Caucaso

1. SEGNALAZIONE INIZIATIVA Torino 19/11/2004

Presentazione del Quaderno N° 1 dei Nuovi Partigiani della Pace:
CECENIA E QUESTIONE CAUCASICA
MICRONAZIONALISMI E QUESTIONE NAZIONALE

2. I COMUNISTI DELLA GEORGIA IN MERITO ALLA SITUAZIONE POLITICA NEL
LORO PAESE

Dall’intervento del rappresentante del Partito Comunista Unito di
Georgia alla conferenza di Atene dei partiti comunisti e operai (8-10
ottobre 2004)

3. Beslan: le vere connessioni internazionali (Reseau Voltaire)

4. FLASHBACK SULLA GEORGIA:
- Ivanov all'attacco
- Le tante similitudini tra Georgia e Serbia



=== 1 ===

www.resistenze.org - segnalazioni resistenti - appuntamenti - 05-11-04

Torino - 19 novembre - Cecenia e questione caucasica

VENERDI’ 19 NOVEMBRE

Via S. Anselmo 13 – Torino

Ore 20.30 c/o  Centro Cultura e Documentazione Popolare

Presentazione del Quaderno N° 1 dei Nuovi Partigiani della Pace

sul tema:

CECENIA E QUESTIONE CAUCASICA

MICRONAZIONALISMI E QUESTIONE NAZIONALE

Incontro di Informazione e Dibattito

Relatore
MAURO GEMMA

Organizza:
Movimento Nuovi Partigiani della Pace
Via S. Anselmo 13 – TO (338/1755563)
mail: posta@...

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Quaderno n.1 - 2004

Pagine 43 - formato A4

Prezzo di copertina: 6.00 Euro

1 copia comprese spese postali 7.50 Euro
2 copie comprese spese postali 11.00 Euro

scrivere a posta@...


=== 2 ===

I COMUNISTI DELLA GEORGIA IN MERITO ALLA SITUAZIONE POLITICA NEL LORO
PAESE

Dall’intervento del rappresentante del Partito Comunista Unito di
Georgia alla conferenza di Atene dei partiti comunisti e operai (8-10
ottobre 2004)

mailto: cpgeo@ narod.ru 

in http://www.solidnet.ru

(...) In conseguenza della cosiddetta “rivoluzione delle rose”, in
Georgia è giunta al potere una “squadra di comando”, che aveva in
precedenza appoggiato il presidente allora in carica (Shevarnadze) in
tutte le sue iniziative antipopolari. Il cosiddetto “nuovo” potere non
solo continua il corso di politica estera filo-NATO e approfondisce
ulteriormente il processo di trasformazione capitalistica del paese, ma
con raddoppiate energie cerca di eseguire i compiti ad esso assegnati
dai circoli imperialistici occidentali. L’attuale presidente della
Georgia (Saakashvili), il parlamento e il governo rappresentano
anch’essi una forza che esprime gli interessi degli USA e della NATO
nel Caucaso.

Ai nuovi dirigenti della Georgia sono bastati pochi mesi per portare la
situazione complessiva a un punto critico, per peggiorare la già
pesante situazione economico-sociale della popolazione, per aumentare
in modo deciso il numero degli appartenenti all’esercito dei
disoccupati, per creare condizioni di vita insopportabili per il popolo
e per riattizzare la guerra civile.

La Georgia è attualmente diretta da un gruppo che esprime posizioni
antirusse. Nella storia delle relazioni russo-georgiane non si sono mai
visti giorni così tesi., come quelli che sta vivendo il popolo
georgiano.

E’ proprio l’attuale dirigenza georgiana ad aver concesso il territorio
e tutto l’aiuto possibile ai terroristi internazionali che operano
contro la Federazione Russa. E’ proprio essa che mette in pratica una
politica ostile nei confronti della Russia, che, senza esagerazioni, è
possibile definire una delle cause fondamentali della crisi
“caucasica”, che è sfociata negli ultimi tragici avvenimenti nella
regione. In tal senso, la direzione georgiana è senza dubbio colpevole
e porta la responsabilità per la situazione di crisi nel Caucaso e, in
particolare, per la terribile tragedia di Beslan.

E’ oggi ancora più evidente la natura anticomunista e nazionalista
della dirigenza postsovietica della Georgia. In tali condizioni di
fascistizzazione del potere, il Partito Comunista Unito di Georgia,
diretto dal compagno Gheorgadze, continua la propria attività
semi-clandestina, difendendo gli autentici interessi del popolo
lavoratore. Il nostro partito chiede le dimissioni del presidente
illegittimo e lo scioglimento del parlamento! Il nostro obiettivo è la
rimozione del regime antisovietico e antisocialista; la fine della
“guerra fredda” con la Russia e l’Armenia e dello scontro con
l’Abkhazia e l’Ossezia meridionale; la ripresa del cammino in direzione
del ripristino del potere popolare e del socialismo e dell’effettiva
rinascita di un’unione di stati indipendenti. (...)

Traduzione dal russo di Mauro Gemma


=== 3 ===

Beslan: le vere connessioni internazionali

Il sequestro di Beslan, conclusasi con la morte di 320
persone di cui la metà erano bambini, così come gli
attentati contro due aerei russi perpetrati una
settimana prima, sono stati rivendicati sul sito dei
ribelli ceceni dal comandante Chamil Bassaiev.
Il segretario di stato aggiunto degli USA, Richard
Armitage, ha commentato la rivendicazione dichiarando
che Bassaiev non "era degno di vivere", ma il sito
site su cui parla liberamente non è stato infastidito.
Bassaiev era presentato come un agente della CIA, nel
1991, quando si unì a Boris Eltsine nelle barricate
durante il putsch dei generali di Mosca.
Nel 1995, guidò un sequestro simile a quello di
Beslan, nell'ospedale di Budennovsk (sud della
Russia), provocando 150 vittime, soprattutto tra i
degenti o il personale medico.
Tornava da uno stage intensivo in Afghanistan,
protetto dai servizi segreti pakistani (ISI, legati
alla CIA) che l'aveva addestrato a questo tipo di
operazioni destinate a provocare emozione nella
comunità internazionale e a screditare le autorità
russe.

http://www.reseauvoltaire.net/article14948.html

Traduzione di Alessandro Lattanzio
E-mail: alexlattanzio @ yahoo.it


=== 4 - FLASHBACK ===

il manifesto - 07 Dicembre 2003

GEORGIA

Ivanov all'attacco

Il ministro degli esteri russo, Igor Ivanov, ha accusato ieri gli Stati
uniti di essere dietro alla crisi georgiana che ha portato alle
dimissioni del presidente Eduard Shervanadze e alla sua sostituzione
con la presidente ad interim Nino Burdzhanadze, espressione
dell'opposizione. Ivanov, in un'intervista al quotidiano russo Pravda,
ha puntato il dito contro il ruolo attivo svolto dall'ambasciatore
americano a Tblisi, dalla fondazione Soros e dall'ex segretario di
stato Usa, James Baker, consulente per la costruzione dell'oleodotto
Baku-Tblisi-Ceyhan considerato di interesse strategico da Washington.
Per Ivanov quella georgiana non è stata «una rivoluzione di velluto»,
ma la rimozione forzata di un presidente democraticamente eletto. La
presa di posizione russa avviene a meno di 24 ore dalle affermazione
del segretario alla difesa americano, Donald Rumsfeld, che aveva
chiesto un ritiro delle forze di Mosca presenti sul territorio
georgiano.

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http://www.avanti.it/article.php?art_id=3185

L'Avanti

LA RIVOLUZIONE DEL 2000 E QUELLA DI TBILISI

Le tante similitudini tra Georgia e Serbia

28/11/2003

Tbilisi come Belgrado. I leader della protesta che ha costretto
Shevardnadze alle dimissioni si sono formati sul movimento serbo
dell'ottobre del 2000 contro Milosevic, un'esperienza che ha dato ai
georgiani perfino lo slogan in lingua originale ''Gotov Je'' ('è
passato il suo tempo', in serbo croato). Le circostanze sono simili: il
risultato ufficiale di un'elezione viene contestato da decine di
migliaia di manifestanti che per giorni scendono in piazza per
denunciare i brogli, riuscendo infine a deporre pacificamente il leader
autoritario del Paese che li aveva organizzati. Ma questa somiglianza
non è un caso della storia. I leader del Movimento nazionale, il
partito fondato un anno e mezzo fa da Mikhail Saakashvili, sono stati a
Belgrado, dove hanno ricevuto una preziosa consulenza, e i protagonisti
della rivolta serba sono arrivati a Tbilisi per offrire la loro
esperienza e istruire diverse centinaia di persone sulle tecniche di
una rivolta pacifica. Quanto il parallelo possa estendersi al ruolo
degli Stati Uniti, attivi in Serbia dal 1999 per sostenere
l'opposizione politica a Milosevic, ancora non è dato dire con
certezza. Un elemento tuttavia è confermato. A Tbilisi lo scorso fine
settimana era stato inviato anche l'ambasciatore americano Richard
Miles, rappresentante diplomatico di Washington a Belgrado fino alla
guerra per il Kosovo. Secondo quanto rende noto il Washington Post,
dopo le elezioni del due novembre, l'opposizione è riuscita a
convincere i dirigenti di una rete televisiva indipendente a mandare in
onda, e due volte, un documentario dettagliato sulla protesta per la
rielezione truccata di Milosevic organizzata a Belgrado dell'ottobre di
tre anni fa. ''Il documentario è stata la cosa più importante'', spiega
Ivane Merabishvili, segretario generale del Movimento nazionale.
''Tutti i manifestanti sapevano a memoria le tattiche usate durante la
rivoluzione di Belgrado perché avevano mandato in onda il documentario
sulla loro rivoluzione. Tutti sapevano cosa fare. La nostra è stata una
copia della loro rivoluzione, solo più calcata'', aggiunge in una
intervista al quotidiano americano. Il movimento è riuscito a
mantenersi pacifico e disciplinato, organizzando servizi d'ordine per
proteggere da eventuali 'teste calde' siti importanti come il
Parlamento, e pullman per raccogliere i manifestanti in tutto il Paese.
Quindi nessun militare nelle strade, nessun segno di tensione, i negozi
riaperti ieri, non danneggiati in alcun modo dopo tre settimane di
chiusura per le manifestazioni. Unico segno di violenza, una finestra
rotta del Palazzo del Parlamento e una porta divelta al Palazzo della
presidenza. ''È stato fatto tutto in modo così abile'', ammette Tedo
Japaridze, ex consigliere per la sicurezza nazionale di Shevardnadze,
reinstaurato in carica da Nino Burdzhanadze, lodando l'opposizione per
aver saputo fermarsi ''a un soffio dal diventare illegittima''.
Saakashvili, insieme all'ex presidente del Parlamento, Zurab Zhvaniya,
si era recato a Belgrado per un paio di giorni poco dopo aver fondato
il Movimento. E poi aveva invitato a Tbilisi i leader del movimento
democratico serbo che, nei mesi di maggio e giugno dello scorso anno
avevano istruito, con corsi di due giorni, oltre 1.500 membri del
Movimento nazionale. ''Hanno studiato come protestare, come organizzare
manifestazioni'', racconta Merabishvili sottolineando che ''il nostro
partito era pronto''. Anche il movimento giovanile ''Kmara'' (basta)
aveva organizzato corsi basati sulla consulenza dei leader serbi, corsi
a cui avevano partecipato circa duemila ragazzi. ''Come diceva Lenin,
per fare una rivoluzione di successo, è necessario essere
organizzati'', spiega Levan Ramishili, direttore del gruppo per la
difesa dei diritti civili, ''Istituto della Libertà'', intermediario
fra i serbi, ''che ci hanno aiutato a organizzarci'', e Kmara.
Burdzhanadze avverte: “Il collasso è vicino” La Georgia è ''sull'orlo
del collasso economico''. A denunciarlo è il presidente ''ad interim'',
Nino Burdzhanadze, durante la sua prima seduta al Parlamento, riunito
nella composizione eletta nel 1999, in cui è stata fissata la data
delle elezioni presidenziali. ''La situazione è molto difficile...
perfino peggiore di quella che ci aspettavamo. Dobbiamo adottare
provvedimenti radicali'', ha aggiunto rivolgendosi al Consiglio di
sicurezza nazionale. ''Dobbiamo assicurare la pace al Paese'', ha poi
affermato in una intervista alla Cnn in cui ha ipotizzato lo
slittamento delle elezioni legislative a maggio-giugno, dato che
''risulterebbe molto difficile organizzare contemporaneamente elezioni
legislative e presidenziali''. Intanto la data delle presidenziali,
fissata per gennaio, toglie le prime castagne dal fuoco per la Georgia.
''Abbiamo bisogno di sostegno morale, politico e finanziario per
convocare nuove elezioni libere e democratiche'', ha aggiunto chiedendo
l'aiuto della comunità internazionale. ''È molto importante fare il
possibile per migliorare la situazione finanziaria del Paese'', ha
spiegato. Burdzhanadze, 39 anni, ex avvocato, deputato dal 1995,
presidente del Parlamento dal 2001, era stata proclamata ''presidente
facente funzioni'' sabato scorso, dopo l'irruzione degli esponenti
dell'opposizione nel Parlamento in cui Shevardnadze inaugurava la nuova
legislatura, frutto delle elezioni annullate dalla Corte suprema. La
Georgia, che ha una popolazione di cinque milioni di persone, ha
accumulato un debito estero di 1,75 miliardi di dollari. In particolare
con Russia e Turchia. ''Non so proprio come la gente di questo Paese
riesca a sopravvivere'', ha denunciato Burdzhanadze, citando il valore
medio delle pensioni, di sette dollari al mese, il cui pagamento è
oltretutto sospeso da mesi, e i salari medi di 30 dollari al mese. Le
congratulazioni di George Bush George Bush ha telefonato al presidente
''ad interim'' della Georgia, Nino Burdzhanadze, per congratularsi con
lei della veloce convocazione delle elezioni presidenziali fissate per
il prossimo gennaio e della pacifica transizione di poteri. Il
presidente americano ha preannunciato inoltre l'invio a Tbilisi di una
delegazione del dipartimento di Stato per individuare le necessità
immediate del Paese e i settori in cui la comunità internazionale può
contribuire per accelerare il processo di riforma. Dal suo ranch di
Crawford, dove trascorrerà il lungo fine settimana del ''Thanks
giving'' il presidente americano ha quindi sottolineato che il
passaggio di autorità ''è avvenuto senza ricorso alla violenza e che i
nuovi leader hanno proceduto velocemente a convocare elezioni
presidenziali, come previsto dalla costituzione georgiana'', come ha
spiegato il portavoce del Consiglio di sicurezza, Sean McCormack. Bush
ha ribadito il sostegno degli Stati Uniti alla sovranità,
all'indipendenza e all'integrità territoriale della Georgia, e ai suoi
programmi di riforme democratiche ed economiche.