevole,
se non di tutte le accuse, abbastanza per incarceralo a
vita. L'affronto alla giustizia all'Aja nei due anni passati
danno una prova convincente a tutti coloro che sperano
nella nuova corte internazionale sui crimini.
Gli USA hanno assicurato che non saranno soggetti alla
giurisdizione della corte. I Membri del consiglio di
sicurezza dell'ONU hanno il potere di impedire o
sospendere le sue investigazioni. Scopo del
sistema di giustizia internazionale in cui la legge
sia applicata equamente per tutti è un fine. Ma in un
mondo cui alcuni stati sono chiaramente più equale di
altri, la sua realizzazione guarda più avanti che mai.


Neil Clark è uno scrittore specializzato in
questioni dell'Europa Orientale e Balcani

Guardian Unlimited © Guardian Newspapers Limited 2004


Traduzione di Alessandro Lattanzio
email: alexlattanzio@y...
URL. http://www.aurora03.da.ru

(ringraziamo AL per la traduzione. ICDSM Italia)

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