----- Original Message -----
From: "Luciana Bohne" <lbohne@...>
To: "Coord. Naz. per la Jugoslavia" <jugocoord@...>
Sent: Monday, February 07, 2005 8:07 PM
Subject: re: [JUGOINFO] Foibomania nei media e libri italiani
Sono in completo accordo con il giudizio di Armando Cernjul sulla
"foibomania." Se c'e' stata una persecuzione etnica in Istria
e' stata quella del ventennio fascista e fu lanciata, sostenuta, ed
autorizzata dallo stato italiano fascista, con la piena autorita'
di leggi reppressive e discriminatorie, con campagne di snazionalizzazione e
rieducazione all'imposto italianismo.
Furono bruciate le camere del lavoro, i centri sociali slavi; fu proibita la
lingua slava anche nelle chiese--come bene documenta Giacomo Scotti in un
recente articolo sul Manifesto.
Scrivo quale nipote di un infoibato. Mio nonno materno, Giovanni Benassi, fu
detenuto dai partigiani e presunto finito in foiba. Non era italiano, pero'
si dice ancora oggi in paese che era fascista.
Non so a quale grado risalisse la sua colpevolezza pero' posso asserire con
tutta fermezza che ne' mia madre ne la famiglia fu punita per associazione a
lui--cosa che fecero i nazisti per tutta l'Istria dal 1943 al 1945.
Bruciarono villaggi interi, deportarono famigliari dei partigiani,
rastrellarono indiscriminatamente. Non mi resulta che i partigiani si
comportassero cosi'--non ci sono testimoni di "collective
punishment."
Ah, si. Uso l'inglese perche' scrivo dagli Stati Uniti, dove sono andata a
finire, quando arrivata esule in Italia, la mia famiglia e' stata costretta
ad emigrare tanto nulla fu l'assistenza di quegli italiani che adesso si
fanno tanto paladini di noi poveri esuli, che allora eravamo solo per loro
poveri ed ingombri slavi.
Uso tutta la mia autorita' di nipote di un infoibato istriano per negare ed
accusare la strumentalizzazione della mia tragedia a cause tutte
fasciste--di allora come di adesso, nel momento che riaprono ferite ancora
vive con questa loro cinica ipocrisia nel falsificare il passato nel quale
la loro causa comporta la maggiore colpa. Se non fosse stato per il
fascismo, me ne sarei rimasta a casa mia, avrei goduto una vita tra i miei
campi ed i miei cari, avrei parlato la mia lingua--e non avrei sofferto come
soffro tuttora lo sradicamento di tutto quel retaggio etnico e di identita'
che mi apparteneva alla nascita.
Grazie ai partigiani, l'Istria si libero' dei nazisti e dei suoi
collaboratori fascisti. Non ci fu un genocidio in Istria se non quello
ideato dai fascisti--che volevano la morte della cultura polilinguistica e
multiculturale istriana.
E che la smettano di riscrivere la storia in nome di coloro che l'hanno
veramente subita e sofferta.
Luciana Opassi Bohne
Edinboro, Pennsylvania
On Monday, February 07, 2005 9:59 AM, Coord. Naz. per la Jugoslavia wrote:
>
>Date: Mon, 07 Feb 2005 15:59:46 +0100
>From: Coord. Naz. per la Jugoslavia
>To: Ova adresa el. pošte je zaštićena od spambotova. Omogućite JavaScript da biste je videli.
>Subject: [JUGOINFO] Foibomania nei media e libri italiani
>
(...)
"During times of universal deceit, telling the truth becomes a revolutionary
act."
- George Orwell
From: "Luciana Bohne" <lbohne@...>
To: "Coord. Naz. per la Jugoslavia" <jugocoord@...>
Sent: Monday, February 07, 2005 8:07 PM
Subject: re: [JUGOINFO] Foibomania nei media e libri italiani
Sono in completo accordo con il giudizio di Armando Cernjul sulla
"foibomania." Se c'e' stata una persecuzione etnica in Istria
e' stata quella del ventennio fascista e fu lanciata, sostenuta, ed
autorizzata dallo stato italiano fascista, con la piena autorita'
di leggi reppressive e discriminatorie, con campagne di snazionalizzazione e
rieducazione all'imposto italianismo.
Furono bruciate le camere del lavoro, i centri sociali slavi; fu proibita la
lingua slava anche nelle chiese--come bene documenta Giacomo Scotti in un
recente articolo sul Manifesto.
Scrivo quale nipote di un infoibato. Mio nonno materno, Giovanni Benassi, fu
detenuto dai partigiani e presunto finito in foiba. Non era italiano, pero'
si dice ancora oggi in paese che era fascista.
Non so a quale grado risalisse la sua colpevolezza pero' posso asserire con
tutta fermezza che ne' mia madre ne la famiglia fu punita per associazione a
lui--cosa che fecero i nazisti per tutta l'Istria dal 1943 al 1945.
Bruciarono villaggi interi, deportarono famigliari dei partigiani,
rastrellarono indiscriminatamente. Non mi resulta che i partigiani si
comportassero cosi'--non ci sono testimoni di "collective
punishment."
Ah, si. Uso l'inglese perche' scrivo dagli Stati Uniti, dove sono andata a
finire, quando arrivata esule in Italia, la mia famiglia e' stata costretta
ad emigrare tanto nulla fu l'assistenza di quegli italiani che adesso si
fanno tanto paladini di noi poveri esuli, che allora eravamo solo per loro
poveri ed ingombri slavi.
Uso tutta la mia autorita' di nipote di un infoibato istriano per negare ed
accusare la strumentalizzazione della mia tragedia a cause tutte
fasciste--di allora come di adesso, nel momento che riaprono ferite ancora
vive con questa loro cinica ipocrisia nel falsificare il passato nel quale
la loro causa comporta la maggiore colpa. Se non fosse stato per il
fascismo, me ne sarei rimasta a casa mia, avrei goduto una vita tra i miei
campi ed i miei cari, avrei parlato la mia lingua--e non avrei sofferto come
soffro tuttora lo sradicamento di tutto quel retaggio etnico e di identita'
che mi apparteneva alla nascita.
Grazie ai partigiani, l'Istria si libero' dei nazisti e dei suoi
collaboratori fascisti. Non ci fu un genocidio in Istria se non quello
ideato dai fascisti--che volevano la morte della cultura polilinguistica e
multiculturale istriana.
E che la smettano di riscrivere la storia in nome di coloro che l'hanno
veramente subita e sofferta.
Luciana Opassi Bohne
Edinboro, Pennsylvania
On Monday, February 07, 2005 9:59 AM, Coord. Naz. per la Jugoslavia wrote:
>
>Date: Mon, 07 Feb 2005 15:59:46 +0100
>From: Coord. Naz. per la Jugoslavia
>To: Ova adresa el. pošte je zaštićena od spambotova. Omogućite JavaScript da biste je videli.
>Subject: [JUGOINFO] Foibomania nei media e libri italiani
>
(...)
"During times of universal deceit, telling the truth becomes a revolutionary
act."
- George Orwell