Saluto ai nostri amici e alleati Jugoslavi
In conseguenza dello sviluppo degli avvenimenti militari in Italia e
nei balcani è da prevedersi l'eventualità che a breve scadenza le forze
popolari del Maresciallo Tito, appoggiate dal vittorioso Esercito
Sovietico che ha liberato in questi giorni la Rumenia, la Bulgaria e
l'Ungheria, inizino operazioni di grande respiro per la cacciata dei
tedeschi e dei fascisti anche dalla Venezia Giulia e dai territori
dell'Italia Nord-Orientale.
Noi salutiamo quest'eventualità come una grande fortuna per il nostro
paese e un grande passo sulla via della liberazione, perchè l'azione
congiunta, in Italia, delle forze Anglo-Americane al Sud, delle forze
Jugoslave all'Est, alleate e unite alle forze partigiane Italiane che
si battono sugli Appennini, sulle Alpi e nella pianura Padana non può
che accelerare la fine dell'oppressione nazi-fascista in Italia, la
fine delle sofferenze, delle rovine e dei lutti per il nostro popolo.
Noi dobbiamo accogliere i soldati di Tito non solo come dei liberatori
allo stesso titolo con cui sono accolti nell'Italia liberata i soldati
Anglo-Americani, ma come dei fratelli maggiori che ci hanno indicato la
via della rivolta e della vittoria contro l'occupante nazista e i
traditori fascisti e che ci apportano con il loro eroismo e il loro
sacrificio la libertà malgrado le colpe di cui, nei loro confronti, le
nostre caste imperialiste e il fascismo coprirono il popolo Italiano
con la loro più che ventennale opera di persecuzione e di oppressione
nazionale.
Noi dobbiamo accogliere in particolare i soldati di Tito come i
creatori di nuovi rapporti di convivenza e di fratellanza, non solo fra
i popoli jugoslavi ma fra tutti i popoli, come i creatori della nuova
democrazia sorta nel fuoco della guerra di Liberazione Nazionale.
Essi vengono come fratelli perchè non solo i territori slavi da essi
liberati, ma anche quelli Italiani non saranno sottoposti al regime
d'armistizio, ma considerati come territori liberi, con un proprio
auto-governo rappresentato dagli organismi del movimento di
liberazione, nei quali i diritti e le aspirazioni nazionali di ogni
popolo o di ogni gruppo nazionale trovano immediata e sicura
espressione democratica, in uno spirito di fraterna solidarietà. A
presidio dei territori liberati staranno le forze popolari
dell'Esercito di Tito e le formazioni partigiane italiane che avranno
combattuto per la liberazione, e che saranno rispettate nella loro
organizzazione e nelle loro caratteristiche, in riconoscimento dei loro
meriti e a presidio delle conquistate libertà democratiche.
Grazie alla fraternità dei rapporti che legano già oggi i combattenti
italiani e quelli jugoslavi e ai rapporti di più stretta collaborazione
militare e politica che si stabiliranno nei prossimi mesi, nei
territori liberati nei quali italiani e jugoslavi si troveranno a
convivere in una nuova atmosfera di solidarietà e di democrazia, sarà
tutto il popolo Italiano che si sentirà legato a tutti i popoli
jugoslavi e balcanici sorti a nuova vita grazie agli sforzi e alle
vittorie di Tito e dei suoi soldati, sarà tutto il popolo italiano che
si collegherà, attraverso i popoli balcanici, alla grande Unione
Sovietica che è stata, è e sempre sarà, faro di civiltà e di progresso
per tutti i popoli, che col suo eroismo e i suoi sacrifici ha salvato
l'Europa e il mondo dalla schiavitù nazi-fascista.
Solo questa unione con i popoli che più hanno combattuto e sofferto in
questa guerra sarà garanzia di pace per l'avvenire e di sicura
rinascita per il nostro paese. A questa unione noi dobbiamo dedicare
tutti i nostri sforzi, tutte le nostre cure. I territori di confine che
sono sempre stati nel passato oggetto di discordia e di conflitti
rovinosi, devono diventare, nella nuova atmosfera di libertà e di
fraternità, mezzi e occasioni di una più stretta e feconda
collaborazione fra i popoli.
Per tutte queste ragioni il Partito Comunista Italiano invita i
comunisti della Venezia Giulia e delle regioni che entreranno nel campo
delle prossime operazioni militari dell'esercito di Tito, a fare
appello a tutte le forze sinceramente democratiche e antifasciste delle
loro località perchè appoggino con la più grande fiducia e il più
grande entusiasmo tutte le iniziative, tutte le azioni, sia politiche
che militari che l'O.F. [Osvobodilna Fronta = Fronte di Liberazione]
intenderà intraprendere per la liberazione dei territori da loro
abitati.
Il Partito Comunista Italiano fa appello a tutte le formazioni Italiane
di intensificare la propria attività bellica contro i tedeschi e i
fascisti, e in particolare, fa appello a quelle formazioni che si
troveranno ad agire nel campo operativo delle unità patriottiche del
Maresciallo Tito di mettersi disciplinatamente sotto il comando
operativo di esse, per la necessaria unità di Comando che,
naturalmente, spetta loro perchè le meglio inquadrate, e più esperte e
le meglio dirette.
Il Partito Comunista Italiano impegna inoltre tutti i comunisti e
invita tutti gli antifascisti a combattere come i peggiori nemici della
liberazione nazionale del nostro paese e, quindi, come alleati dei
tedeschi e dei fascisti quanti, con i soliti pretesti fascisti del
"pericolo slavo" e del "pericolo comunista" lavorano a sabotare gli
sforzi militari e politici dei nostri fratelli slavi volti alla loro
liberazione e alla liberazione del nostro paese, quanti, con dei
pretesti, lavoreranno ad opporre italiani e slavi, non comunisti e
comunisti, quanti cioè, con ogni sorta di manovra, di calunnia e di
menzogna non intendono rinunciare alle mire imperialistiche e di
oppressione fasciste
[ tratto da "La nostra lotta",
organo del Partito Comunista Italiano, 13 ottobre 1944 ]
In conseguenza dello sviluppo degli avvenimenti militari in Italia e
nei balcani è da prevedersi l'eventualità che a breve scadenza le forze
popolari del Maresciallo Tito, appoggiate dal vittorioso Esercito
Sovietico che ha liberato in questi giorni la Rumenia, la Bulgaria e
l'Ungheria, inizino operazioni di grande respiro per la cacciata dei
tedeschi e dei fascisti anche dalla Venezia Giulia e dai territori
dell'Italia Nord-Orientale.
Noi salutiamo quest'eventualità come una grande fortuna per il nostro
paese e un grande passo sulla via della liberazione, perchè l'azione
congiunta, in Italia, delle forze Anglo-Americane al Sud, delle forze
Jugoslave all'Est, alleate e unite alle forze partigiane Italiane che
si battono sugli Appennini, sulle Alpi e nella pianura Padana non può
che accelerare la fine dell'oppressione nazi-fascista in Italia, la
fine delle sofferenze, delle rovine e dei lutti per il nostro popolo.
Noi dobbiamo accogliere i soldati di Tito non solo come dei liberatori
allo stesso titolo con cui sono accolti nell'Italia liberata i soldati
Anglo-Americani, ma come dei fratelli maggiori che ci hanno indicato la
via della rivolta e della vittoria contro l'occupante nazista e i
traditori fascisti e che ci apportano con il loro eroismo e il loro
sacrificio la libertà malgrado le colpe di cui, nei loro confronti, le
nostre caste imperialiste e il fascismo coprirono il popolo Italiano
con la loro più che ventennale opera di persecuzione e di oppressione
nazionale.
Noi dobbiamo accogliere in particolare i soldati di Tito come i
creatori di nuovi rapporti di convivenza e di fratellanza, non solo fra
i popoli jugoslavi ma fra tutti i popoli, come i creatori della nuova
democrazia sorta nel fuoco della guerra di Liberazione Nazionale.
Essi vengono come fratelli perchè non solo i territori slavi da essi
liberati, ma anche quelli Italiani non saranno sottoposti al regime
d'armistizio, ma considerati come territori liberi, con un proprio
auto-governo rappresentato dagli organismi del movimento di
liberazione, nei quali i diritti e le aspirazioni nazionali di ogni
popolo o di ogni gruppo nazionale trovano immediata e sicura
espressione democratica, in uno spirito di fraterna solidarietà. A
presidio dei territori liberati staranno le forze popolari
dell'Esercito di Tito e le formazioni partigiane italiane che avranno
combattuto per la liberazione, e che saranno rispettate nella loro
organizzazione e nelle loro caratteristiche, in riconoscimento dei loro
meriti e a presidio delle conquistate libertà democratiche.
Grazie alla fraternità dei rapporti che legano già oggi i combattenti
italiani e quelli jugoslavi e ai rapporti di più stretta collaborazione
militare e politica che si stabiliranno nei prossimi mesi, nei
territori liberati nei quali italiani e jugoslavi si troveranno a
convivere in una nuova atmosfera di solidarietà e di democrazia, sarà
tutto il popolo Italiano che si sentirà legato a tutti i popoli
jugoslavi e balcanici sorti a nuova vita grazie agli sforzi e alle
vittorie di Tito e dei suoi soldati, sarà tutto il popolo italiano che
si collegherà, attraverso i popoli balcanici, alla grande Unione
Sovietica che è stata, è e sempre sarà, faro di civiltà e di progresso
per tutti i popoli, che col suo eroismo e i suoi sacrifici ha salvato
l'Europa e il mondo dalla schiavitù nazi-fascista.
Solo questa unione con i popoli che più hanno combattuto e sofferto in
questa guerra sarà garanzia di pace per l'avvenire e di sicura
rinascita per il nostro paese. A questa unione noi dobbiamo dedicare
tutti i nostri sforzi, tutte le nostre cure. I territori di confine che
sono sempre stati nel passato oggetto di discordia e di conflitti
rovinosi, devono diventare, nella nuova atmosfera di libertà e di
fraternità, mezzi e occasioni di una più stretta e feconda
collaborazione fra i popoli.
Per tutte queste ragioni il Partito Comunista Italiano invita i
comunisti della Venezia Giulia e delle regioni che entreranno nel campo
delle prossime operazioni militari dell'esercito di Tito, a fare
appello a tutte le forze sinceramente democratiche e antifasciste delle
loro località perchè appoggino con la più grande fiducia e il più
grande entusiasmo tutte le iniziative, tutte le azioni, sia politiche
che militari che l'O.F. [Osvobodilna Fronta = Fronte di Liberazione]
intenderà intraprendere per la liberazione dei territori da loro
abitati.
Il Partito Comunista Italiano fa appello a tutte le formazioni Italiane
di intensificare la propria attività bellica contro i tedeschi e i
fascisti, e in particolare, fa appello a quelle formazioni che si
troveranno ad agire nel campo operativo delle unità patriottiche del
Maresciallo Tito di mettersi disciplinatamente sotto il comando
operativo di esse, per la necessaria unità di Comando che,
naturalmente, spetta loro perchè le meglio inquadrate, e più esperte e
le meglio dirette.
Il Partito Comunista Italiano impegna inoltre tutti i comunisti e
invita tutti gli antifascisti a combattere come i peggiori nemici della
liberazione nazionale del nostro paese e, quindi, come alleati dei
tedeschi e dei fascisti quanti, con i soliti pretesti fascisti del
"pericolo slavo" e del "pericolo comunista" lavorano a sabotare gli
sforzi militari e politici dei nostri fratelli slavi volti alla loro
liberazione e alla liberazione del nostro paese, quanti, con dei
pretesti, lavoreranno ad opporre italiani e slavi, non comunisti e
comunisti, quanti cioè, con ogni sorta di manovra, di calunnia e di
menzogna non intendono rinunciare alle mire imperialistiche e di
oppressione fasciste
[ tratto da "La nostra lotta",
organo del Partito Comunista Italiano, 13 ottobre 1944 ]