UCK / BND: la rete del Terrore operativa in Kosovo,
chiave per comprendere le rivolte di marzo
1. Quando agenti dell'intelligence soffiano sul fuoco
(NIN, Belgrado, Nov 25, 2004)
2. La violenza in Kosovo è stata tollerata?
Intervista con l'esperto del servizio segreto Erich Schmidt-Eenboom
(Stefan Tenner su Neues Deutschland, Berlino, 23 Novembre 2004)
---
Per foto e grafici si veda l'URL originaria /
see the original URL for the many interesting pictures:
http://groups.yahoo.com/group/decani/message/85182
UCK / BND: Terror network operating in Kosovo
A key for understanding March riots
Traduzioni di Alessandro Lattanzio
E-mail: alexlattanzio @ yahoo.it
Sito Generale: http://www.aurora03.da.ru
Archivio Bollettini:
http://xoomer.virgilio.it/sitoaurora/Archivio.htm
http://xoomer.virgilio.it/aurorafile/home.htm
Sito sull'11 settembre e Dintorni: http://sitoaurora.cjb.net/
Atlante sulla Politica Internazionale: http://atlante.cjb.net/
L'Italidiota, sulla tragicommedia italiota: http://italidiota.cjb.net/
Adattamento a cura di AM per il CNJ
---
VEDI ANCHE :
BND-Skandal schlägt weiter Wellen
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4067
BND-Mann an UCK-Spitze
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4024
Artel / S. Nikolic: KFOR I UNMIK, VIDE, CUJU I ZNAJU ALI...
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4062
BND - sredstvo operativne spoljne politike SR Nemacke
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4035
Kosovo: On the complicity of German KFOR troops in the March 2004
pogroms
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4026
=== 1 ===
www.nin.co.yu
Nedeljne Informativne Novine
Belgrado 25 Novembre 2004
Quando agenti dell'intelligence soffiano sul fuoco
Perché la comunità Serba è silenziosa sui reportage
della televisione tedesca ZDF che presentano serie
accuse contro l'intelligence service della Germania
(BND) in connessione con i pogroms di Marzo in Kosovo
e Metohija.
In due segmenti di più di quattro minuti ciascuno
trasmessi il 18 e 20 Novembre all'interno di un
programma di informazione più lungo, i reporters della
ZDF documentano quanto segue: che l'intelligence service
della Germania (BND - Bundesnachrichtendienst) sapeva
tre settimane prima del 17 Marzo che si
preparavano attacchi organizzati contro i Serbi in
tutto il Kosovo e Metohija; che il BND sapevo ciò perché
aveva registrato le conversazioni di uno degli
organizzatori del pogrom; che quest'uomo si chiama
Samedin Xhezairi, noto anche come "Comandante Hoxha", e
che Xhezairi, da parte sua, era una spia del BND ma
anche un intermediario tra gli estremisti albanesi ed
al-Q'aida.
I reporters citano trascrizioni di conversazioni
dell'intelligence services così come documenti
confidenziali della NATO, e il dilemma che aprono,
direttamente e indirettamente, è: perché il BND non
trasmise le informazioni al governo tedesco, e
attraverso di esso ai comandanti del contingente
tedesco della Kfor a Prizren ed a Holger Kammerhof,
allora comandante in capo delle truppe NATO in Kosovo?
Si potevano prevenire le violenze se le strutture chiave
politico-militari a Berlino e in Kosovo e Metohija
avessero ricevuto in tempo le informazioni dagli
agenti dell'intelligence della Germania? E, infine,
con quali tipi sospetti coopera il BND?
Che queste informazioni della ZDF fossero volatili lo ha
dimostrato la rapida reazione del governo tedesco. Appena
il giorno dopo la prima trasmissione TV, il portavoce del
governo Bela Anda ha negato decisamente in una conferenza
stampa le accuse della ZDF sul BND, ma non ha negato che le truppe
tedesche sul campo sapessero che gli albanesi in Kosovo e Metohija
stavano preparando violenze contro i Serbi. Anda ha
sottolineato che il BND e l'esercito tedesco avevano una
"visione mutualmente corrispondente della situazione" ma ha
rifiutato di commentare la cooperazione tra il BND e
l'estremista Xhezairi.
I media tedeschi e i media delle regioni dove si parla la
lingua tedesca hanno accolto le informazioni della ZDF
tanto quanto la reazione del governo, talvolta con apparente gioia.
Il giornale austriaco "Kurir", per esempio, ha
titolato "Al-Q'aida alimenta la violenza in Kosovo"
nel suo reportage. Sebbene vi siano aspetti non così
chiari come parrebbe dal titolo.
I giornalisti di NIN hanno accompagnato i giornalisti della
ZDF durante le loro indagini nella regione, ed hanno appreso
ulteriori informazioni. Grazie ad informazioni esclusive a nostra
disposizione possiamo ricomporre un puzzle che è assai
lontano dall'essere completo, ma tuttavia abbastanza chiaro per
poter capire i contorni di un oscuro scenario.
Il protagonista di questa storia è Samedin Xhezairi,
detto Comandante Hoxha, un cittadino austriaco di
origine albanese che oggi vive a Prizren. Nell'ultimo
numero di NIN abbiamo presentato altri fatti riguardo
costui, che ci dicono che Xhezairi viveva in Austria e si
unì al Kosovo Liberation Army [UCK] quando esplose il
conflitto armato in Kosovo, prendendo parte ad attività in
tre zone operative. Combattè in Cecenia, fu addestrato
in Afghanistan e fu comandante della 112.ma Brigata
mujaheddin operante nell'estate 2001 nella regione di
Tetovo [in Macedonia / FYROM].
Nell'agosto dello stesso anno 80 membri del
battaglione 3/502 dei paracadutisti USA lo evacuarono
da Aracinovo [in Macedonia / FYROM], assieme ad altri
estremisti albanesi ed a 17 istruttori della compagnia privata
militare statunitense MPRI, che addestrava le formazioni
paramilitari albanesi.
Secondo informazioni confidenziali della NATO, addestrato sin
dal 2002 dagli intelligence service tedeschi BND
e ZNBw (Zentrum für Nachrichtenwesen della Bundeswehr),
a Xhezairi fu richiesto di formare un ramo
dell'"Esercito di Allah - Hezbollah", e il suo
numero di telefono è stato trovato in certi documenti
confiscati a persone identificate come membri di al-Q'aida.
Samedin Xhezairi è un attivo membro dell'Associazione
'Veterani' dell'UCK, che raccoglie denaro per
"aiuti umanitari" in una banca tedesca. Gli albanesi
lo considerano un carismatico "sant'uomo" e lo
annoverano tra i più eminenti leader albanesi.
Le stesse informazioni NATO presentate al quartier
generale della KFOR il 17 maggio 2002 indicano che il
suo coinvolgimento con elementi islamisti in Kosovo è
di lunga data. Al centro delle locali strutture
islamiste a Prizren c'è Hoxha Mazlumi, attivo nella
moschea Jeni Mahala ("Nuovo Territorio"). Tramite
i suoi più stretti associati, incluso Xhezairi, Mazlumi ha
stabilito una organizzazione con propri servizi
paramilitari d'intelligence ed una rete logistica,
finanziaria e di propaganda.
Tramite la sua gente Mazlumi ha stretto legami con il
Kosovo Protection Corps [formazione fittizia di "protezione
civile" istituita da KFOR ed UNMIK per riciclare l'UCK,
ndCNJ], la polizia del Kosovo, l'UNMIK e al-Q'aida.
Documenti NATO affermano che le
potenziali intenzioni e capacità dell'organizzazione
di Mazlumi sono "la rapida mobilitazione di masse per le
dimostrazioni, alimentare atteggiamenti aggressivi tra la
popolazione non-islamista verso la Kfor, sviluppare
un fronte islamista a Prizren, dimostrare il fallimento
della comunità internazionale, trarre vantaggio dal
fatto che Kosovska Mitrovica è al centro della
attenzione della Kfor, mentre il sud del Kosovo non è
sotto osservazione da parte delle forze
internazionali..."
[Ultime notizie - il BND ammette - al
momento di stampare questo numero di NIN abbiamo
saputo che il capo del BND August Hanning ha ammesso
che i documentsi della ZDF in possesso anche di NIN sono
autentici].
Quindi, era noto almeno da due anni che a Prizren era
nata una cellula di estremisti islamisti, proprio
sotto agli occhi della Kfor tedesca. Non è sorprendente
che la temperatura in tale città sia salita quando i
giornalisti della ZDF sono arrivati ed hanno iniziato a fare
domande sia sulle truppe tedesche sia sugli estremisti
islamisti. Allo stesso tempo, è interessante che i
tedeschi fossero meno loquaci dei loro temporanei
vicini. Hanno affermato caparbiamente la versione ufficiale
dei fatti: nessuno sapeva nulla della preparazione dei
pogrom di marzo; la Kfor tedesca, come tutti i membri
delle forze internazionali nel Kosovo, sono stati colti
di sorpresa dalla violenza, e quindi sono stati incapaci
di reagire adeguatamente. Di fronte alle prove che il BND
era informato riguardo alla preparazione dei terroristi
albanesi, i soldati tedeschi hanno negato categoricamente
ogni possibilità di essersi da soli privati delle
informazioni.
Diversamente da loro, Samedin Xhezairi
non è particolarmente riluttante ad ammettere qualcosa
ai reporters tedeschi, perfino se il suo nervosismo
è evidente. Ha avvertito i suoi interlocutori, non meno di
quattro volte, che dovevano mostrare il reportage che
preparavano al BND, prima di trasmetterlo: era
necessario chiedere all'intelligence service la sua
approvazione sulle scoperte dei reporters.
Apparentemente, Xhezairi ha capito di avere degli
obblighi verso i suoi ex datori di lavoro. Il
"Comandante Hoxha" non nega di aver lavorato per il BND
come spia ma dipinge ciò come una forma di
divertimento. Non nega di aver preso parte alle
conversazioni registrate riguardanti la preparazione
delle violenze né tantomeno nega il fatto che
esistano strutture organizzate: "Siamo ex combattenti;
ci conosciamo bene proprio come dei veterani USA.
Finchè la gente è viva, tali strutture rimarranno."
Ha anche spiegato l'uso di conversazioni cifrate ai
reporters tedeschi: "Ci si metteva d'accordo prima che,
per esempio, la parola 'salute' significasse
'liquidateli', e allora si diceva solo 'salute' e la
gente registrava la conversazione senza saperne
il significato." In effetti, le conversazioni di Xhezairi
che si ebbero alla fine di febbraio e all'inizio di
marzo non furono sempre ben codificate, ed ogni
ascoltatore con un livello di istruzione medio poteva
capirle, figuriamoci gli esperti dell'intelligence
service. Si menzionava, per esempio, che "in due o tre
settimane la festa sarebbe partita" e che "a Prizren
ogni cosa è pronta per una calda festa", mentre una
domanda posta era: "Potete garantire che si farà un
botto a Urosevac?". Alcuni degli interlocutori di Xhezairi
si lamentavano di non aver preparato abbastanza autobus
per trasportare gli attivisti. Secondo le trascrizioni in
possesso dei giornalisti della ZDF, Samedin Xhezairi
comandava le operazioni di marzo a Prizren e Urosevac,
e probabilmente anche a Orahovac.
Il BND sapeva, ma non solo il BND.
NIN ha anche ricevuto conferma di quanto riferito
dall'esperto dell'intelligence service tedesco Erich
Schmidt-Eenboom, che ci ha detto: "Fino al 4 marzo - due
settimane prima dei pogrom - il Comandante Hoxha era
una spia del BND per 500 euro al mese, probabilmente
più per i suoi legami con al-Q'aida che non per il Kosovo.
Il 4 marzo egli venne dimesso dal BND, che era stato informato
dai servizi partner - probabilmente l'intelligence service
militare austriaco - i quali avevano registrato le sue
conversazioni. Il BND lo avvertì di ciò."
Secondo alcune fonti, dopo tale scoperta Xhezairi
scappò in Bosnia, ritornando immediatamente prima del
17 marzo a Prizren. Non si sa se qualcuno temporaneamente
lo abbia allontanato o se partì per motivi personali.
È noto, e Erich Schmidt-Eenboom lo conferma a NIN, il
fatto che Xhezairi lavorava almeno per un altro
intelligence service, la CIA. Ecco perché i parà USA
lo evacuarono nel 2001 da Aracinovo.
Alcuni media e politici tedeschi in questi giorni non discutono
nemmeno dell'affidabilità dei reports della ZDF su come
la BND fosse consapevole dei crimini del suo
collaboratore Xhezairi. Per esempio, il portavoce dei
Verdi in materia di Difesa, Winfried Nachtwei, ha
affermato che le indagini della ZDF erano basate su
"dati solidi e certi". E l'ex coordinatore dei servizi
segreti tedeschi del governo Bernd Schmidbauer ha detto
che le informazioni della ZDF riguardo al ruolo sospetto
del BND "devono essere prese sul serio", ed ha richiesto
indagini sulla mancanza di comunicazioni tra
BND ed esercito tedesco.
Le dichiarazioni di Nachtwei e Schmidbauer seguono lo
scandalo su gli eventi di marzo in Kosovo in cui il
ministro della difesa tedesco Peter Struck e il suo
esercito sono stati implicati. Struck e il contingente
tedesco in Kosovo si sono ritrovati al centro
dell'attenzione pubblica dopo che i media hanno rivelato
che all'epoca degli attacchi terroristici albanesi c'era il
caos tra le truppe tedesche, e che il corpo
carbonizzato di un Serbo fu ritrovato a Prizren dopo che
Struck aveva dichiarato che non vi erano state vittime
nella zona sotto responsabilità tedesca.
Le ultime rivelazioni sul ruolo del BND
corrispondono ad un imbarazzante quadro di
disorganizzazione da parte delle strutture militari e
della sicurezza. Se il BND ha le informazioni e manca
di trasmetterle al governo ed all'esercito, ciò significa
che non vi sono aiuti per chi dipende dalla protezione
dello Stato. Questa è tutto sommato l'immagine
dell'intelligence service e dell'esercito presso il pubblico
tedesco oggi.
Tuttavia, Erich Schmidt-Eenboom categoricamente
respinge tale interpretazione e dice a NIN che il
portavoce del governo tedesco diceva la verità quando
negava i report della ZDF:
"Il BND certamente informò il Cancellierato. È
inconcepibile che il BND non facesse ciò in tale
condizione politica e di buona cooperazione con il
governo tedesco. Le dichiarazioni del portavoce Anda
sono corrette - il BND e l'esercito tedesco avevano
'un quadro della situazione mutualmente
corrispondente'. Ciò significa che il contingente tedesco a
Prizren ed il suo comandante colonnello Hinkelmann
consciamente non hanno risposto agli attacchi, e che essi
hanno permesso che questi accadessero evitando
ogni contatto diretto con gli albanesi. Se avessero agito
diversamente, l'esercito tedesco avrebbe subito la
violenza albanese, e ciò avrebbe rovinato la buona
immagine della missione di peacekeeping [SIC].
L'ironia di tutta questa storia è che il governo
tedesco e l'UCK hanno uno scopo finale comune, e cioè
uno Stato indipendente del Kosovo senza alcuna
concessione territoriale ai Serbi. Solo che Berlino ha
bisogno di curare e rispettare la tabella di marcia,
fintantochè gli alleati ancora si oppongono a ciò e sono
preoccupati, come nel caso della Francia."
Schmidt-Eenboom ricorda anche la storia della
cooperazione tra BND e UCK: "Ciò che i giornalisti
tedeschi e i loro colleghi olandesi della
RadioTelevisione VPRO hanno investigato ha una lunga
tradizione. Fin dai primi anni '90 il BND mantenne dei
contatti con l'UCK, che allora era considerato una
rete di organizzazioni terroristiche. Ciononostante dobbiamo
ammettere che l'UCK aveva più forti legami con la CIA
che con il BND. Il 'Comandante Hoxha' ha legami con la
CIA, con il BND e con l'intelligence service militare
austriaco, che ha prestato grande attenzione a questa regione
ed ha dei veri, buoni agganci con l'UCK."
Tali fatti, certo, non sono menzionati dai media nè
presso il pubblico in Germania poiché la vita non è
facile per coloro che sanno. Dopo che i reportage
della ZDF sono stati trasmessi, il BND ha lanciato una
campagna contro uno degli autori, il giornalista Franz
Josef Hutsch, ed ha iniziato a spargere storie a Berlino
che tali rivelazioni fossero basate su false informazioni
dell'intelligence services serbo, e che il giornalista fosse
di orientamento pro-serbo visto che era un
testimone a difesa al processo Milosevic e per aver
rilasciato una intervista a NIN. Essere filoserbo è
equivalente presso il pubblico tedesco ad essere, per
esempio, un membro di al-Q'aida.
Tuttavia, gli editori della ZDF hanno sostenuto decisamente
Hutsch, come Hans-Ulrich Gack, uno dei co-autori della controversa
trasmissione, secondo NIN.
Vi sono altri materiali compromettenti per il BND e il
governo tedesco, e adesso tutti attendono ulteriori
rivelazioni.
Il pubblico tedesco, per esempio, non conosce i
reportage di NIN del suo ultimo numero: secondo i quali
le strutture terroristiche in Kosovo sono dotate del
fucile di precisione G-22, il più avanzato, che
arriva nelle province meridionali della Serbia in
grandi quantità. Tenendo in mente le affermazioni che
il "Comandante Hoxha" ha fatto nella sua intervista alla
televisione tedesca -- secondo cui egli può immediatamente
mobilitare 30.000 combattenti, e che "non è necessario
aspettare molto per l'esplosione di nuovi attacchi; tutti noi
abbiamo bisogno di una scintilla" -- se questo accadrà il
pubblico tedesco dovrà improvvisamente confrontarsi
con la nuova-vecchia questione senza una
chiara risposta: chi biasimare se i terroristi
albanesi attueranno ancora una, forse definitiva, pulizia
etnica in Kosovo? Può la Kfor proteggere i Serbi da
queste nuove violenze, ed è nel suo interesse farlo?
Sono state create in Kosovo, sotto gli occhi delle forze di
peacekeeping, cellule islamiste fondamentaliste che
potrebbero divenire una minaccia per l'Europa?
Vi sono fonti dell'intelligence occidentale che
partecipano, attivamente o passivamente, in tali
processi e creano un nuovo esercito di "talebani" che
un giorno gli si rivolteranno contro? E così via.
Vi sono molte domande, e le risposte hanno strappato il
velo di silenzio o di coscienzioso oblio. Sembra che
sia il pubblico Serbo che i politici Serbi stiano
evitando di affrontare la realtà. Non abbiamo sentito
nessuna dichiarazione ufficiale a seguito alle
notizie dalla Germania, mentre la "European Serbian
National Television", per esempio, parla della
questione del Kosovo e Metohija come di una provincia
del Congo, e non come una provincia il cui fato, anche
retoricamente, riguarda gli interessi di Stato della Serbia.
Sembra che tali questioni di interesse siano solo roba da
"oscure forze del passato", che avrebbero i giorni contati.
Mira Beham
=== 2 ===
La violenza in Kosovo è stata tollerata?
Cosa sapevano l'Intelligence Service tedesco, la
Bundeswehr e il governo tedesco riguardo la
pianificazione degli attacchi da parte degli
estremisti Albanesi alla minoranza Serba in Kosovo,
che è sotto protettorato NATO?
Neues Deutschland, BERLINO
Intervista con l'esperto del servizio segreto Erich
Schmidt-Eenboom
Stefan Tenner
Berlino, 23 Novembre
Testo originale in tedesco:
http://www.nd-online.de/artikel.asp?AID=63282&IDC=2
Nel marzo di quest'anno, dopo il sanguinoso pogrom
degli estremisti Albanesi contro i Serbi in Kosovo, la
leadership della Bundeswehr ha stabilito con
dispiacere che "nessuno sospettava nulla riguardo tale
operazione concentrata". Reportage della televisione
ZDF e del quotidiano "Junge Welt" dell'ultima
settimana, tuttavia, sostengono che almeno
l'Intelligence Service tedesco (BND) sapesse degli
attacchi molte settimane prima che accadessero.
Durante conversazioni registrate, l'ex combattente
UCK Samedin Xhezairi ordinò ai suoi complici di
occuparsi di "umori esplosivi" nel sud del Kosovo
in due o tre settimane.
Xhezairi era una spia al soldo del BND e legato con
al-Q'aida. Almeno 19 persone morirono nei susseguenti
moti violenti, tra cui un serbo ucciso nell'area di
responsabilità tedesca di Prizren. Deputati di CDU,
FDP e dei Verdi questo fine settimana hanno chiesto
spiegazioni riguardo a quando il BND ricevette le
importanti informazioni.
Il governo tedesco nega. Ma perchè tale risposta
inadeguata? L'allora comandante della Kfor Holger
Kammerhof dichiara che non venne informato in
anticipo. In ogni caso, non vi erano truppe per
proteggere le enclaves serbe.
Domanda: quanto è affidabile l'informazione che il BND
sapesse della preparazione dei pogrom antiserbi?
Risposta: Le investigazioni già trasmesse dai nostri
colleghi olandesi della VPRO Radio sono corrette. Fin
dai primi anni '90 il BND mantenne dei legami con
l'UCK, che era considerata una organizzazione
terroristica. Allo stesso tempo, tuttavia, va ammesso
che il BND non ebbe il ruolo principale e più importante.
L'UCK è innanzitutto figlio della CIA. Ciò è
specialmente evidente nell'estate del 2001 in
Macedonia quando i combattenti dell'UCK vennero
evacuati con i militari USA a proteggerli.
Domanda: cosa sapete di Samedin Xhezairi?
Risposta: Tale comandante della 112.ma Brigata (UCK),
che combattè con lo pseudonimo di Hoxha, prese parte
alla ribellione in Macedonia contro il locale governo.
Ebbe legami con la CIA, che risultò capace di
raccogliere 17 consiglieri militari USA attorno a
lui. Oltre al BND, l'intelligence service militare
austriaco dovrebbero essere menzionato come dedito
ad una speciale attenzione verso tale regione, e fornito
di buone connessioni con l'UCK.
D: Xhezairi era una spia del BND?
R: Connessioni con il BND esistono fino ai primi di
marzo del 2004. Cessarono 14 giorni prima del pogrom
in Kosovo. Ciò significa che il BND rinunciò alla sua
fonte quando sembrava troppo sospetta e militante.
D: Cosa accadde alle informazioni riguardo alla
preparazione del pogrom?
R: Assumiamo che il BND avesse informato
il governo. È alquanto inconcepibile che tali
importanti informazioni del BND, il cui presidente
August Hanning è membro del Cancellierato, non
siano state trasmesse. Così, credo che da altri del
governo o direttamente dal BND le informazioni
pervennero alla Bundeswehr. Ciò significa che gli
attacchi Albanesi ai Serbi in Kosovo del 17 e 18 marzo
siano stati tollerati dalla Bundeswehr perché questa
non voleva rovinare le sue relazioni con l'UCK.
Soprattutto, se una azione fosse stata effettuata contro
le forze militanti UCK, da un lato ci si sarebbe dovuto
attendere che strutture esistenti si sarebbero rivoltate,
un giorno, contro la Bundeswehr in quanto esercito
d'occupazione. Dall'altro lato, in una
prospettiva di lungo termine, è interesse della
Germania avere un Kosovo indipendente. Essa condivide
tale interesse con l''UCK, che con tali violenze cerca di
aumentare la pressione politica per agire.
Soprattutto, il futuro politico del Kosovo non è
ancora stato determinato. Secondo il modello tedesco,
la provincia deve divenire uno Stato indipendente.
Tuttavia, altri alleati della NATO, anche gli USA,
desiderano giocare un altro ruolo politico.
D: Samedin Xhezairi sarebbe legato ad al-Q'aida.
Al-Q'aida, allora, partecipò direttamente alla
preparazione dei moti in Kosovo?
R: Non dobbiamo sovrastimare al-Q'aida e pensarla in
termini di organizzazione centralizzata. Si tratta di fatto di
un ampio network che coinvolge molti terroristi islamici
con comuni principi ideologici e un comune passato in
campi d'addestramento in Afghanistan, che condividono
un comune scopo, per cui non vi è la necessità di un
quartier generale di al-Q'aida che stabilisca un
solo ordine, un comando politico.
D: Come descrivete la situazione in Kosovo, tenendo
presente la posizione della minoranza serba e la
risoluzione dello status prevista per l'anno
prossimo?
R: C'è la forte necessità politica di dire chiaramente agli
Albanesi quale sarà per il Kosovo la finale
configurazione politica che sarà adottata. Uno Stato
indipendente del Kosovo, albanese, considerando la
milizia UCK, significherebbe che la minoranza serba
nella regione non potrà vivere al sicuro. Conseguentemente
forse si dovrebbe pensare che per la maggioranza dei Serbi
che vivono nella regione, vicino al confine della Serbia,
una qualsiasi linea di separazione potrà essere tracciata
cosicchè le parti abitate soprattutto dei Serbi potrebbero unirsi
alla ex Repubblica Federale di Jugoslavia. Credo che un
eventuale Stato indipendente del Kosovo nei suoi
attuali confini sarebbe una soluzione politica
esplosiva poiché significa l'espulsione dei Serbi da
secolari regioni, ovvero che essi potrebbero, dal canto loro,
scatenare una contro-violenza con il sostegno di
Belgrado.
D: Cosa si deve cambiare nella politica estera della
Germania?
R: Non è sufficiente giocare un ruolo militare e
mantenere un contingente Kfor che si suppone preservi
una relativa pace. La gente della regione ha bisogno di
opportunità politiche. E se il Kosovo ha il desiderio
di avere un più stretto legame o di unirsi all'Unione
Europea allora vi saranno forti argomenti politici per
domandare protezione per le minoranze. Allo stesso
tempo, deve iniziare un processo di mediazione: i diplomatici
di molti paesi devono sedersi al medesimo tavolo con le
parti in conflitto allo scopo di trovare una soluzione
politica.
[Questo testo è stato tradotto in inglese da una
traduzione serba]
ERP KIM Info-Service è il Servizio d'Informazione
ufficiale della Diocesi Serba Ortodossa di Raska e
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allora comandante in capo delle truppe NATO in Kosovo?
Si potevano prevenire le violenze se le strutture chiave
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governo Bela Anda ha negato decisamente in una conferenza
stampa le accuse della ZDF sul BND, ma non ha negato che le truppe
tedesche sul campo sapessero che gli albanesi in Kosovo e Metohija
stavano preparando violenze contro i Serbi. Anda ha
sottolineato che il BND e l'esercito tedesco avevano una
"visione mutualmente corrispondente della situazione" ma ha
rifiutato di commentare la cooperazione tra il BND e
l'estremista Xhezairi.
I media tedeschi e i media delle regioni dove si parla la
lingua tedesca hanno accolto le informazioni della ZDF
tanto quanto la reazione del governo, talvolta con apparente gioia.
Il giornale austriaco "Kurir", per esempio, ha
titolato "Al-Q'aida alimenta la violenza in Kosovo"
nel suo reportage. Sebbene vi siano aspetti non così
chiari come parrebbe dal titolo.
I giornalisti di NIN hanno accompagnato i giornalisti della
ZDF durante le loro indagini nella regione, ed hanno appreso
ulteriori informazioni. Grazie ad informazioni esclusive a nostra
disposizione possiamo ricomporre un puzzle che è assai
lontano dall'essere completo, ma tuttavia abbastanza chiaro per
poter capire i contorni di un oscuro scenario.
Il protagonista di questa storia è Samedin Xhezairi,
detto Comandante Hoxha, un cittadino austriaco di
origine albanese che oggi vive a Prizren. Nell'ultimo
numero di NIN abbiamo presentato altri fatti riguardo
costui, che ci dicono che Xhezairi viveva in Austria e si
unì al Kosovo Liberation Army [UCK] quando esplose il
conflitto armato in Kosovo, prendendo parte ad attività in
tre zone operative. Combattè in Cecenia, fu addestrato
in Afghanistan e fu comandante della 112.ma Brigata
mujaheddin operante nell'estate 2001 nella regione di
Tetovo [in Macedonia / FYROM].
Nell'agosto dello stesso anno 80 membri del
battaglione 3/502 dei paracadutisti USA lo evacuarono
da Aracinovo [in Macedonia / FYROM], assieme ad altri
estremisti albanesi ed a 17 istruttori della compagnia privata
militare statunitense MPRI, che addestrava le formazioni
paramilitari albanesi.
Secondo informazioni confidenziali della NATO, addestrato sin
dal 2002 dagli intelligence service tedeschi BND
e ZNBw (Zentrum für Nachrichtenwesen della Bundeswehr),
a Xhezairi fu richiesto di formare un ramo
dell'"Esercito di Allah - Hezbollah", e il suo
numero di telefono è stato trovato in certi documenti
confiscati a persone identificate come membri di al-Q'aida.
Samedin Xhezairi è un attivo membro dell'Associazione
'Veterani' dell'UCK, che raccoglie denaro per
"aiuti umanitari" in una banca tedesca. Gli albanesi
lo considerano un carismatico "sant'uomo" e lo
annoverano tra i più eminenti leader albanesi.
Le stesse informazioni NATO presentate al quartier
generale della KFOR il 17 maggio 2002 indicano che il
suo coinvolgimento con elementi islamisti in Kosovo è
di lunga data. Al centro delle locali strutture
islamiste a Prizren c'è Hoxha Mazlumi, attivo nella
moschea Jeni Mahala ("Nuovo Territorio"). Tramite
i suoi più stretti associati, incluso Xhezairi, Mazlumi ha
stabilito una organizzazione con propri servizi
paramilitari d'intelligence ed una rete logistica,
finanziaria e di propaganda.
Tramite la sua gente Mazlumi ha stretto legami con il
Kosovo Protection Corps [formazione fittizia di "protezione
civile" istituita da KFOR ed UNMIK per riciclare l'UCK,
ndCNJ], la polizia del Kosovo, l'UNMIK e al-Q'aida.
Documenti NATO affermano che le
potenziali intenzioni e capacità dell'organizzazione
di Mazlumi sono "la rapida mobilitazione di masse per le
dimostrazioni, alimentare atteggiamenti aggressivi tra la
popolazione non-islamista verso la Kfor, sviluppare
un fronte islamista a Prizren, dimostrare il fallimento
della comunità internazionale, trarre vantaggio dal
fatto che Kosovska Mitrovica è al centro della
attenzione della Kfor, mentre il sud del Kosovo non è
sotto osservazione da parte delle forze
internazionali..."
[Ultime notizie - il BND ammette - al
momento di stampare questo numero di NIN abbiamo
saputo che il capo del BND August Hanning ha ammesso
che i documentsi della ZDF in possesso anche di NIN sono
autentici].
Quindi, era noto almeno da due anni che a Prizren era
nata una cellula di estremisti islamisti, proprio
sotto agli occhi della Kfor tedesca. Non è sorprendente
che la temperatura in tale città sia salita quando i
giornalisti della ZDF sono arrivati ed hanno iniziato a fare
domande sia sulle truppe tedesche sia sugli estremisti
islamisti. Allo stesso tempo, è interessante che i
tedeschi fossero meno loquaci dei loro temporanei
vicini. Hanno affermato caparbiamente la versione ufficiale
dei fatti: nessuno sapeva nulla della preparazione dei
pogrom di marzo; la Kfor tedesca, come tutti i membri
delle forze internazionali nel Kosovo, sono stati colti
di sorpresa dalla violenza, e quindi sono stati incapaci
di reagire adeguatamente. Di fronte alle prove che il BND
era informato riguardo alla preparazione dei terroristi
albanesi, i soldati tedeschi hanno negato categoricamente
ogni possibilità di essersi da soli privati delle
informazioni.
Diversamente da loro, Samedin Xhezairi
non è particolarmente riluttante ad ammettere qualcosa
ai reporters tedeschi, perfino se il suo nervosismo
è evidente. Ha avvertito i suoi interlocutori, non meno di
quattro volte, che dovevano mostrare il reportage che
preparavano al BND, prima di trasmetterlo: era
necessario chiedere all'intelligence service la sua
approvazione sulle scoperte dei reporters.
Apparentemente, Xhezairi ha capito di avere degli
obblighi verso i suoi ex datori di lavoro. Il
"Comandante Hoxha" non nega di aver lavorato per il BND
come spia ma dipinge ciò come una forma di
divertimento. Non nega di aver preso parte alle
conversazioni registrate riguardanti la preparazione
delle violenze né tantomeno nega il fatto che
esistano strutture organizzate: "Siamo ex combattenti;
ci conosciamo bene proprio come dei veterani USA.
Finchè la gente è viva, tali strutture rimarranno."
Ha anche spiegato l'uso di conversazioni cifrate ai
reporters tedeschi: "Ci si metteva d'accordo prima che,
per esempio, la parola 'salute' significasse
'liquidateli', e allora si diceva solo 'salute' e la
gente registrava la conversazione senza saperne
il significato." In effetti, le conversazioni di Xhezairi
che si ebbero alla fine di febbraio e all'inizio di
marzo non furono sempre ben codificate, ed ogni
ascoltatore con un livello di istruzione medio poteva
capirle, figuriamoci gli esperti dell'intelligence
service. Si menzionava, per esempio, che "in due o tre
settimane la festa sarebbe partita" e che "a Prizren
ogni cosa è pronta per una calda festa", mentre una
domanda posta era: "Potete garantire che si farà un
botto a Urosevac?". Alcuni degli interlocutori di Xhezairi
si lamentavano di non aver preparato abbastanza autobus
per trasportare gli attivisti. Secondo le trascrizioni in
possesso dei giornalisti della ZDF, Samedin Xhezairi
comandava le operazioni di marzo a Prizren e Urosevac,
e probabilmente anche a Orahovac.
Il BND sapeva, ma non solo il BND.
NIN ha anche ricevuto conferma di quanto riferito
dall'esperto dell'intelligence service tedesco Erich
Schmidt-Eenboom, che ci ha detto: "Fino al 4 marzo - due
settimane prima dei pogrom - il Comandante Hoxha era
una spia del BND per 500 euro al mese, probabilmente
più per i suoi legami con al-Q'aida che non per il Kosovo.
Il 4 marzo egli venne dimesso dal BND, che era stato informato
dai servizi partner - probabilmente l'intelligence service
militare austriaco - i quali avevano registrato le sue
conversazioni. Il BND lo avvertì di ciò."
Secondo alcune fonti, dopo tale scoperta Xhezairi
scappò in Bosnia, ritornando immediatamente prima del
17 marzo a Prizren. Non si sa se qualcuno temporaneamente
lo abbia allontanato o se partì per motivi personali.
È noto, e Erich Schmidt-Eenboom lo conferma a NIN, il
fatto che Xhezairi lavorava almeno per un altro
intelligence service, la CIA. Ecco perché i parà USA
lo evacuarono nel 2001 da Aracinovo.
Alcuni media e politici tedeschi in questi giorni non discutono
nemmeno dell'affidabilità dei reports della ZDF su come
la BND fosse consapevole dei crimini del suo
collaboratore Xhezairi. Per esempio, il portavoce dei
Verdi in materia di Difesa, Winfried Nachtwei, ha
affermato che le indagini della ZDF erano basate su
"dati solidi e certi". E l'ex coordinatore dei servizi
segreti tedeschi del governo Bernd Schmidbauer ha detto
che le informazioni della ZDF riguardo al ruolo sospetto
del BND "devono essere prese sul serio", ed ha richiesto
indagini sulla mancanza di comunicazioni tra
BND ed esercito tedesco.
Le dichiarazioni di Nachtwei e Schmidbauer seguono lo
scandalo su gli eventi di marzo in Kosovo in cui il
ministro della difesa tedesco Peter Struck e il suo
esercito sono stati implicati. Struck e il contingente
tedesco in Kosovo si sono ritrovati al centro
dell'attenzione pubblica dopo che i media hanno rivelato
che all'epoca degli attacchi terroristici albanesi c'era il
caos tra le truppe tedesche, e che il corpo
carbonizzato di un Serbo fu ritrovato a Prizren dopo che
Struck aveva dichiarato che non vi erano state vittime
nella zona sotto responsabilità tedesca.
Le ultime rivelazioni sul ruolo del BND
corrispondono ad un imbarazzante quadro di
disorganizzazione da parte delle strutture militari e
della sicurezza. Se il BND ha le informazioni e manca
di trasmetterle al governo ed all'esercito, ciò significa
che non vi sono aiuti per chi dipende dalla protezione
dello Stato. Questa è tutto sommato l'immagine
dell'intelligence service e dell'esercito presso il pubblico
tedesco oggi.
Tuttavia, Erich Schmidt-Eenboom categoricamente
respinge tale interpretazione e dice a NIN che il
portavoce del governo tedesco diceva la verità quando
negava i report della ZDF:
"Il BND certamente informò il Cancellierato. È
inconcepibile che il BND non facesse ciò in tale
condizione politica e di buona cooperazione con il
governo tedesco. Le dichiarazioni del portavoce Anda
sono corrette - il BND e l'esercito tedesco avevano
'un quadro della situazione mutualmente
corrispondente'. Ciò significa che il contingente tedesco a
Prizren ed il suo comandante colonnello Hinkelmann
consciamente non hanno risposto agli attacchi, e che essi
hanno permesso che questi accadessero evitando
ogni contatto diretto con gli albanesi. Se avessero agito
diversamente, l'esercito tedesco avrebbe subito la
violenza albanese, e ciò avrebbe rovinato la buona
immagine della missione di peacekeeping [SIC].
L'ironia di tutta questa storia è che il governo
tedesco e l'UCK hanno uno scopo finale comune, e cioè
uno Stato indipendente del Kosovo senza alcuna
concessione territoriale ai Serbi. Solo che Berlino ha
bisogno di curare e rispettare la tabella di marcia,
fintantochè gli alleati ancora si oppongono a ciò e sono
preoccupati, come nel caso della Francia."
Schmidt-Eenboom ricorda anche la storia della
cooperazione tra BND e UCK: "Ciò che i giornalisti
tedeschi e i loro colleghi olandesi della
RadioTelevisione VPRO hanno investigato ha una lunga
tradizione. Fin dai primi anni '90 il BND mantenne dei
contatti con l'UCK, che allora era considerato una
rete di organizzazioni terroristiche. Ciononostante dobbiamo
ammettere che l'UCK aveva più forti legami con la CIA
che con il BND. Il 'Comandante Hoxha' ha legami con la
CIA, con il BND e con l'intelligence service militare
austriaco, che ha prestato grande attenzione a questa regione
ed ha dei veri, buoni agganci con l'UCK."
Tali fatti, certo, non sono menzionati dai media nè
presso il pubblico in Germania poiché la vita non è
facile per coloro che sanno. Dopo che i reportage
della ZDF sono stati trasmessi, il BND ha lanciato una
campagna contro uno degli autori, il giornalista Franz
Josef Hutsch, ed ha iniziato a spargere storie a Berlino
che tali rivelazioni fossero basate su false informazioni
dell'intelligence services serbo, e che il giornalista fosse
di orientamento pro-serbo visto che era un
testimone a difesa al processo Milosevic e per aver
rilasciato una intervista a NIN. Essere filoserbo è
equivalente presso il pubblico tedesco ad essere, per
esempio, un membro di al-Q'aida.
Tuttavia, gli editori della ZDF hanno sostenuto decisamente
Hutsch, come Hans-Ulrich Gack, uno dei co-autori della controversa
trasmissione, secondo NIN.
Vi sono altri materiali compromettenti per il BND e il
governo tedesco, e adesso tutti attendono ulteriori
rivelazioni.
Il pubblico tedesco, per esempio, non conosce i
reportage di NIN del suo ultimo numero: secondo i quali
le strutture terroristiche in Kosovo sono dotate del
fucile di precisione G-22, il più avanzato, che
arriva nelle province meridionali della Serbia in
grandi quantità. Tenendo in mente le affermazioni che
il "Comandante Hoxha" ha fatto nella sua intervista alla
televisione tedesca -- secondo cui egli può immediatamente
mobilitare 30.000 combattenti, e che "non è necessario
aspettare molto per l'esplosione di nuovi attacchi; tutti noi
abbiamo bisogno di una scintilla" -- se questo accadrà il
pubblico tedesco dovrà improvvisamente confrontarsi
con la nuova-vecchia questione senza una
chiara risposta: chi biasimare se i terroristi
albanesi attueranno ancora una, forse definitiva, pulizia
etnica in Kosovo? Può la Kfor proteggere i Serbi da
queste nuove violenze, ed è nel suo interesse farlo?
Sono state create in Kosovo, sotto gli occhi delle forze di
peacekeeping, cellule islamiste fondamentaliste che
potrebbero divenire una minaccia per l'Europa?
Vi sono fonti dell'intelligence occidentale che
partecipano, attivamente o passivamente, in tali
processi e creano un nuovo esercito di "talebani" che
un giorno gli si rivolteranno contro? E così via.
Vi sono molte domande, e le risposte hanno strappato il
velo di silenzio o di coscienzioso oblio. Sembra che
sia il pubblico Serbo che i politici Serbi stiano
evitando di affrontare la realtà. Non abbiamo sentito
nessuna dichiarazione ufficiale a seguito alle
notizie dalla Germania, mentre la "European Serbian
National Television", per esempio, parla della
questione del Kosovo e Metohija come di una provincia
del Congo, e non come una provincia il cui fato, anche
retoricamente, riguarda gli interessi di Stato della Serbia.
Sembra che tali questioni di interesse siano solo roba da
"oscure forze del passato", che avrebbero i giorni contati.
Mira Beham
=== 2 ===
La violenza in Kosovo è stata tollerata?
Cosa sapevano l'Intelligence Service tedesco, la
Bundeswehr e il governo tedesco riguardo la
pianificazione degli attacchi da parte degli
estremisti Albanesi alla minoranza Serba in Kosovo,
che è sotto protettorato NATO?
Neues Deutschland, BERLINO
Intervista con l'esperto del servizio segreto Erich
Schmidt-Eenboom
Stefan Tenner
Berlino, 23 Novembre
Testo originale in tedesco:
http://www.nd-online.de/artikel.asp?AID=63282&IDC=2
Nel marzo di quest'anno, dopo il sanguinoso pogrom
degli estremisti Albanesi contro i Serbi in Kosovo, la
leadership della Bundeswehr ha stabilito con
dispiacere che "nessuno sospettava nulla riguardo tale
operazione concentrata". Reportage della televisione
ZDF e del quotidiano "Junge Welt" dell'ultima
settimana, tuttavia, sostengono che almeno
l'Intelligence Service tedesco (BND) sapesse degli
attacchi molte settimane prima che accadessero.
Durante conversazioni registrate, l'ex combattente
UCK Samedin Xhezairi ordinò ai suoi complici di
occuparsi di "umori esplosivi" nel sud del Kosovo
in due o tre settimane.
Xhezairi era una spia al soldo del BND e legato con
al-Q'aida. Almeno 19 persone morirono nei susseguenti
moti violenti, tra cui un serbo ucciso nell'area di
responsabilità tedesca di Prizren. Deputati di CDU,
FDP e dei Verdi questo fine settimana hanno chiesto
spiegazioni riguardo a quando il BND ricevette le
importanti informazioni.
Il governo tedesco nega. Ma perchè tale risposta
inadeguata? L'allora comandante della Kfor Holger
Kammerhof dichiara che non venne informato in
anticipo. In ogni caso, non vi erano truppe per
proteggere le enclaves serbe.
Domanda: quanto è affidabile l'informazione che il BND
sapesse della preparazione dei pogrom antiserbi?
Risposta: Le investigazioni già trasmesse dai nostri
colleghi olandesi della VPRO Radio sono corrette. Fin
dai primi anni '90 il BND mantenne dei legami con
l'UCK, che era considerata una organizzazione
terroristica. Allo stesso tempo, tuttavia, va ammesso
che il BND non ebbe il ruolo principale e più importante.
L'UCK è innanzitutto figlio della CIA. Ciò è
specialmente evidente nell'estate del 2001 in
Macedonia quando i combattenti dell'UCK vennero
evacuati con i militari USA a proteggerli.
Domanda: cosa sapete di Samedin Xhezairi?
Risposta: Tale comandante della 112.ma Brigata (UCK),
che combattè con lo pseudonimo di Hoxha, prese parte
alla ribellione in Macedonia contro il locale governo.
Ebbe legami con la CIA, che risultò capace di
raccogliere 17 consiglieri militari USA attorno a
lui. Oltre al BND, l'intelligence service militare
austriaco dovrebbero essere menzionato come dedito
ad una speciale attenzione verso tale regione, e fornito
di buone connessioni con l'UCK.
D: Xhezairi era una spia del BND?
R: Connessioni con il BND esistono fino ai primi di
marzo del 2004. Cessarono 14 giorni prima del pogrom
in Kosovo. Ciò significa che il BND rinunciò alla sua
fonte quando sembrava troppo sospetta e militante.
D: Cosa accadde alle informazioni riguardo alla
preparazione del pogrom?
R: Assumiamo che il BND avesse informato
il governo. È alquanto inconcepibile che tali
importanti informazioni del BND, il cui presidente
August Hanning è membro del Cancellierato, non
siano state trasmesse. Così, credo che da altri del
governo o direttamente dal BND le informazioni
pervennero alla Bundeswehr. Ciò significa che gli
attacchi Albanesi ai Serbi in Kosovo del 17 e 18 marzo
siano stati tollerati dalla Bundeswehr perché questa
non voleva rovinare le sue relazioni con l'UCK.
Soprattutto, se una azione fosse stata effettuata contro
le forze militanti UCK, da un lato ci si sarebbe dovuto
attendere che strutture esistenti si sarebbero rivoltate,
un giorno, contro la Bundeswehr in quanto esercito
d'occupazione. Dall'altro lato, in una
prospettiva di lungo termine, è interesse della
Germania avere un Kosovo indipendente. Essa condivide
tale interesse con l''UCK, che con tali violenze cerca di
aumentare la pressione politica per agire.
Soprattutto, il futuro politico del Kosovo non è
ancora stato determinato. Secondo il modello tedesco,
la provincia deve divenire uno Stato indipendente.
Tuttavia, altri alleati della NATO, anche gli USA,
desiderano giocare un altro ruolo politico.
D: Samedin Xhezairi sarebbe legato ad al-Q'aida.
Al-Q'aida, allora, partecipò direttamente alla
preparazione dei moti in Kosovo?
R: Non dobbiamo sovrastimare al-Q'aida e pensarla in
termini di organizzazione centralizzata. Si tratta di fatto di
un ampio network che coinvolge molti terroristi islamici
con comuni principi ideologici e un comune passato in
campi d'addestramento in Afghanistan, che condividono
un comune scopo, per cui non vi è la necessità di un
quartier generale di al-Q'aida che stabilisca un
solo ordine, un comando politico.
D: Come descrivete la situazione in Kosovo, tenendo
presente la posizione della minoranza serba e la
risoluzione dello status prevista per l'anno
prossimo?
R: C'è la forte necessità politica di dire chiaramente agli
Albanesi quale sarà per il Kosovo la finale
configurazione politica che sarà adottata. Uno Stato
indipendente del Kosovo, albanese, considerando la
milizia UCK, significherebbe che la minoranza serba
nella regione non potrà vivere al sicuro. Conseguentemente
forse si dovrebbe pensare che per la maggioranza dei Serbi
che vivono nella regione, vicino al confine della Serbia,
una qualsiasi linea di separazione potrà essere tracciata
cosicchè le parti abitate soprattutto dei Serbi potrebbero unirsi
alla ex Repubblica Federale di Jugoslavia. Credo che un
eventuale Stato indipendente del Kosovo nei suoi
attuali confini sarebbe una soluzione politica
esplosiva poiché significa l'espulsione dei Serbi da
secolari regioni, ovvero che essi potrebbero, dal canto loro,
scatenare una contro-violenza con il sostegno di
Belgrado.
D: Cosa si deve cambiare nella politica estera della
Germania?
R: Non è sufficiente giocare un ruolo militare e
mantenere un contingente Kfor che si suppone preservi
una relativa pace. La gente della regione ha bisogno di
opportunità politiche. E se il Kosovo ha il desiderio
di avere un più stretto legame o di unirsi all'Unione
Europea allora vi saranno forti argomenti politici per
domandare protezione per le minoranze. Allo stesso
tempo, deve iniziare un processo di mediazione: i diplomatici
di molti paesi devono sedersi al medesimo tavolo con le
parti in conflitto allo scopo di trovare una soluzione
politica.
[Questo testo è stato tradotto in inglese da una
traduzione serba]
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