From: "CONTROPIANO" <cpiano @ tiscali.it>
COMUNICATO FINALE DEL CONVEGNO NAZIONALE
“MEDITERRANEO PARA BELLUM”
PISA, 11 E 12 DICEMBRE 2004
Realtà e soggetti sociali impegnati nel movimento contro la guerra, si
sono incontrati e confrontati a Pisa per discutere le possibilità e la
priorità della mobilitazione contro le basi militari USA e NATO nel
nostro paese.
Il movimento internazionale contro la guerra già nel FSM di Mumbay ed
in quello di Beirut hanno indicato la stretta connessione tra la
campagna per lo smantellamento delle basi militari con quella che
chiede il ritiro delle truppe e la fine della occupazione in Iraq e
Palestina.
Le basi militari rappresentano infatti l’elemento materiale della
complicità dell’Italia nella guerra. Da queste basi partono le armi di
distruzione di massa scaricate ieri sui Balcani, oggi in Medio Oriente,
domani nella regione caucasica e in Asia centrale.
Il grande Medio Oriente è il target dei progetti di destabilizzazione e
rapina delle risorse ma anche dell’escalation militarista, che vede
come protagonista l’amministrazione Bush ma in prospettiva anche
l’Europa del “soft power”.
La presenza delle basi militari concretizza l’integrazione dell’Italia
ai trattati militari sovranazionali, al dispositivo della guerra
infinita e determina la militarizzazione dei territori, dell’ambiente,
della società e dell’economia.
La riorganizzazione strategica della NATO in funzione della guerra
infinita assegna al nostro paese un ruolo centrale. I comandi militari,
i centri strategici delle comunicazioni, i porti d’attracco delle unità
navali nucleari vengono trasferiti dall’Europa centrale verso Sud. A
tale scopo si ampliano le basi militari in Puglia,Campania, Sicilia,
Sardegna, Toscana, Emilia Romagna, ma anche basi “storiche” come Aviano.
Per sbarrare il passo a questo processo occorre mettere in rete a
livello nazionale tutte le realtà locali già attive o aiutarle a
crescere. Passi in avanti in tal senso sono già stati avviati alla
riunione di Venezia del 14 novembre scorso. A questo intende
contribuire il convegno di questi giorni a Pisa. E’ necessario definire
un incontro nazionale di tutte le reti per discutere e decidere come
procedere unitariamente.
Lo smantellamento del sistema di guerra rappresentato dalle basi
militari può e deve diventare obiettivo qualificato e qualificante del
movimento contro la guerra. Lo chiedono le realtà locali da anni
impegnate su questo, lo chiedono le organizzazioni popolari nei paesi
attaccati o minacciati dai signori della guerra infinita.
L’obiettivo dello smantellamento delle basi militari deve entrare con
forza nell’agenda dei movimenti e della politica. In tal senso il
passaggio adeguato può rivelarsi una manifestazione nazionale che ponga
questo obiettivo nero su bianco. E’ una proposta che chiediamo a tutte
le realtà del movimento di prendere in esame. Chiediamo anche di
valutare la proposta che questa manifestazione si tenga,
significativamente, in una città del Sud, per mandare un segnale
adeguato alla posta in gioco.
La giornata di mobilitazione mondiale contro la guerra del 19 marzo può
raccogliere questa esigenza.
L’esperienza ci ha insegnato che senza investire i territori non c’è
partecipazione adeguata ma che senza mobilitazione nazionale non è
adeguata l’opposizione locale alle basi della morte. Perché le
complicità e i ricatti del sistema di guerra sono troppo forti.
La manifestazione nazionale dovrà proseguire con mobilitazioni
nazionali contemporanee davanti alle basi che mandino un segnale di
avvertimento ai comandi e ai governi locali, che espliciti come il
movimento non sia in ritirata ma stia ricalibrando la sua iniziativa
individuando tutte le complicità del sistema di guerra, a partire dalle
scelte in sede di comitati paritetici tra regioni e autorità militari.
CONTRO LA GUERRA GETTIAMO LE BASI
Pisa 12 dicembre 2004
COMUNICATO FINALE DEL CONVEGNO NAZIONALE
“MEDITERRANEO PARA BELLUM”
PISA, 11 E 12 DICEMBRE 2004
Realtà e soggetti sociali impegnati nel movimento contro la guerra, si
sono incontrati e confrontati a Pisa per discutere le possibilità e la
priorità della mobilitazione contro le basi militari USA e NATO nel
nostro paese.
Il movimento internazionale contro la guerra già nel FSM di Mumbay ed
in quello di Beirut hanno indicato la stretta connessione tra la
campagna per lo smantellamento delle basi militari con quella che
chiede il ritiro delle truppe e la fine della occupazione in Iraq e
Palestina.
Le basi militari rappresentano infatti l’elemento materiale della
complicità dell’Italia nella guerra. Da queste basi partono le armi di
distruzione di massa scaricate ieri sui Balcani, oggi in Medio Oriente,
domani nella regione caucasica e in Asia centrale.
Il grande Medio Oriente è il target dei progetti di destabilizzazione e
rapina delle risorse ma anche dell’escalation militarista, che vede
come protagonista l’amministrazione Bush ma in prospettiva anche
l’Europa del “soft power”.
La presenza delle basi militari concretizza l’integrazione dell’Italia
ai trattati militari sovranazionali, al dispositivo della guerra
infinita e determina la militarizzazione dei territori, dell’ambiente,
della società e dell’economia.
La riorganizzazione strategica della NATO in funzione della guerra
infinita assegna al nostro paese un ruolo centrale. I comandi militari,
i centri strategici delle comunicazioni, i porti d’attracco delle unità
navali nucleari vengono trasferiti dall’Europa centrale verso Sud. A
tale scopo si ampliano le basi militari in Puglia,Campania, Sicilia,
Sardegna, Toscana, Emilia Romagna, ma anche basi “storiche” come Aviano.
Per sbarrare il passo a questo processo occorre mettere in rete a
livello nazionale tutte le realtà locali già attive o aiutarle a
crescere. Passi in avanti in tal senso sono già stati avviati alla
riunione di Venezia del 14 novembre scorso. A questo intende
contribuire il convegno di questi giorni a Pisa. E’ necessario definire
un incontro nazionale di tutte le reti per discutere e decidere come
procedere unitariamente.
Lo smantellamento del sistema di guerra rappresentato dalle basi
militari può e deve diventare obiettivo qualificato e qualificante del
movimento contro la guerra. Lo chiedono le realtà locali da anni
impegnate su questo, lo chiedono le organizzazioni popolari nei paesi
attaccati o minacciati dai signori della guerra infinita.
L’obiettivo dello smantellamento delle basi militari deve entrare con
forza nell’agenda dei movimenti e della politica. In tal senso il
passaggio adeguato può rivelarsi una manifestazione nazionale che ponga
questo obiettivo nero su bianco. E’ una proposta che chiediamo a tutte
le realtà del movimento di prendere in esame. Chiediamo anche di
valutare la proposta che questa manifestazione si tenga,
significativamente, in una città del Sud, per mandare un segnale
adeguato alla posta in gioco.
La giornata di mobilitazione mondiale contro la guerra del 19 marzo può
raccogliere questa esigenza.
L’esperienza ci ha insegnato che senza investire i territori non c’è
partecipazione adeguata ma che senza mobilitazione nazionale non è
adeguata l’opposizione locale alle basi della morte. Perché le
complicità e i ricatti del sistema di guerra sono troppo forti.
La manifestazione nazionale dovrà proseguire con mobilitazioni
nazionali contemporanee davanti alle basi che mandino un segnale di
avvertimento ai comandi e ai governi locali, che espliciti come il
movimento non sia in ritirata ma stia ricalibrando la sua iniziativa
individuando tutte le complicità del sistema di guerra, a partire dalle
scelte in sede di comitati paritetici tra regioni e autorità militari.
CONTRO LA GUERRA GETTIAMO LE BASI
Pisa 12 dicembre 2004