Vicenza 15/12 - e le altre campagne antimilitariste in corso


1) VICENZA 15 DICEMBRE
spot video
SE NON ORA, QUANDO?
Dettagli 15 dicembre: come arrivare a Vicenza
14, 15, 16 dicembre: l'Europa a Vicenza
2-8 novembre: primi blocchi, tensioni, manifestazione a Palazzo Chigi 


2) Il 26 gennaio giornata mondiale di azione contro la guerra e il liberismo


3) FIRMA LA LEGGE di iniziativa popolare sui trattati internazionali e sulle basi e servitu’ militari
- La “crisi dei missili” del ventunesimo secolo
- SCHEDA DI PRESENTAZIONE  della legge
- APPELLO 
per il sostegno della Legge di Iniziativa Popolare sui “Trattati internazionali, basi e servitù militari”
9/9/2007: DEPOSITATA LEGGE POPOLARE SU REGOLE BASI MILITARI
La Petizione popolare contro lo scudo antimissilistico e il dossier si possono scaricare dal sito www.disarmiamoli.org


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Vi segnaliamo al seguente indirizzo lo spot video per la tre giorni di mobilitazione europea a Vicenza:


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Appello da Vicenza

VERSO IL 15 DICEMBRE

LETTERA APERTA: SE NON ORA, QUANDO?

Non lo nascondiamo: siamo dei sognatori; vorremmo impedire alla più grande potenza militare mondiale di mettere casa nel nostro cortile. E' vero, siamo anche un pò testardi; ce lo hanno detto in tutte le salse: «cari vicentini, mettetevela via, gli interessi della guerra saranno più forti dei vostri presidi». Pazzi? Può darsi: del resto, chi avrebbe montato un Festival-campeggio di 10 giorni? 

Eppure, siamo ancora qui. In questi giorni raddoppiamo il nostro Presidio Permanente; tutto intorno, un silenzio assordante, fatto di quotidiani e telegiornali che, dopo aver assediato Vicenza in concomitanza con il grande corteo del 17 febbraio, ora non hanno più nulla da dire su un movimento che ha continuato a vivere di passione e determinazione. Un movimento che si esprime tra e con la gente di Vicenza, attraverso iniziative e manifestazioni continue: abbiamo tagliato i cavidotti funzionali alla nuova base Usa, occupato la Basilica Palladiana, piantato 150 alberi all'interno del Dal Molin; abbiamo bloccato, per tre giorni e tre notti, le bonifiche belliche - iniziate un mese fa - necessarie per iniziare la costruzione dell'installazione militare, e le donne del Presidio, sono andate a Firenze per boicottare l'ABC - azienda incaricata delle bonifiche - e proseguire la campagna dei blocchi. 

Con i primi blocchi dei lavori abbiamo imparato, ancor di più, ad essere una comunità; e abbiamo sentito, da tante parti d'Italia, la solidarietà e la condivisione che tante donne e tanti uomini esprimono per la lotta vicentina. 

Abbiamo chiesto, anche, che i 170 Parlamentari che si sono dichiarati contrari alla realizzazione della nuova base Usa mantengano la propria promessa: portare subito in Parlamento la moratoria sui lavori in attesa dello svolgimento della Seconda Conferenza sulle servitù militari e chiedere la desecretazione degli accordi militari bilaterali. 

Questo, ad oggi, non è avvenuto: abbiamo già visto il Governo promettere di ascoltare la comunità vicentina e poi tradirla: c'è qualcuno che vuol seguire il solco tracciato da Prodi? Non portare subito in Parlamento la moratoria, infatti, significa comportarsi nello stesso modo del Presidente del Consiglio che, dopo aver promesso di voler considerare la vicenda alla luce della volontà della comunità locale, dichiarò dall'estero di non opporsi alle richieste statunitensi svendendo la nostra città.

Lo scorso 17 febbraio, insieme, abbiamo dimostrato quanto grande è il movimento che vuol battersi contro la guerra e la militarizzazione del territorio, per la difesa della terra e la costruzione di nuove pratiche di democrazia; ma Vicenza, da sola, è insufficiente a sostenere questa lotta che, pure, accomuna gran parte della popolazione locale: Vicenza è solo un villaggio nella grande comunità che crede in un altro mondo possibile. Abbiamo bisogno, ancora una volta, della vostra condivisione, della vostra partecipazione, della vostra solidarietà. 

Abbiamo convocato, a dicembre, una tre giorni europea di confronto, contaminazione, approfondimento; vogliamo allargare i nostri orizzonti, conoscere nuove comunità, condividere altre lotte. Ma vogliamo, anche, dimostrare che la vicenda del Dal Molin è ancora aperta: per questo il 15 dicembre un grande corteo attraverserà le strade della nostra città. Abbiamo sempre detto che "se si sogna da soli è solo un sogno, se si sogna insieme è la realtà che comincia": vi chiediamo di condividere il nostro sogno, ancora una volta, perché una terra senza basi di guerra possa diventare realtà. 

Se non ora, quando? Vicenza chiama, ancora una volta: e noi siamo sicuri che risponderete in tanti. Perché Vicenza vive già al di fuori dei suoi confini.

Presidio Permanente, Vicenza 27 novembre 2007

Per leggere l'appello della tre giorni europea: www.nodalmolin.it

Per informazioni e adesioni: comunicazione@...



----- Original Message -----
Dettagli 15 dicembre

Inoltro per conoscenza, precisando che chi arriva alla mattina per partecipare ai presidi davanti alle basi può posteggiare nei parcheggi "scambiatori" più vicini. In particolare per la Gendarmeria Europea - Coespu è consigliato il park Cricoli in zona Nord, che è anche a poca distanza dall'aeroporto e dal presidio NO Dal Molin.

----- Original Message -----
Sent: Thursday, December 13, 2007 11:53 AM
Subject: [No Dal Molin] dettagli 15 dicembre

IMPORTANTISSIMO: come arrivare a Vicenza
// leggere tutto //

 

Il corteo avrà caratteristiche molto simili alla manifestazione del 17 febbraio: a grandi linee dunque, la composizione prevede uno spezzone di apertura caratterizzato solo dalle bandiere No Dal Molin (all’interno del quale invitiamo chi lo vuole a sciogliersi), movimenti  italiani ed europei per la difesa della terra e contro le installazioni militari, associazioni, movimenti, organizzazioni sindacali, partiti.
 
COME ARRIVARE AL CONCENTRAMENTO

 

Per chi arriva in treno.
Il concentramento è proprio all’esterno della stazione FS; il corteo si incamminerà verso Viale Milano (uscendo dalla stazione a sinistra).
 
Per chi arriva in automobile
Fortemente consigliato parcheggio in zona stadio. Uscita autostrada Vicenza Ovest, da qui seguire le indicazioni all’indirizzo 

 

Dello stadio si raggiunge il luogo del concentramento a piedi: da Viale ddello stadio, girare a sinistra in Viale Margherita, raggiungere l’incrocio con Viale del Risorgimento nazionale e qui girare a destra e arrivare in Viale Venezia, dove c’è la stazione FS..

 

Per chi arriva in pullman.
Uscita obbligatoria casello autostradale VICENZA OVEST. Da qui, seguire le indicazioni all’indirizzo http://www.nodalmolin.com/index.php?option=com_content&task=view&id=34&Itemid=48
Tutti i pullman dovranno parcheggiare in Viale Fusinato, da dove ripartiranno al termine della manifestazione. Dal parcheggio dei pullman, proseguire in Viale Fucinato e all’incrocio semaforico girare a sinistra in Viale Venezia e raggiungere la stazione FS

 

Per quel che riguarda la ripartenza, i pullman saranno parcheggiati dove vi hanno lasciato. Vi consigliamo di identificare i vostri pullman con cartelli ben visibili.

 

 

Richiesta informazioni
Invitiamo chi ancora non lo ha fatto a comunicarci il numero approssimativo dei manifestanti, il mezzo di trasporto con cui raggiungerete Vicenza (se treno orari di partenza e arrivo, se pullman il numero di pullman) e un recapito da mettere a disposizione di coloro che ci chiedono informazioni su come raggiungere Vicenza dalla propria città.

 

Eventuali altri dettagli o cambiamenti vi saranno segnalati in seguito. Per qualunque cosa contattateci a 15dicembre@...  

 

Vi preghiamo di girare queste comunicazioni a tutti coloro che ne fossero interessati. Vicenza, infatti, è una città che offre poche possibilità nell’organizzazione di grandi iniziative: rispettare le indicazioni è fondamentale per evitare problemi di gestione della viabilità e del corteo.

 

Vi ringraziamo per la collaborazione e per il lavoro che state svolgendo nel vostro territorio.
 
NO DAL MOLIN: SE NON ORA, QUANDO?

 

 

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Presidio Permanente contro la costruzione della nuova base Usa a Vicenza
Via Ponte Marchese
c.p. 303 36100 Vicenza

 

 

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----- Original Message -----

From: No Dal Molin
Sent: Saturday, December 01, 2007 6:44 PM
Subject: [fori-sociali] verso il 15 dicembre, prime info utili

VERSO LA TRE GIORNI EUROPEA: PRIME NOTE TECNICHE
14, 15, 16 dicembre: l'Europa a Vicenza
PROGRAMMA DI MASSIMA (in via di definizione)
Venerdì 14 dicembre 20.30 
Convegno: "Panoramica sulla presenza militare USA e NATO in Europa e sui movimenti che si oppongono all'espansione militare"
Interverranno:- Hans Lammerant - Belgio (www.vredesactie.be - www.bombspotting.be)- Rappresentanti di gruppi e movimenti dalla Germania, dalla Rep. Ceca, dall'Ungheria, dalla Polonia e dagli USA.
Sabato 15 dicembre
Manifestazione e corteo 
Concentramento ore 14.00 stazione Fs
Domenica 16 dicembre 14.00-19.00
Tavole rotonde parallele con i rappresentanti dei vari movimenti:
1. Focus su "Situazione politica e movimenti di opposizione in USA"
2. Focus su "Situazione nell'Europa dell'est"
3. Focus su "Situazione in Germania"
4. Focus su ... (in via di definizione)
Il programma definitivo e altre iniziative saranno comunicate nei prossimi giorni. (...)

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Presidio Permanente contro la costruzione della nuova base Usa a Vicenza
Via Ponte Marchese
c.p. 303 
36100 Vicenza
www.nodalmolin.it
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--- 2-8 novembre: primi blocchi, tensioni ---


APPELLO
 
NO DAL MOLIN,
ULTIMATUM A COSTA IN SCADENZA
PRONTI AI BLOCCHI
Verso la mobilitazione europea: Vicenza non si ferma
 
 
Sabato scorso, con una fiaccolata, migliaia di vicentini avevano dato l’ultimatum a Costa: o dichiara che il futuro dell’aeroporto Dal Molin è civile e la bonifica in corso è funzionale a questa conversione, oppure i lavori di ricerca degli ordigni bellici saranno bloccati.
 
Mancano poche ore alla scadenza dell’ultimatum e dal commissario governativo, come ci aspettavamo, non è arrivata alcuna risposta soddisfacente. Così come siamo in attesa di conoscere la sorte della moratoria promessa dai parlamentari contrari alla base e rimasta inattesa.
 
Una volta scaduti i sette giorni dati a Costa, qualunque momento è buono per iniziare i blocchi della bonifica. Impedire la realizzazione della nuova base Usa è un diritto della comunità locale che, da sempre, ha dimostrato la propria contrarietà al progetto di militarizzazione.  
 
A poco più di un mese dalla tre giorni europea, Vicenza è in piena mobilitazione. In queste settimane sono iniziate le bonifiche e nel frattempo la Giunta comunale è tornata all’attacco del Presidio Permanente, aprendo una procedura di abuso edilizio volta allo sgombero e alla demolizione del luogo simbolo della lotta contro il Dal Molin.
Non solo: il Sindaco, nel goffo tentativo di mettere il silenziatore al movimento vicentino, ha proposto di spegnere le luminarie natalizie durante la tre giorni di mobilitazione: una ritorsione politica contro una città che non accetta le imposizioni dell’Amministrazione locale e del Governo.
 
La mobilitazione continua, mentre si moltiplicano le adesioni alla tre giorni europea da tutta Italia e dall’Europa [l’appello è disponibile sui nostri siti internet]. Nei prossimi giorni inizieranno i blocchi: ci appelliamo a quanti, in tutta Italia, ci hanno sostenuto in tutti questi mesi di mobilitazione, perché si moltiplichino le iniziative di appoggio in ogni territorio. Il vostro sostegno è la nostra forza: il futuro è nelle nostre mani.
 
 
Presidio Permanente, Vicenza, 2 novembre 2007
 
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GLI ITALIANI UCCIDONO PER CONTO DEGLI AMERICANI - NON SOLO IN AFGHANISTAN
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Blocchi al Dal Molin: Tentato omicidio contro manifestante

Provocazione gravissima durante l'allestimento dei blocchi all'esterno dell'aeroporto Dal Molin.

Un militare italiano di stanza all'aeroporto Dal Molin di Vicenza ha tentato di investire più manifestanti che si apprestavano ad allestire i blocchi degli accessi all'installazione militare vicentina.

Un manifestante è stato investito ed è ora all'ospedale di Vicenza. Il militare, di passaggio con la propria auto, si è fermato e ha poi deliberatamente accelerato dirigendosi verso i manifestanti e colpendone uno, per poi fuggire sgommando. Secondo l'avvocato che tutela il movimento No Dal Molin, dalle testimonianze raccolte sul fatto, l'azione è stata deliberata: si potrebbe perciò configurare il reato di tentato omicidio ed omissione di soccorso.

Il militare è attualmente all'interno dell'aeroporto Dal Molin. I manifestanti hanno chiesto alla Digos l'immediata identificazione del militare. Se ciò non dovesse avvenire si verificherebbe anche il reato di omissione da parte delle forze dell'ordine, che sono tenute all'identificazione immediata.

e ancora

Esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai Vicentini ai blocchi all'esterno dell'aereoporto e in particolare a Francesco, investito deliberatamente da un auto durante le azioni, augurandogli una pronta guarigione.

Assieme ai movimenti di Firenze contro la guerra e le basi militari lanceremo nei prossimi giorni un segno di lotta visibile, pacifica e determinata in città:

Siamo tutti Vicentini!

martedì 06 novembre 2007

La Rete nazionale di Semprecontrolaguerra

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Investito un no global: tensione alla base Usa
Vicenza, i manifestanti accusano un militare italiano

MILANO - E' iniziato con il ferimento di Francesco Pavini, leader dei Disobbedienti vicentini, travolto da un auto guidata da un militare italiano, il presidio davanti ai due ingressi dell'aeroporto Dal Molin di Vicenza per impedire l'inizio dei lavori per l'ampliamento della base americana. Intorno alle 22 di ieri, quando circa duecento persone del movimento «No base» si erano appena incamminate lungo il viale che conduce al Dal Molin, un'auto avrebbe tentato di forzare il blocco dei manifestanti: «Il guidatore ci ha ordinato di lasciarlo passare — racconta Cinzia Bottene, portavoce dei "No base" —. Ha dichiarato di essere un militare e, quando gli abbiamo risposto che la strada era bloccata, lui ha premuto sull'acceleratore puntando Pavin. L'ha travolto, sbalzandolo a qualche metro di distanza. Poi è fuggito ».

Il militare è stato identificato e messo a disposizione dei carabinieri che lo hanno interrogato nella notte. Nessuna fonte militare ha confermato la meccanica dell'accaduto. Francesco Pavin, che dopo l'incidente non ha perso conoscenza, è stato ricoverato all'ospedale San Bartolo di Vicenza. Non è grave e ha riportato solo alcune escoriazioni. «Il militare si è fermato e ha poi deliberatamente accelerato dirigendosi verso i manifestanti per colpirne uno prima di fuggire», ha dichiarato la senatrice Franca Rame che ha inviato una nota per conto dei manifestanti. Secondo l'avvocato che tutela il movimento «si potrebbe configurare il reato di tentato omicidio e omissione di soccorso». La nuova fase della protesta contro l'ampliamento della base americana (è in corso la bonifica dagli ordigni bellici presenti in un'area dell'aeroporto), si preannuncia carica di tensione. Nonostante l'incidente, continua l'afflusso dei manifestanti per raggiungere lo scalo vicentino: «Bloccheremo sia l'accesso militare che quello civile — hanno annunciato i "No base" —. Nessuno potrà entrare nell'aeroporto almeno fino a venerdì. A turno trascorreremo giorno e notte davanti agli ingressi». La decisione di dare inizio al blocco è arrivata una volta scaduto l'ultimatum che i manifestanti avevano imposto al commissario straordinario Paolo Costa al quale era stato dato tempo fino a lunedì scorso per interrompere i lavori e annunciare la trasformazione dell'aeroporto in parco pubblico. Lunedì l'assessore alla sicurezza Valerio Sorrentino, aveva dichiarato: «Da oggi in il problema diventa di ordine pubblico».

Roberto Rizzo
07 novembre 2007

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Iniziati blocchi al Dal Molin

Appello alla mobilitazione

Nella serata di martedì sono iniziati i blocchi dell’aeroporto Dal Molin all’interno del quale, da alcune settimane, sono iniziate le bonifiche belliche propedeutiche alla realizzazione della nuova base Usa.

Centinaia di persone partite dal Presidio Permanente hanno allestito due blocchi, uno all’ingresso militare e l’altro a quello civile, con l’obiettivo di impedire l’ingresso a coloro che devono realizzare la bonifica.

Il blocco dei lavori per la realizzazione della nuova base Usa è iniziato. 
Abbiamo acceso i fuochi e stiamo trascorrendo la prima notte all’aperto, con coperte e sacchi a pelo. Siamo determinati a dimostrare la volontà di tanti vicentini ad impedire la realizzazione della nuova base di guerra.

In questi mesi il sostegno di tante donne e tanti uomini da tutta Italia è stato per noi fondamentale: sapere che intorno a noi c’è una grande rete di solidarietà ci ha dato forza e determinazione. Ora vi chiediamo ancora una volta di mobilitarvi, costruendo iniziative nei vostri territori, presidi davanti alle prefetture e alle basi militari.

Il futuro è nelle nostre mani!

Vi terremo informati sull’andamento dei blocchi.

Vicenza 7 novembre 2007

Presidio Permanente contro la costruzione della nuova base Usa a Vicenza


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SOLIDARIETA’ AL PRESIDIO PERMANENTE NODALMOLIN ED ALLE POPOLAZIONI VICENTINE RESISTENTI.
OCCORRE PREPARARSI PER UNA LUNGA FASE DI MOBILITAZIONI NOWAR

 

La Rete nazionale Disarmiamoli! esprime la piena solidarietà al Presidio permanente NoDalMolin ed alle popolazioni resistenti vicentine, presenti da oltre 70 ore di fronte all’aeroporto per impedire  lavori di bonifica essenziali per la successiva installazione militare USA.
Il comportamento criminale del militare che ha investito un esponente del presidio ed ha costretto altri a gettarsi al lato della strada è preoccupante, allo stesso tempo indica la debolezza di una controparte incapace, ad oltre un anno dall’inizio delle mobilitazioni, a ridurre la spinta e la determinazione popolare contro un progetto bellico di portata continentale.
Tutta la solidarietà e gli auguri di pronta guarigione a coloro i quali hanno subito l’aggressione.

 

In tutta Italia i comitati, le associazioni e le strutture del movimento contro la guerra sono mobilitate per esprimere concretamente la loro solidarietà attiva alla lotta dei vicentini.
Nelle piazze dello sciopero generale e generalizzato di domani 9 novembre la voce e la resistenza dei NoDalMolin vivrà attraverso volantini, striscioni e parole d’ordine.

 

Il partito bipartisan della guerra dovrà fare i conti, anche nel nostro paese, con un movimento determinato e cosciente della posta in gioco che si cela dietro la costruzione di nuove basi militari e di ulteriori investimenti bellici miliardari previsti nella Legge Finanziaria 2008.
Le dichiarazioni del Presidente della Repubblica Napolitano (La Repubblica, 5.11.07) sono indicative: “Prepariamoci a nuove crisi, dall’Afghanistan all’Iran, dall’Iraq ai Balcani, al Medio Oriente... . E’ nostro dovere prepararci ad affrontare possibili emergenze... . Apprezzo e condivido gli sforzi che il Ministro della Difesa e i vertici militari stanno producendo per rafforzare ed affinare lo strumento militare”.
Il contestuale (e probabilmente pilotato) aumento del prezzo del greggio danno l’idea dei fortissimi venti di guerra che spirano su tutta l’Eurasia ed il Medio Oriente.

 

Le politiche del governo Prodi stanno ritagliando per l’ “azienda Italia” un ruolo di primo piano in questo scenario di conflitto.
Contro politiche di guerra di tale portata occorre organizzare una resistenza di lungo periodo, pacifica, di massa, ma estremamente determinata.

 

La Rete nazionale Disarmiamoli!
www.disarmiamoli.org  info@...  3381028120  3384014989 

 

8.11.07


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9 novembre 2007

I No War protestano sotto Palazzo Chigi contro l'avvio dei lavori alla base di Vicenza

 

Comunicato stampa della
Rete nazionale Disarmiamoli!

 

Con un blitz una trentina di attivisti No War hanno manifestato oggi pomeriggio davanti a Palazzo Chigi per protestare contro il tentativo di avviare i lavori nella nuova base USA Dal Molin di Vicenza.
Raccogliendo l'invito del Presidio Permanente No Dal Molin a manifestare in tutte le città in solidarietà con i picchetti popolari che stanno bloccando i lavori alla base, gli attivisti della Rete No War di Roma e Lazio (Rete Disarmiamoli, Mondo senza Guerre, Sinistra Critica, Cittadini statunitensi per la pace e la giustizia ed altre associazioni) hanno srotolato un lungo striscione con scritto "No alla base USA di Vicenza", issato le bandiere No Dal Molin sotto le finestre del palazzo del governo, distribuiti volantini ai passanti e lanciato slogan contro le basi militari, la guerra e la nuova base a Vicenza.
"Da Napoli a Trento, da Torino a Firenze, dalla Val Susa a Lentini. Un po’ ovunque si stanno organizzando iniziative di solidarietà e sostegno. Segno che la lotta contro la nuova base Usa non ha affatto un carattere locale, ma investe in pieno la dimensione nazionale" è scritto sul volantino che lancia poi un invito esplicito ai parlamentari che si sono detti contrari alla nuova base Usa e che in queste ore stanno esprimendo solidarietà ai No Dal Molin "chiediamo di agire in fretta e con coerenza: la moratoria sui lavori, promessa molti mesi fa, deve essere portata in parlamento nei prossimi giorni".
L'intervento delle forze dell'ordine - presenti permanentemente e in forze sotto Palazzo Chigi - ha portato all'identificazione di alcuni manifestanti e al sequestro dello striscione. Ma per almeno mezzora la voce della protesta contro la base militare a Vicenza è rimbombata fin sotto le finestre del governo.

 

Rete nazionale Disarmiamoli!


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Il 26 gennaio giornata mondiale di azione contro la guerra e il liberismo

Il prossimo 26 gennaio in tutto il mondo ci saranno manifestazioni in risposta all'appello del Forum Sociale Mondiale che invita ad una giornata di azioni contro il liberismo, la guerra, il razzismo e il patriarcato.
Quelle che seguono sono le proposte approvate nella riunione della Rete contro la guerra del Forum Sociale Europeo tenutasi il 14 settembre a Stoccolma durante l’Assemblea preparatoria del V° FSE, che si terrà in Svezia, a Malmoe, nel settembre 2008.
 
1) Sosteniamo l’appello del movimento vicentino contro la costruzione della nuova base militare USA per tre giorni di mobilitazione dal 14 al 16 dicembre e per una manifestazione il 15 dicembre e chiediamo ai movimenti sociali europei di parteciparvi. Appoggiamo anche la lotta contro la costruzione di nuove basi anti-missile nella Repubblica Ceca e in Polonia.
2) Per protestare contro l’occupazione dell’Iraq e fare appello per l’immediato ritiro di tutte le truppe occupanti, ci uniamo al movimento contro la guerra statunitense nel proporre manifestazioni in ogni paese il 15 marzo 2008, nel quinto anniversario dell’invasione.
3) Chiediamo il ritiro di tutte le truppe straniere dall’Afghanistan e dal Libano.
4) Daremo la massima pubblicità alle minacce militari degli Stati Uniti e della Gran Bretagna contro l’Iran. Se ci dovesse essere un attacco bellico, facciamo appello per mobilitazioni di massa, dimostrazioni in ogni città nel giorno dell’eventuale attacco. Dove possibile, dovremmo cercare di organizzare scioperi tra i lavoratori, blocchi delle basi militari, manifestazioni e scioperi studenteschi e altro.
5) Facciamo appello ai movimenti sociali europei per rompere il blocco di Gaza, inviando aiuti ai palestinesi, medicine, cibo, carburante. Facciamo appello ai governi dell’Unione europea (ed europei in genere) perché pongano fine alle sanzioni, inviando aiuti all’intera Autorità Palestinese.
 
Stoccolma, 14 settembre



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La “crisi dei missili” del ventunesimo secolo.

 

Comunicato della Rete nazionale Disarmiamoli!

 

Le ultime dichiarazioni di Putin in margine al summit Ue-Russia di Lisbona del 26 ottobre non potrebbero essere più eloquenti: «Azioni analoghe (a quelle americane di oggi) da parte dell'Urss provocarono la crisi dei missili a Cuba. Tecnologicamente, per noi la situazione è molto simile, si tratta di una potenziale minaccia molto vicina ai nostri confini».

 

La crisi aperta unilateralmente dagli USA con il progetto di scudo antimissilistico permane e si sviluppa. Il cambio di governo in Polonia al momento non ha modificato granché. Il referendum chiesto a gran voce dai movimenti contro la guerra di quel paese non si terrà, così hanno deciso i “rappresentanti del popolo” seduti negli scranni parlamentari. Evidentemente tutto il “mondo libero” è governato da politiche bipartisan.

 

Una delle più gravi crisi internazionali degli ultimi 20 anni è trattata dai nostri mass media come notizia di passaggio. Né si parla del coinvolgimento diretto del nostro paese nella crisi, a causa della firma da parte del governo Prodi di un accordo bilaterale con gli USA per una partecipazione dell’Italia allo “Scudo”.
In cosa consista questo accordo USA/Italia non è dato sapere. Tutto è coperto da segreto militare.

 

Da alcuni mesi la Rete nazionale Disarmiamoli! propone una petizione popolare contro questo nuovo focolaio di guerra gettato nel cuore d’Europa. Migliaia le firme raccolte,  ma ancora poche a fronte del deteriorarsi della crisi.
La campagna deve continuare, di pari passo con la campagna nazionale per la Legge d’Iniziativa Popolare su Trattati internazionali, Basi e Servitù militari.

 

Il silenzio colpevole del governo italiano e della sua maggioranza deve essere smascherato in ogni occasione d’incontro e dibattito. Solo una costante e forte pressione dal basso possono mettere in difficoltà un esecutivo tra i più subalterni al gigante a stelle e strisce, come dimostrato ripetutamente in questi mesi con i casi Abu Omar e Calipari, con il si alla base al Dal Molin e alle politiche aggressive della NATO (a comando USA) in Afghanistan e in Kosovo.

 

Chiediamo a tutte le realtà che compongono il movimento contro la guerra del nostro paese di rilanciare la campagna contro lo scudo antimissilistico.
Sui banchetti che dal 4 novembre raccoglieranno le firme per la Legge su trattati, basi e servitù militari dovrà esserci anche la petizione contro un sistema di guerra che riporta l’Europa indietro di 30 anni.

 

La Petizione popolare contro lo scudo antimissilistico e il dossier si possono scaricare dal sito www.disarmiamoli.org

 

 

La Rete nazionale Disarmiamoli!

 

info@...  3381028120  3384014989  3407106022


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SCHEDA DI PRESENTAZIONE  della legge di iniziativa popolare
sui trattati internazionali e sulle basi e servitu’ militari

 

L’OBIETTIVO DELLA PRESENTE LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE E’ LA LIBERAZIONE DEI TERRITORI DEL NOSTRO PAESE DALLA PRESENZA DI PESANTI SERVITU’ MILITARI SOTTOFORMA DI BASI MILITARI, CAMPI DI ESERCITAZIONE SIA MARINI CHE TERRESTRI,  DEPOSITO E TRANSITO DI ARMAMENTI, USO DI INFRASTRUTTURE CIVILI A SCOPO MILITARE, USO MILITARE DEI PORTI MERCANTILI CON ATTRACCO DI NATANTI NUCLEARI, AEROPORTI E LUOGHI DI STOCCAGGIO DI ARMI DA GUERRA.
La presenza ormai invasiva e intollerabile,per la popolazione civile, di queste installazioni militari, a cui vengono asservite le esigenze vitali della società civile, è collegata, per ragioni materiali e geopolitiche all’uso offensivo degli armamenti contro altri popoli ed alle complicità generali del nostro paese nella guerra globale, come hanno mostrato in questi anni l’uso delle basi del nostro paese per sferrare attacchi di guerra come quelli contro  la Serbia, l’Iraq, l’Afghanistan ed ancora l’Iraq, in un quadro di riproposizione della logica neocoloniale e di occupazione militare dei territori. Dunque la battaglia per la smilitarizzazione dei territori è una concreta battaglia contro la guerra e per il disarmo, per rompere le complicità dell’Italia con chi conduce la guerra globale facendo anche uso di armi di distruzione di massa.
Poiché la presenza delle basi militari e tutto il sistema delle servitù militari è regolato da trattati internazionali ma soprattutto da accordi bilaterali secretati oppure mai ratificati dal Parlamento- come quelli facenti riferimento alla NATO, agli USA ed a Israele- la presente legge, intesa come legge-quadro,  affronta la questione degli accordi militari stabilendo alcuni punti inderogabili che attuino concretamente l’art. 11 della Costituzione e rendano operativi in Italia i Trattati firmati dalla stessa Italia per la messa al bando delle armi di distruzione di massa ( da quello sulla nonproliferazione nucleare, a quello sulla messa al bando delle armi chimiche e batteriologiche, a quello di Ottawa sulle mine anti-persona).
I punti inderogabili che pone questa legge sono: a) la desecretazione di tutti gli accordi militari e l’obbligo di ratifica parlamentare; b) il divieto di ratifica di ogni accordo militare che preveda sotto varie forme la guerra di aggressione ( dal deposito e installazione di armi di distruzione di massa alle alleanze con paesi che prevedano l’uso di armi di distruzione di massa o  missioni militari di aggressione contro paesi terzi, all’acquisto e produzione di armi offensive, alla ricerca nel campo bellico); c)la riconversione delle strutture militari in strutture civili, stabilendo un termine massimo di dieci anni per ogni struttura militare già esistente;d) l’adeguamento delle strutture militari esistenti alla normativa di tutela ambientale, stabilendo nel contempo il parere favorevole vincolante degli enti locali; d) la sospensione dei progetti in corso di nuove installazioni militari o ampliamenti delle basi militari esistenti.
L’entrata in vigore di questa legge segnerebbe una svolta concreta verso il disarmo, la pace e la smilitarizzazione dei territori

 

 

Relazione

 

La legge di iniziativa popolare di cui si chiede al Parlamento l’approvazione nasce dall’esigenza di arrivare ad una discussione e definizione pubblica dei principi che ispirano e che dovranno ispirare la politica estera e militare del nostro paese nonchè dalla esigenza che ogni accordo di tipo militare debba necessariamente essere ridiscusso periodicamente e ciò per evitare quell’automatismo che ci vede oggi parti acritiche di accordi che dall’originaria dimensione esclusivamente difensiva hanno progressivamente cambiato la loro portata.