Slovenia/Croazia: quali sono i confini della UE?
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http://www.edit.hr/lavoce/index.html
"La Voce del Popolo", Rijeka - Fiume, 10.8.2004
La stampa slovena sulla situazione nel Golfo di Pirano
Gli incidenti fomentano lo spirito antieuropeo
LUBIANA - Non accenna a diminuire l'interesse dell'opinione pubblica
slovena in merito all'inasprimento dello scontro relativo alla
sovranità territoriale nel Golfo di Pirano e al conseguente diritto
alla pesca nelle acque contese. Parimenti, numerosi continuano a essere
anche i commenti e gli articoli pubblicati a riguardo dai giornali
sloveni. Immediatamente dopo l'incontro della presidenza della
Commissione mista per il traffico frontaliero tra la Croazia e la
Slovenia tenutosi venerdì scorso Otocec non sono tardati i commenti che
non facevano mistero della mancata riuscita dell'incontro. Nel corso di
questo, infatti, non era stato possibile giungere a un accordo
riguardante il codice di comportamento dei pescatori in quanto la parte
slovena aveva valutato inaccettabili le modifiche al testo prestabilito
richieste dalla parte croata. In aggiunta, a sottolineare il fallimento
dell'iniziativa il quotidiano di Lubiana "Delo" informava che a
incontro concluso il Ministero degli Affari Esteri sloveno aveva
inviato a Zagabria una nota diplomatica, la seconda riguardante gli
ultimi sconfinamenti. In questa si faceva presente che la Slovenia
considera le acque nelle quali si sono verificati gli incidenti che
hanno coinvolto i pescherecci croati e le motovedette della polizia
slovena acque territoriali slovene e protestava contro l'uso del nome
"Savudrijska vala" in quanto internazionalmente riconosciuto sarebbe
soltanto quello di Golfo di Pirano. Stando all'articolo le ragioni
fondanti dello scambio di note riguarderebbero ancora una volta la zona
ittico - ecologica con la quale la Croazia a partire da ottobre
prossimo allarga la propria giurisdizione nell'Adriatico in quanto
stando all'accordo raggiunto alcuni mesi fa con Bruxelles la zona entra
in vigore nei confronti dei Paesi che non fanno parte dell'UE. Ciò, a
causa dell'irrisolta questione del confine marittimo tra la Croazia e
la Slovenia mette in forse la fiducia reciproca tra i due Paesi
confinanti. Proseguendo lungo questa linea di pensiero lunedì il
quotidiano ha riportato che le proposte croate vertevano
all'imposizione della "linea mediana" richiamandosi all'art.15 della
Convenzione dell'ONU sul diritto del mare impossibilitando così la
parte slovena a dare il proprio consenso al codice di comportamento per
i pescatori. Infatti, il diritto internazionale prevede il ricorso alla
"linea mediana" soltanto quando non sussistono "ragioni storiche o
altre circostanze particolari".
Queste sussisterebbero nel caso del Golfo di Pirano in quanto "la
Slovenia ha amministrato il Golfo dal punto di vista turistico,
economico ed ecologico senza interruzioni di alcun genere. Inoltre, la
polizia slovena controllava tutto il Golfo in data 25 giugno 1991, data
in riferimento alla quale vanno prese tutte le decisioni riguardanti il
confine sul mare". Stando a quanto riportato dal "Delo" alla luce di
detti fatti risulta chiaro che le acque del Golfo vanno considerate
"parte delle acque interne slovene" nelle quali, a differenza di quanto
avviene nelle acque territoriali, gli stati hanno gli stessi diritti
sovrani garantiti anche sulla terraferma.
Il giornale di Maribor, "Vecer", ha invece portato la questione sul chi
può aver interesse a un eventuale inasprimento dei rapporti croato -
sloveni. "Entrambe le diplomazie si dichiarano di essere orientate ad
assicurare i rapporti di buon vicinato e a migliorare lo spirito
europeo di collaborazione. Il codice è scaduto con l'ingresso della
Slovenia nel'UE. Ora ci si chiede se il mancato rinnovo è dovuto alle
elezioni in programma a settembre o al fatto che le tensioni vanno a
favore di quanti propagano la mentalità antieuropea in entrambi gli
stati", si legge nelle pagine del "Vecer".
Per quanto riguarda le reazioni dei partiti che immancabilmente
introducono l'argomento "confine sul mare" tra i temi trattati nel
corso della campagna elettorale le opinioni sono fortemente divise
suscitando di conseguenza anche divisioni tra gli analisti che stilano
previsioni riguardo al risultato elettorale. Mentre uni ritengono il
tutto vada a favore dell'attuale opposizione di centro - destra, altri
si dicono convinti che le attuali forze governative sapranno sfruttare
l'argomento per assicurarsi il voto degli elettori "più attenti agli
interessi nazionali".
Comunque sia, una soluzione diplomatica alla crisi continua a rimanere
lontana anche perché dal Ministero degli Affari Esteri sloveno hanno
fatto sapere che un incontro tra i capi delle diplomazie, Miomir Zuzul
e Ivo Vajgl non può attendersi a breve termine.
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http://www.edit.hr/lavoce/index.html
"La Voce del Popolo", Rijeka - Fiume, 11.8.1994
La TV di stato sui motivi del mancato accordo sulla pesca
La Slovenia non cede sui diritti di sovranità nel Golfo
LUBIANA – Codice di comportamento dei pescatori nel Golfo di Pirano: la
diplomazia slovena espone le ragioni del mancato accordo. Venendo
incontro al forte interesse dell’opinione pubblica in merito
all’argomento la TV slovena ha dedicato ieri, all’interno del
telegiornale della sera, un ampio servizio alla questione riguardante
il confine sul mare. Nel servizio, che si richiamava a fonti
diplomatiche di Lubiana, come motivo dell’insuccesso dell’incontro dei
membri della presidenza della Commissione mista per il traffico
transfrontaliero tra la Slovenia e la Croazia veniva indicata la
richiesta avanzata dalla parte croata che per la Slovenia avrebbe
significato "la rinuncia a una parte della sovranità sul mare".
Stando alla dichiarazione rilasciata in merito da Aleksander Geržina,
il membro sloveno della presidenza della Commissione, "la Croazia ha
proposto la sottoscrizione di un accoro in base al quale alla polizia
verrebbe tolta la competenza a controllare i pescatori che effettuano
la loro attività commerciale nella zona di confine. Per Lubiana ciò
significherebbe rinunciare a una parte della sovranità nel Golfo di
Pirano". Richiamandosi a questa dichiarazione il comunicato diffuso
dall’agenzia STA ha adotto tra le ragioni del rifiuto sloveno a
sottoscrivere un siffatto accordo anche il fatto che la Slovenia non ha
intenzione di rinunciare a quanto previsto nell’accordo Drnovšek-Račan.
Illustrando la proposta di accordo precedentemente stilata Geržina ha
detto che “questa prevedeva nelle acque un controllo congiunto delle
polizie slovena e croata per quanto concerne tutti gli elementi che
possono essere ricondotti alla pesca. Per quanto riguarda invece la
pesca intesa come attività commerciale, regolata nel codice di
comportamento, questa sarebbe diventata competenza dell’ispettorato
composto da rappresentanti sloveni e croati".
Il sottosegretario presso il Ministero dell’agricoltura, Franc
Potočnik, ha dichiarato che “i pescatori possono continuare
indisturbati la loro attività nella zona controllata dalla polizia
slovena, vale a dire fino a circa 300 metri dalla costa occidentale del
Golfo di Pirano".
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http://www.edit.hr/lavoce/index.html
"La Voce del Popolo", Rijeka - Fiume, 29.8.2004
Janez Drnovšek affronta il tema del contenzioso con la Croazia
«Plovania, valico inventato da Zagabria»
Le tesi di Stjepan Mesić sono una semplice «chimera»
LUBIANA – Il presidente sloveno, Janez Drnovšek, ha affermato ieri che
stando all’accordo “Drnovšek-Račan” del 2001, quello in base al quale a
Lubiana spetterebbe la maggior parte del Golfo di Pirano e lo sbocco al
mare aperto, gli ultimi sette chilometri del confine continentale fra
Croazia e Slovenia in Istria appartengono alla Croazia. “In conformità
a quell’accordo gli insediamenti a meridione della Dragogna
spetterebbero alla Croazia, ma ciò costituisce una contropartita per lo
sbocco della Slovenia al mare aperto, e per la linea di frontiera nel
Golfo di Pirano che spetta a noi per la maggior parte assieme a una
parte adeguata del mare territoriale”, ha dichiarato il capo di Stato
sloveni ai giornalisti del quotidiano di Maribor “Večer”, dal quale è
stato invitato a commentare gli ultimi eccessi di Joško Joras e le
recenti dichiarazioni rilasciate dal presidente croato, Stjepan Mesić,
in relazione ai confini terrestri tra Lubiana e Zagabria.
Secondo Drnovšek la tesi del presidente croato, il quale sostiene che
la frontiera terrestre è stata determinata e ora rimane da stabilire
unicamente quella marittima, costituiscono solamente un suo
“desiderio”. “Questo presunto fatto rappresenta soltanto un auspico,
giacché non ci sono i presupposti necessari, in nessun accordo o atto
giuridico. Gli ultimi sette chilometri del confine terrestre sono
rimasti in dubbio nel corso di tutto il tempo delle trattative sulle
frontiere, cioè dalla nostra indipendenza”, ha chiarito Drnovšek. Il
presidente sloveno ha fatto presente che Lubiana dispone della
documentazione inerente alle trattative sulle frontiere e allo status
dei quattro villaggi situati a Sud del fiume Dragogna. Egli ha spiegato
che in base ad alcuni elementi insorti nel 1991 scaturiva che fosse
corretta la tesi croata e in base ad altre circostanze che lo fosse
quella slovena.
Drnovšek ha collegato il dilemma inerente agli ultimi sette chilometri
del confine terrestre in Istria all’accordo Drnovšek-Račan, che per la
Slovenia è tuttora attuale (lo ha dichiarato in questi giorni pure il
ministro degli Affari esteri di Lubiana, Ivo Vajgl) e all’ottenimento
dello sbocco alle acque internazionali. “Se la Croazia desidera la
linea di confine sancita dall’accordo, allora lo deve accettare nel suo
insieme e non può avvalersi solo di quei punti che le fanno comodo”, ha
rilevato Janez Drnovšek. Secondo il presidente sloveno, il valico di
frontiera di Plovania è stato realizzato da Zagabria di testa propria.
Egli ha ricordato che la Slovenia in tale senso ha trasmesso una nota
diplomatica. Le polemiche riguardanti il confine in Istria sono tornate
d’attualità in seguito alle gesta di Joško Joras che aveva bloccato il
traffico al confine tra i due paesi. Joras sostiene che il valico di
Plovania non rappresenti un confine bensì un semplice check point.
---
http://www.edit.hr/lavoce/index.html
"La Voce del Popolo", Rijeka - Fiume, 29.8.2004
Stjepan Mesić commenta le ultime considerazioni di Janez Drnovšek
«Confine terrestre? Commissione Badinter docet...»
Secondo il presidente croato non ci sono dubbi in merito
LESINA (HVAR) – Il presidente della Repubblica, Stjepan Mesić, non ha
mancato di commentare – sabato durante la sua visita a Lesina (Hvar) –
le dichiarazioni rilasciate il giorno prima dal presidente sloveno
Janez Drnovšek al quotidiano "Večer" di Maribor in merito ai confini
tra Croazia e Slovenia. Secondo Drnovšek, infatti, la convinzione di
Mesić che la frontiera terrestre è cosa fatta e risolta, rappresenta
una "chimera", una "pura illusione del mio collega croato". La
determinazione degli ultimi sette chilometri del confine terrestre,
aveva affermato il capo di stato sloveno, è rimasto un problema aperto
per tutto il tempo delle trattative sulle frontiere, ossia
dall'ottenimento dell'indipendenza della Slovenia. Drnovšek, inoltre,
aveva collegato il dilemma su questi ultimi sette chilometri in Istria
all’accordo Drnovšek-Račan, aggiungendo che il valico di Plovania non è
altro che un'invenzione di Zagabria.
Commentando la dichiarazioni di Drnovšek alla Radio croata, Mesić si è
limitato a ricordare il responso della Commissione Badinter, secondo il
quale i confini terrestri tra le repubbliche socialiste dell'ex
federazione jugoslava rappresentano ora i confini di stato tra le nuove
entità statali sorte sulle rovine della RSFJ, mentre ai nuovi stati
rimane soltanto di definire i confini marittimi. "Il confine marittimo
– ha detto Mesić – dipende da come sono stabiliti quelli terrestri. Se
in qualcosa dovessi dare ragione al presidente sloveno, lo farei
certamente per la sua dichiarazione che i confini terrestri tra i
nostri due paesi non sono stati identificati, ma questi stessi confini
sono eccome ben definiti. La Commissione Badinter ha definito i
confini, e ora spetta a noi identificarli metro per metro".
---
Ti, 'ex'-jugoslavenu/ko,
odgovori!
1) Koje si nacionalnosti? Da li znas - ili ne znas?
2) Daju li ti pasos?
3) Kuda prolaze nove granice?
a. izmedju tebe i tvoga supruga/e?
b. izmedju tebe i tvoj djece?
c. izmedju tvoje i susjedove kuce? ...
(Milena Cubrakovic, 1994)
Tu, 'ex'- jugoslava/o,
rispondi!
1) Di che nazionalita' sei? Lo sai - o no?
2) Ti danno un passaporto?
3) Dove passano le nuove frontiere?
a. fra te ed il tuo coniuge?
b. fra te ed i tuoi figli?
c. fra la tua casa e quella del tuo vicino?
Chi ti rilascia il visto sul passaporto per
andarlo a trovare? ...
(Milena Cubrakovic, 1994)
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La stampa slovena sulla situazione nel Golfo di Pirano
Gli incidenti fomentano lo spirito antieuropeo
LUBIANA - Non accenna a diminuire l'interesse dell'opinione pubblica
slovena in merito all'inasprimento dello scontro relativo alla
sovranità territoriale nel Golfo di Pirano e al conseguente diritto
alla pesca nelle acque contese. Parimenti, numerosi continuano a essere
anche i commenti e gli articoli pubblicati a riguardo dai giornali
sloveni. Immediatamente dopo l'incontro della presidenza della
Commissione mista per il traffico frontaliero tra la Croazia e la
Slovenia tenutosi venerdì scorso Otocec non sono tardati i commenti che
non facevano mistero della mancata riuscita dell'incontro. Nel corso di
questo, infatti, non era stato possibile giungere a un accordo
riguardante il codice di comportamento dei pescatori in quanto la parte
slovena aveva valutato inaccettabili le modifiche al testo prestabilito
richieste dalla parte croata. In aggiunta, a sottolineare il fallimento
dell'iniziativa il quotidiano di Lubiana "Delo" informava che a
incontro concluso il Ministero degli Affari Esteri sloveno aveva
inviato a Zagabria una nota diplomatica, la seconda riguardante gli
ultimi sconfinamenti. In questa si faceva presente che la Slovenia
considera le acque nelle quali si sono verificati gli incidenti che
hanno coinvolto i pescherecci croati e le motovedette della polizia
slovena acque territoriali slovene e protestava contro l'uso del nome
"Savudrijska vala" in quanto internazionalmente riconosciuto sarebbe
soltanto quello di Golfo di Pirano. Stando all'articolo le ragioni
fondanti dello scambio di note riguarderebbero ancora una volta la zona
ittico - ecologica con la quale la Croazia a partire da ottobre
prossimo allarga la propria giurisdizione nell'Adriatico in quanto
stando all'accordo raggiunto alcuni mesi fa con Bruxelles la zona entra
in vigore nei confronti dei Paesi che non fanno parte dell'UE. Ciò, a
causa dell'irrisolta questione del confine marittimo tra la Croazia e
la Slovenia mette in forse la fiducia reciproca tra i due Paesi
confinanti. Proseguendo lungo questa linea di pensiero lunedì il
quotidiano ha riportato che le proposte croate vertevano
all'imposizione della "linea mediana" richiamandosi all'art.15 della
Convenzione dell'ONU sul diritto del mare impossibilitando così la
parte slovena a dare il proprio consenso al codice di comportamento per
i pescatori. Infatti, il diritto internazionale prevede il ricorso alla
"linea mediana" soltanto quando non sussistono "ragioni storiche o
altre circostanze particolari".
Queste sussisterebbero nel caso del Golfo di Pirano in quanto "la
Slovenia ha amministrato il Golfo dal punto di vista turistico,
economico ed ecologico senza interruzioni di alcun genere. Inoltre, la
polizia slovena controllava tutto il Golfo in data 25 giugno 1991, data
in riferimento alla quale vanno prese tutte le decisioni riguardanti il
confine sul mare". Stando a quanto riportato dal "Delo" alla luce di
detti fatti risulta chiaro che le acque del Golfo vanno considerate
"parte delle acque interne slovene" nelle quali, a differenza di quanto
avviene nelle acque territoriali, gli stati hanno gli stessi diritti
sovrani garantiti anche sulla terraferma.
Il giornale di Maribor, "Vecer", ha invece portato la questione sul chi
può aver interesse a un eventuale inasprimento dei rapporti croato -
sloveni. "Entrambe le diplomazie si dichiarano di essere orientate ad
assicurare i rapporti di buon vicinato e a migliorare lo spirito
europeo di collaborazione. Il codice è scaduto con l'ingresso della
Slovenia nel'UE. Ora ci si chiede se il mancato rinnovo è dovuto alle
elezioni in programma a settembre o al fatto che le tensioni vanno a
favore di quanti propagano la mentalità antieuropea in entrambi gli
stati", si legge nelle pagine del "Vecer".
Per quanto riguarda le reazioni dei partiti che immancabilmente
introducono l'argomento "confine sul mare" tra i temi trattati nel
corso della campagna elettorale le opinioni sono fortemente divise
suscitando di conseguenza anche divisioni tra gli analisti che stilano
previsioni riguardo al risultato elettorale. Mentre uni ritengono il
tutto vada a favore dell'attuale opposizione di centro - destra, altri
si dicono convinti che le attuali forze governative sapranno sfruttare
l'argomento per assicurarsi il voto degli elettori "più attenti agli
interessi nazionali".
Comunque sia, una soluzione diplomatica alla crisi continua a rimanere
lontana anche perché dal Ministero degli Affari Esteri sloveno hanno
fatto sapere che un incontro tra i capi delle diplomazie, Miomir Zuzul
e Ivo Vajgl non può attendersi a breve termine.
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"La Voce del Popolo", Rijeka - Fiume, 11.8.1994
La TV di stato sui motivi del mancato accordo sulla pesca
La Slovenia non cede sui diritti di sovranità nel Golfo
LUBIANA – Codice di comportamento dei pescatori nel Golfo di Pirano: la
diplomazia slovena espone le ragioni del mancato accordo. Venendo
incontro al forte interesse dell’opinione pubblica in merito
all’argomento la TV slovena ha dedicato ieri, all’interno del
telegiornale della sera, un ampio servizio alla questione riguardante
il confine sul mare. Nel servizio, che si richiamava a fonti
diplomatiche di Lubiana, come motivo dell’insuccesso dell’incontro dei
membri della presidenza della Commissione mista per il traffico
transfrontaliero tra la Slovenia e la Croazia veniva indicata la
richiesta avanzata dalla parte croata che per la Slovenia avrebbe
significato "la rinuncia a una parte della sovranità sul mare".
Stando alla dichiarazione rilasciata in merito da Aleksander Geržina,
il membro sloveno della presidenza della Commissione, "la Croazia ha
proposto la sottoscrizione di un accoro in base al quale alla polizia
verrebbe tolta la competenza a controllare i pescatori che effettuano
la loro attività commerciale nella zona di confine. Per Lubiana ciò
significherebbe rinunciare a una parte della sovranità nel Golfo di
Pirano". Richiamandosi a questa dichiarazione il comunicato diffuso
dall’agenzia STA ha adotto tra le ragioni del rifiuto sloveno a
sottoscrivere un siffatto accordo anche il fatto che la Slovenia non ha
intenzione di rinunciare a quanto previsto nell’accordo Drnovšek-Račan.
Illustrando la proposta di accordo precedentemente stilata Geržina ha
detto che “questa prevedeva nelle acque un controllo congiunto delle
polizie slovena e croata per quanto concerne tutti gli elementi che
possono essere ricondotti alla pesca. Per quanto riguarda invece la
pesca intesa come attività commerciale, regolata nel codice di
comportamento, questa sarebbe diventata competenza dell’ispettorato
composto da rappresentanti sloveni e croati".
Il sottosegretario presso il Ministero dell’agricoltura, Franc
Potočnik, ha dichiarato che “i pescatori possono continuare
indisturbati la loro attività nella zona controllata dalla polizia
slovena, vale a dire fino a circa 300 metri dalla costa occidentale del
Golfo di Pirano".
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"La Voce del Popolo", Rijeka - Fiume, 29.8.2004
Janez Drnovšek affronta il tema del contenzioso con la Croazia
«Plovania, valico inventato da Zagabria»
Le tesi di Stjepan Mesić sono una semplice «chimera»
LUBIANA – Il presidente sloveno, Janez Drnovšek, ha affermato ieri che
stando all’accordo “Drnovšek-Račan” del 2001, quello in base al quale a
Lubiana spetterebbe la maggior parte del Golfo di Pirano e lo sbocco al
mare aperto, gli ultimi sette chilometri del confine continentale fra
Croazia e Slovenia in Istria appartengono alla Croazia. “In conformità
a quell’accordo gli insediamenti a meridione della Dragogna
spetterebbero alla Croazia, ma ciò costituisce una contropartita per lo
sbocco della Slovenia al mare aperto, e per la linea di frontiera nel
Golfo di Pirano che spetta a noi per la maggior parte assieme a una
parte adeguata del mare territoriale”, ha dichiarato il capo di Stato
sloveni ai giornalisti del quotidiano di Maribor “Večer”, dal quale è
stato invitato a commentare gli ultimi eccessi di Joško Joras e le
recenti dichiarazioni rilasciate dal presidente croato, Stjepan Mesić,
in relazione ai confini terrestri tra Lubiana e Zagabria.
Secondo Drnovšek la tesi del presidente croato, il quale sostiene che
la frontiera terrestre è stata determinata e ora rimane da stabilire
unicamente quella marittima, costituiscono solamente un suo
“desiderio”. “Questo presunto fatto rappresenta soltanto un auspico,
giacché non ci sono i presupposti necessari, in nessun accordo o atto
giuridico. Gli ultimi sette chilometri del confine terrestre sono
rimasti in dubbio nel corso di tutto il tempo delle trattative sulle
frontiere, cioè dalla nostra indipendenza”, ha chiarito Drnovšek. Il
presidente sloveno ha fatto presente che Lubiana dispone della
documentazione inerente alle trattative sulle frontiere e allo status
dei quattro villaggi situati a Sud del fiume Dragogna. Egli ha spiegato
che in base ad alcuni elementi insorti nel 1991 scaturiva che fosse
corretta la tesi croata e in base ad altre circostanze che lo fosse
quella slovena.
Drnovšek ha collegato il dilemma inerente agli ultimi sette chilometri
del confine terrestre in Istria all’accordo Drnovšek-Račan, che per la
Slovenia è tuttora attuale (lo ha dichiarato in questi giorni pure il
ministro degli Affari esteri di Lubiana, Ivo Vajgl) e all’ottenimento
dello sbocco alle acque internazionali. “Se la Croazia desidera la
linea di confine sancita dall’accordo, allora lo deve accettare nel suo
insieme e non può avvalersi solo di quei punti che le fanno comodo”, ha
rilevato Janez Drnovšek. Secondo il presidente sloveno, il valico di
frontiera di Plovania è stato realizzato da Zagabria di testa propria.
Egli ha ricordato che la Slovenia in tale senso ha trasmesso una nota
diplomatica. Le polemiche riguardanti il confine in Istria sono tornate
d’attualità in seguito alle gesta di Joško Joras che aveva bloccato il
traffico al confine tra i due paesi. Joras sostiene che il valico di
Plovania non rappresenti un confine bensì un semplice check point.
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http://www.edit.hr/lavoce/index.html
"La Voce del Popolo", Rijeka - Fiume, 29.8.2004
Stjepan Mesić commenta le ultime considerazioni di Janez Drnovšek
«Confine terrestre? Commissione Badinter docet...»
Secondo il presidente croato non ci sono dubbi in merito
LESINA (HVAR) – Il presidente della Repubblica, Stjepan Mesić, non ha
mancato di commentare – sabato durante la sua visita a Lesina (Hvar) –
le dichiarazioni rilasciate il giorno prima dal presidente sloveno
Janez Drnovšek al quotidiano "Večer" di Maribor in merito ai confini
tra Croazia e Slovenia. Secondo Drnovšek, infatti, la convinzione di
Mesić che la frontiera terrestre è cosa fatta e risolta, rappresenta
una "chimera", una "pura illusione del mio collega croato". La
determinazione degli ultimi sette chilometri del confine terrestre,
aveva affermato il capo di stato sloveno, è rimasto un problema aperto
per tutto il tempo delle trattative sulle frontiere, ossia
dall'ottenimento dell'indipendenza della Slovenia. Drnovšek, inoltre,
aveva collegato il dilemma su questi ultimi sette chilometri in Istria
all’accordo Drnovšek-Račan, aggiungendo che il valico di Plovania non è
altro che un'invenzione di Zagabria.
Commentando la dichiarazioni di Drnovšek alla Radio croata, Mesić si è
limitato a ricordare il responso della Commissione Badinter, secondo il
quale i confini terrestri tra le repubbliche socialiste dell'ex
federazione jugoslava rappresentano ora i confini di stato tra le nuove
entità statali sorte sulle rovine della RSFJ, mentre ai nuovi stati
rimane soltanto di definire i confini marittimi. "Il confine marittimo
– ha detto Mesić – dipende da come sono stabiliti quelli terrestri. Se
in qualcosa dovessi dare ragione al presidente sloveno, lo farei
certamente per la sua dichiarazione che i confini terrestri tra i
nostri due paesi non sono stati identificati, ma questi stessi confini
sono eccome ben definiti. La Commissione Badinter ha definito i
confini, e ora spetta a noi identificarli metro per metro".
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Ti, 'ex'-jugoslavenu/ko,
odgovori!
1) Koje si nacionalnosti? Da li znas - ili ne znas?
2) Daju li ti pasos?
3) Kuda prolaze nove granice?
a. izmedju tebe i tvoga supruga/e?
b. izmedju tebe i tvoj djece?
c. izmedju tvoje i susjedove kuce? ...
(Milena Cubrakovic, 1994)
Tu, 'ex'- jugoslava/o,
rispondi!
1) Di che nazionalita' sei? Lo sai - o no?
2) Ti danno un passaporto?
3) Dove passano le nuove frontiere?
a. fra te ed il tuo coniuge?
b. fra te ed i tuoi figli?
c. fra la tua casa e quella del tuo vicino?
Chi ti rilascia il visto sul passaporto per
andarlo a trovare? ...
(Milena Cubrakovic, 1994)