CONTRO LE BASI DI GUERRA, CONTRO LA GUERRA IN CASA

SULLA GRANDE MANIFESTAZIONE A VICENZA DEL 2 DICEMBRE 2006

Comunicato del Comitato nazionale per il ritiro delle truppe italiane


La grande manifestazione di Vicenza, che ha visto una partecipazione
ben al di là delle più rosee previsioni, segna un potenziale punto di
svolta per il movimento contro le basi militari nel nostro paese.

Il 2 dicembre nella città berica si sono incontrate forme di
resistenza popolare e territoriale che in questi anni "hanno fatto
scuola", facendo uscire dalle secche di una "rappresentanza politica"
connivente con il potere un comune sentire di intere popolazioni: il
popolo dei NO TAV, del NO MOSE, i comitati contro i rigassificatori e
le discariche, i comitati contro le basi militari .
Questo variegato fronte ha assunto a Vicenza la battaglia
antimilitarista non solo e non tanto come portato ideale, ma come
prodotto dei processi di coinvolgimento diretto dei territori nelle
politiche belliciste.

La volontà e la lungimiranza del movimento vicentino ha suggellato
questa unificazione in una manifestazione, verificando così la
determinazione e la consistenza di una soggettività collettiva non
doma di fronte alle perduranti politiche di guerra.

I segnali che provengono da altri insediamenti militari (camp Darby,
Sigonella, Taranto...), indicano la volontà delle gerarchie militari
USA di rafforzare la presenza nella penisola, in previsione
evidentemente delle prossime offensive contro il Libano, la Siria,
l'Iran, il Darfur...

Il governo Prodi è di nuovo di fronte ad una scelta di fondo:
l'eventuale placet ad una più massiccia presenza U.S.A. in Italia
significherebbe un ulteriore passo verso il diretto coinvolgimento
dell'Italia nel conflitto mediorientale.
Le dichiarazioni del Ministro della Difesa e del vice presidente del
Consiglio sono state in queste settimane chiarissime e favorevoli alla
nuova base al Dal Molin.
Dichiarazioni del resto conseguenti con le scelte degli ultimi mesi su
Afghanistan e Libano, con un ritiro "bipartizan" dall'Iraq, con una
Legge Finanziaria "di guerra", che aumenta dell'11% le spese militari
per il 2007 e per i prossimi anni.

Di fronte a queste politiche del cosiddetto "governo amico", solo una
pratica indipendente dei movimenti potrà determinare le condizioni di
un nuovo rapporto di forza nel paese, in grado di dare autorevolezza e
prospettiva alle esigenze popolari. Il movimento espressosi a Vicenza
ci pare vada in questa direzione.

Si tratta ora di dare continuità a quella mobilitazione, ramificando
ancora di più i comitati contro le basi nei territori e andando alla
costruzione di una RETE ANTIMILITARISTA, momento reale di
coordinamento operativo su scala nazionale e continentale.


Il Comitato nazionale per il ritiro delle truppe italiane

info @ disarmiamoli.org www.disarmiamoli.org

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Da "la Repubblica", 3 dicembre 2006:

Trentamila persone, secondo gli organizzatori, sono arrivate a Vicenza
per dire no alla costruzione della più grande base Usa in Europa (e la
seconda base statunitense in città visto che c'è già la Ederle).

Un corteo festoso di giovani, famiglie e bambini provenienti non solo
dal nord-est ma da tutta Italia. D´altro canto, spiegano i
coordinatori del fitto cartello di organizzazioni, partiti, movimenti
che hanno aderito , non si tratta solo di un affare locale. «È stato
un percorso che ha visto assemblee di centinaia di persone di diversa
provenienza e appartenenza – spiegano i Comitati cittadini che hanno
lanciato l´appello per una manifestazione nazionale - In un tempo in
cui l´ipocrisia dei "poteri forti" di questo paese, che antepongono
sempre la logica del profitto e del comando agli interessi della
collettività, si è manifestata in maniera organizzata per tentare di
stravolgere, criminalizzare e manipolare la realtà a proprio uso e
consumo. Crediamo sia fondamentale ribadire, ancora una volta, quali
sono gli obiettivi della manifestazione. Scendiamo in piazza,
innanzitutto, per prendere parola in maniera comune. Per dare parola a
un percorso che dovrà continuare anche il 3 il 4… e i mesi a seguire».

Le adesioni sono fittissime: dai Verdi a Rifondazione, dal Pdci
all'Arci, dai beati Costruttori di pace agli Statunitensi contro la
guerra, dalla Tavola della Pace ai comitati di cittadini, dai
sindacati di base fino ai movimenti "più duri" come quello dell´ex
leader dei Disobbedienti Luca Casarini, dei centri sociali del Nord
Est, degli anarchici. Per i Ds l´adesione è soprattutto a livello
cittadino: 5 consiglieri comunali, ma anche parlamentari Ds come Lalla
Trupia che «ha assolua fiducia che il ministro Parisi si opponga alla
nuova base». Mentre il segretario della Quercia Fassino ha ribadito la
necessità «di un confronto, tra il governo e le istituzioni locali
interessate, il più presto possibile».

Fitta anche la schiera dei politici, dalla paralmentare della
Margherita Laura Fincato che ribadisce la necessità di un referendum a
cui si unisce il portavoce dei verdi alla Camera, Angelo Bonelli «ci
deve essere un'espressione democratica della cittadinanza». Di città
svenduta parla il sindaco di Venezia Massimo Cacciari che replica « il
goveno deve tener conto della posizione della città, sarebbe uno
scempio accettare un'altra base militare».

«La militarizzazione del nostro territorio e la cessione di sovranità
nazionale nei confronti di una forza armata straniera è incompatibile
con la aspirazione di pace del nostro Paese – spiega Alfio Nicotra,
responsabile Pace del Prc, presente a Vicenza - Il rilancio ed il
potenziamento della presenza militare degli Stati Uniti nel nostro
Paese non riguarda solo Vicenza ma anche la Sicilia. A Lentini in
provincia di Siracusa per esempio è stato dato recentemente l'avvio ad
un megaprogetto insediativo per i militari USA di Sigonella (un
migliaio di villette su 91 ettari di aranceto). Sia a Lentini che a
Vicenza c'è lo zampino della Maltauro, la società specializzata nella
costruzione di megainsediamenti militari».

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manifestazione no camp dal molin 2 dicembre 06 Vicenza
Inviato da: "soccorsopopolare @ libero.it"
Sab 2 Dic 2006 8:37 pm

Grande grandissima manifestazione popolare contro il progettato Camp
Dal Molin a Vicenza oggi. Moltissime persone più delle 5000 previste.
Una massa di vicentini e di tantissima altra gente venuta dai paesi e
dalle città del veneto. 15.000 sicuramente, ma forse anche molti di
più hanno percorso le strade di Vicenza fino a circondare verso sera
con un lungo serpentone tutto l'aeroporto guardato da reparti in armi.
Del resto armatissima era la città con centuinaia e centinaia di
poliziotti e carabinieri ovunque. Piccoli grupetti di armigeri contro
un imponente fiume di popolo. La caratteristica di questa
manifestazione è la sua complessità, un intero popolo in tutte le sue
sfaccettature, nella sua moltitudine di comitati e organizzazioni di
ogni tipo ma tutte accumunate da una decisione: fermare ad ogni costo
la base. Bandiere no tav accanto a striscioni contro la guerra, a
bandiere sindacali e per la pace.

Lo sviluppo di questa imponente mobilitazione sarà un'assemblea
allargata dei comitati che garantirà l'ampliamento della mobilitazione
e la non contrattabilità dell'obiettivo. Sì può vincere e si deve
vincere. Marginalizzate sono già forme desuete di soggettivismo,
narcisimo grupettaro. Impedire l'apertura di questa grande base di
guerra è l'aiuto più concreto che possiamo dare ai popoli che
resistono. Impedirlo costruendo un blocco popolare è un ulteriore
grande contributo alla lotta contro l'imperialismo.

Da rimarcare la presenza di compagni di altre regioni dalla Toscana
alla Liguria al Piemonte alla Lombardia al Friuli a Roma. E' questa di
Vicenza la più grande mobilitazione contro una base della morte. Essda
si fonda e proviene dalle lotte decennali, anche se "carsiche" dei
comitati popolari veneti contro la guerra e per la pace. E' da
uagurarsi che la mobilitazione odierna si trasformi in blocco, in
fronte popolare e non sia decomposta dai soliti desueti giochi delle
soggettività politiche.

Oggi a Vicenza abbiamo aperto una nuova fase di massa che congiunge
assieme la lotta contro la guerra interna ( massacro del territorio)e
la guerra imperialista. Cerchiamo di tenerla aperta e favorire le
future iniziative di manifestazione di campo, di blocco e tutto quel
che sarà necessario a bloccare davvero i lavori.

CAMP DAL MOLIN NON PASSERA'
GLI USA POSSONO ESSERE BATTUTI NON SOLO IN IRAQ

(Fonte: aa-info @yahoogroups.com)

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Sulla manifestazione di Vicenza vedi anche:

https://www.cnj.it/INIZIATIVE/NODALMOLIN/