Da: "Mauro Gemma"
Data: Gio 3 Mar 2005 18:15:26 Europe/Rome
Oggetto: sulla situazione nel movimento comunista internazionale
17° CONGRESSO DEL PARTITO COMUNISTA DI GRECIA
Atene, 9-12 febbraio 2005
http://www.kke.gr , mailto:cpg@...
in http://www.solidnet.org
28 febbraio 2005
Risoluzione sulla situazione nel movimento comunista internazionale
Il dibattito precongressuale ha evidenziato la necessità di
intensificare gli sforzi per il coordinamento, l’elaborazione di
obiettivi comuni di lotta e l’azione comune nel movimento comunista e
operaio per affrontare l’aggressività imperialista. Ha evidenziato la
necessità del socialismo come unica alternativa al sistema imperialista
attuale. La necessità che, con proprie specifiche caratteristiche, si
distingua l’opinione comunista, un polo comunista, per
affrontare meglio i problemi e le difficoltà di questa lotta; così come
la necessità di un intervento coordinato a livello internazionale
nell’ambito della lotta antimperialista, antimonopolista a cui
partecipano forze diverse.
Il Congresso dà incarico al nuovo Comitato Centrale di precisare
l’attività internazionale del Partito nelle seguenti linee generali:
1. La necessità di una presenza che distingua il movimento comunista e
dell’attività comune dei partiti comunisti e operai
Il nostro partito ritiene che negli ultimi tempi si siano fatti alcuni
passi nella direzione di un recupero dell’attività comune nel movimento
comunista internazionale. Un numero sufficiente di partiti comunisti e
operai si sono preparati più adeguatamente per affrontare
l’aggressività imperialista e hanno operato contro le guerre
imperialiste in Afghanistan e, soprattutto, contro quella scatenata
contro il popolo dell’Iraq. Alcuni di questi partiti hanno avuto un
ruolo protagonista nelle lotte della classe operaia e nelle
mobilitazioni dei lavoratori per i loro diritti. Inoltre, in questo
periodo ci si è maggiormente sforzati di coordinare l’attività dei PC
rispetto agli anni passati. Si sono moltiplicati gli incontri regionali
e internazionali.
Nonostante i passi compiuti, il movimento comunista internazionale
rimane ideologicamente frammentato, è ancora in crisi. Nelle sue file
continua la lotta tra i punti di vista rivoluzionari, comunisti e
quelli riformisti, opportunisti; tra la linea della
“resistenza-rottura” e la linea dell’ “adattamento-integrazione” al
sistema dell’imperialismo.
Al centro di questa lotta stanno: l’atteggiamento verso il socialismo
che abbiamo conosciuto e le cause delle sconfitte; l’attualità del
marxismo-leninismo; lo sviluppo della teoria nell’epoca della
transizione al socialismo e nelle condizioni della vittoria temporanea
della controrivoluzione; il carattere del partito comunista; il
carattere dell’imperialismo; la relazione tra le lotte a livello
nazionale e internazionale; la politica delle alleanze, l’atteggiamento
nei confronti della socialdemocrazia; l’atteggiamento dei comunisti nei
movimenti di massa; l’atteggiamento nei confronti della crisi
capitalista e delle contraddizioni interimperialiste e delle guerre
imperialiste; la politica verso le unioni imperialiste, interstatali,
regionali e internazionali; il ruolo storico della classe operaia; le
leggi della rivoluzione e della costruzione socialista;
l’internazionalismo proletario.
Di fronte a questa situazione, il PCG ritiene che occorra intensificare
gli sforzi tra i partiti comunisti perché si ricerchino i modi adeguati
ad affrontare la situazione di crisi, in maniera collettiva e nel
rispetto dell’indipendenza di ogni Partito.
Il nostro Partito intensificherà i suoi interventi a livello
internazionale, nello sforzo diretto ad ottenere una più distinguibile
forma di collaborazione con partiti comunisti ed operai, per il polo
comunista. Questa presenza che deve distinguere i partiti creerà
condizioni migliori per affrontare le difficoltà esistenti. Faciliterà,
inoltre, il raggruppamento antimperialista più in generale.
L’iniziativa per la creazione di questo polo può partire dai partiti
comunisti, i cui punti di vista ideologici e politici siano vicini, che
difendono il marxismo-leninismo e il contributo del socialismo che
abbiamo conosciuto e l’elaborazione di una strategia comune di fronte
all’imperialismo.
La collaborazione ad un livello superiore può realizzarsi su argomenti
che abbiano a che vedere con lo sviluppo della teoria, su temi che sono
al centro dell’attuale dibattito, attraverso lo studio a livello
internazionale delle cause della vittoria della controrivoluzione e
l’elaborazione di una strategia comune nei confronti dell’imperialismo.
Aspiriamo a che le forme della collaborazione abbiano un carattere
pratico, con risultati visibili.
Il polo comunista non può in alcun modo abolire l’indipendenza di ogni
partito e la sua responsabilità nei confronti della classe operaia e
del movimento del proprio paese. Avrà la forma di coordinamento
dell’attività comune, si costituirà in condizioni di parità.
Con i partiti comunisti e operai con cui abbiamo differenze ideologiche
dobbiamo continuare gli sforzi finalizzati ad azioni comuni intorno ad
obiettivi antimperialisti e antimonopolisti, respingendo posizioni
ideologiche e politiche erronee.
Il PCG vuole avere relazioni di collaborazione con tutti i partiti,
senza esclusioni.
Una presenza che distingua il movimento comunista, fattore decisivo
dello sviluppo dei movimenti.
L’attività comune dei comunisti deve trovare la sua espressione nelle
file dei movimenti di massa, nelle mobilitazioni internazionali.
La costituzione del polo comunista con caratteristiche proprie,
l’attività comune e la collaborazione dei partiti comunisti darà
impulso allo sforzo per costruire un movimento internazionale sempre
più forte, basato sul movimento della classe operaia, sui movimenti con
cui manifestano gli altri strati popolari, sui movimenti contro la
guerra, per la pace, sui movimenti della gioventù, delle donne, su ogni
forma di unità che abbia un orientamento radicale.
L’internazionalizzazione della lotta contro l’imperialismo non può
acquisire un carattere di massa e soprattutto saldo se non poggia su un
forte movimento comunista capace di distinguersi, su un polo comunista,
che possa trasformarsi nella leva con cui i popoli riescano ad influire
positivamente sugli avvenimenti internazionali. Ciò rappresenterà anche
un forte fondamento per un’alleanza antimperialista più ampia.
La risposta dei popoli alla strategia imperialista, all’attuale
barbarie, assume molteplici e distinte forme. Senza dubbio, sarebbe più
efficace se queste lotte riuscissero ad ottenere il risultato:
- Di unificare le loro forze nella lotta contro i monopoli e
l’imperialismo a livello nazionale, regionale e internazionale.
- Di lottare in modo decisivo contro le forze del capitale, su tutti i
fronti della loro azione e del loro intervento: nell’economia, nei
diritti sociali, nella cultura, contro gli interventi militari,
economici e politici.
Il movimento della classe operaia e i suoi alleati cercheranno di
interpretare istanze politiche e condizioni di lotta definite dalla
posizione storica dell’imperialismo, come fase superiore del
capitalismo, che corrispondano alle necessità attuali dei lavoratori e
che dimostrino la necessità storica della transizione al socialismo.
La politica imperialista è diretta contro il diritto di ogni popolo a
decidere da solo, senza interventi esterni, in merito al sistema
sociale e politico di un paese.
Lo sviluppo del movimento antimperialista, antimonopolista passa
principalmente per la capacità di misurarsi con i seri problemi che
caratterizzano il movimento comunista internazionale.
Per il tempo trascorso senza che il movimento comunista abbia
affrontato la propria crisi, una serie di altre forze che subiscono
l’influenza diretta della socialdemocrazia, cerca di dirigere questo
movimento verso la collaborazione di classe e verso un capitalismo dal
presunto volto umano.
2. Le forme attuali di collaborazione
Le forme di collaborazione che si sono sviluppate tra i partiti
comunisti e operai, quali gli incontri internazionali, gli incontri
regionali e multilaterali, possono e devono continuare. Devono
ampliarsi attraverso il dibattito e lo scambio di opinioni su temi
teorici e alternarsi con incontri da indirizzarsi su un piano concreto
di azione su temi comuni.
In tal senso, deve essere rimarcata in special modo l’importanza degli
anniversari e degli eventi storici della lotta dei comunisti, della
classe operaia e più in generale delle lotte dei popoli per la loro
liberazione politica, economica e sociale (ad esempio, la Comune di
Parigi, il Primo Maggio, la Rivoluzione Socialista di Ottobre, il
Giorno della Vittoria Antifascista dei Popoli –9 maggio 1945-, la
battaglia di Stalingrado, ecc.) non solo come risposta allo sforzo di
riscrivere la storia da parte degli imperialisti, ma anche come
opportunità di mostrare aspetti attuali della lotta della classe
operaia e dei popoli.
Continuerà e si rafforzerà la solidarietà con i partiti comunisti che
operano in condizioni di illegalità, verranno appoggiati i comunisti e
gli altri combattenti perseguitati per le loro attività, i paesi e i
popoli che resistono all’aggressione dell’imperialismo e i paesi dove i
partiti comunisti sono al potere e cercano di affrontare, nelle attuali
condizioni avverse, la sovversione imperialista e di difendere le
conquiste dei loro popoli.
3. Sul Partito della Sinistra Europea
La creazione del Partito della Sinistra Europea (PSE), con la
partecipazione di certi partiti comunisti, esprime la tendenza a
sottomettersi al negativo rapporto di forza. Indipendentemente dalle
opzioni e dalle dichiarazioni soggettive, obiettivamente costituisce
l’accettazione fatalista della legalità borghese. Il PSE nega la teoria
del socialismo scientifico, le tradizioni comuniste e l’esperienza
delle rivoluzioni socialiste del XX secolo. Opta per la via pericolosa
senza uscita della perdita delle caratteristiche comuniste e
dell’integrazione nelle strutture dell’Unione Europea. In tal modo,
ostacola gli sforzi per il coordinamento e la collaborazione, su un
piano di parità, dei partiti comunisti, operai e di sinistra nello
scontro con il centro imperialista europeo e il sistema capitalista in
generale.
4. Il movimento antimperialista, il movimento per la pace, i movimenti
contro la guerra e gli altri movimenti popolari
In questo periodo un fenomeno importante è rappresentato
dall’apparizione e dallo sviluppo di movimenti, focolai di resistenza
dei popoli, forze radicali che tendono a toccare, con istanze e
obiettivi di lotta, tutto lo spettro della politica imperialista. Al
centro di tali movimenti si trovano i problemi della disoccupazione e
della povertà, le guerre e gli interventi militari, i profitti del
capitale, la militarizzazione, la repressione e la violenza dello
stato, la difesa e lo sviluppo delle libertà democratiche e dei diritti
politici. Sono diretti contro la distruzione dell’ambiente e il
saccheggio delle materie prime da parte dei monopolisti, contro il
razzismo e le persecuzioni di coloro che lottano contro il nuovo ordine.
In certi casi e regioni le lotte operaie assumono dimensioni maggiori.
Si sviluppano lotte contro le privatizzazioni, sui problemi
dell’educazione e della politica sociale. Le lotte per i problemi
sociali tendono ad espandersi in tutti continenti, a durare. Si
utilizzano varie forme di lotta. Le lotte contro la guerra sono state
più massicce e meglio coordinate a livello internazionale, ma non hanno
acquisito caratteristiche di permanenza, di continuità.
Questo sviluppo dimostra che l’aggressività imperialista non è riuscita
a congelare e a sottomettere i distinti movimenti e le lotte dei popoli
contro l’occupazione e l’intervento imperialisti.
Negli ultimi anni si sta manifestando una messa in discussione più
chiara della politica dell’Unione Europea, della NATO e delle altre
unioni imperialiste, emergono parole d’ordine contro i “pensieri unici”
e istanze per un cambiamento sociale più generale. Simili tendenze
vengono alla luce anche in Europa, nei referendum e nelle ultime
elezioni per il Parlamento Europeo.
Lo sviluppo dei movimenti riflette in larga misura un risveglio, che
non si è ancora manifestato nella sua pienezza. Senza dubbio, è molto
lontano dall’esprimere fino in fondo un’alternativa politica in
condizioni di conflitto e rottura con i monopoli e l’imperialismo, a
livello nazionale e internazionale.
Sulle organizzazioni internazionali dei movimenti di massa
Le organizzazioni internazionali più combattive e antimperialiste non
hanno ancora superato gli ostacoli incontrati nel tentativo di creare
infrastrutture serie a livello mondiale, di sviluppare solidi e forti
vincoli di comunicazione con forze che si ricostituiscono e si
rafforzano in molti paesi.
Molte organizzazioni e movimenti hanno ancora difficoltà, poiché non
dispongono di fondi e mezzi per sviluppare azioni internazionali, per
condividere responsabilità nella costruzione di alleanze per lottare in
modo conseguente contro l’imperialismo. A livello nazionale e regionale
hanno contraddizioni interne e differenze a causa della lotta tra le
forze del consenso e quelle dell’emancipazione.
In maggiore o minor misura, organizzazioni internazionali hanno fatto
passi in avanti verso la lotta sul piano internazionale e il
coordinamento della loro azione.
Il Foro Sociale
Nel Foro Sociale Mondiale e nelle sue strutture regionali predominano
forze della socialdemocrazia. Partecipano, inoltre, rappresentanti di
gruppi di impresa, forze del consenso e del compromesso che dichiarano
apertamente la loro inimicizia verso il movimento comunista e operaio e
verso le organizzazioni sociali di classe che vorrebbero sostituire con
organizzazioni non governative (ONG) oppure con organizzazioni della
cosiddetta società civile. Partecipano al Foro e lo appoggiano gruppi
anarchici e trotzkisti, come pure forze governative e apparati dei
paesi imperialisti.
Con le sue azioni il Foro Sociale Mondiale cerca di ingabbiare e
assorbire forze che manifestano le tendenze combattive della classe
operaia e degli altri strati popolari.
In Europa, dove le contraddizioni interimperialiste si acutizzano nel
momento in cui gli Stati Uniti pretendono sempre di più, quasi tutto,
nella spartizione del bottino, alcune forze socialdemocratiche hanno
assunto iniziative, con l’obiettivo di strumentalizzare e manipolare
questi movimenti a vantaggio fondamentalmente di una linea di appoggio
all’imperialismo franco-tedesco. Si rende necessaria l’intensificazione
del confronto politico-ideologico per contrastare il disorientamento
dei movimenti e l’integrazione di forze politiche in una lotta contro
l’amministrazione neoliberale senza un orientamento antimperialista,
antimonopolista. Queste forze aspirano a integrare i movimenti in una
lotta unilaterale contro gli Stati Uniti e a favore di altre potenze
imperialiste che chiedono, nella spartizione dei mercati, una parte
maggiore o almeno pari a quella degli Stati Uniti.
Ciò che il Foro presenta come necessario per i popoli non entra in
contraddizione con quanto è necessario e conveniente per il sistema
capitalista e deve essere respinto affinché la lotta contro
l’imperialismo acquisti un carattere di massa e una prospettiva in
direzione del socialismo.
Traduzione della versione in lingua spagnola della risoluzione
a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Data: Gio 3 Mar 2005 18:15:26 Europe/Rome
Oggetto: sulla situazione nel movimento comunista internazionale
17° CONGRESSO DEL PARTITO COMUNISTA DI GRECIA
Atene, 9-12 febbraio 2005
http://www.kke.gr , mailto:cpg@...
in http://www.solidnet.org
28 febbraio 2005
Risoluzione sulla situazione nel movimento comunista internazionale
Il dibattito precongressuale ha evidenziato la necessità di
intensificare gli sforzi per il coordinamento, l’elaborazione di
obiettivi comuni di lotta e l’azione comune nel movimento comunista e
operaio per affrontare l’aggressività imperialista. Ha evidenziato la
necessità del socialismo come unica alternativa al sistema imperialista
attuale. La necessità che, con proprie specifiche caratteristiche, si
distingua l’opinione comunista, un polo comunista, per
affrontare meglio i problemi e le difficoltà di questa lotta; così come
la necessità di un intervento coordinato a livello internazionale
nell’ambito della lotta antimperialista, antimonopolista a cui
partecipano forze diverse.
Il Congresso dà incarico al nuovo Comitato Centrale di precisare
l’attività internazionale del Partito nelle seguenti linee generali:
1. La necessità di una presenza che distingua il movimento comunista e
dell’attività comune dei partiti comunisti e operai
Il nostro partito ritiene che negli ultimi tempi si siano fatti alcuni
passi nella direzione di un recupero dell’attività comune nel movimento
comunista internazionale. Un numero sufficiente di partiti comunisti e
operai si sono preparati più adeguatamente per affrontare
l’aggressività imperialista e hanno operato contro le guerre
imperialiste in Afghanistan e, soprattutto, contro quella scatenata
contro il popolo dell’Iraq. Alcuni di questi partiti hanno avuto un
ruolo protagonista nelle lotte della classe operaia e nelle
mobilitazioni dei lavoratori per i loro diritti. Inoltre, in questo
periodo ci si è maggiormente sforzati di coordinare l’attività dei PC
rispetto agli anni passati. Si sono moltiplicati gli incontri regionali
e internazionali.
Nonostante i passi compiuti, il movimento comunista internazionale
rimane ideologicamente frammentato, è ancora in crisi. Nelle sue file
continua la lotta tra i punti di vista rivoluzionari, comunisti e
quelli riformisti, opportunisti; tra la linea della
“resistenza-rottura” e la linea dell’ “adattamento-integrazione” al
sistema dell’imperialismo.
Al centro di questa lotta stanno: l’atteggiamento verso il socialismo
che abbiamo conosciuto e le cause delle sconfitte; l’attualità del
marxismo-leninismo; lo sviluppo della teoria nell’epoca della
transizione al socialismo e nelle condizioni della vittoria temporanea
della controrivoluzione; il carattere del partito comunista; il
carattere dell’imperialismo; la relazione tra le lotte a livello
nazionale e internazionale; la politica delle alleanze, l’atteggiamento
nei confronti della socialdemocrazia; l’atteggiamento dei comunisti nei
movimenti di massa; l’atteggiamento nei confronti della crisi
capitalista e delle contraddizioni interimperialiste e delle guerre
imperialiste; la politica verso le unioni imperialiste, interstatali,
regionali e internazionali; il ruolo storico della classe operaia; le
leggi della rivoluzione e della costruzione socialista;
l’internazionalismo proletario.
Di fronte a questa situazione, il PCG ritiene che occorra intensificare
gli sforzi tra i partiti comunisti perché si ricerchino i modi adeguati
ad affrontare la situazione di crisi, in maniera collettiva e nel
rispetto dell’indipendenza di ogni Partito.
Il nostro Partito intensificherà i suoi interventi a livello
internazionale, nello sforzo diretto ad ottenere una più distinguibile
forma di collaborazione con partiti comunisti ed operai, per il polo
comunista. Questa presenza che deve distinguere i partiti creerà
condizioni migliori per affrontare le difficoltà esistenti. Faciliterà,
inoltre, il raggruppamento antimperialista più in generale.
L’iniziativa per la creazione di questo polo può partire dai partiti
comunisti, i cui punti di vista ideologici e politici siano vicini, che
difendono il marxismo-leninismo e il contributo del socialismo che
abbiamo conosciuto e l’elaborazione di una strategia comune di fronte
all’imperialismo.
La collaborazione ad un livello superiore può realizzarsi su argomenti
che abbiano a che vedere con lo sviluppo della teoria, su temi che sono
al centro dell’attuale dibattito, attraverso lo studio a livello
internazionale delle cause della vittoria della controrivoluzione e
l’elaborazione di una strategia comune nei confronti dell’imperialismo.
Aspiriamo a che le forme della collaborazione abbiano un carattere
pratico, con risultati visibili.
Il polo comunista non può in alcun modo abolire l’indipendenza di ogni
partito e la sua responsabilità nei confronti della classe operaia e
del movimento del proprio paese. Avrà la forma di coordinamento
dell’attività comune, si costituirà in condizioni di parità.
Con i partiti comunisti e operai con cui abbiamo differenze ideologiche
dobbiamo continuare gli sforzi finalizzati ad azioni comuni intorno ad
obiettivi antimperialisti e antimonopolisti, respingendo posizioni
ideologiche e politiche erronee.
Il PCG vuole avere relazioni di collaborazione con tutti i partiti,
senza esclusioni.
Una presenza che distingua il movimento comunista, fattore decisivo
dello sviluppo dei movimenti.
L’attività comune dei comunisti deve trovare la sua espressione nelle
file dei movimenti di massa, nelle mobilitazioni internazionali.
La costituzione del polo comunista con caratteristiche proprie,
l’attività comune e la collaborazione dei partiti comunisti darà
impulso allo sforzo per costruire un movimento internazionale sempre
più forte, basato sul movimento della classe operaia, sui movimenti con
cui manifestano gli altri strati popolari, sui movimenti contro la
guerra, per la pace, sui movimenti della gioventù, delle donne, su ogni
forma di unità che abbia un orientamento radicale.
L’internazionalizzazione della lotta contro l’imperialismo non può
acquisire un carattere di massa e soprattutto saldo se non poggia su un
forte movimento comunista capace di distinguersi, su un polo comunista,
che possa trasformarsi nella leva con cui i popoli riescano ad influire
positivamente sugli avvenimenti internazionali. Ciò rappresenterà anche
un forte fondamento per un’alleanza antimperialista più ampia.
La risposta dei popoli alla strategia imperialista, all’attuale
barbarie, assume molteplici e distinte forme. Senza dubbio, sarebbe più
efficace se queste lotte riuscissero ad ottenere il risultato:
- Di unificare le loro forze nella lotta contro i monopoli e
l’imperialismo a livello nazionale, regionale e internazionale.
- Di lottare in modo decisivo contro le forze del capitale, su tutti i
fronti della loro azione e del loro intervento: nell’economia, nei
diritti sociali, nella cultura, contro gli interventi militari,
economici e politici.
Il movimento della classe operaia e i suoi alleati cercheranno di
interpretare istanze politiche e condizioni di lotta definite dalla
posizione storica dell’imperialismo, come fase superiore del
capitalismo, che corrispondano alle necessità attuali dei lavoratori e
che dimostrino la necessità storica della transizione al socialismo.
La politica imperialista è diretta contro il diritto di ogni popolo a
decidere da solo, senza interventi esterni, in merito al sistema
sociale e politico di un paese.
Lo sviluppo del movimento antimperialista, antimonopolista passa
principalmente per la capacità di misurarsi con i seri problemi che
caratterizzano il movimento comunista internazionale.
Per il tempo trascorso senza che il movimento comunista abbia
affrontato la propria crisi, una serie di altre forze che subiscono
l’influenza diretta della socialdemocrazia, cerca di dirigere questo
movimento verso la collaborazione di classe e verso un capitalismo dal
presunto volto umano.
2. Le forme attuali di collaborazione
Le forme di collaborazione che si sono sviluppate tra i partiti
comunisti e operai, quali gli incontri internazionali, gli incontri
regionali e multilaterali, possono e devono continuare. Devono
ampliarsi attraverso il dibattito e lo scambio di opinioni su temi
teorici e alternarsi con incontri da indirizzarsi su un piano concreto
di azione su temi comuni.
In tal senso, deve essere rimarcata in special modo l’importanza degli
anniversari e degli eventi storici della lotta dei comunisti, della
classe operaia e più in generale delle lotte dei popoli per la loro
liberazione politica, economica e sociale (ad esempio, la Comune di
Parigi, il Primo Maggio, la Rivoluzione Socialista di Ottobre, il
Giorno della Vittoria Antifascista dei Popoli –9 maggio 1945-, la
battaglia di Stalingrado, ecc.) non solo come risposta allo sforzo di
riscrivere la storia da parte degli imperialisti, ma anche come
opportunità di mostrare aspetti attuali della lotta della classe
operaia e dei popoli.
Continuerà e si rafforzerà la solidarietà con i partiti comunisti che
operano in condizioni di illegalità, verranno appoggiati i comunisti e
gli altri combattenti perseguitati per le loro attività, i paesi e i
popoli che resistono all’aggressione dell’imperialismo e i paesi dove i
partiti comunisti sono al potere e cercano di affrontare, nelle attuali
condizioni avverse, la sovversione imperialista e di difendere le
conquiste dei loro popoli.
3. Sul Partito della Sinistra Europea
La creazione del Partito della Sinistra Europea (PSE), con la
partecipazione di certi partiti comunisti, esprime la tendenza a
sottomettersi al negativo rapporto di forza. Indipendentemente dalle
opzioni e dalle dichiarazioni soggettive, obiettivamente costituisce
l’accettazione fatalista della legalità borghese. Il PSE nega la teoria
del socialismo scientifico, le tradizioni comuniste e l’esperienza
delle rivoluzioni socialiste del XX secolo. Opta per la via pericolosa
senza uscita della perdita delle caratteristiche comuniste e
dell’integrazione nelle strutture dell’Unione Europea. In tal modo,
ostacola gli sforzi per il coordinamento e la collaborazione, su un
piano di parità, dei partiti comunisti, operai e di sinistra nello
scontro con il centro imperialista europeo e il sistema capitalista in
generale.
4. Il movimento antimperialista, il movimento per la pace, i movimenti
contro la guerra e gli altri movimenti popolari
In questo periodo un fenomeno importante è rappresentato
dall’apparizione e dallo sviluppo di movimenti, focolai di resistenza
dei popoli, forze radicali che tendono a toccare, con istanze e
obiettivi di lotta, tutto lo spettro della politica imperialista. Al
centro di tali movimenti si trovano i problemi della disoccupazione e
della povertà, le guerre e gli interventi militari, i profitti del
capitale, la militarizzazione, la repressione e la violenza dello
stato, la difesa e lo sviluppo delle libertà democratiche e dei diritti
politici. Sono diretti contro la distruzione dell’ambiente e il
saccheggio delle materie prime da parte dei monopolisti, contro il
razzismo e le persecuzioni di coloro che lottano contro il nuovo ordine.
In certi casi e regioni le lotte operaie assumono dimensioni maggiori.
Si sviluppano lotte contro le privatizzazioni, sui problemi
dell’educazione e della politica sociale. Le lotte per i problemi
sociali tendono ad espandersi in tutti continenti, a durare. Si
utilizzano varie forme di lotta. Le lotte contro la guerra sono state
più massicce e meglio coordinate a livello internazionale, ma non hanno
acquisito caratteristiche di permanenza, di continuità.
Questo sviluppo dimostra che l’aggressività imperialista non è riuscita
a congelare e a sottomettere i distinti movimenti e le lotte dei popoli
contro l’occupazione e l’intervento imperialisti.
Negli ultimi anni si sta manifestando una messa in discussione più
chiara della politica dell’Unione Europea, della NATO e delle altre
unioni imperialiste, emergono parole d’ordine contro i “pensieri unici”
e istanze per un cambiamento sociale più generale. Simili tendenze
vengono alla luce anche in Europa, nei referendum e nelle ultime
elezioni per il Parlamento Europeo.
Lo sviluppo dei movimenti riflette in larga misura un risveglio, che
non si è ancora manifestato nella sua pienezza. Senza dubbio, è molto
lontano dall’esprimere fino in fondo un’alternativa politica in
condizioni di conflitto e rottura con i monopoli e l’imperialismo, a
livello nazionale e internazionale.
Sulle organizzazioni internazionali dei movimenti di massa
Le organizzazioni internazionali più combattive e antimperialiste non
hanno ancora superato gli ostacoli incontrati nel tentativo di creare
infrastrutture serie a livello mondiale, di sviluppare solidi e forti
vincoli di comunicazione con forze che si ricostituiscono e si
rafforzano in molti paesi.
Molte organizzazioni e movimenti hanno ancora difficoltà, poiché non
dispongono di fondi e mezzi per sviluppare azioni internazionali, per
condividere responsabilità nella costruzione di alleanze per lottare in
modo conseguente contro l’imperialismo. A livello nazionale e regionale
hanno contraddizioni interne e differenze a causa della lotta tra le
forze del consenso e quelle dell’emancipazione.
In maggiore o minor misura, organizzazioni internazionali hanno fatto
passi in avanti verso la lotta sul piano internazionale e il
coordinamento della loro azione.
Il Foro Sociale
Nel Foro Sociale Mondiale e nelle sue strutture regionali predominano
forze della socialdemocrazia. Partecipano, inoltre, rappresentanti di
gruppi di impresa, forze del consenso e del compromesso che dichiarano
apertamente la loro inimicizia verso il movimento comunista e operaio e
verso le organizzazioni sociali di classe che vorrebbero sostituire con
organizzazioni non governative (ONG) oppure con organizzazioni della
cosiddetta società civile. Partecipano al Foro e lo appoggiano gruppi
anarchici e trotzkisti, come pure forze governative e apparati dei
paesi imperialisti.
Con le sue azioni il Foro Sociale Mondiale cerca di ingabbiare e
assorbire forze che manifestano le tendenze combattive della classe
operaia e degli altri strati popolari.
In Europa, dove le contraddizioni interimperialiste si acutizzano nel
momento in cui gli Stati Uniti pretendono sempre di più, quasi tutto,
nella spartizione del bottino, alcune forze socialdemocratiche hanno
assunto iniziative, con l’obiettivo di strumentalizzare e manipolare
questi movimenti a vantaggio fondamentalmente di una linea di appoggio
all’imperialismo franco-tedesco. Si rende necessaria l’intensificazione
del confronto politico-ideologico per contrastare il disorientamento
dei movimenti e l’integrazione di forze politiche in una lotta contro
l’amministrazione neoliberale senza un orientamento antimperialista,
antimonopolista. Queste forze aspirano a integrare i movimenti in una
lotta unilaterale contro gli Stati Uniti e a favore di altre potenze
imperialiste che chiedono, nella spartizione dei mercati, una parte
maggiore o almeno pari a quella degli Stati Uniti.
Ciò che il Foro presenta come necessario per i popoli non entra in
contraddizione con quanto è necessario e conveniente per il sistema
capitalista e deve essere respinto affinché la lotta contro
l’imperialismo acquisti un carattere di massa e una prospettiva in
direzione del socialismo.
Traduzione della versione in lingua spagnola della risoluzione
a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare