http://www.liberazione.it/giornale/040923/archdef.asp
da Liberazione del 23 settembre 2004:
Chi si ricorda dei bimbi jugoslavi?
«E ai bambini jugoslavi?» La domanda è lì stampata su un foglio bianco,
nitidi caratteri neri, in bella vista (insieme a grandi foto a colori
di Simona e Simona) sul banchetto di "Un Ponte per... ". E mi attira. E
ai bambini jugoslavi? Sì, ai bambini jugoslavi, proprio come ai soldati
colà stanziati, l'uranio impoverito - quel killer - fa male. Un sacco
male. Strano, ce l'eravamo dimenticato.
Come ben dice il depliant del "Ponte per", «per l'ipocrisia dei mezzi
d'informazione, possono anche morire, purché nel silenzio più assoluto,
lontani dal nostro mondo, per non risvegliare lontani sensi di colpa».
I bambini jugoslavi, ricordate? Quelli sottoposti alla "guerrra
umanitaria" nei Balcani, proprio loro. A parte i morti, molti dei
sopravvissuti non stanno granché bene. Denuncia "Il Ponte": «Sono tanti
i nuovi casi di malattie del sangue e del midollo nella ex Jugoslavia».
Ex Jugoslavia rimossa e brutalmente dimenticata, sotto la foglia di
fico di Milosevic consegnato all'Aja. E tutti fingono di ignorare,
cecità molto ben organizzata. Ciò che resta della ex Jugoslavia, dopo
il passaggio delle bombe caritatevoli: vogliamo magari saperlo? Ecco.
«L'embargo non c'è più, ma l'inflazione del dinaro è inarrestabile e i
prezzi continuano a salire. E la questione del diritto al ritorno di
profughi e sfollati in Kosovo (come in Croazia, Krajne e Bosnia) rimane
irrisolta».
Non basta. Resta irrisolto «anche il problema del risarcimento di gente
che ha perduto ogni avere»; di gente che, soprattutto, ha
irrimediabilmente perduto i suoi affetti (sono più di mille i "civili"
spariti nel '99).
L'Uck, poi, forse l'avete dimenticato? Ecco. «Il "disciolto" Uck si è
ricostituito come polizia locale»; quanto al Kosovo, esso «è diventato
la più grande base Nato d'Europa, crocevia di armi, droga e
prostituzione».
Effetti di una guerra umanitaria. Dicono oggi a Belgrado: «Sfollati e
Profughi sono le nostre parole più comuni. Hanno preso il posto di Pane
e Latte».
Effetti di una guerra umanitaria. Più di 250 mila persone cacciate dal
Kosovo dopo la "fine" del conflitto, sotto gli occhi distratti degli
eserciti di pace, compreso quello italiano. Con gli 800 mila
provenienti da Croazia, Krajne e Bosnia, sono oltre 1 milione di
persone a vivere disseminate in tutto il territorio della ex Repubblica
Jugoslava, alloggiate in centri collettivi o in case private
sovraffollate. Tra loro, come sempre, ci sono moltissimi bambini. Che,
pensate un po', «vorrebbero continuare a mangiare, a vestirsi, a
giocare, ad andare a scuola».
Vale la pena di fermarsi un po', davanti a questa tenda "militante" che
è lì a ricordarcelo, «oggi l'Iraq, ieri la Jugoslavia. Sempre e solo
bugie per imporre la loro guerra».
Maria R. Calderoni
da Liberazione del 23 settembre 2004:
Chi si ricorda dei bimbi jugoslavi?
«E ai bambini jugoslavi?» La domanda è lì stampata su un foglio bianco,
nitidi caratteri neri, in bella vista (insieme a grandi foto a colori
di Simona e Simona) sul banchetto di "Un Ponte per... ". E mi attira. E
ai bambini jugoslavi? Sì, ai bambini jugoslavi, proprio come ai soldati
colà stanziati, l'uranio impoverito - quel killer - fa male. Un sacco
male. Strano, ce l'eravamo dimenticato.
Come ben dice il depliant del "Ponte per", «per l'ipocrisia dei mezzi
d'informazione, possono anche morire, purché nel silenzio più assoluto,
lontani dal nostro mondo, per non risvegliare lontani sensi di colpa».
I bambini jugoslavi, ricordate? Quelli sottoposti alla "guerrra
umanitaria" nei Balcani, proprio loro. A parte i morti, molti dei
sopravvissuti non stanno granché bene. Denuncia "Il Ponte": «Sono tanti
i nuovi casi di malattie del sangue e del midollo nella ex Jugoslavia».
Ex Jugoslavia rimossa e brutalmente dimenticata, sotto la foglia di
fico di Milosevic consegnato all'Aja. E tutti fingono di ignorare,
cecità molto ben organizzata. Ciò che resta della ex Jugoslavia, dopo
il passaggio delle bombe caritatevoli: vogliamo magari saperlo? Ecco.
«L'embargo non c'è più, ma l'inflazione del dinaro è inarrestabile e i
prezzi continuano a salire. E la questione del diritto al ritorno di
profughi e sfollati in Kosovo (come in Croazia, Krajne e Bosnia) rimane
irrisolta».
Non basta. Resta irrisolto «anche il problema del risarcimento di gente
che ha perduto ogni avere»; di gente che, soprattutto, ha
irrimediabilmente perduto i suoi affetti (sono più di mille i "civili"
spariti nel '99).
L'Uck, poi, forse l'avete dimenticato? Ecco. «Il "disciolto" Uck si è
ricostituito come polizia locale»; quanto al Kosovo, esso «è diventato
la più grande base Nato d'Europa, crocevia di armi, droga e
prostituzione».
Effetti di una guerra umanitaria. Dicono oggi a Belgrado: «Sfollati e
Profughi sono le nostre parole più comuni. Hanno preso il posto di Pane
e Latte».
Effetti di una guerra umanitaria. Più di 250 mila persone cacciate dal
Kosovo dopo la "fine" del conflitto, sotto gli occhi distratti degli
eserciti di pace, compreso quello italiano. Con gli 800 mila
provenienti da Croazia, Krajne e Bosnia, sono oltre 1 milione di
persone a vivere disseminate in tutto il territorio della ex Repubblica
Jugoslava, alloggiate in centri collettivi o in case private
sovraffollate. Tra loro, come sempre, ci sono moltissimi bambini. Che,
pensate un po', «vorrebbero continuare a mangiare, a vestirsi, a
giocare, ad andare a scuola».
Vale la pena di fermarsi un po', davanti a questa tenda "militante" che
è lì a ricordarcelo, «oggi l'Iraq, ieri la Jugoslavia. Sempre e solo
bugie per imporre la loro guerra».
Maria R. Calderoni