Data: Lun 6 Nov 2006 10:48 am
Da: "fontanof"
Oggetto: In ricordo dei partigiani italiani, sloveni e croati.....
"...Nella notte fra il 24 e 25 novembre del 1944, il battaglione
muggesano "Alma Vivoda" venne a trovarsi al centro di un
rastrellamento tedesco che ha come obiettivo proprio la sua
liquidazione. Le colonne nemiche stringono in un cerchio di fuoco le
compagnie partigiane ed eccetto la terza compagnia il battaglione è
distrutto. Comincia così il calvario dei prigionieri, fra i quali vi
sono Libero Stradi e Mario Sinico, duramente percossi e seviziati
sono costretti a camminare scalzi fino a Capodistria, in testa al
corteo cammina lo studente Nevio Lonza, vicecommissario di
compagnia. Arrivati nella piazza principale di Capodistria i
partigiani sono esposti al ludibrio dei fascisti e dei loro
collaboratori dove subiscono altre sevizie..."
Dopo dieci anni di assenza delle Giunte Comunali precedenti (di
destra) finalmente il Sindaco di Muggia, Nerio Nesladek, ha voluto
ristabilire la tradizione, essere cioè presente, e l'ha fatto con
grande sensibilità e cognizione di causa.
Devo dire che il discorso è stato interrotto molte volte da applausi
sentiti e commossi da parte dei numerosissimi presenti.
fabio
Ps Per chi non conosce queste zone dirò che Kucibreg si trova
nell'Istria croata, ad una decina di Km da Capodistria.
Kucibreg, 5 novembre 2006
Sono onorato, molto onorato, di essere qui oggi, come Sindaco, per
rappresentare tutta la mia città, Muggia, in questo importante
incontro.
Per ben dieci anni, pur essendo stata sempre invitate, le due
precedenti amministrazioni di destra della mia città, con un'unica
eccezione, hanno regolarmente ignorato questa manifestazione.
Così facendo, non solo è stato spezzato un solido legame tra la mia
gente e questi luoghi, ma è stata anche offesa la memoria dei nostri
concittadini caduti.
Sono stati calpestati i sentimenti di chi è sopravvissuto e di tutti
coloro che non hanno dimenticato in tutti questi anni.
Sono stati ignorati, infine, i valori su cui poggia la nostra stessa
Repubblica.
In verità, anche se sono mancati i rappresentanti ufficiali, la
città di Muggia invece è sempre stata presente: con la sua
Associazione dei partigiani, con i suoi partiti democratici ed
antifascisti, con i molti consiglieri comunali e con i tanti,
tantissimi cittadini qui presenti ogni anno.
Oggi commemoriamo un importantissimo fatto d'armi della lotta di
liberazione dalla tirannia nazifascista: qui, 62 anni fa, sono
caduti tanti partigiani croati, sloveni ed italiani.
Essi sono morti semplicemente per darci la libertà di cui oggi noi
tutti godiamo.
La città di Muggia ha versato un pesante contributo di sangue in
questa battaglia cui ha partecipato con il suo battaglione
partigiano, che portava il nome di Alma Vivoda, la prima partigiana
italiana caduta per gli ideali antifascisti, ancora nel 1943.
In questo luogo invece caddero sul campo 7 partigiani muggesani e
ben 22 morirono successivamente nei campi di concentramento nazisti.
Grande, quindi, è il significato di questo monumento attorno al
quale, di anno in anno, ci ritroviamo per commemorare coloro che qui
sono caduti.
Rendiamo così un doveroso omaggio alla loro memoria, ma sopratttutto
ricordiamo, specialmente alle giovani generazioni, il grande valore
della battaglia di Kucibreg: qui hanno combattuto e sono caduti
tanti giovani di lingua, cultura e tradizioni diverse, uniti però da
un comune, grande ideale: quello della libertà, della pace e
dell'amicizia tra i popoli.
Questi combattenti infatti rappresentavano tutte le etnie che, da
secoli, su queste terre, in questa nostra Istria, hanno
pacificamente convissuto.
Pacificamente convissuto anche quando la durissima politica di
snazionalizzazione messa in atto dal fascismo ha cercato di mettere
questi popoli l'un contro l'altro, togliendo ai croati e agli
sloveni ogni diritto alla propria lingua e alla propria cultura.
Ecco, Kucibreg, la battaglia, l'eroismo, il sacrificio: queste sono
state forti ed inequivocabili risposte a quella politica.
Qui tre popoli, hanno avuto l'orgoglio, assieme, di levare la
testa e prendere le armi contro il sopruso e la sopraffazione. Qui
assieme hanno combattuto contro un nemico che, in quei giorni, era
ancora convinto di essere invincibile.
Molto si va parlando in questi tempi di pacificazione, della
necessità che i capi delle tre repubbliche di Croazia, Slovenia ed
Italia si incontrino e assieme rendano omaggio ai luoghi della
memoria.
Ebbene, i popoli di queste terre, per questa pacificazione, forse
non hanno bisogno di aspettare questi incontri, spesso solo formali:
la pacificazione l'hanno compiuta già allora, combattendo assieme
per la libertà, la democrazia e il progresso sociale.
E non solo qui, in questo o in altri luoghi dell'Istria: essi
avevano già cominciato molti anni prima, assieme in terra di Spagna,
per difendere quella Repubblica dall'attacco fascista.
Non mi stancherò di ripetere che è per me un grande onore, io che
faccio parte della generazione che è venuta dopo, rappresentare in
questo luogo la mia città.
Muggia decorata al valor Militare per attività partigiana, Muggia
che vanta due medaglie d'oro per il contributo di lotta dato dai
suoi partigiani e da grandi dirigenti politici del calibro di Natale
Colarich e Luigi Frausin.
Muggia che nella lotta di liberazione ha dato duecento caduti.
Muggia che ha visto morire altri cento suoi figli per causa della
guerra, in casa, sui campi di battaglia, sul mare.
Per colpa di una guerra voluta dai fascisti, non certamente dalla
nostra pacifica e operosa popolazione.
Essere qui oggi è un dovere e questa manifestazione in onore di
coloro che hanno dato la loro vita per la nostra libertà non è (e
non può essere) un puro atto di formale ricordo: deve essere invece
una testimonianza dell'impegno che ci assumiamo di non dimenticare e
di portare avanti quelle idee per le quali tanti giovani sono caduti.
Libertà, pace, amicizia, in antitesi alla dittatura, la guerra, la
superiorità della razza: non dobbiamo stancarci di ripeterlo.
Sappiamo che non c'è futuro senza la memoria.
E sappiamo anche che chi non ha memoria del passato è condannato a
ripeterlo. (...)
(Fonte: resistenza_partigiana @yahoogroups.com )
Da: "fontanof"
Oggetto: In ricordo dei partigiani italiani, sloveni e croati.....
"...Nella notte fra il 24 e 25 novembre del 1944, il battaglione
muggesano "Alma Vivoda" venne a trovarsi al centro di un
rastrellamento tedesco che ha come obiettivo proprio la sua
liquidazione. Le colonne nemiche stringono in un cerchio di fuoco le
compagnie partigiane ed eccetto la terza compagnia il battaglione è
distrutto. Comincia così il calvario dei prigionieri, fra i quali vi
sono Libero Stradi e Mario Sinico, duramente percossi e seviziati
sono costretti a camminare scalzi fino a Capodistria, in testa al
corteo cammina lo studente Nevio Lonza, vicecommissario di
compagnia. Arrivati nella piazza principale di Capodistria i
partigiani sono esposti al ludibrio dei fascisti e dei loro
collaboratori dove subiscono altre sevizie..."
Dopo dieci anni di assenza delle Giunte Comunali precedenti (di
destra) finalmente il Sindaco di Muggia, Nerio Nesladek, ha voluto
ristabilire la tradizione, essere cioè presente, e l'ha fatto con
grande sensibilità e cognizione di causa.
Devo dire che il discorso è stato interrotto molte volte da applausi
sentiti e commossi da parte dei numerosissimi presenti.
fabio
Ps Per chi non conosce queste zone dirò che Kucibreg si trova
nell'Istria croata, ad una decina di Km da Capodistria.
Kucibreg, 5 novembre 2006
Sono onorato, molto onorato, di essere qui oggi, come Sindaco, per
rappresentare tutta la mia città, Muggia, in questo importante
incontro.
Per ben dieci anni, pur essendo stata sempre invitate, le due
precedenti amministrazioni di destra della mia città, con un'unica
eccezione, hanno regolarmente ignorato questa manifestazione.
Così facendo, non solo è stato spezzato un solido legame tra la mia
gente e questi luoghi, ma è stata anche offesa la memoria dei nostri
concittadini caduti.
Sono stati calpestati i sentimenti di chi è sopravvissuto e di tutti
coloro che non hanno dimenticato in tutti questi anni.
Sono stati ignorati, infine, i valori su cui poggia la nostra stessa
Repubblica.
In verità, anche se sono mancati i rappresentanti ufficiali, la
città di Muggia invece è sempre stata presente: con la sua
Associazione dei partigiani, con i suoi partiti democratici ed
antifascisti, con i molti consiglieri comunali e con i tanti,
tantissimi cittadini qui presenti ogni anno.
Oggi commemoriamo un importantissimo fatto d'armi della lotta di
liberazione dalla tirannia nazifascista: qui, 62 anni fa, sono
caduti tanti partigiani croati, sloveni ed italiani.
Essi sono morti semplicemente per darci la libertà di cui oggi noi
tutti godiamo.
La città di Muggia ha versato un pesante contributo di sangue in
questa battaglia cui ha partecipato con il suo battaglione
partigiano, che portava il nome di Alma Vivoda, la prima partigiana
italiana caduta per gli ideali antifascisti, ancora nel 1943.
In questo luogo invece caddero sul campo 7 partigiani muggesani e
ben 22 morirono successivamente nei campi di concentramento nazisti.
Grande, quindi, è il significato di questo monumento attorno al
quale, di anno in anno, ci ritroviamo per commemorare coloro che qui
sono caduti.
Rendiamo così un doveroso omaggio alla loro memoria, ma sopratttutto
ricordiamo, specialmente alle giovani generazioni, il grande valore
della battaglia di Kucibreg: qui hanno combattuto e sono caduti
tanti giovani di lingua, cultura e tradizioni diverse, uniti però da
un comune, grande ideale: quello della libertà, della pace e
dell'amicizia tra i popoli.
Questi combattenti infatti rappresentavano tutte le etnie che, da
secoli, su queste terre, in questa nostra Istria, hanno
pacificamente convissuto.
Pacificamente convissuto anche quando la durissima politica di
snazionalizzazione messa in atto dal fascismo ha cercato di mettere
questi popoli l'un contro l'altro, togliendo ai croati e agli
sloveni ogni diritto alla propria lingua e alla propria cultura.
Ecco, Kucibreg, la battaglia, l'eroismo, il sacrificio: queste sono
state forti ed inequivocabili risposte a quella politica.
Qui tre popoli, hanno avuto l'orgoglio, assieme, di levare la
testa e prendere le armi contro il sopruso e la sopraffazione. Qui
assieme hanno combattuto contro un nemico che, in quei giorni, era
ancora convinto di essere invincibile.
Molto si va parlando in questi tempi di pacificazione, della
necessità che i capi delle tre repubbliche di Croazia, Slovenia ed
Italia si incontrino e assieme rendano omaggio ai luoghi della
memoria.
Ebbene, i popoli di queste terre, per questa pacificazione, forse
non hanno bisogno di aspettare questi incontri, spesso solo formali:
la pacificazione l'hanno compiuta già allora, combattendo assieme
per la libertà, la democrazia e il progresso sociale.
E non solo qui, in questo o in altri luoghi dell'Istria: essi
avevano già cominciato molti anni prima, assieme in terra di Spagna,
per difendere quella Repubblica dall'attacco fascista.
Non mi stancherò di ripetere che è per me un grande onore, io che
faccio parte della generazione che è venuta dopo, rappresentare in
questo luogo la mia città.
Muggia decorata al valor Militare per attività partigiana, Muggia
che vanta due medaglie d'oro per il contributo di lotta dato dai
suoi partigiani e da grandi dirigenti politici del calibro di Natale
Colarich e Luigi Frausin.
Muggia che nella lotta di liberazione ha dato duecento caduti.
Muggia che ha visto morire altri cento suoi figli per causa della
guerra, in casa, sui campi di battaglia, sul mare.
Per colpa di una guerra voluta dai fascisti, non certamente dalla
nostra pacifica e operosa popolazione.
Essere qui oggi è un dovere e questa manifestazione in onore di
coloro che hanno dato la loro vita per la nostra libertà non è (e
non può essere) un puro atto di formale ricordo: deve essere invece
una testimonianza dell'impegno che ci assumiamo di non dimenticare e
di portare avanti quelle idee per le quali tanti giovani sono caduti.
Libertà, pace, amicizia, in antitesi alla dittatura, la guerra, la
superiorità della razza: non dobbiamo stancarci di ripeterlo.
Sappiamo che non c'è futuro senza la memoria.
E sappiamo anche che chi non ha memoria del passato è condannato a
ripeterlo. (...)
(Fonte: resistenza_partigiana @yahoogroups.com )