http://www.repubblica.it/2007/02/sezioni/cronaca/foibe-memoria/foibe-
memoria/foibe-memoria.html

Il capo dello Stato alle celebrazioni del "Giorno del ricordo"
"Assumerci la responsabilità di aver negato la verità per ideologia"

Foibe, Napolitano consegna le medaglie d'oro
"Riconoscimento troppo a lungo mancato"

Il presidente ha ricordato "le vittime di una furia che assunse i
contorni di una pulizia etnica"
Plauso bipartisan al discorso. Fini: "Belle parole". Commenti
favorevoli da Udc e dal vicepremier Rutelli

ROMA - "Un riconoscimento troppo a lungo mancato, un dramma negato
per ideologia". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano alla cerimonia dedicata alle vittime delle foibe. Il capo
dello Stato ha consegnato oggi una medaglia d'oro ed un diploma ai
parenti di trenta italiani uccisi nell'ambito della persecuzione
etnica scatenata dalle milizie titine tra Trieste e Fiume alla fine
della seconda guerra mondiale.
"Non dobbiamo tacere, - ha detto Napolitano - assumendoci la
responsabilità di aver negato o teso ad ignorare la verità per
pregiudiziali ideologiche e cecità politica" il dramma del popolo
giuliano-dalmata. E' stata una tragedia, ha spiegato, "rimossa per
calcoli dilomatici e convenienze internazionali"
"Oggi che in Italia abbiamo posto fine ad un non giustificabile
silenzio, e che siamo impegnati in Europa a riconoscere nella
Slovenia un'amichevole partner e nella Croazia un nuovo candidato
all'ingresso nell'Unione, dobbiamo tuttavia ripetere con forza che
dovunque, in seno al popolo italiano come nei rapporti tra i popoli,
parte della riconciliazione, che fermamente vogliano, è la verità. E'
quello del 'Giorno del Ricordo' è precisamente un solenne impegno di
ristabilimento della verità", ha aggiunto il capo dello Stato.
Napolitano ha voluto richiamarsi esplicitamente al suo predecessore,
Carlo Azeglio Ciampi, dicendo che ne raccoglie l'esempio circa "il
dovere che le istituzioni della Repubblica sentono come proprio, a
tutti i livelli, di un riconoscimento troppo a lungo mancato" delle
tragedie di un intero popolo di istriani, fiumani e dalmati, che al
confine orientale dell' Italia, dopo l'8 settembre '43, furono
vittime di un moto di odio e di furia sanguinaria che assunse i
sinistri contorni di una pulizia etnica". Una tragedia la cui memoria
"ha rischiato di essere cancellata" e che invece, ha aggiunto il capo
dello Stato, deve essere trasmessa ai giovani nello spirito della
legge del 2004 che ha istituito il Giorno del Ricordo.
Plauso bipartisan. Il discorso di Napolitano ha suscitato un plauso
bipartisan. Commenti positivi sono stati espressi da Gianfranco Fini,
leader di An: "E' stato molto bello quello che ha detto il Capo dello
stato richiamando anche le parole del suo predecessore. E' possibile
ora avere una memoria condivisa, onorare il sacrificio di tanti
connazionali che sono stati costretti all'esilio o trucidati perchè
italiani. Ricordare è doveroso per tutti, soprattutto ora che
finalmente gli italiani conoscono una pagina della storia che è stata
per tanti anni negata a strappata".
Concorda con le parole del presidente anche il vicepremier Francesco
Rutelli per il quale è importante che "l'Italia tributi un
riconoscimento giusto e saggio ai famigliari delle vittime delle
foibe e all'intero popolo giuliano-dalmata. E' un bene che ciò
avvenga con il largo consenso dell'intero schieramento politico e
parlamentare, anche se questo riconoscimento è avvenuto
tardivamente". Favorevole all'intervento del Capo dello Stato anche
Lorenzo Cesa, segretario dell'Udc: "Sulle foibe il Capo dello Stato
ha il coraggio e l'onestà intellettuale di dire le cose come stanno.
Paroleche gli fanno onore e rendono giustizia alla verità e ai
martiri di uno dei periodi più bui della storia contemporanea. Parole
che son un monito sui danni gravissimi che un uso distorto
dell'ideologia può provocare anche oggi".

(10 febbraio 2007)

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http://www.ansa.it/balcani/croazia/croazia.shtml

FOIBE: PRESIDENTE CROAZIA, DURO ATTACCO A NAPOLITANO (2)

(ANSA) - ZAGABRIA, 12 FEB - Mesic si e' riferito alla frase che
Napolitano ha pronunciato sabato scorso al Quirinale quando,
consegnando diplomi e medaglie agli eredi delle vittime delle foibe,
ha collegato quelle vicende con il ''moto di odio e di furia
sanguinaria'' e con il ''disegno annessionistico slavo che prevalse
innanzitutto nel Trattato di pace del 1947 e che assunse i sinistri
contorni di una pulizia etnica''. Il comunicato di Mesic fa
riferimento alle ''recenti dichiarazioni giunte dal vertice dello
Stato della vicina Italia''. Il presidente croato si dice
''dispiaciuto e sorpreso dal contenuto e dal tono'' di tali
dichiarazioni ''che - aggiunge - si riferiscono ad alcuni aspetti del
passato prossimo, ma toccano anche i rapporti attuali tra Italia e
Croazia''. ''Queste dichiarazioni, nelle quali e' impossibile non
intravedere elementi di aperto razzismo, revisionismo storico e
revanscismo politico, si inseriscono difficilmente nella dichiarata
volonta' di migliorare i nostri rapporti bilaterali'', prosegue il
comunicato di Mesic pervenuto oggi all'Ansa. ''E' motivo di
costernazione ed e' potenzialmente estremamente pericoloso mettere in
questione il Trattato di Pace che l'Italia ha firmato nel 1947''.
''Il presidente croato - prosegue il comunicato, formulato in terza
persona - si e' di recente e a piu' riprese pronunciato molto
chiaramente per la condanna di ogni crimine commesso da parte dei
vincitori durante e dopo la Seconda guerra mondiale, ma anche per
l'analisi dell'intero contesto storico dicendosi contrario a ogni
tentativo di offuscare fatti, come pure al tentativo di trasformare
gli sconfitti della storia in vincitori''. ''Per la Croazia e'
assolutamente inaccettabile qualsiasi tentativo di mettere in
discussione gli Accordi di Osimo, stipulati tra Jugoslavia e Italia,
che la Croazia ha ereditato come uno dei Paesi successori della
Federazione jugoslava'', si sottolinea piu' avanti nella nota, che si
conclude cosi': ''Il presidente Mesic crede fermamente nella
necessita' di rafforzare ulteriormente i rapporti amichevoli italo-
croati, non solo nell'interesse dei due paesi ma anche in quello
dell'Europa che si unisce. Nel contempo ritiene di dover alzare una
voce di protesta contro ogni tentativo che, in nome di qualsiasi
motivo o espediente, possa mettere in dubbio le basi sulle quali e'
edificata l'Europa unita, tra le quali l'antifascismo ha un posto di
primo piano''. (ANSA). COR*LR
12/02/2007 17:58

FOIBE: CROAZIA; D'ALEMA CONVOCA AMBASCIATORE CROATO

(ANSA) - ROMA, 12 FEB - Il vice premier e ministro degli Esteri
Massimo D'Alema ha convocato per domani alla Farnesina l'ambasciatore
croato dopo le parole di oggi del presidente croato Stipe Mesic sul
discorso del capo dello Stato Giorgio Napolitano sulle foibe. E'
quanto si apprende da fonti diplomatiche.(ANSA). KWF
12/02/2007 19:36