Da: andrea
Data: Dom 11 Lug 2004 23:38:41 Europe/Rome
A: superquark
Oggetto: Lettera di protesta a SuperQuark
Lettera di protesta a SuperQuark
Alla cortese att.ne di: Piero Angela, Lorenzo Pinna
Nel corso del programma "SuperQuark", trasmesso su RaiUno martedi 6
luglio 2004, un discutibile servizio a cura di Lorenzo Pinna dedicato
alle ditte militari private affrontava tra l'altro il tema scottante
del ruolo della MPRI nella guerra fratricida jugoslava.
Con particolare riferimento alle "gesta" dell'esercito di Tudjman, la
voce di sottofondo di SuperQuark definiva "altamente professionale" il
servizio reso dalla MPRI ai croati, attribuendo alla suddetta societa'
privata il "merito" di aver capovolto gli esiti del conflitto "contro i
serbi", e di avere consentito il "ristabilimento della pace" nel 1995.
I curatori del servizio sceglievano dunque di raccontare ai
telespettatori una versione dei fatti che e' certo "politicamente
corretta", a giudicare dagli sforzi diplomatici in atto oggi per
accreditare a tutti i costi e contro ogni evidenza la Croazia come
Stato "democratico" e maturo per l'entrata nella UE... Questa stessa
versione dei fatti e' pero' anche completamente falsa.
La MPRI (Military Professional Resources Inc.) e' una societa' con sede
in Virginia, USA, notoriamente implicata sin dai primi anni Novanta
nell'addestramento e nel supporto logistico ai neocostituiti eserciti
croato, musulmano-bosniaco, macedone, nonche' alle milizie albanesi
tanto in Macedonia quanto nella provincia serba del Kosovo: al servizio
dunque di tutte e solamente le fazioni del secessionismo armato e del
nazionalismo filo-occidentale ed antijugoslavo. La MPRI non avrebbe
potuto prestare alcuna assistenza all'esercito della Croazia di Tudjman
se tale assistenza non fosse stata prevista ed incoraggiata dal
Pentagono. Il ruolo effettivo della MPRI nelle "professionalissime"
operazioni "Lampo" e "Tempesta" nelle Krajine ed in Slavonia
(1994-1995) si puo' riassumere nel modo seguente: centocinquantamila
profughi (circa il doppio se si considera il dramma dei serbi della
Croazia nel suo complesso: si confrontino ad es. le cifre dei profughi
attualmente stanziati in Serbia), centinaia di morti (bombardati
persino nei convogli, mentre erano in fuga, sui ponti sulla Sava) ed
altrettanti scomparsi (sui "desaparecidos" serbi della Croazia vedi ad
es. la documentazione al sito www.veritas.org.yu).
Il "successo" della MPRI in Croazia e' consistito cioe' nella piu'
grande e "meglio riuscita" operazione di epurazione etnica sul
territorio balcanico nel corso della guerra di squartamento della
Jugoslavia. Una operazione consistente nella eliminazione in toto della
componente autoctona serba e nella cancellazione della sua
rappresentanza politica (la Repubblica Serba della Krajina) dalle
cartine geografiche (*).
I sottoscritti - persone impegnate in attivita' di solidarieta'
internazionale e contro le guerre, operatori in ambito accademico, nel
settore della ricerca scientifica, italiani e jugoslavi - esprimono con
la presente la propria indignazione e sconcerto: il malcostume della
disinformazione e della propaganda di guerra ha evidentemente
attecchito anche la' dove si dovrebbe fare solo divulgazione
scientifica, persino dentro il piccolo spazio che la televisione
pubblica ancora (bonta' sua) riserva alla informazione scientifica.
Seguono adesioni:
Angelo Baracca, docente di Fisica all'Universita' di Firenze
Vincenzo Brandi, ricercatore presso l'ENEA Casaccia, Roma
Giuseppe Catapano, operatore nel settore delle telecomunicazioni, Roma
Andrea Catone, storico del movimento operaio, Bari
Franco Consalvi, funzionario pubblico, Roma
Olga Daric, traduttrice, Parigi
Pasquale De Sole, Laboratorio di Chimica Clinica del Policlinico
Gemelli (Università Cattolica S.Cuore), Roma
Spartaco Ferri, già partigiano nella Lotta di Liberazione contro il
nazifascismo, Roma
Miriam Pellegrini Ferri, scrittrice e Presidente del Gruppo Atei
Materialisti Dialettici (G.A.MA.DI.), Roma
Maria Fierro, funzionario pubblico, Roma
Babsi Jones, www.babsijones.org, Milano
Ivana Kerecki, sociologa e collaboratrice editoriale, Milano
Anita Krstic, operatore turistico, Milano
Serena Marchionni, bibliotecaria, Strasburgo (Francia)
Andrea Martocchia, Osservatorio Astronomico di Strasburgo
Edoardo Nucci, Ass. Internazionale per l'Amicizia e la Solidarieta' tra
i Popoli (AIASP), Roma
Ivan Pavicevac, conduttore della trasmissione radiofonica "Voce
jugoslava" , Roma
Cristiano Roman, lavoratore autonomo, Milano
Fabrizio Rossi, ingegnere industriale, Roma
Libero Vitiello, Dipartimento di Biologia, Universita' di Padova
Gilberto Vlaic, Dipartimento di Scienze Chimiche, Universita' di Trieste
Milica Vukelic, Milano
(*) Sulla pulizia etnica in Croazia vedi ad es.:
G. Scotti, "Operazione tempesta", Ed. Gamberetti
Per contatti: andreamartocchia @ libero.it
----
http://liste.bologna.social-forum.org/wws/arc/forum/2004-07/
msg00150.html
Re: [BSF] Lettera di protesta a SuperQuark rossana
# From: rossana
# To: forum @ liste.bologna.social-forum.org
# Subject: Re: [BSF] Lettera di protesta a SuperQuark
# Date: Mon, 12 Jul 2004 08:24:21 +0200
At 23.38 11/07/2004, andrea wrote:
>Lettera di protesta a SuperQuark
>Alla cortese att.ne di: Piero Angela, Lorenzo Pinna
>Nel corso del programma "SuperQuark", trasmesso su RaiUno
>martedi 6 luglio 2004, un discutibile servizio a cura di Lorenzo Pinna
>dedicato alle ditte militari private affrontava tra l'altro il tema
scottante
>del ruolo della MPRI nella guerra fratricida jugoslava.
"I croati desiderano aderire alla NATO," ha aggiunto, "e se si vuole
essere ammessi a un club bisogna avere lo stesso aspetto dei membri".
Solo alcuni mesi dopo che la M.P.R.I. ha cominciato le sue attività in
Croazia, l'esercito di questo paese - fino ad allora raffazzonato e
incapace - ha lanciato una serie di sanguinose offensive contro le forze
serbe. Quella più importante é stata l'Operazione Tempesta di Tuoni,
cioé l'aggressione contro la regione della Krajina, durante la quale i
villaggi serbi sono stati saccheggiati e bruciati, uccidendo centinaia
di civili e scacciando dalle loro case circa 170.000 persone."
frammento tratto dall'articolo:
La privatizzazione della guerra di Ken Silverstein articolo pubblicato
da
"The Nation", 28 luglio 1997, tradotto nel n. 47, marzo 1998 di
<http://www.mercatiesplosivi.com/guerrepace/> Guerre&Pace
La storia degli interventi politici e militari dell'America abbonda di
inganni e scandali, con attori oscuri, avidi interessi e sforzi per
tenere
il pubblico al di fuori di quelle che di natura dovrebbero essere
decisioni
pubbliche. Ora questi sforzi hanno fatto un salto di qualità, per
portata e
dimensioni, che non ha precedenti. La privatizzazione, il processo
mediante il quale le responsabilità del governo vengono trasferite nelle
mani di aziende che non devono rendere conto a nessuno, è entrata
ora anche nelle sale dei signori della guerra.
Senza che se ne parlasse o discutesse, il governo ha inviato società
private - per la maggior parte dagli stretti legami con il Pentagono e
con
personale composto da esponenti delle Forze Armate in pensione - a
fornire assistenza militare e nel campo dell'ordine pubblico a alleati
esteri degli Stati Uniti. Il governo ha anche ampiamente esteso
l'impiego
di ditte private che forniscono supporto alle sue operazioni militari
all'estero, ivi incluse le azioni antidroga top-secret nell'America
Latina
e le attività di spionaggio e di addestramento militare per i "clienti"
degli
USA. Queste ditte non sono a loro volta per niente ansiose di parlare
delle loro attività. Nè lo è l'Ufficio del Dipartimento di Stato per il
Controllo sulle Attività Commerciali nel Settore Difesa, che ha il
compito
della supervisione della maggior parte di questo campo di attività
emergente e che ha respinto la mia richiesta di un'intervista per questo
servizio. Un funzionario del Dipartimento di Stato mi ha detto di
potermi
fornire informazioni molto scarse anche sul background generale, a
causa delle necessità di proteggere le "informazioni di proprietà" delle
società coinvolte (una scappatoia che rende il Freedom of Information
Act in effetti del tutto privo di incidenza in quest'area). Il
risultato é che la
maggior parte delle informazioni rimane nascosta dietro gli appelli del
governo al segreto o chiusa a chiave nei libri contabili delle società.
Ma sulla base delle testimonianze di chi ha parlato - e la maggior parte
di queste persone ha accettato di farlo solo a condizione di non essere
nominati - risulta chiaro che decine di società, che vanno da giganti
dell'alta tecnologia con un giro d'affari da 1 miliardo di dollari,
come la
SAIC, a piccole imprese gestite da marines in pensione, offrono
addestramento militare e tutta la relativa assistenza a governi
stranieri,
su proposta degli Stati Uniti. "I programmi vengono messi a punto per
perseguire i nostri obiettivi di politica estera", spiega un ex-alto
ufficiale della Defense Intelligence Agency (la DIA, i servizi segreti
dell'esercito americano). "Se non c'é l'approvazione del governo, le
società non si muovono".
Tra le imprese di primo piano ci sono la Military Professional Resources
Inc. (M.P.R.I.) che sta addestrando due eserciti dei Balcani e sta
cercando di espandersi in Africa; la Vinnell, che addestra la Guardia
Nazionale in Arabia Saudita; la Betac, che lavora a stretto contatto con
il Comando per le Operazioni Speciali, un ufficio riservato del
Pentagono
che si occupa di azioni segrete nel Terzo Mondo.
Un illuminante esempio della collaborazione tra aziende e governo in
queste attività é stato dato il 24 giugno scorso, quando la DIA ha
sponsorizzato un incontro a porte chiuse, intitolato "La privatizzazione
delle funzioni di sicurezza nazionale nell'Africa sub-sahariana". Vi si
sono trovati fianco a fianco la M.P.R.I. e altri appaltatori privati
degli Stati
Uniti, oltre a Eeben Barlow, direttore della nota società sudafricana
Executive Outcomes, che negli ultimi anni ha fornito mercenari ai
governi
di Angola e Sierra Leone e Timothy Spicer della Sandline International,
una società britannica il cui ingaggio lo scorso gennaio da parte del
governo del Papua Nuova Guinea ha irritato l'esercito di questo stato,
provocando un golpe.
Spicer era accompagnato dal rappresentante della Sandline negli Stati
Uniti, Bernie McCabe, un ex- funzionario delle Forze Speciali
dell'Esercito. La DIA ha cercato di non dare grande ufficialità a questo
evento, ma un partecipante mi ha detto, "Tutti i funzionari si sono
dichiarati in quell'occasione d'accordo con le società private riguardo
al
fatto che questo tipo di attività andrà fortemente intensificandosi nei
prossimi anni".
Il governo difende il suo ricorso a società private e dice che non
permetterebbe mai loro di inviare mercenari a supporto di un governo
estero, come fanno invece la Executive Outcomes e la Sandline.
"Fornire un addestramento militare é molto più che insegnare a qualche
tizio come sparare diritto", dice un funzionario del Dipartimento di
Stato,
che ha parlato a condizione che il suo nome non venisse citato. "Le
società offrono istruzioni su come gestire una forza militare in una
democrazia, in subordinazione al controllo civile e nel rispetto dei
diritti
umani".
Questa spiegazione suona sospettosamente simile alla giustificazione
addotta dal Pentagono per la School of the Americas a Fort Benning,
nello stato della Georgia, nella quale migliaia di soldati dell'America
Latina sono stati addestrati, come veniva sostenuto, a rispettare i
diritti
umani, solo per poi lanciarsi in travolgenti carriere di criminali di
guerra
una volta tornati a casa. Una spiegazione alternativa é che il ricorso
ad
appaltatori militari privati consente agli Stati Uniti di perseguire i
propri interessi geopolitici senza dovere dispiegare il proprio
esercito,
un sistema molto utile nei casi in cui l'addestramento viene fornito a
regimi con un curriculum agghiacciante in fatto di diritti umani. "E'
politica estera per procura", afferma Dan Nelson, ex-alto consulente per
la politica estera del deputato Richard Gephardt e ora professore alla
Old Dominion University. "Le aziende vengono utilizzate per svolgere
compiti che il governo, per motivi di bilancio o di delicatezza
politica, non
può svolgere in prima persona".
L'attuale situazione differisce sia per portata che per dimensioni dalle
pratiche adottate in passato, di cui l'esempio più noto venuto alla
luce è
quello dello scandalo Iran/contra. Oggi, le società più pesantemente
coinvolte non sono ritagli della CIA utilizzati principalmente in
operazioni segrete, ma aziende da diversi milioni di dollari con
interessi
diversificati. Il loro lavoro viene approvato nel corso dello
svolgimento
delle normali attività di enti governativi e messo in atto non da
persone
locali del paese estero addestrate dalla CIA, ma da alti funzionari
militari americani appena usciti dalle forze armate. Prima di offrire
assistenza ai governi stranieri, le società devono innanzitutto chiedere
una licenza dall'Ufficio per i Controlli sulle Attività Commerciali nel
Settore della Difesa presso il Dipartimento di Stato. "Le richieste di
licenza vengono esaminate con grande attenzione", mi ha raccontato un
funzionario della SAIC. "Anche quando si è ancora allo stadio dei
colloqui, si passa a un vaglio molto stretto".
Lo snellimento della burocrazia militare della Guerra Fredda - il
livello
degli effettivi é sceso del 30 per cento dalla fine di quest'ultima - ha
spinto un numero enorme di veterani militari, dai ranghi più alti a
quelli
dei semplici fanti, nel settore privato. Le uniche capacità
professionali
che molte di queste persone sono in grado di offrire sul mercato sono le
loro esperienze militari e paramilitari.
James Woods, che é andato in pensione come Viceassistente del
Segretario alla Difesa per gli Affari Africani nel 1994 e attualmente
lavora
a Washington come lobbysta della Cohen & Woods International, mi ha
raccontato che intere unità guidate da ex-membri delle Forze speciali
stanno tentando di vendere addestramento militare a governi esteri.
Queste società, molte delle quali si sono insediate presso basi militari
nazionali, "consistono essenzialmente in un militare in pensione seduto
in una camera di appartamento con un fax e un Rolodex", spiega.
"Servono come ponte di collegamento con l'ampio gruppo di militari in
pensione. Nei periodi tra una missione e l'altra non hanno molto da
fare".
Questi "soldati di ventura", pur continuando a occupare una nicchia di
mercato, stanno incontrando sempre maggiori difficoltà a rimediare
qualcosa che vada al di là dei piccoli contratti di consulenza su
operazioni antiterrorismo o di incarichi limitati per offrire
protezione a
VIP in trasferta. Per i progetti di più ampio respiro, i guerrieri
"freelance"
hanno decisamente perso terreno rispetto alle società che hanno buone
connessioni con le alte sfere del governo e l'elite dei funzionari
militari
in pensione. Come mi ha detto un funzionario del Pentagono incaricato
della selezione del personale, "la privatizzazione é un modo come
l'altro
per ricompensare gli ex-alunni". E' sempre la stessa porta girevole:
* Alla M.P.R.I., ventidue funzionari dell'azienda sono ex-esponenti
militari di alto rango. Tra di essi vi é il Gen. Carl Vuono, Capo di
Stato
Maggiore dell'Esercito durante l'invasione del Panama e la Guerra del
Golfo, il Gen. Ed Soyster, gi` capo della DIA, e il Gen. Frederick
Kroesen,
ex-comandante delle forze USA in Europa.
* La Vinnell é di proprietà della B.D.M., una megazienda di Beltway
controllata dal Carlyle Group, una società di investimento diretta
dall'ex-Segretario di Stato James Baker, dall'ex-capo del bilancio della
Casa Bianca Richard Darman e dall'ex-Segretario alla Difesa Frank
Carlucci.
Il presidente della B.D.M., Philip Odeen, ha guidato la task force del
Pentagono incaricata di riorganizzare il settore militare per il
ventunesimo secolo.
* Del consiglio di amministrazione della SAIC hanno fatto parte due
ex-segretari alla Difesa, William Perry e Melvin Laird, e due ex-capi
della
CIA, John Deutch e Robert Gates.
La privatizzazione comporta per il governo tutta una serie di vantaggi.
Oltre a fornire un motivo plausibile per negare la paternità delle trame
estere, consente a Washington di apportare tagli al personale militare,
conservando allo stesso tempo la capacità di influenzare e dirigere
missioni di portata enorme. Società che lavorano in appalto possono
addestrare un intero esercito straniero. Il Programma Internazionale di
Addestramento ed Educazione Militare del Pentagono (IMET) fornisce
invece generalmente istruzioni a non più di qualche decina di soldati.
La
maggiore tra le operazioni dell'IMET in corso é quella in Honduras, dove
266 soldati e ufficiali sono in corso di addestramento. "Le società
private
aumentano la nostra capacità di fornire addestramento all'estero",
afferma il Tenente Generale Larry Skibbie, che attualmente lavora
all'America Defense Preparedness Association. "Continueremo a vedere
un intensificarsi di questo fenomeno, mentre proseguiranno i tagli alle
nostre forze in uniforme".
Nel campo dell'addestramento militare é la M.P.R.I. a fare la parte del
leone. La società, che ha sede ad Alexandria, in Virginia, é stata
fondata
nel 1987 da un generale dell'esercito in pensione, Vernon Lewis. Un
opuscolo riporta orgogliosamente che la M.P.R.I. - la quale mantiene un
archivio computerizzato con i nomi di 2000 membri delle forze armate in
pensione - offre la "migliore esperienza aziendale militare del mondo e
dispone di "unità operative e/o rappresentanti sul campo presso sedi
militari in tutti gli Stati Uniti e all'estero".
L'anno scorso il governo bosniaco ha dato incarico alla M.P.R.I. - che
ha
avuto la meglio, in un'offerta d'appalto, sulla SAIC e la B.D.M. - di
addestrare le sue forze armate. Il programma, il cui costo é di 400
milioni
di dollari, viene pagato in gran parte dall'Arabia Saudita, dal Kuwait,
dal
Brunei e dalla Malaysia. L'obiettivo di questo programma di
addestramento, che é supportato da ampie forniture di armamenti da
parte degli Stati Uniti all'esercito bosniaco, secondo quanto si
afferma é
quello di fare da deterrente rispetto all'esercito serbo, meglio
armato. Ma
essendo l'esercito serbo in gravi difficoltà, molti osservatori della
regione
sono sempre più preoccupati della possibilità che un esercito bosniaco
riaddestrato e dotato di nuove armi possa sentirsi incoraggiato ad
attaccare le forze serbe dopo che le forze multinazionali si saranno
ritirate, come si prevede che debbano fare nel 1998. [SIC]
La M.P.R.I. ha offerto consulenze anche ai militari croati, una
relazione
che é cominciata nell'aprile del 1995, in occasione di uno dei periodi
di
combattimento più intensi della guerra balcanica. La M.P.R.I. ha inviato
in Croazia un team guidato da un certo numero di ufficiali in pensione,
tra cui il Gen. Vuono, il Gen. Richard Griffits e il Gen. Crosbie
Saint, che
dal 1988 al 1992 ha comandato l'Esercito USA in Europa. Un portavoce
del Dipartimento di Stato, John Dinger, ha detto che la M.P.R.I. ha
aiutato
i croati a evitare "eccessi o atrocità nelle operazioni militari". Il
portavoce della M.P.R.I., il capo della DIA in pensione Ed Soyster, mi
ha
detto che la società ha semplicemente "offerto consulenza sul ruolo
dell'esercito in una società democratica".
"I croati desiderano aderire alla NATO," ha aggiunto, "e se si vuole
essere ammessi a un club bisogna avere lo stesso aspetto dei membri".
Solo alcuni mesi dopo che la M.P.R.I. ha cominciato le sue attività in
Croazia, l'esercito di questo paese - fino ad allora raffazzonato e
incapace - ha lanciato una serie di sanguinose offensive contro le forze
serbe. Quella più importante é stata l'Operazione Tempesta di Tuoni,
cioé l'aggressione contro la regione della Krajina, durante la quale i
villaggi serbi sono stati saccheggiati e bruciati, uccidendo centinaia
di
civili e scacciando dalle loro case circa 170.000 persone.
Roger Charles, un tenente colonnello in pensione e ricercatore militare
della Marina americana, che é stato premiato per la sua opera dalla
Investigative Reporters and Editors Association, é convinto che la
M.P.R.I. abbia svolto un importante ruolo nella campagna di Krajina.
"Nessun paese può passare dalle milizie composte da canaglie raccolte
per la strada alla messa in atto di un'offensiva militare professionale,
senza avere ricevuto aiuto", afferma Charles, che ha analizzato per
lungo tempo le attività della M.P.R.I. "I croati hanno fatto un buon
lavoro
di coordinamento dei mezzi blindati, dell'artiglieria e della fanteria.
Non é
qualcosa che si impara mentre si riceve un addestramento sui valori
democratici".
Un ufficiale di collegamento croato ha raccontato alla stampa locale che
solo alcune settimane prima dell'offensiva il Generale Vuono ha tenuto
un incontro segreto ad alto livello nell'isola di Brioni, di fronte
alla costa
della Croazia, con il Gen. Cervenko, l'architetto della campagna di
Krajina. Nei cinque giorni che hanno preceduto l'attacco, si sono tenute
almeno dieci riunioni tra il Generale Vuono e gli ufficiali che hanno
partecipato alla campagna.
In un certo senso, il fatto che la M.P.R.I. abbia diretto la campagna di
Krajina o meno è secondario. "Una volta che si é fornito addestramento
non c'é modo di controllare come le abilità che avete insegnato vengono
usate", dice Loren Thompson, uno specialista militare presso l'Alexis de
Tocqueville Institution, un'organizzazione conservatrice. Dato il
curriculum della Croazia nel ventesimo secolo, afferma - soprattutto la
sua collaborazione con i nazisti - "non siamo sicuri che sia
desiderabile che questo paese abbia un esercito professionale".
La M.P.R.I. nega di avere aiutato i croati ad armarsi, ma anche in
questo
caso si trovava in una posizione per svolgere come minimo un ruolo
indiretto. Secondo un funzionario governativo in pensione, che fa da
intermediario per gli accordi relativi agli acquisti di apparecchiature
militari, Zagabria ha comprato armamenti da un commerciante di armi
tedesco, Ernst Werner Glatt, fino ad almeno l'anno scorso. Negli anni
'80,
Glatt era il mercante d'armi preferito dalla CIA, che lo ha scelto per
vendere armi ai contras in Nicaragua e ai mujahedin in Afghanistan, tra
gli altri. Glatt é arrivato a fornire 200 milioni di dollari di armi
all'anno,
denaro che gli è servito per acquistare una tenuta in Virginia, che ha
chiamato Aquila Nera, un simbolo della Germania nazista.
Durante lo stesso periodo Soyster, che ora lavora presso la M.P.R.I.,
lavorava per la DIA, che assegnava anch'essa l'appalto di affari a
Glatt.
Quest'ultimo ha ricevuto somme enormi dalla DIA nel corso degli anni
'80 affinché si procurasse armi sovietiche da spedire negli Stati
Uniti, da
dove venivano inviate a strutture militari che lavoravano per gli USA in
America Latina, Asia e Africa. Dopo che Soyster si é ritirato, lui e
Glatt
sono diventati soci d'affari in almeno un contratto per la vendita di
armi.
Il coinvolgimento nei balcani della M.P.R.I. é un caso eloquente di
"ricompensa per gli ex-alunni". Il Tenente Gen. James Chambers ha
servito per trentasei anni nell'Aviazione, con l'incarico per un certo
tempo
di direttore delle operazioni estemporanee in Bosnia. Dopo il suo
pensionamento, é diventato vicepresidente della M.P.R.I. Il Gen. John
Sewall, che ora lavora per la società in Croazia, prima di andare in
pensione é stato consulente speciale del Pentagono per la Federazione
Musulmano-Croata, creata nel 1994 su iniziativa degli Stati Uniti.
L'anno
successivo, Sewall e un altro ufficiale hanno effettuato numerosi viaggi
in Bosnia e Croazia. Gli osservatori europei ritengono che la loro
missione fosse quella di offrire consulenze militari, un'attività allora
bandita da un embargo delle Nazioni Unite. "Se non sono coinvolti in
qualche programma di pianificazione militare, cosa ci fanno ll?" si é
lamentato all'epoca un comandante francese, "dobbiamo forse credere
che Sewall e i suoi siano dei turisti?". [...]
Data: Dom 11 Lug 2004 23:38:41 Europe/Rome
A: superquark
Oggetto: Lettera di protesta a SuperQuark
Lettera di protesta a SuperQuark
Alla cortese att.ne di: Piero Angela, Lorenzo Pinna
Nel corso del programma "SuperQuark", trasmesso su RaiUno martedi 6
luglio 2004, un discutibile servizio a cura di Lorenzo Pinna dedicato
alle ditte militari private affrontava tra l'altro il tema scottante
del ruolo della MPRI nella guerra fratricida jugoslava.
Con particolare riferimento alle "gesta" dell'esercito di Tudjman, la
voce di sottofondo di SuperQuark definiva "altamente professionale" il
servizio reso dalla MPRI ai croati, attribuendo alla suddetta societa'
privata il "merito" di aver capovolto gli esiti del conflitto "contro i
serbi", e di avere consentito il "ristabilimento della pace" nel 1995.
I curatori del servizio sceglievano dunque di raccontare ai
telespettatori una versione dei fatti che e' certo "politicamente
corretta", a giudicare dagli sforzi diplomatici in atto oggi per
accreditare a tutti i costi e contro ogni evidenza la Croazia come
Stato "democratico" e maturo per l'entrata nella UE... Questa stessa
versione dei fatti e' pero' anche completamente falsa.
La MPRI (Military Professional Resources Inc.) e' una societa' con sede
in Virginia, USA, notoriamente implicata sin dai primi anni Novanta
nell'addestramento e nel supporto logistico ai neocostituiti eserciti
croato, musulmano-bosniaco, macedone, nonche' alle milizie albanesi
tanto in Macedonia quanto nella provincia serba del Kosovo: al servizio
dunque di tutte e solamente le fazioni del secessionismo armato e del
nazionalismo filo-occidentale ed antijugoslavo. La MPRI non avrebbe
potuto prestare alcuna assistenza all'esercito della Croazia di Tudjman
se tale assistenza non fosse stata prevista ed incoraggiata dal
Pentagono. Il ruolo effettivo della MPRI nelle "professionalissime"
operazioni "Lampo" e "Tempesta" nelle Krajine ed in Slavonia
(1994-1995) si puo' riassumere nel modo seguente: centocinquantamila
profughi (circa il doppio se si considera il dramma dei serbi della
Croazia nel suo complesso: si confrontino ad es. le cifre dei profughi
attualmente stanziati in Serbia), centinaia di morti (bombardati
persino nei convogli, mentre erano in fuga, sui ponti sulla Sava) ed
altrettanti scomparsi (sui "desaparecidos" serbi della Croazia vedi ad
es. la documentazione al sito www.veritas.org.yu).
Il "successo" della MPRI in Croazia e' consistito cioe' nella piu'
grande e "meglio riuscita" operazione di epurazione etnica sul
territorio balcanico nel corso della guerra di squartamento della
Jugoslavia. Una operazione consistente nella eliminazione in toto della
componente autoctona serba e nella cancellazione della sua
rappresentanza politica (la Repubblica Serba della Krajina) dalle
cartine geografiche (*).
I sottoscritti - persone impegnate in attivita' di solidarieta'
internazionale e contro le guerre, operatori in ambito accademico, nel
settore della ricerca scientifica, italiani e jugoslavi - esprimono con
la presente la propria indignazione e sconcerto: il malcostume della
disinformazione e della propaganda di guerra ha evidentemente
attecchito anche la' dove si dovrebbe fare solo divulgazione
scientifica, persino dentro il piccolo spazio che la televisione
pubblica ancora (bonta' sua) riserva alla informazione scientifica.
Seguono adesioni:
Angelo Baracca, docente di Fisica all'Universita' di Firenze
Vincenzo Brandi, ricercatore presso l'ENEA Casaccia, Roma
Giuseppe Catapano, operatore nel settore delle telecomunicazioni, Roma
Andrea Catone, storico del movimento operaio, Bari
Franco Consalvi, funzionario pubblico, Roma
Olga Daric, traduttrice, Parigi
Pasquale De Sole, Laboratorio di Chimica Clinica del Policlinico
Gemelli (Università Cattolica S.Cuore), Roma
Spartaco Ferri, già partigiano nella Lotta di Liberazione contro il
nazifascismo, Roma
Miriam Pellegrini Ferri, scrittrice e Presidente del Gruppo Atei
Materialisti Dialettici (G.A.MA.DI.), Roma
Maria Fierro, funzionario pubblico, Roma
Babsi Jones, www.babsijones.org, Milano
Ivana Kerecki, sociologa e collaboratrice editoriale, Milano
Anita Krstic, operatore turistico, Milano
Serena Marchionni, bibliotecaria, Strasburgo (Francia)
Andrea Martocchia, Osservatorio Astronomico di Strasburgo
Edoardo Nucci, Ass. Internazionale per l'Amicizia e la Solidarieta' tra
i Popoli (AIASP), Roma
Ivan Pavicevac, conduttore della trasmissione radiofonica "Voce
jugoslava" , Roma
Cristiano Roman, lavoratore autonomo, Milano
Fabrizio Rossi, ingegnere industriale, Roma
Libero Vitiello, Dipartimento di Biologia, Universita' di Padova
Gilberto Vlaic, Dipartimento di Scienze Chimiche, Universita' di Trieste
Milica Vukelic, Milano
(*) Sulla pulizia etnica in Croazia vedi ad es.:
G. Scotti, "Operazione tempesta", Ed. Gamberetti
Per contatti: andreamartocchia @ libero.it
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Re: [BSF] Lettera di protesta a SuperQuark rossana
# From: rossana
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# Subject: Re: [BSF] Lettera di protesta a SuperQuark
# Date: Mon, 12 Jul 2004 08:24:21 +0200
At 23.38 11/07/2004, andrea wrote:
>Lettera di protesta a SuperQuark
>Alla cortese att.ne di: Piero Angela, Lorenzo Pinna
>Nel corso del programma "SuperQuark", trasmesso su RaiUno
>martedi 6 luglio 2004, un discutibile servizio a cura di Lorenzo Pinna
>dedicato alle ditte militari private affrontava tra l'altro il tema
scottante
>del ruolo della MPRI nella guerra fratricida jugoslava.
"I croati desiderano aderire alla NATO," ha aggiunto, "e se si vuole
essere ammessi a un club bisogna avere lo stesso aspetto dei membri".
Solo alcuni mesi dopo che la M.P.R.I. ha cominciato le sue attività in
Croazia, l'esercito di questo paese - fino ad allora raffazzonato e
incapace - ha lanciato una serie di sanguinose offensive contro le forze
serbe. Quella più importante é stata l'Operazione Tempesta di Tuoni,
cioé l'aggressione contro la regione della Krajina, durante la quale i
villaggi serbi sono stati saccheggiati e bruciati, uccidendo centinaia
di civili e scacciando dalle loro case circa 170.000 persone."
frammento tratto dall'articolo:
La privatizzazione della guerra di Ken Silverstein articolo pubblicato
da
"The Nation", 28 luglio 1997, tradotto nel n. 47, marzo 1998 di
<http://www.mercatiesplosivi.com/guerrepace/> Guerre&Pace
La storia degli interventi politici e militari dell'America abbonda di
inganni e scandali, con attori oscuri, avidi interessi e sforzi per
tenere
il pubblico al di fuori di quelle che di natura dovrebbero essere
decisioni
pubbliche. Ora questi sforzi hanno fatto un salto di qualità, per
portata e
dimensioni, che non ha precedenti. La privatizzazione, il processo
mediante il quale le responsabilità del governo vengono trasferite nelle
mani di aziende che non devono rendere conto a nessuno, è entrata
ora anche nelle sale dei signori della guerra.
Senza che se ne parlasse o discutesse, il governo ha inviato società
private - per la maggior parte dagli stretti legami con il Pentagono e
con
personale composto da esponenti delle Forze Armate in pensione - a
fornire assistenza militare e nel campo dell'ordine pubblico a alleati
esteri degli Stati Uniti. Il governo ha anche ampiamente esteso
l'impiego
di ditte private che forniscono supporto alle sue operazioni militari
all'estero, ivi incluse le azioni antidroga top-secret nell'America
Latina
e le attività di spionaggio e di addestramento militare per i "clienti"
degli
USA. Queste ditte non sono a loro volta per niente ansiose di parlare
delle loro attività. Nè lo è l'Ufficio del Dipartimento di Stato per il
Controllo sulle Attività Commerciali nel Settore Difesa, che ha il
compito
della supervisione della maggior parte di questo campo di attività
emergente e che ha respinto la mia richiesta di un'intervista per questo
servizio. Un funzionario del Dipartimento di Stato mi ha detto di
potermi
fornire informazioni molto scarse anche sul background generale, a
causa delle necessità di proteggere le "informazioni di proprietà" delle
società coinvolte (una scappatoia che rende il Freedom of Information
Act in effetti del tutto privo di incidenza in quest'area). Il
risultato é che la
maggior parte delle informazioni rimane nascosta dietro gli appelli del
governo al segreto o chiusa a chiave nei libri contabili delle società.
Ma sulla base delle testimonianze di chi ha parlato - e la maggior parte
di queste persone ha accettato di farlo solo a condizione di non essere
nominati - risulta chiaro che decine di società, che vanno da giganti
dell'alta tecnologia con un giro d'affari da 1 miliardo di dollari,
come la
SAIC, a piccole imprese gestite da marines in pensione, offrono
addestramento militare e tutta la relativa assistenza a governi
stranieri,
su proposta degli Stati Uniti. "I programmi vengono messi a punto per
perseguire i nostri obiettivi di politica estera", spiega un ex-alto
ufficiale della Defense Intelligence Agency (la DIA, i servizi segreti
dell'esercito americano). "Se non c'é l'approvazione del governo, le
società non si muovono".
Tra le imprese di primo piano ci sono la Military Professional Resources
Inc. (M.P.R.I.) che sta addestrando due eserciti dei Balcani e sta
cercando di espandersi in Africa; la Vinnell, che addestra la Guardia
Nazionale in Arabia Saudita; la Betac, che lavora a stretto contatto con
il Comando per le Operazioni Speciali, un ufficio riservato del
Pentagono
che si occupa di azioni segrete nel Terzo Mondo.
Un illuminante esempio della collaborazione tra aziende e governo in
queste attività é stato dato il 24 giugno scorso, quando la DIA ha
sponsorizzato un incontro a porte chiuse, intitolato "La privatizzazione
delle funzioni di sicurezza nazionale nell'Africa sub-sahariana". Vi si
sono trovati fianco a fianco la M.P.R.I. e altri appaltatori privati
degli Stati
Uniti, oltre a Eeben Barlow, direttore della nota società sudafricana
Executive Outcomes, che negli ultimi anni ha fornito mercenari ai
governi
di Angola e Sierra Leone e Timothy Spicer della Sandline International,
una società britannica il cui ingaggio lo scorso gennaio da parte del
governo del Papua Nuova Guinea ha irritato l'esercito di questo stato,
provocando un golpe.
Spicer era accompagnato dal rappresentante della Sandline negli Stati
Uniti, Bernie McCabe, un ex- funzionario delle Forze Speciali
dell'Esercito. La DIA ha cercato di non dare grande ufficialità a questo
evento, ma un partecipante mi ha detto, "Tutti i funzionari si sono
dichiarati in quell'occasione d'accordo con le società private riguardo
al
fatto che questo tipo di attività andrà fortemente intensificandosi nei
prossimi anni".
Il governo difende il suo ricorso a società private e dice che non
permetterebbe mai loro di inviare mercenari a supporto di un governo
estero, come fanno invece la Executive Outcomes e la Sandline.
"Fornire un addestramento militare é molto più che insegnare a qualche
tizio come sparare diritto", dice un funzionario del Dipartimento di
Stato,
che ha parlato a condizione che il suo nome non venisse citato. "Le
società offrono istruzioni su come gestire una forza militare in una
democrazia, in subordinazione al controllo civile e nel rispetto dei
diritti
umani".
Questa spiegazione suona sospettosamente simile alla giustificazione
addotta dal Pentagono per la School of the Americas a Fort Benning,
nello stato della Georgia, nella quale migliaia di soldati dell'America
Latina sono stati addestrati, come veniva sostenuto, a rispettare i
diritti
umani, solo per poi lanciarsi in travolgenti carriere di criminali di
guerra
una volta tornati a casa. Una spiegazione alternativa é che il ricorso
ad
appaltatori militari privati consente agli Stati Uniti di perseguire i
propri interessi geopolitici senza dovere dispiegare il proprio
esercito,
un sistema molto utile nei casi in cui l'addestramento viene fornito a
regimi con un curriculum agghiacciante in fatto di diritti umani. "E'
politica estera per procura", afferma Dan Nelson, ex-alto consulente per
la politica estera del deputato Richard Gephardt e ora professore alla
Old Dominion University. "Le aziende vengono utilizzate per svolgere
compiti che il governo, per motivi di bilancio o di delicatezza
politica, non
può svolgere in prima persona".
L'attuale situazione differisce sia per portata che per dimensioni dalle
pratiche adottate in passato, di cui l'esempio più noto venuto alla
luce è
quello dello scandalo Iran/contra. Oggi, le società più pesantemente
coinvolte non sono ritagli della CIA utilizzati principalmente in
operazioni segrete, ma aziende da diversi milioni di dollari con
interessi
diversificati. Il loro lavoro viene approvato nel corso dello
svolgimento
delle normali attività di enti governativi e messo in atto non da
persone
locali del paese estero addestrate dalla CIA, ma da alti funzionari
militari americani appena usciti dalle forze armate. Prima di offrire
assistenza ai governi stranieri, le società devono innanzitutto chiedere
una licenza dall'Ufficio per i Controlli sulle Attività Commerciali nel
Settore della Difesa presso il Dipartimento di Stato. "Le richieste di
licenza vengono esaminate con grande attenzione", mi ha raccontato un
funzionario della SAIC. "Anche quando si è ancora allo stadio dei
colloqui, si passa a un vaglio molto stretto".
Lo snellimento della burocrazia militare della Guerra Fredda - il
livello
degli effettivi é sceso del 30 per cento dalla fine di quest'ultima - ha
spinto un numero enorme di veterani militari, dai ranghi più alti a
quelli
dei semplici fanti, nel settore privato. Le uniche capacità
professionali
che molte di queste persone sono in grado di offrire sul mercato sono le
loro esperienze militari e paramilitari.
James Woods, che é andato in pensione come Viceassistente del
Segretario alla Difesa per gli Affari Africani nel 1994 e attualmente
lavora
a Washington come lobbysta della Cohen & Woods International, mi ha
raccontato che intere unità guidate da ex-membri delle Forze speciali
stanno tentando di vendere addestramento militare a governi esteri.
Queste società, molte delle quali si sono insediate presso basi militari
nazionali, "consistono essenzialmente in un militare in pensione seduto
in una camera di appartamento con un fax e un Rolodex", spiega.
"Servono come ponte di collegamento con l'ampio gruppo di militari in
pensione. Nei periodi tra una missione e l'altra non hanno molto da
fare".
Questi "soldati di ventura", pur continuando a occupare una nicchia di
mercato, stanno incontrando sempre maggiori difficoltà a rimediare
qualcosa che vada al di là dei piccoli contratti di consulenza su
operazioni antiterrorismo o di incarichi limitati per offrire
protezione a
VIP in trasferta. Per i progetti di più ampio respiro, i guerrieri
"freelance"
hanno decisamente perso terreno rispetto alle società che hanno buone
connessioni con le alte sfere del governo e l'elite dei funzionari
militari
in pensione. Come mi ha detto un funzionario del Pentagono incaricato
della selezione del personale, "la privatizzazione é un modo come
l'altro
per ricompensare gli ex-alunni". E' sempre la stessa porta girevole:
* Alla M.P.R.I., ventidue funzionari dell'azienda sono ex-esponenti
militari di alto rango. Tra di essi vi é il Gen. Carl Vuono, Capo di
Stato
Maggiore dell'Esercito durante l'invasione del Panama e la Guerra del
Golfo, il Gen. Ed Soyster, gi` capo della DIA, e il Gen. Frederick
Kroesen,
ex-comandante delle forze USA in Europa.
* La Vinnell é di proprietà della B.D.M., una megazienda di Beltway
controllata dal Carlyle Group, una società di investimento diretta
dall'ex-Segretario di Stato James Baker, dall'ex-capo del bilancio della
Casa Bianca Richard Darman e dall'ex-Segretario alla Difesa Frank
Carlucci.
Il presidente della B.D.M., Philip Odeen, ha guidato la task force del
Pentagono incaricata di riorganizzare il settore militare per il
ventunesimo secolo.
* Del consiglio di amministrazione della SAIC hanno fatto parte due
ex-segretari alla Difesa, William Perry e Melvin Laird, e due ex-capi
della
CIA, John Deutch e Robert Gates.
La privatizzazione comporta per il governo tutta una serie di vantaggi.
Oltre a fornire un motivo plausibile per negare la paternità delle trame
estere, consente a Washington di apportare tagli al personale militare,
conservando allo stesso tempo la capacità di influenzare e dirigere
missioni di portata enorme. Società che lavorano in appalto possono
addestrare un intero esercito straniero. Il Programma Internazionale di
Addestramento ed Educazione Militare del Pentagono (IMET) fornisce
invece generalmente istruzioni a non più di qualche decina di soldati.
La
maggiore tra le operazioni dell'IMET in corso é quella in Honduras, dove
266 soldati e ufficiali sono in corso di addestramento. "Le società
private
aumentano la nostra capacità di fornire addestramento all'estero",
afferma il Tenente Generale Larry Skibbie, che attualmente lavora
all'America Defense Preparedness Association. "Continueremo a vedere
un intensificarsi di questo fenomeno, mentre proseguiranno i tagli alle
nostre forze in uniforme".
Nel campo dell'addestramento militare é la M.P.R.I. a fare la parte del
leone. La società, che ha sede ad Alexandria, in Virginia, é stata
fondata
nel 1987 da un generale dell'esercito in pensione, Vernon Lewis. Un
opuscolo riporta orgogliosamente che la M.P.R.I. - la quale mantiene un
archivio computerizzato con i nomi di 2000 membri delle forze armate in
pensione - offre la "migliore esperienza aziendale militare del mondo e
dispone di "unità operative e/o rappresentanti sul campo presso sedi
militari in tutti gli Stati Uniti e all'estero".
L'anno scorso il governo bosniaco ha dato incarico alla M.P.R.I. - che
ha
avuto la meglio, in un'offerta d'appalto, sulla SAIC e la B.D.M. - di
addestrare le sue forze armate. Il programma, il cui costo é di 400
milioni
di dollari, viene pagato in gran parte dall'Arabia Saudita, dal Kuwait,
dal
Brunei e dalla Malaysia. L'obiettivo di questo programma di
addestramento, che é supportato da ampie forniture di armamenti da
parte degli Stati Uniti all'esercito bosniaco, secondo quanto si
afferma é
quello di fare da deterrente rispetto all'esercito serbo, meglio
armato. Ma
essendo l'esercito serbo in gravi difficoltà, molti osservatori della
regione
sono sempre più preoccupati della possibilità che un esercito bosniaco
riaddestrato e dotato di nuove armi possa sentirsi incoraggiato ad
attaccare le forze serbe dopo che le forze multinazionali si saranno
ritirate, come si prevede che debbano fare nel 1998. [SIC]
La M.P.R.I. ha offerto consulenze anche ai militari croati, una
relazione
che é cominciata nell'aprile del 1995, in occasione di uno dei periodi
di
combattimento più intensi della guerra balcanica. La M.P.R.I. ha inviato
in Croazia un team guidato da un certo numero di ufficiali in pensione,
tra cui il Gen. Vuono, il Gen. Richard Griffits e il Gen. Crosbie
Saint, che
dal 1988 al 1992 ha comandato l'Esercito USA in Europa. Un portavoce
del Dipartimento di Stato, John Dinger, ha detto che la M.P.R.I. ha
aiutato
i croati a evitare "eccessi o atrocità nelle operazioni militari". Il
portavoce della M.P.R.I., il capo della DIA in pensione Ed Soyster, mi
ha
detto che la società ha semplicemente "offerto consulenza sul ruolo
dell'esercito in una società democratica".
"I croati desiderano aderire alla NATO," ha aggiunto, "e se si vuole
essere ammessi a un club bisogna avere lo stesso aspetto dei membri".
Solo alcuni mesi dopo che la M.P.R.I. ha cominciato le sue attività in
Croazia, l'esercito di questo paese - fino ad allora raffazzonato e
incapace - ha lanciato una serie di sanguinose offensive contro le forze
serbe. Quella più importante é stata l'Operazione Tempesta di Tuoni,
cioé l'aggressione contro la regione della Krajina, durante la quale i
villaggi serbi sono stati saccheggiati e bruciati, uccidendo centinaia
di
civili e scacciando dalle loro case circa 170.000 persone.
Roger Charles, un tenente colonnello in pensione e ricercatore militare
della Marina americana, che é stato premiato per la sua opera dalla
Investigative Reporters and Editors Association, é convinto che la
M.P.R.I. abbia svolto un importante ruolo nella campagna di Krajina.
"Nessun paese può passare dalle milizie composte da canaglie raccolte
per la strada alla messa in atto di un'offensiva militare professionale,
senza avere ricevuto aiuto", afferma Charles, che ha analizzato per
lungo tempo le attività della M.P.R.I. "I croati hanno fatto un buon
lavoro
di coordinamento dei mezzi blindati, dell'artiglieria e della fanteria.
Non é
qualcosa che si impara mentre si riceve un addestramento sui valori
democratici".
Un ufficiale di collegamento croato ha raccontato alla stampa locale che
solo alcune settimane prima dell'offensiva il Generale Vuono ha tenuto
un incontro segreto ad alto livello nell'isola di Brioni, di fronte
alla costa
della Croazia, con il Gen. Cervenko, l'architetto della campagna di
Krajina. Nei cinque giorni che hanno preceduto l'attacco, si sono tenute
almeno dieci riunioni tra il Generale Vuono e gli ufficiali che hanno
partecipato alla campagna.
In un certo senso, il fatto che la M.P.R.I. abbia diretto la campagna di
Krajina o meno è secondario. "Una volta che si é fornito addestramento
non c'é modo di controllare come le abilità che avete insegnato vengono
usate", dice Loren Thompson, uno specialista militare presso l'Alexis de
Tocqueville Institution, un'organizzazione conservatrice. Dato il
curriculum della Croazia nel ventesimo secolo, afferma - soprattutto la
sua collaborazione con i nazisti - "non siamo sicuri che sia
desiderabile che questo paese abbia un esercito professionale".
La M.P.R.I. nega di avere aiutato i croati ad armarsi, ma anche in
questo
caso si trovava in una posizione per svolgere come minimo un ruolo
indiretto. Secondo un funzionario governativo in pensione, che fa da
intermediario per gli accordi relativi agli acquisti di apparecchiature
militari, Zagabria ha comprato armamenti da un commerciante di armi
tedesco, Ernst Werner Glatt, fino ad almeno l'anno scorso. Negli anni
'80,
Glatt era il mercante d'armi preferito dalla CIA, che lo ha scelto per
vendere armi ai contras in Nicaragua e ai mujahedin in Afghanistan, tra
gli altri. Glatt é arrivato a fornire 200 milioni di dollari di armi
all'anno,
denaro che gli è servito per acquistare una tenuta in Virginia, che ha
chiamato Aquila Nera, un simbolo della Germania nazista.
Durante lo stesso periodo Soyster, che ora lavora presso la M.P.R.I.,
lavorava per la DIA, che assegnava anch'essa l'appalto di affari a
Glatt.
Quest'ultimo ha ricevuto somme enormi dalla DIA nel corso degli anni
'80 affinché si procurasse armi sovietiche da spedire negli Stati
Uniti, da
dove venivano inviate a strutture militari che lavoravano per gli USA in
America Latina, Asia e Africa. Dopo che Soyster si é ritirato, lui e
Glatt
sono diventati soci d'affari in almeno un contratto per la vendita di
armi.
Il coinvolgimento nei balcani della M.P.R.I. é un caso eloquente di
"ricompensa per gli ex-alunni". Il Tenente Gen. James Chambers ha
servito per trentasei anni nell'Aviazione, con l'incarico per un certo
tempo
di direttore delle operazioni estemporanee in Bosnia. Dopo il suo
pensionamento, é diventato vicepresidente della M.P.R.I. Il Gen. John
Sewall, che ora lavora per la società in Croazia, prima di andare in
pensione é stato consulente speciale del Pentagono per la Federazione
Musulmano-Croata, creata nel 1994 su iniziativa degli Stati Uniti.
L'anno
successivo, Sewall e un altro ufficiale hanno effettuato numerosi viaggi
in Bosnia e Croazia. Gli osservatori europei ritengono che la loro
missione fosse quella di offrire consulenze militari, un'attività allora
bandita da un embargo delle Nazioni Unite. "Se non sono coinvolti in
qualche programma di pianificazione militare, cosa ci fanno ll?" si é
lamentato all'epoca un comandante francese, "dobbiamo forse credere
che Sewall e i suoi siano dei turisti?". [...]