LiMes su Cuba disinforma. Perche'?
Gli organi di stampa italiani, all'unisono, urlano che a Cuba non c'e'
liberta' di stampa. Essi stessi pero' nascondono aspetti e fatti
importanti, censurano notizie e falsificano l'immagine di quel paese.
Conosciamo bene, purtroppo, questa maniera di fare disinformazione, per
averla pagata sulla nostra pelle come jugoslavi e come amici della
Jugoslavia: il parallelo con Cuba e la solidarieta' per quel paese ci
sorgono dunque spontanei.
Dov'e' allora che manca la liberta' di stampa: a Cuba o in Italia? Dopo
l'esempio vergognoso de L'Unita' (vedi:
http://it.groups.yahoo.com/group/aa-info/message/9073 ) la nostra
carrellata prosegue con la rivista LiMes. Dal Comitato 28 giugno
“Difendiamo Cuba” riceviamo e volentieri giriamo:
Undici domande su Cuba alla redazione
e agli autori di Limes
L’ultimo numero di “Limes” dedicato alla realtà e alla storia di Cuba è
riuscito ad essere una condanna senza appello per l’esperienza politica
di Cuba. Questa caduta di stile e di qualità di una rivista che abbiamo
sempre letto con interesse, ha suscitato una serie di interrogativi che
vogliamo girare alla redazione di Limes, agli autori dell’ultimo numero
ed ai lettori della rivista.
1) Se la situazione a Cuba prima della rivoluzione del 1959 era
così “florida” come sostengono gli autori di Limes, come mai nel 1959
c’è stata una rivoluzione?
2) Come spiegano gli autori che se la situazione cubana appare così
catastrofica, il suo governo non sia stato travolto dalla dissoluzione
del socialismo reale tra il 1989 e il 1991 o negli anni immediatamente
successivi?
3) Alcuni autori di Limes sostengono che Cuba oggi “è la più grande
prigione di giornalisti del mondo”: E’ una frase a effetto di una certa
perentorietà, ma su quali dati oggettivi si basa? Assai più vicino di
Cuba, in Spagna per l’esattezza, oggi ci sono molti più giornalisti in
carcere, sono stati chiusi dalle autorità due quotidiani e due
settimanali e intere redazioni sono finite in galera (alcuni ancora vi
permangono). La redazione di Limes pensa di poter o di dover
rettificare l’affermazione non esatta contenuta in questo ultimo numero
della rivista?
4) Se Cuba rinunciasse oggi al suo modello sociale e accettasse le
regole del FMI e della WTO, quali possibilità di sviluppo sociale più
avanzate potrebbe avere un paese le cui uniche risorse sono: le rimesse
degli emigrati, gli introiti del turismo e i prodotti agricoli i cui
prezzi sul mercato mondiale declinano sistematicamente da anni? Da un
confronto onesto con la Repubblica Dominicana ed Haiti (gli altri due
paesi importanti delle Grandi Antille “aperti” al mercato), potreste
affermare che in questi paesi c’è uno sviluppo ed una coesione sociale
superiore e migliore di quella di Cuba?
5) La partecipazione popolare alle decisioni dello Stato è il
fondamento della democrazia. Se gli autori ritengono che il modello
elettorale e decisionale cubano sia “non democratico”, potrebbero
affermare che il modello democratico liberale sia migliore sul piano
della partecipazione popolare alle decisioni? Come e con quali
argomenti potreste spiegare ad un cittadino cubano o di un altro paese
latinoamericano che nei paesi liberali vota solo una minoranza di
cittadini?
6) Un istituto demoscopico dell’America Latina (Latinobarometro)
rivela che più della metà dei latinoamericani non nutre più fiducia sul
fatto che democrazia liberale e progresso sociale siano la stessa cosa
(vedi Sole 24 ore del 13 settembre). Con quali argomenti replichereste
a tale contraddizione che rovescia nel suo contrario le vostre
affermazioni sulla “non democraticità” del modello politico cubano?
7) Se le ambasciate in Italia dei paesi dell’Unione Europea
invitassero alle loro feste nazionali i leader dei movimenti che si
oppongono al governo Berlusconi, quali sarebbero secondo voi le
reazioni del governo italiano?
8) Se un aereo militare francese sorvolasse tutti i giorni al limite
delle acque territoriali italiane trasmettendo programmi che invitano a
rovesciare il governo, come reagirebbero le autorità italiane?
9) Gli autori di Limes conoscono sicuramente le differenze tra
segregazione razziale, razzismo e pregiudizio razziale. Come mai in un
articolo su Cuba lasciate che assumano lo stesso significato?
10) Fidel Castro è un leader politico che gode di grande autorevolezza
nel suo paese, in America Latina, nel terzo mondo ed anche in alcuni
paesi europei. Secondo gli autori di Limes deve farsene una colpa o i
tanti che lo stimano devono ritenersi degli stupidi?
11) Come mai quando si parla della realtà di Cuba, i giornali
“democratici” intervistano solo gli “oppositori” e non sentono
l’esigenza di sentire anche le voci ufficiali del governo cubano o le
voci ufficiose non ostili al governo, come si fa per altri paesi? In
altri numeri e su altre realtà (Balcani, Medio Oriente) Limes lo ha
fatto fornendo documentazione e stimoli interessanti. Non sarebbe più
utile fornire ai lettori tutte le fonti e consentire al lettore di
farsi una sua opinione su Cuba?
Alla luce di queste domande, la redazione di Limes sarebbe disposta a
pubblicare un nuovo numero della rivista che ripristini un confronto ed
una documentazione plurale e più corretta sulla realtà di Cuba? Ce ne
sarebbe bisogno, per il prestigio della rivista e per l’onestà del
dibattito sulla realtà internazionale di questo nuovo secolo.
In attesa di un vostro riscontro, cordiali saluti
Il Comitato 28 giugno “Difendiamo Cuba”
Informazioni e contatti: cuba28giugno@ libero.it;
tel. 06-5110757
Gli organi di stampa italiani, all'unisono, urlano che a Cuba non c'e'
liberta' di stampa. Essi stessi pero' nascondono aspetti e fatti
importanti, censurano notizie e falsificano l'immagine di quel paese.
Conosciamo bene, purtroppo, questa maniera di fare disinformazione, per
averla pagata sulla nostra pelle come jugoslavi e come amici della
Jugoslavia: il parallelo con Cuba e la solidarieta' per quel paese ci
sorgono dunque spontanei.
Dov'e' allora che manca la liberta' di stampa: a Cuba o in Italia? Dopo
l'esempio vergognoso de L'Unita' (vedi:
http://it.groups.yahoo.com/group/aa-info/message/9073 ) la nostra
carrellata prosegue con la rivista LiMes. Dal Comitato 28 giugno
“Difendiamo Cuba” riceviamo e volentieri giriamo:
Undici domande su Cuba alla redazione
e agli autori di Limes
L’ultimo numero di “Limes” dedicato alla realtà e alla storia di Cuba è
riuscito ad essere una condanna senza appello per l’esperienza politica
di Cuba. Questa caduta di stile e di qualità di una rivista che abbiamo
sempre letto con interesse, ha suscitato una serie di interrogativi che
vogliamo girare alla redazione di Limes, agli autori dell’ultimo numero
ed ai lettori della rivista.
1) Se la situazione a Cuba prima della rivoluzione del 1959 era
così “florida” come sostengono gli autori di Limes, come mai nel 1959
c’è stata una rivoluzione?
2) Come spiegano gli autori che se la situazione cubana appare così
catastrofica, il suo governo non sia stato travolto dalla dissoluzione
del socialismo reale tra il 1989 e il 1991 o negli anni immediatamente
successivi?
3) Alcuni autori di Limes sostengono che Cuba oggi “è la più grande
prigione di giornalisti del mondo”: E’ una frase a effetto di una certa
perentorietà, ma su quali dati oggettivi si basa? Assai più vicino di
Cuba, in Spagna per l’esattezza, oggi ci sono molti più giornalisti in
carcere, sono stati chiusi dalle autorità due quotidiani e due
settimanali e intere redazioni sono finite in galera (alcuni ancora vi
permangono). La redazione di Limes pensa di poter o di dover
rettificare l’affermazione non esatta contenuta in questo ultimo numero
della rivista?
4) Se Cuba rinunciasse oggi al suo modello sociale e accettasse le
regole del FMI e della WTO, quali possibilità di sviluppo sociale più
avanzate potrebbe avere un paese le cui uniche risorse sono: le rimesse
degli emigrati, gli introiti del turismo e i prodotti agricoli i cui
prezzi sul mercato mondiale declinano sistematicamente da anni? Da un
confronto onesto con la Repubblica Dominicana ed Haiti (gli altri due
paesi importanti delle Grandi Antille “aperti” al mercato), potreste
affermare che in questi paesi c’è uno sviluppo ed una coesione sociale
superiore e migliore di quella di Cuba?
5) La partecipazione popolare alle decisioni dello Stato è il
fondamento della democrazia. Se gli autori ritengono che il modello
elettorale e decisionale cubano sia “non democratico”, potrebbero
affermare che il modello democratico liberale sia migliore sul piano
della partecipazione popolare alle decisioni? Come e con quali
argomenti potreste spiegare ad un cittadino cubano o di un altro paese
latinoamericano che nei paesi liberali vota solo una minoranza di
cittadini?
6) Un istituto demoscopico dell’America Latina (Latinobarometro)
rivela che più della metà dei latinoamericani non nutre più fiducia sul
fatto che democrazia liberale e progresso sociale siano la stessa cosa
(vedi Sole 24 ore del 13 settembre). Con quali argomenti replichereste
a tale contraddizione che rovescia nel suo contrario le vostre
affermazioni sulla “non democraticità” del modello politico cubano?
7) Se le ambasciate in Italia dei paesi dell’Unione Europea
invitassero alle loro feste nazionali i leader dei movimenti che si
oppongono al governo Berlusconi, quali sarebbero secondo voi le
reazioni del governo italiano?
8) Se un aereo militare francese sorvolasse tutti i giorni al limite
delle acque territoriali italiane trasmettendo programmi che invitano a
rovesciare il governo, come reagirebbero le autorità italiane?
9) Gli autori di Limes conoscono sicuramente le differenze tra
segregazione razziale, razzismo e pregiudizio razziale. Come mai in un
articolo su Cuba lasciate che assumano lo stesso significato?
10) Fidel Castro è un leader politico che gode di grande autorevolezza
nel suo paese, in America Latina, nel terzo mondo ed anche in alcuni
paesi europei. Secondo gli autori di Limes deve farsene una colpa o i
tanti che lo stimano devono ritenersi degli stupidi?
11) Come mai quando si parla della realtà di Cuba, i giornali
“democratici” intervistano solo gli “oppositori” e non sentono
l’esigenza di sentire anche le voci ufficiali del governo cubano o le
voci ufficiose non ostili al governo, come si fa per altri paesi? In
altri numeri e su altre realtà (Balcani, Medio Oriente) Limes lo ha
fatto fornendo documentazione e stimoli interessanti. Non sarebbe più
utile fornire ai lettori tutte le fonti e consentire al lettore di
farsi una sua opinione su Cuba?
Alla luce di queste domande, la redazione di Limes sarebbe disposta a
pubblicare un nuovo numero della rivista che ripristini un confronto ed
una documentazione plurale e più corretta sulla realtà di Cuba? Ce ne
sarebbe bisogno, per il prestigio della rivista e per l’onestà del
dibattito sulla realtà internazionale di questo nuovo secolo.
In attesa di un vostro riscontro, cordiali saluti
Il Comitato 28 giugno “Difendiamo Cuba”
Informazioni e contatti: cuba28giugno@ libero.it;
tel. 06-5110757