Sabato 18 settembre mobilitazione in tutta Italia contro la guerra
COMUNICATO STAMPA URGENTE
Il governo Berlusconi va inchiodato apertamente per le sue
responsabilità nella guerra e nelle conseguenze che ne derivano sulla
società, in Italia come in Iraq.E' sempre più drammaticamente chiaro
che la scelta del governo italiano diessere parte belligerante ed
occupante in Iraq sia la causa che sta esponendo il paese ai
contraccolpi di una guerra che continuiamo a definire illegale ed
ingiusta.
Il sequestro delle cooperanti del "Ponte per " è solo l'ultimo tassello
di un processo avviato con la complicità nella guerra di Bush e l'invio
del contingente militare italiano in Iraq. E' questo il passaggio che
ha messo il paese nella condizione di subire ogni sorta di ricatto,
incluso quello dei mandanti degli squadroni della morte che sono
entrati in azione a Bagdad contro giornalisti, cooperanti e testimoni
"scomodi". Invocare a tale scopo l'unità nazionale contro il terrorismo
o il "modello francese" è un orribile inganno che vorrebbe assolvere il
governo Berlusconi dalle sue responsabilità.
Noi invochiamo invece quellaunità popolare contro la guerra che
continua a rappresentare la maggioranza della societàe che ha detto sin
da subito no alla partecipazione italiana alla guerra, che chiede il
rilascio delle cooperanti italiane ed irachene del "Ponte per "
sequestrate e il ritiro immediato del contingente militare italiano in
Iraq come atto concreto teso a mettere fine alla complicità e al
coinvolgimento dell'Italia nella guerra.
Su questo torniamo a fare appello alla massima mobilitazione con una
giornata di manifestazioni in tutta Italia per sabato 18 settembre che
inchiodino il governo alle sue responsabilità per aver trascinato il
paese nella guerra.
Comitato per il ritiro dei militari italiani dall'Iraq
Info: v i a d a l l i r a q o r a @ l i b e r o . i t ;
tel.348-7213312
COMUNICATO STAMPA URGENTE
Il governo Berlusconi va inchiodato apertamente per le sue
responsabilità nella guerra e nelle conseguenze che ne derivano sulla
società, in Italia come in Iraq.E' sempre più drammaticamente chiaro
che la scelta del governo italiano diessere parte belligerante ed
occupante in Iraq sia la causa che sta esponendo il paese ai
contraccolpi di una guerra che continuiamo a definire illegale ed
ingiusta.
Il sequestro delle cooperanti del "Ponte per " è solo l'ultimo tassello
di un processo avviato con la complicità nella guerra di Bush e l'invio
del contingente militare italiano in Iraq. E' questo il passaggio che
ha messo il paese nella condizione di subire ogni sorta di ricatto,
incluso quello dei mandanti degli squadroni della morte che sono
entrati in azione a Bagdad contro giornalisti, cooperanti e testimoni
"scomodi". Invocare a tale scopo l'unità nazionale contro il terrorismo
o il "modello francese" è un orribile inganno che vorrebbe assolvere il
governo Berlusconi dalle sue responsabilità.
Noi invochiamo invece quellaunità popolare contro la guerra che
continua a rappresentare la maggioranza della societàe che ha detto sin
da subito no alla partecipazione italiana alla guerra, che chiede il
rilascio delle cooperanti italiane ed irachene del "Ponte per "
sequestrate e il ritiro immediato del contingente militare italiano in
Iraq come atto concreto teso a mettere fine alla complicità e al
coinvolgimento dell'Italia nella guerra.
Su questo torniamo a fare appello alla massima mobilitazione con una
giornata di manifestazioni in tutta Italia per sabato 18 settembre che
inchiodino il governo alle sue responsabilità per aver trascinato il
paese nella guerra.
Comitato per il ritiro dei militari italiani dall'Iraq
Info: v i a d a l l i r a q o r a @ l i b e r o . i t ;
tel.348-7213312