Assemblea nazionale del movimento contro la guerra

per il 15 maggio a Roma

(ore 9,30 via Marsala, lato stazione Termini)


Per il ritiro immediato delle truppe dall'Iraq, per la chiusura delle
basi militari

Riflessioni, progetti, proposte per i prossimi mesi


La manifestazione contro la guerra del 19 marzo a Roma ha confermato
la grande disponibilità del movimento no-war italiano a dare
continuità alla mobilitazione contro la guerra, a fare il possibile
per raggiungere in tempi rapidi l'obiettivo del ritiro incondizionato
delle truppe dall'Iraq, ad intensificare e coordinare una grande
campagna nazionale per la chiusura di tutte le basi militari Usa e
Nato nel nostro paese.

In questo quadro, riteniamo utile e necessario - e lo proponiamo a
tutti i soggetti – che le forze che hanno tenuto la piazza e
determinato l'agenda di questi anni del movimento contro la guerra, si
confrontino e avanzino progetti e proposte per i prossimi mesi. Oggi
più che mai è l'indipendenza dei movimenti dal quadro politico a
renderne vitale e positiva la funzione.

Nonostante i tentativi e le tentazioni di una gestione "di routine" la
guerra continua e non può essere liquidata come un fatto di ordinaria
amministrazione. Con la conclusione della vicenda Calipari-Sgrena, il
governo della guerra si trova in una difficoltà ancora più seria di
quanto lo fosse in precedenza, tanto che – dopo un assordante silenzio
e documenti politicamente innocui - anche tra le fila della
maggioranza dell'opposizione di centrosinistra emergono timidi segnali
di richiesta del ritiro delle truppe dall'Iraq.

Ma mentre il movimento - in sintonia con la maggioranza del paese - ha
portato fin sotto Palazzo Chigi la richiesta del ritiro immediato dei
militari dall'Iraq, "l'Unione" continua a parlare e ragionare in
termini di "exit strategy" dall'Iraq ed a sostenere la sostituzione
delle truppe occupanti della coalizione con quelle dell'ONU.

Ci pare anche che con sempre maggior chiarezza, il movimento nel suo
complesso ritenga la resistenza politica, militare, sociale, sindacale
contro l'occupazione l'elemento costituente dell'autodeterminazione
del popolo iracheno.

Sulla guerra e sulle sue conseguenze sul piano sociale, democratico,
economico, emerge con forza una enorme divaricazione tra le cose che
andrebbero fatte, gli obiettivi dei movimenti sociali e la volontà
delle forze politiche oggi all'opposizione (e domani forse al governo)
di darne espressione adeguata. Per questo l'indipendenza del movimento
no-war (come di tutti i movimenti) è quanto mai cruciale nella nuova
fase di massiccio ritorno in campo e di forte "pervasività" della
politica istituzionale.

Ritenendo essenziale ribadire la volontà popolare che richiede
l'immediato ritiro del contingente italiano e di tutte le truppe
occupanti dall'Irak, a questo obiettivo vanno improntate le
mobilitazioni nei mesi a venire , agendo per l'indebolimento del
sistema di guerra attraverso una forte e incessante campagna per lo
smantellamento delle basi militari e dell'industria bellica che
sostengono le guerre d'aggressione.

Per dare continuità al movimento, rispettare, per quel che riguarda le
forze che l'hanno condivisa e sostenuta, l'aspettativa emersa con la
manifestazione del 19 marzo e delineare una piattaforma comune quanto
più condivisa possibile, riteniamo necessaria, e invitiamo tutti a
parteciparvi, la convocazione di una assemblea nazionale di tutto il
movimento no war per domenica 15 maggio a Roma nella quale avanziamo
alcune proposte di mobilitazione per i prossimi mesi.

1) Ritiro immediato e incondizionato delle truppe dall'Iraq e
riduzione delle spese militari. Mantenere sotto pressione i palazzi
del potere e le forze politiche dell'opposizione dando vita ad un
accampamento stabile in una piazza centrale di Roma (orientativamente
per tre-quattro giorni prima del 2 giugno) per poi dare vita, il
prossimo 2 giugno, ad una grande contromanifestazione antimilitarista
a Roma in occasione della parata militare (proponiamo che le forme
vengano discusse dall'assemblea nazionale: al momento tra i firmatari
di questo testo circola l'idea di una "parade" anti-parata che faccia
un percorso circolare, e autorizzato, il più possibile vicino al luogo
della parata militare)

2) Rilanciare, accompagnare, sostenere a livello nazionale e locale, e
quanto più possibile cercare di collegare e unificare la campagna per
la chiusura delle basi militari USA e NATO avviatasi nel nostro paese.

3) Discutere ed elaborare una posizione chiara e di opposizione del
movimento al ruolo dell'ONU come organismo "neutrale"e soggetto della
gestione degli interventi militari nelle aree di crisi.

Invitiamo nuovamente a convocare su queste proposte dei momenti di
discussione locali prima dell'assemblea nazionale per portare dentro
la discussione contributi ed esperienze "in positivo", ampie e
propositive. (a Roma proponiamo di tenere una riunione cittadina ampia
l'11 maggio).

Le reti nazionali che hanno promosso la manifestazione contro la
guerra del 19 marzo 2005