Il paradossale antifascismo della Croazia

1) Considerazioni sulla "Giornata dell'antifascismo" in Croazia (22
giugno)

2) Savo Zlatic: "Poslali su me na Kordun" (Mi hanno mandato nel Kordun)

(testi a cura di Andrea, Jasna e Tamara per il CNJ)


### Sulla Guerra Popolare di Liberazione in Croazia vedi anche:

"Bijela Smrt" - La marcia eroica dei 680 di Matic Poljana
di Vitomir Grbac

https://www.cnj.it/PARTIGIANI/vgrbac.htm ###


=== 1 ===

Considerazioni sulla "Giornata dell'antifascismo" in Croazia (22 giugno)

Il giorno 22 giugno u.s. in Croazia si e' celebrata, con numerose
piccole cerimonie presso monumenti e luoghi-simbolo, la Giornata
dell'Antifascismo. Questa data è l'anniversario della formazione, nel
1941, di alcune strutture combattenti partigiane territoriali in
Banija, presso il Kordun, un episodio che non ebbe mai l'importanza
che le viene assegnata adesso.
Scopo della introduzione di questa ricorrenza nella attuale Croazia
"indipendente" è dimostrare a tutti i costi che la Croazia si sarebbe
ribellata al nazifascismo prima ancora della Serbia, ed
indipendentemente da essa. Ricordiamo infatti che nella Jugoslavia
unita la ricorrenza della Resistenza era il 7 luglio (inizio della
ribellione in Serbia), mentre per la Croazia la data che si celebrava
era il 30 luglio.

Il recente "antifascismo" dello Stato croato si basa su dunque alcuni
"errori" storici, che hanno ciascuno una spiegazione in termini di
opportunità e compatibilità politiche:

1) far passare il grande contributo dei partigiani croati alla lotta
di Liberazione nazionale jugoslava come lotta per la Liberazione della
nazione croata dal giogo nazifascista - isolandola dunque dal contesto
jugoslavo, che va rimosso ed umiliato a tutti i costi;

2) nascondere il fatto che la maggioranza degli antifascisti croati
(per lo meno quelli che ad un certo punto presero le armi) fossero
comunisti, e che il contributo militare ed organizzativo del Partito
Comunista fu centrale nella lotta (le altre componenti del movimento
essendo di fatto irrilevanti);

3) cancellare il contributo dei Serbi di Croazia.

Si specula dunque e si falsifica tutta la storia, si cambia la data
dell'inizio della lotta antifascista nella Croazia per distorcere ed
omettere la verità.

E' degno di nota anche il fatto che il presidente della Repubblica
Stipe Mesic -- gia' braccio destro di Tudjman, co-fondatore dell'HDZ,
e che come ultimo presidente federale e zelante esecutore dei diktat
tedeschi nel 1991 fu tra i maggiori responsabili dello squartamento
della Jugoslavia (del quale ha fatto persino vanto in un libro
intitolato "Come abbiamo distrutto la Jugoslavia", sic) -- questo
stesso Stipe Mesic si esprime oggi, opportunisticamente, con toni
apparentemente improntati al più fermo antifascismo (vedi sotto),
scavalcando in questo senso, benche' con pura finalita' retorica e
demagogica, tutti gli altri leader politici attuali delle repubbliche
jugoslave ex-federate!
Paradossalmente, quindi, la Croazia "indipendente", forgiata nella
guerra di secessione razzista antijugoslava sotto la guida dei
cadaveri ustascia, ed attualmente guidata da uno dei peggiori
responsabili di quello squartamento, si esprime oggi a livello
ufficiale in senso antifascista addirittura piu' esplicitamente di
quanto non facciano tutti gli altri governi e leader dei dintorni. Ma
in realtà la coscienza antifascista della Croazia è una falsa
coscienza, perchè non può esistere alcun serio antifascismo dove Unità
e Fratellanza sono state calpestate e vilipese.


CROAZIA: PRESIDENTE MESIC CONDANNA NOSTALGIA FASCISTA

(ANSA) - ZAGABRIA, 20 GIU - Il presidente croato Stipe Mesic ha
condannato oggi ogni sentimento di nostalgia per il regime
filofascista croato, esistito durante la Seconda guerra mondiale,
elogiando nel contempo i valori dell'antifascismo e della lotta
partigiana capeggiata dal maresciallo Josip Broz Tito. ''E' ormai alle
nostre spalle il periodo in cui, nuocendo agli interessi della
Croazia, si flirtava con il fascismo diminuendo i valori
dell'antifascismo'', ha dichiarato Mesic in un messaggio alla nazione
in occasione della Giornata della lotta antifascista che, in memoria
della prima brigata partigiana, viene celebrata il 22 giugno.
Alludendo al regime nazionalista del suo predecessore Franjo Tudjman,
che durante gli anni Novanta aveva sottoposto al revisionismo storico
ogni valore collegato alla Federazione jugoslava e al suo leader Tito,
Mesic ha detto che ''in quel periodo siamo stati testimoni, e lo siamo
periodicamente tuttora, di un ignobile revisione delle verita'
storiche sulla Seconda guerra mondiale''. ''L'antifascismo e' un
valore universale e un valore umano e noi vogliamo riaffermare il
nostro amore per la liberta' e il nostro orientamento antifascista'',
ha affermato Mesic ribadendo che la Croazia e' fondata su queste idee,
impiantate nella sua Costituzione. Durante la Seconda guerra mondiale
sul suolo croato si e' combattuta anche una guerra civile tra il
regime filonazista degli ustascia di Ante Pavelic e i partigiani
guidati dai comunisti di Tito. Dopo la dissoluzione della Jugoslavia
il nuovo regime nazionalista di Tudjman ha in parte tentato di
riabilitare gli ustascia vedendo in loro l'espressione
dell'aspirazione verso l'indipendenza del popolo croato, minimizzando
i loro crimini e mettendo in primo piano i peccati del
comunismo.(ANSA). COR
20/06/2005 16:55


=== 2 ===

Savo Zlatic: "Poslali su me na Kordun"

Alla fine di giugno si è tenuta a Zagabria la presentazione del libro
del dottor Savo Zlatic: "Poslali su me na Kordun" (Mi hanno mandato
nel Kordun). Il Kordun è un noto massiccio montuoso, che prende il
nome dal francese "cordon" dal tempo delle guerre napoleoniche, e fu
immortalato anche nella canzone tradizionale "Na Kordunu"; esso è
carico di memoria delle lotte partigiane. Si tratta del grande
territorio liberato intorno a Topusko e Petrova Gora, teatro di
scontri bellici e sede di un ospedale partigiano nascosto sottoterra,
che si vide letteralmente "passare sopra" l'offensiva ustascia in due
riprese senza essere scoperto mai!

Il Dottor Savo Zlatic è il medico, comunista e partigiano, che fondò
ed organizzo' quell'ospedale e che lo condusse dall'agosto del 1941
fino circa all'inverno del 1943, quando divenne un importante
organizzatore politico della lotta dei partigiani in Croazia e si vide
assegnati altri compiti. Per passare al nuovo incarico nel 1943 aveva
lasciato l'ospedale nella mano della dottoressa Schlessinger. I
Schlessinger erano marito e moglie medici che tutti e due persero la
vita nella guerra partigiana. Lei, curando ed aiutando i
partigiani colpiti, fu ferita e morì nello stesso ospedale a Petrova
Gora, mentre il marito fu preso dal nemico durante la quinta offensiva
(Sutjeska) ed impiccato.

Da Zagabria Jasna Tkalec ci scrive:

<< Mio padre fu anche partigiano a Petrova Gora, e ne ho sentite tante
su quei posti - ad esempio la storia della loro cuoca partigiana (baba
Mara) che ebbe la gola tagliata dal coltello ustascia in un eccidio
collettivo, ma riuscì ad uscire da un cumulo di morti ed a salvarsi...

Oggi Savo Zlatic e' quasi novantenne, in salute discreta, anche se ne
ha passate tante nella vita. Appena finita la guerra (1945-1948) fu
ministro della sanità della Croazia, poi dopo il 1948 (al tempo della
drammatica rottura tra Tito e Stalin) fini sull'Isola Calva.

Il libro appena uscito è il suo diario di guerra e contiene alcuni
suoi commenti.

Molto belle le presentazioni del libro fatte dall'ex generale della
JNA in pensione Rade Bulat, che fu combattente partigiano nonche'
comandante dei partigiani del Kordun, e da Gjuka Hrzenjak, militante
partigiano e dirigente del Fronte Popolare. Ambedue hanno detto parole
coraggiose ed oneste sulla Croazia di oggi, politicamente e
storicamente. >>